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Autore: kiki0297    03/03/2022    0 recensioni
George Weasley e Alyssa Bennet si detestano, le loro liti sono leggendarie in tutta
Hogwarts anche se nessuno ne conosce il reale motivo. In realtà nemmeno George.
“-Smetterai mai di odiarmi?- le chiese George all’improvviso, prendendola completamente alla sprovvista.
Alyssa sollevò lo sguardo su di lui e si rese conto di quanto fosse serio, per una volta non stava scherzando.
-Io non ti odio. Noi due abbiamo nulla in comune e non siamo mai d’accordo su niente. Ma non per questo ti odio-“
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, George Weasley, Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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-Anche qui, Weasley?- esclamò Alyssa, guardando furente il rosso davanti a sé. Per cinque anni lo aveva sopportato a scuola, lui e il suo gemello erano veramente le persone più ingestibili che conoscesse, ma con lui le cose erano più complicate. Si detestavano, era proprio impossibile per loro stare più di cinque minuti da soli nella stessa stanza senza discutere.
Tra poco sarebbe iniziato il loro sesto anno alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, ma Alyssa sperava di avere più tempo prima di rivederlo. Invece le toccava sopportare la sua presenza anche lì, alla coppa del mondo di Quidditch.
In tutta risposta, per rendersi ancora più insopportabile di quanto non fosse già, George Weasley si separò dai suoi amici e dalla sua famiglia e la raggiunse, con un sorrisino fastidioso stampato sulle labbra.
-Non è certo colpa mia se mi segui, Sissy- ghignò e la ragazza alzò gli occhi al cielo, infastidita. Glielo aveva detto mille volte di non chiamarla così.
-Alyssa. Il mio nome è Alyssa. Nemmeno i miei amici mi chiamano Sissy e tu di certo non rientri in quella categoria- sbottò e lui ridacchiò. La infastidiva così tanto da aver voglia di tirargli un pugno, e lei di certo non poteva definirsi un tipo violento.
-Rilassati, Sissy- replicò, calcando il tono su quello stupido nomignolo.
-Sono qui per la partita, non per te. Mi dispiace deluderti- e scrollò le spalle.
-Bene, Weasley, allora se volessi levarti da davanti a me mi faresti davvero un favore- e senza aggiungere altro lui si fece da parte per farla passare facendole un inchino, prendendola palesemente in giro.
-Quanto non ti sopporto- disse Alyssa a denti stretti passandogli affianco e George l’afferrò per un braccio, facendola voltare verso di lui che la osservava col sorriso sulle labbra.
-Troppo amore represso, Sissy- e lei sottrasse il braccio alla sua stretta, astenendosi dal commentare, allontanandosi il più possibile.
-Che è successo?- le chiese la sua amica Erin, quando Alyssa la raggiunse, essendosi sicuramente accorta del suo malumore.
-George Weasley- disse solo e lei ridacchiò, ormai era a conoscenza di come andassero le cose quando quei due si ritrovavano a meno di venti metri di distanza.
-Prima o poi smetterete di passare il vostro tempo a litigare- commentò, mentre si dirigevano verso i loro posti.
Erano mesi che avevano prenotato i biglietti per quella finale e non stavano più nella pelle, George Weasley non sarebbe riuscito a rovinarle la giornata.
Alyssa ed Erin facevano parte della squadra di Quidditch della loro Casa ed erano anche piuttosto brave, ma da quando i Grifondoro avevano Potter come Cercatore sembrava che non fossero più in grado di perdere una partita. Il talento di quel ragazzo aveva davvero dell’incredibile. Come se non bastasse i gemelli Weasley gongolavano ogni volta che perdevano contro di loro e George, in particolar modo, sembrava provare molto gusto nell’infastidire Alyssa. Ormai le loro liti erano leggendarie, una volta lei gli aveva persino rotto il naso con un pugno e probabilmente non era stata espulsa solo perché era una delle studentesse migliori della scuola e il suo curriculum era immacolato. Inoltre tutti i professori sapevano perfettamente quanto potessero essere molesti i gemelli e non erano nemmeno riuscita a punirla come forse avrebbe meritato, aveva dovuto solamente aiutare il signor Gazza a lucidare i trofei della scuola un pomeriggio dopo le lezioni. Il vecchio custode non appena aveva scoperto il motivo della punizione si era persino complimentato con lei.
Alyssa non era fiera di quello che aveva fatto, era sempre stata in grado di dominare l’istinto con la ragione, non per niente faceva parte dei Corvonero, ma quella volta non ce l’aveva proprio fatta a trattenersi e il pugno era partito prima che potesse fermarsi. George probabilmente mai avrebbe pensato che lei sarebbe stata capace di colpirlo perché si era fatto prendere completamente alla sprovvista e non aveva fatto in tempo a spostarsi dalla traiettoria. Alyssa era persino stata costretta ad accompagnarlo in infermeria a farsi rimettere a posto il naso e tutte le frecciatine che le aveva lanciato nel frattempo le avevano fatto venire voglia di romperglielo di nuovo.
In realtà Alyssa nemmeno ricordava quale fosse stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso in quell’occasione, ma da quel momento George si era sempre tenuto a distanza di sicurezza da lei. O almeno non a portata di pugno.
-Ecco, noi siamo lì- disse Erin ad un certo punto e quando la ragazza vide chi c’era nei posti vicino ai loro impallidì.
-Non è possibile- mormorò, proprio nel momento in cui George Weasley si voltava verso di lei.

