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Autore: Doux_Ange    12/02/2022    1 recensioni
Perché Sanremo è Sanremo, le canzoni spesso raccontano la nostra vita meglio di noi, e a tutti piace commentare il Festival. Anche ad Anna, Marco, e tutti gli altri...
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Olivieri, Marco Nardi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutti commentano Sanremo
 
MARCO’S POV

È una questione di
Chimica chimica
Chi-chi-chi-chi-chi-chi
Chimica chimica
 
Grillo, la pianti per cortesia?! Ma perché devi rovinarmi il mood, Marco? Uffa! Perché è da quando ho messo la prima busta di pop corn nel microonde che canticchi e mi stai facendo impazzire. È una canzone in tema… si sta verificando una reazione chimica in questo momento. Guarda, lasciamo perd-
“Ehi, sono pronti gli snacks?!” mi chiede il maresciallo entrando in cucina, pronunciando la parola snacks esattamente per come si scrive. “… Sta per iniziare!”.
Alzo gli occhi al cielo: non solo i pop corn li doveva preparare lui e ha scaricato la colpa su di me, ora ha pure premura. Mentre tiro fuori l’ultima ciotola dal microonde, mi guardo attorno: il soggiorno del Maresciallo è sovraffollato di persone, riunitesi volontariamente - chi più, chi meno - per vedere la finale di Sanremo. Io faccio parte di quella cerchia che è stata costretta a venire qua stasera. Attenzione, non è che non mi piaccia il Festival: è solo che per Cecchini questo evento è l’Evento, con la E maiuscola. E nessuno è stato in grado di dirgli di no, quando ha proposto di assistere alla finale tutti insieme - anche perché è praticamente impossibile, perché ci ha obbligati.

Ed eccoci quindi qui riuniti a casa Cecchini per sei lunghe ore - come minimo - di musica. Ci siamo proprio tutti: da Don Matteo a Pippo, dalla signora Elisa a Chiara, parte della caserma e perfino Natalina è stata convinta dal Maresciallo a venire. E ci sono anche loro due: Ines e Anna. La mia iniziale reticenza a partecipare alla serata era dovuta a questo. Anche se le cose con Anna sono visibilmente migliorate negli ultimi mesi, la rinnovata amicizia a volte mi sta un po’ stretta, e giornate di ‘festa’ come oggi mi ricordano solo cosa ho buttato via. E quanto sarebbe stato diverso se-
“Marco! Ti sbrighi?! Ti ho tenuto il posto qua vicino a me e Anna!” urla la piccola Ines dal divano, interrompendo il mio flusso di coscienza e facendomi cenno con la mano di raggiungerle. E nonostante i pensieri tristi appena avuti, non posso che acconsentire alla sua richiesta e prendere posto accanto a loro, con la nostra ciotola di pop corn tra le mani e un sorriso in volto a specchiare quello della piccola.
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“Quanto mi piace 'sta canzone!” commenta già Cecchini non appena la prima melodia si diffonde dal televisore. Tutti, me compreso, si girano verso di lui inarcando un sopracciglio.
“Maresciallo, è l’Inno di Mameli, questo,” esclama Chiara in tono esasperato dando voce al pensiero collettivo.
 “Fratelli d’Italia, l’Italia s'è desta, dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa…” prende a cantare Pippo, in piedi con la mano sul cuore.
“Che sta facendo ‘sto scemo? Pippo!” lo richiama Cecchini, ma il sacrestano continua imperterrito tra le risate di tutti.
“A’ Marescia’, l’inno va sempre cantato n piedi co’ la mano sul core,” afferma poi, convinto, una volta terminato di cantare e motivando le sue azioni, quando la musica finalmente si conclude. La risata di Anna, camuffata dalla mano con cui ha cercato di nasconderla, ha attirato la mia attenzione mentre sullo sfondo Cecchini e il sacrestano continuano a beccarsi. Pochi secondi dopo i suoi occhi incrociano i miei e in rimando ricevo un sorriso divertito, prima che lei torni a rivolgere l’attenzione allo schermo. Trovata anche tu una melodia bella, Marco? Ah, quanto ti piace il suono della sua risata… Scuoto la testa, mettendo tacere la voce del Grillo e rivolgendo la mia attenzione allo schermo.

All’entrata in scena di Amadeus, tutti prendono finalmente posto per assistere allo spettacolo che si prospetta all’orizzonte. Il Maresciallo è il più entusiasta della situazione, nemmeno a dirlo, non perdendo ovviamente occasione di commentare su tutto e tutti, dai look alle canzoni, dal presentatore ai cantanti, senza dimenticare gli spettatori seduti con lui in soggiorno davanti alla televisione che non sono mai d’accordo con quello che dice. E siamo solo ai primi tre brani! Sarà una serata memorabile
Credo proprio che Grillo abbia ragione.
 
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Il prossimo cantante in gara è Iva Zanicchi!”

“A’ Marescia’, tocca alla Zanicchi, tocca,rimarca Pippo interrompendo l’ennesimo battibecco tra Natalina e lo stesso Cecchini circa la precedente esibizione di Rkomi.
“Uh, mi piace il suo pezzo. Un classico… un classicone, diciamo… poi lei c’ha ‘sta voce bella bella, anche se Nilla Pizzi è meglio, se devo scegliere una delle due,” replica il Maresciallo. È fissato con la Pizzi, ahahahah, ridacchia il Grillo nella mia testa.  
“Lei preferisce sempre Nilla Pizzi, Maresciallo. Peccato non essere potuti andare a vedere il suo concerto…” afferma Anna, guardandomi di sottecchi e ridacchiando.
“Il tour in paradiso era sold out, mi spiace,” rispondo io, ridendo insieme a lei.
“’Sti giovani. Chi li capisce è bravo,” ribatte Cecchini - che ovviamente deve dire la sua - guardandoci perplesso e rivolgendosi poi a Don Matteo in cerca di sostegno.
“Eh certo, loro sono strani,” risponde il prete, divertito, calcando con enfasi la parola ‘loro’.  
“Se ricorda Marescia’ quando la Zanicchi è venuta a Gubbio a canta’?” chiede a quel punto il sacrestano mentre le immagini della stessa artista che chiacchiera amabilmente con i presentatori prima di cantare vengono trasmesse sullo schermo.
“Nell’88, come no! Concerto memorabile…” risponde Cecchini.
“Ma che ’88, Marescia’! Nell’89 è venuta 'a Zanicchi, nun se lo ricorda?” replica però Pippo, allargando le braccia esasperato. I due iniziano a battibeccare avanti e indietro per la data che ritengono corretta per qualche secondo, finché Elisa non interviene per sedare gli animi.
“Non ricominciate con la storia della Zanicchi!” esclama, seguita dalle risate di tutti i presenti ricordando l’evento, mentre il mio sguardo si sofferma su Anna che, come me, non sta ridendo affatto ma si fissa ostinatamente le mani prima di spostare lo sguardo su Ines, che non ha idea di cosa stiano parlando tutti. Ma prima che io possa intervenire e tentare di distrarre Anna, dalla televisione partono le prime note della canzone e il Maresciallo zittisce tutti per godersi la performance…
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ANNA’S POV

“Settimo cantante in gara: Noemi!”

