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Autore: Ice_Angel    05/09/2009    5 recensioni
Il suono dei suoi passi ritmici si diffondeva per la scuola.
Un suono strisciato che ricadeva sul pavimento di parquet chiaro e seguiva una musica tanto alta da essere riconoscibile “Candy Shop” 50 Cent.
Seguì la melodia fino alla porta.
Tom incuriosito si avvicinò alla sala di Hip Pop. E lì la vede la prima volta.
Genere: Commedia, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1° Capitolo











-Scappa,scappa!-
Le urla divertite di un ragazzo echeggiarono nell’aria seguita da altre risate.
Si guardò indietro e vide la polizia inseguirli.
La cosa la eccitava all’inverosimile.
Il pericolo.
Il suo pane quotidiano.
Ridendo lei e altri tre o quattro ragazzi della Crow svoltarono l’angolo scappando miracolosamente da quell’angente.
Si spiaccicarono contro il muro zittendosi mentre gli angenti si guardavano in cerca dei loro volti.
Trattenne un sorrisetto.
Si accucciò sulla spalla di una sua amica sorridendo.
Quando il pericolo fu lontano scoppiarono a ridere tutti insieme.
-cazzo!l’hai vista la sua faccia?-
-come no!- Karola si resse la pancia per il troppo ridere.
-Nihal sei un mito!- un ragazzo le diede il cinque.
-beh modestamente lo so!- rise di guasto sventolando i capelli neri.




Scosse la testa allontanando quei pensieri.
Era lontana ormai dai qui giorni…tanto lontana da non ricordarsi nemmeno quello strano senso di appagamento che provava quando era con quegli scalmanati.
Si tirò su la tracolla e si appoggiò all’utilitaria dell’assistente sociale.
Sbuffò appena guardando quell’enorme enorme edificio.
Nihal non apparteneva a quel mondo.
A quelle sale con lo stereo ultimo modello,alle calza maglie, al tutu,al body,alle punte di gesso che spezzavano le dita,alla disciplina.
Lei apparteneva alla strada.
Alla polvere,alla musica improvvisata,al vero divertimento di muovere i piedi a ritmo di chi sa quela canzone.
-è inutile che sbuffi!- Katia ,l’assistente sociale,proprio non la sopportava.
Nihal era una ragazza troppo ribelle da gestire,troppo impertinente per poterle volere bene,troppo violenta da controllare.
Era un guscio di marmo che non si scalfiva facilmente. Impenetrabile come una rocca forte.
Fece roteare gli occhi ghiaccio.
-neanche questo posso fare?- domandò sarcastica per poi liquidare l’assistente con un verso di dissenso.
Quella scosse la testa infastidita da quell’atteggiamento spocchioso e irrispettoso.
Però dovette cedere –devi andare in segreteria e chiedere di tua cugina…ti ricordi il suo nome?-
Nihal scosse la testa –che vuoi che ne sappia,saranno 16 anni che non la vedo-
-ma se tu ne hai appena 18…-
-appunto!- rispose secca la ragazza –è un’eternità che non la vedo-
Katia sospirò –si chiama Ginevra e il cognome è lo stesso tuo!-
La morettina annuì –ok vecchia- ed si girò incamminandosi verso la porta della sua nuova scuola.
La porta che l’avrebbe trasportata nella sua nuova vita.



