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Autore: SilvanaFreesound    14/02/2022    11 recensioni
Un racconto comico-demenziale in cui i pallavolisti della Karasuno, terminati gli allenamenti, si ritroveranno nella stanza del club festeggiando, a modo loro, il giorno più romantico dell’anno.
Che scintille!
BUONA LETTURA!
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Karasuno Volleyball Club, Kei Tsukishima, Shouyou Hinata, Tadashi Yamaguchi, Yuu Nishinoya
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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E’ una tranquilla mattina invernale in quello sperduto paesello  di campagna nella prefettura di Miyagi.

I flebili raggi solari stanno tiepidamente accarezzando il soffice manto di neve biancastra; gli alberi che fiancheggiano il viale luccicano come ricoperti da glassa lucente mentre, nell’aria frizzante, si diffonde  un pungente profumo di resina e di aghi di pino bagnati dalla brina.

Nel bel mezzo di quella distesa coltre, i due Middle blockers intraprendono il cammino  con passo spedito, pronti ad affrontare l’ennesima monotona routine scolastica.

Yamaguchi sta chiacchierando a ruota libera:  la sua voce argentina irrompe nel silenzio di quella strada deserta riecheggiando ovunque e mentre parla, deliziose nuvolette  gli fuoriescono dalla  bocca, dissolvendosi  pian piano  nel vento gelido.

Con le mani in tasca e la schiena leggermente ricurva, Tsukishima procede a grandi falcate, fissando un punto indefinito nell’orizzonte.      

Sfila le cuffie da musica, posizionandole ben salde alla base del collo, ed assorto nei suoi pensieri contorti, si lascia cullare dai discorsi divaganti e sconclusionati dell’amico, trascinato inesorabilmente da quel fiume confortante di parole.

“Ehi, Tsukki! Non sei emozionato per oggi?”

I decibels che Tadashi emette con il  suo fervore genuino d’improvviso  ridestano  il biondo atleta  dal suo  stato catalessico.

“E perché dovrei, Yamaguchi?”

Gli risponde con tono pacato e monocorde,  come se niente e nessuno fosse in grado di destabilizzarlo.

“Come, Tsukki! Oggi…oggi è San Valentino!    -   gli ribatte elettrizzato a mille  -   Come puoi dimenticare una cosa del genere! Sono settimane che non penso ad altro! Ti rendi conto? E’ il nostro primo San Valentino da liceali! Chissà se le ragazze si ricorderanno di noi! O anche i ragazzi, potrebbe essere. Di te senz’altro!  Ti riempiranno di regali anche quest’anno, per forza, non c’è alcun dubbio. E di me? Chissà se qualcuno mi avrà pensato! Forse…forse quella con i codini, quella che sta nel banco vicino alla cattedra, Midori…Midori Nakajima, mi pare che fa così di cognome. Sai,  a volte la incrocio  nei pressi del  distributore delle bibite, durante la pausa pranzo;  prende sempre il succo alla pesca. Non  so, ho come l’impressione che stia lì ad aspettarmi. Non che mi interessi  particolarmente, sia chiaro! Alle medie non mi  filava nessuno, ma quest’anno…quest’anno credo che riceverò della cioccolata pure io. Sono fatto più alto e sono anche un po’ più carino. Sono cose che contano, queste.  Tu che ne pensi, Tsukki?”

“Pensare cosa, Yamaguchi?”

“Di oggi, di questa festa! Non sei contento di ricevere tanti cioccolatini?”

Tsukishima aggrotta la fronte alzando gli occhi in su in cerca di ispirazione; sospira, espirando lentamente l’aria calda che ha incanalato nei polmoni  per poi fare spallucce.

“Onestamente  non me ne frega proprio un bel niente! Non mi piace nemmeno, la cioccolata. Tutta quella che mi regalano  la do a mia madre che ci fa delle torte per quelli del circolo di burraco. E poi mi tocca pure sopportare quel deficiente di mio fratello che mi percula all’infinito, scassandomi di pacche. Lo odio quando fa così! Ah, dipendesse da me, cancellerei questa stupida festa dalla faccia della terra!”