Accanto a me sento Ines afferrarmi il braccio. “Questa è una delle canzoni che ti piacciono, vero?”, mi chiede tutta felice. Annuisco in risposta, mentre sullo sfondo sento Cecchini commentare come anche a lui la canzone piaccia. Mentre torno a focalizzare la mia attenzione sulla tv, sento un paio di occhi osservarmi attentamente. Alzando i miei, mi concentro sulla persona che mi sta fissando con un sopracciglio inarcato e sul volto l’espressione di chi ha capito più di tutti. Mia sorella Chiara accenna un sorriso che vale più di mille parole. Ehi, io sono quella che ha capito più di tutti perché ti piace la canzone! Afferma offesa la Vocina nella mia testa…
 
…Forse avrei dovuto solo chiedermi se c'è
Una strada dove continuare senza te….

Ero talmente concentrata a osservarmi intorno che nemmeno mi sono accorta che la canzone è nel frattempo iniziata. Questa frase mi colpisce tutte le volte. E questa sera non posso fare a meno di voltarmi alla mia sinistra e osservare Marco intento ad ascoltare la canzone. Esiste una strada dove continuare senza di lui? Se esistesse, forse non avrei avvallato nemmeno l’idea di restare amici. Perché nonostante tutto, una vita senza Marco non la riesco a contemplare, qualunque sia il tipo di relazione tra noi. Al di là del male che mi ha fatto, di quello che è successo, lui c’è sempre stato. E non ha mollato la presa, pregandomi ogni giorno di perdonarlo. E sono contenta di averlo fatto.
 
…So che è un po' da stupidi fare finta di niente
Perché ad aspettare dei miracoli ci togliamo i secondi
e non c'è più cura per riprenderli…
 
Non è che è un po’ da stupidi fare finta di niente, lo è completamente. Sempre a sentenziare tu, Vocina? Non sto sentenziando, dico la verità, o no? Pensaci. Forse non ha tutti torti. È vero, ci siamo fatti del male, ma si può essere solo amici dopo tutto quello che c’è stato tra noi? Anzi, si può essere amici?
Il fatto è che torniamo sempre al punto di partenza: non riesco ad andare oltre il problema e non riesco nemmeno a eliminare del tutto la sua presenza dalla mia vita. Perché non ce la faccio a dimenticare cosa è andato storto pur avendolo perdonato, e allo stesso tempo non sono capace neanche di escluderlo dalla mia quotidianità, sfera professionale o privata non cambia. È più forte di me.
I miracoli esistono, va bene, ma sono eventi più unici che rari. Noi, il nostro, lo abbiamo già ricevuto una volta. Ha senso, aspettare che ne arrivi un altro? Soprattutto considerato che l’impasse ce la siamo imposta da soli e niente si muove davvero.
E voltandomi nella sua direzione ora, mi ritrovo a fissarlo negli occhi, anche lui girato verso di me. Forse non sono solo io a pensare che stiamo perdendo tempo. Che se continuiamo così, sprechiamo secondi che non torneranno. Non ci sarà mai modo di riaverli indietro, e più tempo passa più sottraiamo momenti che potremmo condividere in modo diverso. Il suo sguardo mi dice che probabilmente anche per lui è così. Perché, hai pure il dubbio? Ti sta chiedendo perdono da un anno, quel disgraziato!
 
…Più mi guardi più credo che la parola sia l'unico proiettile
A dividere questo nodo tra me e te…

I nostri occhi sono ancora incatenati in una battaglia silenziosa. È più facile capirsi così che attraverso le parole. La canzone dice bene. Ci siamo detti tante cose nel corso dell’ultimo anno. Oppure no, forse in realtà nessuna di queste cose aveva reale valore ed è come se non ci fossimo detti nulla. Non abbiamo mai parlato veramente, ma abbiamo usato le parole come proiettili, mirando a farci male a vicenda attraverso quelle, piuttosto che le azioni. Il tradimento ha fatto male sì, ma mai quanto le bugie e le frasi che ci siamo detti. Abbiamo buttato alle ortiche tutto. Entrambi. Perché ho capito - finalmente - che è anche colpa mia. E per questo l’ho perdonato per quella notte. Ma non possiamo rimangiarci quanto detto. Quel che è fatto, è fatto, ed è proprio questo che ad oggi continua a dividerci. C’è sempre un nodo che ci frena.
Ma quando incontro i suoi occhi, le parole di mia madre che mi dice di guardare oltre i gesti e mirare al cuore tornano a riecheggiare forti. Vedo Marco, l’uomo impossibile di cui mi sono innamorata anni fa. Vedo quello che eravamo, insieme. Ma rivedo e sento anche, come lame, le parole che mi disse in sagrestia il giorno che doveva essere il più bello della nostra vita insieme. E fa terribilmente male. Talmente tanto che devo rompere l’incanto che si crea inevitabilmente ogni volta che i nostri occhi si incontrano, rivolgendo la mia attenzione di nuovo alla televisione, mentre percepisco lo sguardo di molti presenti su di me, quasi come se tutti avessero intuito quanto la canzone mi rappresenti.
E mentre la canzone volge al termine, non posso fare a meno di essere d’accordo con un altro dei suoi versi.
 
…Servirà un po' di fortuna per capire meglio noi chi siamo…

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MARCO’S POV

Durante la canzone di Noemi ho sentito come il mondo fermarsi. Anna ha incrociato il mio sguardo e per un momento tutto intorno è svanito, ridotto a sottofondo ovattato. Ma l’incanto si è interrotto quando sul finire della canzone lei ha rivolto nuovamente lo sguardo alla tv, lasciandomi da solo a capire cosa fosse successo. Terminato il brano, il chiacchiericcio dei commenti mi riporta alla realtà. “A te quale canzone piace?” mi chiede Ines, tirandomi la manica della camicia per attirare la mia attenzione. Prima che io possa rispondere la voce di Amadeus dalla televisione riecheggia:
 
“Siamo all’ottavo cantante in gara. Ho il piacere di presentarvi: Fabrizio Moro!”

Voltandomi verso la piccola, le faccio cenno con la testa verso il televisore: “La sua”. Lei mi sorride, uno strano scintillio nei suoi occhi.
“Ottima scelta.”
Dalla poltrona interviene anche Cecchini.
“Questa canzone mi ricorda tanto vo-”comincia a dire, ma prima che possa finire la frase, Elisa - seduta accanto a lui - lo blocca con una lieve gomitata, un’espressione indecifrabile in volto. Mi guardo attorno senza capire cosa sia appena successo, visto che molti dei presenti stanno guardando verso di me. Awkwaaaard. Scuoto la testa per silenziare Grillo, mentre le prime note della canzone riempiono l’aria…
 
…Sei tu che dai origine a quello che penso
La distanza compresa fra me e l′Universo
Il motivo per cui la mia vita è cambiata
Sei tu che hai visto i miei sbagli ma non l'hai giudicata…

Ah. Ecco spiegato il comportamento di Elisa.
Quando si dice che una canzone può essere la sintesi della tua vita. Come sei diventato romantico… Sono diventato tante cose negli ultimi anni, caro Grillo. Però è la verità. La mia vita è cambiata il giorno in cui l’ho conosciuta. Volente o nolente, quella mattina in piazza il mio modo di vedere, agire e pensare è mutato. Grazie a lei. All’unica donna che una volta superata l’apparenza, ha smesso di giudicarmi. Mi ha capito come nessuno aveva mai fatto. E da allora, come direbbe Benigni, conosco una sola maniera di misurare il tempo: con lei e senza di lei. Non avrei mai pensato che conoscerla potesse avere un tale impatto sulla mia vita. Ma è successo. E ho imparato a superare le mie paure. Tranne una: quella di perderla. E mentre la osservo intenta ad ascoltare Moro cantare, penso a quanto io sia fortunato che sia ancora qui, nonostante tutto e tutti, nella mia vita, e viva.
 
