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Autore: Pandora13    29/01/2022    4 recensioni
"E poi hai delle mani così belle, le braccia forti, mi piacerebbe sapere come ci si sta dentro. e la tua voce, l'ho sentita una volta sola, ma era GWHA! Mi ha fatto venire i brividi.".
"Aspetta, non fraintendere eh! I brividi quelli GWHA, non quelli tipo GHH, capito come?"
"Ecco sì, penso che tu sappia che qualcuno ti piace quando ti fa battere il cuore per le emozioni e quando tu fa venire i brividi quelli buoni."
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Takanobu Aone
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Love x Life x Sex'
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NdA: questa song-fic, che fa parte della mia raccolta di fanfiction multi-ship, multi-fandom, l'ho scritta in un giorno per me particolarmente importante: il 5 Giugno, ovvero il giorno del Pride Month dedicato alla Pansessualità.
Vorrei dedicare due parole a come nasce questa fic: io sono pansessuale e ermamente convinta che io e il Gamberetto Hinata Shoyo condividiamo questa caratteristica.
Per questa specifica storia ho voluto inserirlo in una rare-pair che penso sia l'emblema del Fuff.
In particolare tutto nasce da un prompt/headcanon del mio compagno (che a differenza mia non ha praticamente alcuna ship in nessun anime/manga). Lui sostiene infatti che Hinata sia Pan e che ci sia un'unica possibile ship in Haikyu: quella tra lui e il Gigante Buono Aone, il quale potrebbe essere quantomeno curioso, se non (come da MIO personale head-canon che sotto alcuni aspetti non si accorda molto con questa storia) demi-romantico.
La canzone stavolta forse non si adatterà alla perfezione "testo su testo" con la fan-fiction, ma la trovavo perfetta sia per loro due che in generale per il Pride month.
Si tratta di una canzone di Biagio Antonacci, nella versione italiana cantata da Laura Pausini e Tiziano Ferro: 
https://www.youtube.com/watch?v=ru78R2YTDEY 
Sì, l'apoteosi della smielataggine, forse, ma non può essere diversamente descritto l'amore tra questi due dolcissimi patatini fluffosi, soprattutto se ambientata nel periodo scolastico in cui si conoscono.
Un viaggio alla scoperta della propria sessualità e dell'amore. Un accettarsi e un imparare a viversi senza paura.
"Vivimi".
Come sempre i personaggi non sono miei e la storia non ha alcun fine di lucro.
Buona lettura!
P.S. chiedo scusa per gli SMS di Hinata e gli orrori ortografici che contengono, originariamente la storia non li prevedeva, ma sappiamo tutti come si esprime e come scrive e non mi sembrava realistico lasciarlo a quel modo, dunque l'ho tradotto nel suo linguaggio.

 


 
Hinata Shoyo non si era mai posto grandi problemi sulla propria sessualità prima di quel momento.
Certo Kyoko-senpai era bellissima e anche lui, come tutti subiva il suo fascino.
La dolcezza di Yachi lo inteneriva e gli faceva venire al contempo voglia di proteggerla e aiutarla a tirare fuori la propria forza, ma alla fine il suo unico grande amore, il suo interesse primario era la pallavolo, da cui niente e nessuno poteva distoglierlo, perciò perché interrogarsi?
In fondo lui era fatto così e viveva la vita sempre al massimo, ma sempre senza grandi pensieri, viveva giorno per giorno.
Era una mina vagante: sempre allegro, vivace e iperattivo e così erano anche i suoi pensieri, in costante movimento.
Già , Hinata era una mina vagante: sempre allegro, vivace ed iperattivo, ma mai di fronte a lui. Aone era sempre così silenzioso, pacato e rispettoso, che Hinata aveva finito per comportarsi di riflesso ad ogni loro incontro, quasi come se spezzare quel silenzio avesse potuto rovinare qualcosa.
Hinata non si era mai posto grandi problemi sulla propria sessualità prima del momento in cui Aone gli aveva stretto la mano sotto la rete a fine partita e i suoi sogni da adolescente avevano iniziato ad essere popolati da mani così grandi e ruvide che lo accarezzavano con l'inusuale delicatezza che traspariva da ogni suo gesto.
Hinata non si era mai posto grandi problemi sulla propria sessualità prima del momento in cui Aone aveva fatto una cosa che non faceva mai, neanche con i propri amici: aveva parlato e la sua voce roca, già così adulta per la loro età gli si era conficcata in testa e non ne era più uscita.
 

