ATTENZIONE: segue la fic principale con lo stesso nome messa prima, ma quella non è sistemata, ed è come tutte quelle che ho messo spaccati che ho voluto scrivere all'epoca con un loro perchè, sono così per un motivo e mi piacerebbe avere commenti per analizzare le cose. Presto posterò il capitolo di commento e analisi per quella non ancora completa, che spiega il tutto ma devo scriverla, eispetto a queste non lo avevo fatto. Capitolo extra -
doveva essere una
altra sempre su ispirazione di quella fic che non trovo ancora, su un
dopo positivo per Battler e Beato.
mi hanno detto di metterla a
parte, eccola, sistemata un pò all'inizio
1998 - molto tempo dopo avviando il piano
"Ehi
Beato..."
"Sono qui!" disse Beatrice dalla
camera da letto.
Si guardava nervosa allo specchio. Non solo
per i suoi problemi, ma anche perchè le si era rovinato un
abito e
cercava di trovare un modo per nascondere la cosa. NOn poteva
comprare abiti nuovi, e non per molto sicuro, e quello le piaceva
molto.
Erano tornati di nuovo alla condizione di prima. NOn le
pesava finchè questo facesse sentire bene Battler, ma si
sentiva un
pò triste dal comprendere che la situazione sarebbe stata in
discesa
da quel momento. E l'extra che era lo stipendio da promotrice bastava
a cancellare parte di uno dei prestiti. per un attimo nel suo rifless
balenò un sorriso perchè era stato divertente
vedere come banche in
luoghi di quel genere potessero prendere in garanzia le stesse cose
da città diverse solo perchè non moderne come
quelle di città
grandi. Erano banche più locali e di famiglie del luogo e
non legate
ai grandi nomi, quindi valutavano e accettavano senza < parlare
>
con altre banche o fare altro. Erano rimasti sbalorditi ma avevano
due prestiti, uno lo avrebbero chiuso presto grazie ai libri e il
ricavato degli oggetti venduti.
Battler comparve alla
porta.
"Eccoti, sono tornato e con tutto"
"Davvero?
Te li hanno davvero dati tutti? Non si sono accorti di documenti
o...la casa e la macchina già presi?"
"No, tutto
bene. E' fatta Beatrice. Dovremo solo adesso fare come quel giorno e
per il viaggio, recuperando quel famoso zainetto..."
"Ti
è sempre divertito.... quello zainetto ti è
rimasto in mente"
ghignando insieme
"Nessuno poteva immaginare che
contenesse il valore di una casetta, piccola rispetto le altre, ma
tanto dignitosa per noi. Quel semplice e normale zaino.."
baciandola lieve "e ora potremo mettere al sicuro qualcosa che
non deve mai cadere in mano ad Ange. Mi dispiace solo... che ti avevo
fatto delle promesse, e sai che..."
"Finchè tu sei
felice, va bene. Lo so, lo sento, sono sicura che torneremo di nuovo
sulla china e..." portando le braccia intorno al collo di lui
"le preoccupazioni svaniranno"
"Grazie
Beatrice. Per credere in me. Per restarmi al fianco e per cosa sei in
grado di fare"
"Stupido Battleeer!" fece lei
ridendo "sei tu che non capisci cosa tu hai fatto..."
strofinando la fronte su una guancia di lui per poi voltarsi verso lo
specchio con il broncio
"Che succede"
"Ho
solo... un problema con quest'abito. Non so come nascondere il
difetto che ho trovato oggi. Con cosa posso coprirlo, perchè
non
trovo niente che stia bene...?"
"mettilo per casa,
per me. Ne abbiamo comprati altri tempo fa"
"non è
per questo" incupendosi e lui comprese, stringendole le braccia
con le mani, parlando con i loro riflessi di fronte nello
specchio
"Beato, lo so che adesso le cose non andranno
bene e ci ritufferemo nel periodo in cui tutto vacillava, e
stentavamo a raggiungere lo stipendio successivo, e mi dispiace che
questo abito si sia rovinato, ma è solo per il tempo di..."
"Lo
so" fece lei sorridendo dal riflesso "mi sento in colpa
però perchè se iniziano a rovinarsi tutti mentre
sono in giardino,
o cucinando o... era solo questo" restando con il sorriso
mesto
"Mi dispiace di.."
"No, mai ti
dirò o darò qualcosa per ciò che
decidiamo insieme. Non pensarlo
nemmeno. Sono pronta a tutto pur di restare con te, finchè
mi vorrai
al tuo fianco. Come ti ho detto altre volte ho paura che tu possa
incontrare una persona che... sia per te, una donna per te... ma ti
chiedo solo di dirmelo se qualcosa dovesse scemare e... vorrei solo
saperlo"
"non dire e pensare così, per favore"
le sussurrò, mentre infilava le mani in tasca ed usciva
fuori
qualcosa che le portò davanti, poggiandola sul suo petto,
posizionandola guardando i loro riflessi mentre le restava alle
spalle
Beatrice sgranò gli occhi davanti a quella che
sembrò
essere una catenina dorata con un ciondolo luccicante. Una farfalla
dorata con ali aperte. Era un profilo di farfalla a ciondolo con ali
aperte come poggiata, piatto, piccolo e molto fino ed elegante. Il
profilo era ben fatto e quasi reale comprese le antennine e le punte
delle ali in ato si agganciavano alla catenina tramite anellini.
Mentre Battler la metteva chiudendola, Beatrice vedeva come stava
bene nell'incavo del suo collo, era grande più o meno due
centimetri
di altezza e due e mezzo di larghezza da ala all'altraed era davvero
bello, sebbene fosse piatto senza dettagli.
"ma cosa..."
fece lei portando le punte delle dita sulla farfalla dorata "Battler!
Cosa hai fatto? Quel denaro era..."
"ho preso solo
qualcosa. Era da tempo che vedevo, tornando dalla casa editrice a
piedi e guardando le vetrine, vari giioelli e poi..."
abbracciandola da dietro facendo guancia contro guancia "questa
serie ispirata a farfalle. E ho pensato a te, e a te che le disegni.
Questa mi ha attirato anche se... era un'altra che volevo prenderti.
Con rilievi e ali traforate per richiamare la forma originale... un
giorno te la regalerò! Questa mi ha detto che è
ispirata a una
farfalla chiamata... papillo sp, se ricordo bene. E..."
"Battler
no! Non dovevi farlo...." come disapprovando
"Oggi è
l'anniversario del giorno in cui siamo..."
"Ma Eva è
morta..."
"E sistemeremo la cosa. Ma ora volevo fare
qualcosa per te! Mi hai detto che ti senti sola quando sono a lavoro
e l'idea di tagliare a metà un giallo, metà a te
che lo leggi
mentre non ci sono e l'altra con me, perchè per attrazione
è sicuro
che io torni..." ridendo di gusto
"Scemo! Hai fatto
a metà un libro! E sei andato in giro con quello dietro!"
bandogli un buffetto su una spalla
"Lo so, sono
pazzo... ma con questo io sarò con te anche quando sei sola
e come
nelle tue storie, mi chiamerà a te..."
"Battler, se
un giorno..."
"... non ora! Questa sera voglio
cucinare qualcosa... " guadandosi l'orologio da polso finchè
non fece una smorfia
"Ancora con il vetro rotto non vedi
l'orario?"
"Già..."
"Mh..."
voltandosi e slacciandogli i bottoni della camicia metnre lui
chiedeva che faceva "devo dirti una cosa
"ti pergo,
non dirmi che la nonnina è venuta di nuovo qui e ti ha
raccontato le
sue prodezze d'amore e ora tu..." un pò spaventato e un
pò
scherzoso
"Chiudi gli occhi" gli fece con voce calda
portandosi petto contro petto e labbra verso l'orecchio
"EH..."
nervoso "Be-Beatrice, ti prego, mi fai paura quando mi dici di
chiudere gli occhi perchè ogni volta m...."
"Taci e
fallo!" fece lei giocando a fare la strega dorata.
Lui
sospirando lo fece e lei lo tirò per un braccio per farlo
camminare
finchè non lo sistemò nel suo lato del letto, e
con un colpo di
palmi sul petto lo fece finire disteso sul copriletto
"BEATO!"
ma sentì lei salirgli a cavalcioni "Ma..."
La sentì
muoversi in modo strano, le ginocchia che toccavano i suoi fianchi e
lei che prima era seduta e poi non cèra e poi era tornava
come
prima, come se stese combinando qualcosa.
"Ora guarda,
Battler!!" fece gioiosa lei, e lo vide strabuzzare gli
occhi.
Battler ancora disteso ma con la testa sollevata, la
vide tenere fra le mani una scatola, contenta come sempre quando
faceva qualcosa per lui.
"Beato!" sospirò
lui e la aiutò a sedersi meglio sulle sue gambe,
per poterla
guardare negli occhi. partendo da un rimprovero prima muto e poi
chiedendole cosa stesse combinando.
"Aprilo prima e poi
parliamo" prima saltellando eccitata sul post e Battler dovette
fermarla per... evitare situazioni incresciose. Per lui.
Poi lei
si protese verso di lui come se volesse baciarlo ma invece solo per
dire a bassa voce qualcosa che lui per il rossore e l'agitazione da
tenere a bada non capì, per poi ritrarsi e
mostrargli la
scatola.
Lui la aprì e vi trovò dentro un orologio
chiaramente
vecchio ma perfetto e anche funzionante, con cinturino di pelle nuova
ma cassa e ttuto il resto molto più vecchio.
"Che
significa? Che hai fatto?"
"..." col broncio
che la rendeva quasi sensuale "... ho aiutato varie volte la
nonnina a capire cosa teneva in quelle stanze e... trovai questo. Lei
me lo consegnò insieme ad altre cose per la vendita ma... il
tuo
orologio è rotto da un pò e già non
è chissà che qualità visto
quanto lo hai pagato usato... e ti da fastidio se
è
illeggibile per le crepe. Così... ho utilizzato qualcosa del
mio
stipendio per farti sistemare i cinturini e controllare che
funzionasse... l'orologiaio mi ha garantito che per la sua
qualità
vivrà ancora per molto e potrebbe seppellirci tutti" ridendo
alla Beatrice la strega dorata "Ha detto ridendo che i nuovi
orologi sono fragili e non valgono come quelli... quello che hai in
mano ed era un bel pezzo da riutilizzare E quindi..."
"hai
usato i tuoi soldi per..." confuso e quasi dispiaciuto
"NO!
NO! non iniziare e poi sai che lavoro perchè sono i soldi di
entrambi e... ho tentennato per decidere se spenderli o meno ma, con
la somma che ho pagato non potevo avere un orologio migliore per te!
ma sistemando questo... Resterà sul tuo polso
funzionante per
tanto tempo e... ti ricorderà quando chiamarmi e... tornare
da me!"
fece con un sorriso biricchino, ma come in fondo timida su certe
cose
".."
"cosa cè?" fece lei
timorosa, vedendolo osservare l'orologio serio, e peggiorò,
agitandosi vedendolo poggiare la scatola sul comodino accanto al
letto. la sua espressione era un misto tra ferito, deluso e come un
senso di colpa.
Non gli era piaciuto?
Era arrabbiat?
Era
stata una spesa che non doveva fare?
Non voleva qualcosa di
vecchio e di qualcun altro?
Beatrice abbassò la testa triste,
ancora seduta sulle sue cosce, ficnhè non si
sentì carezzare dalle
gambe alla schiena e poi tornare giù afferrandola sui
fianchi.
Emise
un verso di sorpresa, ritrovandosi poi lei di schiena sul letto, quel
letto all'occidentale che avevano ottenuto.
"Ora mi
spieghi a modo mio questo tuo giochetto del farmi sempre chiudere gli
occhi e poi fare cose che non mi aspetterei... " portandosi
sopra di lei
"Che fai" ridendo mentre le si stendeva
sopra
"discutiamo un pò sul perchè mi hai rimproverato
per il piccolo regalo che ho fatto mentre tu eri raggiante per
l'orologio... e come devo sentirmi io mettendolo, per i soldi che hai
speso dal tuo lavoro... ti avevo detto che erano soldi tuoi e
servivano a te, non per forza da mettere per pagare i prestiti.
Dovevi comprarti degli abiti se ti servivano, non metterli..."
"Era
ciò che volevo" fece lei seria fissandolo negli occhi "e
lasciami alzare, devo preparare la cena!"
"Questa
sera ho voglia di cambiare, adesso ti spiego io cosa dovremmo
cucinare tu e io" abbracciandola con la testa sul collo di
lei, tirandola e rotolando insieme sul letto, ridendo come
matti.
Ore dopo. Beatrice era scesa a prendersi una tazza di
tè caldo e si era messa a berlo appoggiata allo stipite,
osservando
Battler dormire soddisfatto. E lo fu anche lei.
< L’universo
ha senso solo quando abbiamo qualcuno con cui condividere le nostre
emozioni. >
1999
"Beatrice...
la Strega dorata che perseguita Rokkenjima e commette bizzarri
omicidi in una cerimonia per resuscitare se stessa voluta da Kinzou.
Gran parte della leggenda su una strega sull'isola prende
vita, con
una sfida incentrata sui suoi scontri con Battler Ushiromiya ,
che afferma che tutti i suoi omicidi sono possibili con trucchi umani
e non per mezzo della magia di Beatrice, in salti tra metamondo e
realtà..."
Ange lesse con fastidio il nuovo libro
che parlava della sua famiglia e della ormai famosa strega
dorata.
Per anni chiese cosa fosse successo a Rokkenjima, ma
alla fine Eva si rifiutò di dirglielo, fino al giorno della
sura
morte, quando le disse di chiedere ai suoi genitori che erano
all'inferno. Morì senza dare risposta e Ange
ereditato tutti i
beni di Eva, quindi la possibilità in denaro di fare le sue
ricerche. Questo aveva portato l'inizio della sua
ricerca
della verità su Rokkenjima.
la cosa strana era che nel quarto
libro esistevano due linee temporali, una al 1986 e una al 1998. Alla
fine della linea temporale del 1998, quindi un anno prima di leggere
quel nuovo libro e chiedersi che fare, Ange nel libro saltò
giù
dall'edificio e scomparve dopo aver visitato l'isola. Per molto
tempo, essendo un elemento vivente del mistero che aveva appassionato
tutti, la sua scomparsa dalle scene aveva fatto ipotizzare la sua
fine. QUindi morta, altro Ushiromyia perduto nell'isola, scatenando
le ulteriori illazioni su qualcosa di magico in quel luogo.
Semplicemente invece lei aveva fatto un vaggio di analisi e
aveva deciso di vivere la sua vita, in silenzio. Aveva scelto di
svolgere molti progetti ma nel frattempo la storia sui
giornali
aveva riportato < L'ultima degli Ushiromyia svanisce, mistero di
Rokkenjima ghermisce ancora vittime >. Come da titolo dei
giornali.
