Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: psyco_mkr    26/01/2022    0 recensioni
In principio la Dea Yelena creò il cielo e la terra e tutte le cose visibili e invisibili, per aiutarla ad amministrare il creato decise di dare vita a degli esseri chiamati angeli: l'unico sentimento che li animava era la devozione nei confronti della loro creatrice ma; cosa accadrebbe se un essere egoista e narcisista come lei scoprisse che le SUE creature sono in grado di provare un sentimento a lei sconosciuto nei confronti di qualcun altro? E come reagirebbero quelle creature? Sceglierebbero la devozione per la loro dea, o quel sentimento indefinito che gli fa fuoriuscire il cuore dal petto?
"Yelena aveva creato tutti gli angeli in modo che non potessero sperimentare nessun altro sentimento ad eccezione della devozione nei suoi confronti, eppure qualcosa di imprevisto era successo, Eren, l'angelo più vicino a lei, si era innamorato"
La coppia principale è la Eren x Mikasa, ma abbiamo cenni Ymir x Historia, Levi x Hanji e Jean x Marco
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Christa Lenz, Eren Jaeger, Mikasa Ackerman, Yelena, Ymir
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutt* spero che la storia vi piaccia. Prima di iniziare vi lascio una piccola premessa sulla gerarchia degli angeli. Ci sono tre ordini o cori angelici a partire dai più vicini a Dio fino ad arrivare ai più lontani da lui, la terza gerarchia nella fanfiction è assente in quanto il loro compito principale è quello di occuparsi degli esseri umani e all'inizio di questa storia non sono ancora stati creati
Il primo coro angelico quello più vicino a Dio è composto da:
· Serafini: Eren, Ymir e Historia, i più vicini a Dio in assoluto, in particolare Eren è considerato il consigliere di Dio
· Cherubini: Levi e Mikasa, incaricati di proteggere il trono di Dio e il giardino dell'Eden, più combattenti rispetto ai Serafini
· Troni: Reiner, rispondono agli ordini dei Cherubini
Secondo coro angelico:
· Dominazioni: Non pervenute, regolano i compiti degli angeli inferiori e ricevono ordini dal primo ordine o direttamente da Dio
· Virtù: Jean e Marco, sono spiriti combattenti dotati di grande coraggio
· Podestà: Hanji, gli angeli studiosi interessati alla sapienza
Detto questo buona lettura

Eren si trovava inginocchiato al centro della stanza, le braccia ancorate a terra a causa delle corde, dove una volta si trovava la coppia di ali inferiore ora c'era una profonda cicatrice impregnata di sangue dorato; stava facendo ogni cosa in suo potere per non urlare di dolore e non dare soddisfazione a quella bastarda. Se qualche mese fa gli avessero detto che lui, un serafino, l'angelo più vicino alla Dea si sarebbe riferito alla sua creatrice in questi termini probabilmente avrebbe tagliato la lingua al malcapitato con un movimento fluido della sua spada. Fino a poco fa sarebbe morto per lei, avrebbe combattuto tutto e tutti se glielo avesse chiesto, perché l'unico sentimento che conosceva, che gli era concesso di provare era la devozione, devozione per la sua Dea. Yelena aveva creato tutti gli angeli in modo che non potessero sperimentare nessun altro sentimento, eppure qualcosa di imprevisto era successo, Eren si era innamorato.

Impossibile!

Lei non aveva dato vita a questo sentimento per il semplice fatto che non fosse in grado di provarlo, ma a quanto pare l'angelo incatenato sì.
Tutto era iniziato nel corso di una battaglia sanguinolenta contro dei demoni scaturiti dal sottosuolo, Eren stava avendo la peggio contro uno di loro, in quel momento un cherubino intervenne, rimase ferita sotto all'occhio ma riuscì a salvarlo. Per i giorni successivi il serafino iniziò a provare uno strano sentimento nei confronti di quella creatura; ma credette che fosse solo una forma di devozione nei confronti di quell'angelo dai capelli corvini e gli occhi grigi che gli aveva salvato la vita. 