“Capisco…”

Tadashi rimugina a lungo fissando, sconsolato,  la punta delle sue scarpe da ginnastica.

Ad un tratto, in prossimità del cancello, una ragazza minuta, dai capelli  a caschetto, richiama  la loro attenzione.

Rossa in viso, lo sguardo basso e  le mani ben nascoste dietro la schiena, avanza titubante  in direzione dello spilungone occhialuto.

“Tsukishima-kun, posso parlarti un attimo?”

Mormora intimorita, mentre disegna freneticamente, con un piede, dei piccoli cerchi sul nevischio.

In un’ipotetica hit parade delle domande più seccanti, questa, per Kei Tsukishima, starebbe in cima alla classifica  - probabilmente a pari merito con “mi aiuti con gli studi, Tsukishima-san?” di Hinata. Anzi no, a pensarci bene,  la proposta indecente di quella insulsa piattola dalla peluria arancione si  posizionerebbe  un pelino più su -  un po' perché è un misantropo per natura,  un po' perché l’esperienza gli ha insegnato che,  tra le righe di quel “posso parlarti un attimo?”,  c’è tutto un mondo dietro fatto di “mi piaci”, “ce l’hai la ragazza?”, “vuoi uscire con me?” e tante altre esternazioni simili, tutte ugualmente fastidiose ed irritanti.

Ormai è universalmente risaputo che,  per come Kei è fatto, preferirebbe di gran lunga prendersi ripetutamente l’alluce a martellate piuttosto che rivivere  l’ennesimo esacerbante déjà vu.      
  
Stiamo parlando di uno che, se solo potesse, sceglierebbe di stare di fronte ad un plotone di esecuzione con i fucili puntati invece che dinnanzi  a quella graziosa compagna di scuola la quale, visibilmente emozionata, rimane ferma, immobile come una statua, nella snervante attesa di un qualche suo cenno di risposta.

E mentre la ragazza trattiene il respiro, scrutandolo con un paio d’ occhioni languidi da cucciolo ferito, in quel momento Tsukishima vorrebbe soltanto teletrasportare all’istante ogni singola cellula del suo corpo  in un altro emisfero, o meglio ancora, in un’altra galassia,  pur di evitare questo immane supplizio.

Il biondo  abbassa di molto il collo  -  squadrandola  dall’alto dei suoi svettanti centonovanta e passa centimetri  -  e, messo alle corde,  non si trattiene dallo sbuffarle copiosamente in faccia.

“Perché, ci conosciamo?”

Il tono è sgarbato ed indisponente; il suo sguardo è  severo e glaciale: così  penetrante che la povera malcapitata se lo sente arrivare fin dentro le ossa.

“Ecco…io sono Haruka Yukazawa,  sono in classe con Shoyo-kun. E questo…questo è per te!”

Tende frettolosamente le braccia in avanti e,  sbattendogli in pieno  petto una piccola scatola  -  accuratamente confezionata con della carta lucida rosa pastello, stampata a cuori ed abbellita da un maestoso fiocco di raso in pendant con tutto il resto  -   con estremo imbarazzo, accenna  un inchino per poi fuggire via.

“Caspita, Tsukki! Non è fantastico? Non fai in tempo ad entrare a scuola che già ti aspettano con la cioccolata! Beato te!  Hai visto quella come  ti guardava?”

“Lascia perdere! Cambiamo discorso per favore, Yamaguchi!”

Il lentigginoso allunga un occhio puntando il regalo da poco ricevuto e, di colpo,  una smorfia di meraviglia  illumina il suo  volto.

“Cavolo, Tsukki! Questa non è della  cioccolata comune! Leggi qua…è una delle migliori pasticcerie di Tokyo! Mio padre, quando ci andava per lavoro, portava spesso dei dolcetti di questa cioccolateria. Wow, è  di certo una honmei-choko!” (*)

“Ma che diavolo farnetichi, Yamaguchi?  Ma  chi l’ha  vista mai a questa?”