 
Quando George si voltò e si ritrovò davanti Erin e Alyssa non riuscì a trattenere un sorriso e diede di gomito a suo fratello. Sul viso di Alyssa comparve l’espressione più afflitta ma allo stesso tempo seccata che avesse mai visto. Lo detestava, era ormai chiaro a tutti. Non che George fosse un suo grande ammiratore, la tollerava appena, era troppo perfettina per i suoi gusti, troppo rigida e sempre china su quei libri, non avrebbe saputo riconoscere il divertimento nemmeno se le avesse sputato in faccia. Se possibile era fissata con lo studio più di Hermione che già lo era parecchio. Andare d’accordo per loro due sarebbe stato quasi impossibile.
-Non puoi proprio stare senza di me, vero Sissy?- e vide il suo viso pallido diventare rosso di rabbia. George sapeva perfettamente quanto lei odiasse quel soprannome, ma sembrava che chiamarla così fosse l’unico modo per farle provare delle emozioni. Che poi era anche una bella ragazza, lui se ne rendeva perfettamente conto: aveva i capelli biondi e mossi, lunghi fino alle spalle, e occhi di un azzurro così intenso da non sembrare veri, sembrava una bambola. E “sembrava” era proprio un termine azzeccato: una volta dopo una discussione gli aveva tirato un gancio destro dritto sul naso degno di un pugile professionista, il che gli aveva insegnato a tenersi a debita distanza da lei in caso di lite, e quindi sempre. Alyssa pareva davvero uno scricciolo di fianco a lui, la superava in altezza di almeno tutta la testa, ma di certo non lo era: nella squadra di Quidditch dei Corvonero aveva il ruolo di Battitore e se tutti i suoi compagni fossero stati capaci quanto lei i Grifondoro avrebbero avuto molta più difficoltà nel batterli.
Nonostante George proprio non riuscisse ad avere una conversazione pacifica con lei, in un certo modo la ammirava, non era tipo da farsi mettere i piedi in testa e si era premurata di farglielo presente sin dal primo giorno in cui si erano trovati insieme a Hogwarts.
-Oh mio dio, Weasley, sono qui solo per la partita. Mi faresti il favore di lasciarmi in pace almeno per oggi?- chiese Alyssa esasperata e George lanciò un’occhiata alla sua amica Erin che scrollò le spalle facendo un mezzo sorriso e guardandolo quasi implorante, come a dire “per favore almeno per oggi lasciala in pace così non si trasforma in una psicopatica e non mi rovina la partita”.
-Sono qui per lo stesso motivo, Sissy- e le fece l’occhiolino, mantenendosi sempre a una certa distanza. Poi tornò a parlare con i suoi amici.
 
