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Autore: Atsvshji    08/03/2022    0 recensioni
Mettere 29 adolescenti nella stessa villa è già un suicidio, a maggior ragione se a questi si aggiungono i loro alterego da un'altra dimensione.
Dal testo:
"Storse il naso “Hiroto ma di preciso chi cazzo lasci entrare in casa nostra?!” urlò all’amico che si trovava nell’altra stanza. Aiko non riuscendo a intuire l’età dei ragazzini davanti a lui diede uno schiaffo sulla nuca al fidanzato.
“Scusatelo, ha le sue cose.” "
Ie orion/ares incontra IE!
Nella storia sono presenti varie ship famose nel fandom, fra le meno amate accenni alla Nosanna e la Hiroto x Haizaki, gli accenni sono veramente insignificanti.
Main FudouKidou e Atsuya x Oc. presenti anche Goufubu e Hiromido.
Un po' OOC per motivi di trama.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Caleb/Akio, Hayden Frost/Atsuya Fubuki, Jude/Yuuto
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: Questo testo, scrittto interamente in un giorno e per lo più per noia, presenta ancora errori in quanto non revisionato. Il testo ha lo scopo di divertire e tenere compagnia a qualcuno, non badate agli errori e buona lettura!

Disclaimer: i pg di ie normale hanno 12/13 ma Hiroto li continuerà a chiamre bambini per tutta la storia. Tutti i personaggi di orion/ares verranno chiamati con i nomi originali giapponesi per essere distinti da quelli di ie (es. se dico "Shawn" mi riferisco a Shawn di ie, se dico Shirou mi riferisco a quello di Ares")
 

 

Una vacanza disastrosa
 
parole:6252

C’era un sentiero di vestiti che portava alla stanza di un certo ragazzo dai capelli rosa in quella casa.

Quell’estate l’intera inazuma japan, dopo mesi di lontananza, aveva deciso di prendersi una vacanza insieme. Avevano affittato una villa proprio in riva al mare e per la prima volta dal FFI potevano dire di essere nuovamente insieme, stavolta però senza preoccupazioni o ostacoli da affrontare. Mettere però 29 (i membri in più erano causati da Nagumo, Suzuno, Midorikawa, Froy e le menager che avevano deciso di raggiungerli nella casa) ragazzi di 15/16  anni nella stessa casa equivaleva a scatenare un uragano interno: un giorno in cui quella gigantesca villa fosse in ordine non c’era, potevi trovare qualunque cosa in giro per la villa, da vestiti a cibo avanzato da settimane. Inizialmente Anna, Aiko, kirina o Norika costringevano i più volenterosi dei ragazzi (il che comporta che Aiko fosse costretta a prendere a bastonate Caleb, Haizaki, Hiroto o Atsuya) ad aiutarle a pulire, ma questo solo per i primi giorni. Infatti anche quelle povere ragazze dopo un po’ si stancarono a essere le uniche a dare una mano, per questo istituirono una scaletta: ogni due giorni a turno 3 di loro dovevano rinunciare alla spiaggia e rimanere in casa a pulire, così facendo in tutti e due i mesi della loro permanenza avrebbero potuto far sembrare quella casa meno un porcile e tornarla intatta al mister. 

Quel giorno in particolare, toccava a Atsuya, Aiko e Hiroto stare a casa, le cose però andarono in modo diverso. Facendo due calcoli erano arrivati alla conclusione che sarebbe bastata qualche ora per rendere la casa presentabile, dovevano ringraziare Nishikage, Nosaka e Anna per aver fatto un buon lavoro la volta prima per questo. Atsuya, che non aveva mai avuto voglia di passare un pomeriggio a casa da solo, aveva autonomamente deciso di rendere un po’ più movimentata quella sessione di pulizie e Aiko di certo non si poteva opporre al volere del rosato. Non avevano mai un momento di pace in quella casa, essendo una trentina di ragazzi all’interno avevano dovuto dividere le camere, nessuno era mai completamente solo e Atsuya in particolare, che era stato costretto a condividere la camera con Haizaki e Hiroto, lo era ancor di meno, costantemente punzecchiato da quelli che sarebbero dovuti essere i suoi due migliori amici, ma che interrompendolo ogni volta che trovava un minimo di pace con la sua ragazza, si stavano dimostrando più due ostacoli per lui. Quel giorno però aveva convinto Hiroto, con metodi più che validi ovviamente, a rimanere nella stanza di Tatsuya un po’ più a lungo e di controllare che nessuno arrivasse nella sua stanza. 

Atsuya così poté lasciarsi andare: la sua ragazza gli era seduta in ventre, le gambe coperte solo dalla gonna gli avvolgevano il bacino, mentre lui poteva finalmente fare quello che aveva sognato di più nelle settimane rinchiuso là dentro.

Lei stava già iniziando a gemere il suo nome quando iniziò a lasciargli un scia di baci sul petto, toccando il bordo del reggiseno che in poco tempo sarebbe sparito. Aiko gettò la testa indietro mentre continuava a mormorare il suo nome, ma quando alzò la testa il tono della voce che usò non fu proprio quello che si era immaginato.

“Atsu-” quasi urlò, nel suo tono di voce si poteva sentire quanto fosse sconvolta, ma da cosa?

"Cosa che succed-” Disse in uno brontolio seccato, ma anche lui dovette zittirsi quando rivolse il suo sguardo alla porta, aperta.

