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Autore: kenjina    05/09/2009    12 recensioni
Narumi Tomoe è una giovane ragazza alle prese con una situazione decisamente troppo più grande di lei. Tra amici, scoperte e un paio di occhi blu detestabili, ecco le vicende e le percezioni di questa giovane, raccontata in prima persona.
Avviso alla gentile clientela: mi dispiace di essere mesi e mesi senza aggiornare, soprattutto se vedo così tante recensioni di lettrici appassionate che aspettano di leggere il continuo; ma sto prendendo in considerazione l'ipotesi di bloccarla e riscriverla; il tempo passa, cambia il mio stile e anche la mia ispirazione, che purtroppo ultimamente sta escludendo Bleach. Chi scrive conosce bene questi momenti! Spero un giorno di riprenderla in mano con lo stesso entusiasmo di un tempo. Non perdete le speranze, magari Narumi e Grimmjow torneranno, prima o poi.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Jaggerjack Grimmjow
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ma salve a tutti

Salve a tutte/i! Pensavate che mi fossi dimenticata della fanfiction? (si, vi vedo che state fremendo, con l’ultimo capitolo che ha molte più letture del penultimo XD) Stavo solo cercando di scrivere al meglio questo, è un po’ strano… Boh, io lo trovo così! XD E’ un po’ di transizione, ma serve, eccome se serve… A mettervi tanti altri puntini di domanda in testa, ecco a cosa serve! :D Il prossimo ancora non è scritto, ma ho già la bozza buttata giù, quindi non dovrebbero esserci problemi d’ispirazione! :D

Per rispondere anticipatamente a Ci Chan vi avverto già da ora che ho delle mini bozze fino al capitolo 17, ma ancora la storia non è finita… presumo che, se tutto va bene, si fermerà intorno al ventesimo capitolo.

Davvero, non so come ringraziarvi per il vostro seguito… E’ commovente! *_*

Mies: carissima! Grimmjow non è certo l’amante tutto zucchero e tanto diabete, voglio dire… basta guardarlo in faccia per capirlo! XD Credo che ti accontenterò presto, anche se non è che mi soddisfi molto quello che ho scritto, vabbè… ormai è fatta! X’D Spero sia di tuo gradimento! *-* E grazie, grazie tantissime! <3

Ci Chan: Rob, io l’avevo detto che il precedente capitolo avrebbe fatto maaaale male per la sanità mentale altrui… ha fatto male anche a me, pensa un po’! Ripresa? Sì? Bbbbene [detto alla Giovanni Mucciaccia], posso continuare! Il ragazzo è un tipino che non va a sbandierare al mondo i suoi sentimenti (sempre che ne abbia), a parte la rabbia, ma quello è un altro discorso. XD Quindi credo che la povera Narumi sarà costretta ad aspettare la mano dal cielo che lo illumini e gli faccia capire come gira il mondo, povero ingenuo. :D La frase “ora che ti ho trovata” è, diciamo così, un piccolo modo di farle capire che ha trovato qualcosa, o meglio qualcuno, che gli ha fatto scoprire le gioie immense della vita, ecco! XD Seriamente parlando, ho voluto interpretare il suo gesto come una sorta di gratitudine nei confronti di Narumi, nel senso che è forse la prima volta che qualcuno esprime senza mezzi termini il desiderio di averlo affianco e per lui è una cosa nuova. E comunque calma, calma, alla fine ne manca ancora… e deve succedere di tutto, tranquilla. :P Grazie come sempre, è un piacere leggerti, anche se non sei la prima! ;)

glo91: eh, chi non vorrebbe esserci al posto suo? XD Grazie del commento!

