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Autore: Theironlady    10/02/2022    0 recensioni
"C’era una bambina che le sedeva accanto, minuta, intimidita e silenziosa, e tutti si rivolgevano a lei, parlandole come se fosse un’adulta, aspettandosi che rispondesse e che agisse da tale"
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Integra Farburke Wingates Hellsing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli occhi di Integra si chiusero lentamente. Era tardi, forse notte fonda, non lo sapeva bene, e la penombra di quella stanza non aiutava. Si era addormentata sulle sue carte, il rimasuglio dei sigari che aveva fumato riempivano il posacenere, non lo svuotava da un po’.
“Dannazione” pensò “forse devo prendermi una pausa”. Si passò una mano sulla fronte, massaggiandosi le tempie per alleviare il suo mal di testa, con poco successo. Fu allora che, alzando gli occhi, vide una figura che non riusciva a riconoscere, seduta proprio di fronte a lei, coi gomiti poggiati sulla scrivania.
“Chi sei? Vattene, non ho tempo” disse, con un tono che tentava di sembrare autoritario nonostante la confusione tipica dei sogni più annebbiati, dove tutto è rallentato e ci si sente avvolti in una nebbia soffocante.
“Mi sto annoiando.” La sua voce era acuta e vivace, completamente opposta a quella di Integra, tanto che se ne sentì quasi infastidita.
“Devi andartene, ho molto lavoro da fare adesso.” Ordinò nuovamente, ma non ebbe risposta. Quell’ombra toccava le sue carte, le spostava, prendeva i suoi sigari e li gettava via, sbuffando con tono annoiato e infastidito. All’improvviso, il tavolo del suo studio si trasformò in quello delle riunioni ufficiali della Tavola Rotonda, in cui abitualmente riceveva gli altri membri per discutere delle loro missioni; si ritrovò seduta a capotavola, ma proprio quando stava per prendere la parola si accorse che gli occhi di tutti non erano puntati su di lei. C’era una bambina che le sedeva accanto, minuta, intimidita e silenziosa, e tutti si rivolgevano a lei, parlandole come se fosse un’adulta, aspettandosi che rispondesse e che agisse da tale, ma lei si era ammutolita, guardava le sue mani strette in segno di nervosismo, aveva gli occhi spalancati e un’espressione contrariata in viso.
“Devi rispondere alla domanda di Sir Penwood.” Le ordinò Integra, e comprese immediatamente che nessuno, a parte quella bambina poteva sentirla. Lei scosse la testa, oscillando i lunghi capelli biondi. “Non mi va di rispondere, e non mi va di stare qui. Voglio tornare in camera mia a giocare, mi sto annoiando.”
Integra sbuffò. “E’ un comportamento inaccettabile. Sei il capo dell’organizzazione Hellsing, e come tale non puoi ignorare i tuoi compiti. Prendere parte alle riunioni della Tavola Rotonda è di fondamentale importanza, dunque dovresti rispondere alle domande che ti vengono rivolte.” Rispose, portandosi un sigaro alle labbra e accendendolo.
“E tu dovresti smetterla di fumare quei cosi, puzzano da morire” tossì lei, cacciando via il fumo con la mano e causando alla donna una risatina divertita. “Adesso dici così, ma un giorno cambierai idea.” Le rispose facendo spallucce e appoggiandosi più comodamente alla sedia.
“Allora, hai intenzione di ignorare Penwood per tutto il giorno?”
“Lo ignoro quanto mi pare. E poi queste faccende burocratiche non fanno per me … io non ci capisco nulla, e anche se Walter passa interi pomeriggi con me a spiegarmi come funzionano, io mi annoio.”
Integra poggiò il sigaro sul posacenere e batté lievemente con l’indice su di esso per far cadere la parte incenerita “Suvvia, puoi rispondergli quello che ti pare. Conosci tutto su vampiri e creature della notte, sai tirare di scherma, sai sparare e inoltre, se chiunque di loro dovesse crearti dei problemi, hai Alucard a tua disposizione.” Disse, sorridendo compiaciuta.
La bambina alzò lo sguardo verso di lei, ridacchiando con lo stesso tono. “Hai ragione, Alucard sì che è uno spasso. Se gli rispondo e chiudo la riunione, poi posso sfidarlo con la spada? Prometto di non ferirlo gravemente!” esclamò, sorridendo energicamente, come se di colpo fosse stata caricata da una raffica elettrica. Integra le rivolse uno sguardo materno e accogliente, annuendo in risposta alla sua domanda. “Però poi ricordati di chiuderlo nei sotterranei, un giorno ti sorprenderai di quello che può combinare se lo lasci scorrazzare in giro.” Commentò, sorridendo tra sé e sé.
Mentre guardava la bambina sistemarsi i capelli all’indietro e iniziare a parlare con convinzione, l’immagine le si andava dissipando, svanendo sempre di più, finché si ritrovò nuovamente nel suo studio, con la testa ancora poggiata sulle sue scartoffie.
“Avresti potuto dirmelo che trovavi la scrivania più comoda del tuo letto”. La voce profonda di Alucard giunse alle sue orecchie e Integra mormorò una risposta confusa, ancora in dormiveglia, e dopo qualche momento si sentì sollevare dalla sua poltrona per ritrovarsi avvolta tra le braccia del vampiro, che la stringeva saldamente al suo petto. Il profumo di lui aveva il potere di farla sentire a casa e al sicuro, un odore ferroso e antico, come solo quello di un vampiro poteva essere. Eppure era così accogliente che si strinse a lui, finché si ritrovò poggiata morbidamente sul suo letto, con una coperta leggera poggiata sulle spalle.
“Nonostante tutto, rimarrai sempre la mia bambina, Integra”. Sussurrò Alucard, prima di sdraiarsi accanto a lei e addormentarsi silenziosamente.
 
   
 
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