“Suvvia, non fare l’acido!  Dopotutto è un gesto carino, non trovi?   Per una volta, cerca di essere un po' più tollerante, Tsukki!  Così le farai scappare tutte!”

“E’ proprio quello che voglio, Yamaguchi! Lo sai che detesto quando la gente diventa appiccicosa ed insistente. Facciamo così: se ti piace tanto, tieni, mangiatela tu questa cioccolata! A me dà la nausea così come questa stupida festa del cazzo!”

 
**********
 

“Porca di quella puttana, Tsukki!  -  sbotta esterrefatto mentre, dall’armadietto del suo migliore amico, osserva una moltitudine di pacchettini variopinti cadere rovinosamente sul pavimento di gres porcellanato   -   Cazzo, hai visto quanti sono? Oggi spaccherai di brutto, me lo sento!”

Alcuni   accorrono via via, incuriositi dal trambusto: basta  una manciata di secondi per essere attorniati da una folla di studenti schiamazzanti i quali, accalcandosi in massa, confabulano  animatamente alle loro spalle.

Yamaguchi  si atteggia, ritto ed impettito come un gallo in un pollaio, orgoglioso di essere il best friend forever del ragazzo più fico della scuola -   magari, col tempo, di riflesso, lo sarebbe diventato pure lui:  la speranza è l’ultima a morire  -   e  Tsukishima si ritrova, suo malgrado,  a sbuffare per la seconda volta, più rumorosamente di prima, realizzando che quello è solo  il fatidico inizio di  una lunga ed estenuante  giornata  infernale.

L’epilogo finale, per noi tutti,  è fin troppo prevedibile: in quella circostanza, la sua esasperazione lievita in modo esponenziale, raggiungendo  livelli finora inesplorati.

A memoria, ci fu  un giorno   in cui ci andò  vicino, molto  vicino a questo stesso grado di frustrazione  e cioè quando vide per la prima volta quel Sonic in miniatura dalla cresta color biochetasi sfrecciargli davanti come un fulmine mentre gli sparava  sopra la testa una Mikasa  dalla traiettoria micidiale.

“Che stai facendo? Te ne vai? Vuoi davvero lasciarli tutti  qui, per terra?”

Tadashi glielo domanda  perplesso mentre, con nonchalance, lo vede defilarsi come un ninja, dopo aver riposto   in fretta e furia  i suoi polacchini bagnati fradici.

“Per quel che m’importa!”

“Ma…sei serio? Non essere stupido! Perché invece non li portiamo al club,  questo pomeriggio?  Potremmo mangiarli nello spogliatoio, subito dopo gli allenamenti. E’ la cosa più sensata da fare, non ti pare?”

“Se proprio insisti! Fa come vuoi, Yamaguchi!”

 
**********
 

“Cacchio, Tsukishima! E’ tutta tua questa cioccolata?”

Esplode  Tanaka con gli occhi  fuori dalle orbite per lo stupore.

Kei  scruta il monaco tibetano dall’alto in basso e, poggiando entrambe le mani sui fianchi, annuisce a più riprese con fare fiero ed altezzoso.

“Ma quanti sono?”

Chiede timidamente il grosso Asahi.

“Contando  anche quelli che ha trovato sopra il banco e sulla sedia, siamo a quota ventinove! Dico bene, Tsukki?”

“Siamo? Da quando in qua io e te siamo in società, Yamaguchi?”

“Scusa, Tsukki!”

“Anche Kageyama ha ricevuto tanti cioccolatini!  -   Shoyo si frappone  in quell’ inutile alterco,  sganciando una gomitata ben assestata tra le costole del nostro beneamato re sempliciotto   -   Così tanti che ho perso il conto!”

“Quanti?”

Nishinoya lo stuzzica incuriosito.  
 
“Oh, ecco…a occhio e croce, mi pare…ventuno!”

