War memories

Harry venne svegliato da qualcosa - o qualcuno - che gli stava accarezzando i capelli. “Ehi Harry… Ehi Harry…” stava sussurrando una voce femminile. Harry aprì gli occhi lentamente, mugugnando, e infilò lentamente gli occhiali, trovandosi di fronte il viso di Ginny debolmente illuminato dalla luce della luna.

“Ehi Gin… che ci fai qui? Saranno le tre del mattino…”

“Non lo so neanch’io…" rispose lei ridacchiando “Credo che avessi voglia di vederti, ecco tutto. Che ne dici di fare un giro?”

Harry annuì, sorridendo all’ennesima bizzarria della sua fidanzata, e si alzò per infilarsi una felpa. Dapprima aveva pensato che Ginny volesse fare una passeggiata in giardino, ma lei invece gli afferrò la mano e lo trascinò in soffitta. Quando Harry la guardò con sguardo interrogativo, lei per tutta risposta aprì un abbaino e si arrampicò sul tetto, seguita da Harry, che, non appena fu uscito alla luce della luna, capì perchè Ginny lo aveva portato lassù: con la luna piena, il panorama nei dintorni del piccolo villaggio di Ottery St. Catchpole era semplicemente mozzafiato. Ginny si appollaiò sulle tegole, rabbrividendo ogniqualvolta il venticello si alzava un po'. Harry le passò un braccio intorno alle spalle, mentre lei appoggiava la testa sulla sua spalla, sospirando e inspirando l'aria fresca. 

Rimasero così per un po’, godendo della presenza dell’altro e della vista del paesaggio, poi Ginny esordì: “Non mi hai mai raccontato cosa avete fatto voi tre mentre cercavate gli Horcrux…” E voltò la testa verso di lui per incitarlo a cominciare. 

"La partenza è stata un po’ una sorpresa, devo dire. L’unica che si era preparata ad una fuga improvvisa era Hermione, mentre io e Ron credevamo che saremmo partiti dopo il matrimonio…” Harry si bloccò un attimo, incontrando lo sguardo interessato e speranzoso dell’altra; e continuò a raccontare, parlando di Grimmauld Place, del fatto che all’inizio non avessero idea di come distruggere gli Horcrux, delle loro peripezie in giro per l’Inghilterra, dell’abbandono di Ron e di tutto quello che li aveva infine portati a Hogwarts. Non poté fare a meno di confidare alla ragazza tutto lo sconforto, la paura e l’incertezza che aveva provato in quei mesi. “...Ma credo ci sia stata una cosa che mi ha tenuto con la mente alla realtà, al motivo per cui stavo facendo tutto ciò.” “E cos’è stato?” Ginny era grata ad Harry per essersi aperto con lei, e si stava mostrando sinceramente interessata. “Sei stata tu, Ginny” rispose lui, guardando l’orizzonte, perso in chissà quali ricordi. Quella risposta e la sua sincerità lasciarono la ragazza spiazzata per un momento. “Avevo portato con me la Mappa del Malandrino, e a volte, durante i turni di guardia, guardavo il tuo puntino, mi immaginavo cosa stessi facendo, se magari stessi studiando o chiacchierando con Luna, e quel cartiglio con il tuo nome mi ha impedito di perdere la cognizione della vita fuori dalla tenda”. Ginny non sapeva cosa dire, quando Harry si voltò verso di lei. “Ho sempre avuto paura che non avremmo mai avuto il tempo per stare insieme. Ho temuto di perderti tantissime volte. Adesso che è tutto finito, non posso fare a meno di pensare ogni giorno a quanto sono fortunato ad averti accanto.” Ginny non sapeva cosa dire. Si perse nei suoi occhi smeraldo e lo baciò. “Ti amo” disse contro le sue labbra.

Passarono il resto della nottata scambiandosi baci, confidandosi l’un l’altra tutto quello che non si erano potuti dire nei mesi della guerra. L’alba li trovò abbracciati e mezzi addormentati sul tetto della Tana, con i cuori leggeri e felici.