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Autore: Bodominjarvi    12/03/2022    1 recensioni
Ryan riflette sugli eventi della sua vita dopo aver iniziato ad ascoltare il suo cuore...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Retasu Midorikawa/Lory, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: non possiedo i personaggi, tutti i diritti vanno ai rispettivi proprietari.
 
Non ricordava come era successo e nemmeno quando, ma era davvero così; importante? Il rimuginare sugli eventi non era nel suo stile, eppure quando si trattava di lei tutto cambiava: il dover leggere tra le righe, tra gli sguardi, tra i silenzi e tra i sorrisi, tra parole non dette e pensieri celati, tutto per capirla, per conoscerla e alla fine per apprezzarla di più. Quell'esito d'altronde era stato inevitabile, la consapevolezza lo aveva colpito in pieno come un uragano e aveva fatto vacillare tutte le sue convinzioni di sempre. Era davvero convinto che Strawberry le piacesse, lo pensava sul serio. Il carattere esuberante e sbadato della rossa cozzava col suo essere metodico, preciso e riservato, eppure c'era qualcosa in lei che lo intrigava. Col tempo però aveva dovuto fare i conti con la realtà, ossia che il cuore della ragazza batteva unicamente per Mark e il suo sentimento veniva corrisposto a pieno, quindi si mise nell'ordine di idee di lasciare perdere, accontentandosi di una sincera amicizia e di stuzzicarla ad ogni occasione utile per puro divertimento. Forse era meglio così, non avrebbe funzionato, erano troppo diversi...Aveva imparato a volerle bene come amica e la volontà di proteggerla non mancava mai, dal momento che non passava giorno in cui si sentisse responsabile del suo destino e di quello delle sue quattro compagne. Si era accorto che il loro rapporto funzionava decisamente meglio così...Ma al contempo aveva realizzato anche un'altra cosa, se possibile ancora più spinosa da gestire.
 
~
 
La guerra contro gli alieni era finalmente terminata da diversi mesi e assieme a Kyle aveva seriamente preso in considerazione l'idea di tornare negli Stati Uniti per proseguire gli studi. Erano entrambi due menti sopraffine e avrebbero potuto intraprendere brillantemente qualsiasi tipo di carriera nonostante la loro giovane età, eppure non riusciva a convincersi del tutto. Strawberry aveva deciso di seguire Mark in Inghilterra, mostrando finalmente maturità e un atteggiamento propositivo verso lo studio, mentre le altre ragazze erano tornate alla vita di sempre. Mina era diventata una ballerina promettente e si esercitava tantissime ore ogni giorno, Pam aveva finalmente accettato una parte importante ed era volata a Los Angeles per girare un film, Puddy aveva i suoi fratellini a cui badare, ma si era comunque offerta di continuare a lavorare al caffè per un breve periodo per racimolare denaro e nessuno aveva avuto cuore di dirle di no, mentre Lory continuava i suoi studi e nel tempo libero si dedicava a confezionare pupazzi, diventando sempre più brava. Non riusciva davvero a convincersi sul da farsi, ma Kyle non lo forzava a prendere nessun tipo di decisione, al mattino sfornava dolci da vendere al caffè e al pomeriggio continuava a dedicarsi ai suoi studi e alle sue ricerche. Il suo futuro dipendeva unicamente da lui e c'era qualcosa che lo tratteneva, o meglio, qualcuno.
 
~
 
Era tutto così buffo...Lui era bellissimo, così esotico per il Giappone, con quegli occhi penetranti e turchesi, i capelli dal color grano, la pelle abbronzata e il corpo alto e muscoloso da surfista nelle spiagge californiane e ovunque andasse aveva sempre puntato lo sguardo di una manciata di ragazze che rimanevano a fissarlo imbambolate. Eppure nessuna di loro aveva mai attirato la sua attenzione, persino Megan, la compagna di classe di Strawberry si era invaghita di lui al punto di cucinargli dei manicaretti, ma lo aveva lasciato indifferente e l'aveva liquidata con quanto più tatto possibile. Era quasi arrivato a convincersi che il suo cuore non si sarebbe mai aperto per nessuna, non avrebbe mai più battuto come aveva fatto per la sua vecchia fiamma...Oh, quanto si sbagliava! Era sempre stato un tipo solitario, senza amici a parte Kyle, perennemente bullizzato a scuola e per giunta rimasto orfano dopo che un maledetto chimero aveva incendiato la casa dove si trovavano i suoi genitori. Pensava di non aver bisogno di niente e di nessuno per andare avanti per la sua strada, ma ben presto si era reso conto di essere in errore. Come si suol dire, le cose belle arrivano quando meno te lo aspetti e nel suo caso era stato proprio così, anche se gli era servito tempo per accorgersene e soprattutto per accettarlo.
 
