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Autore: sakura182blast    04/09/2009    4 recensioni
# 04 – Bugs - Quell’urlo agghiacciante fece sussultare un quasi addormentato Sasuke che, allarmato, lanciò all’aria le lenzuola e scattò in piedi precipitandosi verso la porta del bagno, dietro alla quale Hinata era sparita un paio di minuti prima; la trovò issata sulla tazza in equilibrio precario, le spalle tremanti e le piccole mani raccolte all’altezza del viso. - Della serie "ci ho provato anch'io! >D" .__. - 5o drabbles SasuHina.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sasuke Uchiha
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Aaw, 50 words for 50 sentences…
=ç=
Ufficialmente mi ritengo un disastro…
Tutto questo doveva essere KakaIru, ma mentre scrivevo il titolo la mia mente ha irreversibilmente cambiato idea e mi è uscito un pastrogno SasuHina/HinaSasu.
Di solito si scrivono 50 frasi per 50 parole, mentre il mio cervello ha rielaborato la parola f-r-a-s-i a modo proprio, tramutandola in drabble.
Picchiatemi pure, se volete… ormai ho intenzione di farlo da sola!  T__T
Però Sas’kè ed Hinata starebbero così bene insieme *O*    … anche se né nell’anime, né nel manga si cacano  =___=
Cattivo Kishimoto-sensei! [che la potrebbe anche piantare di fare capitoli che ruotano intorno a Sas’kè, nemmeno lui fosse la terra di questo buffo sistema tolemaico  O__O
Dico, il protagonista dovrebbe essere Naruto, ma… ne siamo totalmente sicuri?  =ç=]




# 01 – Air

Fissarlo dritto in quegli occhi color pece era deleterio per chiunque tentasse di farlo, gliel’avevano ripetuto più volte mentre lei, silente, annuiva appena scuotendo leggermente i capelli scuri, incapace di replicare qualsiasi cosa per la sua indole timida ed insicura.
Ma solo una volta aveva voluto provarci, aveva guardato in quegli occhi scuri, perdendosi nella loro malcelata perfidia.
Ed in quel momento si accorse di non respirare più aria, ma paura.

# 02 – Apples

Mentre Hinata posava con attenzione la calda teglia sulla tavola imbandita e si sfilava con delicatezza i guantoni da forno, i suoi occhi chiari non smisero per un secondo di osservare minuziosi il volto pallido dell’Uchiha.
Non era del tutto sicura che la torta di mele potesse piacergli, ma sorrise serena quando gli chiese se fosse di suo gradimento e lui, in risposta, non arricciò le labbra com’era solito fare quando qualcosa lo indispettiva.

# 03 – Beginning

<< S-Sasuke-kun… aspetta… >>
Le labbra del moro si fermarono ad appena una manciata di millimetri dalle sue, frementi.
<< Perché hai scelto me? >> Gli occhi chiari di Hinata fuggirono il suo sguardo penetrante, timidi. << Perché me fra tutte le altre? >>
Il respiro le morì in gola quando una mano dell’Uchiha penetrò fra i suoi capelli scuri, facendo pressione sulla cute ormai accaldata, spingendola con premura verso di lui.
<< Perché entrambi abbiamo amato la stessa persona. >>, le sussurrò. << E sappiamo quanto ci ha fatto male non poterla avere. >>
Era quello il momento corretto per evolversi ed iniziare, finalmente, qualcosa di nuovo. Insieme.

# 04 – Bugs

Quell’urlo agghiacciante fece sussultare un quasi addormentato Sasuke che, allarmato, lanciò all’aria le lenzuola e scattò in piedi precipitandosi verso la porta del bagno, dietro alla quale Hinata era sparita un paio di minuti prima; la trovò issata sulla tazza in equilibrio precario, le spalle tremanti e le piccole mani raccolte all’altezza del viso.
<< Sa-Sasuke-kun… >>, fece, notando la sua presenza; tese un braccio diafano verso un angolo preciso del piccolo locale e lì indicò insistentemente, cercando invano di frenare il tremolio del suo indice. << Schiaccialo, schiaccialo… ! >>
L’ignaro scarafaggio che, coraggiosamente, fece poi capolino da dietro il cesto dei panni sporchi testò sulla propria pelle quanto poteva essere vendicativo un Uchiha svegliato di soprassalto dal suo dormiveglia.

# 05 – Coffee

<< Sai, Sasuke-kun, pensavo… >>
<< Mh? >>
<< Tu sei proprio come una tazza di caffè… >>
<< … Caffè? >>
<< Cupo come il suo colore, inebriante come il suo profumo, forte come il suo gusto. >>
Ed in momenti come questi era impossibile, per lui, non baciarla.