…Sei la cosa più bella che ho sempre difeso
E hai sconfitto i miei dubbi quando io mi ero arreso…

Sono passati pochi mesi da quando ho rischiato di perderla per sempre. A quel punto non contava più il modo in cui sarebbe stata ancora parte della mia vita. La cosa importante è che lei vivesse. Perché non potevo, e non posso immaginare un mondo senza di lei. Perché Anna è tutto quello che ho sempre voluto, senza che lo avessi previsto o immaginato. Ed è l’unica che ho cercato di proteggere in ogni modo, anche alla cieca quando non avevo altre possibilità.
Perché lei ha compiuto il miracolo. È riuscita nell’incredibile impresa di farmi capire che gli errori e i dolori vanno superati. Mi ha raccolto da per terra e mi ha aiutato a credere nuovamente nell’amore quando avevo perso ogni speranza. E per questo ogni giorno fa più male pensare che non è più mia per colpa di una stupida notte in cui sono ricaduto nel buco nero delle mie paure, di quella paura.
 
…Mi hai visto credere in me e poi non crederci più…

I mesi successivi al suo ‘funerale’ sono stati difficili. Ho capito di non poter più far parte della sua vita come prima e come invece avevo comunque sperato, e per un periodo la cosa mi ha quasi eclissato. Dirlo al suo capezzale in ospedale era stata la preghiera di un uomo disperato, ma la realtà è ovviamente ben più difficile da accettare. Dopo mesi a sperare che perdonasse quella notte, una volta ottenuta la sua indulgenza è come se mi fossi trovato smarrito nel deserto. Avevo creduto in me, nella possibilità di riconquistare la sua fiducia, e in verità ce l’ho fatta, contro ogni previsione. Ma una volta ottenuta, nulla è tornato come prima. È ricominciato tutto da capo. E io mi sono sentito come all’inizio: incapace di credere di nuovo nell’amore. Perché anche lei aveva creduto in me, e poi si era ritrovata costretta a tirarsi indietro davanti a quello che avevo fatto. Riavere la sua fiducia non è bastato, e ho il terrore che non sarà mai sufficiente. Non per me.
Ma quando la guardo negli occhi, capisco quanto io sia nel torto. Perché non posso smettere di credere in quel sentimento magico. Perché io la amo come il primo giorno. Più del primo giorno. Bravo, non arrenderti!
Mentre la canzone volge al termine, mi giro verso Anna, come se una forza sovrannaturale mi stesse richiamando a sé. Trovo due iridi verdi, velate di lacrime non scese, che mi osservano. Un sorriso - amaro - si fa strada sul mio volto. Ma a sorprendermi è che sul suo ne appare uno vero, sincero, che mi rincuora. Niente è come prima, ma niente è ancora perduto. Perché ogni mio gesto, ogni mia azione, è frutto dell’uomo che sono diventato con, e grazie a lei. Il motore di tutto è lei. E in quel sorriso e in quegli occhi ripongo ancora speranza.
 
…Il mondo che passa attraverso i miei occhi
Sei tu…

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UHHHH adesso si ballaaa! Inizio a credere che Grillo viva di vita propria rispetto a me, mentre si esalta per la successiva canzone. Come se a te non piacesse ‘sta canzone.
E a quanto pare piace anche ai biscottini. L’attenzione di tutti si è spostata su di loro, intenti a chiacchierare allegramente come due teenager sulla canzone. “Dobbiamo andare assolutamente a ballare la settimana prossima…” sento dire ad Elisa, “è un po’ che non andiamo!” mentre il Maresciallo per sua parte alza le mani al cielo ballando e cantando a tempo con la musica in tv…
 
Dove si balla
Fottitene e balla
Tra i rottami
Balla per restare a galla

Ben presto anche Chiara e Anna si uniscono ai due biscottini, cantando e ballando da sedute al ritmo incalzante della canzone, mentre Ines saltella in piedi sul divano accanto a me.
Ero dubbioso sulla serata, ma più mi guardo attorno, in questa gioiosa compagnia, più sono felice di poter dire che ho fatto bene a venire, che mi sto divertendo e che ci voleva un momento di festa come questo.
 
Ma va' a capire perché si vive se non si balla

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Mentre nella stanza torna una semi-tranquillità dopo i minuti di festa precedenti, in televisione Amadeus ha invitato Sabrina Ferilli a procedere con il suo monologo, che se ho capito bene è un ‘non monologo’, ma non ci giurerei visto che, nel frattempo, nel soggiorno di casa Cecchini l’attenzione si è spostata su un altro argomento.
“La mia co-conduttrice preferita comunque è stata quella di ieri sera,” afferma Chiara dalla sua postazione per terra accanto al divano.
“Anche a me, m’è piaciuta. Tanto caruccia…” annuisce Natalina dalla sedia vicino al tavolo da pranzo. “Concordo. Com’è che si chiamava?” chiede Elisa, incapace di ricordare il nome.
“Maria Chiara qualcosa,” risponde Barba.
“Giannetta. Tra l’altro, non so se vale pure per voi, ma a me ricorda tanto te, Anna,” conclude Chiara, voltandosi a fissare la sorella. A ripensarci ha ragione, la somiglianza è incredibile. Oserei dire che potrebbero essere la stessa persona. Commenta Grillo. In effetti…
“A me, m’è piaciuto il siparietto con l’altro attore. Maurizio Lastrico. Il cognome me lo ricordo perché c’è l modo di dire-” interviene Pippo a un certo punto, interrotto come al solito da Cecchini.
Cadere sul lastrico, bravo Pippo,” commenta. Nessuno di noi si cura di correggerlo, tanto ormai siamo abituati alle sue storpiature, il monologo della Ferilli completamente snobbato da tutti.
“Sììììì, anche a me è piaciuto. Sono stati divertentissimi. E poi lui assomigliava tanto a te, Marco. Avete lo stesso naso,” dice rivolgendosi a me la piccola Ines, mentre tutti scoppiano a ridere, Anna compresa.
“Dopotutto volevi fare l’attore da piccolo, nonostante il naso,” commenta tra le risate quest’ultima. “Non è che hai una doppia vita?”
“Nah, lui non è simpatico come quel comico,” interviene Cecchini.
“Ehi!” rispondo, offeso. “Io sono simpatico”. Tu credi di essere simpatico anche quando non lo sei. Grillo, ma tu da che parte stai?!
“C’era sicuramente molta sintonia tra i due. E hanno messo su uno sketch divertente e a tema,” interviene Chiara, prima di fare una faccia strana. Poker face si chiama. “Ehi, ma ci pensate che quei due assomigliano a Marco e Anna e hanno pure la stessa sintonia? Che coincidenza!”
Io e Anna ci guardiamo leggermente imbarazzati dal commento di Chiara, mentre gli altri ridacchiano a nostre spese e Ines ci osserva sorniona, trovandosi in mezzo a noi. Ehhh, queste relazioni ‘speciali’
Prima che la situazione possa diventare ancora più imbarazzante, i commenti si interrompono all’annuncio del successivo artista in gara. Per stavolta ti sei salvato.
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INES’ POV

Mentre guardo, ridacchiando, Anna e Marco imbarazzati dai commenti di tutti, la mia attenzione viene richiamata dalla televisione, dove la gara sta ricominciando.
 
“Con il codice dieci, canta: Elisa!”