-ehi guarda quella- una ragazza si girò avvertita dall’amica.
Scoppiarono tutte e due a ridere quando videro arrivare quella strana ragazza.
I capelli neri lisci cadevano sulle spalle scoperte dal top nero aderente che mettevano in risalto le sue forme minute ma sinuose, una striscia di pelle ben visibile sotto l’ombelico che il jeans XXL non erano riusciti a reggere.
Infatti erano molto calati e si vedevano gli slip di microfibra neri,una cinta borchiata reggeva i pantaloni esageratamente larghi per lei.
Aveva anche delle bretelle che cadevano dietro incrociandosi.
L’incedere lento e sicuro nelle sue etnies nere e bianche.
Passandole le fulminò.
E i mormorii si fecero più insistenti come se in quella scuola non si parlasse d’altro.
Della nuova arrivata con un nome strano.
Aprì bruscamente la porta della segreteria e si avvicinò alla donna dietro l’alta scrivania.
Come si aspettava la guardò dall’alto verso il basso schifata.
Nihal non ci fece caso e fece un sorriso talmente falso da fratturarle la mascella –mi chiamo Nihal Silver-
La donna,dopo la radiografia controllò alcune carte e poi con aria superiore la guardò –l’aspettavamo 20 minuti fa-
Nihal fece roteare gli occhi –imprevisti!- rispose laconica.
La donna sospirò e posò sul tavolo un modulo –deve firmare qui per l’ammissione-
Nihal sorrise sghemba e firmò la carta poi guardò dritto negli occhi la donna.
-beh che c’è?- chiese la donna infastidita.
-mi può dire dove si trova mia cugina- rimurginò nella sua testa il suo nome –G…Ginevra Silver-
-ah la signorina Silver- sorrise la donna –si vede proprio che siete cugine- il sorriso morì,prese un foglio e sospirò –aula di canto-
Il tonfo di una porta risuonò per la piccola stanza.
-Bill!-tuonò la segretaria –sei ancora in ritardo!-
Nihal si girò verso la porta e vide un ragazzo alto e snello alla porta…le sembrò alquanto strano.
Rasta neri e bianchi che circondavano il suo viso dai tratti fini che quasi lo facevano sembrare una ragazza,pallido come un cencio e altrettanto magro. Portava sugli occhi una paio di occhiali a maschera neri che coprivano la vista dei suoi occhi. Era vestito semplicemente di nero,con un maglione nero e un jeans scuro retto da una cinta scura anch’essa e ai piedi un paio di stivali neri. La cosa che la impressionò di più era che quel ragazzo fosse lato quasi quanto la porta e che fosse così magro.
Tirò un calcio alla porta per chiuderla e poi si avvicinò –quel cagacazzo dei Potter non mi faceva venire-
La donna lo guardò con riproverò –il professor Potter è un docente qualificato Bill,non parlare di lui così-
Il moro sbuffò –sai quanto me ne frega se è qualificato o no…- si avvicinò a una scrivania –a proposito quanto finirà questa cazzo di punizione?-
Ancora una volta la segretaria lo rimproverò –hai preso a parlare come tuo fratello?-
Bill fece spallucce.
Nihal osservò quel ragazzo per un bel po’ di tempo.
Non sembrava un ragazzo di quella scuola ma doveva per forza frequentarla.
-pronto?- l’attenzione fu catturata dalla segretaria –certo subito-
La segretaria guardò Bill –Bill pensa tu alla nuova arrivata…io torno tra un po’!-
Bill annuì sommessamente.
Nihal vide la donna sparire impaziente.
-il professore di biologia si è liberato….va a scopare,ecco perché corre così-
Nihal si guardò intorno cercando di capire con chi stesse parlando il ragazzo strano.
-stai parlando come me?- Nihal si indicò.
-certo- rise piano –con chi altro…- si alzò da quella specie di scrivania e le si avvicinò.
Quando gli fu di fronte,Nihal si accorse di quanto fosse alto. Gli arrivava si e no al petto e per guardarlo negli occhi dovette alzare lo sguardo.
-Bill Kaulitz- li porse la mano.
Nihal la strinse e si accorse che le sue mani erano ben curate e le unghie smaltate di nero con un accurato freanch bianco.
-Nihal Silver- si presentò la mora.
-Nihal,che nome strano- sorrise Bill.
-è il nome di un personaggio di un libro che un’amica di mia madre aveva scritto- spiegò con orgoglio.
Di Nihal c’erano solo lei e il personaggio del libro.
Bill lasciò la presa –in che sezione stai?-
-ballo- Nihal lo guardò –a meno credo che mia cugina mi abbia inscritto al corso di ballo-
Bill sorrise –è indifferente Nihal,tanto comunque farei canto e recitazione-
-perché?-
-perché per esempio io canto ma ho due piedi sinistri e mi fanno fare comunque danza- le sorrise –ma ho rimediato facendo finta di fare un albero mentre le ballerine mi ballano intorno,faccio le facce da figo e il gioco è fatto!-
La ragazza rise,quel ragazzo le era già simpatico.
-perché lavori alla segreteria?- chiese Nihal avvicinandosi alla scrivania dove era lui nella ricerca degli orari del suo corso.
-perché a me a mio fratello piace metterci nei guai- tagliò corto –specialmente a lui-
Nihal sorrise.
Non sapeva perché ma se lo era immaginato.
-ECCOLO!- esclamò trionfante –se quella sottospecie di cozza avariata mettesse in ordine invece di fare sveltine a destra e a manca forse si capirebbe di più in questo postaccio- poi guardò fisso un punto indefinito davanti a se –cazzo,sto veramente parlando come Tom! Devo darmi una calmata-
Nihal trattenne una risata.
Bill le porse un foglio e le sorrise –scusa il linguaggio-
-stai tranquillo non mi scandalizzo mica- gli fece l’occhiolino.
-Detroit?-chiese Bill.
-no,New York- sorrise fiera Nihal –tu…Miami?-
Bill rise –no Magdeburg-
-e dov’è?-chiese la morettina.
-Germania- sorrise il rasta –Germania dell’Est per essere precisi!-
-tu non sei americano?-
-Nein- rispose Bill –ich bin Deuch-
Nihal alzò un sopracciglio e Bill rise –ho detto che sono tedesco-
-ahhhhhhhhhhh- la ragazza lo guardò intensamente –parli così bene l’inglese-
-anni e anni per impararlo- sorrise.
Nihal strinse il foglio –ora vado a cercare mia cugina…sai dov’è l’aula di canto?-
Bill sfoderò un sorriso logico –sono un cantante…allora è al terzo piano la trovi subito perché è la terza porta dopo le scale-
Nihal annuì –è stato un piacere-
Bill sorrise –anche per me Nihal dalla terra di New York- rise.
-hai letto il libro?- chiese.
-certo che si…- sorrise Bill –ci vediamo-
Nihal uscì con un sorriso.
Aveva trovato la prima ancora in quel porto nuovo.
>br>

ed eccomi qui con questa nuova storia,spero vi piaccia e che commenterete un bacio
vostra
Alexa

  
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