"Davvero Ryan, quando è successo?"
 
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Forse proprio durante quella serata di gala che aveva organizzato lui stesso, chiamando appositamente una bravissima pianista d'oltreoceano, quando aveva indossato con grazia ed eleganza il principesco vestito azzurro chiaro che le aveva donato per l'occasione. Non sembrava nemmeno lei, i lunghi capelli verdi solitamente acconciati in trecce erano sciolti e le ricadevano come morbide onde del mare sulle spalle, adornati da un semplice fermaglio rosa che richiamava la collana. I guanti candidi lunghi quasi fino alle spalle le donavano un'aria ancora più raffinata e regale, ma quello che più lo colpì di lei quella sera erano gli occhi, che brillavano di meraviglia e stupore. Senza i soliti occhiali tondi il blu delle sue iridi era ancora più intenso, probabilmente grazie alle lenti a contatto, e rimase a contemplarle affascinato per qualche istante, senza farsi vedere. Quello sguardo era profondo come l'oceano e luminoso come la stella polare, quel sorriso seppur timido era sempre dolcissimo. Sembrava una vera e propria dea e non dava nemmeno l'idea di goffaggine come spesso accadeva normalmente. Era stupenda e sperò che quella visione potesse ripetersi in futuro.
 
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Forse qualche mese più tardi, quando aveva invitato l'intera squadra delle Mew Mew alla sua villa al mare per qualche giorno di meritato relax. Fu allora che scoprì che nonostante il suo DNA fosse fuso con quello di una neofocena non sapeva nuotare e che l'acqua la terrorizzava, eppure pur di difendere una bimbetta conosciuta sulla spiaggia aveva deciso di affrontare la sua paura verso il mare aperto e provare ad imparare. Si era spaventato a morte quando la vide tuffarsi dalla scogliera e avrebbe tanto voluto rimproverarla per il gesto sconsiderato e per la paura che lo aveva assalito, ma di fronte a quel sorriso mesto e innocente tutta la sua collera era scemata via. Il suo desiderio di aiutare la piccola Iruka a riconquistare la fiducia in sé stessa era così forte da averle fatto correre un rischio enorme e ancora una volta il suo lato così umano e compassionevole aveva avuto la meglio, a discapito di ogni buonsenso. Quella sera stessa l'aveva trovata seduta su un tronco ad osservare il mare, a cena non aveva toccato nulla di quelle pietanze squisite che Kyle aveva cucinato per loro, e quello sguardo sconsolato gli faceva male al cuore. Quando lo vide sussultò per la sorpresa, ma con un sorriso rassicurante le aveva domandato se quel posto le piacesse e come mai fosse così triste. Lei gli aveva risposto che non era riuscita ad aiutare la bambina e aveva addossato la colpa al suo carattere e alla sua scarsa determinazione. Pronunciò quelle parole con uno sconforto enorme nella voce e avrebbe tanto voluto stringerla a sé e dirle che non era vero nulla, eppure conoscendo la timidezza della ragazza non avrebbe mai azzardato un simile gesto, l'avrebbe messa sicuramente in imbarazzo e in quel momento non l'avrebbe certo aiutata. Quindi si limitò a constatare che il suo problema fosse semplicemente che non aveva abbastanza fiducia in sé stessa e di pensare positivo, di affrontare le sfide come se non le avesse già perse in partenza e di farsi coraggio, perché non avrebbe avuto nessun motivo per gettare la spugna. Mai nella sua vita aveva pronunciato parole con una tale dolcezza, voleva davvero confortarla e tirarle su il morale. E quando finalmente la vide emergere dall'acqua con una sontuosa coda da sirena dopo essersi gettata in mare senza paura per salvare la vita ai bambini, il cuore gli si riempì di orgoglio. Ce l'aveva fatta e lui era così fiero di lei...
 
