Volevo solo ballare
*
Marinette se ne stava seduta
ai piedi della scalinata della palestra della sua scuola avvolta nel buio, con
le ginocchia avvicinate al petto e le scarpe eleganti nere in mano.
Indossava un abito corto rosso a pois neri, senza spalline ormai sgualcito
e strappato nella parte inferiore proprio dove usciva un leggero tulle bianco
che gonfiava la gonna.
I capelli neri acconciati alla perfezione erano solo un vago ricordo,
perché i ciuffi ai lati che erano stati portati all’indietro e legati da un
nastro rosso era andato perduto chissà dove, lasciando sulla sua testa un
ammasso nero spettinato e polveroso.
Calde lacrime le stavano rigando le guance perché sapeva bene che
l’occasione di ballare nuovamente con Adrien non si presenterà nell’immediato,
e lei ancora una volta ha sprecato l’ennesima opportunità per aprirgli il suo
cuore.
Era stata colpa di Chloè e la sua
smania di aver Adrien tutto per sé a rovinare ogni cosa, come sempre.
Che poi lei non lo amava affatto, ma per quella borghesuccia da quattro
soldi, il biondo modello rappresentava solo un trofeo da esibire per farsi
bella agli occhi delle altre ragazze solo per essere invidiata, e Adrien questo
lo sapeva più che bene, per questo quando la sciacquetta si era avvicinata a
lui con fare seducente alla festa della scuola organizzata per la giornata di
San valentino avvolta in quell’abito costosissimo giallo, aveva rifiutato il
suo invito a ballare con lei, preferendo senza dubbio Marinette.
Ma fu quando i due ragazzi iniziarono a danzare poche note che Papillon
aveva colpito ancora, trasformando Chloè in
“Regina di ghiaccio” con il potere di congelare all’istante chi veniva
colpito dalle sue frecce.
Adrien e Marinette si separarono per
non venire colpiti dai dardi congelanti e soprattutto per trovare un
nascondiglio adatto a trasformarsi nei due super eroi di Parigi tra il caos e
il fuggi fuggi generale.
Marinette nella corsa era
inciampata sui tacchi e di conseguenza caduta a terra provocandosi una ferita
leggera alle ginocchia che le aveva rovinato acconciatura e vestito, che per la
cronaca, Adrien aveva apprezzato molto, definendola “Stupenda”.
Il suo cuore aveva mancato un battito quando aveva visto l’amica fare il
suo ingresso nella palestra in maniera molto timida mentre si guardava attorno
alla ricerca dei suoi più cari amici.
Lo stomaco aveva iniziato a contorcersi per poi liberare un esercito di
farfalle bianche da far invidia allo stesso Papillon quando le aveva preso la
mano e baciato il suo dorso mentre la guardava fissa negli occhi.
Adrien le era andato incontro per condurla da Alya e Nino a bordo pista e
passare così la serata di San Valentino tutti e quattro assieme, anche se la
coppia ufficiale tra i quattro erano proprio i due ragazzi occhialuti.
Marinette di rimando, quando
lo aveva visto avvicinarsi a lei bello come non mai, aveva sentito il braccio
sinistro intorpidirsi d’un tratto e il cuore fermarsi all’istante.
Aria.
Aveva bisogno di aria subito per non soffocare e svenire tra le sue
braccia, rimediando senza dubbio una figuraccia.
Era stato il bacia mano di Adrien a ridarle l’ossigeno di cui necessitava
in quel momento e ad infonderle coraggio quando si era specchiata in quegli
occhi color smeraldo, così belli e sinceri.
*
Lady Bug era arrivata pochi secondo dopo Chat Noir e questo aveva fatto
scattare qualcosa dentro la testa del felino, in quanto sapeva bene che nessun
attacco akuma era stato ancora diramato.
Impossibile, erano passati solo pochi minuti.
E la sola spiegazione che trovò in quel momento era che la sua lady stava
partecipando alla sua stessa festa, e questa consapevolezza lo stava
destabilizzando parecchio, portandolo a commettere alcuni errori che
indispettirono Lady Bug.
Da quando aveva iniziato a sospettare che la sua lady sedesse dietro di lui
ogni mattina, aveva cominciato ad indagare più a fondo, facendo caso a dettagli
che prima trascurava, nonostante Plagg stesse
cercando di dissuaderlo nella sua impresa definendola “una catastrofe”, il
che detta da lui faceva anche ridere.
In Marinette vedeva molto di Lady Bug:
il suo coraggio quando si trattava di difendere a spada tratta compagni
maltrattati da Chloè; la sua intelligenza quando
doveva escogitare piani per ottenere qualcosa dai professori; e poi era sempre
pronta ad aiutare gli altri.
