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Autore: God_Eden_Imperial    06/03/2022    0 recensioni
Kira Hiroto x Kiyama Tatsuya
Inazuma eleven Ares/Orion
Genere: Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kira Hiroto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il ticchettio dell'orologio iniziava ad essere fastidioso e Tatsuya non riusciva a rilassarsi come avrebbe voluto. Erano solo le 21 di sera, eppure si sentiva esausto. Sapeva, però, che se fosse andato subito a letto, non sarebbe riuscito ad addormentarsi. Era abituato ad andare a dormire ben oltre la mezzanotte; quindi, ormai, l'abitudine si era instaurata in profondità nel suo sistema e il solo pensare che si sarebbe potuto immergere tra le braccia di Morpheo, era una partita già persa in precedenza.
Sospirando, rimase seduto sul divano del suo appartamento a fissare il soffitto e perdendosi nei pensieri.
L'università stava andando bene, il giorno dopo non avrebbe avuto lezione quindi poteva dormire fino a tardi. Di pomeriggio avrebbe avuto il turno al lavoro, ma nemmeno quello era un problema, non era faticoso. Dopotutto, si trattava di starsene dietro un bancone e vendere dolci alla gente. La pasticceria era piccola e aveva una collega molto gentile e spiritosa, scherzavano e, grazie al suo entusiasmo, il tempo volava sempre in un batter di ciglia.
In quel momento, invece, il tempo sembrava aver iniziato a rallentare sempre di più.
Forse fissare le lancette non farà che peggiorare le cose.
Si disse Tatsuya sospirando per poi allungarsi verso il tavolino posto di fronte al divano dove erano appoggiati il cellulare e il telecomando della tv. Afferrò quest'ultimo e cercò qualcosa di interessante da guardare. Purtroppo, a parte una sitcom che aveva visto e rivisto migliaia di volte, e che ormai non lo intratteneva più come un tempo, non c'erano programmi interessanti che potessero aiutarlo ad ammazzare quelle poche ore che erano rimaste della sua giornata.
In che altro modo poteva fare?
A rispondere a quella domanda ci pensò il cellulare che prese a vibrare. Lo schermo si illuminò, mostrandogli l'avviso del messaggio che gli era arrivato su Instagram.
Non vide bene il nickname della persona che gli aveva scritto, data la distanza, ma riconobbe la foto del profilo con la coda dell'occhio.
Quando andò a controllare, scoprì di aver avuto ragione e ad averlo contattato era stato Saginuma Osamu. Il ragazzo era all'ultimo anno della sua specializzazione, tra qualche mese si sarebbe laureato e per pagarsi gli studi aveva trovato lavoro in un locale piuttosto conosciuto. Lavorava quasi tutte le sere e faceva i turi di notte. Stava anche lui dietro un bancone, con l'unica differenza che, invece di vendere pasticcini e biscotti, aveva a che fare con i liquori. Aveva scoperto di essere abile nel preparare i cocktail e ne aveva approfittato, riuscendo a guadagnare, così, soldi a sufficienza.
L'amico gli chiedeva se aveva voglia di andare a trovarlo al bar. Aveva sperimentato un nuovo cocktail e voleva farglielo assaggiare per avere la sua opinione prima di suggerirlo al suo capo e poi ai clienti.
Tatsuya pensò che quell'invito fosse arrivato grazie a qualcuno che, finalmente, aveva deciso di ascoltare e soddisfare le sue preghiere.
Senza pensarci due volte, scrisse in risposta che sarebbe stato lì in meno di venti minuti e, scattando in piedi, andò in camera per cambiarsi. Togliendosi il pigiama, indossò una camicia bianca, jeans scuri e scarpe da ginnastica. Si diresse successivamente in bagno così da darsi una pettinata ai capelli in modo che fossero presentabili, dopodiché mise il cellulare nella tasca dei pantaloni, afferrò le chiavi e uscì di corsa.
Il locale in cui lavorava Osamu distava solo dieci minuti di camminata da casa sua. Le strade erano affollate nonostante fosse ancora piuttosto presto. Solitamente si iniziava a sentire fracasso verso le 22:30.
Una volta arrivato, si accorse di quanto il posto fosse affollato. Dato che l'entrata si trovava a pochi passi dal bancone, Saginuma lo notò subito. La campanella che suonava non appena la porta veniva aperta, gli fece spostare il viso verso l'amico. Tatsuya gli fece un gesto con la mano in segno di saluto, avvicinandosi. L'altro ragazzo ricambiò con un cenno della testa poi, dicendo qualcosa a una ragazza con cui stava chiacchierando prima che arrivasse, le porse un bicchiere di mojito per poi prestare la sua totale attenzione al ragazzo dai capelli rossi.
