Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! ZEXAL
Segui la storia  |       
Autore: Miraha    23/01/2022    1 recensioni
"I destini intrecciati come i rovi di una pianta di rose potranno sciogliersi se il settimo giorno del settimo mese la profezia verrà compiuta."
È passato un anno dalla sconfitta di Don Thousand ma una nuova calamità è prossima ad abbattersi sulle dimensioni: questa volta Astrali e Bariani riusciranno a collaborare per riscrivere assieme un futuro di pace?
Una sacerdotessa, una divinità e misterioso drago nero capace di portare il Chaos. Il mistero delle stelle si mostrerà lungo la nostra strada: come in un'antica leggenda è qui che si apre la nostra storia.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, I Sette Imperatori Bariani, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

PROLOGO: La principessa Astrale.
 

Quando credi che tutto sia ormai giunto al termine
 trovi un nuovo motivo che ti spinge a continuare a vivere.
 - Alito -
 
Dalla scomparsa di Don Thousand era passato solo un anno: quando i sette imperatori Bariani erano tornati sulla Terra grazie al Codice Numeron, avevano deciso di tentare di ricostruire le loro nuove identità iscrivendosi a scuola; ovviamente tra loro non tutti erano così entusiasti di quella nuova vita come Vector, il quale era riuscito a trovare il modo di tornare nel mondo di origine per cercare qualcosa in quel mondo ormai vuoto.
Tra le vette più alte del mondo Bariano, quelle che non erano cadute a causa degli scontri che erano stati provocati dagli umani contro la divinità caduta, proveniva una strana luce inadatta a quel mondo rossastro dato i suoi toni decisamente più chiari e luminosi: in quel luogo, in una torre circondata da strani rami spinosi dai quali sbocciavano innumerevoli rose comuni, vi era il posto in cui il Bariano dalla pelle grigiastra era solito rifugiarsi, quasi fosse a lui caro o sacro.
Un posto dove le sue colpe legate a Don Thousand forse potevano essere espiate: quel posto nel quale per secoli egli aveva nascosto agli occhi degli altri qualcosa a lui caro; eppure in quel fatidico giorno non si accorse di essere seguito da Alito che, sotto consiglio di Nash, non aveva esitato a comprendere che cosa turbasse l’animo del compagno imperatore tanto da mostrarsi addirittura fin troppo buono, diverso nei confronti di tutti loro e, in particolar modo, di Gilag che era solito invece torturare e insultare.
 
- Se solo tu potessi risvegliarti, volevo solo proteggerti ma alla fine sono solo riuscito a negarti la libertà che lottando abbiamo ottenuto. Sono uno sciocco, ho sbagliato tutto… ma se ti avessi persa non me lo sarei mai perdonato. – affermò Vector portando una mano contro una stele di cristallo ove sembrava esserci rinchiusa una ragazza, un essere umano. Alito spalancò gli occhi riconoscendo la giovane a cui il compagno stava parlando: per tutto quel tempo Vector si era davvero preoccupato di tenerla al sicuro? Ma soprattutto il suo corpo sembrava intatto come quello di un tempo, quasi quel cristallo avesse fermato in lei lo scorrere del tempo.
La loro compagna speciale o meglio, la persona che aveva salvato loro la vita in passato, ora era lì che riposava beata.
 
- Per tutto questo tempo tu l’hai tenuta al sicuro, incredibile. – disse il Bariano dal corpo scarlatto mentre si avvicinava curioso alla stele, prima di posarci sopra la mano e, quasi con dolcezza, cercare di accarezzare il volto di quella fanciulla. Vector non poté non notare lo sguardo dell’imperatore addolcirsi ma allo stesso tempo allietarsi, quasi fosse a lui grato di averla salvata. – Sono passati più di 700 anni… credevo fosse stata uccisa da Don Thousand. –
 
- No… - rispose Vector stringendo a pugno la mano sulla stele di cristallo. – Io ho provato a salvarla, prima che quel dannato… –
 
- Ti manca? – chiese Alito osservando il compagno.
 