Forse Adrien si stava autoconvincendo che Marinette e
Lady Bug fossero la stessa persona perché iniziava a provare dei sentimenti
molto più forti per l’amica nell’ultimo periodo, e la sola presenza di Marinette bastava per fargli scuotere il cuore ed
immaginarla in altre situazioni.
“Che ti succede, gattino?” Chiese mentre roteava lo yo-yo per difendere lei
e il suo compagno dagli attacchi di “Regina di Ghiaccio”.
“Sono arrabbiato!” Ringhiò nel tentativo di scoprire un po' di più su di
lei, doveva assolutamente indurla a tradirsi o a cogliere alcuni dettagli che
l’avrebbe condotta da lei una volta sconfitta Chloè.
“Perché?”
Poco importava se avesse capito chi era dalla sua risposta, ormai erano
mesi che combattevano fianco a fianco e per Chat Noir non poter dare un volto
ben definito alla sua lady era diventato un’ossessione; tuttalpiù se avesse
preso un granchio, la sua risposta avrebbe assunto la sfumatura di una qualsiasi
generalizzando la cosa.
Era un gatto per dio, e la curiosità era tra i suoi difetti, o pregi,
dipende da che punto si guarda.
“Avevo appena invitato una bellissima ragazza a ballare, poi Chloè ha deciso di farsi akumizzare.”
Lo yo-yo si fermò di colpo togliendo lo scudo che li stava proteggendo
entrambi.
Lady Bug lo guardò dritto negli occhi e il cuore gli morì in gola, allora
capì che i suoi sospetti erano più che fondati, e non solo i suoi a giudicare
dalla sua espressione smarrita e sorpresa allo stesso tempo.
Non era possibile… non potevano trovarsi alla stessa festa, e lui non
poteva essere chi credeva che lui fosse.
La coccinella cercò di ragionare come meglio poteva, ma una freccia
lanciata nella loro direzione li separò, facendoli saltare dalla parte opposta
della stanza.
“Questa sera Papillon ha deciso di giocare facile, Chloè è
una vittima scontata.” Constatò Lady Bug nel tentativo di far resistere la
ragazza e liberarsi dal potere che le era stato concesso.
“Non dargli retta Regina di Ghiaccio, sono solo invidiosi… colpiscili e
portami i loro miraculous.” Intervenne
Papillon manovrando la sua piccola schiava.
“E mi darai Adrien?” Chiese con un ghigno soddisfatto.
“Vedrò che posso fare” Tossì il suo aguzzino in maniera imbarazzata,
ma per ovvie ragioni non poteva di certo dirle di no, altrimenti il suo
ennesimo piano rischiava di andare in fumo.
Lady Bug andò su tutte le furie quando sentì Regina di Ghiaccio fare
quella richiesta specifica a Papillon, si scagliò contro di lei senza pensare
ad un piano in particolare e con il rischio di venir colpita da una delle sue
micidiali frecce, ma si vede che Regina di Ghiaccio era più
interessata al suo premio che a sconfiggere i due super eroi che perse la sua
occasione per metterli fuori gioco.
*
“Ben fatto!” Urlarono i due eroi tendendo il pugno in segno di vittoria e
sorridendosi a vicenda per l’ottimo lavoro svolto.
Poi si guardarono attorno e oltre a Chloè che
scappava a gambe levate dalla palestra della scuola ormai ridotta ad un cumulo
di macerie, non c’era nessun altro.
Lady Bug cercò poi di intravedere tra i ragazzi che si stavano scongelando
se tra loro compariva Adrien.
“Cerchi qualcuno, milady?” Soffiò il biondo assottigliando gli
occhi.
Lady Bug sussultò “Chi-chi io? Pufff…ma no,
no.” Balbettò grattandosi la testa “Stavo ehm… solo controllando che tutto
fosse apposto, del resto non ho nemmeno avuto l’occasione di usare il mio lucky charm… domani gli inservienti
avranno un bel da fare.”
“E’ stato più semplice del previsto, non
trovi? … sei stata grande…” Si complimentò il ragazzo gatto con la compagna.
“Non avrei fatto molto se tu non fossi stato qui… e a proposito… hai fatto
cenno ad una ragazza prima, dimmi, eri qui alla festa per caso?” Chiese curiosa
iniziando leggermente a tremare temendo una sua risposta affermativa che non
tardò ad arrivare, lasciandola di stucco e con mille domande a cui poteva dare
unicamente una risposta che le accumunava.
Il sospetto ce lo aveva già da un po', da quando una mattina si era
soffermato ad osservare quell’anello che teneva sull’anulare destro in bella
vista.
Un gioiello dal taglio particolare che aveva potuto osservare all’interno
del Grimorio, ma anche da vicino visto che lei stessa lo aveva usato per trasformarsi
in Lady Noir una volta.
“Si, ma Chloè ha rovinato tutto e ha
finito per farla scappare.” Chat Noir puntò il suo sguardo verde in quello
azzurro di lei.