Inizialmente cercò di non darci peso, ma dopo un po' si rese conto che ogni volta che la vedeva il suo cuore saltava un battito. Pensò che se fosse riuscito a sdebitarsi con lei quella strana sensazione sarebbe passata e decise di instaurare un dialogo con quella meravigliosa creatura. Inizialmente i loro erano brevi contatti, poi instaurarono quello che sembrava in tutto e per tutto un rapporto di amicizia. Il tempo passava, potevano essere secoli o secondi, a creature come loro non interessava e il loro rapporto crebbe sempre di più. 
Un giorno decisero di passeggiare nel giardino dell'Eden (al tempo disabitato), mentre si trovavano in un campo pieno di strani fiori azzurri, dei "non ti scordar di me", quello strano sentimento nel petto di Eren si fece particolarmente forte e per qualche strano motivo il serafino mise la sua mano sulla nuca dell'angelo a fianco a lui e lentamente appoggiò le proprie labbra sulle sue. Il loro fu un breve contatto ma sufficiente per far capire ad entrambi che quella strana fitta al petto era troppo forte per essere ignorata ancora. Come prima reazione Mikasa fece per ritrarsi un po' intimorita, ma quando Eren cercò di scusarsi, la corvina non lo fece nemmeno parlare perché il desiderio di unire di nuovo le labbra con le sue era troppo forte per reprimerlo.
Per quanto entrambi gli angeli cercarono di tenere segreto il sentimento a cui nemmeno loro riuscirono a dare un nome, in poco tempo non solo la Dea venne a sapere che c'erano strani comportamenti tra le sue fila, ma Eren e Mikasa scoprirono di non essere i soli a sperimentare queste sensazioni. Quando la corvina durante il suo turno di guardia trovò il suo compagno di pattuglia, Levi, avvinghiato ad Hanji una parte di lei tirò un sospiro di sollievo: non erano gli unici.

I problemi arrivarono quando Reiner confessò i suoi sentimenti a Historia, appartenente alla cerchia ristretta di Yelena, quando lei lo rifiutò lui per ripicca portò al cospetto della Dea lei e Ymir. La loro punizione per essersi amate fu terribile: Ymir perse la vista, mentre Historia la parola e l'udito, quando capirono che gli era stato impedito di comunicare in qualsiasi modo tentarono di abbracciarsi ma la pelle di entrambe scottò come se fosse incandescente appena tentarono di sfiorarsi. Fu quello il momento in cui Eren decise di fare qualcosa, non poteva permettere che due serafini come lui, in teoria gli angeli più vicino alla Dea subissero questo triste destino solo perché la Creatrice di tutte le cose era invidiosa del fatto che loro potessero amare, non era corretto. Che fine aveva fatto la Dea buona e giusta, creatrice di tutte le cose? Quella per cui si sarebbe fatto ammazzare senza pensarci due volte? Di sicuro non la vide in quello sguardo pieno di disprezzo e privo di compassione che riservò ai due angeli in lacrime sul pavimento della sala del trono. Subito dopo il serafino inevitabilmente immaginò cosa avrebbe fatto se questa tragedia fosse toccata a lui e all'angelo che gli faceva saltare il cuore fuori dal petto, semplice: non sarebbe riuscito a sopravvivere. Non lo avrebbe mai permesso, a costo della sua vita o della sua anima.
Yelena in momento di noia aveva deciso di creare degli esseri a sua immagine e somiglianza: fu così che nacquero gli umani. Decise di metterli nel giardino dell'eden, probabilmente per evitare che gli angeli lo utilizzassero come luogo per amarsi lontano dal suo sguardo. Quegli esseri che ora abitavano nel luogo dove Eren era solito passeggiare con la sua amata erano freddi e apatici come la loro creatrice, il serafino pensò che se fosse riuscito a fare provare dei sentimenti a loro, essendo delle estensioni della Dea magari sarebbe riuscito a farli provare anche Lei. Se non fosse più stata invidiosa Eren e Mikasa avrebbero potuto amarsi alla luce del sole ed era l'unica cosa che davvero importava all'angelo dai capelli castani, al punto di non farlo riflettere realmente sulle conseguenze delle sue azioni.

