"Perché lasci la squadra?"
"Perché ti scaldi tanto?"
Il volto di Seiryuu si era fatto scuro, mentre teneva gli occhi puntati sul suo ex-compagno di squadra. Stringeva i pugni e sembrava volesse picchiarlo da un momento all'altro, ma forse quella briciola di auto-controllo che gli rimaneva, stava frenando i suoi istinti animaleschi.
Haizaki, al contrario, sembrava rilassato e noncurante degli urli del senpai.
Si portò una mano alla frangia, spostandosela con un sospiro. Poi piegò la testa, accennando un sorriso...viscido, solo così poteva descriversi.
"Cambio solo scuola, perché ti dà così fastidio?"
Quell'espressione si trasformò in un ghigno, mentre scaturiva una risata pacata da quelle labbra maligne. Il tono in cui aveva pronunciato quell'affermazione era stato tremendamente malizioso, che quasi se ne stupì lui stesso. Riusciva sempre a superarsi. Sul viso dell'altro si dipinse una maschera di confusione, mentre le sue gote si coloravano di un porpora fin troppo evidente.
"C-cosa farfugli, a me non importa nient-"
"Se proprio vuoi saperlo, non ho lasciato la squadra per un capriccio. C'è un motivo serio per cui ho preso questa decisione"
Non gli diede neanche il tempo di replicare in qualche modo, perché riprese la parola, questa volta con un tono dannatamente serio, quasi inusuale per uno come lui. Il notevole cambiamento del ragazzo era subito stato notato da Mizukamiya che, nonostante fosse difficile ammetterlo, lo conosceva parecchio bene e si sarebbe accorto anche di cambiamenti minori. Lo fissò per qualche secondo, sbigottito. Lo aveva rimproverato per tutto quel tempo, e improvvisamente sembrava aver perso la voce. Non sapeva esattamente come comportarsi.
Lo vide posarsi una mano sul petto, corrugare le sopracciglia dolorosamente. Gli tremava la bocca.
"C'era una cosa che per me era diventata...insostenibile. Non potevo più sopportare quel peso"
Non poteva credere alle sue orecchie. Che Haizaki avesse problemi lo sapeva bene, anche se non ne avevano mai parlato apertamente. Lui, che si era sempre ostentato a persona sicura di sé, che si sentiva sempre a proprio agio, che voleva mostrarsi perfetto. A quel punto, cominciò a chiedersi se davvero lo conoscesse così bene come pensava. E quel pensiero gli fece male. Così male che neanche poteva crederci. Aveva abbassato la testa, tirandosi nervosamente la manica dove era stretta la fascia da capitano. Stava fallendo come capitano? Non era riuscito a portare alla vittoria la sua squadra, dopo la tremenda sconfitta contro Nosaka Yuuma e la Outei Tsukinomiya, non era riuscito ad aiutare Haizaki come avrebbe voluto e ora lui se ne stava andando alla Raimon, per un motivo che nemmeno sapeva quale fosse. Glielo avrebbe detto se glielo avesse chiesto?
Sentiva gli occhi lucidi e il suo orgoglio gli diceva di non mostrare una debolezza del genere. Così cercò di calmarsi e, qualche attimo dopo, tornò a guardare l'altro, quell'idiota, narcisista, maniaco, con uno sguardo di preoccupazione.
"Sei un idiota! Te l'ho già detto molte volte. Se hai dei problemi non devi tenerli solo per te! Puoi parlarne con noi. Anche solo con Kidou, se preferisci. O anche con me..."
Mormorò l'ultima parte della frase, come per paura che qualcun altro potesse sentirli.
"Voglio aiutarti...dimmi cosa è successo...ti prego...è per la sconfitta contro la Outei vero? Fidati di me...per favore"
Non avrebbe mai pensato di pronunciare questo genere di parole, oltretutto di fronte al ragazzo più piccolo.
Nel suo tono c'erano disperazione, supplica...
Sentiva che se non l'avesse fatto, il loro bizzarro, ma bilanciato rapporto di odio, molestie e litigate, si sarebbe potuto spezzare con una facilità impressionante. E Seiryuu non voleva che questo accadesse. Haizaki sembrava scosso da quelle parole. Aveva dischiuso la bocca, pieno di stupore. I suoi occhi ebbero un lampo...di dolcezza, forse? Si chiusero in un attimo, mentre la sua espressione tornava serena.
"Ti dirò tutto. Tu hai il diritto di saperlo"
Il maggiore strinse di nuovo i pugni, deglutendo a vuoto per l'agitazione. Ogni secondo gli sembrava lungo un'eternità, e aspettava solo che gli rivelasse quali terribili tenebre portava nel suo cuore. Era pronto a tutto, a tutto davvero. Il demone sospirò
"La verità è che...il problema che avevo con la nostra squadra era..."
Mizukamiya spalancò gli occhi, mordendosi il labbro inferiore con visibile agitazione. Una goccia di sudore gli imperlò la fronte, scendendo copiosamente lungo la sua guancia. Il cuore gli batteva forte e si sentiva scosso da tremori insostenibili. Haizaki gli rivolse uno sguardo fermo. Prese le sue mani e le strinse. Prese un gran respiro, preparandosi ad annunciare la verità.
Era quello il momento. Stava per capire. Vide le sue labbra aprirsi e il mondo si fermò.
"La divisa!"
"....eh?"
"Quella orrenda divisa color fumo! Non si abbina assolutamente a una persona così piena di fascino come me! Non potevo farmi vedere conciato in quel modo non credi anche tu?"
"...."
Il minore lasciò la presa e si toccò per l'ennesima volta i capelli, sorridendo beffardo.
L'altro aveva ancora gli occhi spalancati, ormai le braccia penzolavano lungo i fianchi, quasi senza vita. Le iridi erano vuote e sembrava essere caduto in uno stato di trance.
Si diede dell'idiota e, mentre digrignava i denti, urlò quel nome che aveva sempre sulla punta delle lingua e mollò all'altro, prima un calcio e poi un pugno, e si ripromise di non fidarsi mai più del demone del campo per un discorso serio.
Quel kohai era sempre stato come aveva creduto: un pervertito, maniaco sessuale, egoista, egocentrico e bugiardo!