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Che non sia stato quando aveva visto i suoi splendidi pupazzi in vendita al mercatino di beneficienza fuori dal caffè Mew, delle vere e proprie opere d'arte cedute per una cifra misera, perché a lei non interessava il guadagno, bensì il rendere felici gli altri. Le aveva fatto i complimenti per il lavoro incredibile che aveva svolto ed era rimasto oltremodo colpito quando di fronte al tradimento di Ayano che voleva prendersi tutti i meriti della creazione a quattro mani fatta con lei, comunque non si era arrabbiata, anzi...Le aveva preso le mani, dichiarando che lavorare con lei era stato divertente, istruttivo e l'unica cosa che davvero contava per lei era che la loro opera piacesse a quante più persone possibili.  
 
"È stata incredibile..." disse a Strawberry quando la informò che lei era al corrente della situazione. Lo pensava davvero, perché una simile purezza di animo era davvero un dono prezioso quanto rarissimo da trovare in una persona. E lui aveva un tesoro dal valore inestimabile proprio di fronte ai suoi occhi.
 
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No, probabilmente era stato durante quell'uscita in barca per cercare di intercettare gli alieni e mandare a monte i loro piani di distruzione prima che potessero fare danni. Si erano divisi su due motoscafi e lei era rimasta con lui mentre le sue compagne si erano tuffate in acqua per andare in avanscoperta. Il vento aveva cominciato a soffiare da ovest, il che presagiva l'arrivo imminente di un temporale.
 
"Lo zeffiro..." aveva sussurrato, aggiungendo poi che secondo alcune vecchie tradizioni delle quali le piaceva fidarsi, il vento di ponente oltre alla tempesta portasse con sé anche un soffio di felicità.
 
"Speriamo..." aveva risposto lui, prima che il caos scoppiasse e venissero attaccati dall'ennesimo chimero.

Non ricordava molto di quello che era accaduto in seguito, solo il freddo pungente dell'oceano in pieno inverno perforargli la pelle e i polmoni svuotarsi dell'ossigeno. L'ultima cosa che aveva visto era lei trasformata che cercava in ogni modo di raggiungerlo, lottando contro Pai senza esitazione. Era davvero convinto che la sua fine fosse ormai imminente, eppure sapeva che lei non l'avrebbe mai abbandonato.
 
"Aiutami..." aveva pensato prima di perdere i sensi.

E come in un bellissimo sogno una meravigliosa sirena smeraldina era accorsa per salvarlo, stringendo il suo corpo inerme al suo petto, prima di baciarlo teneramente.
 
"Vivi, ti prego...Non mi lasciare..." nella sua mente risuonò la sua dolcissima voce, mentre lo portava in salvo.
 
Quando rinvenne il sole stava tramontando, colorando il mare e l'orizzonte di un arancione vivace. La prima cosa che vide quando riaprì gli occhi erano gli smeraldi purissimi di lei che aveva come iridi, in mezzo ad un luccichio di lacrime che parevano perle di rugiada.

"Meno male Ryan, sono così contenta che tu stia bene..." gioì commossa, tenendogli le mani sulle spalle.

Presto vennero raggiunti dai loro compagni e l'atmosfera si distese notevolmente, eppure l'istante in cui si guardarono negli occhi l'avrebbe ricordato per sempre.

"Ti ringrazio, mi hai salvato la vita." le disse, col cuore colmo di gratitudine.
 
"Ma figurati, tu ora stai bene ed è ciò che conta..." rispose lei con la solita dolcezza.

Si sarebbe perso per tutta la vita a naufragare in quel gentile oceano di smeraldo...
 