- Lei era l’unica cosa luminosa che era rimasta in questo cupo mondo al nostro risveglio, ma ogni volta che cerco di rompere il sigillo che io stesso ho imposto lei sembra rifiutarsi. – Affermò lui voltando lo sguardo verso il rosso – Sembra quasi un corpo vuoto, come se avesse perso la sua anima. E poi… hai visto cos’ha tra le mani? –
 
Alito pose di nuovo lo sguardo sulla giovane: aveva dei lunghi capelli dorati e la pelle di un tono quasi pallido messo in risalto dalla lunga veste dai toni bianchi che indossava e che liscia le cadeva lungo il corpo; sembrava dormire beata, inconscia di tutto ciò che era successo ai suoi compagni ma qualcosa era insolita, anormale come se fosse apparsa all’improvviso, spalancando appena le sue mani.
 
- Quello è un numero. – Affermò Alito allarmandosi. – Che cosa significa, sei stato tu…? No, quelli sono caratteri astrali ma credevo che Astral avesse riacquisito ogni suo ricordo… e allora perché? -
 
- Vedo che abbiamo avuto la medesima intuizione, Alito. – rispose il giovane al suo fianco – Il tempo dei numeri, di Astral è finito. Eppure, perché quel numero si trova lì? È comparso da poco tempo te lo posso giurare. Vengo tutti i... –
 
Vector parve imbarazzato al punto da abbassare lo sguardo mentre il compagno ridacchiava compiaciuto: nell’ultimo anno il ragazzo si era molto avvicinato a Merag ma a quanto pare per lei era disposto perfino ad imbarazzarsi. Per lei, che era stata fondamentale per molto tempo.
 
- N-non riesco a risvegliarla, ecco. -
 
- Credo che a questo punto sia tempo di vuotare il sacco non credi? Durbe pensava fosse vuota e che tu, per qualche motivo, ti rifugiassi qui per pensare ai tuoi piani loschi ma… Ero già venuto. L’avevo già vista e non posso darti torto. -
 
- Voglio solo che abbia un’altra possibilità. – pronunciò il grigio osservando la stele – Ho dovuto rimuoverla dai miei ricordi tutto il tempo in cui Don Thousand è rimasto dentro di me. Non gli avrei mai permesso di sfiorarla con un dito. –
 
- Certo che hai un animo nobile, Vector. – disse l’altro, poi scoppiò a ridere. – Accidenti fa così strano dirti queste cose… ma ti devo un favore. Alpha-Lirae è importante per me e lo sai. -
 
- Vuoi dire Vega. –
 
- Già… avevo dimenticato che tutti insieme avevamo deciso di chiamarla in quel modo, in quanto solo tu conoscevi il suo vero nome. – Alito osservò la ragazza per un’ultima volta, poi aprì un varco alle loro spalle. – Andiamo, gli altri ci aspettano ed oggi inizia un nuovo anno scolastico purtroppo per te. –
 
- Forse… a lei andrebbe bene se iniziassi a comportarmi davvero come un umano. Infondo lo ha fatto per noi un sacco di volte. –
 
Alito non poté che accennare un sorriso a quelle parole ed annuì con convinzione nei confronti del suo compagno: parlandone con gli altri, rivelando loro che la compagna e consigliera che avevano perduto era ancora lì, al sicuro nel mondo Bariano forse avrebbero potuto riportarla indietro; forse in quel modo Vector si sarebbe convinto quanto il mondo umano non fosse poi così male; forse anche lui avrebbe trovato quella pace che tanto stava cercando.
 