Ecco, l’inizio di questa canzone potrebbe descrivere bene bene proprio il mio tatuatore legale e Anna.
 
…Ti capirei se non dicessi neanche una parola…

Ogni tanto si perdono a guardarsi per minuti interi, senza scambiarsi una parola e nemmeno se ne accorgono. Mi diverte molto osservarli, come poco fa. E come altre volte già solo questa sera. E non credo che sia un caso il fatto che tra le loro canzoni preferite ci fossero quella di Noemi e di Fabrizio Moro. Sarò anche piccola, ma come dice Marco sono furba per la mia età. Ma soprattutto mi piace osservare e ascoltare. Abitando sola con la mia nonna ammalata, ho dovuto imparare a capire quello che lei non sapeva dire, e anche gli altri grandi che si esprimono sempre in modo strano, e tante cose neanche le dicono. Anna e Marco sono uguali, ma a modo loro, perché comunicano tanto così. Ed è tutta la sera che si scambiano strane occhiate e gli altri li prendono in giro e li osservano. So che Anna ha una specie di storia con il mio papà, ma quando osservo loro due insieme, non ci penso più. E credo neanche Anna. È come se fossero in un pianeta tutto loro e sembrano anche più felici. Gli adulti sono proprio strani.

MARCO’S POV

Sapessi quanto, Ines. ‘Sapessi quanto, Ines’ cosa, Grillo? Oh niente, non ti preoccupare Marco…
 
…Sarò, tra le luci di mille città, tra la solita pubblicità,
quella scusa per farti un po' ridere
E io sarò, quell'istante che ti porterà una piccola felicità,
quella stupida voglia di vivere sempre…

Anche la canzone di Elisa mi piace molto. Mi piace pensare che Anna possa ritrovarmi nei dettagli di ogni giorno, quelli apparentemente inutili ma che invece danno un senso a tutto. Mi piace pensare di essere la scusa per fare un po’ ridere la mia Anna. Mia… non lo è più, lo so. Ma è più forte di me. Come è più forte di me volerla far ridere sempre, a qualsiasi costo, anche con battute terribili. Mi piace vederla ridere, mi piacciono il suono della sua risata e gli occhi che le si illuminano. Certo che stai proprio sotto tutta Trenitalia, Marco. Sì, Grillo. Come se non lo sapessi. Maledetto l’alcol, maledetto il Pakistan e maledetto Coso. Ma soprattutto maledetto me stesso. Che avevo tutto e ho perso la cosa più bella che mi fosse capitata.
E mentre mi volto, per la milionesima volta questa sera, verso Anna, mi ritrovo nuovamente perso nelle iridi verdi di cui mi sono innamorato…

ANNA’S POV
 
…Mille volte ti ho cercato, ti ho pensato un po' più forte nella notte ancora
Mille volte quella musica risuona in ogni parte nella notte…

È come se le parole della canzone mi avessero portato istintivamente a voltarmi verso di lui. A cercarlo. Come mille altre volte questa sera e in passato. Questa serata doveva essere di svago, e mi ritrovo invece trasportata dalla musica a rimuginare come sempre, come è nella mia natura. Dire che sono confusa è poco. Ho promesso a un uomo di aspettarlo, gli ho chiesto di lasciare a me la decisione finale sul fatto che ne valga o meno la pena. E nel frattempo mi ritrovo a condividere giorno dopo giorno la quotidianità con sua figlia e il suo tutore legale, che è il mio ex fidanzato, che dovrebbe essere soltanto un amico; ma se nella testa tutto ciò vale, tra le crepe del mio cuore non sono certa Marco possa essere etichettato come tale. Il nostro passato risuona nella notte ogni volta che i nostri sguardi si incrociano. Ritorna ogni volta che non me lo aspetto, si presenta di nuovo quando neanche lo cerco.
E so che non dovrei, ma ci sono anche i momenti in cui invece lo cerco di proposito, in cui ho bisogno di ritrovare quegli istanti. Quando sono sola, nei frammenti di tempo in cui sono più indifesa e troppo stanca per capire che non sarebbe il caso. Com’è nella mia indole, mi rendo la vita difficile da sola.
So per certo di non essere l’unica confusa. E che chi mi sta attorno vede che le cose non sono semplici e chiare come vorrei che fossero.
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VOCINAAAAAAA! Dove sei? Sta per partire la nostra canzone preferita!

Eccomi, eccomi. Che cosa urli! Non sono mica sorda! E poi tutta ‘sta fretta, manco hai fatto spazio per ballare! Tu sposta il tavolino, mentre io sposto il ‘sacco di polvere’, qua…

Ehi, ehi, ehi! Molla il mio pouf!

Certo che voi Nardi siete fissati con ‘sti cosi…

E voi Olivieri siete fissate a spostarli! OCCHIO! ECCO CI SIAMO!

Semmai orecchio... Va’ che caciara che stan piantando su tutti in soggiorno, hahahahahah!

MARCO’S POV

Non so bene come mi sono ritrovato ad assistere a cosa sta accadendo. Un attimo prima Amadeus annunciava il tredicesimo cantante in gara e un attimo dopo in soggiorno è scoppiato il delirio. Alle prime note, Chiara si è alzata di botto urlando, “Questa è la mia canzone preferita, non si può stare seduti! Qua si deve ballare! Vieni Ines, facciamo vedere agli altri come si segue Sanremo!”
 
…Come stai, bambina? Dove vai stasera?
Che paura intorno, è la fine del mondo
Sopra la rovina sono una regina (sono una regina)
Ma-ma-ma, ma non so cosa salvare…
 
Le due stanno improvvisando un balletto sulla canzone quando, all’arrivo del primo ritornello, Ines trascina una riluttante Anna a ballare con loro, prendendole le mani e saltellando.
 
…Con le mani, con le mani, con le mani, ciao, ciao
Con i piedi, con i piedi, con i piedi, ciao, ciao…

Le seguono immediatamente anche Natalina ed Elisa, trascinando nella mischia anche Pippo e Cecchini, mentre gli altri restano seduti a canticchiare, compreso incredibilmente anche Don Matteo.
 
…Con la testa, con il petto, con il cuore, ciao, ciao
Con le gambe, con il culo, coi miei occhi, ciao…

Osservo la scena, divertito. Si stanno scatenando tutti come fossero in discoteca. Pippo è una visione sull’ultimo verso, con un movimento d’anca da non perdere. Cecchini invece di tutto il balletto sa fare solo ‘Ciao ciao’... a modo suo.
 
…La fine del mondo è una giostra perfetta
Mi scoppia nel cuore la voglia di festa…

Non so bene come, quando e perché, ma all’improvviso qualcuno mi ha afferrato le mani, facendomi alzare dalla mia comoda postazione, e ora mi ritrovo in mezzo a tutti che ballano. Sollevo gli occhi per capire chi mi abbia obbligato ad alzarmi dal divano, e noto con estrema sorpresa che si tratta di Anna, che mi sorride divertita facendomi cenno di ballare con tutti loro. “Non uccidere il mood, Marco!” ridacchia, tirandomi per le mani  e trascinandomi al centro della pista improvvisata per ballare con lei. E anche se a ballare sono sempre sembrato un po’ un cavallo, mi lascio trasportare dalla follia del momento, iniziando a muovermi con tutti gli altri… Inutile dire che sono scoordinato, e che sfiguro terribilmente accanto alla ‘mia’ ballerina, molto più aggraziata di me. Ma non importa. È una festa, e tutto è concesso.
 