“Magari è ancora qui. Si sarà nascosta.” Disse spicciola distogliendo il
contatto visivo mentre si grattava nervosamente un braccio che formicolava.
“Non credo… non percepisco più la presenza di nessuno.” Chat Noir si
avvicinò ancora di più per cercare di stringerla, ma lei riuscì ad
allontanarsi.
“E’ meglio che vada ora.”
“Buona notte, milady.”
“Buona notte, chaton.”
*
Da quando si erano salutati, erano trascorsi più o meno dieci minuti.
Lady bug non se ne era mai andata davvero e aveva atteso che lui
scomparisse dalla sua vista per sciogliere la trasformazione e sedersi su
quegli scalini a piangersi addosso.
Ora ne era sicura, quella vocina che dentro di lei le diceva che Adrien e
Chat Noir erano la stessa persona aveva ragione e questa sua consapevolezza
faceva crescere dentro di lei sentimenti contrastanti.
Chi era il vero Adrien? Quello dolce e sensibile, o quello sbruffone e
irritante?
Marinette rimuginava e
pensava in cerca di una risposta nel buio di quella palestra impolverata e che
stava cadendo a pezzi, quando all’improvviso sentì una voce in alto della
scalinata.
“Sei ancora qui?”
Si voltò di scatto e lo vide. Perfetto nel suo quel vestito elegante.
Adrien.
Si asciugò di fretta le lacrime che stava versando e il dorso della mano le
strisciò sulle guance il nero del mascara che le era colato dalle ciglia.
Lei sollevò le spalle quando la raggiunse.
“Non ho ballato.” Disse semplicemente con una punta di amarezza.
Adrien non disse nulla, ma si limitò a sorridere e a tendere la mano nella
sua direzione.
Marinette la prese e si
alzò.
“Andiamo” Le sussurrò stringendogliela per non lasciarla andare.
Insieme raggiunsero il centro della pista dove Adrien le circondò la
schiena con le braccia facendola aderire al suo corpo.
Lei di rimando gli cinse il collo ed appoggiò la testa sul torace, dove
poté ascoltare il battito del suo cuore.
“Non c’è musica.” Mormorò quando Adrien iniziò ad ondeggiare in tondo
rimanendo sempre nella stessa posizione.
“Ci sei tu! Il resto non importa, milady” Azzardò con
quell’ultima parola, un nomignolo che solo la vera Lady Bug avrebbe potuto
capire.
Marinette accelerò il
battito del suo cuore perché aveva notato un leggero tremolio alle mani di
Adrien.
Non si era pentito di averla chiamata così, era sicuro che Marinette e Lady Bug fossero la stessa persona anche
perché ultimamente quando stava vicino alla sua amica sentiva crescere dentro
di sé un sentimento strano, bello e appagante allo stesso tempo, tutte cose che
provava ogni volta che combatteva al fianco della sua lady.
“Milady?” Fece di rimando lei ruotando il capo per guardarlo e assicurarsi
di non aver capito male, sempre rimanendo abbracciati e senza scattare i loro
corpi “…ti stai sbagliando, e poi non avresti dovuto rivelarmi chi sei.” Per
quanto avrebbe voluto prenderlo a schiaffi perché conosceva bene la regola, non
ci riuscì, ma Marinette si limitò a tornare
nella stessa posizione iniziale, prima che i suoi occhi la potessero tradire.
“Dimmi che non sei tu e scomparirò per sempre.”
Marinette si morse il labbro
inferiore trovandosi dentro un bivio e dentro un argomento che prima o poi
avrebbe dovuto affrontare.
Nei giorni precedenti aveva avuto modo di pensare cosa avrebbe fatto se
Adrien e Chat Noir si fossero rivelati la stessa persona e la risposta era
sempre la stessa: li amava entrambi, perché amava ogni sfumatura di Adrien, ed
era stata quella sua consapevolezza a infonderle coraggio e a farle appoggiare
le labbra sulle sue, lasciandogli un sapore dolce di fragola.
“Non azzardati.” Gli soffiò mentre approfondivano il bacio.
Entrambi vennero avvolti dalle sensazioni più belle che si potessero provare,
ma una in particolare spiccò, ovvero essere in pace, perché finalmente erano
riusciti a ritrovarsi ed amarsi senza nessun muro che li separasse.
*
FINE
*
Convenevoli finali: Ciao a tutti! E
con questa prima storia inauguriamo l’arco narrativo di San Valentino, in
totale saranno tre one shot, la prossima la pubblicherò lunedì, per poi
concludere giovedì prossimo con l’ultima.
Come sempre attendo le vostre impressioni in merito,
ed intanto ringrazio fin da subito chi perderà un po' del suo tempo a leggere
queste poche righe.
Un abbraccio, Erika
*
P.s. La fan art
iniziale non è mia, l’ho semplicemente trovata nel web.