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Autore: SelfPreservation    24/02/2022    0 recensioni
"Ricordo la tua risata, le nostre confidenze, il cuore che mi batteva in petto impazzito, le guance rosse al risuonare dei tuo complimenti, la voglia di conoscerti da vicino, sfiorarti la barba incolta, capire chi fossi davvero. Perché io in quei giorni ci ho creduto davvero, sai? Ho pensato che potessi essere la mia salvezza, il mio futuro, un punto di luce da cui ricominciare dopo un decennio di buio fitto nel mio cuore. Mi sono lasciata cullare dal pensiero, o forse dall'illusione, che quella volta sarebbe stato diverso, che la mia mente non mi avrebbe ostacolata, che avrei ricevuto quel primo bacio che avevo sognato...che avrei fatto l'amore con un ragazzo che mi amava. "
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MY BIGGEST REGRET

 

 

A marzo saranno due anni.

Mi piace fingere di essere forte, fingere che all'interno del mio cuore non ci sia una fessura che attende di essere colmata dal maggio del 2020. Una fessura che io stessa ho scavato, con le mie mani, le mie paranoie che fungevano da scavatrici, ho alimentato il solco giorno dopo giorno, notte insonne dopo notte insonne. Con un silenzio prolungato è diventata una voragine.

Mi piace fingere e far credere agli altri di stare bene così, di non aver mai più pensato in tutto questo tempo a quel ragazzo dal sorriso rassicurante e gli occhi più dolci che avessi mai visto. Solo di notte, nel buio delle coperte e nel silenzio della mia peggior nemica, lascio che i sentimenti e il rimpianto emergano come un fiume in piena, mi lascio travolgere dai ricordi, dalle parole che ti ho sussurrato al telefono in quelle settimane in cui mi sembrava di poter toccare il cielo con un dito. Era un cielo lontano, soleggiato e mai così limpido, che potevamo osservare soltanto con distacco, dai nostri balconi affollati in attesa di una normalità che ancora non sapevamo per quanto tempo non avremmo potuto riassaporare. Ricordo la tua risata, le nostre confidenze, il cuore che mi batteva in petto impazzito, le guance rosse al risuonare dei tuo complimenti, la voglia di conoscerti da vicino, sfiorarti la barba incolta, capire chi fossi davvero. Perché io in quei giorni ci ho creduto davvero, sai? Ho pensato che potessi essere la mia salvezza, il mio futuro, un punto di luce da cui ricominciare dopo un decennio di buio fitto nel mio cuore. Mi sono lasciata cullare dal pensiero, o forse dall'illusione, che quella volta sarebbe stato diverso, che la mia mente non mi avrebbe ostacolata, che avrei ricevuto quel primo bacio che avevo sognato...che avrei fatto l'amore con un ragazzo che mi amava.

Mi piace fingere che la colpa sia stata di entrambi, che fossimo troppo diversi e distanti per poter portare avanti una conoscenza che per esigenze esterne non poteva che essere telefonica. La verità è che la colpa è stata mia, mia e di nessun altro, forse del mio cervello che ragiona troppo senza sosta. “Autosabotaggi”, li ha chiamati una volta lo psichiatra. A un tratto l'entusiasmo è diventato paura, l'emozione si è trasformata in ansia, e le notti passate a sognare le tue labbra le ho trascorse, invece, a immaginare come sarebbe finita e a inventare mille ragioni per cui non avrebbe mai funzionato. La verità è che non potevo saperlo allora, non potevo immaginare che se ci fossimo visti di persona l'attrazione sarebbe stata ugualmente forte o forse assente, non potevo sapere se saremmo mai arrivati a quell'invito a casa tua a guardare un film che ancora oggi non ho il coraggio di nominare, con una torta al cioccolato da dividere e i corpi così vicini da fondersi. Non potevo sapere nulla, non avevo alcuna certezza, eppure ho deciso ugualmente di allontanarmi, di ripagare le tue parole d'amore con il silenzio, le tue visualizzazione con una sparizione, forse nella speranza che ti dimenticassi di me, forse credendo che lo avresti fatto ugualmente e pensando che in quel modo sarei riuscita ad accelerare il processo e renderlo meno doloroso. Ho pensato che in quel modo non avrei sofferto dopo, quando inevitabilmente le cose tra di noi sarebbero finite in rovina, che così facendo avrei evitato un cuore spezzato. Il mio, perlomeno.