 
 

-Irlanda! Irlanda!- gridò Alyssa insieme agli altri tifosi quando la sua squadra vinse.
All’ultimo minuto Viktor Krum, il Cercatore bulgaro, aveva afferrato il boccino, ma l’Irlanda aveva segnato comunque più punti, vincendo la partita.
Alyssa esultò come una matta, davanti al Quidditch proprio non si tratteneva, era una tifosa accanita, aveva letto il libro “Il Quidditch attraverso i secoli” almeno dieci volte, imparando persino dei passaggi a memoria.
Erin la abbracciò felice, era l’unica amica che avesse con cui poter condividere quella passione, entrambe avevano messo da parte i soldi per i biglietti lavorando tutta l’estate a Diagon Alley.
Quando Alyssa si separò da lei si ritrovò tra le braccia di qualcun altro e non si curò nemmeno di vedere chi fosse, tra i tifosi del Quidditch era quasi come essere una grande famiglia. Poi però sollevò lo sguardo e quando riconobbe il ragazzo davanti a sé raggelò: era George Weasley. Si allontanò subito come se si fosse scottata ma lui nemmeno se ne accorse, preso com’era dai festeggiamenti per la vittoria.
-Sei ancora viva?- la prese in giro Erin e Alyssa fece una smorfia, quasi non riusciva a credere di aver fatto una cosa del genere.
Quando lei ed Erin si unirono a tutti i maghi che stavano ritornando alle tende per i festeggiamenti, stava ancora cercando di dimenticare quello che era appena successo con George Weasley.
-Alyssa, dai, non è successo nulla. Lo hai solo abbracciato in un momento di euforia. L’ho fatto anche io con quel tipo vicino a me- cercò di consolarla la sua amica e Alyssa sbuffò.

 
George si era perfettamente reso conto di aver abbracciato Alyssa, ma era piuttosto sicuro che lei gli si fosse avvicinata solo perché era troppo contenta per far caso a chi fosse e quindi lui aveva fatto finta di niente. Nemmeno lui si sarebbe divertito a darle fastidio durante la finale del Campionato di Quidditch, aveva un’idea piuttosto precisa di quanto significasse per la ragazza.
Durante l’estate l’aveva vista lavorare al Ghirigoro tutti i giorni, era a conoscenza del fatto che non navigasse nell’oro e avesse dovuto trovare un modo per potersi permettere i biglietti.
George era nella tenda con la sua famiglia e si erano appena messi a letto quando sentirono delle urla, che non sembravano per niente di gioia. Qualcosa non andava.
Il ragazzo afferrò la sua bacchetta, e sentì suo padre incitare gli altri ad uscire di lì al più presto. Lui e Fred presero Ginny in mezzo a loro e tutti quanti si precipitarono all’esterno della tenda.
Fu come essere catapultati all’inferno: le fiamme bruciavano gli accampamenti di fianco al loro e le grida si facevano sempre più forti. Artur Weasley si unì al Ministro e al signor Crouch, per cercare di capire cosa stesse succedendo, e disse ai figli di dirigersi verso la passaporta. Dovevano assolutamente andare via di lì.
George afferrò sua sorella per un braccio e si mise alla testa del gruppo insieme a Fred, seguito da Harry, Ron ed Hermione, in modo da indicare loro la strada. Dovevano restare uniti a tutti i costi.
Iniziarono a correre verso l’uscita e man mano che procedevano riuscirono a capire meglio cosa fosse successo: erano sotto attacco dei Mangiamorte.
-George!- si sentì chiamare dal suo gemello e quando si voltò, sempre tenendo Ginny vicino a sé, si rese conto che qualcosa non andava: Harry, Ron ed Hermione non erano più con loro.
-Se usciamo vivi da qui papà ci ammazzerà- disse Fred e il fratello di certo non poteva dargli torto.
-Tu prendi Ginny, io vado a cercarli- esclamò George cercando di sovrastare le grida e lo vide annuire, poi Fred afferrò la sorella per un braccio e lui li vide sparire di corsa tra la folla.
George tornò indietro alla ricerca di Harry, Ron ed Hermione, sperando che non si fossero infilati in qualche assurdo casino come al loro solito. Ad un certo punto però qualcosa attirò la sua attenzione: era una ragazza, e stava gridando.


Nota: ecco il primo capitolo della mia seconda fanfiction legata al mondo di Harry Potter, legata alla mia prima storia, Oltre le Barriere. E' nata molto tempo dopo la storia di Draco e Clare e ad oggi penso di riconoscermi molto nel personaggio di Alyssa. Spero che possa piacere anche a voi. Fatemi sapere cosa ne pensate!
   
 
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