Ica: S-sublime? *_* Aaaaaaaaah ma grazie! *_______* Son tutta rossa, grazie grazie! <3 Spero che non ti deluda nemmeno questo capitolo, allora! ;)   

Smemo92: devo dire che mi son sentita un po’ cattiva quando ho deciso di rendere anche lei “invisibile” ai suoi cari… e ancora di più per il fatto che lei provi l’istinto di combattere proprio contro i suoi amici. Ma l’Aizen che c’è in me ha preso il sopravvento, io non ho fatto niente! .___. XD  Come ho già spiegato, Grimmjow non sa bene cosa sia significato e cosa significherà quella cosa… forse per lui il fatto che qualcuno abbia urgente bisogno della sua presenza e che la ragazza non si sia fatta problemi nel dirglielo l’ha fatto pensare… ed è arrivato ad una conclusione, che ancora non ci è nota, vabbè. :D E no, non credo che Starrk andrà a cercarli… spero, per lo meno, che stia dormendo come sempre! XD Anche se l’idea mi fa morire dal ridere! XD Grazie mille, è un piacere sapere che l’ultima parte, quella più faticooosa, sia piaciuta… Sai, non avevo mai scritto di… fiki fiki, ecco. XD

crazy_for_hidan: lol ma questa è perversione! X’D Come detto prima, Starrk spero che stia ronfando e che Lilinet non rompa i suddetti per andare a cercarla… sarebbe veramente troppo tragi-comico! XD [e io sarei troppo cattiva xD] No, no, non automangiarti le mani, se no come fai a commentare questo capitolo? ;____; Grazie, grazissime [?!] per tutti i complimenti! *_*

Aribo: già, Grimmjow da proprio quell’impressione… accidenti a Kubo-sensei e ai suoi personaggi da sbavo! *Q* Grazie, veramente, non ho parole per ringraziarti. :)

Grazie come sempre a chi la segue e a chi l’ha aggiunta ai preferiti… GRAZIE! :*

Capitolo XIII - Parte II

Era indescrivibile il senso di appagamento che sentivo in quel momento. Stretta tra le sue braccia, a respirare a fondo il forte profumo della sua pelle, sorrisi contro il suo petto, stringendomi ancora un po’ a lui. Non aveva aperto bocca, se non per baciarmi con rovente passione, ma immobile fissava il soffitto, mentre un dito saliva e scendeva distrattamente lungo la linea della mia schiena. Alzai lo sguardo verso di lui e mi chiesi come fosse possibile che un uomo così sconvolgentemente affascinante potesse esistere... Ed era con me, addirittura!

Non sapevo cosa aveva voluto dire per lui quello scatto di passione, ma per me aveva significato tutto.

E non me ne pentivo.

Gli passai una mano tra i capelli celesti, ormai completamente arruffati, sperando che la prendesse bene nel rendersi conto che la sua pettinatura non aveva retto. Fu solo allora che sembrò accorgersi di me e sospirò pesantemente.

- Devi andare, ora. -

Mi stiracchiai, accarezzando le sue lunghe gambe con le mie, e scossi la testa. - Ancora cinque minuti... -, mormorai, accoccolandomi meglio contro di lui e passando distrattamente un dito lungo la lunga cicatrice sul petto.

- Devi andare. O ti daranno per dispersa. -, mi ripeté, con il chiaro intento di non voler sentire repliche.

- E va bene, mamma. -, sbuffai, staccandomi da lui e cercando i miei indumenti, sparsi un po’ ovunque.

Lui si mise a sedere, puntando insistentemente il suo sguardo su di me. - Mamma? Le madri sono autorizzati a fare quello che abbiamo fatto prima? -

Inutile dire che diventai viola dall’imbarazzo e gli tirai in pieno viso la sua giacca. Se la tolse con una mano, mostrandomi un ghigno per niente rassicurante e iniziò ad avvicinarsi a me a gattoni, lento e letale come una pantera quando ha avvistato la sua ennesima preda.

Quando fu a due passi da me mi bloccò al pavimento con il suo corpo e prese a baciarmi ancora, come se non ne avesse mai abbastanza. E come potevo biasimarlo?

- Non dovevo andarmene? -, chiesi, chiudendo gli occhi mentre le sue labbra mi morsicavano il lobo dell’orecchio.

- Ho cambiato idea. -, sussurrò famelico, facendomi rabbrividire.

Ma sì, Starrk poteva aspettare ancora un po’, no?

* * *

Quando Lilinet mi vide trafelata per la corsa si grattò il capo, pensierosa. - Sei in ritardo! -

- Lo so, perdonatemi! E’ che ho avuto un... contrattempo. -, mi scusai, chinando il capo nella speranza di nascondere il mio evidente imbarazzo.

