Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Vallyrock87    26/02/2022    6 recensioni
Inuyasha, lavora alle dipendenze dei Taisho. Il mezzo demone non ha mai incontrato il figlio del suo datore di lavoro, ma le voci che circolano su di lui non sono delle migliori. Eppure, Inuyasha non crede che il tanto tenuto Sesshomaru sia quello che tutti descrivono, perciò, desidera incontrarlo per confutare questa sua teoria. Chissà se riuscirà mai ad incontrarlo, e se le sua supposizioni saranno confermate.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: inu taisho, Inuyasha, Koga, Sesshoumaru
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Saint Valentine's Day'
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Ringrazio come sempre la mia beta MoonSuckerlove,per avermi aiutata, e soprattutto per sopportare le cavolate che scrivo. Dico così perché voi non sapete cosa sono le mie storie quando sono solo delle bozze XD

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Questa storia appartiene a una serie che coinvolge anche altri fandom come: - L'attacco dei giganti e My hero academia, intitolata: Saint Valentine's day.

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Nella scala sociale esistono diversi tipi di lavoratori: da coloro che svolgono dei lavori umili e che magari non hanno scelto, a chi sta molto più in alto, dirigendo le aziende, possedendo costose auto e comandando chi è sotto di loro. Essere un impiegatucolo di poco conto non era mai stata cosa facile, ma ancora più difficile se quell'impiegatucolo si fosse innamorato di qualcuno che stava ai piani alti. Qualcuno di irraggiungibile nella sua costante freddezza, la sua perseverante indifferenza verso chiunque e quel modo severo nel guardare tutti coloro non fossero alla sua altezza come esseri insignificanti.

Da quando Inuyasha lavorava alle dipendenze dei Taisho non aveva mai incontrato il figlio del capo, ma dai discorsi dei suoi colleghi sembrava davvero un tipo da cui starsene alla larga. Tuttavia, nel ragazzo dai capelli argentei, dalle orecchie canine e dagli occhi del colore del sole, era nata la curiosità di vedere quella persona così tanto irraggiungibile. L'unica spiegazione era che Inuyasha volesse farsi davvero male, che forse il suo spirito di conservazione fosse andato letteralmente a farsi benedire, tentando così il suicidio, come se la sua vita non contasse davvero nulla.

- Mi piacerebbe poterlo incontrare, chissà... forse non è davvero così terribile come tutti pensano. – Inuyasha aveva espresso quel pensiero ad alta voce, una volta durante una pausa caffè, davanti alla faccia sbigottita dei suoi colleghi, che lo osservavano con la bocca spalancata.

- Tsk. Cagnaccio. Non starai mica pensando al suicidio? Quello non è di certo un tipo con cui si può parlare cordialmente davanti ad una tazza di caffè. – Gli rispose Koga, uno dei suoi colleghi, con cui non andava del tutto d'accordo. Nonostante quest'ultimo fosse un demone lupo, i due erano come cane e gatto.

- Dannato lupastro, ti fai influenzare troppo dalle dicerie della gente, non l'hai mai nemmeno incontrato. Io non credo che sia il mostro che tutti pensano. – Disse Inuyasha, alzando il mento quasi con orgoglio per aver pronunciato quelle parole.

Non avrebbe mai pensato che, non poco distante da lì, il diretto interessato aveva ascoltato tutto il discorso di quell'impiegato mezzo uomo e mezzo demone. Nessuno mai aveva espresso certi pensieri su di lui, aveva sempre incusso timore in tutti i suoi sottoposti, e ora quel piccolo e insignificante essere osava giocare con la sua vita pur di potersi accertare se Sesshomaru Taisho fosse davvero così terribile come tutti credevano.

Bene mio piccolo e stupido essere inferiore, ti pentirai amaramente delle tue parole.

