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Autore: kagome123    07/03/2022    3 recensioni
Hanyou no Yashahime, stagione 2, episodio 21. Appena l'ho visto ho avuto come un lampo e questa storia ha preso velocemente forma nella mia mente. Ho voluto dare vita ai pensieri, nascosti, di un personaggio molto particolare dell'universo di Inuyasha. Un personaggio che, a volte, si è ritrovato ad essere molto sottovalutato. Ecco a voi un breve momento di vita quotidiana, un "missing moments" che mi sarebbe piaciuto vedere animato. Buona lettura ^__^
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Moroha | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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E capisci che, questo, era tutto ciò di cui avevi disperatamente bisogno…
 


                                     One Shot by Kagome123
 


 


Quando Mama Higurashi le aveva viste ancora lì, a quell’ora così tarda e ferme davanti al Goshinboku, non era riuscita a contenere la felicità.
Era subito corsa verso di loro e le aveva abbracciate, mossa da un impulso irrefrenabile.
E, sebbene i volti delle ragazze fossero, fino a qualche istante prima, segnati da un’espressione di tristezza e inquietudine, fu contenta di veder spuntare dei sorrisi sulle loro labbra. 
La donna si ritrovò ad osservarle senza quasi rendersene conto.
Towa, la misteriosa ragazza dal capelli color dell’argento, apparsa dal nulla quasi dieci anni prima e che aveva aiutato mille e mille volte nella ricerca della sua adorata sorellina.
Setsuna, la sorella gemella, ora ritrovata, di Towa e che, di riflesso, non poteva far altro che adorare.
Moroha.
 La figlia di Kagome e di quel ragazzo che quasi vent’anni prima aveva sconvolto la vita scolastica e pacifica della sua bambina, facendole scegliere di abbandonare tutto per seguirlo in un’Epoca e in un Mondo completamente diversi da ciò con cui era abituata a convivere.
Moroha.
La figlia di Inuyasha e Kagome.
La sua VERA nipote.
All’inizio non l’aveva riconosciuta subito, confusa e spaventata da quello che stava accadendo, così all’improvviso, dopo anni di tranquillità e monotonia.
Poi, quello sguardo fiero, il colore degli occhi e la loro forma avevano prepotentemente attirato la sua attenzione.
Era lei.
Doveva essere lei.
E così, mossa dalla speranza e dalla curiosità di conoscere come fosse la vita di Kagome dall’altra parte del pozzo dopo tutti quegli anni, Mama Higurashi si era ritrovata quasi subito ad interagire con quella misteriosa ragazzina dalle vesti di color rosso acceso.
E, sebbene si trattasse, per lo più, di piccole iterazioni quotidiane, man mano che i giorni passavano, quella certezza e quel pensiero si facevano sempre più reali dentro di lei.
“Tre ragazze della vostra età non dovrebbero essere in giro a quest’ora. Venite in casa. Non avete fame? Vediamo se è rimasto qualcosa della cena.” Azzardò, invitandole a seguirla.
Le tre si guardarono, dubbiose, per poi dirigersi verso casa Higurashi in compagnia della donna.
[….]
Durante la cena Souta, sua moglie Moe e la piccola Mei, avevano raggiunto il tempio Higurashi e si erano uniti a loro.
“Capisco. Quindi non potete più tornare nella vostra Epoca.” Concluse Souta, dopo aver ascoltato il discorso delle ragazze ed essere stato messo al corrente di tutto ciò che era successo.
“Se non facciamo qualcosa, la situazione potrebbe peggiorare drasticamente.” Disse Towa, visibilmente preoccupata.
“Però la nostra condizione attuale sembra relativamente tranquilla. Come è possibile che ciò che dici possa accadere?” Esordì Moe, dubbiosa.