E non era servito che qualcuno l'avesse vista e avvisato della falsa
notizia, per parecchi lei era ormai morta, viaggiando per tutto il
paese.
I lettori di Rokkenjima Times, come molti chiamavano gli
speciali che uscivano sul mistero, letteralmente sbavavano alle
notizie su... nuove bottiglie. Bottiglie che venivano, si affermava,
rinvenute e quindi reali. Eppure Ange era riuscita ad
ottenere
delle copie di quei documenti, e si riusciva a studiare gli aspetti
calligrafici e si riscontavano le discrepanze di scrittura ed
elementi di narrativa. Le persone, anche i cacciatori di streghe
amanti del mistero dell'isola, bramavano i reali e quindi i falsi
stavano dando cosa il pubblico chiedeva. E lei odiava quei falsi,
sebbene avesse deciso di non gettarsi di nuovo in una ricerca
spasmodica della verità, qualcosa le pizzicava il cervello
nel
profondo.
Qualcosa ritrovata in una serie di libri. Scritti in
modo troppo accurato. Il molti che avevano conosciuto la dimora di
Rokkenjima, affermavano che fosse troppo ben descritta, tutto
perfettamente in linea con la realtà, ogni personaggio
così preciso
nelle descrizioni e anche di più, accenni e riferimenti che
suonavano troppo veri nei suoi ricordi o in quelli di altri, per
affermare che fosse solo un romanzo nato per il pubblico e per il dio
denaro, per lucrare su una tragedia.
Quel quarto libro la dava per
morta.
E si faceva accenno a una cosa. Il Grimorio di Maria.
Quello che Ange stessa chiamava diario di Maria. Sebbene lei lo
conoscesse a memoria, qualcosa era stato scritto nel libro. Come un
elemento trovato e diventato parte della storia, sebbene nessuno ne
sapesse nulla o aveva avuto modo di metterci le mani sopra. Ricordava
ancora le parole del libro che l'avevano lasciata basita, come se
qualcuno conoscesse veramente quel tomo.
< Questo bizzarro
taccuino in stile diario descriveva come i membri della famiglia
Ushiromiya, inchiodati sull'isola dal tifone, furono coinvolti in una
cerimonia per la resurrezione di una strega... e uccisi uno ad uno in
modi inspiegabili, eppure tuttavia, un buon numero di pagine
nel libro erano la chiave per capire le restanti
con la
storia dell'isola.Maria era rimasta in vita abbastanza da scrivere le
bottiglie o no? Il grimonio era un resoconto di una cerimonia? Il
grimorio conteneva incantesimi, cerimonie e la prova fisica vergata
di una sorellanza di streghe >.
Questo aveva fatto pensare
molto Ange. Quasi nessuno conosceva la sua esistenza e cosa
contenesse quell'oggetto. Aveva evitato di mostrarlo, tranne le
pagine che le interessavano al Prof. Ootsuki. Quel
professore,
noto come un'autorità in materia di folklore occidentale che
aveva
contattato per chiarimenti. Era famoso per il suo hobby, ricercare la
leggenda delle streghe di Rokkenjima come uno dei cacciatori di
streghe, streghe veramente presenti nelle prime bottiglie e
originali. Ange lo intervistò per saperne di più
sul massacro di
Rokkenjima poichè egli aveva tutto il materiale che aveva
pagato,
carissimo, pur di tenerlo tra le dita, compresi i falsi.
Ootsuki
le raccontava delle bottiglie dei messaggi vere e falsi, dei studi e
trovava strano vedendo anche il diario di Maria, anche se solo due
pagine che, anche se < Maria Ushiromiya > era indicata
come
l'autrice, la calligrafia non corrispondeva affatto alla sua, da
materiale fatto analizzare da casa di Rosa.
Ange aveva tirato
fuori il grimorio di Maria e osservato una calligrafia,confermata
corrispondere a quella delle bottiglie, che sembrava ignota e
incomprensibile. Lei stessa aveva fatto analizzare tutte le
calligrafie di famiglia, niente. Quel tipo di scrittura era di
qualcun altro ma che conosceva Rokkenjima, la dimora principale, la
casa degli ospiti e ogni angolo di quel luogo così bene,
anche
nell'organizzazione del luogo e situazioni che la lasciavano
interdetta.
E non solo lei.
Quindi, a causa di una combinazione
del boom occulto di quello strano nuovo romanzo fantasy e delle
bottiglie che ogni tanto spuntavano, ma venivano subito riconosciute
come falsi, e del fatto che la verità era rimasta avvolta
nell'oscurità, continuava la leggenda della strega di
Rokkenjima.
In quel momento nel suo studio, stringeva tra le
mani quel nuovo libro. Autore indicato Lion Yasuda, sconosciuto ai
più, era riuscito a restare celato come persona reale e
trovabile.
Solo la casa editrice affermava di avere informazioni ma non si
sbottonava con nessuno.
Osservava dubbiosa la “prima”,
“seconda”, “terza” e
“quarta di copertina”. La prima e la
seconda pagina dette copertina anteriore, indicavano titolo e cover e
poi informazioni sull'autore. Ma stranamente niente foto e succinta
descrizione che lasciava l'amaro in bocca. Solo quel nome, Lion
Yasuda, indicandolo come uomo.
< Grande estimatore di libri e
appassionato da credere nella possibilità di dare ai lettori
come il
sottoscritto, quel che realmente desiderano leggere >. Un rigo
del
testo della < seconda, > che però diceva
più di tutto il resto
ma anche niente.
E poi copertina posteriore. La quarta di
copertina, la quarta e ultima parte da stampare della copertina di un
libro indicava il contenuto, una bella
sfilza di
righe, sul retro, e che descriveva il contenuto del libro stesso.
Era
un elemento importante, quali informazioni contenesse.
< Ogni
anno, i parenti del facoltoso Kinzo Ushiromiya si riuniscono
nell’isola privata di Rokkenjima per discutere sulla
spartizione
dell’eredità del capofamiglia. La notte del 4
ottobre 1986, però,
una tempesta si abbatte sull’isola, interrompendo qualsiasi
comunicazione con il mondo esterno e bloccando i residenti. Tra di
loro, vi è un misterioso assassino che, di volta in volta,
giunge a
sterminare i membri della famiglia nei modi più disparati e
cruenti
e illogici. Il modus operandi del colpevole fa credere che questi
agisca con la magia, tanto che la sua identità viene quasi
subito
attribuita a Beatrice, la Strega Dorata, protagonista del
folclore
di Rokkenjima. Soltanto Battler Ushiromiya non riesce a credere a
questa versione, poichè pretende la verità e solo
quella, ed è
deciso a spiegare i vari omicidi razionalmente per salvare la sua
famiglia e giungere al giorno successivo incolumi. Alla fine del
secondo giorno, dopo la morte di tutti i suoi parenti, arriva a
battersi con la strega stessa. Il ragazzo giunge in un piano
metafisico per continuare così il gioco di
Beatrice.
Oltre
a intrattenere i giocatori con i suoi giochi di logica, le
elucubrazioni mentali e gli espedienti meta-narrativi, questa serie
cerca e riesce a deliziare con la sua eccellente analisi
introspettiva dei personaggi e un mistero, che difficilmente i
migliori amanti di gialli potranno concludere con un nome. Umano.
Questa storia va oltre il mero giallo, il mero racconto o romanzo
come altri.
La storia di Beatrice, Battler e tutti i personaggi
diventa così un’elegia dei sentimenti
più puri, corrotti dal
disturbo mentale, la distorsione della realtà e la
dipendenza
affettiva. Il tema del vero amore infatti, qui diventa il perno
centrale dell’intera serie, l’elemento che
move il sole e
l’altre stelle, nonché il mezzo per arrivare alla
soluzione del
mistero. Che solo Battler potrà rendere vivido e chiaro.
Perchè
Beatrice torni ad essere una leggenda e nulla più.
O cè davvero
quel di più? >
"cè davvero quel di più?" chiese
ad alta voce la giovane come disturbata da qualcosa fissando il
soffitto sulla sua poltrona, come accasciata sopra di essa.
E
poi un elemento seriamente disturbante che le fece venire la pelle
d'oca. In una versione deluxe ristampata per la crescente richiesta
di questa serie che aveva appassionato, era presente una chicca. Il
front del manoscritto originale di pugno dell'autore. Aveva ricevuto
Ange così tante telefonate e lettere, dopo che si era
scoperto che
fosse viva, ma solo poche settimane prima, da quel professore e suoi
colleghi del mistero che ne era nauseata.
Ma avevano
ragione.
Sebbene in quella prima pagina di ogni manoscritto
completo vi fosse l'inizio stesso del romanzo in bella calligrafia,
cèra qualcosa di strano. Il titolo dell'opera, con sotto il
nome
dell'autore e dei righi in piccolo con ciò che doveva essere
la
pagina del commento dell'autore o saluto, erano tutti in uno stile
calligrafico.
Il resto in un altro. Uno stile che le fece
bloccare il respiro. Sembrava di avere tra le mani uno dei
messaggi in bottiglia. Ma perchè vi erano due calligrafie?
Quel
libro in particolare era uscito poche settimane prima ma ristampato
in quei giorni, aveva ottenuto la copia velocemente da prenotazione
perchè quel professore fastidioso continuava a dirle
"Signorina,
mi creda. Sarebbe meglio se lei acquistasse il libro che sta
venenendo ristampato e legga le prime pagine".
E così aveva
fatto. E come i volumi precedenti deluxe che aveva recuperato, con
quella pagina extra del manoscritto a fine di ogni libro, e
qualcosa
le era balzata all'occhio.
Era stata per anni e nell'ultimo di
più, ad osservare gli incantesimi di Maria per affetto e
commemorazione, per cosa volessero dire quelle parole e
perchè una
bambina li avesse scritti gettandovi tutto i l suo cuore... che aveva
impressa di più la sua, di calligrafia, nella mente. ma non
da
dimenticare l'altra.
ma come disse quell'uomo, il professore, più
volte nelle lettere o al telefono se e quando gli rispondeva,
sembrava di rivedere qualcosa di familiare.
Tranne titolo,
autore e testo dell'autore di apertura del libro, sembrava di
leggere, oltre che nel corpo di ogni libro per stile,
capacità di
resa di cosa raccontava e atmosfera che trasmetteva... una delle
bottiglie. Per la mano che l'aveva fatto. Ma perchè due
calligrafie?
La casa editrice affermò per placare gli animi,
perchè quei cacciatori di s treghe avevano creato un
polverone, che
era solo un extra speciale per la versione. nuova dell ostesso libro,
con una chicca ad imitazione delle bottiglie.
Insomma, un falso. E
per renderlo più intrigante era come appariva nelle stampe.
Ma
tutto quanto era una coincidenza, o...?
Si alzò e andò alla
cassaforte. Aperta, prese il diario di Maria che nei volumi veniva
indicato come Grimorio pregno di potere magico, per le parole stesse
incise sopra dall'autrice e dalle firme delle streghe che lo
riconoscevano come il libro chiave della strega Maria, la Strega
delle Origini.
In una sola pagina vi erano tre firme. DI Maria, di
Beatrice e della maestra di Beatrice.
Firme vere, reali,
tangibili.
E la cosa che la lasciò senza fiato fu il
risultato calligrafico. Alcuni documenti in casa di Kumasawa
dimostrarono come questa era l'autrice della firma della maestra di
Beatrice. Virgilia.
Cosa significava questo? Dava risposte o le
duplicava? Cèra qualcosa di spiegabile perchè
Kumasawa si firmasse
come la protagonista delle storie delle bottiglie originali...
accanto all'utore di quei messaggi tra le onde?
Questo le aveva
confermate che sicuro le originali erano... tali. Se Kumasawa firmava
con la persona che aveva scritto le bottiglie, erano vere.
"Tu
mi dirai qualcosa?" fece con astio Ange, fissando la replica del
dipinto di Beatrice.
Aveva trovato il pittore originale e aveva
commissionato delle copie nuove, in primis una della dimensione di
quella che Kinzou teneva nel suo studio privato. perchè
voleva un
collegamento che fosse legato al passato e si pensava l'innesco di
tutto.
Eva nei suoi deliri continuava a dire che la scintilla fu
Beatrice. Beatrice era là. Fu Beatrice a far partire
tutto...
Osservarla, si era detta, avrebbe spalancato qualcosa che
suo nonno desiderava?
Affrontava, Ange, Beatrice. La fissava. Si
confrontava con lei occhi negli occhi. Le chiedeva di darle risposte
se veramente esisteva.
Di comparirle e mostrarle che le bottiglie
raccontavano verità che erano legate al massacro.
A volte Ange si
sentiva pazza come suo nonno, nel chiedere ad un ritratto su una
donna non meglio definita, risposte che era impossibile riscontrare
in altri modi. Quel ritratto aveva qualcosa di magnetico ma non solo.
Anche beffardo.
Nei libri di quell'autore viene raccontato il
passato nascosto di Kinzou. E di Beatrice e della Beatrice della
Kuwadorian. IN una scena, il Genji dei libri affermò che
ella fu un
fantasma, nata e vissuta celata tra le pieghe delle macchinazioni di
Kinzo e la protezione della foresta, non battura da nessuno. Celata
al mondo come il mondo fu celato a lei.
Beatrice della Kuwadorian
era letteralmente una persona che era sia viva che inesistente. Senza
identità, per giunta sua, con un nome che non le
apparteneva, e
celata in un luogo da fiaba alla mercè di un uomo impazzito
per un
amore folle. E forse amore non reale. Ma quella cosa era un
elemento che disturbava Ange.
Si faceva riferimento a un
avvenimento del passato sepolto a Rokkenjima stessa. La storia di un
uomo disperato da una vita che lo aveva svuotato, che avverte una
scintilla, un primo amore mai provato e un senso di vita che sembrava
perduta, alla vista di una donna che richiamava tutti i suoi canoni e
gusti dell'occidente. E di una storia su dell'oro che esulava la
magia e le streghe.
E di una risoluzione, un giorno del 1944, in
cui un giapponese di quasi mezza età di più di
quaranta anni,
folgorato da una donna straniera molto più giovane, perde la
testa
per non perdere una fortuna e una donna che desiderava. Mettendo
tarli e insicurezze in tutti avviando una concatenazione di eventi.
Tragici.
Una donna di cui non si sapevano realmente i desideri e
le intenzioni, ma che a detta dei libri, era finita in una situazione
sul filo del rasoio. Un conflitto a fuoco nato per astio e brama,
alimentato da Kinzou, che vedeva lui come superstite con tra le
braccia una donna italiana rimasta da sola. A causa sua, e con in
mano una fortuna immensa e la creazione del titolo di Strega dorata,
perchè era sicuro che la donna era una portatrice di
fortuna.
Una
donna di cui si sapeva poco.
E di cui no nsi sapevano scelte e
sentimenti.