Risponde genuinamente Tobio mentre, con un impetuoso calcio negli  stinchi,  restituisce il colpo al  troll dai capelli color mandarino.

“Questa è bella!   -   il biondo difensore infierisce  con cinismo,  sfoderando il suo inconfutabile sorrisetto sardonico  -   Il  nano stramboide che non sa contare fino a ventuno!  Vuoi che per il compleanno ti regali un pallottoliere, CretHinata?” 

“Sei un bastardo, Tsukishima!”

Gli sbraita in faccia schiumando rabbiosamente mentre Azumane e Yamaguchi lo trattengono  miracolosamente a stento, scongiurando il peggio.

“Ehi, che cos’è tutta questa caciara?”

Il capitano li richiama prontamente all’ordine, autorevole come sempre,  irrompendo all’improvviso nella stanza del club.

“Non lo vedi, Dai-chan? - Sugawara lo riprende subito, entrando immediatamente dopo di lui   -   Si staranno azzuffando per qualche pezzo di cioccolata.  Certe  volte sono così infantili!”

“Tu ventuno ed io solo due   -   Shoyo riflette a voce alta, azionando, per l’occasione, la ruota per criceti che si ritrova al posto del cervello  -  Come hai fatto a ricevere tutta questa cioccolata con il carattere di merda che hai?”

“Aaarrrggg!”

Un mugugno a fauci spalancate è tutto ciò che il prodigioso setter  riesce ad emettere.  Con uno scatto repentino si avventa su di lui e, afferrandolo  per  il colletto della felpa, lo  strapazza vigorosamente fino a farlo diventare paonazzo.

“Ecco, lo vedi che ho ragione?  -   starnazza il piccoletto mentre, a fatica, si divincola  tentando di liberarsi dalla  presa  letale  -  Hai proprio  un carattere di merda!”

“Ora che mi ci fai pensare  -  Tanaka poggia indice e pollice sotto il mento, corrugando la fronte come se  fosse il nuovo Sherlock Holmes nipponico  -  anche Tsukishima ha ricevuto tanta cioccolata, e anche lui ha un carattere di merda!”

“Mhmm?”

Il numero undici digrigna i denti, soffocando  in bocca tutta la sua indignazione  frattanto che, con l’abituale tocco, riassesta il ponte degli  occhiali che nella concitazione gli erano scivolati  giù, dritti  sulla punta arricciata del  naso.

Espira lentamente tutta l’aria che ha in corpo, ricomponendo, in un batter di ciglia,  la sua imperturbabile mimica facciale.

“Non è che la tua è tutta invidia?  -   lo silura   subdolamente ritornando, impassibile,  al suo consueto  stato di calma apparente  -  Ohibò, dicci, quanta cioccolata ti hanno regalato oggi, Tanaka-san?”

“Aaaaahhh!  -   si dispera, fingendo di  incastrare le dita tra i capelli,  accarezzandosi, di fatto,  la pelata rasa   -   Solo due, se conto quella di Saeko nee-chan e la giri-choko (**) che mi ha dato la  vecchia dirimpettaia. E poi basta, nemmeno un cioccolatino da parte di Kyoko-san!”

“Sii uomo, Ryu!  Non deprimerti!  -   Nishinoya lo sprona  con i suoi modi  veraci  -  Neanche a me Shimizu ha regalato nulla, ma io non mi arrenderò mai! La perseveranza è alla base di tutto!”

“Ora basta!  -   Sawamura tuona imperativo,  catalizzando la loro attenzione con un energico batter di mani   -  Si sta facendo tardi! Tutti a casa che tra poco si alzerà una bufera, lo hanno detto anche in TV.”

“No, aspetta un attimo, Dai-san!  -  Ryunosuke lo prega a mani giunte  -   Non puoi farci questo! Mangiamo un po’ di cioccolata e poi andiamo via!”

“Staremo buoni!  - lo rassicura Azumane   - E non faremo casino, fidati!”

