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Autore: Inquisitor95    10/03/2022    0 recensioni
Anno Stellare 2110
L'umanità ha finalmente sviluppato tecnologie per compiere il viaggio e l'esplorazione nel Sistema Sol fino ad esplorarlo completamente. Il grande Richard King dopo anni di studio è finalmente riuscito nel suo sogno: creare un'Arca con la quale cinquemila Passeggeri potranno raggiungere il sistema più vicino a quello nativo per poter cercare nuovi mondi abitabili. Tra questi coloni, suo figlio Raider parte colmo di speranze cercando di costruirsi una nuova vita. Tuttavia, quello che Raider scoprirà al suo risveglio lo lascerà senza fiato e confuso: il viaggio tra i sistemi doveva durare sette lunghi anni. Ma quando il giovane soldato apre gli occhi si trova sotto le cure di una donna aliena e scoprirà che è rimasto nel criosonno per ben trent'anni. Raider si trova quindi in un sistema nel quale l'umanità è ha raggiunto dei traguardi.
Genere: Azione, Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Quarantuno
Oscurità contro fuoco
 
 
 
 
 
 
 
 
Settore Ponente
Carnan – Tempio dell’Orbe
 
 All’interno del teatro Raider non riusciva a vedere più dove si trovasse il suo alleato e i suoi nemici con l’eccezione dell’Artificiere: Venberg sembrava essere stato investito dall’onda esplosiva d’acqua che aveva spento tutte le fiamme del tempio e il luogo era immerso nelle ombre e illuminato dalla debole luce che filtrava dal soffitto a causa del crollo di prima che aveva danneggiato la struttura.
“Pare che il vostro giocattolo sia stato messo fuori uso. Adesso dovrebbe essere un combattimento alla pari, non credi?” chiese Raider una volta che si fu reso conto del buon operato dei suoi alleati: aveva perso la pistola tra le macerie e non poteva permettersi di cercarla, doveva fare affidamento sui suoi poteri.  
L’omone osservò il suo nemico con superiorità, come aveva fatto fino a quel momento. I suoi occhi grigiastri erano carichi di una luce malvagia. “Disprezzi la nostra opera. Ma la Orbe è in mano nostra. I tuoi amici non possono fare nulla per fermarci. E tu sarai il primo di loro a cadere!” disse minacciosamente, poi si mise in posa da battaglia avvicinando le mani al volto.
L’Artificiere aprì le labbra e da esse venne generata una fiammata che danzò attraverso la pietra del tempio fino a raggiungere Raider: il ragazzo si tenne pronto e scattò lateralmente in modo da evitarlo, il raggio di fuoco colpì la venatura ormai spenta e più simile ad una radice rinsecchita che prese fuoco.
“Si è esaurita del tutto.” Si disse Raider mentre balzava a lato, preparò i suoi colpi concentrando l’energia oscura in dardi che direzionò contro il nemico: essi volarono fino ad impattare contro la sua armatura.
L’energia oscura si dissolse in fumo e nient’altro. Tra le risate dell’Artificiere, egli spostò la fiammata che stava producendo muovendosi alla ricerca del soldato. Raider concentrò le forze tutte intorno a sé in modo da sollevarsi e darsi lo slancio per raggiungere nuovamente gli spalti trovandosi al piano superiore.
“Ti diverti a saltare di qua e di là? Posso andare avanti tutto il giorno e prendere a fuoco l’intero pianeta.” Disse l’Artificiere che nonostante avesse perso il casco, non sembrava minimamente infastidito dalla presenza delle polveri nell’aria e respirava tranquillamente, Raider giunse presto alla conclusione che il suo impianto lo stava aiutando.
“D’altronde nei suoi polmoni avviene la produzione di fuoco, quindi respirare i solfati del pianeta non lo danneggia. Ma dev'esserci un modo per penetrare la sua armatura.” Si disse Raider, non aveva ancora una risposta ma quello di cui era certo era che il tempio era un luogo troppo angusto in cui combattere e le fiamme lo avrebbero inghiottito ancora prima di avere una soluzione al problema.
