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Autore: DarkWinter    10/02/2022    4 recensioni
Sul punto di diventare Tsuchikage, Kurotsuchi si ricongiunge con la sua figlia illegittima.
Con la necessità di provare la sua fedeltà all'inflessibile Iwa, ma anche di proteggere la bambina, come potrà Kurotsuchi tenere la sua nascita illegale completamente segreta?
~[DeiKuro] [AkaKuro]
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Altri personaggi non presenti nella lista disponibile su EFP:
-Akatsuchi
-Onoki
-Kitsuchi
Genere: Angst, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Deidara, Kurotsuchi, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la serie
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"Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo."



 

 


 

 

Prologo 

 

Chi si affilia al Nemico

 

 


 



 

Era quasi un peccato che ci fosse un palchetto dove stare in piedi e vedere meglio lo spettacolo.

La caverna era abbastanza buia, ma le fiaccole affisse alle pareti illuminavano perfettamente quello che tutti dovevano guardare.

Eppure, se Kurotsuchi non avesse obbedito all'etichetta e non si fosse appostata sul palchetto che Tsuchikage-sama aveva allestito per se stesso e la sua famiglia, qualcuno di molto più alto si sarebbe potuto mettere davanti a lei e forse le avrebbe risparmiato la visione di una testa che rotolava per terra, così presto al mattino.

Manco il tempo per la colazione c'era stato, quando Tsuchikage-sama chiamava a raccolta, la Iwa che contava mollava tutto e si avviava. 

Kurotsuchi aveva già assistito ad altri eventi del genere, eppure mai così.

A forza di stare ferma su quel palchetto, la sua gamba destra stava iniziando a tremolare e alla ragazza veniva da saltellare per farla smettere. 

Guardava gli altri occupanti del palchetto, tutti con delle facce di pietra: il capitano Kitsuchi —suo padre—, lo Tsuchikage —suo nonno— e Akatsuchi, il compare che non l'aveva piantata in asso per rincorrere velleità casinare.

Dovendo scegliere era bene che Akatsuchi, quello su cui si poteva contare, fosse restato. 

Povera gioia, pensava che lei stesse piangendo, le stava porgendo un fazzoletto.

In realtà, Kurotsuchi stava solo cercando di non sbadigliare. 

Voleva che la si finisse con quella disgraziata per tornarsene a casa a cercare di cominciare una giornata ordinaria, a pensare a niente. 

Era tanto stanca, forse era un calo di zuccheri. 

Kurotsuchi aveva spesso sonno o fame, anche se aveva solo quindici anni e mezzo e tutti si aspettavano che fosse pronta all'attacco 24 ore su 24.

Forse anche la condannata aveva sonno, era lì ad aspettare che il ninja della forza speciale —il boia— facesse i suoi sigilli e la mandasse a dormire per l'eternità.

La donna inginocchiata sulla roccia fredda della caverna con ancora indosso la sua uniforme da ninja, aveva servito Iwa da quando era una ragazzina.

Aveva messo tutto in secondo piano, ucciso e perso sangue per il suo villaggio e per il suo Kage. 

E poi aveva solo commesso il secondo delitto più grave che un ninja di Iwa potesse commettere, aveva aiutato una disertrice. 

La disertrice, una genin dell'età di Kurotsuchi, era stata uccisa a vista dalle forze speciali poco dopo la sua fuga dichiarata, non era andata lontano.

Questa che aspettava l'esecuzione, però, non sarebbe stata fatta a pezzi e bruciata fuori dal sacro territorio di Iwa.

Era solo un'aiutante, per lei una morte veloce e via, e poi anche una sepoltura.

Certo, le toccava comunque morire.

La Iwa che contava ascoltò le ultime parole dell'ex consorella, Kurotsuchi scosse la sua gamba addormentata e restò allerta al risuonare della voce limpida e senza paura.

Il boia eseguì i giusti sigilli e una stalagmite aguzza crebbe dalla roccia, in direzione del povero collo.

Kurotsuchi non chiuse gli occhi.


 


 


 Lo Tsuchikage la raggiunse sulla via di casa, che lei percorreva con le braccia incrociate.

"Sarebbe strano se lo fossi ma mi sembri turbata, cara nipote." 

"Certo che no."

"Pensi forse che quella donna non meritasse? Che la Roccia prenda tutto troppo sul serio?"

Kurotsuchi fece un solo respiro per ricomporsi, poi guardò il nonno con profonda e sentita ammirazione. "Quello che voi ordinate è sempre giusto."

"Ah ah. Vorrei solo che lo credessi."

Il leader di Iwa emise una risata rauca, da vecchio, ma il suo sguardo scuro scartabellava le reazioni in quello di Kurotsuchi.

"Chi si affilia al nemico è un nemico. State mettendo alla prova la mia fedeltà, vecchio?"

Il nonno le prese la mano e l'invitò a sedersi sul basso muretto che bordava la strada. "No. Ma dimmi cosa pensi."

"La genin...Era una che non sapeva quello che stava facendo e ha finito per tirarsi la zappa sui piedi. E per la sua collaboratrice, non trovate il termine disertrice esagerato?"

Suo nonno avrebbe forse dovuto graziare entrambe le condannate?

No. Kurotsuchi si sarebbe cavata gli occhi se il suo Kage gliel'avesse chiesto. 

Niente grazia per nessuno.

Iwa non aveva pietà. 

Iwa era un bastione di individualismo, di militarismo, forse l'ultimo in quei tempi in cui tredicenni della Foglia e della Sabbia passavano da nemici ad amici durante gli esami dei chunin, come se niente fosse, e l'amore trionfava su tutto. 

La Foglia e la Sabbia migliori amici, solo a pensarci dava la nausea a Kurotsuchi. Era comodo per loro quando Foglia e Sabbia si guardavano in cagnesco...

Lo Tsuchikage reagì con un gesto della mano, "Concordo che quelle due non fossero certo il tipo da terrorizzare le Terre Ninja. Ma il fatto é che hanno adempiuto la definizione legale di disertrici. Non voglio che diventi un trend per noi...ma sai cosa, non mi importa niente alla fine."

"Certo che vi importa," asserì la ragazza. “A tutti importa.”

"A te importa, Kurotsuchi?”

"Assolutamente no."

Al nonno si era gonfiata qualche vena in faccia, sembrava più arcigno del solito.

"Comunque di questo parlavo. Di come quest'ultima esecuzione fosse personale per voi." Concluse Kurotsuchi, con fermezza.

"Personale? Tipo te che, tre mesi fa, sei andata da sola a cercar rogne dal peggior traditore della storia di Iwa. Ah ah, che coraggio! Ma tanto di cappello."

Kurotsuchi non aveva voglia di ridere. Le tremavano ancora le braccia.

Distolse lo sguardo dalla sagoma compatta dello Tsuchikage e non volle guardare altro che la strada, la fermezza era sparita dalla sua voce.

"L'ho mancato…"

Il nonno le cinse amorevolmente le spalle. "Iwa pretende, ma dà anche. L'hai mancato, ma il villaggio ti é riconoscente. Il daimyo anche." 

Il leader di Iwa guardò in fondo al crepaccio, oltre il ciglio su cui sedeva. 

"Un giorno non lontano io farò un passo indietro e tu sarai Tsuchikage. Noi ninja passiamo, ma la Volontà di Pietra resta. Tu non mi abbandonare, Kurotsuchi. Resta coraggiosa." 

Lo Tsuchikage accarezzò i capelli della nipote. 

"Resta."




 
   
 
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