Minaho osserva Manabe tutto il tempo.
I suoi calcoli, la sua logica, il modo in cui si sistema gli occhiali sul naso, il modo in cui si altera su ogni piccola osservazione che Minaho fa sui suoi gesti. L'intero spettro delle emozioni umane può essere ricondotto a entrambi, discutendo sul campo o in strada. Scontro tra cervelli, o forse solo due idioti molto intelligenti, è quello che direbbero i loro compagni di squadra.
Sono nella stanza di Manabe, le gambe distese sotto il tavolino, pile di libri e compiti per casa. Minaho ha portato solo un libro di fisica e il suo quaderno, l'essenziale. La stanza di Manabe è piena di mappe del cielo, tavole periodiche, libri di storia, calcolatrici, un computer portatile e cos'altro...libri su atomi e stelle lontane. Tutto sembra pulito e in ordine, anche il sistema solare sopra le loro teste. E oh, accanto al comodino, un'altro mini sistema solare fatto coi lego.
"L'ho fatto quando era bambino"
Gli aveva spiegato con un sorriso soddisfatto. Le cose che impari dalla stanza di qualcuno. Vorrebbe poter sbirciare nei cassetti chiusi, ma meglio di no. È più divertente cosi, proprio dove si trova, vicino Manabe. Le orecchie di Minaho si muovono. Gli piace Manabe. Se dovesse attenersi a tali termini, direbbe che Manabe è il più vicino amico intimo che abbia mai avuto. Sono simili ma è ancora qualcuno che può considerale rivale. Gli piace quando svelano un nuovo mistero insieme, gli piace anche quando discutono. Ma deve stare attento. Manabe assomiglia a qualsiasi altro matematico: brillante, noioso, indossa persino gli occhiali, un'impeccabile scelta di vestiti, la camicia infilata nei pantaloni. Un ragazzo brillante. Ma è più dolce e morbido dentro, ed è stato ferito dalle domande pungenti di Minaho più di una volta.
"Hai detto che non lo avresti più fatto, non davanti agli altri almeno"
"Colpa mia, scusa"
Ribatte Minaho con ilarità.
"Ma è troppo divertente"
"Perché?"
"Manabe-kun, non hai esperienza nel campo del romanticismo"
Risponde mentre si siede vicino a lui, molto vicino, quasi si possono sfiorare
"C-cosa fai?"
"Voglio testare una teoria, ti piacerebbe provarla con me?"
Manabe lo guarda arrossendo, non riuscendo a capire cosa l'altro abbia in mente e ha quasi pausa di scoprirlo
"Manabe-kun, hai o potresti avere sentimenti romantici per me?"
"M-Minaho-kun!! Smettila, è imbarazzante!! Dovremmo studiare!"
"Ho ragione vero, Manabe-kun?"
Manabe sembra ferito, è stato scoperto. Minaho solleva sempre una sorta di competizione, non espressa tra loro, per vedere chi diventa più veloce nel capire le varie situazioni. Tranne il fatto che Manabe non è interessato a queste cose, preferisce sedersi in silenzio e finire le sue formule e i suoi calcoli. È più facile concentrarsi sui compiti, la matita che scarabocchia sul suo libro di testo, la sua calcolatrice al suo fianco. Sicurezza nei numeri.

Minaho osserva Manabe tutto il tempo. I suoi tempi, le sue reazioni, il colore delle sue guance che si imporporano quando dice queste cose. Cose così sciocche che le coppie dicono solo nei film. Che meraviglia se funzionassero davvero o che la gente le dicesse davvero. Quasi si diverte a bisticciare con lui. Non in biblioteca però, possono diventare molto rumorosi quando discutono. È successo più di una volta. Si chiede in quale posto potrebbero, invece, tranquillamente tenersi per mano invece che litigare. Sarebbe bello passeggiare con Manabe mano nella mano come una coppietta di fidanzati. Manabe di certo si imbarazzerebbe e gli urlerebbe qualcosa contro. Se accetterebbe o meno, è una bella domanda e scoprire la risposta è un piacevole passatempo per Minaho
"Cosa succede se ti tocco qui?"
Chiede pizzicandogli scherzosamente una guancia facendo arrossire Manabe
"Cosa succede se lo faccio?"
Un pizzico sulla sua vita magra, sotto il morbido maglione lilla. Manabe protesta, si aggiusta gli occhiali, i capelli; è imbarazzato anche se tenta di non farlo notare, ma gli occhi indagatori di Minaho non lo perdono di vista, pronti a captare ogni singolo indizio. Sente la sua curiosità bruciare sulla sua pelle, calcolando un milione di scenari.
Si aspetta reazioni alle sue azioni come una spinta da parte dell'altro, invece Manabe si aggiusta il maglione, abbottona la camicia ancora più stretta coprendosi il più possibile e sistema nervosamente gli occhiali
"P-perché mi stai fissando così? Anche se mi piaci non è un motivo per fare il prepotente"
Minaho sorride soddisfatto: Manabe è stato sconfitto.
"Sei un tale bambino"
Oh, ancora una risposta diretta invece di evitarlo? A Minaho piace, non è affatto una sorpresa e Manabe sente qualcosa nel petto. E' il suo cuore che batte all'impazzata. Forse gli piace davvero Minaho, più di quanto lascia intendere. Questo lo eccita e lo fa sorridere. Minaho adesso ha una risposta, nota che sorride. Pensa che sia molto tenero quando sorride e lo abbraccia beandosi della sensazione di morbidezza che il maglione di Manabe gli provoca sulla pelle.
"Dovresti sorridere più spesso. Se non abbiamo più compiti che ne dici di provare qualcosa di nuovo?"
Manabe deglutisce, sa bene a cosa l'altro si stia riferendo ed ecco che l'imbarazzo torna a farsi sentire assieme al battito del cuore che accelera. Si sposta di nuovo, scarabocchiando calcoli e metodi sul foglio, finge di non capire le intenzioni di Minaho. Ma Minaho sa che ha capito. Solleva gli angoli del maglione di Manabe lasciando scoperti i fianchi e li accarezza lentamente beandosi dei lievi sussulti da parte dell'altro.
"S-si sta facendo tardi"
"Che importa? Finché non dobbiamo andare da nessuna parte"
Cerca di farlo distrarre, Manabe, ma non ci riuscirà facilmente. La volontà di Minaho è più potente della sua.
Alla fine si arrende, lascia che Minaho lo baci, non prima di avergli sfilato gli occhiali. Gli accarezza il basso ventre e lo fa sdraiare sul tappetto, sotto di se.
I genitori di Manabe resteranno a lavoro tutta la notte, quindi non devono nemmeno preoccuparsi di essere scoperti.
"Proviamo una nuova teoria, Manabe-kun"
Propone Minaho alzandosi, aiutando l'altro a fare lo stesso, gli afferra il braccio e esce dalla stanza trascinandolo fino in camera dei suoi genitori e sdraiandosi con lui sul letto. Più comodo del tappeto, decisamente, e più grande del letto in camera di Manabe.
Quest'ultimo non si oppone. E' imbarazzato, ma gli piace la sensazione che il tocco e le labbra di Minaho gli lasciano.
"G-guai a te se mi lasci segni, i miei poi farebbero domande"
Minaho ridacchia e gli lascia un bacio sulla guancia
"Tranquillo Manabe-kun, lascerò segni solo dove nessuno potrà vederli"