“Mi sto solo riscaldando. Non preoccuparti!” disse sarcasticamente rispondendo alla provocazione del suo nemico; si voltò alla propria sinistra dove le macerie riposavano sugli spalti. Concentrò la propria energia attorno ad esse così da sollevarle in aria.
I muscoli di Raider bruciarono visto l’eccessivo peso ma ne ebbe il pieno controllo: si voltò contro il suo nemico e glieli lanciò addosso urlando per lo sforzo. Ma l’Artificiere sembrava preparato anche a quello: dalla bocca dell’uomo le fiamme inghiottirono le pietre più piccole disciogliendole mentre quelle più grandi si carbonizzarono e sgretolarono a tal punto che quando colpirono l’uomo furono appena sufficienti per fermare l’attacco.
Raider sfruttò quel momento per utilizzare la propria energia per avvolgere l’Artificiere in modo da sollevarlo, avvertì la stretta delle sue mani sull’armatura fredda e resistente e cercò di schiacciarlo con tutta la forza che aveva ma quella non sembrava cedere.
“Credevi che ti avrei affrontato con quei giocattoli che ci rifila la OST? La mia armatura è forgiata dagli obakon che ho schiavizzato con i materiali più durevoli di tutto il Sistema Bael. I tuoi trucchi di magia non funzionano con me!” urlò Venberg sogghignando freddamente. A quel punto tornò a fare fuoco e fiamme in tutta la sala costringendo ancora una volta il soldato alla ritirata attraverso le scalinate.
“Maledizione. Non funziona.” Si disse Raider avendo trovato un nuovo riparo, non c’era abbastanza spazio per continuare a lottare e le fiamme stavano risalendo lentamente. Il fuoco danzava di vita propria inghiottendo tutto quello che c’era nel teatro.
“Forse un modo ci sarebbe!” si disse ancora il soldato, i suoi occhi erano rivolti al tetto di pietra che in più punti sembrava cedere sotto il peso dell’astronave nemica, gli ancoraggi avevano danneggiato il soffitto che grazie al terremoto di prima poteva fungere da ausilio.
“Ehi. Perché non chiudi quella dannata bocca e ti mangi un po’ di pietre!” urlò il ragazzo così da farsi sentire dal nemico per essere localizzato. L’Artificiere interruppe il suo attacco e per un breve istante cessarono le fiamme: Raider sfruttò quell’occasione per il suo piano.
Con tutta la sua forza impattò contro il tetto del tempio penetrando le crepe con l’energia scaturita dalla materia, sentiva le sue dita allungarsi e insidiarsi nel soffitto, i suoi pugni erano stretti e quando li aprì avvertì l’esplosione energetica liberarsi.
Ci fu una serie di tonfi ed infine il tetto esplose come se fosse stata usata una bomba: grosse macerie crollarono al centro della sala, tutto il tempio cominciò a tremare e le pareti caddero una dopo l’altra destabilizzando il terreno. Venberg aveva alzato la mano verso il cielo prima di essere inghiottito dal soffitto per poi scomparire sotto il peso di esso. Presumibilmente morto.
Raider ebbe un breve momento di pace, sentendo le sue forze quasi allo sfinimento: guardò le pareti che lente si accartocciavano come fogli di carta, poi una mano lo risvegliò dal suo stato di pietrificazione e vide gli occhi scuri di Hunter davanti al viso.
“Dobbiamo scappare prima di morirci! Seguimi, presto!” urlò il pirata, non ci fu occasione per Raider di dirgli quanto fosse sollevato di rivederlo. Si affidò semplicemente a lui per fuggire attraverso uno dei corridoi che portavano verso una parte del tempio ancora integra.
Hunter lo aveva preso per la mano, stringendo le sue dita attorno ad essa e trascinando il giovane all’esterno una volta raggiunto il colonnato. Tutta la struttura collassò su sé stessa rivelando la grande nave sferica della Lega in cielo e i suoi ancoraggi che si stavano ritraendo. I motori si erano attivati impedendone il collasso.