“Ha ragione. Forse non c’è bisogno di prendere le cose così sul serio!” Completò il nonno, mentre lottava per tenere gli occhi aperti.
“Perché non ne approfittate per riposarvi e trascorrere un po’ di tempo in tranquillità?” Disse Mama Higurashi, prendendo anche lei la parola.
Le espressioni di tristezza che, in quel momento, vide disegnarsi sul volto delle tre ragazze, colpirono tutti i presenti, facendoli quasi sentire in colpa per le loro parole.
La situazione doveva essere ben più grave di quello che sembrava.
Ci furono alcuni minuti di silenzio poi Moroha prese la parola.
“Proprio adesso che avevo finalmente incontrato i miei genitori…”
Un fulmine a ciel sereno colpì Mama Higurashi.
Eccola, finalmente!
La certezza.
L’occasione.
Era questo ciò che stava aspettando!
Doveva assolutamente approfittarne!
“Moroha-chan, che ne dici di un bel bagno caldo prima di andare a letto? Vado subito a preparare la vasca!” Disse mentre si alzava e si avviava verso il bagno.
Con la coda dell’occhio vide la ragazza sorridere.
“Ah, thank you! Non faccio un bagno caldo da una vita!” Ribattè, alzandosi anche lei e seguendola.
[…]
“Lascia pure i tuoi vestiti in quella cesta. Domani mattina li ritroverai pronti e asciutti.” Disse la donna, uscendo dall’armadietto un paio di asciugamani colorati e posandoli sulla mensola.
“Oh, ti ringrazio, ma… non è necessario che tu ti disturbi per me. È molto tardi e… vorrei che anche tu riposassi adeguatamente.” Rispose, imbarazzata, mentre si toglieva i vari pezzi del suo kimono.
Mama Higurashi sorrise.
“Nessun disturbo. E poi, ho intenzione di fare un bel bagno caldo anch’io, quindi... Ti dispiace se mi unisco a te?”
 Il rossore sulle gote della ragazza aumentò.
“Eh…?”
“La vasca da bagno è abbastanza grande, non temere.” Ribatté, ridacchiando.
“No, cioè… non intendevo questo! E’ solo che…. !”
 La donna, ignorando le parole di Moroha, si spogliò, ripose anche lei i suoi vestiti nella cesta e, preso posto sul piccolo sgabellino colorato davanti al sifone della doccia, fece segno alla giovane ragazza di avvicinarsi.
“Prendi l’altro sgabello e vieni qui, Moroha-chan.” Le disse, sorridendole dolcemente.
La ragazza, ormai rosso fuoco e incapace di controbattere, fece come le era stato detto.
[…]
“Come si sta bene!” Disse la giovane Shihanyou sospirando, prima di rilassarsi completamente contro il bordo della vasca.
“Hai proprio ragione.” Rispose la donna, mentre faceva passare un panno umido tra i capelli bagnati.
Moroha liberò i lunghi capelli corvini dall’asciugamano, legandoli a mo’ di chignon sulla testa e lasciando libera la nuca.  
“Hai dei capelli davvero particolari, Moroha-chan. Pur non avendo mai usato uno shampoo o del balsamo in vita tua, sono davvero morbidi e ben curati.”
“Eheh, ti ringrazio ma… non li curo molto in realtà. Per la vita che conduco, è già tanto se li raccolgo in quel fiocco rosso.” Disse con una punta di sarcasmo mista ad imbarazzo. “Forse si tratta soltanto di fortuna, la mia!“
Mama Higurashi ridacchiò.
“Quel fiocco rosso… non pensavo che esistesse una stoffa del genere nell’Epoca SenGoku.”
“E infatti non esiste. Mi è stato lasciato in dono da mia madre. Quando Hachi, il demone tanuki, mi portò, ancora in fasce, dove viveva la tribù dei demoni lupo, era stato riposto in una borsa insieme a tutto ciò che mi sarebbe potuto servire nel corso della mia vita”
“Oh. Quindi… non sei cresciuta insieme a Kagome ed Inuyasha?”
Moroha fece di no con la testa.
“E come hai fatto a… “
“Sono semplicemente sopravvissuta. Sono una Shihanyou, dopotutto.” Disse, senza troppi giri di parole.
“Shihanyou? È così che si definisce un bambino nato dall’unione di un’umana e di un hanyou?”