# 06 – Dark

Hinata aveva sempre avuto paura del buio, era la sua debolezza maggiore e quella di cui aveva più vergogna. Nelle notti di luna nuova era per lei impossibile dormire tranquilla se non avviluppata nelle lenzuola fino al capo ed ogni sera osservava il lucente satellite fino a quando non riusciva a calarsi nel mondo dei sogni, terrificata dal buio che la circondava e che, temeva, avrebbe potuto inghiottirla.
Ma da quando un diafano corpo aveva preso a farle compagnia sotto le lenzuola ed una chioma scura e fluente aveva cominciato a condividere con lei il cuscino, la paura dell’oscurità aveva smesso di attanagliarle lo stomaco.
E poi, si ritrovò ad ammettere, il nero non era più un poi così brutto colore.

# 07 – Despair

Assolutamente no.
Era stata la chiara e secca risposta del padre di Hinata quando Sasuke, con una gran dose di coraggio e poco amor proprio, era andato alla grande tenuta degli Hyuuga al fine di chiedere la mano della ragazza.
Era stato allora per la propria disperazione, o magari per quella che aveva visto inondare gli occhi indaco della mora, che, calpestato il proprio orgoglio, si era inchinato ai piedi di quell’orribile uomo e lo aveva implorato, per quanto la sua indole gli concedesse di fare, pur di ricevere la sua benedizione.

# 08 – Doors

La luna si stagliava ancora alta nel cielo quando, d’improvviso, quel seccante grattare sulla superficie legnosa della porta della stanza da letto svegliò Sasuke nuovamente, alterandolo come non mai; deciso ad ignorare quel fastidioso suono, si avviluppò nuovamente nelle calde lenzuola, ormai conscio del fatto che, per quella notte, il suo beneamato sonno era andato a farsi benedire. Di nuovo.
Gli appartenenti del clan Uchiha non erano noti per la scarsità di materia grigia nella loro prole. Era per questo che il moro, in quelle occasioni, aveva dei dubbi sulle proprie origini e, soprattutto, si domandava per quale motivo avesse regalato ad Hinata quello stramaledetto cucciolo di cane che aveva trovato durante una missione.

# 09 – Drink

Era stato qualche drink di troppo all’Ichiraku che, in quell’ormai lontana notte di Febbraio, aveva costretto Hinata ad accompagnare Sasuke a casa, timorosa del fatto che, così mal concio, non sarebbe mai riuscito ad arrivare nel quartiere corretto.
Il moro non lo avrebbe mai ammesso con lei ma, silenziosamente, ringraziava ognuno di quei bicchierini di sakè che erano stati in grado di fargli fare un po’ di chiarezza nel suo cuore, scoprendo di avervi introdotto una nuova persona dopo quel dobe del suo compagno di squadra.

# 10 – Duty

Fino ad un paio di anni prima Sasuke sapeva che il suo dovere era vendicare lo sterminio del suo clan uccidendo il fratello Itachi e riportare agli antichi fasti il nome degli Uchiha, infangato dall’ indecoroso comportamento di alcuni dei suoi più importanti esponenti.
Ora Sasuke sapeva che il suo dovere consisteva nel fare la spesa al mercato il giovedì mattina, nel tenersi buono il proprio impiego da insegnante all’accademia ninja e nel tenere a bada quel suo marmocchio urlante fino a quando Hinata non avrebbe terminato il turno serale in ospedale.

# 11 – Earth

Quando aveva trovato Hinata nel giardino dietro casa a trafficare, Sasuke le si era avvicinato, vagamente interessato dall’occupazione della ragazza. Le si era inginocchiato accanto e lei gli aveva timidamente sorriso, indicandogli serena quel piccolo arbusto che lui riconobbe per intuizione essere un ciliegio novello.
<< Lo piantiamo insieme… ti va, Sasuke-kun? >>
Poi, senza aspettare risposta, aveva afferrato gentilmente entrambe le sue diafane mani e le aveva premute assieme alle proprie nella fredda terra dissestata accanto al giovane tronco, sistemando il suo nuovo giaciglio.

# 12 – End

Pareva essere la fine di tutto quando quel giorno Hinata, le proprie cose alla mano, si era fiondata fuori dalla porta in lacrime, garantendogli con voce poco più alta del normale (perché lei non urlava mai) che indietro non sarebbe tornata. Nemmeno aveva capito il motivo della loro lite furiosa.
Ma il giorno dopo Sakura gliel’aveva riportata, mentre ancora tirava su col naso come una bambina, e Naruto, giunto assieme alla furia dai capelli rosa, gli aveva assestato un pugno in testa, assicurandogli che se fosse capitata nuovamente una cosa del genere lo avrebbe castrato.
Doveva davvero ringraziare il dobe e la noiosa, dopotutto.