"Ehilà!"
Esclamò prendendo uno straccio e iniziando a pulire il bancone.
"Ciao. Hai detto di avere qualcosa di nuovo, sono pronto per l'assaggio. Anche curioso devo dire"
"Mi fa piacere sentirtelo dire. L'ho già preparato e aspettava soltanto te, baby rosso"
Di recente aveva iniziato a dargli quel nomignolo spiritoso che faceva sempre ridere Tatsuya. Tirando fuori un bicchiere molto elegante, glielo porse. Aveva un colorito roseo con parecchia schiuma. Dall'aspetto gli ricordò l'amarena.
"Che cosa sarebbe?"
"Si chiama French Martini, è a base di vodka e succo di lampone"
"Oh, mi piacciono i lamponi. Vado con l'assaggio allora"
Detto questo prese il bicchiere e lo portò alle labbra, mandando già un sorso. I suoi occhi si illuminarono di colpo non appena le papille gustative furono invase dal sapore.
"E' buonissimo Osamu!"
"Sì? Mi fa piacere. E' tutto tuo. Si è liberato un tavolino laggiù, accomodati prima che qualcuno te lo freghi, io intanto ti preparo qualche stuzzichino"
Tatsuya lo ringraziò per poi farsi strada tra la folla, fino a raggiugere il tavolino in questione senza far rovesciare il drink. Si accomodò sulla sedia girevole e si mise a vedere il video di una canzone di cui non ricordava il titolo e che veniva trasmesso dalle televisioni poste in tutto il locale.
Si gustò per bene il cocktail finché non venne raggiunto da Osamu che gli posò davanti gli occhi un piattino pieno di patatine, salatini, pezzi di salame, pizza e olive verdi.
"Ecco a te baby rosso. Ehi, guarda un po' chi è appena entrato"
Lo avvertì prima di allontanarsi. Tatsuya aveva avvertito una nota di malizia nella sua voce e non ne capiva il motivo. Solo dopo aver lanciato uno sguardo verso la porta, vedendo Kira Hiroto entrare, tutto gli fu chiaro.
Per poco il French Martini non gli andò di traverso e tossì un paio di volte prima di riprendersi del tutto.
Era molto tentato di far finta di niente e pregare che l'altro non si accorgesse di lui ma, ad andargli contro, ci pensò Saginuma che, salutandolo, gli indicò poi Tatsuya.
Il ragazzo pensò di voler sparire in quel momento e di farlo alla svelta mentre veniva raggiunto dal suo ex.
Ex, esatto. Erano stati fidanzati per gli ultimi anni del liceo, poi ognuno aveva preso una strada differente e non si erano più sentiti per diverso tempo.
Il motivo della rottura era ancora ignota a Tatsuya dato che era stato Hiroto a lasciarlo senza nemmeno dargli una degna spiegazione.
Ce l'aveva avuta con lui per questo ma, dopo un po', al posto della rabbia sopraggiunsero il dolore e la tristezza. Pianse per giorni e giorni, tanto che i suoi amici dovettero stargli sempre attaccato e farsi in quattro pur di farlo distrarre. Nemmeno dopo essersi lasciato con Ryuuji era stato così da cani, questo significava che la relazione con Hiroto per lui era stata davvero seria e importante. Era convinto che anche per l'altro fosse lo stesso, ma chiaramente si sbagliava.
Avevano persino deciso di andare a vivere insieme, sembrava andare tutto bene poi, all'improvviso, Hiroto se ne uscì con:
"Non provo più lo stesso...mi dispiace"
Ricordava quel momento come se fosse accaduto cinque minuti prima. Sentì il cuore spezzarsi e tutto il suo mondo crollargli addosso. Con Ryuuji lasciarsi era stata una decisione comune e avevano deciso di restare comunque in contatto. Erano rimasti grandi amici e si sentivano ancora spesso. Non era stato troppo male. Certo, era dispiaciuto, ma si era ripreso abbastanza in fretta.
Quella di Hiroto, invece, fu una vera e propria bastonata. Non seppe cosa dire, rimase solo in silenzio, lì, come un idiota.
Reina lo coccolò per tutta la notte, lasciandolo sfogarsi come un bambino a cui avevano appena tolto il suo giocattolo preferito o a cui era appena morto il cucciolo.
