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Autore: bella94    05/09/2009    4 recensioni
cosa succede quando Emma Watson, Ben Barnes, Robert Pattinson, Kristen Stewart & Kellan Lutz passano dei momenti 'strani' insieme?io l'ho scoperto per voi u.u
Genere: Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kellan Lutz, Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Titolo fiction: momenti di ordinaria follia
Titolo capitolo: Bin Bons, Spunk Ransom, e il colazionare insieme
Protagonisti: Bin Bons, Rob Pattz, Kstew, Mr Lutz, Emms Wats
Pov: Vari
Raiting: Arancione
Tipo di fiction: One shots, raccolta
Status: in scrittura
Capitoli: da decidere
Note dell'autore: oddio, sto impazzendo. Adesso dovrei fare la valigia per partire e invece sono quì a pubblicare ‘sta cosa sensa senso. Sarò breve: è una stronzata. E il linguaggio di questa prima shots è moooolto volgare, poichè dopo aver analizzato come parlano-si chiamano mio fratello e il suo best friend, ho pensato che sarebbe stato giusto far comportare così anche i R&B. Ovviamente il migliore amico di R è TomStu, ma io adoro B e quindi c’ho messo a lui u.ù (errore voluto, vi prego, non prendetemi per analfabeta, per via delle cose che a volte scrivo sia nelle note che nelle fics, sono scema, quello sì).
Ehm...spero che vi piaccia. Scappo a fare la valigia sennò mami mi ammazza.
I looove ya ;)

 

Bin Bons, Spunk Ransom, e il colazionare insieme
(01)

 

 _Spunk Ransom

Drin, drin, drin, drin.
“Pronto?”
“Ciao beibi! Io sono Bin Bons, tu chi sei?”
“Ben, se non fai il coglione di prima mattina non sei contento, vero?”
“Cazzone, scendi nella hall. Colazioniamo inzieme. Ti amo.”
“Muori.”

Mi copro il volto con il cuscino. Ma lui da me che cazzo vuole? Dio, lo odio.
Ben, sì, Ben, il mio miglior amico è uno scassapalle di prima categoria.
Sono le otto e venti e lui mi chiama invitandomi a ‘colazionare’ insieme.
E’ pazzo. E forse non ha ancora afferrato un concetto: io prima delle dodici di mattina sono morto.
Un sorriso beffardo mi si disegna sul volto. Mi alzo dal letto, prendo carta e penna e comincio a scrivere.
E poi vediamo se continua a fare lo scemo.

 

_Bin Bons

La hall del Plaza Hotel di New York City è praticamente vuota. Ci sono solo io, Ben Barnes il magnifico, e il tizio della reception, che molto professionalmente ha origliato la mia conversazione con Robert al telefono ed è inorridito per le cose che ho detto.
Mah, che gente.
Approposito di gente, quel pezzo di merda di Robert mi sta facendo aspettare da venti minuti.
Prendo il telefono dalla tasca dei jeans e ricompongo il suo numero.
“Eccoti una lista delle cose che non mi devi mai fare”, dice improvvisamente, comparendomi alle spalle.
“Che?”, domando, confuso.
“Sti cazzi. Leggi,”, dice porgendomi in foglio color ecrù tutto pastrocchiato scritto.

Io, Bin Bons, non devo fare al mio carissimo amico Robert le cose sotto elencate:
1) niente sorprese del cazzo
2) niente chiamate sensa senso
3) mai importunarlo prima delle dodici di mattina
4) mai chiamarlo Patty in luogo pubblico
5) mai dirgli ‘ti amo’ al telefono, e sottolineo mai
...in aggiornamento


Guardai il foglio accigliato.
“Che cazzo hai bevuto stamattina?”, gli chiedo, passandogli una mano sulla fronte per vedere se ha la febbre.
Il tizietto della reception tossisce sonoramente. Io e Rob ci giriamo contemporaneamente verso di lui.
“Prego?”, domandiamo, cortesemente.
“Ehm, niente, vogliate scusarmi signori”, sussurra imbarazzato, tornando al suo pc.
“Coglione,” commenta Rob.
“Allora?”, insisto.
“Allora cosa?”, chiede scocciato.
“Cosa hai bevuto a colazione?”.
“Un cazzo. Se dobbiamo farla insieme sta colazione dei miei stivali, mica mi metto a bere e a mangiare per poi rifarlo con te.”
“Auch.”
“Che c’è adesso?”, sbiascica.
“Ora capisco il perchè del tuo alito da cavallo con l’alitosi,” gli spiego, mettendogli una mano sulla spalla e conducendolo verso il bar dell’hotel.
“Grazie tante, amico,” sbotta lui.
“Di niente amore,” rispondo, sorridendo.
Lui si pietrifica. “Ti ho detto, anzi, scritto di non chiamarmi mai amore!”, grida.
“Oh! Calmino. E comunque hai scritto di non dirti mai ‘ti amo’, e non di non chiamarti amore,” gli faccio notare.
“Ma era sottinteso, energumero!”
“E invece no. Se non c’è scritto sulle Sacre Scritture io non lo considero,” insisto, porgendogli il foglio e una penna.
“Sei un coglione”, sussurra mentre scrive la sesta regola.
“Anche tu.”
“Allora,” mi ridà il foglio, “cosa prendi?”. Ormai siamo nel bar. Carina la barista. Uhm...
“Niente,” rispondo, tornando a quel cesso di Rob.
Strabuzza gli occhi. “Come niente?”.
“Ho già fatto colazione”, stringo le spalle.
“Ma cos-? Cosa cazzo...ma sei scemo?”, grida di nuovo.
“Oh, Patty fai meno lo sgargiante che siamo al Plaza!”, gli dico.
“Ma a fanculo tu e il Plaza! E non mi chiamare Patty! Cazzo è una regola!”, sbotta. “Che cazzo mi hai chiamato a fare allora? Sentiamo un po’ “.
“Perchè volevo un po’ di compagnia!”, spiego, sporgendo il labbro inferiore.
“Oh Gesù...”
“Che c’è?”, domando.
“Ti odio.”
“Ecco adesso mi metto a piangere!”, strillo.
“Ma fai che cazzo ti pare!”, risponde, e se ne va.
Fanculo te e la colazione, Patty.

  
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