“Suvvia, Dai-chan!  -  il vice capitano lo incita poggiandogli dolcemente una mano sulla spalla mentre, a sua insaputa, fa l’occhiolino in direzione dei suoi kohai    -   Perdiamo solo qualche minuto.  Che vuoi che sia!  Lasciali fare per una volta! Abbiamo  faticato così tanto! Il coach ci ha spremuto come limoni!  Un po’ di  cioccolata non ci può fare altro che bene. Fermati anche tu con noi! A proposito, quante scatole di cioccolatini hai ricevuto  oggi?”

“Ecco… perché me lo chiedi, Suga-chan?”

“Dai,  non fare il timido, è solo pura curiosità!”

“Tu lo sai, non mi piace spiattellare la mia vita privata ai quattro venti:  sono cose personali! Comunque…sarebbero sette!”

“E una  è di Michimiya!”

“Non è vero!”

“Sì che è vero! E’ così, non negare l’evidenza! Te lo si legge in faccia!  Sei rosso come un peperone, Dai-chan!”

“E tu, Suga? Quanti pacchetti hai ricevuto per San Valentino?”

Domanda sommessamente Asahi.

“Eh, eh!  Quest’anno un bel po'!    -  si pavoneggia sfoggiando un sorriso  a trentadue denti, abbagliante come un fanale   -   Sedici, per la precisione!”

“Porca vacca, Suga-san!   -  udendo la notizia sbalorditiva,  Tanaka prorompe senza troppi filtri   -  Tu, con quei capelli brizzolati …sei sempre il solito strappa mutande!”

“Si fa quel che si può!” 

Koushi si passa la mano tra la  capigliatura fluente, sistemando una ciocca cinerea attorno all’orecchio mentre  posa il suo  sguardo ammaliante  dritto  sull’aitante numero uno.

“Già che siamo in tema, tu,  Asahi, quanti?”

Sugawara lo interpella osservandolo di sottecchi, sinceramente interessato alle vicissitudini amorose del poderoso asso.

“Ehm…io…cinque, se non ricordo male!”

Gli confessa mestamente,  scrocchiando le dita mosso dall’agitazione.

Yuu scoppia improvvisamente in una  risata sguaiata, così fragorosa da rimbombare allegramente in tutta la stanza. 

“Che cavolo c’hai da ridere, Nishinoya?”

“Cinque…cinque pure io, Asahi! Ma a differenza tua, quattro me le sono già fatte!”

“E l’altra? Deve essere proprio un cesso ambulante per non uscirci, Noya-san!”

Tanaka si sganascia  fino alle lacrime,  comprimendosi le viscere con entrambe le braccia.

“Il fatto è che un biglietto era anonimo: è solo questione di giorni, vedrai!  Scoprirò chi è e ci uscirò!”

“Non perde tempo il nostro libero!”

Yamaguchi si lascia involontariamente andare in un commento impertinente che non sfugge al piccolo “guardiano” il quale non esita a rispondergli per le rime:

“Quando una ragazza merita, non mi tiro mai indietro, io! E al Karasuno, le ragazze sono una più bella di un’altra, non mi hanno mai deluso! E tu, invece, Yamaguchi, che ti piace sfottere, dimmi, quanti regali hai ricevuto per San Valentino?”

“No, ascolta, Noya-san, guarda che hai frainteso!   -  tenta di  recuperare in extremis,  balbettando spezzoni di frasi slegate qua e là -   Io non intendevo…io…con un mio senpai…ti posso assicurare…non mi permetterei mai!”

“Vabbè….vabbè….perché sei tu, voglio crederci! E comunque, andando al succo, dicci, quanti in tutto?”

“Beh….veramente…uno!”

“Solo uno?  -   Shoyo lo interroga sbigottito   -   Com’è possibile? Voi alti, di solito, siete sempre più avvantaggiati!”

“Non è mica detto!”

Yuu gongola  trionfante, elencando ai presenti, fino allo sfinimento, tutte  le sue recenti conquiste.

“Che importa! Magari è quella giusta!”