…Con le mani, con le mani, con le mani, ciao, ciao
Con i piedi, con i piedi, con i piedi, ciao, ciao…
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Ti prego, guardalo, Vocina! Sembra un cavallo... ahahahah... Non mi sento bene- ahahahah!

Che leggiadri-ahahahahaha!

Mi fa male lo stomaco dal ridere… Che serata memorabile!

Ehi, Grillo, questo pezzo l’hanno dedicato a te!
 
Buonanotte, bonne nuit, e bonne nuit e ciao, ciao

Ah-ah, che simpatica che sei… Ma per tua fortuna sono troppo impegnato a seguire cosa sta facendo Marco  per arrabbiarmi. Oddio, ha pestato un piede a Cecchini! Non ce la faccio, ahahahahaha!

Sto adorando tutto! Hahahaha, ho i crampi, basta! Ahahahahah…
Ehi ehi! Sta arrivando l’ultimo ritornello. Facciamo vedere come affrontano la situazione due professionisti, Grillo. Pronto?

Of course!

CON LE MANI, CON LE MANI, CON LE MANI, CIAO, CIAO  *Vocina canta e Grillo balla*
CON I PIEDI, CON I PIEDI, CON I PIEDI, CIAO, CIAO *Grillo canta e Vocina balla*
E CON LA TESTA, CON IL PETTO, CON IL CUORE, CIAO, CIAO * Vocina e Grillo cantano e ballano insieme*
E CON LE GAMBE, CON IL CULO, COI MIEI OCCHI, CIAO *Mentre finiscono di cantare Grillo inciampa nel pouf, cadendo di faccia*
AHAHAHAHAHAHAHAHAHA!
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ANNA’S POV

Mentre la gara prosegue, nel soggiorno di casa Cecchini stiamo cercando di recuperare tutti il fiato dopo la baldoria dovuta alla canzone de La Rappresentante di Lista. Cecchini si sta facendo aria con una rivista sul filet, mentre Pippo sembra in procinto di sciogliersi sulla sedia. Mia madre, che ha lasciato il gruppo a metà del brano, sta facendo ora ritorno con un cabaret di tazze contenenti della cioccolata calda. Come se ora avessimo freddo. Vocina! Che ho detto di male, siete tutti sudati! Comunque, al cioccolato non si dice mai di no.
Consegnata ad ognuno la propria porzione, mia mamma è tornata a prendere posto sulla poltrona accanto a Cecchini, giusto in tempo per la prossima canzone in gara…
 
“Siamo al quindicesimo cantante in gara. È il momento di Mahmood e Blanco”

E con la cioccolata calda su ‘Brividi’, la battuta me la servi su un piatto d’argento, però… Zitta, Vocina non ci provare!
“Ehi, Anna, tutto bene?” mi chiede Ines. “Sembra che stai litigando da sola...” Maledetta Vocina che mi fai fare ‘ste figure!
“Tutto a posto, tranquilla. Mi sono bruciata la lingua con la cioccolata. Niente di grave,” cerco di spiegare, facendomi aria con la mano così da rendere tutto più credibile. La piccola non sembra convintissima della mia risposta, ma la accetta comunque rivolgendomi un sorriso. “Questa è la canzone che vincerà secondo me, tu che ne pensi?” mi chiede poi. “Che è una canzone molto bella. Anch’io credo sia una delle favorite…” rispondo.
“Una delle favorite? Siete serie? Questa canzone è scritto che vince da martedì…” ribatte Chiara. “Solo Alessandro Borghese potrebbe ribaltare la classifica a ‘sto punto!” conclude, mentre Marco scoppia a ridere, insieme a molti dei presenti.
Nel frattempo la musica inizia a risuonare nella stanza e mia madre richiama tutti a far silenzio, per poter ascoltare meglio. È un testo molto bello. A tratti lo sento molto vicino a me…
 
…La tua paura cos'è?
Un mare dove non tocchi mai…

I cantanti evidentemente mi odiano, altrimenti non si spiega come tutti i testi mi ricordino sempre la mia storia con Marco.
 
…Non lasciarmi così, nudo con i brividi
 A volte non so esprimermi…

Ancora una volta, mi giro verso Marco, involontariamente, come se l’universo stesso decidesse per me. Lo osservo: i suoi occhi fissi sul televisore, la tazza di cioccolata nella mano sinistra appoggiata sul bracciolo del divano e un accenno di sorriso sulle labbra. E mentre continuo a fissarlo sento un brivido scorrere lungo la schiena. Non so spiegare cosa lo abbia scaturito. Certe volte veramente non so come esprimermi in situazioni come questa, perché mi sento improvvisamente messa a nudo, in balia degli eventi. Adesso è uno di quei momenti. Forse è per via del modo in cui stanno cantando. Certo, sicuramente è quello. Credici, Anna.
 
…E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E ti vorrei rubare un cielo di perle…

Okay, forse ha ragione Vocina. Non sono le voci. Sono le parole della canzone. E il loro essere perfette per descrivere come mi sento. Perché mentre guardo Marco come sto facendo ora - per l’ennesima volta questa sera - riprovo quanto già espresso. Vorrei poter dimenticare gli errori e le bugie. Curare le ferite e tornare al punto di partenza. A quando eravamo felici e innamorati. Ma non si può. E per quanto vorrei tornare ad amarlo come prima, ogni volta che facciamo un passo avanti, succede qualcosa che ci riporta sette passi indietro. Perché ci provo, ma inciampo sempre negli stessi sbagli, nello stesso orgoglio. Vorrei riportare tutto a com’era, ricominciare, rimediare e mettere tutto a posto. Tornare a quegli istanti preziosi che adesso sfuggono senza controllo.
 
…E pagherei per andar via
Accetterei anche una bugia…

Ogni tanto penso che se invece di restare, fossi partita per il Pakistan avrei evitato tutti questi mesi di sofferenza a me, ma anche a lui. Perché lo so che ci spera ancora a un futuro insieme. Me lo ha detto lui stesso quando gli avevo chiesto del vestito. Ma più passa il tempo più mi chiedo se valga la pena tutto quello che stiamo affrontando. Se in fondo non lo sto solo illudendo con questa amicizia. Perché sto ancora cercando di capire cosa provo io, per lui e per Sergio. Ed è più facile nascondermi dietro a una serie di ‘se’ e di ‘ma’ che affrontare la realtà. Meglio una bugia a fin di bene, che una scomoda verità. Ci sono momenti in cui darei qualsiasi cosa per trovare il coraggio di separarmi da lui. Per smettere di star male.
 
…E ti vorrei amare ma sbaglio sempre
E mi vengono i brividi, brividi, brividi…

MARCO’S POV
 
…Dimmi che non ho ragione
E vivo dentro una prigione…

Sto cercando in tutti i modi di rimanere impassibile ascoltando la canzone. Sto cercando di mascherare cosa sta suscitando in me, soprattutto perché sento addosso le sue iridi verdi che mi trafiggono. Che mi osservano. So, senza bisogno di voltarmi che sta ripensando a noi. A cosa c’è stato e agli errori che abbiamo commesso. Non ho mai avuto bisogno, in questi ultimi mesi senza più ostacoli a posti a fraintenderci, di chiederle cosa le passasse per la testa ogni volta che qualcosa rimandava a un momento vissuto insieme. Perché so che i ricordi fanno bene e male allo stesso tempo, ad entrambi. E che nella sua testa i ‘se’ e i ‘ma’ si sprecano. Come sta accadendo in questo istante. La sua testa è sempre stata un po’ come una prigione. Un luogo in cui si rifugia alla ricerca di risposte, finché non le trova. Ma la ricerca questa volta è più ardua di prima. Perché la paura di soffrire ancora fa questo effetto. E nessuno meglio di me può capirlo. avrei solo voluto evitare di essere io la causa di queste sue paure.
 