Aiko quasi saltò giù dal letto, quando mise a fuoco le figure dei suoi compagni di squadra e amici proprio davanti alla porta, a fissarli imbambolati. 

Atsuya dal canto suo era a dir poco arrabbiato: per cosa aveva pagato a fare Hiroto se non poteva avere neanche un momento privato con la sua ragazza? Velocemente si infilò la sua maglia, fortunatamente era riuscito a togliersi solo quella. Rivolse uno sguardo ad Aiko che nel panico più assoluto cercava i suoi vestiti sul pavimento: il panico non era dovuto solo al fatto che li avessero appena beccati in un momento a dir poco intimo, ma anche perché non avevano annunciato il loro fidanzamento a nessuno, se non ad Haizaki e Hiroto che lo erano venuti a sapere da fonti terze, che non vuole assolutamente dire che lo erano venuti a sapere da lui stesso ubriaco fradicio, e a quel genietto di Nosaka che lo aveva capito da solo. Avevano paura della possibile reazione da parte degli altri, si erano odiati per anni e avevano finto di odiarsi per altrettanto tempo, non potevano sganciare una tale bomba su Mark, a volte poteva essere molto protettivo sulla sorella.

“Aiko, ti sei messa una mia felpa.” disse lui guardando la ragazza con un sorrisetto sbilenco.

“Aah, non è la prima volta in ogni caso. La mia maglia si è persa per qualche angolo della casa.” sbuffò lei, completamente presa dal panico.

Atsuya, ignorando quanto fosse divertente la sua ragazza in quel momento, rivolse uno sguardo colmo di rabbia ai suoi amici.

“Ma voi non dovevate essere in spiaggia?!” sbottò contro di loro. I ragazzi si limitarono a guardarlo perplesso, sconvolti e… tristi? Perché mai c’era un ragazzino che assomigliava terribilmente a suo fratello che lo guardava sul punto di piangere?! 

“Ehm… Atsu, non credo questi siano i nostri amici.” Aiko si avvicinò a loro e la sua vicinanza con quei ragazzi accentuò la differenza d’altezza che fece realizzare Atsuya: quei ragazzi sembravano più piccoli.

Atsuya si prese un momento per fissarli meglio e si rese conto che erano tutti anche abbastanza diversi dai suoi amici, riuscì a identificare un bel po’ di suoi amici fra di loro, c’erano sicuramente Gouenji, Endou, Kidou, Fudou, una versione di suo fratello un po’ depressa e  Kazemaru, il resto non aveva la minima idea di chi potesse essere.

Storse il naso “Hiroto ma di preciso chi cazzo lasci entrare in casa nostra?!” urlò all’amico che si trovava nell’altra stanza. Aiko non riuscendo a intuire l’età dei ragazzini davanti a lui diede uno schiaffo sulla nuca al fidanzato.

“Scusatelo, ha le sue cose.” esclamò, beccandosi un’occhiataccia dal ragazzo e una risata da quello che stava entrando in stanza.

“Vi siete fatti beccare dalla squadra mentre vi sbaciucchiavate?” sogghignò il ragazzo, a quanto pare troppo ceco per accorgersi dell’altezza dei suoi compagni.

“No, stupido, non vedi che sono più piccoli di noi?”  esclamò Aiko, rivolgendo uno sguardo al corvino che guardò perplesso i ragazzini, ancora immobili davanti a noi.

“Eh? Avrei giurato che questo fosse Tatsuya.” esclamò lui, indicando uno dei ragazzini più alti, dai capelli rossi estremamente simile al nostro amico.

Aiko annuì, concordando con il ragazzo che era ancora un po’ sotto shock per la rivelazione appena fatta dall’amica, che sembrava aver preso quella questione nel modo più calmo possibile.

‘Calmo, certo…’ pensò Atsuya trattenendo un ghigno ‘Se solo l’avesse vista qualche minuto fa nel panico.’ rise

“Sottospecie di salmone che non sei altro, invece di ridere che dici di proporre qualche idea su cosa fare con loro?”

Atsuya fece una smorfia, aggrottando le sopracciglie “Beh potremmo sopprimerli tutti e buttarli nel vicolo qui accanto, anche se non credo funzioner- AIA! stavo scherzando!” il modo in cui la sua ragazza aveva deciso di interromperlo non gli era di certo piaciuto, uno schiaffo sulla nuca non se lo meritava, voleva solo sciogliere un po’ la tensione. Guardando però alcuni dei visi dei ragazzini davanti a loro si rese conto che il suo scherzo non fu proprio accolto bene da tutti.

“Atsuya!” esclamò lei "non credi siano già abbastanza traumatizzati? Guardali, neanche parlano" borbottò

“Aiko, sai non credo che il motivo per cui non parlano sia perché sono traumatizzati. E’ da quando sono arrivato che parliamo solo fra di noi” rifletté ad alta voce Hiroto, che nel frattempo stava uscendo dalla stanza per chiamare i rinforzi. Lui odiava i bambini e quelli seppur con la faccia dei suoi amici quelli lo erano, non avrebbe sopportato un minuto in più in quella stanza. Ma purtroppo la sua camminata verso la libertà fu interrotta da un botto.

“Atsuya?!”  sentì urlare a uno dei bambini poco prima di sentire il rumore, quello che succedette dopo fu caos.

 

*****

 

“Fatemi capire: voi “stavate facendo le pulizie” “ mimò delle virgolette con le mani  “e improvvisamente avete visto questi ragazzi che ci assomigliano terribilmente davanti alla camera di Hiroto, Atsuya e Haizaki?” era probabilmente la 3 volta in cui Kazemaru ripeteva quella frase, era troppo sconvolto per credere alle sue stesse parole.