Pensò mentre lasciava il suo nascondiglio, percorrendo a lunghe falcate i corridoi del grande edificio per raggiungere il proprio studio e chiudercisi dentro con le parole del ragazzo impresse nella sua mente: forse non è davvero così terribile come tutti pensano. Si portò una mano alla base del naso, massaggiandoselo, emise uno sbuffo di frustrazione, di certo non era abituato a sentire parole gentili nei suoi confronti, nella maggior parte dei casi erano tutte inutili dicerie. Era vero che provava indifferenza verso quegli esseri inferiori che lavoravano per lui e suo padre, ma di sicuro non aveva mai ucciso nessuno, era esagerato considerarlo un mostro, e senza nemmeno conoscerlo, per giunta.

Però non capiva, perché le parole di quel ragazzo, di cui aveva potuto vedere solamente la nuca adornata da un paio di graziose orecchie canine, l'avessero così tanto scosso. Forse perché nessuno aveva mai pensato a lui in quel modo, e quel ragazzo era il primo?

Nelle settimane successive, Sesshomaru cercò di sapere di più su quel ragazzo tanto diverso da tutti gli altri, soprattutto era curioso di conoscere il suo aspetto. Rimase totalmente abbagliato quando vide quel viso quasi fanciullesco dai lineamenti che sembravano scolpiti nel marmo, quegli occhi grandi e dorati molto espressivi e quelle labbra sottili e morbide che in quel momento avrebbe voluto tanto saggiare. Quando lo vide in tutta la sua interezza, il ragazzo si concedeva una delle tante pause caffè che gli erano consentite. Sesshomaru rimase a guardarlo ancora per qualche momento, soffermandosi su altri particolari del mezzo demone; quel giorno portava una camicia rossa dalle maniche leggermente larghe, sopra di essa un gilet nero che gli fasciava il busto e un paio di pantaloni eleganti e stretti dello stesso colore del gilet, che lasciavano immaginare ben poco. I folti capelli argentei gli ricoprivano completamente la schiena, fermandosi poco sopra le natiche. Si leccò le labbra quando i suoi occhi si posarono proprio in quel punto.

Sembrava che i suoi piani fossero decisamente cambiati, nonostante inizialmente avrebbe voluto trovare qualche modo umiliante per farlo ricredere. Ora invece pensava ad un modo per poterlo avere, quel dannato essere si era insinuato nella sua mente all'istante senza nemmeno avergli chiesto il permesso, maledetto! Se ne tornò nel suo ufficio e si sedette sulla poltrona: non appena si accorse che aveva un piccolo problemino da risolvere tra le sue gambe, emise un ringhio di frustrazione, era da diverso tempo che non gli succedeva una cosa simile.

Nei giorni seguenti i Kami sembravano voler giocare con loro. Mentre Inuyasha, come al solito, si destreggiava tra i vari uffici per consegnare le pratiche richieste dagli avvocati, Sesshomaru, appena uscito dal suo ufficio, si stava recando in quello del padre, quando improvvisamente une delle porte di quel corridoio si aprì e lui si scontrò con qualcuno. Inizialmente non riuscì bene a vedere chi gli fosse piombato addosso a causa dei vari fogli che erano volati in aria.

- Ah, m...mi scusi, non l'avevo vista. – Disse Inuyasha chinandosi immediatamente a raccogliere i fogli sparsi per tutto il pavimento.

Sesshomaru abbassò lo sguardo per capire chi fosse stato a urtarlo e rimase stupito quanto vide quei capelli argentei e quelle orecchie canine. Quante probabilità ci sarebbero state? Eppure, stava sempre attento a non incontrare nessuno dei dipendenti. Sesshomaru si chinò a sua volta per aiutare il mezzo demone a raccogliere i fogli; il ragazzo teneva il capo chino per nascondere il rossore delle sue guance, in totale imbarazzo per aver combinato quel disastro. Nel momento in cui sentì quello sconosciuto chinarsi per aiutarlo, sollevò il capo, stupito. Il suo sguardo incontrò due occhi dorati e taglienti che sembravano trafiggerlo come lame; ma qualcosa in quel momento sembrò dirgli che quel demone era gentile: il suo accenno di sorriso, che stupì anche lo stesso Sesshomaru. Ma che cosa gli stava succedendo? Ancora una volta si ritrovò a maledire quel dannato mezzo demone che da un po' di tempo ormai, occupava i suoi pensieri