E si accennava alla figlia di questa. Del fatto che
Beatrice l'italiana fosse morta di parto, lasciando a Kinzou un vuoto
che lo portava alla pazzia e una figlia che divenne inesistente per
il mondo, ma non agli occhi del padre.
Una figlia rea si essere
così identica a sua madre da risvegliare in lui un amore
pazzo e
ossessionato, mutato in malata.
Si, i libri che aveva letto
l'avevano turbata. Quela storia sembrava così pazzesca e
irreale
eppure si diceva "pensa al rasoio di Occam e decidi tu cosa
credere"
Descrivevano suo nonno, non una personcina a modo
nella realtà ma... possibile, si chiedeva?
Lei stessa nel suo
viaggio di chiarimento aveva scoperto piccole cose. La Kuwadorian
ancora presente e piena di oggetti di qualcuno. Una donna.
Cosa
restava della vita di qualcuno che guarda caso aveva negli armadi
elementi molto simili al ritratto. Oggetti da donna che di sicuro non
potevano essere della nonna, poichè fu riscontrata con
riscurezza la
verità. La donna non sapeva nulla della villa nascosta e non
compariva in nessun atto o altro.
Si conosceva la storia della
moglie di KInzou che freneticamente quando egli spariva per ore o
giorni, correva per tutta la villa urlando di cercare ovunque il
marito e l'amante.
Si sapeva già dell'amante bionda dell'uomo. Ma
quelle informazioni nei libri, che senso avevano?
E quelle persone
a Nijima che parlavano di strani atteggiamenti dei domestici, voci,
storie e i viaggi fatti da quell'isola a Rokkenjima decine di anni
prima portando oggetti che di sicuro non erano per sua nonna o
qualcuno della famiglia. Quindi, qualcuno di nascosto esisteva, gli
isolani ne erano sicuri così come i parenti dei domestici
anziani e
il medico, Nanjo, che confermavano le voci di qualcuno celato dal
silenzio nella foresta.
E poi un testo che l'aveva colpita da
uno dei libri.
< ...il dipinto di Beatrice non è detto che
sia di Beatrice, la figlia sfortunata, ma di Beatrice l'italiana, con
lo stesso abito in stile western e da questo ispirato per l'amore di
Kinzou per questi film. Donna diversa, e questo coincide con la
descrizione delle due donne. L'italiana alleata nei suoi ideali nazi
forte e fiera e capace di un'espressione di sfida e sicurezza, eppure
sciolta da un sentimento per un uomo se è davvero
così, che posasse
in una foto, prima del dipinto, con orgoglio e gioia di vivere
qualcosa che le andasse bene. Ma che di cui veramente non si
può
dire. Ella scelse di essere l'amante di Kinzo o fu obbligata?
Mentre
Beatrice II è intesa come innocente, dolce, gentile,
delicata,
seppur con forza e capacità interiori da decidere in pocbhi
minuti
di lasciare la sua gabbia dorata e scappare con una ragazzina. E che
si ribellava come poteva alle attenzioni dell'uomo che chiamava
Padre, senza riuscirci. E nonostant questa energia, non
sembrava in linea con la donna del ritratto, un atteggiamento e
comportamento anche engli occhi di chi lo osservava. Non sembrava
coincidere con qualcuno dolce, gentile, pacato e tutt'altro che
arrogante. Anzi sembrava esserlo, in quel ritratto. Sfidante, sicuro,
beffardo, quel sorriso. La donna in quel ritratto sembrava emanare
qualcosa che chi conosceva Beatrice signora di Kuwadorian di libri,
non le attribuiva in toto. Forza d'animo e capacità
interiore ma
colei che sorrideva forte e spavalda dal ritratto, dimostrava
arroganza e sicurezza nella sua vita.
Ma Beatrice l'italiana,
quanto felice e in accordo fosse con cosa Kinzou decise per lei?
Veramente fu la stessa Beatrice a chiedere a Kinzou di tenerla con
sè
e vivere insieme? Con dolcezza e speranza da donna innamorata? Aveva
trovato un legame forte da finire come sua amante, di un uomo molto
più grande, o all'oscuro della verità aveva visto
Kinzo come unico
sopravvissuto e si si rassegna ad essa? Lui colpevole ma
creduto innocente? Senza la favola d'amore tanto decantata. Cosa
nasconde veramente la storia di questa donna e della figlia? Quale
vera Beatrice illustra il ritratto? L'amore focoso e folle per
l'italiana che cambiò la vita di un perduto dentro che
desiderava
vivere, o la fanciulla colpevole di essere figlia della donna amata e
troppo simile a lei, incapace di sfuggire al destino?
Quale
Beatrice egli invocava nelle sue esternazioni di disperazione? Quale
sorriso mostra il ritratto, quale donna veramente lui vedeva? >
Più
rileggeva quelle parti e più Ange scuoteva la testa.
Sembrava che
quei libri dicessero qaulcosa da però risolvere e capire.
Ange
come aveva sempre fatto dal momento di appendere il ritratto
alzò
gli occhi verso quel sorriso e quell'espressione, carica di vita e
vibrante forza.
Sei arrogante?
Sei spavalda?
Sei
sfrontata da sfidare chiunque invoca il tuo nome?
Sei forte e
caparbia da non temere cosa era accaduto intorno a te scegliendo la
via facile con quell'uomo più anziano?
Gli hai creduto e hai
dovuto farti trascinare con lui in una vita da amante che magari no
volevi?.
O Fosti tu stessa a invocare il suo aiuto per affetto
reciproco, credendo a menzogne?
Lo facesti per amore o per forza,
vista le circostanze?
O Sorridi tu, sfortunata Beatrice della
Kuwadorian, che perì appena visto per la prima
volta l'oceano?
A chi sto chiedendo risposte?
E ancora, sei esistita
veramente?
Tornò al libro. Ogni copertina rappresentava una
visione del contenuto del libro. La cosa assurda era che nella
versione deluxe più che in quella normale come prima stampa,
vi era
un'illustrazione di qualcuno che raffigurava i personaggi e
stranamente Beatrice la strega e suo fratello, con altri personaggi
sullo sfondo, erano chiaramente riconoscibili. Non fatti bene, come
se qualcuno che disegnava discretamente, avesse abbozzato e poi dato
alle stampe quel disegno, ma Beatrice era come la Beatrice appena al
muro. E non era uscita da nessuna parte la foto o indicazione del
ritratto. Era una cosa rimasta in famiglia.
Eppure ecco là, in
copertina, un disegno di qualcuno che mostrava la Beatrice che lei ed
Eva avevano tentato di celare come
fattezze.
L'abito.
L'acconciatura.
Lo sguardo seppur un
disegno chiaramente di un non artista ma era riconoscibile.
Suo
fratello e altri della sua famiglia in situazioni che richiamavano il
contenuto.
Sebbene le foto di famiglia erano state date alle
stampe senza che Eva lo volesse, la cosa assurda era Beatrice.
Era
illustrata come se conosciuta fin nel midollo da indovinare colori ed
elementi.
No, pensò Ange alla fine, sbattendo il libro in ansia
sulla scrivania. NOn posso seguire questa vocina nella testa.
SArebbe...
Juuza Amakusa aprì la porta senza bussare e
tronfio le fece vedere, muovendolo in aria, un biglietto stretto tra
indice e medio. "Ho i dati, sappiamo tutto della casa editrice e
come contattarli"
"QUindi tu consigli di..."
tentennò lei, guardando di nuovo Beatrice, e lui
seguì lo
sguardo
"A tuo nonno non giunse mai voce, o risposta.
Pensi che lei lo faccia per te? Che ti possa indicare qualcosa?"
"
E tu che pensi... dovrei davvero fare come quel professore ha detto
più volte? Dovrei contattare la casa editrice e farmi dire
qualcosa?"
"Dopo tempo che avevi deciso di smettere
di inseguire qualcosa che ti avrebbe solo tormentata... ma se hai
colto qualcosa di strano, non vedo perchè tentare un'ultima
volta.
Un conto sono le bottiglie, non potresti avere risposte da esse anche
se originali. Ma hai stilato un elenco di fatti strani individuati
nei libri. E che è impossibile che chiunque anche solo per
il libro,
facendo interviste..."
"...potesse avere queste
informazioni o indicare fatti così strani eppure
riscontrabili
fisicamente a Rokkenjima? Eva aveva fatto bloccare tutto sull'isola
da impedire a chiunque di entrarvi, facendo costruire sulla parte
rimasta intatta dopo l'esplosione delle costruzioni di osservazione
con guardie armate e fatto erigere una saracinesca nel molo di
attracco per sottomarini. Aveva lasciato tutto sigillato come
l'ultima volta che vi andò. E nessuno, neppure quelle
guardie che si
danno i l cambio e pagate perchè nessuno giunga o
faccia
immersioni per tesori da rivendere... ma nei libri questa persona sa
esattamente come era la base segreta. Io l'ho vista, solo con te,
senza neppure quelle guardie. Sei venuto con me, abbiamo seguito le
descrizioni e appurato cosa Eva aveva tenuto segreto. I corpi
impilati con ancora le divise riconoscibili, le stanze, le
passerelle, i corridoi segreti sotto la Kuwadorian e che giungevano
fino a dove cèra la MAgione della mia famiglia. Tutto
corrisponde.
Dimmi chi e come poteva saperlo..."
"E chi potrebbe
sapere da raccontare se sono morti tutti? I tuoi dubbi hanno senso,
capo, ma è chiaro che qualcosa non quadra. Cosè,
uno scrittore
veggente che ha visto nel loro mondo quel luogo come tutti i
sensitivi e gente del genere che ha cercato di contattarti? parliamo
di qualcosa del genere?"
"Troppo specifico...
perfino la stanza delle munizioni e come sparì il tempio se
è
vero... è stato appurato che non fu un fulmine ma Eva
secondo i
documenti che ho trovato, aveva fatto fare una stima da esperti e
indicano chiaramente esplosione umana. I resti parlavano di vecchia
dinamite o contenuto di bombe. Che significa?.... Che
significa...!?!" fece voltandosi verso Beatrice che sorrideva
compiaciuta.
"Facciamo un bel viaggetto, un ultimo
tentativo giusto per chiarirci le idee... magari si tratta di
qualcuno che ha trovato altre bottiglie e le ha tenute per
sè...?"
"Questo non spiega comunque una cosa. Anche
ammesso che tu abbia ragione, chi era che scriveva quei messaggi da
lasciare portare dall'oceano da sapere cosa nascondeva mio nonno, di
cui erano all'oscuro tutti ne sono sicura, e... fare questo viaggio,
a cosa mi porterà?"
"Metterti il cuore in pace. Per
lo meno chiarirai la cosa e non resterai a mangiarti il fegato per il
dubbio e la paura di sapere..."
"..."
"che
faccio? prenoto un volo privato?"
"... "
fissando il pavimento "... prenota, per alcuni
giorni..."
"Subito" con un ghigno
"Sotto
il Mt. Shirasuna, eh? Questa casa editrice nonostante abbia fatto
fortuna, non si muove da qui e resta in questo edificio antico?"
fece dubbiosa Ange davanti la sede da dove tutto era partito.
"Se
la sentono molto, però, da evitarti e non voler
più rispondere con
te. E hai deciso offesa di presentarti come ti dissi io"
"Tutta
questa reticenza mi puzza, non è possibile che dopo essermi
presentata per chi ero e aver chiesto di parlare con l'autore mi
dicano più volte fino a non voler più rispondere,
che è solo
finzione."
"E' vero, quindi che facciamo?"
"Ci
presentiamo! vediamo se con me di presenza saranno così
sfacciati"
con energia, entrando seguita dalla sua guardia del corpo rimasta con
lei
SBAM!
Amakusa sbattè con rabbia la
porta del direttore da farlo sobbalzare. Era al telefono e la
cornetta per lo spavento gli volò viae fece un salto dalla
poltrona
iper imbottita di pelle da sembrare un gatto spaventato.
"Ch-chi
siete... che volete... Kyio!" urlò l'uomo chiamando la
segretaria, la quale cercava di sbarrare la strada ad Ange, ma questa
la superò senza degnarla di un'occhiata.
"Salve
direttore... mi sono permessa di venirla a trovare di persona, vista
la poca cortesia mostratami..." disse Ange andando di fronte la
scrivania dell'uomo e sedendosi sulle sedie vuote.
"Ma
chi... aspetti! lei è la donna al telefono?"
"Io
sono Ange Ushiromyia, pensavo di averle detto che..."
"Un
attimo! Come ho detto è... tutta finzione, sono romanzi,
abbiamo
accettato di pubblicarli perchè... calcavano l'onda di
qualcosa che
la gente ama, vuole una prosecuzione... ammetto che sono la nostra
fortuna principale. NOi siamo specializzati in guerra, pubblicazioni
storiche e memoriali, in..."
"E siete passati a
raccolte di romanzi fantasy che raccontano però di fatti
tragici?"
"Signorina! Io stesso quando ho letto quel
manoscritto sono rimasto colpito da come era ben scritto,
interessante... mi ha calamitato da leggerlo quando mi
è stato
presentato alla notte tarda, non ce la facevo a non leggere tutto!
Non ho mangiato e dormito funo all'ultima pagina! Capisce che da sue
parole, se non accettavamo noi, sarebbe andato..:"
"QUindi
lei ha incontrato questo autore, questo Lion Yasuda!" fece Ange
sorpresa "Al telefono ha detto che no nsi faceva vedere e ne
sentire!"
"Si, è vero. Sembra sia un uomo schivo.
L'ho visto solo...Mh, mi faccia ricordare..." fece lui
voltandosi verso uno schedario "AH, se non glielo dico lo so che
resterà qui in eterno ad assillarmi, vero?"
"Nel
caso lei si stancasse, resterei io.." fece Amakusa con un ghigno
che fece spaventare l'uomo e tornare a cercare nel cassetto che aveva
aperto
"Mh... si!" fece con una sorta di trionfo
"ecco la scheda. Dunque, lui è venuto qui di persona due
volte,
per la firma e la conferma di presenza..."
"conferma
di presenza?"
"Mi faccia finire! Non è venuto lui
stesso a presentare il manoscritto, ecco perchè ho richiesto
la
presenza reale dell'autore e dal modo in cui si presentò e
mi
illustrò quel primo volume, compresi che avevo d'innanzi una
persona
di cultura, capace, che effettivamente aveva scritto il libro. Si
fece carico di molte cose, tra cui la copertina di ogni libro e una
chicca, quella di cui mi chiedeva, alla fine dei volumi delle
ristampe. La seconda volta non fu l'ultima a che vedo qui.."
ricontrollando la scheda "SA, mi annoto ogni cosa, non si sa mai
che qualche ricordo non torni! Si, venne una terza volta proprio per
le ristampe per la richiesta crescente di copie. E così
venne fin
qui a chiedere di creare una versione deluxe e con delle
particolarità a cui avrebbe provveduto lui. Come ho detto le
illustrazioni, anche se non sono di artista ha chiesto, quasi
preteso, che vi fossero. E quelle pagine originali prese dal
manoscritto. So solo che sono stati creati ad arte per i volumi in
ristampa, è ciò che le dissi al telefono"
"Si, ma
voglio sapere altro. Cosa mi sta dicendo mi confonde. Innanzitutto
che vuol dire che ebbe bisogno della presenza dell'autore?"