Afferma il tenero Azumane, mettendoci una pezza per chiudere la diatriba.

“E’ una mia compagna di classe. La incontro spesso fuori, durante la pausa pranzo. E’ carina, però….”

Il lentigginoso si volta di scatto  cercando, invano, di captare un qualsivoglia segnale da parte di Tsukishima il quale, con la sua faccia da poker dallo sguardo inflessibile, non  palesa alcun  cenno di cedimento.

“Che c’è?  Perché mi fissi così? Vuoi il mio benestare, Yamaguchi?”

“Ehi, ehi, diamoci un taglio, ok?   -   Sugawara riesce, con le sue doti innate, a calmierare facilmente gli animi infervorati dei suoi kohai   -   Suvvia, non dovevamo mangiare tutti assieme la cioccolata che ci ha portato Tsukishima?”

“Perché  non leggiamo prima i bigliettini?”

“Perché non ti fai un chilo e mezzo di cazzi tuoi, Nishinoya-san? Piuttosto,  cestinali tutti per direttissima che mi fai cosa gradita!”

“Tsukishima!  -  Koushi tenta di redarguirlo con  i suoi metodi  persuasivi  -   Yuu,  per certi versi, ha ragione! Tutte queste ragazze hanno avuto un pensiero gentile nei tuoi confronti. Sarebbe il caso che tu leggessi i loro messaggi affettuosi. Poi spetterà a te, eventualmente,  ricambiare tra un mese, per il White day!”

“White day? Mai sentito niente di più ridicolo! Non ci penso proprio!  Mi dissocio da  queste insane usanze occidentali!”

“Comunque comprendo il tuo imbarazzo:  sono pur sempre persone a te care, per cui se vuoi leggerli da solo ….”

“Non vorrei contraddirti, Sugawara-san,  ma ho trovato tutti questi regali in giro, a   scuola: la maggior parte  di questa gente non so nemmeno chi diavolo sia. E in ogni caso, di loro non me ne frega  un fico secco!”

“Uh, allora attacca  a leggere, Noya-san!  - Tanaka lo esorta scuotendolo per un braccio   -  Non ci fare stare sulle spine! Vediamo chi sono queste che hanno il gusto dell’orrido!”

Prima di esordire nella lettura che si appresta a divenire particolarmente concitata, il  piccolo libero si schiarisce  la gola con tre colpi di tosse per poi accennare una sorta di  vocalizzo degno di un tenore ad una prima teatrale.

“Iniziamo con questo biglietto…”
 
“Sei bellissimo, intelligente e molto gentile,
sono innamorata di te.
Spero che ricambierai il mio sentimento.”
 
“Tsukishima… gentile?   Ohi, non è che questa si vuole scopare  tuo fratello?”

“Fottiti, Cagayama!”

“Mmmmhmmm….”

Con la bocca impastata,  Shoyo farfuglia qualcosa di incomprensibile mentre continua, irrefrenabile,  ad ingozzarsi di dolciumi.

“Oh, ma che fai? -  lo spilungone occhialuto lo rintuzza aspramente osservandolo, orripilato, mentre si  ripulisce il muso impiastricciato con  la manica della tuta acetata   -  Ti  strafoghi senza aspettare gli altri? Sei senza ritegno!   Semplicemente disgustoso!”

Hinata si lascia scivolare gli insulti dello spocchioso ed, imperterrito,  infila la mano in un sacchetto, ravanando alla ricerca di nuove leccornie da gustare.

“Lo faccio per te, Tsukishima! Con tutti questi dolci non voglio che diventi tutto ciccia e brufoli!”

“Stronzate! Se continui così crescerai in larghezza,  non in altezza!”

“Vaffanculo, Tsukishima!”

“Ssshhh! Fate  un po' di  silenzio! E che cazzo!  -  pur non brillando in diplomazia,  Nishinoya riesce ugualmente  ad acquietare  tutti  -  Sentite  questa!”
 