Nagumo e Suzuno lo costringevano ad alzarsi dal letto, anche solo per mangiare, tirandolo per le gambe e le braccia se era necessario.
Saginuma cucinava per lui e Hitomiko cercava di rassicurarlo dicendogli che Hiroto era solo un stronzo e cose simili.
Sarà anche un stronzo...ma era il mio stronzo!
Pensava tornando poi a piangere. Riusciva a tirarsi un po' su solo quando si sentiva con Ryuuji. Il ragazzo era dovuto partire per l'estero a causa dell'università ma si chiamavano comunque tutti i giorni.
Dopo essere venuto a sapere della loro relazione terminata, propose a Tatsuya di raggiugerlo in America, così che si potesse distrarre con una breve vacanza. Avrebbe accettato con piacere se solo la depressione non lo avesse colpito con violenza, facendogli passare la voglia di fare qualunque cosa, persino respirare.
Se morissi smetterei di soffrire.
Si diceva. Una volta aveva tentato, ingerendo una quantità esagerata di farmaci che lo fecero finire al pronto soccorso dove gli fecero una lavanda gastrica. Merito di Hitomiko; se non lo avesse trovato in tempo, di certo avrebbe fatto una brutta fine.
Ricordava quanto la sorellastra si fosse arrabbiata, ma solo perché si era spaventata molto. Poi lo strinse in un forte abbraccio.
Gli disse che avrebbe parlato con Hiroto per saperne di più sulla decisione di stroncare in quel modo la loro relazione e Tatsuya non si oppose, anche perché non ne aveva più la forza.
Purtroppo Hitomiko non poté dargli rispose. Il fratellino era di nuovo scappato di casa. Non lo faceva più da quando si era fidanzato con Kiyama e ora che si erano lasciati...
"Mi dispiace...non so più cos'altro dirti"
Gli dicevano i suoi amici. A quel punto non c'era più nulla da aggiungere. Dopo ben due anni, due lunghi e terribili anni, finalmente aveva avuto la forza di voltare pagina. Non aveva quasi più incontrato Hiroto. Sia perché il ragazzo lo evitava, sia perché era lui stesso che fuggiva pur di non stare di nuovo tanto male.
Solo un paio di volte le cose andarono un po' diversamente.
La prima, era alla vigilia di natale. Erano passati cinque mesi dalla loro rottura e il padre li aveva invitati entrambi, ognuno all'insaputa dell'altro, a passare le feste insieme. Dato che era sempre preso dal lavoro, per una volta che aveva l'occasione di trascorrere il tempo coi propri figli, ne aveva voluto approfittare.
Pensava anche che, così facendo, magari i due si sarebbero parlati e chiariti.
Non appena si videro, Tatsuya pensò che sarebbe potuto morire sul posto. Non sapeva cosa pensasse Hiroto, ma era evidente che anche lui ne rimase piuttosto scosso.
Poi, una cosa tira l'altra, si ritrovarono a baciarsi, finendo per fare sesso tutta la notte.
Il giorno seguente, Hiroto se ne andò, lasciandolo lì...come un idiota...di nuovo. Si sentì così in imbarazzo che non ebbe nemmeno il coraggio di guardare il padre negli occhi.
La seconda volta, invece, era stato durante una festa in spiaggia organizzata dall'orfanotrofio. Ryuuji era tornato per le vacanze di metà semestre e, prima di ripartire, Nagumo aveva voluto festeggiare.
Non si aspettava che Hiroto sarebbe arrivato all'improvviso. Ricordava solo che lo afferrò per un braccio, trascinandolo in un'altra stanza e anche quella volta non riuscirono a trattenersi. Invece di parlare, di cercare di chiarire, ecco che di nuovo si lasciarono travolgere dalla passione.
Voglio morire!
Pensò Tatsuya completamente rosso in viso nel ricordare quei momenti vergognosi.
"Ehi"
Lo salutò Hiroto che, intanto, lo aveva raggiunto. Si era talmente immerso nei propri pensieri che in un primo momento non rispose. Poi, riprendendosi, lo salutò a sua volta.
"Ehi..."
C'era tensione...la si poteva tagliare e percepire chiaramente. Entrambi rimasero in totale silenzio, ascoltando i rumori e i chiacchiericci attorno a loro senza neanche degnarsi di uno sguardo. Tatsuya sapeva che, se lo avesse guardato, tutte le sue difese sarebbero crollate. Stavano già iniziando a cedere, lo sentiva chiaramente insieme al suo povero cuore che aveva preso a battergli all'impazzata, rimbombando nelle orecchie, come fosse una bomba sul punto di esplodere.