L'angelo si trasformò in un gabbiano e dopo essere arrivato nello stesso giardino in cui si era scambiato il primo bacio con Mikasa riversò un po' del proprio amore su uno di quei "non ti scordar di me". Convinse l'umana che stava raccogliendo i fiori che regalarlo al suo coinquilino sarebbe stata una cosa buona. Da quel piccolo gesto l'amore tra quei due sbocciò esattamente come quel delicato fiore azzurro che Eva aveva donato al suo Adamo. Per quanto fosse stato spinto a compiere quel gesto da un interesse egoistico il serafino si ritrovò ad essere genuinamente felice di come la vita dei due umani cambiò, grazie all'amore che ora li univa, riempiendo le loro giornate.
Purtroppo Yelena, non si sentì altrettanto felice né tantomeno incuriosita da quel cambiamento come il serafino sperava, divenne furiosa vedendo che un suo angelo si fosse ribellato a lei, convinta che qualcuno volesse spodestarla, cominciò vendicandosi sui due umani, condannandoli ad una vita mortale e scaraventandoli sulla terra. Quando Eren arrivò nella sala del trono sentì il cuore perdere più di un battito; qualche giorno prima aveva compiuto la sua missione senza fare caso a chi fosse di guardia all'ingresso dell'eden, e ora vedendo Mikasa al centro della sala inginocchiata con le mani legate dietro la schiena non poté far altro che darsi del cretino. La Dea continuava a chiederle chi fosse stato e ad accusarla di essere complice se non la sola responsabile, ma lei davvero non sapeva nulla. Il castano aveva preferito tenerla all'oscuro per evitare che fosse coinvolta e invece aveva ottenuto l'effetto contrario. Appena riprese controllo di sé si precipitò al centro della stanza, mettendosi di fronte all'angelo che amava come a farle da scudo prendendosi ogni responsabilità per le sue azioni e dicendo di aver agito da solo. La faccia sconvolta di Mikasa palesemente ignara di tutto convinse la Dea "misericordiosa" a lasciarla andare: diversa fu la sorte dell'angelo dagli occhi di giada.

Era stato immediatamente legato al pavimento da delle corde apparse dal nulla, con un movimento fluido della mano la Dea gli strappò la coppia di ali inferiori, gli occhi si serrarono e la bocca si spalancò in un grido muto, subito dopo cercò di ricomporsi per evitare di gridare: non gliela avrebbe data vinta. Nel frattempo sempre più angeli si erano avvicinati e Yelena continuava a dire che lui aveva cercato di rubarle il trono che questa era la sua giusta punizione e che sarebbe stato d'esempio per chiunque avesse cercato di sfidarla ma; in quel momento non c'è la fece più: si mise a urlare, dicendo che del trono non gliene fregava nulla voleva solo poter amare senza che una bimba capricciosa sfogasse su di loro la sua invidia; in quel momento anche la coppia di ali superiori su recisa.

Quando Eren credeva non potesse andargli peggio, qualcuno arrivò in velocità e tagliò di netto le funi che lo ancoravano a terra lanciandogli subito dopo una delle due spade che aveva in mano, non aveva bisogno di alzare lo sguardo per sapere che si trattasse di Mikasa. La corvina si librò in volo e impugnando la sua spada infuocata si scagliò nei confronti della bastarda che fino a poco prima avrebbe difeso al costo della vita ma ora aveva osato ferire l'unica persona che l'aveva fatta sentire viva e non solo uno strumento nelle mani della Dea, non aveva esitato un secondo a compiere il gesto che quasi sicuramente avrebbe decretato la sua dipartita. Come aveva previsto non riuscì a colpirla, sapeva che un angelo le avrebbe fatto da scudo così come sapeva che non avrebbero vinto, ne era perfettamente a conoscenza, ma non poteva aspettare in disparte e vedere Eren fustigato sulla pubblica pizza, se il loro destino era quello di morire allora sarebbero morti insieme