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E non fu l'unica occasione nella quale lei gli salvò la vita. Nella baia, attaccati da chimeri pesci, non aveva esitato un solo istante a stringerlo tra le braccia e spiccare un balzo per portarlo in salvo dall'ondata anomala che stava per investirli. Così come nello scontro finale, lo aveva afferrato e portato via prima che lo stesso chimero che 5 anni prima aveva distrutto la sua famiglia e incendiato la sua casa potesse colpirlo...Rimase stupefatto dalla forza e dalla determinazione che metteva nell'attaccarlo, non sembrava nemmeno lei. Le parole che aveva rivolto a Pai, affermando fieramente che la loro missione era quella di proteggere la Terra e che non si sarebbero mai arrese lo avevano reso orgoglioso come non mai, e aveva dovuto controllarsi con tutto sé stesso per non commuoversi dinnanzi a quella maturità e quell'enorme cambiamento in positivo che aveva fatto. Piccola, dolce Mew Mew, quanto eri cresciuta! Quanto sembravi diversa pur rimanendo te stessa...
 
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Eppure lui sapeva chi era la vera lei, era quella ragazza timida che il giorno che avevano annunciato che il caffè avrebbe chiuso fino a data da destinarsi affinché potessero riposarsi, era comunque rimasta e gli aveva offerto la torta che aveva cucinato assieme a Kyle. Si era scusata come solito, giustificando la sua presenza semplicemente dicendo la verità ossia che non aveva impegni di fronte a quella vacanza forzata e che sarebbe stato un peccato che quel dolce venisse buttato dato che non sarebbero arrivati clienti a consumarlo. Le aveva sorriso bonariamente e accettato con piacere, così come aveva sorriso Kyle a vederli seduti assieme a mangiare in silenzio, godendosi l'uno il sorriso dell'altro.

"L'hai preparata tu?" le aveva chiesto.

Come al solito non si era presa i meriti, limitandosi ad affermare che aveva solo aiutato, ma non era così e lui lo sapeva...
 
"È squisita!" aveva affermato con delicatezza, perdendosi in quelle pozze color cobalto che tanto gli piacevano e in quel sorriso timido e irresistibile.
 
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Lei era tutto questo e molto di più e il pensiero di lasciare la terra del Sol Levante e di non rivederla più lo dilaniava dentro. Ma c'era un ma: lei non lo sapeva. Nessuno sapeva, o almeno così credeva. La sua corazza era impenetrabile per molti, così come i suoi silenzi e le sue alzate di spalle, ma non per l'assistente di suo padre che aveva capito tutto. Se solo Ryan avesse chiesto consiglio sarebbe stato ben lieto di aiutarlo, ma era conscio di quanto quell'eventualità fosse improbabile. Tuttavia non poteva più trattenersi dall' incoraggiarlo.
 
"Perché non ti butti?" gli aveva domandato un pomeriggio, dopo che l'aveva incontrata per caso fuori dalla biblioteca dove si rifugiava spesso per studiare.
 
Aveva colto benissimo il motivo dietro il suo sguardo cupo quando gli aveva raccontato l'accaduto e capito immediatamente a cosa si riferisse, ma ovviamente il biondo aveva deciso di lasciar perdere il discorso fin da subito.
 
"Non funzionerebbe..." aveva risposto chinando il capo, certo che lei meritasse di più di uno come lui.

Aveva bisogno di una persona solare al suo fianco, che potesse farla risplendere, anziché trascinarla nell'ombra, lui era solo un musone perennemente imbronciato e scontroso
 
"Non puoi sapere fintanto che non provi..." aveva risposto il moro, appoggiandogli una mano sulla spalla.

Lui sapeva una cosa di cui il giovane era all'oscuro, ma per rispetto non rivelò oltre, conscio che quelle poche e semplici parole sarebbero state sufficienti per instillargli il seme del dubbio e rivedere le sue decisioni.
 