Una volta che i fogli tornarono tra le braccia del loro proprietario, i due si separarono; Sesshomaru tornò sui suoi passi e Inuyasha si incamminò dalla parte opposta. Il mezzo demone per il resto della giornata rimase piuttosto scosso da quell'incontro, non riusciva proprio a togliersi quegli occhi dorati dalla mente e, durante una pausa caffè, anche Koga non poté fare a meno di notare come Inuyasha fosse turbato da qualcosa che in quel momento gli sfuggiva.

- Che ti prende cagnaccio, sei piuttosto silenzioso oggi. – Gli disse Koga puntando i suoi occhi azzurri su di lui.

- Ah! niente. Fatti gli affari tuoi lupastro. – Disse Inuyasha una volta che si fu ridestato dal suo stato di trance

- Che c'è, ti sei innamorato per caso? – Gli disse Koga in modo provocatorio; in fondo gli piaceva punzecchiare quel cagnolino tanto da farlo innervosire.

- Tsk. Non dire fesserie. – Rispose Inuyasha, cercando di sembrare il più indifferente possibile. Ma in realtà si chiedeva se fosse plausibile innamorarsi di un paio di occhi che a tutti gli altri incutevano timore, mentre invece a lui avevano fatto provare una strana sensazione al basso ventre.

Quello era sicuramente un demone maggiore, quella mezzaluna viola sulla fronte e quei segni magenta sulle guance erano un chiaro segno su quale ceto sociale appartenesse quel tipo. Strabuzzò gli occhi quando un pensiero si accese nella sua testa; non è che per caso quello era il figlio del capo, quel Sesshomaru Taisho che tutti temono? E lui lo aveva incontrato? No, impossibile, Sesshomaru era sicuramente un tipo irraggiungibile e poi era difficile poterlo vedere, quante erano le possibilità che un caso fortuito come quello gli avesse dato l'opportunità di incontrarlo? Nah, assurdo.

- Senti Koga, ma proprio nessuno conosce l'aspetto del figlio del capo? – Domandò Inuyasha, senza rendersi conto che il collega avrebbe potuto capire tutto. Koga alzò un sopracciglio incuriosito.

- Oh, oh ! Tu lo hai incontrato! – Esclamò Koga, che finalmente era arrivato a capire quale fosse la causa del turbamento di quel cagnaccio, o forse era meglio dire chi. Inuyasha in quel momento avrebbe preferito che la terra sotto i suoi piedi si aprisse facendolo sprofondare, tale era l'imbarazzo.

- Ah... i... io... no, ma che dici!? – Disse Inuyasha iniziando a balbettare. Koga sorrise beffardamente, bingo, aveva centrato il punto.

- Oh, io penso proprio di sì. Non negare l'evidenza. – Disse Koga che ormai sentiva di avere in pugno l'altro. – A ogni modo non so che aspetto abbia, a questo punto penso che lo sappia solo tu. – Concluse Koga.

- Hey, dannato ti ho detto che non l'ho incontrato. Sei proprio fuori strada. – Disse Inuyasha, cercando di persuadere l'altro.

- Certo, certo, come no. – Insistette Koga. Inuyasha a quel punto si arrese, che pensasse un po' ciò che voleva.

***

Nell'ufficio di Toga Taisho, padre e figlio erano nel bel mezzo di una discussione; Sesshomaru era andato da suo padre per chiedergli di affidare a un certo mezzo demone, l' unico che avevano assunto, la consegna di alcune pratiche che gli servivano, per un caso importante che conosceva solo lui. A Toga quella richiesta gli era sembrata fin troppo strana, soprattutto se si trattava di suo figlio, che non aveva mai voluto avere nemmeno una segretaria, perché non voleva avere niente a che fare con quegli esseri inferiori come li chiamava lui. Perciò aveva aggrottato la fronte e si era rivolto al figlio con un tono canzonatorio.