“Tsukishima-kun,
spero che questo pensiero sia di tuo gradimento.
Sarei onorata se tu diventassi il mio ragazzo.
Rimango in attesa di tua risposta  in merito.”
 
“Ma che cos’è? Un messaggio d’amore o una lettera commerciale?”

Apostrofa Sugawara con fare divertito, scatenando l’ilarità generale.

“Che c’ avete tutti? Questa tipa  mi sembra perfetta  per Tsukishima!”

Commenta schiettamente il grosso Asahi.

“Caro Tsukishima-kun,
ti prego,   esci con me.
Ti amo.”
 
Nishinoya esplode in un’altra delle sue contagiose  risate che fanno tremare i muri del club.

“E adesso? Che c’è stavolta di così divertente, Yuu? Perdonami, io questa non l’ho capita!  A me sembra  un messaggio… come dire …normale.”

Constata il buon Azumane, sentendosi per la seconda volta come un pesce fuor d’acqua.

“Sì, ma…leggi qua! Chi si  firma è Toshiro!”

Tadashi, che fino a quel momento era rimasto pressoché in disparte,  decidendo per il quieto vivere di non intromettersi più di tanto nelle loro discussioni, adesso si sente in dovere di intervenire  -   forse perché inconsciamente  chiamato in causa  -    difendendo a spada tratta il  suo migliore amico,  deriso ad oltranza dagli altri compagni di squadra.

“Tsukishima  è alto, bello ed intelligente. Ed è anche molto popolare a scuola.  Scusa tanto, che c’è di male se piace pure ai ragazzi?”

“Ohi, Yamaguchi!  Perché ti scaldi così tanto?  -   Hinata lo pungola scatenando l’ira funesta del biondo difensore    -   Non è che te lo vuoi fare pure tu, a Tsukishima?”

“Ehi, tu, tritarifiuti a due gambe! Perché non continui a masticare così tieni impegnata  quella tua cazzo di bocca?”

“Basta così! Ho sentito abbastanza!   -   urla il capitano con tutto il fiato che ha  in gola,  facendoli  scattare  tutti  come molle   -  Via!  Di filato!  A casa! Senza se e senza ma!  Si sta avvicinando  una  tormenta! Tra poco cadrà la neve e qualcuno di mia conoscenza deve ancora attraversare i monti!”

“Non finisce qui, Tsukishima!”

“Uh, me la sto proprio facendo nei pantaloni, gamberetto in tempura!”

 
**********
 

“Wow, che giornata movimentata! Ci siamo  divertiti, tutto sommato,  non è così, Tsukki?”

“Mah….sarà! Se lo dici tu, Yamaguchi!”

“Abbiamo fatto proprio bene a portare tutti quei dolcetti al club! Se li sono spazzolati tutti, specialmente Hinata! E’ un pozzo senza fondo quello là!”

“Sarà meglio che il nanerottolo tenga a bada la lancetta della bilancia o, tra un po', Osama Kageyama lo scambierà per una Mikasa!”

“E ora con tua madre come farai? Ogni anno le porti sempre qualcosa per San Valentino!  Le sue  torte sono così deliziose!”

“Per quello non c’è problema:  ho lasciato  un po' di  cioccolata dentro il borsone, l’ho nascosta in mezzo agli asciugamani.  Tranquillo, ne  ho messo da parte  a  sufficienza!”

“Ad ogni modo, ecco…qualora non ti dovesse bastare… questo è per te!”

“Cioccolato? Per me?”

“Mi dispiace…per il regalo, intendo! So che ti fa schifo! Ecco…non sei obbligato a…”

“Grazie, da te lo  accetto ben volentieri!  E’ una tomo-choko (***), il cioccolato dell’amicizia, no?”