Aiko annuì “Sì, è la terza volta in cui lo chiedi e anche la terza in cui ti rispondiamo di sì.”

“Ma quindi, come ci siete arrivati ad avere un ragazzino svenuto in corridoio?!”  sbottò Haizaki, stufo di quella situazione dopo solo 2 minuti dal suo ingresso in casa.

Quando quel ragazzino che avevano capito chiamarsi Shawn, proprio come il loro amico, era svenuto di colpo, Atsuya, Aiko e Hiroto erano entrati nel panico, così come tutti gli amici del ragazzo. Per la prima volta dopo 10 minuti buoni li avevano sentiti parlare, anche se erano per lo più urla impanicate da parte di uno di loro, il quale sembrava star per svenire insieme all’amico. 

Un altro di loro aveva poi calmato la situazione, questo dalle sembianze uguali a Kidou, aveva proposto ad Hiroto di continuare a provare a chiamare i rinforzi, chiedendogli di tornare in casa. Hiroto non ne fu felice, perché a rispondere fu tanto meno che Haizaki, quello stronzo del suo fidanzato (parole sue non mie eh) che per convincerlo a tornare a casa si era fatto implorare in molti modi diversi.

In ogni caso alla fine Haizaki era riuscito a reperire qualcuno dei suoi amici in giro per la spiaggia ed era tornato in villa con una bella armata di adolescenti arrabbiati per essere stati interrotti.

Appena visto suo fratello, Aiko, si era fiondata da lui, borbottando qualche spiegazione confusa, che Endou ovviamente non capì. Negli anni, Endou aveva smesso di essere il ragazzino ingenuo di una volta e, con grande sorpresa di tutti, era maturato molto velocemente. Portava comunque con sé quella nuvola di gioia e divertimento che era solita avvolgerlo, ma anni come capitano di squadre diverse gli aveva insegnato come gestire situazioni stressanti, o qualche casino come questo. Di certo però, il povero ragazzo che aveva ancora la sabbia incrostata fra le dita e i capelli zuppi di acqua salata, non si aspettava di essere accolto da quel tornado di sua sorella con delle notizie come quelle: non era preparato. 

Kazemaru, nella speranza che Nosaka finisse i suoi “impegni” e tornasse il prima possibile insieme ad Anna, aveva avuto il coraggio di chiedere alla ragazza di calmarsi, per poi spiegargli la situazione. Fu difficile spiegare agli altri come avevano fatto a traumatizzare un gruppo di bambini senza entrare nei dettagli di quello che effettivamente stavano facendo in camera di Atsuya, ma dopo un quarto d’ora e qualche insulto volato qua e là ce l’avevano fatta, più o meno.

Più o meno perché nessuno ancora si spiegava perché la fotocopia di Shirou fosse improvvisamente svenuta urlando il nome del fratello.

“Ma non credete che sia più facile chiedere direttamente a loro? Invece che tenerli chiusi in una fottuta camera?!” esclamò Fudou, che fino a quel momento aveva deciso di contemplare la sua esasperazione coricato comodamente nel grande divano del salotto.

“Vedo che la vicinanza con Kidou ti fa bene.” lo prese in giro Gouenji, mantenendo una faccia abbastanza neutrale, seppur tradita dal chiaro divertimento sui suoi occhi, era l’unico che stava trovando quella situazione divertente, ma cosa passava per la testa a quel porcospino?!

Gouenji saltò giù dal tavolo su cui era seduto, mentre Fudou lo bruciava con lo sguardo 

“Hai avuto una buona idea, ma non hai messo in conto una cosa: come facciamo a parlare con loro se sembrano essere completamente scandalizzati da noi?”

“Questo non è un problema, non dobbiamo avere il loro consenso per parlare se si trovano in casa nostra.” Nosaka fece la sua entrata trionfale nel salotto della villa, ancora in costume e con i capelli completamente scompigliati, dietro di lui Anna.

“Mi sono fatto spiegare la situazione da Nishikage” esclamò lui, come se avesse letto la mente a tutti i presenti.

“Ma ora lui dov’é?” chiese uno dei presenti

“Oh, l’ho mandato a comprare delle scatolette di gelato”

“Per i bambini?”

“No, per me.”

Nosaka avanzò verso le scale, buttando sul divano, per la precisione sopra a Fudou, il suo telo mare.

“Allora, dove avete rinchiuso questi ragazzi?”

 

***

 

La seconda esplosione di caos ci fu quando, aprendo la porta della camera di Fudou, che era stato il malcapitato a cui era toccato ospitare i ragazzini, trovarono uno di questi - un ragazzino dai capelli marroni e un’enorme fascia arancione in testa - a frugare in mezzo all’attrezzatura da calcio di Fudou e Kidou, colui con cui condivideva la stanza.

‘Maledetta sasso carta forbice, non ci ho mai saputo giocare!’ esclamò nella sua mente il povero Fudou, che si era quasi fiondato sul ragazzo. 

I metodi democratici per la scelta della stanza in cui dovevano alloggiare i ragazzi nel tempo in cui loro decidevano cosa farne non erano mai piaciuti a Fudou, il quale poteva giurare di aver visto quell’infame di Haizaki barare durante la loro partita a carta forbice sasso. Andiamo! Aveva fatto apposta a trasformare la sua carta in sasso, voleva distruggere le sue povere forbici, cosa gli avevano mai fatto di così terribile per trovarsi frantumate?

