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Autore: canzonenoznac    03/03/2022    1 recensioni
La storia è ambientata in un futuro non meglio definito, intorno all'epilogo de "I Doni della Morte"
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dudley Dursley, Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Dudley aveva pensato spesso a come raccontare alla sua promessa sposa di suo cugino e del suo mondo e si era convinto alla fine che il modo migliore fosse essere chiaro sintetico e diretto.
“Mio cugino Harry è un mago!” fu quindi la prima, liberatoria, espressione di Dudley.
Ma Lucie corrugò la fronte, senza mostrare alcuna meraviglia.
“Lucie ti rendi conto di quello che ti ho detto? Mio cugino è un mago, sa fare magie!”
“Dudley ricordi che quando ti dissi di essere orfana, aggiunsi di avere un unico parente in vita ma di non vederlo mai?”
“Certo! Tuo zio Rufus.”
“Bene, io non vado mai da mio zio nè lui viene da me proprio perché anche lui fa il mago.”
Per un attimo Dudley sembrò incerto sul da farsi, poi riprese in mano le redini del suo discorso e rispose risoluto: “No, Lucie, io ho scelto bene le parole, mio cugino non “fa” il mago, lui è un mago.”
“Cosa vorresti dire, che è famoso come David Copperfield?”
“No! Ascoltami, tuo zio, il mago Casanova e David Copperfield non fanno magie, fanno trucchi magici, mio cugino fa magie vere, può far apparire cose dal nulla, o farle sparire.”
“Dudley, ma che stai dicendo? La magia non esiste, forse questo tuo cugino ha imparato qualche trucco da qualche suo amico e poi ti ha preso in giro.”
“Una volta allo zoo ha parlato con un serpente, ha fatto sparire il vetro che lo conteneva e poi lo ha fatto riapparire chiudendomi dentro.”
“Dudley, ti prendevano tutti in giro al corso per quella storia, la gabbia era aperta e tuo cugino ti ha spinto lì dentro, magari si era messo d’accordo con il custode dello zoo.”
“Mio cugino viveva nel sottoscala dei miei, quello che mio padre ha fatto murare non appena è tornato e casa dopo che siamo dovuti fuggire per la guerra magica.”
“Guerra magica? Dudley, ma di che parli, in Inghilterra l’ultima guerra si è combattuta negli anni ’40 del secolo scorso e tu non eri ancora nato.”
“Lucie, ascoltami ti prego senza interrompermi.”
E allora Lucie ascoltò, lasciandosi scappare di tanto in tanto uno sbuffo di fastidio, il racconto di come Harry avesse una volta salvato suo cugino da due Dissennatori, di come avesse sconfitto il mago più potente di tutti i tempi, ma anche di maghi che dal camino entravano in salotto dai suoi, di una caramella gommosa capace di allungargli la lingua a dismisura, e di un signore gentile che aveva offerto ai suoi genitori un liquore odoroso venuto dal nulla e galleggiante in aria. Lucie ascoltò tutta la storia senza interrompere come richiesto dal suo Dudley, con un volto sempre più scorato e alla fine disse:
“Ascoltami Dudley. Tu sei un giornalista, io sono una giornalista e non mi faccio mai convincere da una storia senza una prova. Tu dici che tuo cugino ti ha salvato da creature invisibili lanciando una forte luce dalla bacchetta mentre tu stavi svenendo, durante una lite. Non potrebbe semplicemente essere che tuo cugino ti abbia stretto la carotide provocandoti un mezzo svenimento e poi si è inventato il tutto?”
Dudley la guardò divertito e Lucie finse volontariamente di non accorgersi del volto che il suo amato usava ogni volta che voleva prenderla in giro.
“I maghi del camino arrivavano sporchi di fuliggine? Forse erano entrati da sopra il camino e non da sotto! Dudley, secondo me tu ti sei fatto raggirare da tuo cugino. Non c’è stata nessuna guerra magica, tuo cugino avrà usato la casa dei tuoi per fare dei Rave Party a pagamento, visto che i vicini parlavano di luci verdi che si accendevano ogni volta che qualcuno entrava in quella casa, o chissà che altro.”
“Vedi, Lucie, io una prova ce l’ho! Entriamo che te la mostro.”
Dudley condusse Lucie in camera da letto, accese una luce e si tolse i pantaloni, le mutande e si voltò, indicando con le dita un punto preciso del suo fondoschiena.
Lucie si avvicinò divertita: “E ora cosa vorresti precisamente da me” disse maliziosa.
“Guarda bene la mia cicatrice.”
“La conosco la tua cicatrice Dudley, ricordi?” E ancora una volta la ragazza parlò con un tono malizioso.
“E come me la sono fatta?”
“Con un intervento chirurgico ... se non mi hai mentito.” Lucie nel frattempo si era avvicinata e con fare da gattina aveva iniziato a manipolare i glutei del suo fidanzato.
“Bene adesso ti mostrerò cosa mi hanno rimosso!”
“Hai conservato un neo?”
“In realtà quello che mi è stato tolto ho deciso di andarlo a rubare alla clinica in cui mi hanno operato. I miei avevano chiesto di bruciarla in realtà, ma io ero certo che i dottori l’avrebbero conservata per mostrarla come curiosità.” E tirò fuori dal cassetto una cartella clinica con il suo nome sopra, zeppa di foto di un grasso ragazzino coricato sul tavolo operatorio con una coda di maiale che gi sputava dal fondoschiena, delle diverse fasi della rimozione e infine, prese una bustina trasparente con all’interno una piccola coda attorcigliata.
Lucie rimase basita e in quel momento di stordimento subì un altro raccontò di una fuga in un mare in tempesta, l’arrivo di un gigante, la scoperta dell’avere un cugino mago e la vergogna di una coda di troppo al ritorno a terra.
La certezza di Lucie era visibilmente scossa da quella scoperta e soppesava Dudley con uno sguardo interrogativo.
Anticipando le domande della futura moglie Dudley rispose.
“Il Ministero della Magia ha una squadra di Obliviatori, e tutti i Babbani, quelli come noi che non sanno fare magie, sono stati colpiti da un incantesimo che li ha costretti a dimenticare quanto potessero aver visto di magico durante la guerra. Ricordi che hai anche fatto un’inchiesta sui cellulari come causa della mancanza di memoria che si stava diffondendo rapidamente in Inghilterra? In realtà era soltanto un effetto collaterale dovuto al fatto che durante la guerra il Ministero non ha pensato a noi e facendo la magia in ritardo qualche altro ricordo si andava perdendo. Io e i miei, avendo un parente magico, possiamo sapere queste cose, e lo stesso varrà per te, se mi sposerai ancora.”
Lucie si fermò con la bocca semiaperta, come se non potesse usare le prime parole passatele per la mente, poi sorrise appena e rispose a Dudley:
“Io voglio sempre sapere la verità, come potrei rinunciare a questo privilegio di conoscere dell’esistenza dei maghi. Come facciamo a contattare Harry?”
“Questo purtroppo non lo so, non lo vedo da quando ci ha riaccompagnati a casa, 17 anni fa.”
“E allora come facciamo a invitarlo?”
“Sai domani che giorno è, vero?”
“Mercoledì!”
“E io sono in ferie come ogni anno.”
“Sì, lo so!”
“Vuoi sapere come mai?”
“Mi diresti il tuo segreto?”
“Stai per diventare mia moglie!”
Lucie gli sorrise e lo baciò impetuosamente.
“Domani è l’unico giorno dell’anno in cui so dove potrebbe trovarsi mio cugino, domani è il primo settembre.”
   
 
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