"perchè
a portarci il volume non fu lo stesso autore, ma un uomo. Un editor,
per l'esattezza. Sa, figure che abbiamo anche qui che correggono,
controllano..."
"Si, so chi sono"
"Bene.
Secondo questo editor, aveva ricevuto per posta quel romanzo ma la
casa editrice per cui lavorava non pareva interessata. E questo
autore al telefono gli disse che non era il tipo da presentarsi di
persona e che gli consigliasse altre case editrici, per il suo lavoro
doveva conoscerle. NOn so bene che accordi presero, devono esserci,
perchè questo editor giunse da noi con il manoscritto che
aveva
ricevuto per cercare qualcuno che lo pubblicasse. DOpo averlo letto
fino a notte, chiesi cosa dovessi fare per avere un contratto e
quell'uomo mi disse che si sarebbe presentato con l'autore,
eprchè
da solo questi non sarebbe voluto venire. Timidezza, paura o qualcosa
del genere. E vedendolo, capisco perchè!" raccontando
diventando sempre più cupo
"Nel senso?" chiese Ange
sporgendosi verso di lui
"Quell'uomo... aveva tratti
delicati, parecchio delicati. Sa, sembrava di avere davanti uno di
quegli Idol con i visi particolari e fuori dal comune. Aveva capelli
biondi, lunghi, occhi chiari e modi di fare come se... fosse a
disagio stare seduto lì, davanti a me. A parte quando mi
descriveva
con una voce strana, come se cercasse di tenerla bassa, il libro e i
suoi ocntenti, parlava sempre quell'editor. QUindi, non so dirle
altro. E' con quell'editor che trattiamo!"
"E
non le è sembrato strano?"
"Si, in effetti
quell'uomo mi sembrava come... una persona che non stesse molto fuori
da casa e..."
"Oltre questo, mi riferivo all'editor.
E' questo editor che è venuto da lei con il manoscritto e...
le ha
proposto questa serie di libri e ha incontrato l'autore vero solo tre
volte, ma ha trattato il resto con l'uomo che si è preso in
carico
la cosa... quante volte le è capitato?"
"Qualche
volta ho avuto esperienza di familiari che portavano i lavori dei
loro cari. ho avuto un sopravvissuto di guerra bloccato a letto che
si è visto pubblicare le sue memorie tramite il figlio che
me le ha
portate. persone che volevano vedere il lavoro di famigliare deceduti
e..."
"Ma questo Yasuda era vivo, stava bene...
no?"
"Si, ma come le ho detto non so il motivo per
cui sembrava schivo e a disagio a... farsi vedere, parlare, tranne
del libro e la storia. In quei momenti sembrava avere una luce negli
occhi e una scintilla che mi ha convinto. Ma non so dirle come mai
non venne lui. O la spedì apposta da noi. Ho capito solo che
era
molto... elegante e regale nei modi di fare. SA, come un figlio di
buona famiglia, magari non voleva farsi vedere e tiene nascosta la
cosa alla famiglia... NOn saprei. Ma con quei guadagni potrebbe
benissimo andarsene di casa... ma ripeto, so ben poco. Il referente
di tutto, tranne le rare volte che vengono insieme, è
quell'uomo.
L'editor..."
"E di lui che mi dice?"
"Non
lavora per noi, sebbene poi ho appreso quali opere aveva revisionato,
accettato, fatto pubblicare. Si chiama... Touma Genji se non ricordo
male... Si, è così. Vive in una città
vicina ma lavora in un'altra
poco distante..."
"Lavora in un'altra città?"
"Si,
Lui vive nell'indirizzo che abbiamo, ma lavora nell'altra
città, in
una casa editrice con altre specializzazioni dalla nostra. Mi sembra
strano che non abbiano accettato lì quell'opera ma a quanto
pare
aveva reputato il manoscritto meritevole da metterci la faccia lui,
perchè fosse pubblicato. Dpo aver chiesto informazioni
sull'uomo, sa
le referenze e capacità, ho deciso di voler incontrare
l'autore
originale...ed eccoci qui!"
"E se volessi contattare
di persona l'autore?"
"...mh" fece l'editore
"di norma non dovrei dare affatto dati sensibili..."
"Ange
prese il suo documento di identità, le foto dei suoi
familiari e
alcuni giornali che spiegavano l'accaduto di Rokkenjima, mettendoli
sotto il naso dell'editore.
"NOn è per qualcosa contro
l'autore. Se teme che possa infastidirmi o altro su questa serie, si
sbaglia. Non è per fermarlo, come può vedere da
cosa ho portato, io
sono l'ultima discendente della famiglia descritta nei libri. HO solo
delle domande da fare a quell'uomo. Non farò nulla per
intralciare i
vostri guadagni, nè altro. Ho bisogno di informazioni da
lui, ma è
necessario che gli parli"
"EH, capisco ma... capirà
che se le dico qualcosa di quell'uomo, ma realmente io non so
niente... Vede, io non ho dati dell'autore dei libri"
"Che
vuol dire?"
"HO la sua firma e le sue disposizioni
per l'opera. Essendo la punta di diamante delle nostre entrate,
abbiamo lasciato carta bianca su cosa voelsse fare, ma di fatto non
so altro che il suo nome, ho la sua firma e basta... colui che figura
realmente nei contratti è quel Touma Genji, capisce? Le
avevo detto
che era lui l'intermediario. I soldi che mandiamo al signor Yasuda
sono su un conto privato di una banca, ma abbiamo solo quello. Tutte
le altre comunicazioni, sono verso il signor Genji"
"Capo,
questo tizio si chiama Genji, non è..." sussurrandole
all'orecchio
"NO" fece lei ad Amakusa "Chi
pensi, si chiamava Genji Ronoue. Genji era il nome... mi
scusi,
il cognome di quest'uomo è Genji?"
"Si, esatto,
Touma il nome, Genji il cognome"
"Quindi non può
essere..:" fece Ange riflettendo "e mi può dare almeno
informazioni su quest'uomo per incontrarlo?"
"Vo-vorrebbe
i dati in nostro possesso? Io..."
"Sono stata
chiara. Voglio solo informazioni. Se questo autore non è
contrattabile, mi permetta almeno di incontrare questo editor. Le
chiedo solo almeno l'indirizzo di casa che ha. Sarò lui a
decidere
se farmi accomodare o meno..."
"Ma... sarebbe
corretto chiamare e avvisarlo..."
"E' necessario?"
fece stancamente Ange
"Almeno dire..."
"Facciamo
così, lei faccia il numero di telefono e parlerò
io. Metta il
vivavoce senza parlare, basterà che sia qui ad ascoltare e
sapere
cosa dico e perchè..."
"E quindi mi giura che nulla
farà contro la serie di libri..."
"Lo giuro sul mio
nome..." fece Ange alzando una mano per giurare.
Alla
fine l'uomo sospirò, controllò la cartella e
compose il numero,
mettendo in vivavoce, spegnendosi nella poltrona perchè no
nsapeva
cosa fare. Aveva paura che andando contro alla ragazza davanti alui,
che aveva poi scoperto essere molto ricca e facoltosa, potesse
nascere qualche screzio da portarla a bloccare i libri vecchi e
futuri. E dovette arrendersi.
"Casa Genji, chi parla?"
rispose dall'altoparlante una voce di donna cinguettante e
contenta
"Oh..." fece Ange come sorpresa "mi
scusi, abita lì l'editor Touma Genji?"
"Si, certo,
con chi parlo?"
"La contatto dalla casa editrice
Chikamiya..." rispose vedendo di fronte a lei, il direttore
sudare freddo
"Oh, ma certo!" esplose di felicità
la donna come se sapesse tutto e fosse lieta della telefonata "Ma
mio marito attualmente è ancora a lavoro, non avete chiamato
prima
la sua linea?"
"Oh, mi perdoni è che non mi ha
risposto nessuno e ho pensato..."
"Davvero non le ha
risposto? Strano... di solito a quest'ora è sempre dietro la
scrivania, ma sicuramente ha avuto qualche lavoro
interessante.
Quando è preso dalla lettura a volte non sente il telefono,
forse è
per questo... ha ragione, sicuramente si è perso nei suoi
pensieri
leggendo. Avete qualche notizia o qualcosa non va con le
pubblicazioni?"
"..." quindi la donna sa, pensò
Ange "Signora, l'abbiamo contattata perchè innanzitutto
abbiamo
ricevuto parecchie lettere dei fans "disse come giocandosi un
terno al lotto mentre il direttore chiudeva gli occhi mogio "e
inoltre vorremmo poter parlare con l'autore vero dell'opera, lei sa
di cosa parlo, con il signor Lion Yasuda".
"..."
Ange e gli altri due udirono come dei respiri affannati e un senso di
tensione dall'altro capo del telefono, finchè non
udirono di
nuovo la voce, questa volta non felice
"Mi scusi,
signorina, ma perchè chiede qui a telefono dell'autore del
libro? Il
suo direttore sa bene come e perchè contattarlo. NOn
capisco..."
"SI, vede io ..." pensando a
qualsiasi cosa poi avendo un lampo di genio
"...sono
la mia segretaria, vorremmo alcune informazioni sui Tea Party
che ci ha inoltrato suo marito per conto dell'autore. Avevamo
solo dei dubbi su dove esattamente posizionarli..."
"Non
capisco. Era chiaro che quei capitoli speciali di riempimento e
spiegazione andavano inseriti alla fine di ogni libro e che i tre
inviati erano le anticipazioni per i prossimi libri, solo la parte
finale di ogni volume. ma sono..."
La donna continuava a
spiegare e Ange ebbe l'impressione che si, la donna sapeva e molto
bene. Sembrava conoscere così bene l'opera da sapere
esattamente
cosa contenevano questi tea party, le mini storie più
concentrate
per ogni libro con altri particolari ed elementi, e dove andavano
posizonati e per quali volumi. infatti elencò i titoli e
disse
all'editore dove andavano posizionati. La donna conosceva bene il
lavoro dell'autore vero e proprio.
Ma non poteva essere il marito,
perchè questi si era presentato con un altro uomo.
"Mi
perdoni, signora. Il problema è che cè stato un
grosso errore.
Nostro, ovviamente. Vede, nel modo di conservarli le pagine si sono
danneggiate e non è possibile individuare più la
sequenza e... sa,
adesso le sto parlando dalla mia scrivania "dicendo al direttore
di tacere "il direttore è in ufficio a
controllare, e...
mi assumo la colpa della situazione. Ho danneggiato per errore mio
quelle parti. E vorrei rimediare prima che lui si accorga della cosa.
Ma per poterlo fare ho bisogno che incontri se non l'autore, almeno
suo marito... così che glieli faccio vedere e mi indica come
continua la sequenza, quali pagine seguono le altre... siamo oberati
di lavoro e ho commesso l'errore di tenerli qui sulla scrivania e un
incidente... se mi permette di venire a casa vostra anche questa
sera, a mie spese, potrei rimediare all'errore..."
"Ci
sarebbero due soluzioni" disse la donna con voce tesa "
potremmo spedirvi un'altra copia oppure mi può leggere le
prime
righe delle pagine e le posso dire quale pagina successiva segue
e..."
Ange rimase un attimo turbata. La donna stava
dicendo che bastava leggere le prime righe delle pagine per lei
orientarsi, e sapere bene come sistemare le pagine, in questo
modo. Come faceva a conoscere l'opera dell'autore originale, se era
suo marito a occuparsi della cosa?
"Signora, ci
metteremmo troppo tempo e se il direttore scopre questo grosso
errore, sa... passerei grossi guai. ho veramente bisogno di farli
vedere a suo marito, il tempo che li sistema o vengo a ritirare uan
copia e tutto è risolto. NOn ci metterò troppo!
Davvero! Ma devo
rimettere questi capitoli extra nel posto dove dovevano essere
custoditi!"
"Io... ma dovrebbe venire fin qui, fare
dei chilometri fino qui e poi tornare, di sera..."
"Non
si preoccupi. Mi assumo la responsabilità di tutto e sono
pronta a
tutto per sistemare la cosa, ma la prego non dica nulla al direttore.
Magari a suo marito, ma non faccia parola dell'accaduto. Almeno
finchè non avrò sistemato tutto!" fece Ange
spingendo sulla
richiesta di aiuto.
"Se è necessario... quando
verrà?"
"Questa sera, l'orario che suo suo marito è
a casa... posso presentarmi, quindi?"
"Va bene, le
prepareremo una copia dei tre documenti per questa sera. Ha bisogno
di altro?"
"NO, Signora. Questa sera verrò da voi"
chiudendo la chiamata
"La prego, signorina, se i signori
Genji dovessero..."
"Me ne prendo la responsabilit
come ho detto. Lei non dica nulla, lasci fare a me!" salutandolo
e ringraziandolo.
Sera,il tramonto ancora a tingere di
arancio sanguigno nuvole, cielo, e cosa raggiungeva ancora.
Ange
e la sua guardia del corpo avevano atteso per ore vicino l'indirizzo
ricevuto dal direttore, in un angolo appartato sperando di non essere
visti da nessuno e quando una macchina arrivò
davanti quella
casa, non videro chi fosse. La porta di casa era più
rientrata e
sebbene questo, fu difficile vedere l'uomo. Aveano visto qualcuno di
schiena e male.
"Che facciamo, andiamo?"
"..."
riflettendo sulle parole della sua guardia del corpo "... se
andassimo adesso..."
"lui è appena entrato, se è
davvero quell'uomo. Sarebbe meglio adesso"
Spinta dal
ragazzo, Ange si presentò davanti la porta, suonò
il campanello,
per poi fare dei passi indietro, nervosa. Il ragazzo si
sistemò poco
dietro di lei.
Ange fece un'espressione seria, sperando di
apparire professionale ma tutto in lei cambiò quando la
porta fece
posto ad una persona.
Con il sorriso e un abitino, era
comparsa una figura che l'aveva ossessionata per anni. prima dallec
ose che vedeva di nascosto, tra i documenti di Eva, e poi con quel
ritratto.
Anche la guardia del corpo emise un verso e la fissò
sconcertato.
Una donna identica a Beatrice, con la stessa
acconciatura, viso, modo di apparire, era incornicia dalla porta e
dopo un attimo in cui sorrideva con un fascio di buste un mano,
diventò sorpresa quanto gli ospiti.
Sembrava per Ange di fare un
tuffo in un sogno, o una situazione irreale. Qualcuno che aveva
ossessionato il nonno, che sembrava essere l'autrice del massacro
della sua famiglia, la figura su cui aveva puntato gli occhi e
snocciolato domande senza risposta, le apriva la porta per
consegnarle quelli che dovevano essere i capitoli indicati nella
telefonata.