- Per ora, lasciamo che riposi tranquilla. Qui è al sicuro... –
 
[…]
 
Il mondo Astrale dalla sconfitta di Don Thousand era tornato ad essere il solito posto tranquillo: ormai Astral aveva preso in custodia il suo compito di guardiano delle carte numero e, nonostante la nostalgia provata verso il mondo umano, aveva deciso di mostrarsi pronto e determinato a nuovi importanti incarichi che gli venivano quotidianamente assegnati da Elphias.
Al suo fianco, spesso e volentieri aveva una compagna speciale che già aveva contribuito alla protezione del loro mondo quando lui era in fase di recupero della sua forza: la giovane Astrale dai lunghi capelli rame e gli occhi scarlatti era la “figlia” della divinità che controllava la creazione e l’equilibrio delle dimensioni oltre che dio degli Astrali; insomma sembrava in tutto e per tutto una principessa, se non fosse che spesso e volentieri si comportava come una comune abitante astrale, una sacerdotessa, e portava aiuto ai più piccoli e ai più deboli.
In quel periodo di pace tra le dimensioni, avevano iniziato a riscontrare una serie di cambiamenti nel loro mondo: in particolar modo le voci che la foresta maledetta fosse apparsa dopo più di settecento anni e la sparizione della divinità Astrale turbarono l’animo del giovane Astral tanto da chiederle di poterle parlare, da soli davanti al lago della memoria, uno dei posti a lei preferiti.
 
- Avevi bisogno di parlarmi, Astral? –
 
- Mi dispiace averti disturbata. – rispose il ragazzo dalla pelle cerulea fissando la giovane vestita di un abito bianco. – Ma vedi, ho notizie di Mirach. –
 
- Dici davvero? – la giovane si mostrò entusiasta ma osservando il volto del ragazzo farsi serio mentre le porgeva qualcosa di piccolo che custodiva nella mano lo smorzò immediatamente. – …una carta? –
 
- Abbiamo trovato il motivo delle sparizioni. È legato ad una leggenda, è legato a tuo fratello. –
 
La giovane Astrale spalancò gli occhi sentendo nominare il fratello che lei considerava morto per le mani dell’entità Bariana, uno dei motivi che li avevano spinti a combatterli: gli osservò le mani, una carta dai caratteri dorati che riconducevano ad un nome in lingua astrale; la figura raffigurata però fu uno dei motivi per cui Astral vide la ragazza indietreggiare, portando le mani sul capo.
 
- Mi ha personalmente chiesto di dirti questo: tuo fratello con molta probabilità ha un residuo dell’anima di Don Thousand, l’astrale caduto. Tu, essendo legata agli umani che ti hanno accolta prima della nostra battaglia e della comparsa dei numeri sei la più adatta, se non l’unica a poter assumere una forma totalmente umana seppur il tuo corpo è disperso…–
 
Si fermò di colpo, quasi omettendo di proposito qualcosa: quando era partita per tornare a casa, dopo la battaglia finale, aveva promesso ai due umani che l’avevano costudita come una figlia che un giorno avrebbe spiegato tutto… che Elphias ed Ena ne fossero a conoscenza?
 
- Per ora non abbiamo molto da rivelarti, purtroppo vorrei assicurarmi che l’apparizione della foresta maledetta non abbia influenzato anche le dimensioni a noi circostanti. –
 
- E tu? Cioè il tuo amico, Yuma… potresti rivederlo e… -
 
- Devo restare qui… e poi credo che tu desideri tanto tornare ad avere quella vita di sempre no? I tuoi genitori adottivi sono sempre ad Heartland il che significa che potresti iniziare da capo…–
 
La giovane Astrale cercò di sorridergli, anche se confusa: iniziare un’altra volta a comportarsi da umana non era un problema, ma era certa che non fosse solo questione delle sue capacità, Heartland era il posto in cui si trovavano gli umani che li avevano aiutati nel salvaguardare il loro mondo, Heartland era la città in cui i Bariani…
Già… ecco cosa volevano fare.
 
- Loro non hanno ricordi di me… come credi che mi crederanno? –
 
 
- Un anno prima: Arco dei Numeri Mitiriani -
 
Le uniche notizie che Ena ed Elphias le avevano dato riguardavano Astral e l’invasione dei Bariani nel mondo degli umani per contrastare lo stesso compagno nel suo intento di recuperare le carte numero. La giovane principessa Astrale, dopo essersi trasformatasi in un essere umano tramite un ciondolo di Astralite che ne regolava i suoi poteri, aveva preso a camminare tranquilla per le strade di Heartland City cercando qualunque informazione che potesse portarla da Astral e da Yuma, un umano a quanto pare “speciale” per il primo.
Le poche informazioni però non la stavano portando da nessuna parte e stanca cercò subito un prato nelle vicinanze per disfarsi per dei secondi di quell’identità e godersi la luce del sole: non sapeva che il fato avrebbe dato da lì a poco avrebbe segnato l’inizio della sua stessa esistenza in quel mondo; uno stridio di ruote e una voce che urlava interruppero il silenzio, una mano adulta la afferrò tirandola via dalla strada e stringendola nelle braccia, portandola al sicuro.
 