Si girò leggermente per capire cosa stesse succedendo, Eren stava usando la spada che gli aveva lanciato per difendersi ma; la cosa che non si sarebbe mai aspetta era di non vederlo combattere da solo, molti erano passati dalla loro parte, tutti coloro che come loro amavano qualcuno e preferivano morire nel tentativo di salvarlo che vivere in solitudine senza aver lottato.
Mikasa riuscì a respingere molti più nemici combattendo schiena contro schiena con Levi e Eren si stupì quando Jean, uno degli angeli con cui aveva avuto più screzi gli rivolse un genuino sguardo di ringraziamento perché aveva appena parato un fendente che con ogni probabilità avrebbe tagliato in due Marco. Almeno metà degli angeli si erano schierati dalla loro parte, persino Ymir e Historia anche se private di alcuni sensi non avevano esitato a combattere al loro fianco. La battaglia proseguiva e per un istante pensarono davvero di poter vincere ma improvvisamente Yelena gli ricordò chi comandava: con un fluido gesto della mano tutti i traditori vennero incatenati a terra uno a fianco all'altro e in quel momento capirono che la Dea aveva aspettato ad agire soltanto per smascherarli tutti e infliggergli la giusta punizione. In pieno delirio di onnipotenza fece un discorso su come ora avrebbero sofferto perché avevano osato disubbidirle, che lei era la legge ma a Eren non importava, si stava solo concentrando il più possibile sul viso di Mikasa, in modo da ricordarsi anche il più piccolo dettaglio, voleva che fosse l'ultima cosa che vedeva prima di morire. La Dea li guardò uno per uno, concentrando infine il suo sguardo su quello che considerava il suo più fidato consigliere che le aveva voltato le spalle, poi sentenziò la loro punizione: in un istante recise le ali di tutti e poi li scaraventò sulla terra la quale si ritrasse al contatto con loro, creando l'inferno.
Appena arrivati la prima sensazione che provarono fu dolore.

Un dolore viscerale lì colpì sulla schiena nel luogo in cui una volta sorgevano le loro ali bianche e soffici come nuvole, ora stavano spuntando ali da pipistrello nere come la pece, quando la sofferenza sembrò scemare, tornò più forte di prima sulla fronte dalla quale stavano spuntando delle lunghe corna nodose. Passò qualche istante in cui cercarono di capire dove si trovavano e cosa dovessero fare ora. Si resero conto che quello era il luogo creato dalla stronza per accogliere le anime dei defunti destinati a soffrire in eterno. Nonostante inizialmente fossero spaventati si resero conto di una cosa, la persona da loro amata era a fianco a loro, in fondo come punizione non era così male.
Dopo qualche tempo Eren si rese conto di poter modificare a piacimento l'inferno e ogni cosa o essere al suo interno, capendo che la bastarda lo aveva reso il padrone; ma Eren non voleva quel potere, a differenza di cosa lei pensava non lo aveva mai voluto, modificò il suo dominio in modo che fosse potessero viverci e compiere il compito che gli era stato affidato, ma non avrebbe avuto un trono, non avrebbe preso decisioni prima di consultare i fratelli che lo avevano seguito, non avrebbe commesso i Suoi errori. Una delle prime cose che fece appena si rese conto di avere questo potere fu quello di liberare Ymir e Historia dalla loro maledizione, in questo modo si sarebbero potute riabbracciare. Eren era un demone ora, lo avrebbero chiamato diavolo, perché era il sovrano di quel luogo maledetto, ma questo non gli impedì di fargli scendere una lacrima quando quelle due ragazze dopo un tempo infinito poterono finalmente riabbracciarsi.
Guardò Mikasa: avevano rinunciato a tutto, entrambi, non avevano esitato un secondo a farsi condannare alla sofferenza eterna, ma ad esseri onesti a chi importava? Si guardarono negli occhi e dopo un istante che parve un eternità si gettarono l'uno tra le braccia dell'altra: era fuoco puro quel bacio che si scambiarono, pieno di amore e non detti e se il prezzo era essere dannati per sempre: Eren pensò che fosse meglio essere con lei all'inferno che da solo in paradiso.

Angolino dello sproloquio
Vi ringrazio di aver letto fino a qui, spero che questa reinterpretazione del mito di Lucifero vi sia piaciuta, come sempre le critiche costruttive sono ben accette.
Alla prossima
Mia 
   
 
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