Sbuffò sonoramente quando Endou gli impose di calmarsi "Sai, capitano, in quel cesto non si trovano solo i tuoi amati palloni e le nostre divise. Credo che questi ragazzini siano rimasti abbastanza traumatizzati da Atsuya e Aiko, non serve che rivivano l’esperienza" disse tranquillamente, facendo arrossire alcuni dei presenti e ridacchiare gli altri.

Endou però era rimasto un attimo perplesso alle parole dell’amico

"Scusa? Shirou? Cosa stava facendo tuo fratello a mia sorella?" Esclamò il castano, che probabilmente non aveva ancora realizzato che con pulizie non si intendeva proprio quello a cui aveva pensato, magari un po’ di innocenza gli era rimasta.

Ma Shirou, che nel frattempo ridacchiava appoggiato allo stipite della porta, non ebbe tempo per rispondere, perché un urlo generale si diffuse nella stanza.

"EH? SORELLA?" come era intuibile, gli autori dell’urlo furono i ragazzini, che già erano rimasti sconvolti dall’entrata in scena delle loro fotocopie precedentemente, ma che rimasero talmente a bocca aperta al sentir dire quelle parole da Endou che quasi le loro mascelle toccavano il pavimento. 

Nessuno del resto dei presenti si spiegava il perché di tutta quella sorpresa, quei ragazzini dovevano sapere qualcosa in più rispetto a loro, perché l’unica cosa che aveva avvolto i più grandi era un gran senso di confusione, quella situazione era a dir poco stressante per dei ragazzi che fino a pochi minuti prima come più grande problema avevano la scelta della cena.


***

 

La discussione si spostò nuovamente in salotto, i loro ospiti si potettero sedere nel divano davanti al loro, mentre loro si accomodarono in poltrone e divanetti qua e là, dovevano ringraziare il mister per quei giganteschi divani!

Alcuni dei più grandi si allontanarono per prendere da bere, da mangiare e qualunque altra cosa che avrebbe potuto fermare il mal di testa di ¾ dei presenti. 

Su uno dei divani, Nosaka, Endou, Aiko, Atsuya, Hiroto, Gouenji, Fudou e Endou discutevano animatamente sul da farsi. 

Hiroto stava maledicendo qualunque santo esistente in cielo per aver "scelto" di rimanere in salotto, lui non sopportava i bambini, a maggior ragione dei bambini in preda a una crisi di nervi. Per quale motivo aveva concesso ad Haizaki una partita a carta forbice sasso per decidere che sarebbe andato per primo in doccia? Ora era anche lui convinto che il demone del campo non fosse tale solo in gioco, usava qualche trucchetto subdolo per vincere a carta forbice sasso, altro che Nosaka al liceo altaluna!

"Scusami Fudou, ma quel genietto del tuo fidanzato dove diavolo è finito?! Servirebbe un’altra mente qui, visto che la nostra è attualmente impegnata a mangiare del gelato" Aiko indicò Nosaka dietro di loro, che felice inghiottiva l'ennesimo cucchiaio del fresco gelato che Nishikage gli aveva portato. 

"Non guardate me. E’ sparito mentre eravamo in spiaggia, ha detto che doveva fare una cosa." esclamò il castano.

Nosaka, che sembrava essersi connesso in quel momento alla conversazione, decise finalmente di intervenire, tutti pendevano dalle sue labbra come se da quello che stesse per dire dipendesse la vita di tutti.

"Allora, iniziamo" sforzò un sorriso verso i ragazzi, che più che rassicurare faceva paura. Endou potè giurare di aver sentito un brivido salirgli per le spalle al freddo sorriso del’ex capitano dell’altaluna. 

"Chi siete voi?" chiese, schietto, spiazzando tutti i presenti nella sala. 

Mentre la suspance saliva e la tensione con quella, i loro cloni decisero di consultarsi. In quella stanza non si vedeva talmente tanta gente incuriosita dall’ultima volta in cui Endou aveva proposto di giocare ad obbligo e verità da ubriachi, secondo lui quell’ultimo dettagli avrebbe dovuto fungere da siero della verità, ma non andò proprio in quel modo. Quel giorno uscirono alla luce talmente tanti segreti che si conobbero di più quel giorno che in anni di amicizia. Tutti la etichettarono come “esperienza da non ripetere”, ma nessuno avrebbe mai ammesso che effettivamente era stata una delle serate più divertenti della loro vita.

Fudou primo fra tutti, visto che il suo fidanzamento con lo stratega dell’inazuma era dovuto proprio a quella serata.

Nel frattempo i ragazzi avevano trovato un delegato disposto a parlare a nome di tutti gli altri. Il malcapitato era un ragazzi con i capelli rasta, degli occhialini abbastanza inguardabili e un mantellino sulle spalle, non ci volle molto per far capire agli altri che questa volta colui ad essere stato clonato era proprio l’oggetto dei pensieri di Fudou, Kidou Yuuto //che per ora chiamerò Jude trattandosi del ragazzo di Inazuma eleven normale//

"Noi siamo l’inazuma Japan" la schiettezza e la tranquillità con cui il ragazzo aveva iniziato a parlare fu una cosa che sorprese un po’ tutti, ma quello a lasciargli a bocca aperta era che loro erano l’inazuma japan, non ce ne poteva essere un’altra. "Ma non di questo universo. Noi siamo voi, proveniamo da un universo alternativo, di conseguenza condividiamo solo carattere e aspetto, niente di più. Siamo stati catapultati qua da qualche giorno, per colpa di una tecnica speciale che Mark ha ben pensato di parare senza usarne una lui."