Quando Raider e Hunter si fermarono fuori dalla struttura, i due si guardarono per un lungo istante prima che il soldato allargasse le braccia gettandole attorno al pirata; lo strinse più forte che poteva avendo paura che fosse un’illusione, ma il suo tocco era reale.
“Temevo che ti fosse successo qualcosa!” disse semplicemente il giovane soldato, sciolse l’abbraccio restando comunque legato ad Hunter che lo fissava con un sorriso divertito. L’altro alzò quindi la mano poggiandola sul casco di Raider come per accarezzargli il volto.
“Ho inseguito tuo fratello e Lady Shadow. Ma li ho persi di vista e sono venuto a cercarti. Scusami se ti ho fatto preoccupare.” Disse lui con un leggero ghigno, poi si avvicinò a Raider inclinando la testa verso il basso e toccando col vetro del casco quello dell’altro.
Raider stava per ringraziarlo quando dalle macerie del tempio comparvero altre due figure, il soldato sciolse quell’abbraccio vedendo che Ryan e Lady Shadow erano ancora vivi. Suo fratello aveva tra le mani un oggetto somigliante ad una sfera di pietra decorata.
“Che immagine toccante. Vedere le vostre aure così innamorate… mi fa sciogliere il cuore. Mi spiace deludervi, ma è tempo per noi di lasciare questo posto infernale.” Disse Lady Shadow sogghignando, aveva un sorriso vittorioso sul volto, troppo sicura di sé.
Raider sentiva il bisogno di strapparle quel ghigno dalla faccia con le unghie delle mani se fosse stato necessario. Attraverso il vetro protettivo del casco della donna poteva vedere la sua espressione di gloria; strinse quindi i pugni evocando i propri poteri.
“Se non te ne sei accorta siete rimasti solo in due. Le forze armate del nostro esercito stanno arrivando e i vostri droidi verranno spazzati via…e poi non siamo mica soli!” disse Raider che in quel momento aveva adocchiato altre tre figure avvicinarsi alla zona del combattimento finale.
Allyson guidava il trio e subito dietro di lei c’erano Seeryn e Kellan. I cinque membri del gruppo si scambiarono un cenno di intesa, avevano circondato i nemici superstiti pronti per combatterli quando la terra continuò ancora a tremare con forza.
“Che succede…?” si chiese Raider, la risposta venne subito dopo qualche istante quando il tempio esplose in un tornado di fuoco, una colonna che si levò fino al cielo per poi svanire così com’era venuta. 
Le macerie esplose del tempio si erano sollevate per diversi chilometri in aria per poi cadere ancora una volta verso tutti loro, la scena avvenne rapidamente: Allyson si voltò verso Seeryn e la donna eteren si sporse di pochi passi in avanti, allungò una mano verso il cielo ed evocò la sua barriera protettiva usando il suo Dono.
I resti del tempio impattarono contro la barriera appena evocata infrangendosi e trasformandosi in cenere che scivolò via fino a che il pericolo non fu scampato. Ancora una volta le fiamme si levarono dal centro del tempio come lo sputò di un drago. Raider le osservò vedendo che avevano assunto una forma che sembrava viva e al centro di esse vi era una persona: Michael Venberg era tra di esse e guardava la scena in basso con l’aria furiosa.
“Pensavi di esserti liberato di me, Raider King? Non ti lascerò scappare, dovessi dare fuoco a tutto il pianeta fin da dentro il suo nucleo, ho detto!” ripeté l’Artificiere con tutto il fiato che aveva in gola, l’eco della sua voce sembrava grottesco ed era offuscato dal suono delle fiamme che ardevano sempre più in alto nel cielo.
La forma delle fiamme che avevano accerchiato l’Artificiere era somigliante ad un enorme uccello, con le ali che sembravano un prolungo delle braccia dell’omone e la grande testa allungata in cima a tutto il resto. L’enorme Fenice evocata spalancò completamente le sue ali facendo piovere del fuoco sull’area del tempio.