- Da quando hai bisogno di un segretario? – Chiese Toga guardando il figlio seduto sulla sedia davanti alla sua scrivania con le gambe accavallate.

- Questo è un caso importante, non ho tempo di fare su e giù con tutte le scartoffie che mi servono.- Disse Sesshomaru, indifferente. Toga alzò le sopracciglia fino quasi toccare l'attaccatura dei capelli. Quel ragazzino cercava di prenderlo in giro cercando di addurre inutili scuse, ma con chi diavolo credeva di avere a che fare? Pensava che fosse nato ieri? Doveva sapere assolutamente che cosa ci fosse sotto, e lo avrebbe scoperto sicuramente.

- E sia, farò mandare il ragazzo da te domani mattina. – Disse infine Toga, facendo un cenno a Sesshomaru, che lasciò la stanza poco dopo.

***

Il giorno dopo Inuyasha rimase del tutto scioccato quando gli dissero che quella mattina si sarebbe dovuto recare nell'ufficio di Sesshomaru Taisho. Perciò aveva percorso tutto il tragitto con una certa ansia addosso, aveva il fiatone nonostante non avesse corso e gli sudavano le mani. Il percorso gli sembrò talmente lungo che credette di stare sempre fermo nello stesso posto. Dopo un tempo che gli sembrò immensamente lungo si ritrovò davanti alla porta di legno su cui grandi lettere dorate recitavano il nome del suo proprietario: Avv. Sesshomaru Taisho. Prese un lungo respiro prima di bussare alla porta. Dopo qualche secondo, una voce calda lo invitò ad entrare. Quando fece il suo ingresso in quell'ufficio i suoi occhi rimasero puntati sul suo proprietario, constatando che non si era sbagliato, lo sconosciuto contro cui era andato a sbattere il giorno prima era proprio il figlio del capo.

Sesshomaru gli fece segno con la mano di accomodarsi su una delle poltrone poste davanti alla scrivania. Inuyasha fece come gli era stato detto senza proferire una sola parola, aspettando che l'altro gli esponesse il motivo per cui proprio lui si trovasse lì

- Bene Inuyasha, immagino ti starai chiedendo perché ti trovi qui. – Disse Sesshomaru. Quella voce profonda colpi Inuyasha fin nelle viscere.

- Ah... sì... beh ... in realtà mi chiedevo perché proprio io. – Disse Inuyasha maledicendosi per aver balbettato davanti a lui.

Il mezzo demone, tuttavia, non riuscì a non soffermarsi a guardare imbambolato il demone davanti a lui. Quei lineamenti delicati e quell'espressione austera, quella pelle d'ebano e quei folti capelli argentei in cui avrebbe tanto voluto immergere le dita... chissà quanto erano morbidi... ma soprattutto il suo sguardo si soffermò sulle labbra del demone, chissà che sapore avevano. Senza nemmeno accorgersene, si morse il labbro con uno dei suoi canini. Sesshomaru che gli stava spiegando quale sarebbero state le sue mansioni a quel punto si fermò, posando il suo sguardo su quelle labbra, intuendo che l'altro non lo stava minimamente ascoltando. Gli schioccò due dita davanti agli occhi, ridestando Inuyasha dai suoi pensieri.

- I miei occhi sono qui. – Disse Sesshomaru portando due dita a indicare i suoi occhi.

- Mi... mi scusi. – Disse Inuyasha sentendosi in imbarazzo per essersi distratto in quel modo, per di più davanti al suo datore di lavoro.

- Immagino che non abbia nemmeno sentito una parola di ciò che ti ho detto. – Disse Sesshomaru emettendo un ringhio di frustrazione. Odiava ripetersi.

- Scusi mi ero distratto. – Disse Inuyasha, che avrebbe preferito trovarsi da tutt'altra parte piuttosto che in quell'ufficio.