***


Aone Takanobu non si era mai posto grandi problemi sulla propria sessualità prima di quel momento.
Certo la bellezza di Kenji era tale da trascendere il genere e attrarre chiunque, anche se lo trovava bellissimo e spaventoso al tempo stesso.
Le ragazze invece erano così dolci e tenere, ma gridavano un sacco ed erano loro a trovarlo spaventoso.
Alla fine non gli importava, nessuno aveva mai catturato la sua attenzione se non come vittima per i suoi muri, quindi perché interrogarsi?
In fondo era fatto così, calmo e pacato, sempre sulle sue e stava bene così, la solitudine non faceva rumore e anche i suoi pensieri erano pacati e silenziosi.
Hinata lo aveva stupito sotto molti aspetti: era una mina vagante, sempre allegro, vivace e iperattivo, ma mai di fronte a lui: sembrava aver deciso di rispettare i suoi bisogni e seguire il suo modo di fare ad ogni loro incontro, quasi come se spezzare quel silenzio avesse potuto rovinare qualcosa.
Aone non si era mai posto grandi problemi sulla propria sessualità prima del momento in cui aveva stretto la sua mano sotto la rete a fine partita e i suoi sogni da adolescente avevano iniziato ad essere popolati da mani così piccole e leggere che lo accarezzavano con la tipica irruenza che traspariva da ogni gesto del più piccolo.
Aone non si era mai posto grandi problemi sulla propria sessualità prima del momento in cui Hinata aveva fatto una cosa che non faceva nessuno, neanche i suoi amici: aveva risposto alla sua affermazione senza stupirsi del fatto che gli avesse rivolto parola, la sua voce, ancora così da bambino eppure così piena di forza e determinazione, gli si era conficcata in testa e non ne era più uscita.


Non ho bisogno più di niente
Adesso che
Mi illumini d'amore immenso fuori e dentro
Credimi se puoi
Credimi se vuoi
Credimi e vedrai non finirà mai

 
Si sentiva diverso, come se la luce che emanava naturalmente da Hinata lo scaldasse fuori e dentro.
Era incredibile come tutto fosse iniziato per poche righe su uno schermo.
Quel primo SMS, dopo il ritiro a cui Hinata si era imbucato era stato un regalo inaspettato.
A quanto pareva il piccoletto aveva preso il cellulare di Koganegawa per salvare il proprio numero e non aveva resistito all'impulso di copiare quello del gigante.
Gli aveva scritto pieno di imbarazzo, scusandosi per essersi preso quella libertà, ma sostenendo che era stato più forte di lui il bisogno di poterlo contattare.
A quell'affermazione il cuore di Aone aveva perso un battito.
Non era di molte parole, ma scrivere era qualcosa che poteva fare senza problemi e pensò che Hinata, la sua determinazione e la sua parlantina, sarebbero stati un ottimo confronto per affrontare i dubbi che lo assillavano in quel periodo, anche se forse non era proprio il massimo chiedere aiuto proprio alla causa di tutta quella confusione che regnava nei suoi pensieri.


Ho desideri scritti in alto che volano
Ogni pensiero è indipendente dal mio corpo
Credimi se puoi
credimi perché
farei del male solo e ancora a me
 

Hinata aveva grandi progetti per il proprio futuro, ma in quel momento l'unica cosa che gli era sembrata importante era la possibilità di ottenere quel numero e conoscere meglio Aone, anche se poi si era vergognato per quel sotterfugio che aveva invaso la privacy di una persona tanto riservata quanto l'altro.
Aone non sembrava essersela presa comunque, anzi.
In più quando scriveva era molto loquace.
A volte i suoi discorsi erano troppo profondi da seguire per Hinata, che non era abituato a fermarsi troppo a riflettere, ma gli piaceva anche per questo.
Sì, ad Hinata, Aone piaceva, tanto, anche se ancora non aveva avuto il coraggio di dirglielo.
Quando aveva letto quel SMS però, i suoi pensieri avevano preso il sopravvento ed erano usciti allo scoperto.

"Shoyo-kun come si fa a capire cosa ti piace?".

"Cioè se ti piace qualcuno?»".

"Cioè per te cambierebbe qualcosa se per esempio io fossi..."

"Gay?"

Quattro messaggi separati, come se volesse correggersi, ma poi avesse trovato il coraggio.

"Che dovrebbe cambiare? Io penso che sai che qualcuno ti piace quando ti fa battere il cuore proprio forte, tipo quando l'arbitro fischia e Bakageyama ti guarda male perché sei in battuta, cioè non importa chi sia, o com'è fatto.. o insomma tutto... Ecco".

