Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: Brume    21/02/2022    6 recensioni
Ho utilizzato un soggetto non originale ( lo dico subito, nel senso che ho scritto una storia sullo stesso tono, per un altro fandom) portando alcuni dei protagonisti di VbN in un AU moderno e dai toni parecchio scanzonati; forse, posso essere andata oltre ma…questo è il mio modo di scrivere: sperimentare.
Ma cosa c’è di così tanto strano nella storia?
Beh: diciamo che, dopo una nottata di bagordi, Andrè ed Alain si ritrovano a dormire nello stesso letto e con una fede d’ oro al dito…e tra pensieri, equivoci e qualche risata -almeno spero – passeranno alcuni giorni prima di scoprire cosa sia accaduto. Oscar c'è, ovviamente, ma i protagonisti indiscussi saranno loro, con una comparsa di Fersen in vesti inusuali. E' il mio primo scritto, simil commedia, siate clementi! =)
Barbara
Aggiunta FANART al capitolo 4 e 6.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Quasi tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La festa di inaugurazione del locale che Alain, insieme alla sorella Diane ed al di lei compagno avevano rilevato e sistemato fu, a tutti gli effetti , un successo. Ci avevano lavorato molto tempo, dedicando inventiva,  energia e soldi nel progetto ; rappresentava, il tutto,  un sogno che avevano da tempo e che finalmente aveva visto la propria realizzazione ed alla cui presentazione aveva partecipato tanto l'esponente del jet set quanto la persona comune rendendolo così un luogo neutro, senza etichette, ma molto molto apprezzato.
I festeggiamenti- a seguito del concerto di una band emergente, dei soliti discorsi e di una piccola sfilata , giusto per fare cornice  - erano durati fino a tarda notte. Dopo di chè, quando anche l'ultimo ospite se ne fu andato, Alain e Andrè -  il suo migliore amico- erano tornati nella casa che condividevano da quando avevano lasciato l'esercito qualche anno prima, per un piccolo incidente che li aveva costretti a mesi e mesi di ospedale….solo che invece di dirigersi ognuno nella propria, ampia stanza – ricavate da ambienti dell’ open space  separati tra loro da pareti in vetro -  erano finiti a dormire in quella di Alain, nell’ unico grande letto matrimoniale presente. ..E fu in quel letto che Andrè si risvegliò, la mattina, con un gran cerchio alla testa e la bocca impastata.

Aprì gli occhi bofonchiando parole dapprima incomprensibili , riferite a sé stesso , alle bottiglie bevute e ad una impellenza molto, ma  molto presente. Infine, si decise ad alzarsi e, con falcate ampie, raggiunse il luogo destinato alle sue esigenze fisiologiche. Cosa fosse successo la sera precedente se lo ricordava a malapena: ne aveva fatte di sbronze - anche in compagnia di Oscar, ma questa è un’ altra storia - e   mai, mai gli erano parse  così devastanti…
In ogni caso, fatto ciò che doveva  e lasciato campo libero ai pensieri, pensò solo a tornarsene a letto quindi , dato che era mezzo nudo e non faceva caldissimo, si affrettò a rientrare sotto le coltri. E li che ebbe…la prima sorpresa.
A quanto pare, la notte l’ aveva passata con Alain.
Niente di strano, beninteso, non era la prima volta che per necessità o per caso condividevano un letto; ciò che gli parve strano fu, osservare sulle mani di Alain, una vera d’ oro, lucente, brillante.
E questa? ….cosa diavolo hai combinato, Alain? Pensò, infilandosi sotto le coperte ed appoggiando la testa sul cuscino; tuttavia, li per li non trovò una risposta plausibile e nemmeno si sforzò a cercarla: troppo era il sonno, infatti e crollò, poco dopo, ancora esausto, non svegliandosi che un paio di ore più tardi, dimentico di tutto.
 
“Buondì” disse Alain non appena lo vide, già seduto al tavolo tondo di quell’ open space, situato in fondo alla stanza e visibile dal letto,  i cui ambienti erano divisi solo che una parete di vetro in quel momento spalancata.
“Buondì” rispose Andrè, sedendosi sul bordo del letto e stiracchiandosi
“ ehi, Alain, ma che ore sono? …ne hai una idea?”
“Sono le tredici e venti” rispose l’ altro “ ed il caffè è pronto, se lo vuoi…”
Andrè sbadigliò e si alzò camminando lentamente fino al tavolo ; appena sceso dal letto, tuttavia, si accorse di qualcosa che le ore precedenti non aveva notato. Vicino al letto, alla porta d’ entrata – posta ad una certa distanza – e perfino sopra le foglie della pianta di ficus..vi erano una quantità inimmaginabile di indumenti intimi femminili delle varietà e tessuti più disparati. Tra questi, una parrucca ed un paio di tacchi decisamente troppo alti per qualsiasi essere umano.
Andrè, di solito riservato ed in un certo senso pudico, così diverso da Alain e dal suo carattere prorompente , si fermò e osservò il tutto.
“…cosa è successo? Cosa è tutta questa ro…questa roba?” domandò.
L’ amico sollevò lo sguardo dal giornale che stava leggendo e fissò a sua volta i pizzi ed i merletti, dando poco peso al tutto.
“Credo provengano dalla sfilata di ieri sera, Père Andrè rispose , prendendolo in giro “ dai, non essere così sconvolto, non ho infilato nessuna donna  in questa camera. Non ti voglio così male, mio caro. So che sei fedele alla tua Oscar….”
Andrè sollevò le sopracciglia, scosse il capo; accettò per buona la spiegazione di Alain e finalmente lo raggiunse.
“E’ stata una bella serata, ieri… direi che l’ inaugurazione è proprio riuscita” gli disse, non appena si fu seduto. Allungò una mano verso la bottiglia in vetro del latte e ne versò un po' nella tazza.  
Alain sorrise.
“Si, lo credo anche io…ora staremo a vedere se saremo in grado di reggere: Diane ed il suo compagno ci tengono molto. Certo, ieri abbiamo magari un po' esagerato ma sai…attirare gente è indispensabile. Il Club avrà una vita diurna , destinata ad un pubblico come dire più… ricercato ed io…mi occuperò della sua versione notturna” disse.
Andrè sorseggiò il caffè e si augurò che la stramba idea dei fratelli de Soisson funzionasse. Se lo meritavano.
“ A proposito, come mai Oscar non è venuta?” domandò.
Andrè alzò le spalle.
“Non saprei, davvero. Le ho mandato l’ invito parecchio tempo fa…” rispose; un velo di malinconia coprì i suoi occhi e Alain preferì non andare oltre conoscendo i trascorsi travagliati; si alzò e andò a recuperare altri biscotti.
Fu in quel momento che Andrè vide l’ anello, la cui presenza aveva temporaneamente scordato.
Subito rischiamò l’ attenzione di Alain.
“Ma quell’ anello?” domandò, indicando con lo sguardo la mano sinistra dell’ amico “ …che cosa mi rappresenta? Da quando lo hai? Non  ci ho mai fatto caso…”
Alain, di ritorno, fissò la sua mano.
“Non ricordo di averlo mai avuto…..” rispose, per poi zittirsi dopo poco guardando le mani di Andrè “Ne hai uno anche tu, comunque…”
I due amici si guardarono,  sorpresi.