- Dicevo. – Continuò Sesshomaru cercando di ricomporsi. – Sto lavorando a un caso molto importante, avrò bisogno di alcuni fascicoli e dovrai essere tu ad andarli a prendere per me. Inoltre, ho avuto modo di visionare il tuo curriculum, e ho potuto vedere che ti sei laureato con il massimo dei voti; quindi, vorrei metterti alla prova e chiederti di lavorare con me al caso, una mano mi sarebbe utile, in più, per te sarebbe un'occasione per poter dimostrare il tuo valore e magari alla fine di questo incarico potresti anche avere un aumento, oppure diventare il mio segretario. – Disse, non credendo di aver mai pronunciato così tante parole.

- I... io non so cosa dire. – Disse Inuyasha ancora più scioccato di quando aveva saputo che il figlio del grande capo voleva parlargli, quella che gli si parava davanti era un'occasione più unica che rara.

- Mi basta solo che tu accetti. – Disse Sesshomaru, osservando l'incredulità stampata sul volto dell'altro.

- Allora accetto. – Disse Inuyasha dopo interminabili minuti di riflessione. Sesshomaru si ritrovò a sorridere soddisfatto.

- Bene, direi che per oggi puoi continuare col tuo vecchio lavoro, inizierai a darmi una mano a partire da domani. – Disse infine Sesshomaru, per poi alzarsi e accompagnare l'altro alla porta.

***

Fu così che Inuyasha e Sesshomaru iniziarono a lavorare insieme. Il mezzo demone faceva da spola tra l'archivio e l'ufficio di Sesshomaru e, quando non doveva andare a prendere le pratiche che servivano per quel caso, aiutava Sesshomaru nel suo ufficio. Il demone si meravigliò di quanto diligente fosse quel mezzo demone, raramente si stupiva per qualcosa, ma quel ragazzo dagli occhi del sole aveva uno strano potere e, doveva ammetterlo a sé stesso, qualcosa dentro di lui stava mutando. Iniziò stranamente a pensare se potesse in qualche modo provare qualcosa come l' amore, un sentimento che per diverso tempo aveva sempre evitato. Si trovava a essere confuso e disorientato senza nemmeno comprenderne il senso.

Passò il tempo e Sesshomaru poté osservare attentamente quella piccola ape operaia. Era arrivato alla conclusione che il suo colore preferito fosse il rosso; se non portava una camicia era un fazzoletto o un gilet o un accessorio, non smetteva mai di indossare quel colore. Dopo tutto quel tempo passato insieme, nell'intimità di quell'ufficio, il demone aveva compreso che se inizialmente tra di loro c'era dell'attrazione fisica, ora era mutato in qualcosa di più forte. Quando erano soli non parlavano d'altro se non di lavoro, ma Sesshomaru adorava il suono di quella voce ruvida e grottesca. Il demone in verità non sapeva che cosa dire per poter intavolare un discorso diverso dal lavoro che stavano svolgendo, per questo tra di loro non si parlava d'altro.

Inuyasha dal canto suo non era messo meglio, avrebbe voluto sapere tutto di quel demone di cui tutti avevano paura, ma gli sembrava di essere troppo scortese chiedendogli qualcosa di molto personale. Sesshomaru non sembrava essere un tipo da raccontare i fatti suoi a chiunque.

***

Qualche settimana prima di San Valentino, una delle tante sere in cui si erano trattenuti oltre l'orario di lavoro, si stavano accingendo a uscire dall'ufficio; Inuyasha aveva indossato il suo inseparabile cappotto rosso, quando improvvisamente si sentì sbattere con la schiena contro la porta dell'ufficio. Il viso di Sesshomaru era dannatamente vicino al suo, aveva una strana luce negli occhi, per qualche secondo Inuyasha quasi pensò che lo volesse mangiare. La sua mente non riusciva a formulare nessun tipo di pensiero sensato, a parte uno: troppo vicino. Inuyasha rabbrividì quando le labbra dell'altro si posarono sul suo collo, sentiva il fiato caldo sfiorargli la pelle, la lingua di Sesshomaru percorse tutta la lunghezza del collo del più piccolo, lasciando una scia umida al suo passaggio, facendolo rabbrividire. Inuyasha credette di stare impazzendo, sentiva le gambe diventare di gelatina. Una mano di Sesshomaru gli stava sfiorando la nuca, voltando delicatamente la sua testa di lato in modo di esporre maggiormente quella porzione di pelle. Una gamba del demone si insinuò tra quelle del mezzo demone, arrivando fino al cavallo dei suoi pantaloni, iniziando a strusciarla in quel punto, mentre lasciava dei baci umidi sul suo collo.