- Ehi… stai bene? – la voce di un uomo e le sue mani le accarezzarono il capo, poi spalancò gli occhi quando la ragazza alzò lo sguardo e si allontanò appena con un inchino. – Ori…hime? –
 
- Sì sto bene… - affermò la ragazza dai capelli ramati fissando la persona davanti a lei: occhi azzurri e capelli corti di un castano appena dorato, doveva essere un umano adulto, circa della medesima età di Kazuma Tsukumo; il suo sguardo attrasse la ragazza, pareva aver visto un fantasma o una persona che decisamente non vedeva da tempo, eppure quel nome che aveva fatto alla giovane principessa ricordava le leggende degli esseri umani che Mirai le aveva più volte raccontato, doveva riferirsi alla principessa della leggenda del Tanabata o forse Orihime era il nome di una ragazza che le somigliava? – Scusi, chi è Orihime?
 
L’uomo sorpreso si scusò immediatamente e solo allora la voce di una donna si fece viva e presente poco dietro di loro: lo aveva chiamato tesoro e gli aveva appena chiesto se stessimo entrambi bene; doveva esserci un forte legame tra loro, ne era certa, aveva imparato molte cose sugli esseri umani in più e più occasioni. La ragazza Astrale li osservò mentre lui sorrideva alla donna:
- Guardala, sembra proprio la nostra Orihime… -
 
- Oh… in effetti sembreresti proprio la sua sorella gemella. – rispose la donna porgendole la mano. – Come ti chiami signorina? –
 
La giovane portò una mano sul mento: era complicato spiegare ad entrambi che aveva un nome particolare, non di certo umano, ma soprattutto non era un essere umano; forse era proprio per quello che la stava fermando dal parlargli ancora, da rivelare il suo nome: eppure la mano della donna si posò all’improvviso sul suo volto, i suoi occhi, rossi come quelli della ragazza la guardarono trasmettendole dolcezza. Alpha-Lirae non si era accorta di nulla, ma il suo viso si era colorato d’azzurro e i disegni che ella aveva sul volto erano riapparsi, mostrando ai due la sua identità, quasi l’Astralite avesse reagito a quei due uomini o forse era stata un’altra causa, superiore a tutti loro, a mostrare ai due uomini il vero.
 
- Non avere paura, non ci preoccupa il fatto che tu non sia un essere umano. Ma vieni, parliamone in un posto sicuro. –
 
[…]
 
La giovane apprese una volta a casa dei suoi due umani la verità che si celava dietro al nome Orihime: dalle foto la ragazza umana era davvero identica a lei che non si stupì che i due l’avessero scambiata per la loro figlia; apprese che la ragazzina era morta da quasi un anno per un incidente che l’aveva costretta a restare in coma per tempo, prima di lasciarsi andare; che era una bravissima atleta ad alti livelli e che, nonostante spesso fosse impegnata con le gare, la ragazzina aveva frequentato la scuola di Heartland, la stessa scuola dove doveva studiare l’umano a cui era stato affidato Astral per il recupero delle carte numero.
L’Astrale si confidò con loro, parlò della sua ricerca nei confronti di un particolare umano che entrambi identificarono come il giovane primo classificato al Campionato Mondiale di Duelli; parlò loro della sua identità e che stava cercando di salvaguardare il benessere degli esseri umani: non sembravano affatto spaventati anzi, sembravano comprendere, anzi la appoggiarono fin tanto da chiederle qualcosa di particolare.
Se avesse dovuto compiere quella strana missione sarebbe potuta restare con loro, adottare il nome di Orihime e potergli restare accanto; chiese se non fosse qualcosa di squallido nei confronti della memoria della figlia ma loro le spiegarono uno degli ultimi desideri della loro bambina prima di cadere in quel lungo e fatale sonno.
 
