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Autore: Hermes    05/09/2009    5 recensioni
Hellsing Manor di notte è una dimora stupenda…perfetta per ogni qualsivoglia vampiro.
Genere: Generale, Dark, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Crimson Goddess Of The Night
My goddess,
Take your seals of about a hundred years away from me
And let me show you how I can follow your desires
Perfect like a rose that push her thorns inside me
And it takes my breath away
Needing for a wicked word
That could be a maiden heaven for me
Your pleasure is my pain
Just like the old game
Your heart bleeding, my fangs thirsting
Tell me everything you want to destroy
The time is began
I’m yours, you will be mine
My fair lady

Hellsing Manor di notte è una dimora stupenda…perfetta per ogni qualsivoglia vampiro.
Il No-Life King si muoveva come pura ombra fra i corridoi, osservando dalle alte finestre il plenilunio di sangue che l’aveva accolto in quella notte.
Appena destato dal suo falso sonno aveva riconosciuto il richiamo del vento che batteva impetuoso i prati attorno al maniero. Le oscure nuvole coprivano in parte il volto dell’astro lunare strappando la sua luce riflessa a brandelli.
E quella luna cremisi che tutto insanguinava…l’aveva preso gentilmente per mano, guidandolo nel sentiero fuori dall’edificio…lo guardava dall’alto del suo trono, solenne.
Quella notte non portava il suo cappello ne gli occhiali vermigli, la sua lunga chioma di piombo nascondeva a tratti i lineamenti del suo viso pallido dove gli occhi infernali mandavano bagliori.
Giunto a distanza dalla Manor si voltò per vederla nella sua completa interezza. Sembrava abbandonata, fatiscente…e piena di sorprese. Il suo solito ghigno scoprì una delle zanne eburnee…Integra era una di quelle sorprese.
Una donna d’acciaio a capo dell’organizzazione segreta più importante d’Inghilterra…adorava provocarla, vedere la sua compostezza tremare al pari del sigarillo fra le sue labbra, le mani guantate stringersi a pugno e poi dare in escandescenze con furia ceca, urlando un comando che gli permetteva di creare l’inferno in terra.
“Search And Destroy…Search And Destroy…” ripeté divertito, osservando i sigilli sulle sue mani, il disegno alchemico brillò debolmente. Non si era ancora presentato nell’ufficio del Maestro, ma non c’era da affrettarsi…i lavori minori potevano essere eseguiti da Seras, un paio di zombie e un vampiro di bassa specie lo annoiavano a morte…
Cambiò direzione seguendo il nulla, riportando alla mente i suoi ricordi…cinquecento anni solo di memorie, fantasmi di persone morte dei quali ancora ricordava la voce, il viso...
Il volto di Cneajina, il suo sorriso…le oche nel cortile della sua casa natale…le passeggiate a cavallo.
La rabbia della folla, la decapitazione…la rinascita come vampiro…e dopo secoli l’incontro con ‘lei’.
Mina.
A quel tempo era sicuro di poterla reclamare come sua Contessa senza alcuna costrizione, ma la donna l’aveva intrappolato portandolo sotto il giogo di Abraham Van Hellsing.
Passando di generazione in generazione il sigillo non si era spezzato ed ora Integra, dopo il loro grandioso primo incontro, godeva dei suoi servizi.
E come le assomigliava…
La tristezza di quei secoli non moriva mai dentro di lui…ed ogni notte, prima di svegliarsi, riportava alla mente i suoi ultimi attimi d’essere umano. I pensieri scomposti, lo sguardo indifferente ed il cerchio si chiuse. Bevve avidamente la terra impregnata del sangue che i turchi avevano versato per espiare i loro peccati.
Nemmeno la morte era riuscita a distruggerlo, ed ora quella luna lo faceva fremere come un bambino.
Una così bella notte…
La fille de l’obscurité lo guardava con il suo volto di perla e aspettava di accompagnarlo nelle sue ‘visite’ notturne.
Si dissolse e ricomparve nel mezzo dell’ingresso della Manor, occhieggiando divertito le guardie che si erano irrigidite alla sua comparsa inaspettata.