“…non te ne eri accorto?” chiese Alain.
Andrè, che non sapeva se ridere o piangere, fece segno di no con la testa.
“Sarà stata una trovata di Diane, anche se non capisco il nesso con la serata…” disse Alain; infine, senza dare più peso alla cosa, disse che di li a poco sarebbe uscito per alcune commissioni e invitò Andrè a fermarsi quanto volesse. Si avviò dunque verso una stanza dalla quale uscì con alcuni vestiti ed entrò in bagno per farsi una doccia ma…dopo nemmeno un minuto, Andrè se lo ritrovò davanti praticamente nudo, pallido, sconvolto.
“Che succede?” domandò sgranando gli occhi.
La testa pulsava, aveva uno strano presentimento e non vedeva l’ora di tornarsene a dormire.L’ amico era in piedi davanti a lui, muto. Il braccio sollevato e teso reggeva, tra le dita, un foglio di carta dal colore indefinibile, risultato di un mix tra ketchup e cognac.

“Cosa è questa cosa?”  fu la richiesta di Andrè.

“Leggi. Era appallottolato dentro la tasca dei miei jeans” rispose Alain.

L’ altro afferrò il foglio, i cui caratteri scritti in piccolo e coperti dalle  macchie si rivelarono all’ inizio parecchio difficili da decifrare; dopo diversi tentativi in cui lesse e rilesse quelle frasi, tuttavia, riuscì a venirne a capo ed il suo colorito…divenne simile a quello di Alain.

“…Co…cosa significa?” chiese ancora, Andrè.Se avesse visto i fantasmi decapitati degli ultimi reali di Francia avrebbe avuto meno timore.

Alain dapprima non rispose. Strappò il foglio dalle mani dell’ amico, gli diede una lettura, fissò Andrè. Poi, all’ improvviso, il colore tornò sul suo viso e scoppiò in una grassa risata.

“Significa che sei divenuta Madame De Soisson, mia cara. Anche se io, a dire la verità, apprezzo le bionde… per te posso fare una eccezione” rispose.
 
Andrè lo fissò, indeciso se prenderlo a pugni o meno. Si stava sentendo male.
“Alain, che diavolo..che diavolo hai combinato?” domandò all’ amico. Le vene gonfie iniziarono a pulsare, sul collo.

“Io? Ne so quanto te, mio caro…” rispose.

Preso dallo sconforto, Andrè tornò verso il letto.
Una volta seduto, prese a fissare al finestra davanti a sé cercando di fare mente locale. Cosa poteva essere tutta…tutta quella storia?
Ed ora, cosa sarebbe successo ancora? Come ne sarebbero usciti?
Alain lo lasciò solo e, ridendo, tornò alle sue occupazioni.
Quando tornò lo trovò però ancora li, come imbambolato. Aveva tolto la fede poggiandola sul comodino.
Certo, pure lui era curioso di sapere come fosse accaduta una cosa simile ma, a suo parere, Andrè se la stava prendendo troppo. Era sicuramente uno scherzo, non poteva essere vero quindi…cercò di risollevargli il morale e di trovare una soluzione.
“Oggi chiamerò Diane, le chiederò se si ricorda qualcosa…tu rimani pure qui, quanto vuoi. E non preoccuparti, vedrai che risolveremo tutto…ora però devo andare, a più tardi…” disse , dando una pacca sulle spalle all’ amico.
Andrè annuì, incapace di parlare; stava pensando ad Oscar.
Cosa le avrebbe detto?...non erano ufficialmente legati e tantomeno una coppia ma…questo intoppo avrebbe potuto rovinare tutto. Era molto – comprensibilmente – preoccupato.

“Ehi, Andrè…mi è venuta in mente una cosa” sentì dire, poco dopo, da Alain. Si voltò, dunque, vedendo l’ amico sulla porta.

“Che c’è?”
 
“…puoi stare tranquillo, sai? Il matrimonio non è stato consumato…” disse.

Andrè afferrò la prima cosa che trovò e la scagliò contro la porta , nel frattempo già richiusa…ma il rumore del bicchiere in frantumi non riuscì comunque a coprire le risate di Alain che, in quel momento, stava scendendo le scale.


 
 
 
 
 
   
 
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