- Non credevo fosse questo il motivo per cui Orihime è... –
 
- Non hanno mai saputo a scuola che lei fosse venuta a mancare. – disse l’uomo. – Abbiamo usato la scusa che era impegnata con le sue attività internazionali, non abbiamo mai accettato che lei potesse lasciarci da un giorno all’altro. Ecco, il sogno di Orihime era di correre e frequentare scuola come una comune ragazza ed è per questo che ti abbiamo fatto questa domanda. –
 
-Sapete, nel mio mondo esiste una connessione tra tutti gli esseri viventi e le stelle. Probabilmente lei vi sta osservando come stella in questo momento. – Disse – se è questo che desiderate va bene. Proverò ad entrare in contatto con lei, in qualche modo, così potrà essere rassicurata. –
 
I due sorrisero: la giovane Astrale era strana, si riferiva alle persone come stelle e parlava tanto di una battaglia, di una guerra e di quanto desiderava salvare tutti; nonostante non potessero a pieno comprenderla però, furono lieti di dare anche a lei un posto dove stare.
 
[…]
 
Aveva iniziato a frequentare la scuola di Heartland, aveva ripreso le attività che Orihime aveva lasciato da quando era “andata via per gli impegni sportivi”.
I suoi compagni si erano mostrati molto disponibili a farle recuperare tutto ciò che aveva perso durante il suo periodo all’estero, aveva trovato particolarmente interessante una ragazza che, alla giovane astrale, ricordava una vecchia amica.
 
- Allora, che ne dici Orihime, ti piacerebbe venire insieme a me e il fratellone e i suoi amici a mangiare sulla tettoia della scuola? – La giovane dai capelli blu mostrò alla compagna una coppia di bento, quasi si fosse già preparata ad un simile approccio nei suoi confronti: – Non temere, Shark non è poi così male, quando vuole almeno... e sicuramente ci saranno due nostri amici, uno è strano per carità, ma niente di grave. –
 
- Certo Rio, tranquilla ho visto di peggio. Hai presente il capitano del club di calcio? Beh, ha provato ad approcciarmi. – la giovane si era adattata a quel mondo che sembrava quasi essersi scordata di non essere davvero Orihime; sistemò la sua divisa scolastica e si alzò prima di dirigersi con la blu fin sopra alla tettoia. – Comunque, tuo fratello mi sembra solo molto protettivo. –
 
- Tu dici? È un brontolone, da quando sono tornata a scuola non fa altro che preoccuparsi come fossi una bambina. –
 
Raggiunta la tettoia Orihime spalancò all’improvviso gli occhi: non avrebbe mai immaginato che il fratello maggiore di Rio fosse niente poco di meno amico di Yuma ma la cosa che la sorprese fu lo sguardo di Astral che subito parve interessato a lei. Cercò di non guardarlo quando all’improvviso il ragazzo dai capelli corti sul violaceo, il fratello gemello della blu, alzò una mano in cenno di saluto:
 
- Oh, ragazzi lei è Orihime Sakuraki una nostra compagna di classe. –
 
- Aspetta, aspetta. – intervenne la ragazza dai capelli verde scuro che era seduta vicino ad Astral e al compagno umano, puntandole il dito. – Sei la campionessa internazionale della nostra scuola? –
 
In quel momento l’astrale sentì per la prima volta un profondo imbarazzo: - Sì, sono io… -
 
- Io sono Yuma, Yuma Tsukumo! – esclamò il ragazzo accanto alla ragazza all’apparenza più piccola di lei, Astral si soffermò nuovamente a guardarla prima di sorridere ed esclamare qualcosa che tutti gli altri riuscirono a sentire: - Bella quella collana, molto particolare.... –
 
Orihime vide uno degli occhi dell’essere chiudersi in fretta in un occhiolino mentre tutti ora la osservavano e Yuma ripeteva ciò che aveva detto, forse per non insospettirla.
 