Volutamente mostrò le zanne, facendoli rabbrividire…prese a camminare lungo i corridoi dove regnava l’oscurità e presto prese a fasare il proprio corpo in una parete. Emergendo nell’ufficio del suo Maestro.
Integra Fairbrook Wingates Hellsing.
Lì nell’ombra continuò ad osservare la sua lunga chioma, resa ramata dal particolare riflesso della luna.
Uno dei suoi amati sigari bruciava lento, posato nel posacenere, il fumo acre gli fece arricciare le labbra…
“Alucard, so che sei qui. Esci fuori.”
Le sue parole non lo sorpresero…uscì dal buio, rivelando la sua figura come aveva fatto molte altre volte. Gli occhi di Integra lo osservavano freddi, lo stesso sguardo possente di Abraham.
Percorse la stanza e con assoluta calma si sedette davanti a lei, il sorriso folle rimaneva sulle sue labbra.
“Per quale motivo arrivi così tardi?” la voce di lei era atona, ma un veloce sguardo nei suoi pensieri gli rivelò che era curiosa.
In dieci anni mai l’aveva fatta attendere un solo minuto, non che il tempo avesse per lui qualche significato…
Rimase immerso nei suoi pensieri, cosciente di essere attentamente scrutato da Integra.
“Oggi è la notte d’Ognissanti, Master.”
Integra non poteva considerarla una risposta. Osservando gli occhi del vampiro fissi su di lei, decise di non ribattere “Bene…ora che sei qui ci sarebbe un cas-“
“Non così in fretta.” la interruppe Alucard, guadagnandosi un’occhiata che avrebbe fatto sussultare anche il più coraggioso degli uomini…meno lui. Accarezzò con noncuranza la superficie della scrivania di mogano, sapendo che ogni momento di più non faceva che far infuriare la donna davanti a lui.
Un momento prima che lei potesse parlare, la voce del No-Life King risuonò nella sua mente.
“Questa sarà una lunga notte, Master…perché, fino alla prossima alba, ogni creatura nera sarà libera.”
La vide aprire la bocca per poi richiuderla, incerta.
I suoi occhi di ghiaccio si mossero veloci, fissando i sigilli del vampiro che avevano ripreso a brillare scarlatti. L’immobilità di Alucard la innervosiva.
“Cosa stai cercando di fare?” chiese, mantenendo il proprio tono calmo.
L’espressione del suo servo era celata dai capelli corvini, ma il suo sorriso era ben visibile. Un sorriso che non le piaceva.
I suoi occhi sanguinei si accesero come due scintille.
“Io, Master? Assolutamente nulla…” rispose con un’innocenza che, pensava Integra, di certo non gli apparteneva. Si alzò dalla propria sedia, ed a grandi passi si diresse alla porta, non desiderando più essere in compagnia del vampiro.
Abbassò la maniglia, ma la porta non si aprì.
Nonostante il suo ferreo autocontrollo, le sue pupille si erano allargate e questo non sfuggì al vampiro che però rimase fermo nella propria posizione…
“Alucard!” il richiamo all’ordine d’Integra vibrò forte nel grande studio come un colpo di cannone. La sua sicurezza stava cedendo, anche se non lo dimostrava affatto.
Il vampiro lo sapeva…
Di colpo Integra si trovò faccia a faccia con Alucard, vedendo la propria immagine riflessa in quegli occhi affamati.
“Sai Integra…” iniziò lui, provocatorio “…sarebbe così eccitante invertire i ruoli per una notte...lasciare che il lupo cattivo dia la caccia a cappuccetto rosso…non lo pensi anche tu?”
“Penso che l’età ti abbia degradato il cervello, servo.” replicò acida, prima di scaricare un’intera clip di proiettili d’argento nel cranio del vampiro, mandandolo a terra “Ed ora fammi la cortesia di levarti dalla mia vista!”
Uscì in corridoio e sbatté la porta vigorosamente. Alucard, o meglio quello che ne restava di lui, era scosso da una risata compiaciuta.
Se c’era una cosa che adorava era farsi sparare da Integra!

Author’s note:
Un secondo tentativo nell’immaginario Alucard/Integra, anche se non lo definirei proprio di stampo romantico.
Spero solo di non aver mantenuto il pairing in character…quando si parla di Hellsing non è così facile a mio avviso!
Grazie a Wicked Soul per aver recensito la prima One-Shot ed hai ragione sulla pece...sono una grande ignorante! ^^
Fatemi sapere cosa ne pensate…!!!
Hermes

  
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