Nel salotto calò un silenzio glaciale. Nessuno sapeva cosa dire, erano rimasti tutti spiazzati dalla confessione, cioè, non era una cosa possibile quello che avevano appena detto!

"Ci state prendendo per il culo." affermò Hiroto con una risatina, si alzò cautamente dal posto in cui era seduto, per allontanarsi il più possibile da quei ragazzi.

"E’ la verità!" urlò il presunto Mark.

"Ok, se è la verità perché io non sono fra di voi? Dov’è il Kira Hiroto del vostro universo?" ringhiò l’ex attaccante dell’alia accademy.

"Sono io. Io sono il Kira Hiroto del loro universo, tu non esisti" vedere entrare Tatsuya, Kidou e Midorikawa dalla porta del salotto fu come un miraggio per i presenti nella stanza. Con loro si trovavano le rispettive controparti del rosso e del verde, il primo portava con sè alcune foto e il secondo sorrideva accanto a lui. 

Tutti, sia grandi che piccoli, si illuminarono a vederli: sarebbero stati sicuramente la loro salvezza, Tatsuya e Kidou insieme potevano fare grandi cose, ne erano sicuri. Per quanto riguarda i piccoli, furono sollevati nel vedere i loro amici che a quanto pare erano scomparsi dal loro arrivo in quella casa. Insomma, erano tutti felici di vedere i ragazzi, tutti tranne Hiroto che era rimasto spiazzato dall’affermazione dell’amico, in cui non trovava ancora un senso.

"Cosa?!" riuscì solo ad esclamare, mentre prendeva per il colletto il rosso.

 

***

 

Le spiegazioni furono dure da accettare per gli altri, insomma sapere che in un universo alternativo alcuni di loro erano morti o addirittura non esistevano non era proprio una bella cosa da apprendere.

Hiroto per primo non fu felice di rivivere emozioni che lui non sapeva di aver provato. Non ricordava molto, ma sapeva che da piccolo aveva avuto un incidente che gli stava costando la vita, la spiegazione di come il lui dell’universo alternativo fosse morto fu un duro colpo per il povero ragazzo, che non poté fare altro se non ascoltare Xavier //mi riferisco a Tatsuya di Inazuma normale// descrivere la sua presunta morte. 

"Quindi, per colpa della mia morte, papà ha trasformato l’orfanotrofio in un covo di alieni che vogliono distruggere il mondo?" chiese, tenendosi la testa per la storia che stava ascoltando, era più contorta di un film di fantascienza! "Cavolo! Combino guai anche da morto!" esclamò alla fine con un certo senso di fierezza nella voce, un po’ anche per spezzare la tensione che si era creata. Tatsuya rise, grattandosi la nuca imbarazzato per l’amico. "Non credo che sia una cosa di cui andare fieri, Hiroto…"

"Zitto tu! Rimpiazzo" 

Il piccolo sketch riuscì a strappare un sorriso a qualcuno ed alleviare un po’ la tensione, ma c’erano ancora troppe cose di cui parlare per permettersi di rilassarsi.

"Ok, bella la storiella degli alieni. Ma questo non spiega perché la controparte depressa di mio fratello sembri sul punto di piangere ogni volta che mi guarda." disse esasperato Atsuya. 

"Atsuya sai non credo che così tu sia d’aiuto." anche Shirou fece la sua entrata in sala, ridacchiando un po’ mentre dava l’ennesimo scappellotto al povero fratello, che aveva perso il conto di quanti ne aveva presi quel giorno.

Shirou, non trovando posto, si andò tranquillamente a sedere sulle gambe del suo ragazzo, Gouenji  a sua volta avvolse le braccia intorno alla vita del ragazzo, pensando che ormai fosse una cosa normale per quella casa, o almeno lo era, ma non per i loro alterego, che sembrarono solo rimanere ancora più sconvolti.

"Qualcuno mi spiega quindi io che ho fatto di così male?!" urlò il rosato, scivolando sul divano ormai stremato da quella situazione.

"Tu sei morto." quell’affermazione fu l’ennesima prova quel giorno che la schiettezza non andava bene in certi casi e Nosaka avrebbe dovuto saperlo prima di parlare, perché l’intera sala sprofondò in un forte urlo.

Nosaka era stato in silenzio ad ascoltare per tutta la conversazione, non si vedeva fra i ragazzi dell’universo alternativo di conseguenza aveva subito capito di non esistere in quell’universo, arrivando alla conclusione che non era necessario il suo intervento e che avrebbe lasciato tutto nelle mani di Kidou, nonostante fosse sparito da un po’ insieme alla sua controparte.

Purtroppo per gli altri però, Nosaka rimaneva un buon osservatore, quindi per quanto non partecipasse in modo attivo alla conversazione, tutti erano consapevoli della sua presenza e che se non se n’era andato subito ci doveva essere qualche motivo.

Si alzò in piedi, tenendo il cucchiaino sporco di gelato ancora in bocca "Non sei fra i presenti, eppure tuo fratello c’è e come hai detto tu ogni volta che ti guarda sembra sul punto di piangere, basta fare due più due per arrivare a una conclusione" ancora una volta, Nosaka spiazzò l’intera sala. "Io vado a dare una mano in cucina, se mi cercate sono lì" concluse, avviandosi insieme al suo migliore amico verso la suddetta sala.