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Sapeva di non esserle indifferente, ma d'altronde era certo che non ci potesse essere nulla di concreto. Lei era così timida e schiva, si imbarazzava facilmente per qualsiasi cosa ed era normale che un sorriso fosse sufficiente per farla arrossire. Sapeva che gli voleva bene, ma era altresì convinto di essere visto soltanto come un buon amico. Eppure quando lui era con lei riusciva ad essere sé stesso, quando lei era con lui i suoi demoni tacevano e le corde del suo cuore diventavano un'arpa che risuonava la musica più dolce e rassicurante che avesse mai udito. Era così semplice e genuina, un fiore che ancora doveva sbocciare del tutto, ma lui aveva già visto tutto il buono che c'era in lei e ne apprezzava ogni sfaccettatura. Tuttavia aveva lasciato che i giorni, poi le settimane e infine i mesi passassero, e che la distanza inevitabilmente si frapponesse tra loro due, nonostante vivessero nella stessa città. Non passava giorno nel quale non si domandasse come stesse e cosa stesse facendo, ma una vigliaccheria che non gli era mai appartenuta lo teneva imbrigliato alle sue convinzioni sbagliate.
 
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Se solo avesse saputo come stavano veramente le cose...Se solo fosse stato a conoscenza di cosa le passava veramente per la testa si sarebbe dato dello stupido nell' aver sprecato così tanto tempo. Perché durante i giorni di pioggia entrambi fissavano fuori dal vetro della propria stanza, cercandosi con lo sguardo a chilometri di distanza, entrambi ingenuamente convinti che dopo la pioggia sarebbe spuntato l'arcobaleno e come narra la leggenda alla fine di esso avrebbero trovato il tesoro più grande. Ma lei era troppo insicura, troppo remissiva per anche solo immaginare una cosa del genere, anzi, non voleva nemmeno farlo per proteggersi. Nonostante avesse una parola di conforto e di ottimismo per chiunque, dentro di sé un velo tetro di pessimismo e insicurezza continuava ad oscurarle lo sguardo come meccanismo di autodifesa contro le delusioni che potevano rivelarsi particolarmente cocenti e lui era da sempre la prima sulla lista. Sì aveva superato in fretta la cotta adolescenziale che aveva avuto per quel ragazzo conosciuto in biblioteca, ma con Ryan era tutto diverso. Era desiderio di proteggerlo, di rivelargli il più nobile e puro dei sentimenti, ma era conscia che tutto ciò non sarebbe mai accaduto. Persino immaginarlo diventava doloroso. Non si sarebbero mai appartenuti
 
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Poi durante l' estate la svolta. Kyle aveva deciso di riaprire il caffè per il periodo estivo, e Mina, Puddy e Lory erano ritornate a fare le cameriere. La prima per noia, anche se in realtà aveva sentito la mancanza di quel posto, le altre perché oltre ai bei ricordi legati a quel posto avrebbe fatto loro comodo del denaro in più. La ragazzina cinese aveva la sua famiglia di cui prendersi cura, mentre l' altra aveva deciso di mettere qualcosa da parte per acquistare libri di testo e magari organizzare una vacanza studio in futuro. Mancava quell'uragano che era Strawberry, anche se sarebbe tornata a breve assieme a Mark per passare le vacanze estive assieme alle proprie famiglie e la saggezza di Pam, che era sempre impegnata tra set e passerelle, ma le tre se la cavavano bene tutto sommato. Tuttavia c'era qualcosa di differente in una di loro...La ragazza dalla chioma verde era diversa: gli occhiali erano stati definitivamente abbandonati a favore delle lenti a contatto, i capelli le erano cresciuti ancora ed ora erano raccolti in un'unica treccia folta, il suo corpo era più formoso, ma allo stesso tempo meno goffo. Era letteralmente fiorita e se già prima la trovava bella, ora era semplicemente stupenda. Aveva constatato però che il suo meraviglioso carattere non era mutato di una virgola. Dio, quanto gli erano mancati quei sorrisi dolcissimi. Ma ancora si limitava a fissarla da lontano. Che codardo che era...
 
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La sua presenza lo faceva stare bene, eppure quando rimanevano soli l'imbarazzo solito permaneva. Lui perdeva tutta la sua spavalderia consueta, lei come al solito arrossiva e abbassava lo sguardo. Era un continuo giocare a uno, due, tre, stella, ogni volta che qualcuno muoveva un passo verso l'altro e questo lo notava, la situazione si paralizzava e lasciavano perdere. Per quanto ancora sarebbero andati avanti così. Giunse una sera in cui si era trattenuta al caffè più del solito, dopo una giornata di tremendo pienone. Era esausta, eppure non sarebbe andata via prima di aver rassettato l' intero locale. Ovviamente era rimasta sola, Mina aveva le prove per il saggio di danza e Puddy doveva preparare la cena per la sua famiglia, lei invece non aveva nessuno ad attenderla, visto che i suoi genitori erano andati in vacanza al mare e il suo fratellino era in trasferta con la sua squadra di calcio in un' altra regione. La osservava da lontano, mentre si dava da fare a lavare il pavimento, era una giornata caldissima e il sudore le imperlava la fronte nonostante l'aria condizionata.
 