La donna identica a Beatrice raggelata e con la
bocca schiusa dall'incredulità fissando Ange,
sussurò "Ange...!"
come veramente stupita di cosa le era apparsa d'innanzi.
Questo
riscosse la ragazza che fece prontamente aggrottando le sopracciglia
"Ci conosciamo?"
"Oh!" fece la donna
portandosi le dita della mano che non stringeva le buste , davanti la
bocca e come nervosa si guardò intorno prima davanti la casa
se
qualcuno stesse osservando, poi dietro di lei e infine come a
fissarla senza parole, in modo genuino, "AAAHHHH" fece lei
scattando di colpo in un urletto di contentezza, facendo sussultare i
due ospiti. Era raggiante!
"Entra, non ci credo che sei
veramente qui!" lasciando a bocca aperta l'altra.
"Ma...
ti conosce?" domandò la guardia del corpo che on aveva
capito
niente "abbiamo mangiato o bevuto qualcosa di avariato e stiamo
volando con la testa, o quella donna che ha aperto sembra il tuo
quadro diventato reale?"
"IO..." fece Ange
confusa scuotendo la testa, ma vedendo che la donna le faceva cenno
di entrare con la mano, con apparente contentezza nel vederla, mise
piede in casa
"Tu..."
"Andiamo nel
salottino, non ha senso parlare qui, su...non ci credo che sei
davvero qui!"
Ange fissò sconcertata la ragazza. Aveva
una voce e qualcosa che le sembrava familiare, una dolcezza e come un
atteggiamento riverente a lei conosciuto, ed era assurdo che la
trattasse come qualcuno atteso con ansia e con quella
felicità fuori
luogo.
Perchè cèra una Beatrice viva e vegeta in casa
dell'uomo
che aveva fatto stampare il romanzo di un altro individuo?
"Dimmi,
ti offro qualcosa? Quanto resti qui? Se vuoi possiamo ospitarti,
abbiamo una stanza degli ospiti, mai utilizzata... Oh, ma lui
è con
te oppure devo preparare un altro luogo per lui?" fece a raffica
la donna in preda all'agitazione ma non di paura, ma di pura gioia.
Quella donna sembrava estasiata dalla visita e pareva
conoscerla.
"..." seguendola nel salottino "mi
spieghi perchè tu assomigli a Beatrice?" disse d'un colpo
Ange
appena entrati nel salottino.
Aveva notato come la casa fosse
tradizionale giapponese e non molto grande, ma abbastanza per una
vita comoda. Non sembrava esserci nessun altro che lei e l'uomo che
era entrato.
Si accorse seguendo la donna che lei aveva
sussultato con le spalle, camminava avanti ad Ange, e la vide
chiaramente nervosa con le spalle prima alzate epr la sorpresa e poi
come cadere in giù. La vide voltarsi ocn un sorriso ma
sembrava a
disagio.
"per favore, prima accomodati e... quindi eri
tu... la donna al telefono questa mattina?"
"Si,
perdona il direttore ma con la paura di un blocco o altro alla sua
pubblicazione di maggior fortuna..."
"Ho capito..."
con un sospiro "avevo capito che qualcosa suonava strano... di
solito lo chiamano al lavoro e non qui.... E che la segretaria
venisse... ma ne abbiamo parlato dopo che hai telefonato e... abbiamo
deciso di vedere la situazione"
"Parli dell'uomo che
è entrato poco fa?"
La donna sbattè le ciglia varie
volte, sorrise ma come se cercasse di tornare a prima e le chiese di
sedersi che portava qualcosa. Era meglio mettersi comodi e
tranquilli, bevendo qualcosa.
"NO!" fermandola "
non ho bisogno di niente. Voglio solo sapere alcune cose..."
"Ma
sarebbe..." fece l'altra voltando lo sguardo verso l'ingresso e
la scala "ok... va bene, se è questo che vuoi, meriti di...
chiedi pure!" corse a una poltroncina di fronte il divano dove
gli altri due si sistemarono. aveva tralasciato la tavola alla
sinistra della poltroncina. Ange osservando la casa aveva notato come
fosse più occidentale dentro che giapponese, in contrasto
con il
luogo legato al passato.
"Innanzitutto, come fa la
persona che si chiama Lion Yasuda a sapere cose altrimenti
impossibili..." e notò come l'altra balbettava a sentire la
frase, boccheggiava e sudava freddo
"E' una storia
difficile da raccontare, seriamente..."
"Allora
fallo! NOn capisco come sia possibile che seguendo una serie di libri
con dettagli troppo precisi e veri... per un mero scrittore... come
ha fatto quest'uomo a sapere delle cose che solo io, Eva e e
pochissimi..."
"Eva....!" fece la donna, quasi
disperata e triste "QUanto mi è dispiaciuto per lei. Avrei
davvero voluto dirle... mi dispiace!" facendo alzare le antenne
di Ange e la guardia del corpo "ma se... ha sofferto a causa
della famiglia. Lei e tu avete... sofferto a causa degli strascichi
di..."
Ange fissò la donna, attenta al
discorso,
ma un'ombra comparve attraverso la porta. La donna l'aveva alle sue
spalle ma Ange aveva uno scorcio del corridoio che andava
all'ingresso e scala. E un'ombra scivolava verso di loro.
"A
cosa ti rifersci" incalzò allora tenendo d'occhio quella
zona,
mentre la donna fissava con evidente dolore il pavimento
"Il
passato ha portato solo dolore e disperazione. Se qualcuno dei figli
di Kinzou avesse reciso la catena di... Maria cèra riuscita.
A modo
suo, ma era riuscita a diventare immune a quella traccia di odio,
rabbia, rancore, prevaricazione, superiorità e... tutto
quello che
Kinzou trasmise ai figli, e loro ai loro figli..."
"Parli
di mio nonno come se lo consessi... e di Maria. IN quei libri si
parlava del grimorio di Maria, ma nessuno sapeva cosa conteneva"
vedendola voltarsi a quelle parole, fissando Ange sopresa per poi
sciogliere tutto ciò che renedva contrito il suo viso in un
sorriso
dolce
"Maria... e il suo grimorio... il mezzo, potente e
magico, con cui lei scacciava le tenebre che ammantavano la
famiglia... quanto dolore...E tu, ed Eva... Lei..."
"Mi
dispiace per Eva, ma di sicuro non avevano vissuto cosa hai
sopportato tu. Eva era pregna fin nelle ossa di rancore e voglia di
supremazia su tutti, per la negazione del nonno di scegliere altri se
non il primogenito. Hanno scelto loro la fine che è
capitata..."
La
donna sussultò, voltandosi di scatto verso la porta,
così come Ange
e la guardia del corpo. La donna sembrava voler correre da quella
voce, come se fosse inchiodata ma con le gambe e braccia volesse
raggiungere chi non era ancora comparso.
"E comunque
Ange, ritieniti fortunata ad essere stata salvata da uno sterminio
nato da vendetta, interessi, rancori e voglia di potere.
Perchè
questo ha ucciso tutti. NOn importa la scintilla, ma chi la fatto il
resto..."
La donna si voltò, con tutto il corpo,
guardando il pavimento contrita e come disperata, martoriandosi gli
avambracci ocn le mani.
"Per Eva la scintilla era stata
Beatrice" facendo eruttare rabbia e dalla donna bionda venne un
verso "e... un attimo! Perchè anche tu mi sembri
conosciuto?"
L'uomo aveva parlato nascosto dal corridoio.
Ange si era accorta che qualcosa solleticava la sua testa. E
quell'uomo le stava parlando come se la conoscesse.
"Perchè
voi due mi conoscete? Come... chi sei? Fatti vedere!" urlò
Ange
alzandosi in piedi
La donna bionda deglutì, con timore si
volse alla porta finchè la figura dopo un sonoro sospiro non
apparve.
Un uomo si stagliò alla porta, con un completo da
ufficio, serio eppure come se fosse preoccupato, che faceva ballare
gli occhi da Ange alla donna.
E poi Ange rimase di nuovo a bocca
aperta.
Eva per ereditare tutto, aveva ottenuto anche vecchi
documenti e materiale dove compariva Kinzou. Da giovane. E quell'uomo
sembrava la sua copia.
La postura, l'espressione, i capelli che
per l'età o altro sembravano schiariti... dal colore
naturale.
Quello che ricordava.
"B-Ba-Battler..."
fece Ange come se non riuscisse a dire quel nome, gli occhi sbarrati,
come in preda ad una confusione fuori logica
La donna bionda
in preda all'agitazione, si alzò con uno scatto e
andò dall'uomo,
che la accolse con un sorriso d'affetto e la strinse a se.
"Scusa,
scusa davvero Battler. Pensavo di avere la forza di parlarle ma ...
ma io..."
"Tranquilla Beatrice. Va tutto bene. E'
normale. Nonostante ci fossimo preparati a questo giorno, non
è
stato abbastanza, il tempo, per aiutarci in
questo..."
"Battler?"
L'uomo alzò mento
e occhi dalla donna e li puntò su di lei, e Ange vide suo
fratello,
più adulto e maturo, con i capelli schiariti e meno
arruffati e
lunghi, tanto da farlo sembrare la copia del nonno come in quelle
vecchie fotografie.
"Perdona Ange. Eravamo sicuri che
gettando quegli indizi avresti capito e ci avresti cercato ma... ora
che sei qui, ho le viscere attorcigliate e non so cosa
dire..."
"Battler..." fece con un soffio
Beatrice, guardandolo negli occhi ma stretta ancora a lui
"Pensi
che..."
"Meglio chiederlo a lei, no?" le
sorrise "Ange, ti prego dicci... sei arrabbiata, ci odi, cosa...
cos stai provando per ora?"
"Cosa... cosa vuoi che
ti dica? Sei veramente tu?" fece lei di rimando facendo qualche
passo avanti "Sei veramente tu... e vivo?"
"Si,
Ange... SOno veramente io" sorridendole, quasi alle lacrime come
non riuscisse a contenersi "quante volte sarei voluto venire da
te. All'inizio stavamo venendo a prenderti, per scappare tutti e tre
e vivere insieme. Ma trovarono Eva troppo presto, mentre eravamo in
viaggio, e abbiamo dovuto evitare che si scoprissero... e abbiamo
atteso. pensavamo che Eva si prendesse cura di te con affetto e
amore, anche per... quella cosa che non sapevamo... se ti
avrebbe detto... non ne siamo sicuri, per la verità
ma..."
"Cos...cosa stai cercando di
dire?"
"Innanzitutto voglio che tu sappia una cosa.
NOn penso che ne fossi al corrente..." voltandosi verso
Beatrice.
Ange si era accorta che quei due si cercavano con gli
occhi ma non solo, con le mani, la presenza, tutto... come un
bisogno. Il contatto, di qualsiasi tipo, pareva così
necessario,
bramato, indispensabile, essenziale, fondamentale. Questo le veniva
in mente da quando la donna aveva sentito la voce di suo fratello ed
era corsa da lui, non prima di aver come fatto dei movimenti come a
bloccarsi e contenersi ma senza riuscirci.
E così lui. Aveva
sempre, mentre parlavano, cercato il contatto di lei, qualsiasi fosse
ma non solo ed esclusivamente per se stesso. si, come in
quell'attimo pareva cercare in lei la forza o la conferma che andasse
tutto bene.
Sembravano affamati l'uno della presenza dell'altra,
insostituibile, insopprimibile, vitale segno dell'altro al proprio
fianco, ancor più importante del respiro stesso.
"...
Quando sui giornali venne la notizia che Eva era morta..."
continuò lui dopo aver scrutato Beatrice "ho telefonato. NOn
per... l'ho fatto di getto, Beato me lo ha lasciato fare e...
chiesi , se... dissi che chiamavo da parte tua per
sapere
se cèra qualcosa appartenente a tua zia. Da portare via. Che
per il
brutto rapporto che avevate volevi solo mettere in una scatola tutto
e... portarlo via. La donna mi disse di parlare con
l'infermiera che se ne occupava e quello stesso giorno vi parlai.
QUando accadde,mi accorsi pareva titubante, come se nascondesse
qualcosa e allora le dissi che nel caso, eri pronta a pagare per
riavere quelle cose. La donna mi sembrò rianimarsi. le dissi
che
ovviamente la cosa doveva avvenire in segreto o qualcuno avrebbe
scoperto la cosa e sarebbe finita sui giornali. Lo so, agii d'istinto
ma... per farlo ho mancato le promesse a Beato, e questo mi
dispiace..." disse guardandola, mentre lei commossa gli fece
cenno di no con la testa.
"Di cosa parli?" facendo
distogliere loro lo sguardo per puntarlo su Ange. Beatrice
calò come
tutto il discorso gli occhi per terra, addolorata
"Non
sapevo come ripagare i miei peccati, io... Ho peccato, Ange.
Quel giorno... stavo controllando la prosecuzione del mio piano. Era
tutto secondo... avevo impiegato mesi, tanto tempo per analizzare
ogni sfumatura, ogni possibile avvenimento, atteggiamento che... ho
fatto soffrire così tante persone..." iniziò a
piangere
Beatrice,m a Battler con una mano sulla
schiena le ripeteva
"sai che non è così, sono loro che
hanno portato a tutto, poteva finire in un altro modo,
così
come sei rimasta raggelata seduta sul letto, mentre quel primo colpo
partiva e gli adulti andavano nel panico, poi l'altro e le cose sono
degenerate. Hai stretto i denti, restando non solo ferma ma proprio
bloccata dalla paura. progettare è una cosa,
viverla e
vedere... i risultati, un'altra. E poi chi sappiamo ti ha colpita.
Sei rimasta tra cadaveri per del tempo... chi ha commesso
più
peccati è stato... chi ha pres in mano le armi e si
è alimentato
dalla voglia di uccidere..."
"Di cosa parlare?"
fece Ange, saltando lo sguardo su entrambi, destra e sinistra
"SOno
io la Beatrice che ha avviato le sorti di quel giorno. E me ne scuso,
io... ti ho tolto l'infanzia, Ange. Ti ho fatto vivere nella
disperazione..."
"Beato!! NOn dire sciocchezze. Sono
state la situazione e la zia Eva a permettere tutto..."
"Cosa
sai di me?" fece di colpo Ange, mentre Battler carezzava la
schiena di Beatrice che mugulava di dolore, con le lacrime. battler
rispose apatico, facendo accomodare Beatrice e se stesso al tavolo,
vicini
"Ho potuto seguirti solo per le notizie che
uscivano. E' così che... ho saputo di te ed Eva, del vostro
rapporto
ma mi sentivo incapace, inutile, di fare qualcosa. Venivo a saper
come ti trattava, come vivevi quei momenti con lei e... Se uscivo
allo scoperto, Eva poteva... oppure... sono colpevole anche io, Ange,
seriamente, della tua vita da sola con lei. Ma avevo giurato a
Beato..."