Il gruppo dovette disperdersi ancora per evitare di essere colpiti, Raider si separò da Hunter per ritrovarsi nascosto insieme ad Allyson mentre Seeryn cercava di proteggere tutti dalla pioggia di fuoco. 
“Non penso di essermi esercitato abbastanza da affrontare quell’enorme bestia fiammeggiante. Che roba dovrebbe essere!?” urlò Raider cercando di farsi sentire dalla sua compagna. La soldatessa abbassò la testa di scatto, i capelli azzurri le ricaddero sul viso e poi una volta che la pioggia di fuoco ebbe termine si rialzò.
“Credo che definire cosa sia è l’ultimo dei nostri problemi. Dobbiamo impedire a Lady Shadow di portare sulla nave l’Orbe degli Spiriti o avranno un’arma potente e pericolosa.” disse Allyson con l’espressione agguerrita. Entrambi si sporsero oltre le rocce. 
Dal punto in cui si trovava, Raider non aveva più la visione della pericolosa donna e di suo fratello ma sentiva comunque i rumori della battaglia. C’era uno scontro a fuoco e pareva che i droidi li avessero trovati e circondati. Adesso erano in minoranza.
Un’altra pioggia di fuoco cadde sul campo di battaglia mentre il caos sembrava essersi scatenato tra le forze degli alleati e quelle del nemico. La grande Fenice rappresentava un ostacolo per le altre navi spaziali e il suo getto di fuoco aveva sfondato lo scafo di una nave facendola esplodere in aria pochi istanti dopo, con le urla dei soldati all’interno disperati per l’imminente impatto. 
Raider osservò la scena con lo stomaco che si contorse per la rabbia: doveva trovare un modo per fermarlo.
“Se non mi libero di Venberg finirà per ucciderci tutti. Le nostre forze, le nostre navi, verremo spazzati via.” Disse il giovane soldato facendo il punto della situazione alla sua amica, Allyson lo guardò ancora negli occhi e in qualche modo lui ebbe la risposta al problema. “Usa i tuoi poteri su di me per potenziarmi e potrò affrontarlo!” urlò.
L’espressione di Allyson era totalmente contrariata. 
“Non lo farò! Sai cos’è successo l’ultima volta, Raider. Ho quasi rischiato di ucciderti. Non sappiamo quanto dovresti spingerti in avanti per poter affrontare quel demone di fuoco!” disse la ragazza scuotendo il viso più volte, a quel punto Raider le si parò davanti restando al coperto dalle macerie e le mise le mani sulle spalle.
“Ho bisogno di te per affrontarlo. Non abbiamo altre possibilità. Devo essere disposto a tutto per fermarlo!” le disse Raider con lo sguardo fisso negli occhi ma lei continuava a scuotere il volto.
Un’altra pioggia di fuoco cadde dal cielo, stavolta i colpi arrivarono fino a dove si trovavano loro e furono costretti a fuggire. Trovato un nuovo riparo, Raider incrociò ancora lo sguardo della ragazza.
“Allyson!” la chiamò urlando.
“Va bene, hai ragione tu. È la nostra sola possibilità.” Disse in risposta. Ci fu un lungo istante di silenzio nel quale i due soldati si guardarono con intensa, poi la soldatessa alzò la mano.
I fili dorati del suo potere si mossero nell’aria come la tela di un ragno, avvolgendo completamente il giovane soldato, Raider si sentì carico di nuova potenza e si sentì invincibile: quella sensazione lo faceva sentire talmente tanto forte che gli pareva di poter controllare il pianeta stesso e i suoi effetti gravitazionali.
“Vedi di non farti uccidere!” disse lei con sarcasmo. 
“Vedi di fare lo stesso.” Le rispose lui con un ghigno, poi si separò dalla soldatessa sentendo l’energia materializzarsi tutta intorno a lui.