- Un contrattempo. -, ripeté Starrk, sdraiato poco più in la, con gli occhi chiusi. - Chiamiamolo così. -

- C-come?! -

Starrk aprì gli occhi e si mise a sedere, passandosi una mano tra i capelli scuri. - Beh, ragazza mia, non avrai pensato che non ci saremmo accorti di nulla, vero? -

Sbarrai gli occhi, letteralmente paralizzata sul posto. Come... come avevano fatto... a... a...?!

Lui sospirò, quasi divertito. - Il vostro reiatsu. E’... esploso. Due volte. E mi ha svegliato. -

Socchiusi la bocca per dire qualcosa, ma l’unica cosa che riuscii a bofonchiare fu un “Oh” neanche troppo udibile. Quello fu decisamente il momento più imbarazzante della mia vita. Era indescrivibile la vergogna che provavo, anche se mi rendevo conto che non c’era niente per cui sentirsi in colpa. Avevo amato l’uomo di cui ero innamorata e non potevo chiedere di meglio. Solo sperare che le cose potessero sistemarsi, prima o poi.

- Tranquilla, non sono arrabbiato per il ritardo. Ne ho approfittato per riposarmi un po’. -

Lilinet alzò gli occhi al cielo, guardandomi poi mestamente. - Iniziamo il riscaldamento io e te, Narumi-chan. Quel poltrone arriverà tra poco. -

L’allenamento con la ragazza fu interessante. Non usò il massimo della forza, e per me andò benissimo, dato che ero parecchio tempo senza combattere, oltre al fatto che ero esausta. E no, non per lo “Spirito Ribelle” dentro di me, pensai arrossendo.

Quando fu il turno di Starrk, che sembrava più addormentato che mai, ebbi un fremito che era un misto tra timore ed entusiasmo. Quell’uomo aveva il volto di una brava persona, ma sentivo e sapevo perfettamente quanto potere avesse.

- Sia ben chiaro, Narumi. Anche se non sembra che ne abbia voglia, non ci andrò leggero. - mi avvisò, tirando fuori la sua spada e puntandomela contro come una pistola. - Sarò anche assonnato, ma son troppo curioso. -

Sorrisi, stringendo l’else delle mie con forza. - Neanche io lo farò. -

Quello che seguì dopo fu un vero problema. Starrk mi aveva avvisata, ma non pensavo che sarebbe arrivato a ferirmi più volte, facendomi gemere dal dolore.

- Sei lenta, troppo lenta. E per un Espada questo non è possibile. - mi spiegò, con calma. Rinfoderò la spada, e si avvicinò in mezzo secondo verso di me, per tirarmi un pugno. Fortuna mia che gli allenamenti con Grimmjow mi avevano preparato bene a tenere i riflessi sempre pronti, quindi mi colpì solo di striscio.

- Prova a deviare i miei colpi, ora. Niente spade. -

Annuii e tra calci e pugni, iniziai a stancarmi veramente. Avevo il fiato corto, la vista mi si annebbiava sempre più di frequente e non erano neanche tanto simpatici i cali di pressione che avevo, rischiando di collassare a terra da un momento all’altro.

Ero inginocchiata, un pugno chiuso sulla terra per tenermi in equilibrio, l’altra mano sul viso sudato. Stavo per crollare, me lo sentivo.

- Già stanca? - mi chiese Starrk, avvicinandosi con le mani dietro ai fianchi.

Presi un bel respiro, per darmi la forza per rimettermi in piedi e barcollai un poco. - Credo di non stare troppo bene... -

- Me ne sono accorto. - Mi guardò con attenzione, passandosi una mano sul pizzetto. - Aizen-sama me ne aveva parlato, ma non pensavo che potevi ridurti così per uno Spirito Ribelle. -

Scossi la testa, chiudendo gli occhi per riprendermi un po’. - Non c’è niente che possa fare per rimediare? -

Fece spallucce, pensoso. - Se ti stanchi per un semplice allenamento, non oso pensare quando dovrai tirar fuori la Resurrection. -

- La che cosa?! - chiesi perplessa, mentre corrugava la fronte.