# 13 – Fall

Era caduto.
Sasuke era caduto così in basso che nessuno aveva tentato di redimerlo dai suoi peccati, ritenendolo ormai un caso così disperato da poterlo lasciare a marcire nel suo brodo senza alcun rimorso. Ormai senza speranza, non riusciva più ad udire nemmeno le voci di Naruto e Sakura, che lo chiamavano disperatamente.
Ma quando quel pomeriggio di Settembre aveva visto quella certa Hyuuga inciampare davanti ad i suoi occhi e rifiutare l’aiuto che, stranamente, le aveva porto, aveva capito che avrebbe dovuto fare la medesima cosa: rialzarsi in piedi con le sue sole forze, dimostrando a tutti che c’era ancora qualcosa di valido, in lui.

# 14 – Fire

Sasuke era il ghiaccio.
Si era riproposta questo divertente paragone parecchie volte da quando, anni prima, avevano condiviso gli studi all’accademia, trovando sempre nuovi elementi in grado di dare man forte alla sua tesi. Il suo sguardo freddo, il suo comportamento distaccato, le sue maniere brusche, la totale mancanza di bisogno del prossimo…
Come aveva fatto a non accorgersi prima di essere così palesemente in errore?
Quando le dita di lui l’accarezzavano con lentezza trascinando i pallidi polpastrelli sulla sua pelle lattea, a malapena si ricordava di respirare, lasciata totalmente senza fiato dal calore che le trasmettevano le sue carezze, semplici gesti d’affetto tramutati in un’atroce tortura per il suo rigido auto controllo.
Doveva ricordarsi che il ghiaccio sapeva essere bollente più del fuoco.

# 15 – Flexible

<< Sasuke-kun, ti prego, lo teniamo? >>
<< No. >>
<< Te lo chiedo come un piacere personale… ti scongiuro… >>
<< Non se ne parla. Non in questa vita. >>
Hinata abbassò il suo sguardo indaco, stringendosi al petto quella “miagolante palla di pelo” che già Sasuke aveva adocchiato come ciò che Nara avrebbe definito una seccatura bella e buona.
<< … Abbiamo già un cane. >>, le fece notare dunque l’Uchiha, calando le mani nelle ampie tasche dei pantaloni scuri mentre distoglieva lo sguardo da lei, lievemente a disagio.
Per quale stramaledetto motivo tutti i cuccioli del creato dovevano minuziosamente finire sulla sua strada? E l’espressione mogia di Hinata rimase là dov’era, gli occhi umidi di lacrime, le labbra tese verso il basso…
<< D’accordo. >>, sospirò l’Uchiha. << Portalo a casa… >>
Hinata gli dedicò un sorriso tutto particolare ed allora, su due piedi, Sasuke pensò di dover essere più spesso così flessibile su certe decisioni.

# 16 – Flying

Hinata aveva veramente invidiato solo due cose in tutta la sua vita.
Una era stata Sakura, in grado di stare al fianco di colui che la corvina aveva amato con tutta sé stessa per anni.
L’altra erano gli uccelli, liberi di andare e venire tra cielo e terra come più desideravano, incuranti della pioggia e del sole.
Si ricordava di aver più volte pregato da bambina affinchè qualcuno le potesse concedere un paio di ali per farla scappare dall’astio del padre; là dove poi sarebbe andata il fatto che fosse una ninja più incapace di Neji e Hanabi non avrebbe importato molto, dopotutto.
Ma nessuno sembrava particolarmente interessato ad ottemperare la sua richiesta: anni ed anni di continuo implorare, eppure non una singola piuma era comparsa sulla sua schiena.
Tuttavia un mite pomeriggio di Marzo, mentre Sasuke accarezzava le sue tiepide labbra con le proprie, si ritrovò a ricredersi: non aveva davvero bisogno di un paio di candide ali per poter volare.