Sesshomaru sentiva il più piccolo ansimare sotto il suo tocco, e qualche gemito era sfuggito dalle sue labbra. Il mezzo demone era totalmente sotto il suo controllo, la cosa non poté che renderlo felice. Gli morse un lembo di pelle all'altezza della clavicola, per poi passare la lingua cercando di alleviare il dolore che poteva avergli provocato. Inuyasha sentiva di non riuscire a opporsi alle attenzioni che Sesshomaru gli stava dando, per nulla sgradevoli.

Sesshomaru aveva aspettato per troppo tempo quel momento, il mezzo demone era troppo appetibile ai suoi occhi, e credeva che se avesse atteso ancora per fare qualcosa, sarebbe letteralmente impazzito. Dopo innumerevoli minuti, passati a lasciare caldi baci su quella pelle leggermente più scura della sua, posò la sua fronte su quella dell'altro, facendo scivolare la mano che si trovava sulla sua nuca, alla guancia per poi passare il pollice sul labbro inferiore di Inuyasha che, totalmente in balia di emozioni troppo forti per lui, si sentiva come se fosse stato alla deriva.

- Sei un dannato, che cosa mi hai fatto? Da quando ci sei tu non capisco più nulla, non capisco più cosa sia giusto o sbagliato. A questo punto dimmelo tu perché io non lo so più. – Disse Sesshomaru con un filo di voce, immergendo il suo sguardo nelle pozze ambrate dell'altro.

- I... io non lo so. – Rispose Inuyasha, che effettivamente non aveva nient'altro da dire, perché come Sesshomaru era nella sua stessa situazione.

Il demone si allontanò da Inuyasha che immediatamente sentì la sua mancanza. Con le gote in fiamme e il fiato corto, si riallacciò il cappotto sperando che la sua erezione non si notasse molto, sapendo che quando sarebbe tornato a casa, avrebbe dovuto occuparsene da solo.

- Ora è meglio se te ne vai, o potrei commettere qualcosa di cui so che mi pentirei. – Disse Sesshomaru tornando a sedersi sulla poltrona.

Inuyasha, che non sapeva più cosa dire, lasciò l'ufficio e quasi corse per raggiungere l'uscita e tornarsene a casa. In quei pochi mesi che avevano passato insieme, aveva compreso che ciò che pensava senza nemmeno conoscerlo non fosse poi così lontano dalla realtà. Sesshomaru si nascondeva dietro quella maschera di ghiaccio, risultando scontroso e apatico, ma aveva un animo gentile, di cui forse nemmeno lui era consapevole. In tutto il tempo in cui avevano lavorato insieme, non era mai stato sgarbato, mai lo aveva trattato a male parole o altro. Passare del tempo con lui, Inuyasha lo trovava stranamente piacevole. Aveva pensato inizialmente, che sarebbe stato opprimente lavorare con qualcuno che aveva sempre quello sguardo omicida stampato sul volto, ma poi poté constatare che non era così. E ciò che era successo quella sera non aveva fatto altro che rendere i suoi pensieri più saldi nella sua mente.

Sesshomaru sarebbe sicuramente potuto essere un compagno premuroso, si sarebbe preso cura di lui in ogni occasione e se fosse stato necessario lo avrebbe sicuramente protetto, anche se non ce ne sarebbe stato bisogno. Perché Inuyasha sapeva cavarsela benissimo da solo, non aveva bisogno di nessuno che lo proteggesse, però, pensò a quanto sarebbe stato bello ricevere quelle attenzioni, quelle premure da colui che amava. Eh, già, dopo quella sera Inuyasha aveva compreso di essere totalmente, e irrimediabilmente innamorato di Sesshomaru, non che non lo sapesse anche prima, soltanto, ne ebbe la conferma.