Era arrossito come un pomodoro maturo, pensando a cosa significasse quel tutto, ma aveva detto ciò che pensava davvero e decise di osare di più.

«Tanto ormai, peggio di così non può andare!» disse alla stanza vuota.

"Tipo tu per esempio... ecco........ mi piaci perché anche se sembri proprio tutto tutto tutto il contrario di me e anche spaventoso, ma solo un pochino eh, prima di conoscerti, cioè... però ti ho conosciuto poi e sei dolce, e mi fai ridere e sei educato eppoi lo sai che amo le schiacciate perché sono tipo SBAM! Ma tuoi muri sono tipo SBABOOM!"

Scrisse, in quel suo modo sconclusionato, facendosi man mano prendere dall'entusiasmo.

"E poi hai delle mani così belle, le braccia forti, mi piacerebbe sapere come ci si sta dentro. e la tua voce, l'ho sentita una volta sola, ma era GWHA! Mi ha fatto venire i brividi.".

"Aspetta, non fraintendere eh! I brividi quelli GWHA, non quelli tipo GHH, capito come?"

"Ecco sì, penso che tu sappia che qualcuno ti piace quando ti fa battere il cuore per le emozioni e quando tu fa venire i brividi quelli buoni."

 

Qui grandi spazi e poi noi

Cieli aperti che ormai

Non si chiudono più

C'è bisogno di vivere da qui

 

Aone aveva fissato a lungo il telefono con tutti quei messaggi dal tono un po' infantile e pieni delle solite onomatopee tipiche di Hinata, a cui ormai aveva fatto l'abitudine, ma con un sotto-testo molto profondo.
Alla fine la risposta poteva essere solo una: i brividi che lo pervadevano e il cuore che sembrava  volergli scappare dal petto per quanto batteva forte, erano sufficienti a dirgli che era quella giusta.
Ci sarebbe stato più avanti tempo per rimuginare e interrogarsi se gli piacessero tutti e soli i ragazzi, di una cosa era certo:
Anche tu mi piaci, Shoyo".

 

Vivimi senza paura

Che sia una vita o che sia un'ora

Non lasciare libero o disperso

Questo mio spazio adesso aperto ti prego
 

Shoyo era stato terrorizzato all'inizio.
Aveva messo a nudo se stesso in quei messaggi, molto più di quanto avesse mai fatto prima, con nessuno.
Aone aveva detto di ricambiarlo, ma cosa avrebbe significato?
Lui era orgoglioso di ciò che era, anche se non sapeva ancora dargli un nome, ma una persona riservata come Aone sarebbe stata in grado di stargli accanto apertamente? Avrebbero dovuto nascondersi?
Le preoccupazioni erano molte, ma alla fine decise che non erano importanti, se avesse avuto la possibilità di vivere quell'amore anche solo per un'ora ne sarebbe valsa la pena.


Vivimi senza vergogna

Anche se hai tutto il mondo contro

Lascia l'apparenza e prendi il senso

E Ascolta quello che ho qui dentro
 

Aone sapeva che Hinata non si sarebbe mai nascosto, neanche se avesse avuto tutto il mondo contro, perché era orgoglioso di ciò che era e soprattutto era orgoglioso di ciò che li univa.
Forse era l'incoscienza della giovinezza, o forse sarebbe stato così fortunato da non perdere quella forza e quell'orgoglio crescendo.
Qualsiasi cosa fosse, in quel momento non voleva nascondersi, voleva solo che il suo ragazzo sentisse ciò che provava, pur non riuscendo a esprimerlo.
Abbracciarlo quella sera, davanti alla palestra, dopo esser andato a prenderlo agli allenamenti gli era sembrato un ottimo metodo.


Così diventi un grande quadro

che dentro me

Ricopre una parete bianca un po' anche stanca
 

Hinata si sentiva le guance bollenti dall'imbarazzo, ma non avrebbe tolto quella coroncina di fiori neanche sotto tortura.
Aone era andato a trovarlo a casa e l'aveva creata insieme a sua sorella appositamente per lui.

«Sembri la rappresentazione della Primavera. -gli aveva detto, con voce dolce.- Se tu fossi un quadro potrei appenderti in camera mia e guardarti ogni volta che ne ho voglia.».

Shoyo aveva riso e si era scattato una serie di selfie da solo e con Aone, prima di rispondere: «Accontentati delle foto, se fossi un quadro non potresti abbracciarmi!», insinuandosi tra le sue braccia.