- Pensandoci bene non so se tu possa averla. - continuò, senza rispondermi. - Sei solo una semplice umana, da questo punto di vista. -

Deglutii a fatica e presi un altro respiro profondo. Avevo bisogno di bere, e subito! - Non so di cosa tu stia parlando, ma so solo che sto male. -

- La Resurrection è la forma originaria di noi Espada. Quella di Grimmjow, per esempio, è una pantera. Perché lui era una pantera prima di diventare quello che è ora. -

Non gli chiesi nemmeno perché mi avesse voluto fare proprio l’esempio di Grimmjow e non quello di qualche altro Espada, come lui per esempio. Mi limitai a nascondere il rossore dell’imbarazzo con quello della stanchezza.

- Comunque, seguimi, ti accompagno da Aporro, magari quello scienziato pazzo sa cosa fare con te. -

Gli andai dietro barcollando, respirando velocemente per non collassare. Incredibilmente Lilinet mi aiutò a reggermi in piedi, e le sorrisi, grata.

Quando Aporro mi vide aggrottò la fronte, incuriosito. - Ma guarda, la cocca di Aizen-sama... e di qualcun altro, a quanto pare. - mi sorrise malizioso e io pregai mentalmente tutti i Kami del mondo affinché mi facesse sparire dalla faccia della terra prima di subito. Che vergogna, cavolo!

- Che abbiamo qua? - chiese, mani sui fianchi e la schiena piegata per inchinarsi e guardarmi con più attenzione.

- Lo Spirito Ribelle che le ha trasmesso la forza la sta logorando. Se continua così ci rimane secca. - rispose senza troppi problemi Starrk, facendomi rabbrividire al solo pensieri. Sarei potuta morire veramente?

Aporro sospirò, passandosi pollice e indice sul mento, pensieroso. Poi, in uno scatto repentino, estrasse la sua spada dal fodero, facendomi sobbalzare. Che intenzioni aveva quel matto?

- Dammi la mano, ragazza. - mi disse svogliato, tendendomi la sua libera.

- Come? - Voleva per caso tagliarmi il mio adorato arto?

Chiuse gli occhi, scocciato. - Ho detto di darmi la mano, ragazza sorda. -

Lanciai una breve occhiata a Starrk e a Lilinet a pochi passi da me e annuirono per rassicurarmi. Riluttante feci ciò che Aporro mi aveva chiesto e mi morsicai con forza il labbro quando la lama della spada mi ferì il palmo aperto.

- Ora stringi il pugno e scola il sangue qui. - continuò l’Espada dai capelli rosa, porgendomi una fialetta di vetro vuota.

Ok, quell’uomo non aveva per niente un minimo di tatto.

Feci una smorfia di dolore e di fastidio quando vidi il mio sangue, rosso e brillante, gocciolare via dalla mia mano.

- Dovrò fare qualche controllo per vedere se c’è un modo per ovviare al tuo piccolo problema, ragazza sorda. Puoi andare a divertirti con il tuo amichetto, ora. - mi congedò infine, spedendomi direttamente sotto venti metri di terra dall’imbarazzo.

Starrk e Lilinet mi salutarono e sparirono subito dopo, lasciandomi sola e spossata. Che gente era mai quella?

Mi strinsi la mano ferita contro quella sana, tamponandola con la manica bianca della mia divisa, e raggiunsi velocemente la mia stanza.

Con decisamente una bella sorpresa al suo interno.

Grimmjow si voltò a guardarmi e subito si accorse dei miei tagli alle braccia e al viso, per non parlare di quella sul palmo della mano. Mi si avvicinò lentamente, senza togliere lo sguardo dal sangue che imbrattava la mia divisa candida. Prese la mia mano ferita e la osservò quasi con crudele curiosità, mentre un lieve ghigno si formava sulle sue splendide labbra. - Starrk ci è andato pesante a quanto pare. -

Strinsi gli occhi, birichina. - Almeno non mi ha insultata come faceva qualcuno di mia conosc...! -

Non finii di parlare che le sue labbra avevano catturato le mie in un bacio bramoso, disperato come quelli che ci eravamo scambiati solo poche ore prima. Era come se avesse paura, come se avesse poco tempo prima che io sparissi, prima che lui sparisse. Ma io ero lì, completamente soggiogata dai suoi baci, stordita dal suo profumo, intrappolata tra le sue carezze. Dove sarei potuta andare se non nel rifugio sicuro delle sue braccia?