***

Le settimane passarono, ma qualcosa era cambiato tra loro. Se non per Sesshomaru, lo era per Inuyasha, che nel più totale imbarazzo non riusciva nemmeno più a parlare di lavoro con lui. Per il demone invece sembrava che tutto ciò che quella sera era accaduto, non fosse esistito. Inuyasha si sentiva terribilmente ferito da tutta quella indifferenza, eppure le parole che gli aveva rivolto non potevano essere una presa in giro. Fremeva dalla voglia di chiederglielo ma non sapeva come comportarsi.

Sesshomaru riusciva a mascherare bene i suoi sentimenti, ma anche per lui quella sera, le cose erano cambiate. Avrebbe voluto ancora sentire i fremiti di quel piccolo mezzo demone, assaporare quella pelle morbida e, se ci fosse stata una prossima volta, finalmente, saggiare quelle labbra e constatarne quanto fossero soffici e quale sarebbe stato il loro sapore.

Fra poco tempo sarebbe stato San Valentino e lui stava contando le ore e i giorni, poiché aveva intenzione di dichiarare i propri sentimenti. Lui non era di certo il tipo da regali o da fiori; tuttavia, voleva che quel momento fosse speciale. Ma l'attesa e il tempo che sembrava essersi arrestato non gli erano di certo d'aiuto, quella settimana passò talmente a rilento che gli sembrò che ne fossero passate due anziché una.

Quel giorno a Inuyasha sembrò totalmente differente da tutti gli altri, non sapeva spiegare bene il perché, ma aveva notato che Sesshomaru era stranamente agitato. Sarebbero dovuti restare nuovamente a lavoro fino a tardi e, se ci fosse riuscito, avrebbe colto l'occasione per parlargli, gli sembrava più intimo quando restavano da soli e le luci della città erano accese.

L'orologio contava le ore in modo lento, ma il giorno, finalmente, fece spazio alla sera. Arrivato il momento di tornare a casa, Inuyasha sembrava aver preso il coraggio per parlargli, quando il demone lo precedette, lasciandolo letteralmente di stucco.

- Inuyasha, vieni qui – Gli disse Sesshomaru, indicandogli con la mano di avvicinarsi a lui. Inuyasha, senza dire una parola fece ciò che gli era stato detto.

Il demone lo strattonò per un polso e Inuyasha si ritrovò seduto a cavalcioni su di lui, d'istinto le sue mani si posarono sulle spalle di Sesshomaru, che ora lo guardava dal basso verso l'alto con occhi lucidi di lussuria. Fece scorrere le mani che aveva posato sulla sua schiena fino a farle arrivare alle sue natiche, per poi stringergliele e avvicinarlo maggiormente a sé.

- Inuyasha... - Disse Sesshomaru con la voce sensuale che fece correre dei brividi lungo tutta la spina dorsale dell'altro. – ...vuoi essere il mio Valentino? Non dico solo per oggi o per domani, ma per la vita o finché non ti stancherai di me, se succederà ti lascerò andare, anche se ne potrò soffrire. Ma ti prego, donami almeno una parte della tua esistenza, sento che ne potrei morire se tu non me ne regalassi almeno un pezzo. – Concluse il demone cercando per quanto possibile di contenere le emozioni.

Inuyasha, che non si aspettava una dichiarazione del genere, rimase totalmente spiazzato da quelle parole. Non sapeva proprio cosa dire, ma notò che lo sguardo dell'altro era fermo sulle sue labbra; lasciando che i gesti parlassero per lui, gli prese il viso tra le mani e lo baciò. Le loro labbra si cercavano, affamate, mordendo e succhiando; successivamente anche le loro lingue si cercarono intensificando maggiormente quel contatto, entrambi credevano di poter toccare il cielo con un dito.