"Non so cosa tu le abbia giurato e si, non
sai cosa ho vissuto. MA... ti parlo come Ange adulta, la Ange che
comprende, che capisce, che sa... dopo tutti questi anni cosa
è
accaduto sulle spalle di Eva. Se fossi stata bambina o quando ero
ancora al collegio... ma ora so e capisco. Se tu fossi tornato come
te, Battler, con il tuo nome, temo che saresti finito come complice
di Eva o peggio, come fautore dello sterminio. NOn poterono
far
nulla su Eva proprio perchè l'unica tornata viva. Senza
prove, senza
nessuno che potesse confermare o smentire il poco che disse. Ma se
tu... se ti fossi ripresentato, sareste magari finiti ocme
complici, avrebbero pensato che l'avevate orchestrato o, se vedendo
Hideyoshi e George morti, lei era una vittima... essendo giovane, il
solo rimasto con la sorellina piccola prendendo tutto il patrimonio
dei nostri genitori... avresti magari passato la vita cercando di
discolparti coem Eva o... peggio!"
"Io non sono
tornato anche per Beato. Sono felice che tu abbia compreso, davvero.
Quel giorno che stavamo per venire a prenderti, e abbiamo avuto la
notizia di Eva... non sapevo che fare. Alla fine abbiamo deciso,
avremmo iniziato una nuova vita e... un giorno ti avremmo raggiunta.
Avevamo conservato i soldi della banca rimasti, quelli della vendita
degli oggetti della nonnina per quel viaggio..."
"di
cosa parli?"
"Quando ci siamo salvati, anzi io... ho
salvato lei..." guardando con profondo sentimento Beatrice, che
ricambiò "abbiamo prelevato dei soldi del suo conto e con
quelli ci siamo avventurati in segreto per raggiungerti. Almeno prima
della notizia del ritrovamento di Eva..."
"Avete
preso... soldi dal suo conto...? IN effetti, mi spieghi tu chi
saresti?" domandò Ange sempre più perplessa
Beatrice si
agitò, guardò Amakusa con apprensione ma Ange la
tranquillizzò.
"Tranquilla, lui sa tutto, mi fido e non gli nascondo nulla,
puoi raccontare senza paura"
Beatrice guardò Battler,
poi facendo un respiro profondo si alzò, inchinandosi "Il
mio
nome originale è Lion Ushiromyia, figlio di Beatrice della
Kuwadorian e Kinzou Ushiromyia. Ma a causa di un incidente prodotto
da Natshui, finì in un orfanotrofio con il nome di Sayo
Yasuda,
lavorando fin da piccola come serva in seno alla famiglia. Mi avrai
incontrata molte volte nelle tue visite passate, sotto il nome si
Shannon..."
"..." Ange era rimasta raggelata
mentre la sua guardia del corpo snocciolava le parole < Lion
>,
< Yasuda >, < figlio di >,< Shannon
> "aspetta,
fammi capire. Hai detto che sei Lion Ushiromyia..."
"Adesso
ti spiego..." raccontandole il suo passato
"Quindi
sei nato come... saresti nostro cugino!?!" domandò con gli
occhi stravolti la giovane, fissando suo fratello che accennava dei
si con la testa "Ma a causa di zia Natsuhi, hai avuto un
incidente che ti ha... mutilato, finendo cresciuta come orfana
all'orfanotrofio che gestivamo, ma poi ripresa da Genji e
Kumasawa per tenerti con loro, in quella che era casa tua
infondo..." facendo dei gesti con l'indice seguendo il suo
pensiero "così eri conosciuta a tutti come SAyo Yasuda o
Shannon, una ragazza, anche se nessuno tranne i servi anziani che ti
salvarono sapevano la verità e hai passato tutta la tua vita
fino a
quel giorno come serva... hai risolto l'epigrafe e hai scoperto
tramite la voce del nonno chi eri veramente, e che ti aveva
nominato successore legittimo ma morendo di colpo mentre si
felicitava per aver ripulito secondo lui la sua anima... sei rimasto
o rimasta però tra noi senza rivelarti perchè non
desideravi niente
di ciò che avevi ereditato in maniera legittima, ma
attendevi solo
una persona, se ho capito bene, e... ma quando hai scoperto la
verità
sulla tua menomazione e hai capito che ciò che desideravi da
sempre
ti era negata, hai avviato un piano per ripulire il male a
Rokkenjima, trasmesso da Kinzou ai suoi figli, morendo subito dopo,
così che restassero solo i giusti e meritevoli... noi
cugini..."
"Si.. ma come ho detto tutto andò storto
perchè... la realtà è ancora peggio
della fantasia, delle
dissociazioni in cui mi rifugiavo per scappare dalla mia
realtà... e
così hanno agito in un modo che è sfuggito al mio
controllo. Avevo
messo in conto che potessero spararsi a vicenda, ma dentro di me
quando accadde nacque qualcosa... mi raggerlai, restai come
pietrificata finchè... una persona non mi
sparò..."
"Si,
questo l'ho capito, ma quindi.. tu sei figlio della Beatrice della
Kuwadorian, a sua volta figlia di quella Beatrice, l'italiana, e che
in entrambi i casi il padre era... mio nonno? E' per questo che sei
così identico a Beatrice? perchè suo nipote e
figlio? E anche...
nostro, cugino?"
"Si, è così. Il mio aspetto oltre
che per discendenza è dato anche da quell'incidente
lasciandomi
caratteri più femminili..."
"E il nome dell'autore,
quel Lion Yasuda..."
"Si, vero..." fece lei
alzando le braccia per sciogliere l'acconciatura finchè le
trecce e
la coda che iniziava la stessa, non scesero in onde lunghe e
corpose. con quell'elastico, si legò i capelli in una coda
bassa,
lasciando i capelli che scendevano sul petto i soli caduti, dando una
scrollata alla frangia per scompigliarla un pò. "Senza
trucco e
con abbigliamenti maschili, cercando di parlare a voce profonda posso
farmi passare per un uomo effeminato, come è avvenuto. Ho
recitato
la parte dell'uomo schivo e refrattario alle persone e l'apparire in
pubblico..."
"Hai visto? QUindi era questo il tizio
di cui parlava quell'uomo? E' lui... lei, l'autore che cercavamo? per
questo conosceva così bene al telefono..." fece Amakusa
così
stupito da fissarlo come se avesse visto un qualcosa si
alieno
"Shannon... tu sei Shannon , morta della lista
delle vittime... ma non avevi i capelli castani?" fece Ange
sopra il ragazzo
"Io... avevo creato altre personalità,
da piccolo per sfuggire a ciò che ero, un pò
imbranato, con la
testa fra le nuvole, non proprio portato per il ruolo di serva, ma
avevo solo quello.... creai una persona migliore in tutto, che... e
l'ho impersonata. Abbigliandomi di conseguenza e per la lista... io
ero anche Kanon" stupendo di più i due " La signora
Natshui mi diede il nome da lavoro di Shannon e con quello era
conosciuta e... con tale nome io esistevo a Rokkenjima..."
"QUindi
per tutto il tempo tu eri qualcun altro... e il fatto della
banca?"
"Avevo un conto intestato a me e a Genji,
l'uomo che mi aveva salvato, protetto, cresciuto con Kumasawa. Senza
che... il padrone, cioè KInzo, mio padre... lo sapesse.
Kimasawa per
me fu come una madre, veramente e nel profondo "portandosi le
mani al petto, un sorriso che richiamava ricordi e affetto "la
figura apice tra coloro che sentivo vicino, poi vi era Genji, i miei
cugini che ancora non... sapevo lo fossero, e poi i miei
personaggi immaginari, che mi furono amici e supporto in quegli
anni..."
"Kumasawa... ho scoperto che la sua
calligrafia è presente nel diario di Maria come
però la strega
Virgilia"
"AH, si..." altro sorriso di ricordi
"ALl'inizio volli aiutare Maria nella sua, di solitudine e
sofferenza. All'epoca non sapevo dell'aspetto di Beatrice, quindi
apparivo come me, senza la parrucca di Shannon, con un abito che
avevo ideato per la mia, di Beatrice, la strega dorata. Passavamo le
ore o i giorni, in base a quanto durassero le riunioni tra gli
adulti, a parlare, ridere, scherzare, mangiare insieme tutte le cose
buone che Kumasawa ci preparava...avevamo due luoghi dove eravamo un
pò felici perchè insieme. Lei è
stata... la prima umana ad essere
mia amica. Ma dopo aver risolto l'epitaffio, scoperta la mia
condizione, mi sono... incupita. E ho iniziare ad odiare. Anche per
una ... promessa non mantenuta, di fatto prendendomi in
giro...!"
"..." Battler si agitò tantissimo
sulla sedia, con le labbra ad una linea, fissando il tavolo
"...
per questo voglio chiederti perdono, Ange..." fece inchinandosi
"innanzitutto per cosa hai visto nel grimorio di Maria. Le
formule, pagina piene di disegni e testi, e le... firme delle
streghe, erano un modo per darle conforto e considerazione da chi
sapeva cosa fosse la solitudine e certe condizioni di vita... ma ho
peccato con Maria. Ho deciso presa dalla rabbia di includerla nel
piano, ma non sarebbe mai dovuto finire a quel modo... doveva solo
essere la messaggera della Strega e poi restare al sicuro, mentre gli
adulti sceglievano cosa fare dopo aver risolto l'epitaffio.Se lo
avessero... Avevo predisposto molti piani in base a cosa avrebbero
fatto, se fossero riusciti a giungere alla camera dell'oro o meno, e
solo loro e io saremmo finiti..." incupendosi quasi alle lacrime
"ma dopo quello sparo, mi svegliai con una ferita e in una
camera pregna di sangue e morti. E poi... vidi i miei cugini, il caro
George..." piangendo lacrime pesanti e cariche del suo dolore,
facendo alzare Battler per stringerla da dietro "quell'uomo era
stato così affettuoso con me, so... so che no n avrebbe
accettato la
mia condizione, una... una non donna o una donna difettosa... io sono
cresciuta consapevole per chi mi stava intorno che fossi una femmina!
Ma quando capii che non ero ciò che credevo, ho deciso di
fermare il
male di Rokkenjima, di quella famiglia per purificare le vite dei
miei cugini... "
"E Kumasawa firmando il diario di
Maria..."
"Oh, Kumasawa..." fece tra i
singhiozzi, tra un pianto e un sorriso di rimorso "quella donna
era così importante per me, anche per un pò odiai
anche loro per
avermi tenuto tutto nascosto, per avetemi fatta crescere in una falsa
consapevolezza per poi dirmi, adulta, ciò che non ero... ma
non la
odiai veramente, così come Genji. COme hai detto tu, da
adulti si
comprendono molte cose. Come adulta, metabolizzai tutto. Presto, su
di loro. Quell'uomo mi aveva tenuta lontano dal pericolo che era
Kinzou per me, proteggendomi, mandandomi a scuola con Jessica metnre
gli altri non l o facevano, dandomi un lavoro in casa mia,
perchè
restassi là dove per lui dovevo stare... ed è per
lui che quel
giorno alla banca, per ciò che aveva detto e che lo
conoscevano, che
ottenni quel denaro. Non so come mai non si seppe nulla del mio...
del ritirare i soldi ma... se non fosse stato per lui..."
portandosi le mani sul viso piangendo, finchè non si
calmò un pò
"E Kumasawa, era così affettuosa, gentile, complice, mi
chiamava piccola principessa, mi supportava sempre e trovava trucchi
e soluzioni a tutto, perchè tornassi a sorridere. Se per la
mia
goffaggine combinavo qualche pasticcio, lei era pronta ad
entrare in azione per sviare le cose, coprirmi, per... e lo era anche
con Maria. All'inziio con me recitò la parte della strega
delle
leggende, io come Beatrice e lei come la mia Maestra e insieme
disegnammo le nostre particolarità, dagli abiti alle
acconciature.
Giocammo con un Sakutarou reso reale e.. lei era così felice
di
tornare a Rokkenjima ma... nei miei piani poi, diventò un
elemento
di introduzione all'ultima e definitiva versione della mia Beatrice.
Dopo aver visto due anni prima il vero aspetto di Beatrice nel cuore
di Kinzou, e aver capito che io potevo tranquillamente
raggiungere la somiglianza da... Kumasawa si prestò al gioco
con
affetto e divertimento, ma come ho detto, Ange, fu solo per la povera
e piccola Maria. Assistevo a come Rosa la trattava e cosa le faceva,
Maria stessa mi raccontava delle notti e dei giorni da sola in quella
casa, delle faccende anche all'esterno che faceva da sola... volevo
solo portarle un pizzico di Terra dorata finchè potevo...
lei e gli
altri dovevano... restare..." ma non finì la frase. La
cupezza,
i singhiozzi l'assalirono.
"Volevi davvero uccidere tutti
gli adulti?" fece Ange senza mostrare alcun timbro o elemento
per capire se fosse adirata, offesa o qualsiasi cosa avesse maturato
dentro da quel racconto
"Si... e mi sentii così in colpa
finchè... non mettemmo mano al diario di Eva..."
"Eva
aveva un diario..:" fece Ange riflettendo
"Ange"
si intromise Battler "io non intenzione, a meno che tu non
voglia, sicura e pronta a qualsiasi verità vi sia
dentro, di
fartelo leggere. E' stata... un'odissea poterlo avere. Quella donna
voleva vendere ciò che era di Eva fino all'ultimo
istante, che
tu non avevi voluto o pensato di prendere. Da come rispondeva
compresi chiaramente che nascondeva qualcosa e così le dissi
che tu
volevi rientrare in possesso di ciò che aveva lei da parte,
anche
pagandola e ... quando mi accorsi dalla sua voce che pareva tentata
di guadagnarci ho... gettato una cifra, di getto! Beatrice al mio
fianco che mi ascoltava non mi fermò ne altro, ma quando
quella
donna sentì' quanto offrivo... dopo la chiamata avevamo un
accordo e
un luogo dove incontrarci. le dissi che per sicurezza di entrambi ci
saremmo incontrati in una città vicina, quella da cui hai
chiamato e
dove risiede quella casa editrice che ha pubblicato i nostri libri.
Fu in quell'occasione che vidi quel luogo e..."
"Cosa
contiene quel diario?"
"..." stringendo i denti
"per una parte conferma la storia di Beatrice, quindi puoi star
sicura. E' tutto vero... l'altra parte racconta cosa accadde da
quando colpirono Beatrice e lei perse i sensi e... fino a qaundo non
tornò da te.... Però, seriamente Ange..."
"VOglio
leggerlo!" fece perentoria la ragazza facendo sussultare
Beatrice e Battler
"Ange... voglio prima dirti una
cosa..."
"Va bene, ma sono seria. Come ha detto
anche Lion, scusa, Beatrice... siamo adulte da comprendere dopo un
momento nero. Certo lei ha architettato un piano... ma come
è
esplosa l'isola?"