…E provo a restarti vicino
Ma scusa se poi mando tutto a puttane e non so dirti ciò che provo…

A questo passaggio della canzone non riesco più a trattenermi e mi volto, incrociando il suo sguardo. Sembra sorpresa all’inizio. Come se non si aspettasse questo mio gesto. E in effetti siamo quasi in fondo alla canzone, ci può stare. Però poi il suo sguardo si rasserena, come se nei miei occhi per un istante avesse trovato pace al suo arrovellarsi. Sono ancora una spalla su cui può appoggiarsi. Qualcuno su cui può contare. Nonostante tutto. E lo sa. Per questo siamo ancora qua e non abbiamo posto fine a quel che ancora c’è tra di noi. Anche se corriamo il rischio ogni giorno di mandare tutto a puttane e sembriamo sempre più incapaci di comunicare davvero…
 
…Questo veleno che ci sputiamo ogni giorno
Io non lo voglio più addosso…

Abbiamo messo da parte le ferite, gli errori, le parole dette e anche quelle mai pronunciate. Siamo di nuovo più che colleghi, ma meno di amanti. Però io non voglio più continuare così. Basta veleno. Basta stare male. Abbiamo ricominciato da capo. E so che anche lei è felice di averlo fatto. Di avermi dato la possibilità di dimostrarle che posso essere un uomo migliore, come le avevo chiesto quel giorno, seduti davanti alla sua scrivania. Perché la cura alle nostre ferite siamo noi stessi, l’uno per l’altra. Le persone che siamo diventati insieme e che ancora ci sono dietro tutte le bugie e il male che ci siamo fatti, involontariamente.
Mentre le sorrido per rassicurare il suo sguardo preoccupato davanti al mio più serio, non posso fare a meno di sentire scorrere su di me un brivido. Di quelli che solo lei sa farmi provare…
…E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E mi vengono i brividi, brividi, brividi…

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La serata sembra iniziata poco fa, quando invece sono già le 23 passate. Cantanti e ospiti si stanno succedendo sul palco dell’Ariston da un paio d’ore abbondanti, mentre nel salotto di casa Cecchini gli ospiti sono intenti a cantare, ballare e parlare del più e del meno. Nonostante un testo sì e l’altro pure mi ricordi la storia con Anna, mi sto divertendo molto.
“Ines inizia a sentire l’ora tarda che si sta facendo…” commenta Anna a un certo punto. Osservo la piccola appoggiata al mio fianco, con gli occhietti semichiusi. “È stata una giornata movimentata per lei, tra la gara di nuoto e questa serata di musica; è anche normale, no?” commento io, senza troppo bisogno di bisbigliare, dato che nonostante il rumore nella stanza la bimba sembra non notarlo. Anna annuisce alla mia affermazione, sorridendo alla piccola, su cui poggia con dolcezza una coperta che Elisa è andata a recuperare nella stanza sua e del maresciallo. Io nel frattempo avvolgo il mio braccio attorno alle sue spalle, così che stia più comoda. Poco mi importa se i miei movimenti d’ora in avanti dovranno essere più limitati, vederla rannicchiarsi felice con la testolina sul mio petto è una scena che vorrei fosse quotidianità, soprattutto se sul divano con me è seduta anche Anna. Esiste qualcuno più masochista di te? Ne dubito… Hai ragione Grillo, questi pensieri mi fanno solo male, ma che ci posso fare?
Sono così immerso nei miei pensieri che nemmeno mi accorgo del fatto che Anna abbia estratto il suo cellulare dalla tasca per scattare una foto a me ed Ines. La guardo alzando un sopracciglio, confuso. “Siete carini insieme, non ho resistito,” si giustifica lei, un lieve rossore sulle guance. Una leggera risata sfugge dalle mie labbra, mentre scuoto la testa.
“Prosegue la gara con il diciassettesimo cantante in gara: Sangiovanni!”

“Questo è il Suo cantante preferito?” chiede Cecchini a Don Matteo, che lo guarda confuso. “Sangiovanni, ome nome… un nome, una garanzia… come si dice?” continua il maresciallo, mentre nella stanza tutti scoppiano a ridere.
“Si dice ‘nomen omen’, Maresciallo… Ma non credo sia questo il caso...” risponde il prete ridendo.
“Ah, dice che non c'entra niente?” risponde lui, mentre Pippo scoppia di nuovo a ridere.
“A’ Marescia’, è un ragazzetto ‘sto qua!” contesta poi.
“E quindi se uno è giovane non può essere religioso? Non te lo ricordi l’ex-ex fidanzato della Capitana?” ribatte Cecchini, facendo gesti con la mano per enfatizzare meglio l’ex-ex indicante Giovanni e non me. “Mo’ non è che tutti quelli che se chiamano Giovanni devono farsi prete o essere santi…” risponde il sacrestano, mentre il resto della stanza ancora ride alla scena.
“Mi tolga una curiosità, Maresciallo. Ma Lei come è diventato carabiniere? Che non me pare molto perspicace…” interviene Natalina a un certo punto.
“Ha parlato Einstein, ha parlato. Perché tu lo sapevi che non c’entrava niente con il mondo ecclesiastico?” risponde piccato Cecchini.
“Chiunque con un minimo di intelligenza, lo sapeva…” risponde Natalina. Mentre il Maresciallo sembra pronto a ribattere però, interviene Elisa a calmare gli animi.
“Perché non torniamo a guardare il Festival ed evitiamo di discutere almeno stasera?” Lancia un’occhiata severa - che vale più di mille altre parole - al suo biscottino, il quale sembra aver recepito il messaggio perché si è zittito tornando a osservare il televisore dopo un “Va bene, va bene…”, seppur non convintissimo.
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“E siamo al diciottesimo concorrente in gara. Signori e signore, Gianni Morandi!”

“Marescia’, questa canzone me piace n sacco!” commenta il sagrestano voltandosi verso Cecchini. “È gagliardo, Morandi. Nun me l’aspettavo na canzone così giovanile da uno della nostra età…”
“’Nostra età’... parla per te! Io sono ancora ciovane…” fa l’offeso Cecchini.
“Seh! Ie piacerebbe, Marescia’!” controbatte Pippo.
“Ah, l’’eterno ragazzo’... per Morandi sì che si può dire nomen omen,” interviene Elisa, guardando il suo biscottino di sottecchi.
 
…Stai andando forte
Apri tutte le porte…

Mentre parte il ritornello, Anna interviene nella discussione.
“Certo che Morandi non è uno che ‘ottimizza le energie’…” commenta, voltandosi verso di me sorniona. “Quasi quasi lo prendo come motivatore personale…” rispondo io cavalcando l’onda della sua ironia, stasera particolarmente in forma.
“Le servirebbe in effetti…”si impiccia il Maresciallo, che gli affari suoi evidentemente non se li sa fare mai.
“… Magari è la volta buona che si alza dal divano, invece che stare stravaccato davanti alla televisione tutto il tempo anzi che andare avanti con la sua vita...” conclude Elisa, giusto per migliorare la mia reputazione. Io li guardo tutti con la bocca aperta sconcertato, mentre l’intera stanza scoppia ridere, loro compresi.
“La stanno a prenne’ ‘n giro, Dotto’,” spiega Pippo dalla sua sedia vicino al tavolo, una volta calmate le risate, mentre io ancora sono scioccato dai commenti. Certo che sei proprio permaloso…
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ANNA’S POV
 
“Diciannovesimo cantante in gara. Anzi, è una coppia: DItonellapiaga e Rettore!”