“Sì, Tsukki!  Se lo dici tu…potrebbe essere così…”
 

 
NOTA BENE:

(*) honmei-choko: letteralmente  “cioccolato del vero sentimento”, è il cioccolato che le donne donano per San Valentino agli uomini per i quali provano dei sentimenti romantici. Il cioccolato honmei è più costoso e di qualità superiore rispetto agli altri tipi. E’ molto diffusa anche l’abitudine, da parte delle ragazze, di preparare loro stesse della cioccolata fatta in casa, confezionandola in forme adatte alla ricorrenza.
(**) giri-choko: è  il “cioccolato dell’obbligo”. Viene donato dalle donne giapponesi agli uomini il giorno di San Valentino. Si tratta di cioccolato economico che regalano a colleghi di lavoro, ai superiori, ai conoscenti ed, in genere, agli uomini con cui non hanno un legame di tipo sentimentale.
(***) tomo-choko: è letteralmente il   “cioccolato dell’amicizia”. Si tratta di un vera e propria eccezione alla regola. In questo caso le donne non regalano cioccolatini e dolciumi agli uomini, ma alle loro amiche come espressione della loro amicizia. E’ un’abitudine molto popolare tra le studentesse liceali e delle scuole medie sempre durante la medesima ricorrenza.
 

 
NOTE DELL’AUTRICE

Salve a tutti e grazie per essere arrivati fin qui!

In attesa della quinta stagione, con questo nuovo lavoro ritorno alle origini, se così si può dire, raccontando di questi adorabili squinternati che se ne dicono di ogni nello spogliatoio del club.

Non  so voi, ma a me  mancano  troppo!

Mi sono divertita tantissimo nel  raccontare di uno Tsukishima che ho  immaginato infastidito o meglio, esasperato,  da tutte quelle soffocanti manifestazioni di affetto, con l’armadietto straripante di regali e dolciumi, tampinato da insistenti ammiratrici segrete.

Forse non sono poi così tanto segrete: probabilmente gli sbavano palesemente davanti, è lui che non si accorge di nulla!

Uno Tsukishima che finisce per sfogare la sua frustrazione nei confronti dei soliti  Hinata e  Kageyama e che non risparmia alcuni dei suoi senpai  più sempliciotti come Nishinoya e Tanaka, due veri mostri di simpatia.

Uno Tsukishima che non le manda a dire, andando su tutte le furie quando infieriscono sul suo migliore amico.

 Anche Tadashi, dal canto suo, interverrà a spada tratta per difendere il suo best friend forever.

Che ci sia del tenero fra i due?

Il finale è aperto e si presta a qualsiasi continuazione.

Non vorrei essere nei panni delle povere ragazze bistrattate dall’algido spilungone: se ne saranno rese conto che è a dir poco spocchioso, scostante, scortese  ed asociale?

A parte gli scherzi, a quindici anni è facile prendersi una bella cotta  per dei tipi belli e stronzi, e Tsukishima, in tal senso, rappresenta un mix a dir poco micidiale.

Embè, riflettendoci bene, anche in età adulta si può perdere la testa per dei tipi così: la maturità e l’esperienza in questi casi non aiutano un granché.

Ebbene sì, lo confesso!

Uno dei ventinove  pacchetti di cioccolatini era il mio!

Anche io ho il gusto dell’orrido!

Ahahahahahah!

No, ma che dico, quell’acidone di Tsukishima è a dir poco adorabile.


Ringrazio questa artista eccezionale che viene direttamente dal paese del Sol levante, @yoshinotei su Instagram per aver illustrato una scena tratta dalla mia fan fiction, tutta realizzata a mano, dando vita ad un mio sogno in 2D.


https://www.instagram.com/p/CZ-pfdVPaq2/?utm_medium=copy_link

SEGUITELA PERCHÉ MERITA DAVVERO!

Nel frattempo volevo suggerirvi questa spettacolare e divertentissima fan art a tema realizzata da una talentuosissima artista tutta italiana, @Chihiro15_17 su Instagram.
MI RACCOMANDO, SOSTENIAMO L'ARTISTA!

https://www.instagram.com/p/CZ9mgZEAgoJ/?utm_medium=copy_link

Vi saluto affettuosamente augurando a tutti voi buon San Valentino!

 
   
 
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