# 17 – Food

Sasuke dava brevi lappate al suo gelato, guardandosi attorno distrattamente; Hinata, al suo fianco, camminava silenziosa, accarezzandosi appena una ciocca della sua chioma mora.
<< Non hai preso il gelato. >>, le fece notare l’Uchiha, facendola sobbalzare.
La corvina s’irrigidì. << E’ che… I-Ino-san mi ha detto che gli uomini preferiscono le ragazze magre, e dato che troppo cibo fa ingrassare… così… >>
Il moro la trattenne per un braccio e l’attirò a sé, accarezzando appena le sue labbra con le proprie; scoprendosele poi sporche di gelato alla vaniglia, Hinata leccò via la deliziosa crema lasciandosi scappare un lieve mugolio d’approvazione. Era proprio dolce.
<< Ino è una stupida anoressica. >>, commentò serio Sasuke, tendendo il braccio che reggeva il cono verso di lei. << Mangialo tutto, su. >>
Ed Hinata accolse il dono di buon grado, colmando con la propria mano la mancanza della cialda nella mano del ragazzo.

# 18 – Foot

<< Ti chiedo scusa, Sasuke-kun… >>
<< Non credo tu ti debba scusare. >>
Mentre le mani del ragazzo scivolavano leggere con la benda attorno al suo piede gonfio, Hinata si sentì davvero una stupida. Ma in fondo sapeva che era stato proprio da lei scivolare a quel modo sui gradini di casa, appena lavati, bagnati e soprattutto in attesa di quella sua caduta che sarebbe per certo arrivata.
<< Devo essere proprio noiosa, vero, Sasuke-kun? >>
<< Non troppo, dopotutto. >>
<< G-grazie… anche per la medicazione. >>
Il ragazzo legò stretta la benda, alzandosi in piedi; le sistemò una mano fra i capelli scuri e la baciò in fronte, facendola evaporare.
Prego.

# 19 – Grave

La pioggia cadeva sprezzante sulla liscia superficie di marmo bianca, andando a lappare in maniera insistente quelle lettere scolpite sulla dura pietra che rappresentavano il nome dei suoi genitori.
<< E’ davvero triste, Sasuke-kun. >>, commentò Hinata, posando due crisantemi ai piedi della lapide. << Tuo fratello non è riuscito a ricevere una degna sepoltura. >>
Il moro si limitò ad annuire appena, perso chissà dove. La ragazza lo guardò con attenzione, lasciando poi cadere un terzo fiore, l’ultimo che aveva fra le braccia, accanto agli altri due.
<< Quello era per la tomba di tua madre. >>, uscì detto al moro, ma l’altra non recuperò il fragile bocciolo.
<< Lasciamo che resti qui… >>, spiegò dunque la Hyuuga, alzandosi in piedi. << Per Itachi-san. >>

# 20 – Green

<< Ti piace, Sasuke-kun? >>, Hinata posò con gentilezza una sciarpa di lana fra le mani dell’Uchiha, arrossendo appena. << L’ho fatta verde perché è un colore che non ti vedo mai addosso e… beh, v-volevo semplicemente vedere come ti sta… >>
L’Uchiha la strinse constatandone l’invidiabile morbidezza, ma non sembrava incline ad allacciarsela attorno al collo pallido; dal canto suo, la Hyuuga lo guardava timida, in trepida attesa di un qualsiasi apprezzamento (anche minimo) riguardo alla sua premura, gli occhi che sfavillavano speranzosi sotto quella leggera cascata di neve.
E fu allora che l’indomito Sasuke andò nel panico. Come evitare di far notare ad Hinata che il verde era il colore che più odiava fra tutti?

# 21 – Head

Ciance. Insopportabili, inutili ciance. Le persone non sembravano saper fare altro, ed a Sasuke pareva anche che ci prendessero un grande gusto a produrre quel litanico chiacchiericcio come sottofondo ovunque andassero.
Ed era allora che la sua testa scoppiava, ricolma fino alla nausea di inutili solfe trite e ritrite, di vane notizie che non lo smuovevano, di fatti a lui estranei o lontani.
Ma Hinata era diversa dalle persone.
Lei sapeva quando era il momento più opportuno per scambiare qualche opinione, oppure quando era più lecito dare la priorità al silenzio, come in quei momenti in cui stavano seduti accanto sul balcone, guardando il cielo. Sapeva che tipo di chiacchiere inutili poteva astenersi dal riferirgli, così come capiva quando una cosa era abbastanza importante da essere condivisa con lui.
Ed era grazie a lei che la sua testa rimaneva al posto giusto, in perfetto equilibrio con tutto il resto.