"Posso aiutarti?" le domandò facendo il suo ingresso nella stanza.

"Cosa? Oh no, ti ringrazio, non mi manca molto..." replicò arrossendo.

"Insisto...In due faremo in un lampo e sono sicuro che hai di meglio da fare che passare la sera al caffè a pulire..."

"Bhe, veramente..." rispose titubante. "Non ho programmi. Andrei semplicemente a casa a leggere."

"Ma è sabato sera!"

Lei arrossì ulteriormente, facendo spallucce come per dire "non importa" Nonostante il cambiamento fisico notevole, ancora non aveva molti amici al di fuori delle sue ex compagne della squadra delle Mew Mew.

"Ti va se..." iniziò titubante "...Ecco...Ti va di andare a cena assieme? Poi magari beviamo qualcosa, o ci prendiamo un gelato. Che ne dici?"

Il silenzio calò pesantemente su di loro, mentre lei lo fissava coi suoi occhioni enormi e le guance color lampone. Non si sarebbe mai aspettata un invito del genere.

"Sul...Sul serio Ryan?" balbettò emozionata.

"Sì...Se vuoi ovviamente!" si affrettò ad aggiungere, arrossendo leggermente a sua volta, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni e mordendosi il labbro in preda al nervosismo.

Dannazione, stava facendo la figura dell'idiota.
 
"Certo! N-n-nessun problema!"

Aveva accettato. Il battito del suo cuore rallentò la sua corsa folle e tirò un sospiro di sollievo. Osservò mentre cercava di ricomporsi, quel colore acceso sulle sue gote di porcellana era semplicemente adorabile.
 
"Benissimo! Dai, sbrighiamoci, prima riprendiamo e prima finiamo."

Come aveva predetto il ragazzo, assieme ci misero pochissimo a finire di risistemare il locale e il loro weekend poté finalmente cominciare. Lasciò che rincasasse per lavarsi e cambiarsi e alle 20:00 puntale era sotto casa sua. Aveva scelto un ristorantino in riva al mare, un locale molto semplice e senza troppe pretese, ma dove sapeva si mangiasse divinamente e dopo cena si concedettero un bel gelato passeggiando in riva alla spiaggia. Superato l'imbarazzo iniziale la serata era passata in un lampo tra risate, spensieratezza e chiacchiere. Quanto si erano mancati a vicenda...E lei quanto era bella...
 
~
 
Dopo quella sera ne seguirono altre. Che fosse per un semplice gelato, una cenetta da qualche parte, una passeggiata, un incontro in biblioteca, o molto semplicemente lei si tratteneva al caffè oltre l'orario di chiusura e guardavano assieme un film nel salottino che avevano ricavato da una stanza nel piano interrato. Passavano sempre più tempo assieme senza nemmeno rendersene conto, mentre gli altri avevano notato l'intesa crescente tra i due. Gli unici che avevano ancora gli occhi bendati dalla paura di buttarsi erano proprio loro due: mai un gesto, né una parola di troppo, mai un azzardo, né un passo falso. Avevano entrambi così timore di sbagliare e di distruggere ciò che si era creato da rimanere volontariamente incastrati in quel limbo bizzarro senza mai osare nulla. Eppure lui era pericolosamente vicino al punto di non ritorno, l'averla costantemente accanto faceva aumentare in lui il desiderio di stringerla a sé e di saggiare quelle labbra sottili e sorridenti. Ma non poteva rischiare di rovinare tutto. Lei era diventata così brava a celare i suoi sentimenti reali da fargli credere che non provasse nessun interesse nei suoi confronti e che una volta rotto il ghiaccio iniziale lo vedesse solo come un buon amico. Il dolore che provava nel trattenersi iniziava a dilaniarlo dentro e sapeva che era ormai questione di tempo prima che l'inevitabile accadesse.
 