Inuyasha, senza quasi rendersene conto muoveva il bacino su quello dell'altro che credeva seriamente di stare per impazzire. Quando l'aria iniziò a venire meno, allora, e solo allora si staccarono, entrambi con il fiato corto si guardarono intensamente negli occhi, una mano di Sesshomaru era finita sulla nuca di Inuyasha, immersa tra i suoi folti capelli d'argento. Un leggero rossore tingeva le gote del mezzo demone e stranamente, un lieve strato tingeva anche quelle del demone.

- Questa la devo prendere come una risposta affermativa? - Chiese Sesshomaru. Quella era decisamente una domanda retorica, ma Inuyasha rispose ugualmente con un cenno positivo del capo. – Mi domando solo una cosa, chissà se ho confermato le tue aspettative verso di me oppure no.- Concluse, infine.

Il mezzo demone si trovò totalmente spiazzato da quella rivelazione; voleva dire che quel giorno in pausa caffè, lui lo aveva sentito. Inuyasha in quel momento divenne se possibile ancora più rosso.

- Tu... tu, mi hai sentito. – Disse Inuyasha, sentendo che un sospetto stava mettendo le radici dentro di lui. In quell'istante si sentì preso in giro, come se lavorare per lui non fosse stato altro che uno stupido sotterfugio per dimostrargli che si sbagliava. Avrebbe voluto andarsene da lì, scappare via lontano, ma la presa di Sesshomaru sulle sue natiche si fece ancora più salda fino quasi a fargli male. Il viso di Sesshomaru si era avvicinato pericolosamente al suo.

- So che cosa sta pensando quella tua testolina buffa. E se vuoi saperlo, all'inizio volevo dimostrarti che ti stavi sbagliando, che ero esattamente come mi descrivevano tutti, ma poi quando ho potuto ammirarti meglio, ho capito che volevo conoscerti, che avrei voluto sapere tutto di te. Così dopo aver dato uno sguardo anche al tuo curriculum, ho pensato che mi saresti potuto essere d'aiuto. Ed eccomi qui, innamorato come una ragazzina alla sua prima cotta, solo tu, soltanto tu saresti in grado di uccidermi anche senza un' arma tra le mani e forse io, non opporrei alcuna resistenza. – Si confessò Sesshomaru con gli occhi che brillavano, questa volta ricolmi di quel sentimento che lo aveva travolto come una valanga.

Inuyasha si era portato le mani alla bocca, con gli occhi lucidi, sull'orlo del pianto. Erano le parole più belle che avesse mai sentito, non avrebbe mai creduto che lui potesse diventare qualcuno di così importante per un'altra persona.

- Sono le parole più belle che qualcuno mi abbia mai rivolto, e io credo che, ora come ora, non riuscirei mai a lasciarti. – Disse Inuyasha abbracciandolo e nascondendo il viso nell'incavo del suo collo, assaporando il suo profumo.

Quella notte, in quell'ufficio i due, per la prima volta si amarono finché non ne ebbero abbastanza, finché le loro membra non divennero stanche. Quell'ufficio si riempì di gemiti e dei reciproci nomi urlati fino a che le corde vocali non iniziarono a dolere. Presi dalla foga di quei momenti non si accorsero che qualcun altro era rimasto a lavoro fino a tardi. Toga infatti, mentre stava per avviarsi all'uscita del palazzo, per accertarsi che il figlio fosse ancora a lavoro, si diresse verso il suo ufficio. Stava per bussare, quando sentì degli strani rumori provenire dall'interno, così tese l'orecchio e, in quel momento capì perché Sesshomaru avesse voluto avere, dopo tanto tempo, un segretario. Sorrise compiaciuto e, senza disturbare se ne tornò a casa, conscio che di certo sarebbero cambiate molte cose da quell'istante in poi.

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Angolo Autrice

Ovviamente ho voluto dare il San Valentino anche a loro, perchè sono i miei bimbi, non potevo lasciarli indietro. In questa One shot sono un po' Oc, ma come sempre adoro giocare con loro e vederli in diversi ambienti, non credo che riuscirò mai a staccarmi da questi due personaggi, ma in fondo è quello che spero =)

Sperò comunque che abbiate apprezzato.

Alla prossima =)

 

   
 
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