“Tutti loro riescono a sentirlo… ma sono comuni umani. Di conseguenza, deve aver creato un legame molto particolare con tutti loro…” suppose la ragazza prima di rispondere: - È un regalo di mio padre. –
 
- Credi che potremo mai vedere una tua esibizione? – la ragazza dai capelli verdi la osservava in modo entusiasta, sembrava quasi adorare la ragazzina di cui aveva preso l’identità.
 
- Certo! – esclamò lei con un sorriso: Orihime doveva essere molto famosa tra gli studenti di quella scuola e ringraziava il signor Sakuraki per averle spiegato ogni cosa riguardo lo sport che la ragazzina aveva da sempre praticato; per lei fu molto semplice ambientarsi, riprendere gli allenamenti, sorprendere i coach che avevano seguito la ragazza. Si sentiva ora osservata da Astral che sicuramente aveva già compreso la sua identità e che la pietra di quella collana fosse Astralite, in fondo era una troppo particolare da confonderla da una comune acquamarina. – Se ne hai voglia, puoi venire dopo le lezioni, sicuramente ti faranno restare. Anzi se lo desiderate, potete restare tutti. -
 
[…]
 
Il tempo passava in fretta e la giovane principessa Astrale ebbe finalmente modo di parlare con Astral approfittando del caos creato dalla voce di Yuma durante un duello di allenamento tra Rio e suo fratello: ascoltò riguardo ai famigerati Bariani, dei numeri mitiriani che stavano cercando e le chiese, sempre in lingua astrale, di fare attenzione in quanto la divinità Don Thousand non avrebbe esitato a ferirla tramite uno dei nemici se avesse scoperto la sua presenza in quel mondo; le chiese se aveva mai avuto occasione di duellare in quel mondo, se i suoi genitori erano a conoscenza del suo segreto e le risposte di Orihime lo rassicurarono.
Mentre tornava a casa dopo una serata di intenso allenamento, fuori dalla palestra incrociò lo sguardo di un ragazzino dai capelli arancioni che subito si dileguò: mentre il suo cuore sussultava la giovane si mosse in fretta pur di poter prendere l’ultimo pullman che si fermava vicino a scuola; eppure, ad ogni passo, si sentiva sempre più seguita da qualcosa o da qualcuno che però non si faceva vedere. Prese a muoversi più velocemente e cambiò strada per tornare a casa a piedi: nel crepuscolo però la figura che la seguiva sembrava quasi sparire tra le ombre e alla fine arrendendosi, non poté che tornare a casa; eppure, le sensazioni di essere seguita proseguirono per una serie di giorni e poi, all’improvviso, l’inseguitore sparì.
 
[…]
 
Nel mondo Bariano, Alito aveva osservato do strano comportamento di Vector che da giorni continuava a muoversi costantemente verso il mondo umano, come interessato da qualcosa di così particolare da concedergli l’ebbrezza di restare in quel corpo che odiava terribilmente; fu però una mattina in particolare che mentre Alito si stava preparando per un importante, vitale questione che da lì a poco lo avrebbe coinvolto, che il Bariano dalla pelle grigiastra e due ali nere rivolse lui una strana domanda riguardante la torre posta nell’angolo più remoto di Barian. Sembrava che gli premesse così tanto che la torre non fosse stata sfiorata da nessuno, quasi contenesse un profondo segreto che nemmeno Vector stesso – o meglio Don Thousand al suo interno – che parlando in modo criptico per non farsi capire, fece scaturire nel Bariano dalla pelle rossastra una fragorosa risata.
 
- Vector, certo che è ancora lì, come può spostarsi una torre? Magia? Mi dici invece cosa ti prende? –  Alito fece però caso al turbamento che traspariva dagli occhi di Vector: nel luogo nominato vi era una loro cara, vecchia amica che il grigio aveva imprigionato “per salvarla da un pericolo” che non gli aveva mai rivelato in una stele di cristallo circa settecento anni prima. – Oh ehi, sei diventato muto?
 