"Oh, non cèro arrivata. Kinzou
teneva alcune sezioni di esplosivo collegate a un orologio a pendolo
nella stanza dell'oro. Lo aveva fatto per... sue fissazioni. Genji mi
disse che lo utilizzava come metro di... "
"Un
orologio collegato ad... armamenti?"
"Si, la base
segreta..."
"Si, la conosco. L'abbiamo visitata più
volte" indicando la sua guardia del corpo" e qualche pezzo
lo abbiamo venduto, solo qualcosa e che era un doppione diciamo, per
investirli in un... progetto! E da quel progetto ho ottenuto, su sua
idea, piùfortuna..:"
"A cosa ti riferisci?"
chiese stranito Battler
"Tu non hai idea, fratellone, di
ciò che avvolge Rokkenjima in fondo al mare, per cosa era
prima e
dopo gli Ushiromyia! Oggetti, resti vari, perfino mezzi delle due
gruerre e... si, abbiamo trovato anche qualche lingotto. Un
pò
ammaccato o divelto, ma era volato via! Il sottomarino
italiano
non hai idea dove era, nella zona più interna del molo di
attracco
affondato. si era un pò girato e quindi l'albero era
risultato sotto
il livello dell'acqua e se non si vedeva bene... era sparito!"
"Era
ancora lì? non me ne sono mai accorta...!" fece con stupore
Beatrice, constatando che lei aveva sempre utilizzato la sezione di
attracco dove aveva tenuto anche la barca presa con battler, non
aveva guardato più in fondo dove terminava il canale di
avvicinamento.
"Già, tu sembri conoscere molto bene quel
luogo. Lo descrivi così bene che per noi è stato
facile,
seguendo il libro, orientarci solo la prima volta..."
"Si...
vero! Dovevo sapere! Dovevo vedere e... ho bazzicato varie volte
dalla morte di Kinzou a quel giorno, per prendere gli esplosivi per
le prove..."
"...le prove?" la fissò
Ange
"hai presente il vecchio santuario... sai quello
scomparso" fece Battler intromettendosi, ma dicendolo come una
cosa ovvia con un pizzo di risata "Ecco, è volato via per le
prove di Beatrice per testare la potenza degli esplosivi, che
il nonno conservava là sotto. E lei ha usato solo una parte
infinitesimale... puoi capire perchè ora l'isola
è così con tutto
ciò che aveva. Si è salvato guarda caso tutto
ciò che era
collegato al passato..."
"Quel... tempio non esiste
più perchè.... lo ha fatto saltare?" disse con un
fischio
Amakusa come impressionato
"... tornando al diario di
Eva" fece Beatrice a disagio "Vorremmo che tu non lo
leggessi, sia perchè ci è costato molto e..."
"perchè
ogni volta che parlate di questo diario, sembrate aver male alla
pancia?" fece Ange rivedendo la loro espressione, e Battler
chiuse gli occhi e sospirò.
"Vedi.. come ti ho detto
abbiamo iniziato da zero. Beatrice aveva preso di corsa i soldi
disponibili in banca e ... la prima cosa che desiderai dare ad
entrambi era un luogo sicuro, nostro, senza la paura di dover restare
per strada. Due parti della somma andarono in questa casa! Il resto,
già quasi dimezzato per il viaggio, lo conservammo. Andammo
avanti
solo con i miei lavori temporanei, dove mi pagavo più di
altri,
finchè non venni assunto come editor. Anche se pesante,
è un lavoro
che non vorrei lasciare! Ma la paga ci bastava per arrivare alla fine
del mese e vivere uno o due giorni meglio di tutti gli altri , ocme
fossero una festa "sorridendo con cuore a Beatrice che
ricambiò,
come persi in qualche ricordo "Ma non avevo altro per... una
signora, la padrona di una pensione in cui ci fermammo all'inizio...
è un pò assurda, ma è stata gentile e
amichevole e ci ha donato
pezzi da collezione di valore del marito deceduto, e con
quelli
abbiam potuto acquistare la macchina e...a tlre cose" con un
ghigno di intesa con la compagna che sorrise ma arrossendo "E
con il resto, avremmo fatto quel viaggio per venire da te appena
maggiorenne. Eva morì mentre noi decidevamo che fare e feci
quella
telefonata per avere qualcosa con cui avvicinarti... all'niizio
seguì
l'idea di Beato, ossia scrivere, far rivivere la Strega dorata
Beatrice facendo in modo che da sua mente e mano, scorressero di
nuovo le storie delle bottiglie, ma originali... è stato un
bel
viaggio il nostro" ghignò Battler alla compagna ormai di
vita,
che passato il rossore rise divertita "ma parlando con
quell'infermiera, scoprendo che voleva vendere il diario della zia,
io... per avere la somma che per un momento di slancio
offrì...
abbiamo chiesto un prestito a una banca. Anni fa era possibile
cominciare senza documenti e senza troppe domande e adesso abbiamo
documenti reali, rilasciati e in regola, con i nomi e date
che
abbiamo creato noi... ma questo prestito ci ha preso quasi tutto. per
onorarlo finora abbiamo intaccato la somma conservata dal viaggio, le
entrate dei libri che entrano e vanno per risarcirlo. Siamo tornati
in ristrettezze come all'inizio, perchè con le uscite e
tutto, ci
siamo ritrovati ad aver quasi finito quanto ottenuto da quelle
vendite e tra qualche settimana temo che toccheremo i soldi rimasti
dalla banca e dei libri... "
"Battler, andrà bene.
Se sarà necessario venderò gli abiti da Beatrice
e..." con
impeto e preoccupazione verso Battler ma Ange si sporse verso di
loro
"i... vestiti da Beatrice?"
"..."
li vuoi vedere?" fece con un sorriso Beato e prima della
risposta corse al piano di sopra mentre Battler rideva di gusto,
affermando che quando si trattava di quei vestiti lei
impazziva.
Beatrice tornò con in mano tre indumenti protetti da
involucri di plastica e tenuti da grucce. Li appese in un
angolo,
uno vicino ad un altro, ed erano l'abito ocn cui era giunta a
Nijima con Battler, il secondo una copia perfetta nuova e intonsa
rispetto quello danneggiato e rovinato dell'originale e uno identico
ma in bianco e argento.
"Hai... questi vestiti?"
fece sconvolta Ange
"Io... non riesco a lasciarli andare.
Uno era l'originale di mia madre... quel giorno lo ottenni dopo avere
risolto l'epitaffio e utilizzai per... apparire come la strega!
L'altro l'ho fatto fare per... mio capriccio. Fu prima del prestito
per il diario di Eva, quando avevamo abbastanza soldi da
avere
piccoli capricci, in verità questo l'ho pagato poco
perchè...
quelle donne che mi fecero questo "indicando quello bianco"
lo portarono completato nonostante avessi pagato solo le
stoffe,
come ulteriore dono di nozze, erpchè avevo espresso il
desiderio di
rivederlo come nuovo e... quella sera mi portarono questo!" con
una foga esagitata e contenta
"nozze..." fece la
guardia del corpo per poi vedere solo in quel momento gli anelli e
fare una faccia strana "AH, non lo avevo capito. VOi..."
puntandoli con l'indice varie volte mentre Ange alzava gli occhi al
cielo
"Se ci sarà bisogno sono pronta a venderli, se
necessario, non aver paura, ce la faremo. Tranne a collanina che mi
ha regalato, e l'anello..." snocciolandoli ricordandoseli piano
piano "non avere paura" guardando seria il
marito
"Scusate" fece Ange stranita guardando
entrambi voltando la testa più volte verso ognuno "avete
fatto
o meglio, richiesto un prestito per avere il diario di Eva... e vi
siete indebitati talmente tanto da avere grossi problemi
economici?"
"In realtà stiamo pagando il secondo.
Io ho detto uno ma... sono due i prestiti, ecco perchè siamo
quasi
prosciugati, i libri ci hanno salvati da perdere tutto ma sono finiti
in entrambi i prestiti... dovevo farlo. per te. Per me. Per Beatrice,
che non seppe certi elementi s enon leggendolo... conoscevo due terzi
della storia da Beatrice, ma quella parte quando lei svenne... dovevo
custodirlo anche per te..."
"siete nei guai, in
ristrettezze gravi per.. aver voluto proteggermi?" fece
scioccata Ange, sorpresa e mostrando anche dispiacere.
"Sono
pronto a dartelo solo il giorno che sarai sicura di essere
forte,
e capace abbastanza da accettare cosa contiene" disse veloce
Battler serio
"..." abbassando lo sguardo "...
sono pronta! So che sono pronta, non cè più nulla
che mi soreprende
dopo... avervi ritrovato... e avervi ascoltato... e mi fa male che
abbiate avuto così tanti problemi da accontentarvi del poco
che...
avete stretto i denti per causa mia..."
"Non è per
causa tua, ma per te ho deciso di fare questa pazzia così
che... se
ci avessi trovato per l'idea di Beatrice di risvegliare la strega
e... come è accaduto " con un bel sorriso alla sorella "ma
avrei avuto, nel caso non fosse accaduto, una scusa
per
avvicinarti. Avrei detto per telefono sperando non mi riconoscessi
che... avevo qualcosa della zia e poi... mi sarei palesato a te! Ma
non immaginavo che i sacrifici fatti per ottenerlo, oltre a giovare
quell'infermiera, avrebbero... rivelato qualcosa di così
prezioso e
importante da sapere, anche s efa male... ho capito con Beatrice al
mio fianco che saperlo era meglio per me per varie cose... la cifra
spesa vale tanto oro quanto pesa, Ange. Abbiamo anche alcuni effetti
personali di Eva che quella donna aveva tenuto..."
"ma
Battler, non l'hai denunciata?" fece Ange con tono aspro e
rabbioso
"Come potevo, anche se volessi farlo, Ange? NOn
avevmo ancora i documetni in regola e non abbiamo avuto problemi ad
averli solo perchè qui in questil uoghi non sono fiscali e
sono
arretrati. Se l'avessi denunciata avrei dovuto spiegare molte cose e
la polizia avrebbe controllato me e Beato. E... non volevo si sapesse
qualcosa che attirasse lepersone da voler quell'oggetto... l'ho fatto
per tutti noi, Ange. Non abbiamo avuto problemi a constatare, io e
Beato, che quell'oggetto aveva davvero il valore che io per caso vi
avevo dato senza vederlo oaltro. Quel giorno io e lei, con la
somma in uno zainetto come all'inizio "ridendo alla compagna "
ci separammo. Io attesi dove avevo indicato alla donna e questa
arrivò, mise sul tavolino tutto e mi disse che sperava non
fosse una
trappola ma era giunta fin là perchè si era
fidata. Il diario era
chiuso e le condizioni per farle avere la somma erano... che si
aprisse il diario davanti a me e solo così, e che io
leggessi
qualcosa per confermare la vendita. Avevo una valigetta per far
credere che fossero là dentro e dopo che rompemmo insieme
quel
lucchetto ed ebbi... letto... ho capito subito che era vero, i
lsuo... corrispondeva a quanto Beatrice aveva raccontato, quindi non
era falso. nessuno, neanche i falsari delle bottiglie, potevano
inventarsi la storia al punto da coincidere con quella di Beatrice
senz aonbra di dubbio... Chissà, un giorno po tremmo anche
far
qualcosa senza farci scoprire... ma ho preferito quel giorno, dopo
aver comprendo che fosse autentico, acquistarlo. Quindi Beatrice
vedendo un mio gesto concordato si è avvicinata ed ha
portato la
somma ricevuta dal prestito, il primo, e siamo tornati a casa... con
i soldi dei libri abbiamo estinto il primo, perdendo tutto, e stiamo
cercando di terminare il secondo. La cosa assurda sai qualè?
Che ho
fatto in banche di città diverse un prestito mettendo la
stessa
garanzia... qui vanno lenti e tranquilli..."
"Ma per
fare quel prestito cosa avete messo come garanzia?" fece Amakusa
"la macchina?"
Battler e Beatrice si
incupirono.
"Da sola non bastava. Dovevamo fare una
scelta, o avere il prestito oppure mettere la casa come garanzia
più
la macchina, e... per ora stiamo cercando di risolvere..."
"Fammi
leggere quel diario!" fece perentoria Ange con le braccia ancora
incrociate
"No, Ange... ti prego..." fece Beatrice
supplicandola, triste
"lasciate decidere a me! Se non so,
non posso digerire e accettare... datemelo..."
Beatrice
dopo un cenno di Battler andò a prendere il diario e glielo
consegnarono. Lei si alzò dal divanetto su cui era e si
avvicinò
alla tavola su cui era prima il fratello e la compagna e si
sistemò
sulla sedia dal suo lato, con la sua guardia del corpo che scrutava
in piedi da sopra la sua spalla il diario aperto.
"Se sei
davvero pronta, ti lasceremo leggere tranquilla... chiamaci quando
hai finito..." fece come rassegnato Battler, quando si voltò
in
cerca di Beatrice, questa era uscita e faceva un cerchio nervoso
all'entrata vicino le scale. La raggiunse.
Ange alzò gli
occhi dalle prime pagine zeppe del racconto del giorno della
tragedia. Aveva appreso che la lettera che Maria lesse come descritto
dalle bottiglie era vera, che l'agitazione degli adulti e il panico
erano serpeggiati portandoli a riunioni extra. Eva raccontava tutto
ciò che aveva visto e assistito fino al raggiungimento della
stanza
dell'oro, come ci erano arrivati e di come sembravano compatti nel
proseguire con l'epitaffio.
Quando Ange, scorrendo pagine su
pagine, raggiunse il momento in cui Eva descriveva la stanza
e
la donna in abito lungo che le era apparsa, identica al ritratto da
sembrare irreale in quel luogo altrettanto particolare... la ragazza
aveva alzato il viso, sia per staccarsi un attimo da quella storia,
leggendo di astio della zia con tutta la famiglia, cosa pensava di
ognuno di loro, e per i usoi genitori... e vide qualcosa.
Dalla
posizione in cui si trovava, vedeva Battler e Beatrice vicino le
scale.
Parlavano ma nulla giungeva a lei, quindi stavano
sussurrando. E sembrava a lei, vedendoli da fuori, come in un
atteggiamento conosciuto, usuale, normale. Come una dimensione loro,
non visti.
Sussurri i loro, occhi negli occhi, voci basse e
calme, in contrasto con le espressione di lei, battler lo vedeva di
tre quarti da dietro. E mentre parlavano silenziosamente, si
muovevano con gesti basilari e delicati che denotavano
complicità,
intimità, affetto reciproco.
Si scambiarono frettolosi, come a
dare sostegno o conferma, qualche bacio veloce, impacciati
mentre un discorso snocciolato veniva frapposto a baci.