"Ohi, Hiroto! Ti porto il solito, giusto?"
Gridò Osamu per farsi sentire, catturando l'attenzione di Tatsuya che, finalmente, si volse.
"Sì. Grazie"
"Vieni spesso qui?"
La domanda aveva sorpreso Hiroto che si volse a sua volta. I loro occhi si incontrarono dopo tantissimo tempo e entrambi si tesero come corde di un violino sull'orlo di spezzarsi.
"Ah...sì...di tanto in tanto"
Solo in quel momento Tatsuya notò un livido sulla guancia destra del ragazzo e si preoccupò subito.
"Cos'hai fatto alla faccia?"
"Eh? Oh, questo intendi? Una rissa...nulla di che"
Un classico insomma.
Pensò Tatsuya sospirando, cercando di mandare giù il boccone amaro che gli stava invadendo la bocca. Avrebbe voluto chiedergli ciò che da mesi e mesi voleva domandargli: il motivo per cui aveva deciso di lasciarlo.
Eppure, nonostante cercasse di tirare fuori le parole, qualcosa glielo impediva. Sapeva bene di cosa si trattava...paura.
Era terrorizzato nel sentire la risposta che gli avrebbe dato Hiroto. E se lo avesse fatto sentire di nuovo male? E se non fosse stata soddisfacente? E se scoprisse che era stato per qualcosa che aveva fatto o detto?
Troppe domande...troppi dubbi...
Deglutendo a fatica, cercò di darsi un contegno. Non voleva piangere e non poteva mostrarsi debole, non davanti a lui.
"Allora...come vanno le cose?"
Voglio solo morire!
"Alla grande!"
Rispose con un sorriso talmente falso che se ne sorprese. Anche Hiroto se ne accorse ma non disse nulla, non mentre Saginuma gli portava un drink pieno di ghiaccio.
Prima di andarsene, lanciò un'occhiata a Tatsuya che il povero ragazzo non seppe decifrare, restando col dubbio.
Che cosa sta succedendo? Mi sembra tutto...surreale...in qualche modo. Non mi piace questa sensazione.
"Oh...davvero? Mi fa piacere"
"E...e tu invece? Tutto...bene?"
La voce gli tremava terribilmente. O meglio, non era solo la voce a tremargli. Ogni fibra del suo corpo era in tremenda agitazione e iniziava a sentirsi soffocare. Aveva bisogno di prendere aria ma aveva il timore che, se si fosse allontanato, Hiroto se ne sarebbe andato e avrebbe perso l'occasione di poter stare in sua compagnia.
Gli mancava...tantissimo. Erano mesi che non si sentivano né tanto meno si vedevano.
Calma e sangue freddo! Puoi farcela! Non mostrarti nervoso. Sii sicuro di te.
"Ehm...dimmi...cosa stai facendo ultimamente? Università? Lavoro?"
"Nessuno dei due"
Rispose Hiroto mandando giù un lungo sorso, svuotando mezzo bicchiere. Tatsuya non ne rimase sorpreso. Prima che si mettessero insieme, l'altro non andava a scuola, era sempre in mezzo ai guai e frequentava tipi per nulla raccomandabili. Non appena iniziò la loro relazione, mise la testa sulle spalle e cominciò ad evitare le risse e a seguire le lezioni. Non tutte, ma si impegnava.
E adesso? Erano tornati al punto di partenza.
Sospirò. In un certo senso era prevedibile che le cose andassero così.
Accidenti Hiroto...
"Ah, cazzo!"
L'esclamazione lo fece tornare alla realtà. Guardandolo, notò che aveva gli occhi fissi verso le finestre del locale.
"Diluvia e non ho l'ombrello. Che palle!"
Sbuffò il ragazzo terminando il drink. Tatsuya rimase ad osservare la pioggia. Ora che ci pensava, aveva sentito dire al meteo che quella settimana sarebbe piovuto. Fortuna che se lo era ricordato e si era portato dietro un piccolo ombrello.
"Posso prestarti il mio"
"Sono in moto"
"Oh...come non detto"
Dopo quella risposta, il silenzio tornò da padrone tra loro. Tatsuya voleva ancora dire qualcosa, qualunque cosa. Riuscì persino a prendere coraggio ma fu interrotto da Hiroto che lo precedette.
"Senti, posso venire a casa tua?"
Fu in quel momento che il cervello di Tatsuya si spense.
   
 
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