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Autore: Asmara    22/05/2005    3 recensioni
Il silenzio della sua nuova stanza l’avvolgeva imperterrito. Che fredda accoglienza, che saluto vuoto.
-ci devo lavorare XD-
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il silenzio della sua nuova stanza l’avvolgeva imperterrito

Il silenzio della sua nuova stanza l’avvolgeva imperterrito.

Che fredda accoglienza, che saluto vuoto.

Eppure era una stanza molto luminosa, faceva angolo al tramonto del sole, e in quel momento, dalle due finestre si vedeva chiaramente la palla rossa che ormai volgeva a noi che l’osserviamo, un ultimo saluto.

C’era un letto sotto il davanzale di una delle due finestre, e Greta vi era seduta sopra con le gambe incrociate, abbracciata al suo cuscino, con gli occhi chiusi e la mente libera da ogni pensiero.

D’altronde, cosa poteva pensare? Cosa poteva dire? Nulla, il suo parere e pensiero non contavano nulla. Greta poteva solo soffrire silenziosamente di una malinconia che mai avrebbe avuto pace in quella nuova casa.

Che avrebbe fatto ora? Era costretta a ricominciare da capo, iniziare una nuova vita in una città completamente diversa, e cosa peggiore, avrebbe dovuto ricominciare da sola.

La quiete nella stanza si faceva sempre più pesante, sempre più oppressiva, tanto che costrinse Greta ad aprire gli occhi di scatto, mostrandole ancora una volta, senza pietà, il luogo dove avrebbe passato –come in una prigionia- molti altri anni.

Quei muri dalla vernice rovinata, quel soffitto e quel freddo pavimento a lei così estranei sembravano aver passato molti anni, magari visto addirittura diverse generazioni, e ora vi avrebbe vissuto lei, costretta da forze maggiori a iniziare per l’ennesima volta da capo in un luogo non suo.

Le mancava la sua vecchia stanza, le mancava quel profumo particolare che aveva, il letto sulla quale sprofondava, i poster e la musica a palla che la circondavano quando vi si rintanava. Nonostante tra quelle quattro mura avesse pianto, urlato, sofferto e soffocato i suoi dolori, ora sentiva un senso di vuoto senza di loro, perché comunque quella stanza era sua, solo sua. Il confronto decisamente non reggeva.

-La cena è pronta!- una voce sprofondò nei suoi cupi pensieri, obbligandola a tornare mentalmente al presente. Quel richiamo imponeva a Greta di dover uscire dalla stanza che stava lentamente iniziando ad odiare, ma l’alternativa che l’attendeva era ben peggiore, almeno lì poteva starsene da sola.

 

*** *** ***

 

 

Nota dell’autrice:

Mmmmh…non so se la continuo…è strana…boh, se il prologo piace la continuo, fatemi sapere che ne pensate!

Baci,

Asmara

  
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