Il piccolo Shawn, probabilmente stufo di trattenere quelle lacrime, scoppiò a piangere e fu costretto a raccontare anche lui del suo passato.

 

***

 

Ancor più di quella degli alieni, la confessione del ragazzo dai capelli argenteii sconvolse l’intera sala. Shirou fu quello che venne toccato maggiormente dalla questione, anche lui si era ritrovato a rivivere l’incidente, anche se al contrario di Hiroto lui ricordava tutto. Shirou ricordava benissimo la faccia dei suoi genitori poco prima di morire e anche quella di suo fratello, quando convinto che sarebbe morto, lo aveva spinto giù dall’auto per salvarlo. Shirou ricordava benissimo ciò che aveva provato quando un’ambulanza era venuta prendere suo fratello, solo lui perché per i genitori non c’erano più speranze. Atsuya era stato in coma per un intero mese, quando si era risvegliato Shirou ricordava benissimo la faccia che aveva fatto quando gli aveva dovuto confessare che avevano perso i loro genitori e che ora erano soli, abbandonati al proprio destino. 

Shirou si era ritrovato a singhiozzare tra le braccia di Gouenji durante il racconto di quella storia, sapere che c’era un universo in cui Atsuya non ce l’aveva fatta e che quella morte aveva causato talmente tanti problemi al se stesso di quell’universo lo aveva fatto crollare, era da tanto che non pianceva per quell’incidente e da poco aveva imparato a gestire gli attacchi di panico dovuti ai temporali o alle valanghe.

Atsuya invece era rimasto talmente  tanto sconvolto da quella confessione che non riusciva a piangere. Al contrario di suo fratello lui non ricordava niente dell’incidente, i dottori gli avevano detto che il trauma dovuto alla botta presa gli aveva causato la perdita della memoria dell’ultima settimana dall’accaduto. Certo, anche lui ricordava ciò che aveva provato quando gli era stato detto non solo che era stato in coma, ma anche che era appena diventato orfano, ricrdava le notti a piangere nel suo letto e i mesi prima di riuscire a toccare di nuovo un pallone, ma non poteva neanche lontanamente immaginare quello che stava provando Shirou in quel momento. Nella stanza invece un silenzio generale troneggiava, chi cercava di consolare i due fratelli, ma era finito per piangere a sua volta, come Aiko che ora stava piangendo sulle gambe del fidanzato o Endou, che cercava invanamente di nascondere le lacrime. Il Gouenji dell’altro universo invece abbracciava Shawn, nella speranza di riuscire a consolarlo un po’.

Atsuya rise a questa scena, alla fine le cose non erano poi così diverse, pensò.

L’atmosfera rimase tesa per un bel po’ dopo la fine del racconto, nessuno aveva veramente la forza per parlare dopo tante lacrime e probabilmente la situazione sarebbe andata così per un bel po’ di tempo se un ragazzo dai capelli rosa e la pelle notevolmente abbronzata non avesse deciso di rompere il silenzio.

"Ma visto che siamo in tema fratelli, il mio dubbio rimane uno: da quando il capitano ha una sorella?!" esclamò scatenando dei mormorii in tutta la stanza, effettivamente a tutti sarebbe piaciuto sapere perché Aiko non fosse in quell’universo, alla diretta interessata particolarmente.

"Uh, io non lo so. La mamma aveva detto che c’erano stati problemi nel periodo in cui è stata incinta di me, forse c’entra questo?" disse lei stessa, facendo spallucce. 

tutti, compreso endou, fissarono l’alterego di quest’ultimo, aspettando una risposta.

Lui iniziò a frugare nella sua memoria, nella speranza di trovare qualcosa di utile. Era stato anche per lui uno shock sapere di avere una sorella in quell’universo, gli sarebbe piaciuto molto averla anche nel suo mondo in realtà. Si ripeteva di scavare più affondo nella sua memoria, ma tutto sembrava vano, quando…

"Ce l’ho!" esclamò battendo i pugni sul tavolo di vetro, che per poco non si frantumò "Mamma non ne parla spesso, ma da piccolo mi aveva raccontato che poco dopo la mia nascita aveva avuto un’altra gravidanza, ma che non era andata a buon fine…"

La ragazza sbuffò "Uff, tutto qui? Se proprio devo essere morta anche io almeno avere una storia un po’ più avvincente" disse, rialzandosi per mettersi seduta in modo un po’ più composto.  "Un rapimento alieno mi sarebbe bastato eh. Che palle essere morte" concluse il suo ragionamento, facendo scoppiare in una sonora risata tutti i presenti.

Presi dal caos, Aiko ne approfittò per voltarsi verso Atsuya "Almeno siamo insieme anche in quell’universo, no?" chiese al suo ragazzo, che aveva ancora gli occhi lucidi per il precedente racconto. Lui però annuì, indossando il suo solito ghigno, prima di tirarla in un bacio, usando il casino come diversivo.

Peccato però che quel diversivo si interruppe di botto quando loro si avvicinarono, facendo così calare di nuovo il silenzio in quella stanza. Non c’erano mai stati così tanti attimi di silenzio nella villa, quel giorno doveva proprio essere qualche miracolo divino.