La sua bocca si spostò famelica sulla mia guancia, leggermente graffiata e l’accarezzò lentamente con la lingua, gustando il sapore ferroso del mio sangue. - Sei buona. -

Rabbrividii, mentre si portava alle labbra anche la mano ferita, prendendosi sapiente cura di lei.

Era un predatore.

Ed io la sua preda.

E gli piacevo.

Sorrisi quando mi portò senza troppi cerimoniali sul duro materasso a pochi passi da noi, sovrastandomi con il suo sconvolgente corpo.

- Grimmjow... -

Sollevò i suoi splendidi occhi azzurri su di me, lasciando perdere per un attimo il mio collo che fino a poco prima stava riempiendo di morsi e baci.

- Mi dispiace. -

Il suo sguardo s’incupì il tanto giusto per farmi pentire di aver portato a galla un discorso così pericoloso per il labile rapporto che avevamo.

- Io volevo che le cose andassero diversamente. - continuai, deglutendo a fatica.

Non riuscivo a capire cosa gli stesse passando per la testa in quei minuti, il suo sguardo rimase duro ed impassibile come una statua di marmo.

Una bellissima statua di marmo.

- Mi perdoni? -

- Scordatelo. -

La sua risposta arrivò secca, subito, come una pugnalata al cuore. Mi mancò il respiro nel vederlo così teso nei miei confronti e sapere che fosse ancora arrabbiato mi faceva star malissimo.

Mi odiava ancora? Forse... forse l’aver fatto l’amore insieme era solo un modo per prendersi gioco di me?

La consapevolezza di una possibilità del genere mi annebbiò la vista per qualche secondo, troppo presa dal panico per poter rimanere tranquilla. Sentii gli occhi pizzicare per le lacrime, ma provai a ricacciarle indietro con forza.

Abbassò il viso ancora di più, i nostri nasi si sfioravano, così come il suo respiro caldo mi solleticava la pelle. Mi morsicò con cattiveria il labbro inferiore, facendomi gemere dal dolore e dal disappunto, ma subito dopo iniziò a succhiarlo, per lenire il bruciore.

A che gioco stava giocando?

- Io non perdono facilmente, mocciosa. Dovresti saperlo. - soffiò contro le mie labbra, baciandole ancora con ardore e desiderio. Sollevai una gamba nel sentire il grande palmo della sua mano che l’accarezzava languido e sospirai quando riprese la lenta tortura del mio collo. - Ricordati, sono vendicativo. -

Lo scostai con decisione, sebbene non ne avessi la minima intenzione, e lo guardai duramente. - E’ questa la tua vendetta, Grimmjow? Usarmi sapendo che cederei comunque? -

La mia voce tremava, a dispetto dei tentativi di apparire più fredda e scostante che potessi. Peccato che non ci riuscivo, non con lui per lo meno.

- Credi quello che vuoi. A me non cambia niente. -

- A me sì, però. -

Alzò perplesso un sopracciglio, guardandomi come se stessi dicendo chissà cosa. - Allora facciamo così... - sussurra, chinandosi sul mio orecchio, che iniziò a mordicchiare. - Diciamo che la mia punizione sarà un’altra. -

Chiusi gli occhi, stringendolo forte a me, affondando le mani tra quei capelli accesi che si trovava e sorrisi, sorrisi perché avevo avuto la mia risposta.

Il problema, ora, era la sua vendetta. Il che mi spaventava, e non poco.

- E cosa... cosa sarà? -

Mi lasciai spogliare come una bambola nelle mani di un bambino audace e s’impossessò di me con una spinta decisa che mi fece sospirare di piacere.

I suoi movimenti erano incredibilmente lenti, tanto che iniziai ad assecondarlo per chiedere di più. Non aveva più l’impeto della prima volta, sebbene i suoi affondi fossero decisi e profondi, ma sembrava quasi che volesse... torturarmi.

- Questa notte sarà la tua punizione. E quelle a venire. E quelle ancora. -

Gemetti all’ennesima spinta e strinsi le gambe dietro la sua schiena mentre quasi usciva da me, lascivo e lento. Bloccò ogni mia richiesta con un bacio, mentre continuava a muoversi senza fretta.

Voleva farmi impazzire?

Kami, ci stava riuscendo perfettamente.

   
 
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