Raider tenne lo sguardo fisso contro il proprio avversario, la gigantesca Fenice che era levata in aria volteggiando nel cielo rosso di Carnan; un’altra pioggia di fuoco cadde materializzandosi dalle ali dell’enorme creatura mentre Venberg vi volteggiava dentro.
“Non sei il solo a giocare con i grandi poteri!” disse Raider, le sue parole non potevano essere udite dal pericoloso Artificiere che sembrava ignaro del potenziamento del soldato. “Sono pronto per affrontarlo.” Si disse ancora, un incoraggiamento che non ammetteva repliche nonostante il cuore gli battesse a mille.
Raider camminò lentamente cominciando a caricare l’energia oscura intorno alle sue mani e con essa si sollevò dal terreno come se salisse una scala invisibile che lo portava in alto. L’enorme massa di potere gravitazionale volteggiò tutta intorno a lui, convogliata attraverso le sue mani. Fu allora che urlò contro il suo nemico.
“Venberg! Sono qui se vuoi uccidermi. Facciamola finita!” 
Sentendosi chiamare, l’enorme Fenice si voltò verso il soldato che si trovava di fronte ad essa a distanza di alcuni chilometri. Entrambi erano sollevati in aria uno contro l’altro; poi la Fenice sprigionò un getto di fiamme che puntò contro il soldato.
Raider concentrò il suo potere avvicinandosi le mani al petto, poi quando lo sentì sotto il pieno controllo, lo rilasciò spingendolo in avanti: un raggio di oscurità pari a quello di fiamme della Fenice volò nel cielo scontrandosi contro l’attacco del nemico. Ci fu una grande esplosione e un’onda d’urto che fece tremare il pianeta.
“Non puoi battermi, Raider. Smettila di lottare e muori come l’eroe che fingi di essere!” urlò l’Artificiere, la sua voce tuonava nelle orecchie del soldato come se fosse accanto a lui, ma il ragazzo non aveva intenzione di cedere a quelle intimidazioni.
“Ti sbagli, io posso batterti adesso.” Gli rispose Raider.
Spinse i suoi poteri oltre il limite come aveva già fatto su Frelm, avvertì tutta l’energia oscura unirsi al fuoco nel punto in cui i due grandi raggi convergevano e lo trasformarono: le fiamme parvero estinguersi permettendo al raggio oscuro di avanzare rapidamente contro il nemico finché non gli fu sempre più vicino.
A quel punto Raider allargò le braccia facendo esplodere il raggio energetico e modellandolo tutto intorno alla Fenice: l’omone venne avvolto dalla materia oscura generata dai poteri di Raider rinchiudendolo in una bolla di tenebra, il soldato strinse la morsa intorno all’armatura disintegrandola lentamente.
“Non può resistermi!” si disse il soldato, digrignò i denti sentendo il sapore del sangue sulla sua bocca, avvertendo la testa esplodergli per il potere che stava controllando. Rivoli di sangue gli fuoriuscirono dal naso e dalle orecchie, pareva che bruciasse. “Dovessi anche morire. Ti porterò con me.” Si ripeteva ancora e ancora.
La bolla di energia oscura aveva completamente avvolto il suo nemico e questo aveva consumato tutto l’ossigeno intorno a Venberg: le fiamme si estinsero spegnendo la Fenice mentre l’omone stava cominciando a boccheggiare in assenza di aria da respirare.
Poi i suoi poteri si interruppero bruscamente. Raider sentì un dolore lancinante al petto, come se lo avessero trapassato con un colpo al cuore. Il ragazzo perse il controllo dei suoi poteri e si ritrovò a cadere in aria lentamente verso il pianeta a causa della gravità di Carnan.
Raider respirò più che poteva per sopperire la fatica mentre gattonava cercando di trovare un minimo di forza per mettersi in piedi ma senza riuscirci.
“Cosa sta succedendo…?” si chiese il giovane soldato alzando lo sguardo giusto in tempo per poterlo vedere con i suoi occhi: il petto di Allyson trapassato da una lama e la vita che le si spegneva lentamente sul viso mentre con le sue labbra balbettavano in cerca di aiuto.
 
  
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