UHHHHH, il ritornello di questa canzone mi ricorda ‘qualcuno’… Commenta Vocina dal nulla, cogliendomi alla sprovvista. Non ci vuole un genio a capire perché lo ha pensato. Sarò confusa su molte cose, ma la canzone me la ricordo, e anche il ritornello, che è un vero tormentone. Ma a quanto pare non solo la mia coscienza la pensa così, perché a un certo punto sento tre paia di occhi puntarsi sulla mia nuca. Dietro di me ci sono infatti Zappavigna, Ghisoni e Barba, intenti a bisbigliare tra di loro.
 
…È una questione di
Chimica, chimica
Chi-chi-chi-chi-chi-chi
Chimica, chimica…

Chimica, come quella che c’è tra loro…” riesco a percepire, sebbene non so chi dei tre stia parlando, la voce camuffata da una mano. So bene che i miei uomini siano sempre stati grandi sostenitori di me e Marco come coppia. All’inizio della storia avevo un po’ di timore nel mescolare lavoro e vita privata. La caserma assorbe gran parte del mio tempo e di quello di Marco, per cui non è mai stato semplice dividere le due sfere. Ma tutti si sono sempre dimostrati fin da subito felici per noi e non è mai stato un problema - quelle rare volte in cui mi lasciavo andare ad effusioni poco professionali sul posto di lavoro - per nessuno di loro, anzi. Anche perché in genere, se succedeva, misteriosamente diventavo più tollerante, e la cosa era parecchio apprezzata dai miei sottoposti, che accettavano di buon grado le visite inattese di Marco. Sono anche certa che loro, come Cecchini, ancora sperino le cose tornino come prima tra di noi. Perché diciamocelo, quando mai il Maresciallo si lascia sfuggire l’occasione di farsi aiutare da qualcuno di loro nei suoi piani strampalati?
 
…È una questione di trovare quello giusto,
Quello che guardi e per un po’ - solo un po’ -
il mondo fuori è un ricordo alla fine…

“Il Maresciallo ha ragione... è lui quello giusto per lei...” sento ancora giungere dalle mie spalle, sempre incapace di distinguere chi stia parlando. “Infatti, sono fatti l’uno per l’altra. E questa ultima frase li descrive proprio bene…” fa eco uno degli altri, bisbigliando. Sembrano scemi i tuoi sottoposti, ma invece va’ lì che perspicaci…
 
…Se ho gli occhi nei tuoi occhi e le tue labbra sulle mie labbra
La mano sulla coscia incalza e credimi ti dico sì…

Che peccato, questa frase non la commentano? VOCINA! Ops, hahahaha! Sarebbe stato divertente. Gli potevi fornire i dettagli...
Avverto le mie guance andare in fiamme, imbarazzata dal commento della mia coscienza. Perché - ed è meglio che i miei sottoposti non si azzardino a proferire parola in merito - questa situazione la conosco. E il mero ricordo non dovrebbe certo farmi questo effetto. Terrorizzata che sia evidente, mi volto alla mia sinistra, ma Marco sta accarezzando Ines, ancora addormentata, ignaro a quanto pare dei commenti alle nostre spalle. Avvertito il mio sguardo, si volta sorridendomi, la testa che si muove a tempo di musica. Un pensiero mi sfiora in quel momento: forse hanno ragione. C’è una qualche reazione chimica nell’aria quando siamo insieme.
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“Siamo al ventunesimo cantante in gara. Achille Lauro!”

“Per fortuna stasera è vestito…” esordisce Cecchini vedendolo scendere le scale. “Altrimenti Natalina ci sveniva.”
“Mo’ che c’entro io?” risponde la perpetua al commento del maresciallo.
“La prima sera quando si è battezzato sul palco - senza offesa, Don Matteo, non voglio essere blasfemo - sicuramente un po’… t’è piaciuto, di’ la verità!”
“MA COME SE PERMETTE, MARESCIALLO!” urla la perpetua, piccata, mentre io e Marco cerchiamo di dirle di abbassare il tono della voce con gesti vari ed indicando la piccola Ines, che per fortuna però non si è svegliata. Cecchini per sua parte scoppia a ridere alla reazione di Natalina, ignorandoci completamente. “Scherzavo, Natalina… poi è troppo giovane per te…” conclude, mentre mia madre gli tira uno schiaffo sul braccio, conscia che la perpetua ribatterà ancora al commento.
“Ma dico io: perché son venuta qua stasera a farmi prendere in giro da ‘sto maschilista e retrogrado?” Prima che il maresciallo possa nuovamente intervenire però, ci pensa Don Matteo a salvare la situazione.
“Perché, invece di soffermarci alle apparenze, non ascoltiamo la canzone?” suggerisce. La sua voce pacata, seppur un po’ divertita, sembra far breccia in entrambi. Mentre tutti tornano a concentrarsi sulla gara, Natalina interviene un’ultima volta, sussurrando: “Nemmeno avesse il fisico di Rkomi…” Io e Chiara ci guardiamo con la bocca aperta sconcertate, avendo captato entrambe il commento che lei probabilmente voleva passasse inosservato. Hai capito la perpetua…
 
...Città peccaminose
Donne pericolose
L′amore è un'overdose…

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“Il penultimo cantante in gara, si chiama Giovanni Truppi!”

Beh dai, penultimo cantante e siamo solo alle 00.40… ‘Solo’, Vocina? A me pare siamo qua da un secolo, tra ospiti, canzoni e collegamenti vari.
E mentre commento l’annuncio di Amadeus, la voce di Cecchini mi riporta alla realtà.
“Questa canzone a quest’ora per tenerci tutti svegli, eh?” commenta ridacchiando. E mentre molti concordano con lui, sorridendo, mia madre scuote la testa, apparentemente senza condividere la stessa opinione.
“Uomo di poca cultura…” dice, voltandosi verso di lui.
“Che c’entra ora la cultura?”
“Tu proprio non vai oltre il tuo naso, vero? Il testo di questa canzone è una poesia, ma tu ovviamente ti soffermi sulla melodia ritenendola un mero strumento per conciliare il tuo sonno!” fa lei seria e un pizzico seccata. Il Maresciallo non si aspettava questa reazione da mia madre a quanto pare, rimanendo muto di fronte alla sua disamina.
“Che c’è, Maresciallo, la Sua signora l’ha lasciata senza parole? Non è da lei…” commenta la perpetua, felice di ‘vendicarsi’ per prima.
Ma contrariamente a quanto tutti ci aspettavamo, il Maresciallo non risponde a tono a Natalina, ma cede invece alla sua biscottina, un’ammissione di colpa che lascia tutti di stucco. “Hai ragione, tesoro...”.
Mia madre sembra decisa a non lasciarsi colpire dalle sue parole .“Lo dici solo perché non vuoi litigare, ma la verità è che tu certe cose non le sai proprio apprezzare…”
Seguo il consiglio di mia madre soffermandomi ad ascoltare il testo con maggiore attenzione, e non posso che concordare con lei.  Perché è esattamente così che mi sentivo, come la frase del ritornello spiega. Non pensavo esistesse un modo per definire quel sentimento.
 