~

Era una sera come tante altre, lei si era trattenuta al caffè e stava preparando pop corn e spremuta per la serata. Aveva noleggiato la trilogia del Signore Degli Anelli che amavano entrambi e stava aspettando che Ryan rientrasse dalle commissioni che lo avevano tenuto impegnato tutto il giorno. In realtà aveva passato l'intero pomeriggio in spiaggia a meditare sul da farsi: non poteva più gestire una situazione del genere, quella sera le avrebbe parlato e avrebbe messo le cose in chiaro con lei. Non aveva senso per lui proseguire in quel modo, doveva giocarsi il tutto e per tutto. Naturalmente la paura di perderla lo divorava, avrebbe preferito rimanere in stallo a vita, piuttosto che passare un giorno senza di lei, ma ormai non riusciva più a trattenersi. E quando la raggiunse lei notò subito il suo nervosismo e il suo distacco: temette di aver fatto, o detto qualcosa di sbagliato, e nonostante il timore di indagare arrivò a domandargli cosa non andasse. Ryan la osservò, inchiodandola col suo sguardo celeste e facendola arrossire come solito. Era uno sguardo inquisitore e pietrificante, infatti non mosse un muscolo. Quella sera nella sua semplicità era particolarmente bella, indossava un vestito morbido color avorio che la faceva sembrare una dea...Non poteva più attendere

"Io..."

"Sì?"
 
"NON POSSO..." urlò d'un tratto, alzandosi e allontanandosi da lei.

"Ryan...Cosa non puoi? Non capisco!" replicò spaventata, facendosi piccola sul divano.

"Non...Non posso più andare avanti così...Io..."

Osservò fuori dalla minuscola finestra e constatò che era scoppiato il classico temporale estivo che sembrava spazzare via tutto quanto. Un lampo rischiarò la notte, seguito da un fragoroso rombo di tuono. Il meteo rispecchiava il suo tormento interiore, si sentiva in balia di una tempesta senza via di uscita. Sussultò quando sentì; che le aveva afferrato la mano, obbligandolo a voltarsi. Il suo volto era una maschera di preoccupazione e apprensione, lo sguardo interrogativo, la bocca leggermente aperta. Se finora gli era mancato il coraggio e gli sembrava di annegare, ecco finalmente la sua ancora di salvezza: le afferrò il polso e la attirò a sé, contemplandola in volto per un istante prima di baciarla con decisione. Il tempo sembrò fermarsi, lei era diventata una statua di ghiaccio, non riusciva a muoversi. A malincuore interruppe quel contatto così desiderato, pronto a fronteggiare le conseguenze delle sue azioni.

"Non posso più stare senza di te..." mormorò guardandola dritta negli occhi. 

"R-r-ryan..."balbettò senza fiato.

"Mi dispiace, non avrei dovuto. Ma aspettavo questo momento da troppo tempo ormai...Perdonami, per favore!"

La ragazza rimase ad osservarlo in silenzio, con gli occhi che cominciavano a riempirsi di lacrime. Per quanto tempo aveva aspettato, sognato quel momento...
 
"No, ti prego, non piangere, non..."

Ma non riuscì a terminare la frase perché; gli buttò le braccia al collo singhiozzando senza sosta, aggrappandosi come se da lui dipendesse la sua vita.

"T-t-u non s-s-sai...Non sai quanto...Io abbia desiderato questo momento...Ryan...Io..."

"Shhhhh..." la interruppe lui con un altro bacio che non ammetteva repliche.
 
