Genzo era stato l’ultimo a raggiungere il luogo del ritiro della nazionale giapponese. La maggior parte dei suoi compagni erano arrivati il giorno prima, nel tardo pomeriggio. In tre nell’ora precedente.
Il tempo di lasciare i bagagli in camera, senza sapere con chi l’avrebbe divisa, un sacrosanto pit stop al bagno, e via allo spogliatoio.
Molti “Ciao” “Ehi ciao”, alcuni “Ben arrivato”, un “Giusto-Giusto” riferito al tempismo del suo arrivo, ed eccolo al suo armadietto. Nessuno era già pronto e la cosa lo faceva sentire sollevato. Si erano immolati alla causa delle relazioni pubbliche, posando in foto coi tifosi, per la stampa, per gli sponsor. Era felice di averlo evitato, ma sapeva che la cosa gli sarebbe comunque toccata poi.
L’odore della divisa nuova di zecca gli riportava sempre alla mente vecchi ricordi. Voleva controllare il numero che gli era stato assegnato, era un po’ ridicola la cosa, non aveva certo importanza, ma comunque era curioso. Sentendosi osservato però preferì aspettare e dedicarsi agli scarpini dello sponsor.
Aveva appena appoggiato la scatola sulla panca, chinandosi un po’ per aprirla, quando una mano fulminea chiuse di scatto l’anta davanti a lui, producendo quasi un suono echeggiante. Solo qualche compagno aveva guardato in quella direzione. A Genzo non necessitò alzare gli occhi per scoprire chi era stato, Kojiro Hyuga. Sapeva quando gli si palesava accanto, riusciva sempre a sentirlo, cosa che non gli capitava con chiunque, solo con alcuni. Come se ne percepisse l’aurea in qualche modo.
“Noi dobbiamo parlare Wakabayashi.”
Per Kojiro sarebbe stata una scena perfetta se, sollevandosi, Genzo non lo avesse sovrastato. Non di molto, ma era più alto dell’ultima volta che si erano visti. Doveva avere preso un paio di centimetri almeno. Maledizione!
“Oh Santo Cielo, mi vuoi lasciare” 
Il tono ironico fece quasi ridire un paio di ragazzi vicino. Fortunatamente si trattennero in tempo.
“Stronzo” a Kojiro era uscita un’espressione in italiano che Genzo ormai conosceva “So cosa hai fatto!”
“L’estate scorsa?”
Kojiro corrucciò la fronte “Perché, che avresti fatto…”
“Era un riferimento al film che… lascia perdere.”
“Dicembre” Kojiro parve spazientito.
“Dicembre? Che avrei fatto in dicembre?”
“Chi ti sei fatto” la voce di Takeshi era arrivata alle spalle di Genzo, ottenendo uno sguardo che avrebbe potuto fulminarlo.
“E dai Kojiro, ormai lo sanno tutti che è stato a letto con tua sorella.”
Silenzio. Secco. Assordante.
Takeshi mosse gli occhi a destra e sinistra “Oh, non lo sapevano proprio tutti.”
Genzo si ritrovò Tsubasa accanto “Andiamo lui non avrà…” lo guardò in volto “…oh! Ok! Genzo… è stato bello conoscerti” e così come si era avvicinato, tornò sui suoi passi.
“Tu sai quello che devi fare ora” Kojiro aveva un torno intimidatorio e Genzo in seguito non avrebbe potuto fare a meno di chiedersi come fosse riuscito a non ridere
“Cioè?”
“Vuoi due vi fidanzate ufficialmente e fra uno o due anni vi sposate”
Decisamente Genzo si sarebbe chiesto come avesse fatto a non ridere
“Che?”
“Non potete sposarvi subito o la gente penserà che c’è qualcosa a cui… rimediare. Quindi prima vi fidanzate e dopo un certo periodo…”
“D’accordo.”
“È inutile che cerchi di… cosa?”
“Ho detto d’accordo.”
“Se pensi di prendermi per il…”
“No. Dico davvero” sorrise facendo venire un brivido a Kojiro e, mentre riapriva l’armadietto, aggiunse “Se convinci lei, io ci sto.”
“No, senti, sei tu che…”
“No, io ho già fatto abbastanza.”
Per un attimo Taro temette davvero che Kojiro gli avrebbe tirato un pugno, invece pareva come spaesato. 
“La proposta è la tua.” Genzo lo precisò con assoluta naturalezza “Sei tu che lo vuoi. Io ho accettato, ora convinci lei. Ma devi fare in fretta, prima che passi a un altro calciatore.”
“Cosa?”
“Non peserai che sono stato il primo, io sono stato solo l’ultimo. Vero Taro?”
La frase poteva essere facilmente equivocata, infatti, più d’uno nell’immediato, aveva pensato che Taro fosse nella lista, invece lui non si scompose 
“Non mi mettere in mezzo, io non so nulla… lo so, ma non voglio saperlo, quindi non lo so” Taro intercettò lo sguardo di Tsubasa “Poi ti spiego.”
“Ma…” Kojiro preferì dirigersi verso l’uscita dello spogliatoio senza aggiungere altro, forse perché non era in grado di aggiungere altro
“Le scarpe” ma la voce di Genzo lo fece fermare “Sei scalzo, non vorrai uscire così?”
“Io… lo so che sono scalzo, non stavo mica uscendo” e invece cambiò direzione dirigendosi al suo armadietto, infilò gli scarpini e uscì.
“Ragazzi…” sulla porta era apparso uno dei membri dello staff “…man mano che siete pronti uscite, così procediamo con altre foto e non prendiamo tempo per iniziare l’allenamento”
Alcuni uscirono, guardando verso Genzo, chiedendosi se stava solo prendendo in giro Kojiro. Un paio ne erano convinti, era assurdo pensarlo con la sorella del ragazzo, quando avevano potuto conoscersi? Impossibile!
“Deduco che non lo sa” Jun aveva una faccia seria, quasi pronta a un rimprovero.
“Non lo sa” confermò Genzo
“E non intendi dirglielo?”
“Non posso. Mi hanno detto di non farlo.”
“Ma di che parlate?” Tsubasa non capiva.
“Lui e la sorella di Hyuga sono già fidanzati.” 
“DIGLIELO!” Tsubasa, dopo qualche secondo in cui aveva dovuto registrare la notizia, aveva completamente cambiato espressione.
“Ma non posso. Lei e sua madre mi hanno chiesto espressamente di aspet…”
“No, no, no! Diglielo! Diglielo! Diglielo!”