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Autore: Pandora13    01/02/2022    2 recensioni
Una passeggiata tra i pensieri del nostro raggio di luna, Tsukishima Kei.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akiteru Tsukishima, Kei Tsukishima, Tetsurou Kuroo
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Love x Life x Sex'
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NdA: la seguente OS fa parte della mia raccolta di song-fic multi-fandom, multi-ship che come sempre vi invito a leggere se vi piace come scrivo. È una ff introspettiva riguardante il personaggio di Tsukishima, ma non ha niente a che fare con "Megane-chan", che è nata molto dopo e molto meno in fretta, questa è stata principalmente una cosetta buttata giù in un momento di ispirazione randomica che si è riversata su carta.
Essendo una delle prime storie quasi esclusivamente introspettive che ho scritto, non ho idea se Tsukki sia OOC, in caso ho messo l'avviso.
La coppia è implicita.
Come sempre i personaggi non sono miei e la storia non ha alcuno scopo di lucro.
Le note che vi accompagneranno sono quelle di "Grazie mille" degli 883 
https://youtu.be/KvS_BVda9ww 

Buona lettura!


Quando si vedono
Le montagne che non c'è foschia
Quando le vacanze iniziano
E quando poi torno a casa mia
Quando mi alzo e sento che ci sono
Quando sfreghi il naso contro il mio
Quando mi respiri vicino
Sento che, sento che

Per ogni giorno, ogni istante, ogni attimo
Che sto vivendo
Grazie mille
 

Andare a casa sua, quando poteva, durante le vacanze era sempre una boccata d'aria.
C'era quel senso di calore ogni volta che si incontravano, quel senso di sicurezza che gli permetteva di lasciarsi andare ed essere completamente se stesso per qualche istante.
All'inizio era sempre freddo e distaccato, ma poi lo abbracciava e Kei nascondeva il viso nell'incavo tra il collo e la spalla, sfregava il naso contro il suo e si scioglieva completamente, quell'insolito rossore a imporporargli le guance sotto agli occhiali.
Vedere le montagne di casa, mentre ritornava a fine vacanze era un mix di nostalgia, amarezza e felicità, perché tornare a casa significava non vedersi per chi sa quanto, ma voleva dire anche tornare ai pranzi di sua madre, allo stress di Akiteru, di cui si lamentava sempre, ma che adorava, alle quattro mura di camera sua, alla sua maschera forgiata con tanta fatica e che gli forniva un tipo di sicurezza così diversa da quella data dalle sue braccia.
Mentre era lì, sulla terrazza a guardare le stelle, consapevole che entrambi stessero osservando lo stesso cielo, non poté che trovarsi a ringraziare per ogni attimo vissuto assieme, anche perché sapeva che fino a poco tempo prima, per sua scelta, non aveva fatto che osservare il mondo, senza viverlo davvero.
 

Quando si giocano
Le coppe in tele il mercoledì
Quando sento un pezzo splendido
Che mai pensavo bello così
Quando il cane mi vuol salutare
Quando vedo i miei sorridere
Quando ho l'entusiasmo di fare
Sento che, sento che

Per ogni giorno, ogni istante, ogni attimo
Che sto vivendo
Grazie mille
 

Aveva ritrovato l'entusiasmo di fare, dopo quel Training Camp, non si era fatto scorgere, ma era cambiato, aveva iniziato ad impegnarsi seriamente, con l'intento di battere Ushijima e la Shiratorizawa.
Da quel momento era stato un crescendo di riscoperta di emozioni celate troppo a lungo e nuove esperienze.
Ogni volta che sentiva qualche pezzo appena uscito nelle sue immancabili cuffie, ogni volta che vedeva suo fratello sorridere di nascosto orgoglioso di questo suo risveglio emotivo e dell'impegno negli allenamenti, ogni volta che vedeva la gioia di sua madre per quella ben celata armonia ritrovata.
Ogni volta si sentiva grato per aver scelto quella squadra di pazzi, squilibrati, iperattivi e fastidiosi che lo aveva cambiato tanto, anche se non lo avrebbe mai ammesso a voce alta di fronte a loro.
 

Per ogni istante, ogni giorno, ogni attimo
Che mi è stato dato
Grazie mille

Quando un microfono
Non lo vorrei abbandonare mai
Quando i miei amici prendono
Un'accoppiata secca alla SNAI
Quando il mondo mi sembra migliore
Anche solo per un attimo
Quando so che ce la posso fare
Sento che, sento che
 

O almeno così pensava, sino a che tutte quelle emozioni non erano uscite in quel grido liberatorio durante la finale che li avrebbe portati ai nazionali.
Non credeva che fosse possibile, non fino a che non era successo, ma ognuno lì aveva scommesso sulla sua riuscita, tutti avevano creduto in lui.
TUTTI.
Il messaggio da Tokyo.
L'ennesimo sorriso entusiasta di suo fratello.
L'abbraccio della squadra.
L'orgoglio negli occhi di Tadashi.
Lo sguardo consapevole e soddisfatto del Coach.
Il suo stesso orgoglio.
In quel grido era uscita tutta l'emozione che aveva tenuto attentamente imbrigliata in quegli anni.
 

Per ogni giorno, ogni istante, ogni attimo
Che sto vivendo
Grazie mille
 

Aveva vissuto "quel momento", come lo aveva definito Bokuto ed aveva realizzato che la vita è fatta di una continuità di momenti e che da lì in avanti ne avrebbe apprezzato ognuno.
Quell'obiettivo che allora era sembrato tanto irraggiungibile, era diventato il suo punto di partenza per la vita che lo stava aspettando.

Per ogni istante, ogni giorno, ogni attimo
Che mi è stato dato
Grazie mille
Grazie mille
Grazie mille

   
 
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