# 22 – Hollow

Vuoto.
Non regnava altro nella sua casa, solo il vuoto più totale. E quel fastidioso silenzio non garantiva certo un netto miglioramento della situazione.
L’avevano riportato a Konoha, sì, ma solo per dimostrargli che laggiù non era rimasto nulla che avrebbe potuto affettuosamente chiamare “casa”.
Tutto fino a quel giorno.
Il giorno nel quale Hinata si era presentata alla sua porta con un timido sorriso ed un documento fra le mani. Il giorno in cui la sua vita iniziò a cambiare.
<< Sono appena stata dall’Hokage, Sasuke-kun. Ha detto che saremo in missione insieme, questa volta. >>

# 23 – Honor

Quando Hinata rincasava ed udiva delle urla animalesche provenire dal dojo nel giardino sul retro, aveva imparato ad ignorarle bellamente. Si accomodava al piccolo tavolo della cucina, preparava una salutare tazza di the verde ed attendeva pazientemente che gli altri due la finissero, ponderando su cosa le convenisse preparare per cena.
Aveva ormai smesso di contare le volte in cui scopriva Sasuke e suo cugino Neji litigare a suon di genjutsu, riducendosi sempre come due stracci ormai da buttare.
<< E’ una questione di onore. >>, aveva affermato tempo fa lo Hyuuga, guardando con cipiglio severo il moro. << Stabilirò una volta per tutte che il Byakugan è più forte ed affidabile dello Sharingan, confermando così la predominanza del nostro clan sul tuo. >>
Arte oculare contro arte oculare, due abilità innate a confronto.
Ma quelle non erano preoccupazioni che dovevano concernere anche lei. Non più.
L’unico suo pensiero era che terminassero per l’ora di cena, così da non ritardarle il pasto ed il lavoro annesso.

#24 – Hope

La speranza di essere felice.
Era qualcosa che Hinata aveva perso quando suo padre l’aveva lasciata alle cure di Kurenai-sensei, ritenendola troppo inutile.
L’aveva persa anche quando Naruto e Sakura avevano iniziato ad incontrarsi da soli un po’ troppo spesso, confessando poi di essersi messi insieme.
Perduta, temeva, per sempre.
Ma si sbagliava. Era tornata a sperare un giorno, d’improvviso, quando si accorse di aver guadagnato la stima di uno dei ninja più forti di Konoha.
<< Il tuo Byakugan è stato molto utile in questa missione. >>
Grazie, Sasuke-kun.

# 25 – Light

Fu un istante. Un lampo più prorompente dei precedenti squarciò in due quel cielo cupo e la luce saltò, lasciandoli al buio nel salotto della vecchia tenuta degli Uchiha.
Hinata, seduta sul tappeto ai piedi dell’Uchiha, scattò come una molla quando si accorse di essere in balia dell’oscurità più assoluta.
<< S-Sasuke-kun… >>, mormorò affranta, probabilmente con le lacrime agli occhi, mentre cingeva una gamba del compagno in una morsa inaspettatamente ferrea.
<< Vado a controllare il contatore. >>, sospirò Sasuke nell’atto di alzarsi, ma la Hyuuga lo strattonò con un piccolo strillo, facendolo cadere accanto a lei.
<< No! >>, squittì l’altra, tremando. << Non lasciarmi sola… >>
E lui le si sedette vicino, ospitandola fra le sue braccia.
<< Hai paura? >>
La mora sorrise, inspirando a pieno il profumo fruttato della pelle dell’altro.
<< Non più. >>



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Err…  =____=  sbaglio o le drabble diventano sempre più corpose man mano che si prosegue?
Bah, io ci rinuncio… non vedrete mai nulla di breve uscire da questa zucca rimbambita e da queste dita. A parte il fatto che ultimamente sono sommersa di roba da fare dato che ho alcuni compiti che, sprezzanti e ghignanti, mi attendono con espressione bastarda  >O<
Per carità, basta! Fortuna che è l’ultimo anno, poi potrò mandare a farsi f…  ^^’’ ogni sacrosanto professore… e giuro che non vedo l’ora  *__*  me ne hanno fatte passare così tante che la vendetta sarà dolce e succosa, garantito! … Beh, sempre se all’esame ci arrivo  OWO  *rotola sul parquet con espressione tipo “Urlo di Munch” sul viso*.
Maa, maa… perché divago O-VUN-QUE mi sia possibile farlo? dovrei spararmi alle mani :D
Ah, forse avrete notato che qui ci sono solo 25 parole (con le conseguenti 25 drabble)  O-O il resto lo pubblicherò più avanti, non volevo annoiarvi più del necessario ed ho diviso questa tortura in due  ^__^’’
Se siete arrivati fino a qui siete davvero dei vichinghi  O__O  ed io di questo vi ringrazio!
Alla prossima, allora!
Ja ne’ttebayo!
   
 
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