“Già” Concluse, adagiando stancamente la testa tra le braccia e inspirando l’aria calda tutt’intorno.
“Dove hanno trascorso Kagome ed Inuyasha tutto questo tempo?”
“Sesshomaru, il padre di Towa e Setsuna, li ha imprigionati entrambi all’interno della perla nera, luogo in cui si trovano i resti mortali di Inu no Taisho, mio nonno. Soltanto pochi giorni fa sono riuscita, insieme alle altre, a liberarli dalla loro prigionia”
“Oh, quindi stanno bene?”
Moroha fece di sì con la testa.
“Più che bene, direi!” Ridacchiò. “Sai? In tutti questi anni in cui ho vissuto per conto mio, avevo sentito soltanto parlare di loro e… ritrovarmeli lì, vivi e vegeti… è stato uno dei momenti più belli di tutta la mia vita.”
L’espressione che la ragazza aveva assunto in quel momento era la più dolce che Mama Higurashi avesse mai visto disegnato sul volto della nipote.
Sorrise.
Kagome era viva e stava bene.
Inuyasha era sempre stato con lei.
E poi, la cosa più importante di tutte: i Kami le avevano permesso di incontrare la sua nipotina!
Se non era fortuna quella!
Incapace di trattenersi, le gettò le braccia intorno al collo, abbracciandola.
“Sono così felice per te, piccola mia! Davvero… tanto… tanto felice!” Bisbigliò, affondando il volto, ormai colmo di lacrime, tra i capelli corvini di lei.  
Moroha andò nel panico quando, al suo sensibilissimo naso, sopraggiunse forte l’odore delle lacrime.
“Ehm… no..nonna? Va tutto bene?” Domandò, agitata e imbarazzata allo stesso tempo.
Ci furono alcuni minuti di silenzio, poi la donna, prese la parola.
“Va tutto bene. Soprattutto ora che so per certo che… vi siete ritrovati. E poi, il fatto di averti potuto incontrare... Non immagini quanto questo mi renda felice.”
Moroha si grattò nervosamente la nuca, insicura su come comportarsi.
Era troppo, troppo anche per lei.
E, come se non bastasse, a peggiorare il tutto si era messo anche l’odore di quella donna, fin troppo simile a quello della madre.
Se non avesse trovato una soluzione, sarebbe scoppiata a piangere anche lei.
“Sai, Moroha-chan? Quando nacque Kagome, io decisi che l’avrei supportata in ogni decisione che avesse preso nel corso della vita. E, quel fatidico giorno in cui decise di andare a vivere insieme a tuo padre, io non battetti ciglio e la lasciai andare, sebbene sapessi benissimo che non l’avrei mai più rivista. E così, durante tutti questi anni, ho pregato il Goshinboku ogni giorno, augurando ogni bene a Kagome, a tuo padre e a tutti i figli che i Kami avrebbero voluto donare loro. Però, mai mi sarei aspettata… una tale fortuna… da parte mia e soprattutto… da parte del nonno.”
Sentì Moroha ridacchiare tra le sue braccia.
“Adesso so che abbiamo qualcun altro per cui pregare. Qualcun altro a cui volere bene.”
I singhiozzi della Shihanyou si fecero più forti.
Mama Higurashi le accarezzò amorevolmente il viso.
“Sarebbe perfetto se, a battaglia conclusa, il pozzo mangia ossa si riaprisse, permettendo anche a Kagome ed Inuyasha di tornare, anche per un solo giorno, da questa parte. Tuo zio Souta ne sarebbe felicissimo.”
“Già. Sarebbe perfetto.” Commentò mentre piangeva e si stringeva più forte al corpo della nonna.
‘Com’è strana la vita, a volte.’ Si ritrovò a pensare Moroha, ‘Prima credi di essere sola al mondo ma poi, improvvisamente, tutto cambia e ti ritrovi avvolta da un sentimento così forte che mai avresti pensato di provare per qualcuno. E capisci che, questo, era tutto ciò di cui avevi disperatamente bisogno.’
 
Liberamente ispirato da : https://twitter.com/Kirato_kaito/status/1500168369164591106?s=20&t=NrqqWC7kjC7UtRZLVOOOzw
   
 
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