"ATSUYA STACCATI DA MIA SORELLA" fu l’ultima cosa che il rosato sentì prima di dover scappare nella sua camera 


***

 

Le ore seguenti passarono in tranquillità, tra una risata e l’altra il pomeriggio volò. Fu la volta dei più grandi di raccontare la loro storia, così costrinsero anche gli ultimi dispersi in spiaggia a tornare, non potevano raccontare niente senza il grande protagonista di questa storia: Asuto. I ragazzi rimasero a bocca aperta davanti al racconto del progetto Ares o di Orione,  furono talmente sorpresi dalle loro imprese con il pallone che insistettero per giocare una vera e propria partita inazuma japan vs inazuma japan! Nessuno ebbe la meglio alla fine, anche perché Nosaka, Asuto e i loro compagni si dovettero trattenere dall’usare e loro abilità al 100%, d’altronde si scambiavano pur sempre 2 anni, che nonostante sembrassero pochi erano tanti anni per chi aveva giocato intensivamente come loro. A risentire di questa penalità furono soprattutto Hiroto e Haizaki, quest’ultimo in particolare che non poté utilizzare la maggior parte delle tecniche pinguinomadi che Kidou gli aveva insegnato.

Parlando di Kidou, nessuno sapeva dove fosse finito. Lui e il se stesso dell’altro universo erano spariti già da un bel po’ di ore e questo stava iniziando ad irritare Fudou. Non aveva paura per la loro salute o altro, sapeva che erano da qualche parte a confabulare piani per la conquista del mondo o chissà cosa, ma perché dal loro fidanzamento, avvenuto poche settimane prima, non avevano ancora avuto modo di passare un’intera giornata insieme, sempre presi da feste, uscite o qualunque cosa il destino decidesse di mettergli per la strada. Da quando si erano conosciuti avevano avuto modo di conoscersi meglio è vero, così lui aveva capito di aver sviluppato una cotta per il rasta, ma mai erano riusciti a parlare un po’ più “intimamente”, c’era sempre stato quel filo di tensione che legava entrambi, avevano comunque due caratteri apparentemente incompatibili. Ma Fudou sapeva che Kidou riusciva a tirare fuori sempre il meglio di lui, per questo aveva bisogno di stare con lui e viceversa. In ogni caso però, Fudou non è una persona che rimugina troppo su una questione, infatti seppur dopo ore era riuscito a distrarsi, in parte anche grazie alla partita.

Quando tutti furono abbastanza stanchi da decidere di tornare dentro casa, dove gli aspettava una cena più che abbondante, preparata personalmente da tutti coloro che non avevano partecipato alla conversazione o alla partita, al di fuori di Nosaka che venne cacciato fuori dalla cucina poco dopo la sua entrata. 

A fine cena riuniti in salotto ognuno si mise a parlare del più e del meno, tutti con una sete di conoscenza alle stelle. C’era chi parlava con la propria controparte per saperne di più della loro vita, coppiette che si divertivano ad imbarazzare le controparti, come Shirou e Gouenji che da quando avevano visto Shawn e Axel imbarazzati non li avevano lasciati un secondo e chi si sfidava per dimostrare chi era il migliore.

Tatsuya e Midorikawa scoprirono che il loro legame non cambiava nell’altro universo, erano rimasti affiatati come lo erano nel loro mondo. Solo che, c’era una cosa che a Midorikawa proprio non andava giù:

"Ma come vi siete messi insieme solo una settimana fa?!" Esclamò incredulo "Come avete fatto a metterci così tanto tempo!" 

Tatsuya rise guardando il suo compagno balzare in piedi "Amore, ti ricordo che loro non sono noi, avranno avuto loro problemi, no?" disse accarezzandogli la schiena per farlo calmare.

Anche Xavier rise "Beh, non ha torto, potevamo darci una mossa in realtà…"

"Non è colpa mia se tu non davi nessun segnale per farmi capire che ricambiassi" borbottò il verde arrossendo, mentre nascondeva il viso sulle ginocchia.

"Tutta la questione degli alieni mi aveva destabilizzato e poi non ero certo che tu ricambiassi." 

"Beh, se siamo veramente controparti, alieni o non alieni, passavo i miei pomeriggi a fissarti all’orfanotrofio, quindi…" si intromise Midorikawa, facendo rimanere a bocca aperta Xavier mentre Tatsuya, che già aveva ricevuto questa confessione, se la rideva.

"Siamo un po’ ciechi, che ci vuoi fare?" si giustificò, asciugando una lacrima per le troppe risate, non aveva mai pensato a quanto potesse essere stato ridicolo per lui nascondere la cotta per Midorikawa per talmente tanto tempo.

"Oh puoi dirlo forte" rispose il fidanzato, dandogli uno schiaffetto sul braccio. In contemporanea con Jordan si alzò e facendo un grosso sorriso esclamarono insieme:

"Beh, meglio tardi che mai!"

I due Tatsuya i si guardarono inquietati da quella scenetta, certe cose non sarebbero cambiate neanche in un altro universo.

Dall’altra parte della stanza invece c’era chi stava avendo discussioni ben più importanti con la propria controparte. 

Endou stava discutendo già da mezz’ora con Mark su quale secondo loro fosse il pallone migliore da usare.

"Ti dico che il cuoio è migliore, fidati!"

"secondo me viene meglio con il materiale sintetico, invece."

Chi altro invece, come Fudou assistito da Aiko, aveva conversazioni un po’ diverse.

"Sono sempre così Aiko?"

"Purtroppo"

"Cazzo che stronzo che è"

"Fudou, guarda che lui è te"

"Lo so! E’ questo il punto, sono fierissimo di lui!"

