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Autore: melianar    14/02/2022    1 recensioni
La regina Berúthiel non riesce ad avere figli, ma la Tenebra offre il giusto conforto a chi sa chiederlo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Berúthiel, Tarannon Falastur
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Per prima arrivò la gatta bianca.
Venne da me mentre piangevo, il sangue che scorreva lento lungo le cosce.
Avevo fallito, ancora una volta.
Signore di Tutto, avevo implorato, dammi un figlio per il re. Uno soltanto.
Tu invece mi desti la gatta, una presenza silenziosa che non mi abbandonava mai.
Perdonami, Signore, se non ho saputo far altro che respingerla. Allora non sapevo, non capivo.
Negli occhi di Tarannon era comparsa l’ombra del disgusto, e io avevo paura.
Temevo il peso della vergogna, del disonore.
Mi illudevo che un figlio mi avrebbe resa meno straniera, mi avrebbe fatta sentire meno sola.
Signore di tutto, imploravo ogni volta, dammi un figlio per il re. Uno solo, e farò qualunque cosa tu vorrai.
Ma a il sangue tornava puntuale, ancora e ancora. E assieme al sangue arrivavano i gatti. Tutti neri. Tutti maschi.
Ti chiedevo dei figli, mi mandavi dei gatti.
Signore, perdonami se non ho saputo subito amarli. Se li cacciavo con rabbia quando insistevano per arrampicarmisi in grembo e sulle spalle, mentre tutti insieme si strusciavano contro le mie gambe intonando un canto che non comprendevo.
«Tu vuoi rovinarmi, vero?» mi disse Tarannon una notte. «Tu non vuoi che io abbia una discendenza. Tu e i tuoi gatti maledetti».
Il disgusto nei suoi occhi non era più solo un’ombra.
Fu allora, Signore, che cominciai a capire.
Guardai la gatta, seduta ai piedi del letto.
Nei suoi occhi intelligenti vidi la comprensione.
Lei mi si avvicinò ronfando piano. Allungai la mano, non più per scacciarla.

Signore di Tutto, ho implorato per anni, dammi un figlio per il re. Uno soltanto.
Tu me ne hai dati dieci, che fossero solo per me stessa e non per glorificare la discendenza di un uomo che si illude di dominare il mare, per poi rimanere pietrificato dallo sguardo di un gatto.
Tu mi hai dato dieci figli che sanno vedere tanto lontano da far tremare questo popolo di ipocriti e codardi.
Tu mi hai dato il potere che nessuna discendenza potrà mai offrire, ah, se solo Tarannon lo sapesse!
Tu hai guardato nel mio cuore e hai visto ciò di cui davvero avevo bisogno, i desideri che celavo ai miei stessi occhi.
E poco importa se per questo ora il mio sposo mi odia, se ha paura perfino di sfiorarmi e dorme sonni tranquilli soltanto sapendomi confinata a Osgiliath, a miglia dalla sua corte e dal suo letto.
Adesso sono davvero madre.
Adesso, Signore di Tutto, so che non sarò mai sola.



Note

Non sono particolarmente in mood tolkieniano al momento, ma questa storia mi è uscita di getto qualche mese fa mentre ragionavo su tutt’altre considerazioni e bisogna davvero ringraziare Kan se mi sono decisa a rispolverarla dagli oscuri meandri del mio pc.
Parlando di Berúthiel, Tolkien dice:
“She was one of these people, who loathe cats, but cats will jump on them and follow them about you know how sometimes they pursue people who ate them? I have a friend like that”.
Il che mi ha dato parecchio da pensare. Può darsi che inizialmente Berúthiel scacciasse sì i gatti, ma non per i motivi immaginati dai gondoriani :P
Seriamente, Berúthiel sarà anche stata una Numenoreana Nera dedita al culto di Melkor, ma le visioni macchiettistiche o comunque in bianco e nero non mi piacciono, così eccomi qua.
Grazie a chiunque abbia letto, ci si rivede da qualche parte, prima o poi… I miei progetti di scrittura al momento non prevedono fanfiction, ma visto quanto vado d’accordo con i progetti non si sa mai ;-)
Alla prossima

Mel






 
  
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