Fiori di campo

Una casetta in campagna, con una vaschetta in pietra, piena di acqua fresca dove gli uccellini avrebbero potuto rinfrescarsi e rifocillarsi; un villaggio in prossimità dove lei sarebbe potuta andare a fare la spesa di prodotti locali – pane croccante, latte fresco, frutta di stagione che profumava ancora di sole, un mazzetto di fiori di campo da mettere in un vaso accanto alla finestra per accogliere il suo rientro con gioia affinché lui vedesse già da lontano, ancora prima di entrare in casa, i colori di cui si illuminava il suo volto nel vederlo rincasare.
«Mikasa, scappa!»
Due bambini, un maschio e una femmina, che giocavano spensierati all'aria aperta, un palloncino ciascuno, un pupazzetto di stoffa ciascuno, per sempre sorridenti; si rincorrevano mentre lei, per ingannare l'attesa del rientro di lui, leggeva un libro di cultura che le avevano spedito gli Azumabito sotto al sole che non scottava più la sua pelle chiara, l'odore dolce dell'estate che giungeva al suo termine e lasciava il posto al vento più pungente dell'autunno. Sorrise. Autunno significava mele cotte e vellutate di zucca; lui che andava a raccogliere la legna da ardere; trapunte rosse sul letto, rosse come la sciarpa avvolta al suo collo; lui che l'abbracciava fintamente controvoglia per riscaldarla di notte.
«Mikasa, combatti!»
Mikasa aprì gli occhi di scatto, annaspando come se stesse riemergendo da chissà quale abisso nascosto.
Non c'era nessuna casetta in campagna, nessun villaggio dove comprare latte fresco, nessun bambino sorridente ma, soprattutto, Eren non c'era più. Ella aveva vissuto e amato. Infelicemente amato, certo: ma si può veramente amare ed essere felici?
Il suo sguardo nebuloso, perso in ricordi che sembravano sovrapporsi con il presente e addirittura con il passato – perché forse quei ricordi non esistevano, erano solo frutto dei suoi desideri talmente reconditi e ardenti che avevano preso il sopravvento su di lei e sulle sue facoltà cognitive –, mise finalmente a fuoco una semplice tomba di pietra.
Si accorse immediatamente della consistenza fragile di qualcosa nella mano; quando la sollevò dinanzi agli occhi, si rese conto che aveva stretto fino a piegarlo un rametto di fiori di campo. La sua mente ci mise un poco a collegarlo con le azioni precedentemente compiute dal suo corpo ma alla fine ci riuscì: aveva raccolto il mazzetto lungo la strada verso la collina, scegliendo i fiori più belli con amorevole cura.
Li posò sul terreno dislivellato e restò lì. Nessuno le disse di combattere.

Lost in the fog, these hollow hills
Blood running hot, night chills
Without your love I'll be
So long and lost, are you missing me?
Is it too late to come on home?
Can the city forgive? I hear its sad song
Florence + The Machine - Long & Lost


N/D: flash triste e deprimente per festeggiare questa meravigliosa domenica di puntata lol grazie a _Valchiria_ per questa ossessione malsana, grazie. Spero si comprenda che, mentre Mikasa è immersa in un mondo suo – cosa che succede effettivamente nello spin-off "Lost girls" – sente le voci prima della mamma che le intima di scappare e poi di Eren che invece le intima di combattere. Ma sono solo impressioni. Alla fine non c'è nessuna voce che le parla. :( povero gabbiano, hai perduto la compagnaaa