"Tks, chi ti credi di essere per dire queste cose di me?"

"Sono tutti e due irrecuperabili…"

Chi altro invece si era già da tempo appartato con il proprio compagno da tempo, o almeno così si pensava perché nessuno vedeva più in giro Nosaka e Anna, Hikaru e Froy o Hiroto e Haizaki, forse era più probabile che quest’ultimi si stessero cercando di uccidere a vicenda da qualche parte della casa, ma nessuno se ne preoccupava.

Insomma, erano riusciti a sciogliere finalmente la tensione iniziale e ora tutto sembrava andare per il meglio, anche se tutti sapevano che prima o poi avrebbero dovuto mettere fine a tutto.

Di questo fu fatto una certezza quando i due Kidou entrarono finalmente nella stanza. Il più grande, prima di raggiungere il suo alterego, passò vicino a Fudou, per lasciargli un veloce bacio sulle labbra "scusami" sussurrò.

"Ascoltate, gente" disse una volta arrivato al centro della stanza "Oggi, il me dell’altro universo mi ha rintracciato e mi ha spiegato la situazione, per quanto incredulo ho dovuto aiutarlo. Sono sparito tutto il giorno, ma ora finalmente siamo riusciti a trovare un modo per staccare i due universi"

Jude si fece avanti, mettendo un pallone al centro della stanza "Dopo ore di ricerca e di prove siamo riusciti a ricreare la tecnica che usava quel ragazzo, tramite quella e Mark dovremmo riuscire a tornare di nuovo nel nostro mondo."


***

Alla fine non ci furono troppe complicazioni per il ritorno al loro universo, Kidou ha eseguito la tecnica alla perfezione e l’altro Endou l’aveva parata allo stesso modo. I ragazzi dopo un veloce saluto furono avvolti da una luce troppo intensa per i loro occhi e poi erano spariti. Kidou era certo che ora si trovassero di nuovo sulla loro terra, non aveva sbagliato un calcolo e con l’aiuto qua e là di Nosaka e Hikaru dovrebbe essere tutto giusto, in ogni caso era una tecnica che distorce gli universi, quindi se non avessero beccato la terra si sarebbero trovati in un altro posto con un altro Kidou pronto ad aiutarli.

L’unica cosa che voleva dopo una giornata come quella era riposare, ma anche lui sapeva che dopo aver messo piede in camera i discorsi che avrebbe dovuto affrontare erano ben altri di “quale pigiama metto per dormire?”

Lui stesso era stato giù la maggior parte della giornata, odiava il fatto che la giornata che si era ripromesso di dedicare a lui e Fudou fosse volata via in quel modo, Fudou gli piaceva e anche tanto, quindi non voleva mandare tutto a quel paese solo per non avere tempo da dedicargli, lui lo avrebbe trovato a tutti i costi, d’altronde aveva ancora un’intera notte e un mese e mezzo davanti.

Girò piano la maniglia della porta e si decise ad entrare nella sua stanza, con sua grande sorpresa non trovò Fudou da nessuna parte.

Kidou si sedette sul letto, sospirando per l’esasperazione, forse lo aveva fatto arrabbiare. Aveva già iniziato a prepararsi tutto il discorso da fargli per scusarsi, quando sentì la porta aprirsi e balzò in piedi.

Kidou però rimase sorpreso di quello che si ritrovò davanti: Fudou non era arrabbiato, non gli urlava contro e non si era portato dietro nessun macete per ucciderlo, anzi, aveva un piatto incartato in mano e glielo stava … porgendo?

Lui lo guardò interrogativo e prima ancora che potesse chiedere Fudou lo anticipò:

"Non sei stato a cena, pensavo che ti avrebbe fatto piacere però avere almeno un pezzo di torta, così te l’ho fatto mettere da parte" mentre parlava Fudou era arrossito, aveva distolto lo sguardo dal suo per l’imbarazzo e si grattava la nuca. Per Kidou era semplicemente adorabile.

"Quindi non sei arrabbiato con me?" chiese Kidou

"Oh sì che lo sono e stasera ti dovrai far perdonare, ma intanto mangia questo dolce prima che me ne penta e lo riporti indietro."

Kidou non avrebbe mai ammesso che era grato al destino per avergli fatto passare quella giornata lontano dal suo ragazzo, perché ora si sentiva in un sogno. 

Sorrise e lo baciò.


***

 

nel frattempo in un altra camera…

 

"Oh no, Hiroto, Haizaki. Ve lo sognate! Voi stasera dormite nel salotto perché io ho bisogno di del fottutissimo spazio in cui sfogarmi insieme alla mia ragazza e non sarete voi o le pareti di cartongesso a impedirmelo!"

"Ok, ma ci devi pagare"

"..."

"In caso contrari-"

"Ok! Ok! Quanto volete?!"
 

NOTE DELL'AUTRICE
Hey! Inauguro al meglio il mio "debutto" su efp con questa storia fatta male e poco cringe, ma hey! dovevo scirvere qualcosa sul mio comfort anime: inazuma eleven, in tutte le sue serie.
In futuro magari vi darò dimostrazione del fatto che so scrivere cose serie e anche fatte meglio, ma alla fine questa è solo una delle mie malsane idee della mattina, scritta fra una lezione e l'altra in un triste momento di noia di una positiva in quarantena. Spero di essere riuscita nel mio intento di strapparvi un sorriso, in caso contrario mi dispiace tanto, spero di riuscirci in futuro <3
Alla prossima!

 
   
 
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