Si erano
costruiti in quel periodo, insieme, e in quel momento erano loro e
cosa dicevano ad affrontare qualcosa, dita tra dita. Battler
stringeva le sue dita fa quelle di Beatrice mentre con l'altra le
carezzava varie parti del viso.
Ange era rimasta per un pezzo a
fissarli come persa nei pensieri ma intenta a capire. Stava guardando
un fratello che non immaginava di scorgere in quel modo, in tal
situazioni. Sembrava preso e proiettato su di lei.
Baciava
Beatrice sfiorandole appena le labbra e soffermandosi a parlare sulla
sua bocca, mentre lei era braccia conserte con la schiena contro il
muro, alla sua destra la scala. Sembrava che Beatrice nonostante cosa
Battler faceva, fosse tesa e preoccupata. E nonostante questo dopo un
pò con lo sguardo lontano dal compagno, lo aveva fissato di
nuovo
negli occhi per poi gettarsi contro di lui. DApprima gli aveva
portato le mani intorno alla vita, poi dopo qualcosa detta da Battler
lei aveva scosso la testa come in negazione, e aveva portato
le
mani sulle scapole del compagno, che la
contraccambiava.
Quell'abbraccio si era fatto più stretto, come
un bisogno, più tenero e sempre più sentito.
Battler la stringeva
forte ma Beatrice muoveva le mani in modo compulsivo sulla sua
schiena, finchè Ange non capì che stava dicendo
qualcosa,
quando questa alzò un pò la testa da dove era
poggiata.
Ange
tornò alla lettura. Aveva spiato un momento intimo di
qualcuno che
pensava di essere solo. Che mostrava il suo cuore senza spettatori.
E
poi completò dopo un paio d'ore, quel lungo racconto,
leggendo anche
di se stessa e quegli anni.
Di cosa Eva aveva fatto o non fatto,
deciso o lasciato perdere. Come la vedeva e cosa volesse vedere ma
era stata incapace.
Con dolore, si accorse che un anno prima
odiava con tutto il cuore quella donna fredda e cattiva, divenuta
pazza giorno dopo giorno, anno dopo anno. Ma invece soffriva un peso
e una disperazione incalcolabili e incomprensibili senza avere tra le
mani il suo cuore, e sapere.
Battler aveva detto che in quei libri
scritti con Beatrice aveva messo il loro, di cuore. E in quello che
lei aveva davanti, aperto sulle ultime pagine, avea il suo,
della zia, che credeva negativa e da odiare.
Ma Eva aveva
preferito sobbarcarsi anche l'odio di una bambina considerata in un
certo modo di genitori, per tenerla al sicuro e salvarla. Per
proteggerla. E scansarle anche quel dramma n ella sua
vita.
Comprendere Eva molto dopo aveva dato i suoi frutti. Era
riuscita ad immagazzinare la verità, prenderla e farla
propria senza
andare fuori di testa o comportarsi come avrebbe fatto anni
prima.
Suo fratello aveva dovuto mettere la sua casa e macchina e
pure la sua vita, e rischiare tutto perchè quell'oggetto non
finisse
in mani altrui, e scoprendolo per caso, mentre lei non si era curata
di Eva neanche da morta, aveva fatto fare tutto a chi di dovere. Se
fosse rimasta in quella stanza quando era necessario, avrebbe trovato
quel diario...
No, si disse. NOn avrebbe avuto lo stesso
impatto e ancora di più, non sarebbe andato come era in quel
momento.
Certe cose andavano meglio proprio se andavano da sole.
COme fece suo fratello, non affrettando ma sperando e lanciando
messaggi, augurandosi che quei messaggi alla Beatrice giungess e ro ,
come il momento giusto.
Tornò a guardare verso suo fratello e
li vide, non sentì perchè di nuovo perfino le
voci erano lievi in
quell'intimità e dopo l'agitazione di prima,. NOn si erano
mossi,
aveva creduto che fossero in cucina visto che alcune volte Amakusa vi
era andato per guardare la casa per una conferma. Beatrice gli
sorrideva, stringendosi tra loro in un amorevole dondolio,
come affamati l'uno e desiderosi di riunirsi dopo momenti di
angoscia e nervosismo.
"Come ti senti" fece Amakusa
gentilmente sempre alle sue spalle, dopo aver letto anche lui il
contenuto.
"Va tutto bene. E credo che sia per la
presenza di mio fratello, cosa ha fatto e... perchè non
volesse che
lo avessi, finchè non fossi stata pronta.
Adesso... sono
davvero pronta a lasciare il passato alle spalle e andare avanti
senza pesi e ... il passato sarà solo qualcosa che
farà parte di
noi senza opprimerci come prima... lo sento..." osservando
l'ultima pagina velata della scrittura di sua zia "per favore
chiamali" e lui eseguì.
"SOno giunta alla
conclusione che la nostra famiglia debba fare come... voleva
Beatrice".
Battler e Beatrice si guardarono
stupiti.
"lei desiderava sradicare ciò che aveva
distrutto lei, Maria... e tutto il resto. E' stata pronta, dal mio
punto di vista, anche per ciò che sentiva di non perdere
perchè non
poteva averlo, senza danneggiare i giovani. Coloro che erano
attorniati da adulti che erano la continuazione in varie forme di
Kinzou stesso, come se lui avesse instillato nel dna loro parti di se
stesso, facendoli emergere in ciò che sappiamo. E mia
madre... ha
peggiorato quel cancro. " fermandosi qualche attimo "è
assurdo che voi due subiate per me la perdita di cosa avete.Vi siete
sobbarcati due prestiti, uno estinto in pochi mesi per i soldi dei
libri, ma siete rimasti in rosso con dei soldi da parte per vivere
voi o venire da me, mentre il secondo vi rodeva tutto...
Pagherò io
ogni cosa, rimborserò qualsiasi cosa e visto che... da cosa
avete
detto, speravi di regalare delle operazioni a Beatrice, voglio
festeggiare questa riunione, per averti trovati, con questo dono.
Voglio..."
"Aspetta!"
"Un
attimo!"
Battler e Beatrice intervennero entrambi ocn
enfasi, si guardarono con le sopracciglia alzate e poi risero. Fu
Battler a esprimersi per entrambi.
"Ciò che abbiamo
fatto, era per te... ma anche per noi. Noi abbiamo un piano B nel
caso... non possiamo tener fede al prestito. La nonnina ha sempre
bisogno di aiuto e visto che per le persone la sua pensione
è troppo
tradizionale da non avere ciò che gli hotel di adesso...
propongono
di base... avremmo soggiornato del tempo da lei..."
"l'avremmo
aituata come pagamento, avremmo fatto noi molte cose al suo posto
e..." continuò Beato
"Siete pronti a perdere la
casa anche dopo la mia proposta, per ripagarvi di quei sacrifici? Mi
avete detto che siete all'osso in tutto perchè non riuscite
più a
completare il mese con quanto lui guadagna per gli aumenti degli
ultimi anni, e avete perso già tanto! Perchè
continuare a gestire
un peso del genere se posso ricambiare alleviandolo o estinguendolo!
Battler... questo ragazzo qui mi ha fatto decidere per iniziare una
ricerca intorno all'isola di oggetti, reperti, parti dei lingotti o
mezzi interi... abbiamo anche trovato delle ossa..." fece lei
cupa e tutti i presenti si ombrarono di conseguenza "ma con
quanto guadagnato ho più di quanto Eva mi aveva lasciato.
Aggiungici
dei progetti che ho in mente... per onorare Maria... E sono sola...
Sono arrabbiata e amareggiata, è logico, per ciò
che Beatrice ha
fatto anche se è comprensibile sentendo la sua storia. E con
te...
per essere rimasto nascosto quando avevo bisogno di te... ma come per
questo diario, io comprendo anche voi e perchè avete agito
così...
Fratellone, mi sei mancato così tanto che vorrei uscire di
qui e
portarti con me di volata a casa... riaverti da questo momento nella
mia vita... con il tempo tutto sfumerà e sarà
solo una riga sulla
storia della nostra famiglia. Ma permettimi di dirti che ho
apprezzato le tue storie, scritte per me... anche se all'inizio mi
davi per morta..." ridendo
"avevo letto il falso
annuncio che eri morta nel 1998 cadendo e.... Ecco
perché ho
dovuto scriverti morta alla fine, poiché era di dominio
pubblico e
l'ho fatto con le lacrime agli occhi e con devastazione. Ma Beatrice
mi disse di no, non credere a tutto e senza avere la prova, di negare
la cosa come Barttler solo sa fare" guardando Beatrice che gli
sorrise con calore e complicità "non sapevo quale fosse la
verità, quindi ho scritto con Beatrice entrambe le
possibilità. E
poi quando ho letto di te che partecipavi a..." sospirando come
se si liberasse da qualcosa di gravoso "Se non avessi avuto
Beatrice al mio fianco, che mi diceva no, credi al tuo cuore
che è viva e sta bene, non tutto sui giornali è
veramente reale...
diceva noi sappiamo che a volte la realtà è molto
diversa da cosa
viene detto... e così ho fatto e tu eri..." commosso,
allungando le mani alla sorella che gliele strinse "Quindi Ange,
non chiediamo nulla da parte nostra. Ci siamo ripromessi di fare del
nostro meglio, ho accettato per vederla contenta, di saperla
a
fare la promotrice vestita a quel modo per quei tedeschi" mentre
Ange e Amakusa li fissavano senza capire "Abbiamo vissuto
appieno cosa avevamo e potevamo sperando e mettendocela tutta per
quel giorno in cui saremmo tornati a tirare il fiato, e
goderci
qualcosa di bello, pasti migliori e toglierci quegli sfizi che
eravamo riusciti a conquistare. Non vogliamo e non desideriamo che tu
faccia niente per sostenerci ne altro..."
"Ma io ve
li dono, non lo faccio per aiutarvi" ghignò Ange "adesso i
regali non si accettano più? Non sono così
graditi da rifiutarli e
offendere chi li fa?" fissandoli ocme per dire < adesso v
oglio sapere che dite >, mentre loro sembravano turbati "HO
sentito la vostra storia, delle promesse che tu hai fatto, fratellone
e so adesso, vedendo il poco che avete potuto offrirci e la cena
pronta in cucina... si, Amakusa è andato in cucina mentre
voi
discutevate in disparte, su mia richiesta e ha visto cos
avevate... siamo gli ultimi Ushiromyia rimasti, e intendo tutti e tre
"guardando Beatrice la quale quelle parole le si bagnarono gli
occhi "SI, non ha senso fare il test del dna perchè da cosa
ho
sentito e letto mi fido e credo. Voglio la famiglia di nuovo riunita,
e non intendo con annunci pubblici o riconoscendovi, sarete comunque
per vie traverse nei possedimenti di famiglia, così come
doveva
essere...sistemerò tutto! e voglio donarvi
ciò che
desideravate e ancora di più visto che mio fratello sembra
così
legato e così... innamorato.... voglio donarvi
ciò che sognavate.
Manterrò io la parola di Battler e tu potrai avere i tuoi
figli
naturali se la scienza dice che è possibile, del tuo sangue,
Beatrice, là dove zia Natsuhi aveva decretato di no. E
viaggerete,
vivrete, mentre tu e lei lavorerete nel campo dell'editoria, ed
essendo già nei miei piani... creeremo un nuovo
orfanotrofio e
se va bene altri, dove i bambini e ragazzi vivranno come meritano e
necessitano, perchè nessuno conosca cosa Beatrice stessa ha
vissuto.
Lo faremo per Maria. Per Jessica. Per George. E per noi... ! E per
mantenere il tuo desiderio, Beatrice. Rendere la famiglia immune e
lontana da ciò che l'aveva sporcata, agendo come Maria.
perchè il
passato insegni..."
Beatrice sembrava non poter
respirare, ma in realtà non riusciva solo a dire niente e
boccheggiava con gli occhi umidi. Poi deglutì e
balbettò "quindi
per te non sono una persona orribile? Non mi odi? Vuoi davvero avere
contatti con me? Davvero mi riconosci come membro della famiglia...?
Io... credevo che nessuno mi avrebbe accettata anche ciò
che... ero
o non ero... sono cresciuta credendo di essere inferiore a una
persona, un mobile e...volevo morire perchè sicura di non
poter
avere niente e che nessuno mi avrebbe... non lo dici per... non lo
so..."
"NOi non siamo i nostri genitori e nonni"
fece Ange
" E non l oerano neanche i nostri cugini. Lo
sai, eri una di noi e non credo ti avrebbero odiata per esserti...
presentata con la personalità con cui sfuggivi a te stessa."
fece Battler calmando Beatrice, stringendola a sè
lasciandole un
bacio su una tempia
"Non ti odio Beatrice, perchè non lo
hai fatto per tuo tornaconto o come.. come agivano gli adulti. Sei
stata tu stessa una vittima, come tua madre e... forse come hai
scritto nei libri, tua nonna. Siamo tutte vittime, ma tu ti sei
ribellata. Ti capisco e comprendo ogni cosa. NOn ti porto rancore,
anche perchè hai solo messo davanti a loro il modo di
esprimere il
loro peggio. Potevano tirarsi indietro, non accettare ninete se non
l'oro e tenere quel giorno come ricordo della ricchezza che avevano
finalmente trovato... NOn li hai uccisi tu, hai solo messo delle
regole e modi per avere potere e tutto l'oro... e il loro peggio
è
venuto fuori nel modo facile che conoscevano. Tu non guadagnavi
niente e ne... dopo quanto hai vissuto, ho visto che entrambi siete
riusciti a guadagnarvi voi qualcosa di importante
e una fetta
di vita tutto sommato felice. Qualcosa che temo nessuno di loro
davvero considerava e apprezzava. Tornate vicino a me, anche
nascondendo chi siete, e accettate il mio dono. O miei doni. Per chi
è finito vittima e non doveva esserlo di ciò che
partì dal nonno e
stava per travolgere anche noi, finendo prima... perchè tu
hai
cercato di evitarlo. Beatrice..."
Battler attirò
Beatrice di nuovo a sè urlando "Si, Beato! Alla
fine le
mie promesse potrò mantenerle. Anche se non vorrei che
Ange... ma
voglio che tu sia felice! Ce l'abbiamo fatta Beatrice. Ce l'ho fatta,
sono riuscito a raggiungere cosa speravo, riavvicinandomi ad Ange
e... è finita Beatrice! Le nostre tribolazioni sono
terminate e Ange
è con noi... e lo devo a te! Se non ci fossi stata tu, io
ora da
solo sarei perso..."
< Senza di te, Battler, sarebbe
stato come lasciare andare la tua mano e perdere la mia anima >
pensò Beatrice stringendosi al suo collo, mentre Ange
accontentava
Battler raggiungendolo pee abbracciare anche lei.
Continua con il finale ulteriore cliccando avanti per il prossimo capitolo
Ringrazio chi ha commentato le fic di Umi precedenti, i messaggi privati e i ragazzi di facebook.com/UminekoITAAnalisieLore