Credimi se puoi

Credimi perché

Farei del male solo e ancora a me

Qui tra le cose che ho

Ho qualcosa di più

Che non ho avuto mai
 

Aone sperava davvero che Shoyo sentisse il suo amore, anche se ancora non era riuscito a dichiararglielo ad alta voce.
Per lui esprimersi era difficile, anche su una cosa così importante e con qualcuno che ormai era diventato parte integrante della sua vita.
Hinata aveva portato nella sua vita qualcosa in più. Non era semplice presenza, perché nonostante tutto, anche prima, Aone non era solo.
No era qualcosa di più profondo e costante, era una luce, un calore che lo avvolgeva anche quando non erano insieme.
Non avrebbe permesso a se stesso di perderlo, non per una convinzione sbagliata, perché perdere Hinata avrebbe fatto male, ferirlo però ne avrebbe fatto ancora di più.
 

Hai bisogno di vivermi di più

Vivimi senza paura

Che sia una vita o che sia un'ora

Non lasciare libero o disperso

Questo mio spazio adesso aperto, ti prego
 

Il suo primo "Ti amo", Aone, anzi, Takanobu -Shoyo ancora arrossiva a chiamarlo per nome, ma era felicissimo di quella concessione- glielo aveva detto a fior di labbra, con la voce ancora più bassa e roca del solito, dopo un lungo e dolcissimo bacio.
In quel momento aveva creduto di poter volare, volare davvero.
Nel dubbio era volato in braccio a lui, facendolo ridere, mentre rischiavano di cadere entrambi a terra per il troppo slancio.


Vivimi senza vergogna

Anche se hai tutto il mondo contro

Lascia l'apparenza e prendi il senso

E ascolta quello che ho qui dentro
 

Quel primo "Ti amo" era stato come l'apertura di una diga: da allora tutto era fluito da lui senza filtri, come se aver detto a voce alta i propri sentimenti li avesse resi improvvisamente reali e incapaci di rimanere chiusi tra le sue labbra.
Non che per questo fosse diventato un chiacchierone, ma non erano più solamente i suoi occhi e i suoi sorrisi a far sentire Hinata amato.
Erano le dita intrecciate anche per strada, erano le carezze mentre mangiavano un gelato insieme.
Erano quei "Ti amo" sussurrati che risuonavano come grida, perché erano specchio di tutto ciò che aveva dentro. 
Gli era servito tempo per provare qualcosa per qualcuno, c'era voluta una personalità prorompente e impossibile da ignorare come quella di Shoyo, prima e conoscersi e creare un legame poi, ma adesso sentiva quei sentimenti più forti che mai.


Hai aperto in me

La fantasia

Le attese i giorni di un'illimitata gioia
 

All'inizio aveva temuto che fosse solo l'euforia della scoperta e l'infatuazione adolescenziale a renderli spensierati e sempre pervasi da una gioia quasi surreale, poi aveva capito che quella felicità avrebbe potuto essere illimitata.
Certo avrebbero dovuto coltivarla, col tempo e la maturità avrebbe avuto bisogno di cure differenti da quell'amore genuino e profondo, ma ingenuo.
Il primo amore è puro, cristallino e non ha -o non dovrebbe avere- bisogno di essere protetto, crescendo invece può venir sporcato, contaminato dai compromessi e dai nostri stessi tentativi di salvarlo dal mondo circostante eppure Hinata in quel momento ne era certo: sarebbe rimasto per sempre così il loro amore.
 

Hai preso me

Sei la regia

Mi inquadri e poi mi sposti in base alla tua idea
 

Shoyo lo aveva preso completamente, se lo rigirava come voleva e ne erano entrambi consapevoli, ma andava bene così, erano felici e -Aone ne era certo- lo sarebbero stati anche in futuro.
Il primo amore è puro, cristallino e non ha -o non dovrebbe avere- bisogno di essere protetto, crescendo invece può venir sporcato, contaminato dai compromessi e dai nostri stessi tentativi di salvarlo dal mondo circostante eppure lui ne era certo, il loro amore non poteva cambiare, perché niente avrebbe mai potuto contaminare Hinata: Shoyo era luce e sarebbe rimasto sempre lo stesso, così come lo sarebbe stato il loro amore.


Vivimi senza paura

Anche se hai tutto il mondo contro

Lascia l'apparenza e prendi il senso

E ascolta quello che ho qui dentro

 

   
 
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