…Amarti è credere che
Che quello che sarò sarà con te…

“È vero. Ma per te posso provarci, biscottina…” risponde lui. Con la coda dell’occhio noto Don Matteo sorridere, mentre gli altri attorno osservano mia madre e il Maresciallo scambiarsi un bacio, il battibecco già alle spalle. Non posso che sorridere anch’io ai due biscottini, felice per loro, perché si meritano di essere felici.
 
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MARCO’S POV

Dopo che Amadeus ha comunicato la classifica finale fino al quarto posto e lanciato il nuovo televoto per le ultime tre canzoni che si contendono la vittoria, io ne ho approfittato per andare in bagno, un po’ per necessità fisiologiche, un po’ perché dopo aver passato le ultime due ore quasi praticamente immobile per permettere a Ines di riposare, gran parte del mio corpo era intorpidito.
Quando faccio ritorno in salotto, il resto della combriccola sta commentando e scommettendo su chi vincerà. “Ve l’ho detto vincono Mahmood e Blanco, è scritto da martedì,” torna a ripetersi Chiara, con Barba, Ghisoni e Zappavigna che annuiscono alla sua affermazione.
“A me non dispiacerebbe vincesse Elisa,” risponde la madre delle Olivieri.
“Marescia’ ma che bello sarebbe vincesse il mitico Gianni!” interviene Pippo. E mentre i commenti proseguono, io mi avvicino al divano, pronto a riprendermi il mio posto.

Quando lo raggiungo noto però che la piccola Ines è adesso in braccio ad Anna, la testolina appoggiata sulla sua spalla destra, profondamente addormentata. È quindi rimasto uno spazio vuoto più ampio accanto ad Anna, dove prima c’era la bambina. Anna appoggia la mano libera sul cuscino accanto a sé, facendomi cenno di accomodarmi
 prima di sistemare meglio la coperta addosso a Ines. Va’, non fare quello riluttante, che è tutta la sera che speri di poterle stare accanto…

Dopo 45 interminabili minuti di attesa, in cui io mi sono goduto la vicinanza di Anna, beandomi della visione di lei con la bambina in braccio e cercando di pensare solo alle sensazioni positive che questa immagine di famiglia mi trasmette, finalmente è arrivato il momento di scoprire i vincitori. Tra poco potremo tornarcene a casa. È come se il maresciallo ci avesse rapito, non lasciamo questo posto da sei lunghissime ore. Ci ha proibito di andarcene prima della proclamazione, unica eccezione per Barba, Ghisoni e Zappavigna che domattina devono essere in caserma per il loro turno di lavoro.
“Al terzo del settantaduesimo Festival di Sanremo si classifica…. Gianni Morandi!”
“No, che peccato!” commenta Pippo sconsolato.
“A vincere la settantaduesima edizione del Festival di Sanremo….sono Mahmood e Blanco!”
Uno scroscio di applausi e qualche strillo di gioia si fa largo nella stanza, con la piccola Ines che si accoccola meglio in braccio ad Anna senza però svegliarsi mentre io, alzando le mani per unirmi agli applausi, sfioro con la destra la mano sinistra di Anna, che era ancora appoggiata al cuscino. Sentiti i BRIVIDI, Marco? commenta sorniona la mia coscienza. Ma non posso dire che non abbia ragione. Una scossa ha attraversato il mio intero corpo partendo dal punto di contatto tra le nostre dita, e a quanto pare anche in lei è scattato qualcosa perché si è girata stupita verso di me.

I nostri occhi restano incatenati per qualche secondo, o minuto, ormai ho perso il senso del tempo, quando dal televisore ripartono a diffondersi le note della canzone vincitrice. La mano di lei, rimasta accanto alla mia tutto il tempo, mi sfiora le dita con intenzione. “Balliamo?” mi chiede. Mi guardo intorno ed effettivamente tutti sono in piedi, pronti a cantare e ballare un’ultima volta questa sera prima di tornarsene a casa. Annuisco, mentre lei appoggia delicatamente Ines sul divano, prima di alzarsi e accettare la mano che le porgo.
Sono quasi le due, ma poco importa. E mentre ci avviciniamo l’uno all’altra, per cantare e ballare la canzone vincitrice del festival, ripenso che non è stata una cattiva idea lasciarmi coinvolgere in questa serata da Cecchini, se si conclude ballando con Anna e provando questo tipo di brividi
 
…E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E mi vengono i brividi, brividi, brividi…
 
 
Buongiorno Italia ... Buongiorno, Vocina!

La pianti di scimmiottare Maria Chiara Giannetta e Maurizio Lastrico? È la tot volta che lo fai in ‘sta storia.

Anche tu a rovinarmi il mood come Marco…Ti avevo anche portato i fiori…

Tu sei fuori di testa.

Ah-ah! Adesso chi è che cita?

Sempre tu, la mia era un’affermazione.

Ah. Va bene, ho capito: ci rinuncio, tanto non vinco mai contro di te. Nemmeno se urlo Papalina come al Fantasanremo guadagno punti…

Non hai nemmeno una zia Mara da salutare, al massimo c’è zia Carmela, ahahah!

Quando hai finito di prendermi in giro, salutiamo i lettori, magari…

Ah, giusto. Mi ero distratta… AMICI! Come state? Speriamo la storia vi sia piaciuta e vi siate divertiti a leggerla come ci siamo divertiti noi a scriverla... Ma anche se non facciamo gli ascolti di Sanremo ci accontentiamo, vero Grillo?

Ma che ci frega delle visualizzazioni della storia! Fai ripartire il video di quei due che se la cantano e se la suonano sul palco dell’Ariston!

Ti senti bene, Grillo?

Eh? Ah sì, scusate, stavo rivendendo il Dialogo dei due Innamorati

Ancora?! Concentrati sul nostro, di dialogo, per favore…

Va bene, va bene. Cosa c’è ancora da dire?

In realtà… in realtà…uhm... niente, ora che ci rifletto.

E allora andiamo, su! Riguardiamo per la milionesima volta quel video! Amici, è stato come sempre un piacere, ma ora CON LE MANI, CON I PIEDI, CON IL CU...ORE

CIAO CIAO!
 
 
Ciao a tutti!!!
Beh, Vocina e Grillo si sono già espressi. Io aggiungo solo che alla loro controparte umana - e non mi riferisco ad Anna e Marco - Sanremo fa decisamente molto, molto male. Perché anche nel 2020 nella settimana dopo il Festival abbiamo scritto il capitolo 7 della storia “Se mi sbaglio, ti prego, dimmelo adesso...” (dedicata ai finali alternativi della 12esima stagione) incentrata su Fai Rumore, canzone vincitrice di quell’anno.
E comunque, siamo ossessionate dal Dialogo tra due innamorati che i nostri Maria Chiara (splendida co-conduttrice, ha fatto un figurone e noi siamo orgogliosissime) e Maurizio hanno proposto al Festival! Uno dei momenti più belli in assoluto, puro spettacolo!
E ormai manca pochissimo alla messa in onda di DM13, circa un mese... Che dire, incrociamo l’incrociabile, e ci rileggiamo presto (sperando che non sia per correre ai ripari e rimediare ai danni come è successo per DM12, che vorremmo risparmiarci la 13 2.0, grazie)!
Ah, un'ultima cosa... Secondo voi, io e Martina per quale canzone tifavamo? Si accettano scommesse!


Mari e Marti 
 
   
 
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