~
 
E così cominciò la loro storia, un po' in sordina, ma ben presto fu sotto l'occhio di tutti. Giorno dopo giorno lei acquisiva un po' di fiducia in sé stessa e lui sorrideva sempre un po' di più. Entrambi si sentivano felici e in pace con loro stessi e col mondo che li circondava. Lei era un'inguaribile romantica e non mancava di viziarlo con semplici gesti affettuosi e mille attenzioni, lui era il suo cavaliere protettivo che non l'abbandonava un secondo. Ricordava ancora gli sguardi di stupore e invidia da parte delle compagne di lei che gli erano piovuti addosso quando era andato a prenderla a scuola, l'aveva salutata con un bacio tenero, cinto le spalle con il suo braccio muscoloso e l'aveva fatta salire in macchina. Ricordava il suo tremendo imbarazzo iniziale quando aveva conosciuto i suoi genitori, che però lo avevano accolto nella loro famiglia a braccia aperte come se fosse un figlio, scaldandogli il cuore e colmandolo di quell'affetto che non aveva più potuto ricevere dopo che i suoi genitori erano scomparsi. Erano lieti che rendesse felice la loro figliola e diedero la loro benedizione senza pensarci due volte, fiduciosi del buonsenso e della scelta della loro primogenita. Ricordava ogni singolo passo avanti nella loro relazione, dal presentarla come "la sua ragazza" al mondo intero, ai loro baci prima delicati e acerbi, poi sempre più spinti, fino alla loro prima volta. Lei come al solito era imbarazzatissima e nervosa, ma lui da vero gentiluomo aveva fatto di tutto per metterla al suo agio, riempendola di baci, carezze, complimenti e amandola con immensa tenerezza, senza riserve con tutto sé stesso. E fu proprio una notte dopo aver passato ore a fare l'amore, mai sazi l'uno dell'altro, che l'aveva guardata dritta negli occhi e le aveva finalmente pronunciato quelle due parole importanti che tanto sentiva di provare ma che fino ad allora non era ancora stato in grado di esternare.
 
"Ti amo..."

Lacrime di gioia le erano scese dagli occhi e le avevano rigato le guance, mentre lui le accarezzava dolcemente i capelli sparsi sul cuscino e la guardava come se fosse il gioiello più prezioso del mondo, come un cieco che vede la luce del sole per la prima volta.

"Ti amo anche io..."

Ormai viveva per lei.
 
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Lei, sua moglie. Lei, la madre di sua figlia. Lei, il suo angelo. Lei, sua per sempre. Lei, la sua dolce, piccola Lory...

 
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NDA: non avrei mai e poi mai immaginato che mi sarei ritrovata a scrivere una fanfiction sulle Mew Mew, ma complice la quarantena forzata causa Covid ho avuto modo di fare il rewatch completo dell'anime, da sempre uno dei miei cartoni preferiti, soprattutto in vista del reboot in uscita quest'estate. Sin da bambina Lory e Pam sono sempre stati i miei personaggi preferiti, soprattutto la prima con la quale mi identificavo molto per la timidezza e per il colore verde che mi piaceva tanto, e anche a distanza di tanti anni trovo che sia una figura estremamente interessante che sicuramente meritava più considerazione. L'evoluzione caratteriale che ha avuto è notevole e l'ho apprezzata particolarmente col senno di poi. Quanto a Ryan, beh...Anche lui è un personaggio che mi piaceva parecchio e non so perché; ma ho sempre visto bene con Lory un po' perché gli opposti si attraggono e un po' per gli atteggiamenti dolci che lui ha sempre avuto nei suoi confronti. Questa storia è praticamente nata e postata senza pensarci troppo, ho deciso di utilizzare i nomi in italiano anziché quelli originali per evitare di pasticciare con gli altri personaggi nominati nel racconto, non conoscendo i loro nomi originali come Iruka e Ayano. Inizialmente pensavo a suddividerla in più capitoli per approfondire i singoli passaggi, ma alla fine ho preferito racchiudere il tutto in una one shot, col finale improntato sul futuro. Purtroppo non ho molto tempo libero per scrivere e di storie in sospeso ne ho avute fin troppe, quindi preferirei evitare di cominciare qualcosa che non sono sicura di riuscire a portare avanti. Chissà, magari in futuro potrei scrivere altro... Spero che apprezzerete, buona lettura a tutti/e.

Ps: vi prego di perdonare eventuali incongruenze coi tempi verbali, sono il mio enorme cruccio e nonostante legga e rilegga, controlli e ricontrolli cento volte, alla fine c'è sempre qualcosa che mi sfugge.
  
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