Il Destino, però, è beffardo, sai? Ti colpisce alle spalle quando meno te lo aspetti, attende il momento giusto per coglierti alla sorpresa ma quando lo fa...Dio se te ne accorgi. Pensavo che non ti avrei più rivisto, che le nostre strade si fossero separate per sempre in quel giorno di metà primavera in cui la libertà sembrava più vicina e il mondo un posto meno triste. Non è stato così, da qualche mese a questa parte ti ritrovo ovunque, continuamente. Ti ho trovato nel posto in cui avevamo detto di voler andare insieme, una facoltà per cui condividevamo la passione ma che mai avrei pensato di attraversare con te, sebbene a distanza. Ti trovo nelle pagine di citazione che controllo nelle notti tornate insonne, nelle foto che ci piacciono, nelle visualizzazioni alle didascalie malinconiche con cui di tanto in tanto aggiorno il mio stato su Whatsapp. Non trovi assurdo che il nostro primo incontro, vero, di persona, a pochi metri l'uno dall'altro sia stato con quelle mascherine a coprirci il viso che avevano segnato il nostro inizio, nell'università che sognavamo, e gli occhi famelici ma timidi di incontrare l'altro? Quel giorno ti ho guardato, da lontano, ho osservato i tuoi gesti, il modo in cui buttavi la testa all'indietro a ogni battuta del tuo amico, il tuo intercalare che risuonava nel corridoio semi-deserto e che tante volte mi aveva fatto sorridere al telefono. Ti ho guardato e ho immagazzinato ogni momento di quell'incontro prima di andare via, a testa bassa, a rintanarmi in una solitudine da cui non ho il coraggio di uscire.

Quel giorno ho capito di averti perso per davvero, di aver perduto un'occasione, forse la più grande che la vita mi avesse offerto in campo sentimentale e che io ho buttato via con una stupida e insopportabile noncuranza, come se di quelle occasioni così dolci la vita fosse piena.

Mi piace fingere che vederti accarezzare un'altra ragazza non mi dia fastidio, racconto agli altri di averla superata, che non avrebbe funzionato, due caratteri incompatibili. Ma ad ogni vostra foto, ogni fottuta volta che vedo per sbaglio una carezza, le labbra che si sfiorano, la tua delicatezza verso di lei, non posso che immaginarmi al suo posto e chiedermi come sarebbe stato. Mi avresti amato allo stesso modo? Avresti chiamato anche me amore?

Non sai quante volte ho pensato di scriverti almeno per chiederti scusa, non per ricominciare, ma per sollevare quel peso che ogni volta che leggo il tuo nome diventa ancora più schiacciante. Egoista, lo so. Poi mi sono resa conto che ti farei soltanto del male, forse rischierei solo di riaprire una ferita che dopo due anni hai rimarginato, leccato. Sarà rimasta la cicatrice che ogni giorno, la tua ragazza, con le sue carezze e i suoi baci contribuisce a rendere sempre più invisibile. Non lo meriti, non dopo la sofferenza che ti ho fatto patire.

Mi piace fingere che la storia mai iniziata sia un capitolo chiuso, che io sia soddisfatta della scelta di scappare come una ladra perché era quella che sentivo nel cuore. Questo è quello che racconto a me stessa e agli altri...stronzate.

Mi piace fingere, sì, ma la verità è un'altra storia. Fingo per non ammettere che sei il mio rimpianto più grande, fingo per non dire ad alta voce che vorrei ritornare a quel marzo 2020 e rifare tutto in modo diverso, sedermi a giugno con te in un bar all'aperto e dare inizio a quella che avrebbe potuto essere l'esperienza più bella degli ultimi venticinque anni.

Mi piace fingere, indossare la maschera, perché così e soltanto così riesco ad alzarmi ogni giorno dal letto e affrontare la giornata, crogiolata nell'illusione di essere invincibile, dal cuore duro e inscalfibile, per scacciare quel terrore di lasciarmi andare che nasce dalla consapevolezza che sotto quella maschera la forza non so nemmeno cosa sia.

Mi piace fingere di non volerti incontrare più, ma non lo farò qui, no, qui non fingerò di non aver smesso di sperare di poter avere un giorno un'altra possibilità, non per ricominciare da dove ho tagliato il filo, ma per tesserne uno migliore, più bello e più forte, insieme, quando finalmente avrò superato tutte le paranoie, ansie, paure che hanno trasformato un gioiello in una lama affilata prima che la buttassi nel fuoco, distruggendola.

 

Non so se leggerai mai queste parole, se incontrerai mai questa lettera, se per puro caso il Destino dovesse metterla sulla tua strada sappi che sei il mio rimpianto più grande e che non mi perdonerò mai.

Scusami, per tutto.

Clorinda.

   
 
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