- Vieni con me. – si limitò a dire prima di aprire un portale ed invitare il compagno a seguirlo: Alito conosceva quel posto, forse dei luoghi umani era il suo preferito in quanto gli era stato mostrato quanto fosse utile per gareggiare, dimostrare la propria forza e meritarsi le adulazioni delle ragazze.
In quella palestra silenziosa, si sentiva soltanto una musica molto dolce e al centro, una ragazza danzava con estrema grazia come fosse una Dea.
 
- Ehi, non ti sarai mica innamorato! – sussurrò il ragazzo dai capelli castani fissando la fanciulla.
 
- Sh, guardala bene tonto. – pronunciò Vector indicandola, restando ai suoi occhi nascosti mentre continuava a danzare: vedendo il collega spalancare gli occhi all’improvviso non poté che accennare un sorriso: - Allora non mi sbagliavo... –
 
- Non può, non può essere lei Vector, sai bene che… - eppure per un attimo anche lui aveva avuto la stessa sensazione del grigio.
- Chi c’è… - la giovane si fermò all’improvviso guardandosi attorno con visibilmente aria spaesata; fu allora che Vector si nascose, quasi desiderasse sparire, lasciando però Alito scoperto. – Ehi… ti ho visto, vieni fuori... -
 
Il castano uscì allo scoperto e osservò la ragazza spalancare gli occhi all’improvviso: dei profondi occhi rossi racchiusi su un viso pallido, sudato ma circondato da due ciuffi ramati appena arricciati; aveva la divisa della seconda classe, di un verde chiaro e bianco attillata da contornare le sue forme sottili ma sinuose in modo quasi perfetto. Alito arrossì di botto e deviò lo sguardo, maledicendo il suo compagno ma allo stesso tempo provando una sensazione strana, quasi piacevole.
 
- Scusa, ma gli allenamenti sono al momento chiusi al pubblico dopo l’orario scolastico. – al suo sorriso, Alito portò una mano alla testa, quasi per grattarsela. – Però se volevi parlarmi, ecco non te lo vieto di certo. –
 
- Scusa, non volevo interromperti… - pronunciò imbarazzato - … però… posso sapere il tuo nome? –
 
- Certo. Il mio nome è Orihime, Orihime Sakuraki. – pronunciò chiaramente lei porgendogli la mano. – Posso sapere il tuo?
 
- Il mio nome è... – andando ad afferrarle la mano, Alito percepì una strana scossa che lo costrinse a chiudere gli occhi per un’istante: la mano della ragazza era così calda e morbida, eppure una volta riaperti gli occhi gli si spalancarono di colpo quando quella ragazza era improvvisamente ai suoi occhi apparsa come... un Astrale? Eppure, al battito successivo, tutto tornò normale. No, si stava sbagliando, lei sembrava un essere umano.
 
- Ma tu sei... - Orihime tirò indietro di colpo la mano sentendo la scossa provenire dalle mani del ragazzo: la sua forma, la sua forma umana era sparita e aveva assunto la sua forma Bariana, quasi l’Astralite della fanciulla avesse reagito di riflesso; Alito si guardò e agitò le mani rosse cercando di calmarla: - cosa...
 
- Tranquilla, non è mia intenzione farti del male. – pronunciò, pentendosi di aver seguito Vector ancora una volta. – Non preoccuparti, Orihime. –
 
Portando una mano al petto la ragazza abbassò lo sguardo, lui era un Bariano ma allo stesso tempo somigliava ad una persona a lei speciale, com’era possibile, com’era possibile tutto quello? Doveva essere una coincidenza, non potevano averla...
 
- Il mio nome è Alito. Ed ora ti chiedo scusa, devo andare... ma ti prego, non dire a nessuno di avermi visto. – Aprì un portale alle sue spalle e dando un’ultima occhiata alla giovane umana i suoi occhi parvero addolcirsi, ricolmi di nostalgia. – Confido, che manterrai questo piccolo segreto… Orihime… -
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! ZEXAL / Vai alla pagina dell'autore: Miraha