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Autore: Huffelglee2599    14/03/2022    0 recensioni
Buongiorno a tutti! Eccomi qui con una nuova storia, un racconto che dà il via ad un progetto molto ardito. In realtà era stata la mia prima idea quando ho iniziato a scrivere, ma per fortuna non sono mai passata all'azione, dato che la mia esperienza a livello di scrittura era zero e probabilmente avrei fatto un disastro.
Comunque..il mio intento sarebbe quello di creare sette storielle ambientante nel mondo di Harry Potter, ma con i personaggi di Glee, in particolare la Dannata Trinità, che sarà il fulcro di tutte le storie, e soprattutto Santana, autentica protagonista dei racconti, ma ovviamente, a tempo debito, la necessaria presenza del Brittana.
Ora, veniamo al dunque.
La storia è ambientata 25 anni dopo la caduta del Signore Oscuro e vede come protagoniste Santana, Quinn e Brittany, intente ad affrontare il loro primo anno ad Hogwarts. Tuttavia, il periodo di permanenza all'interno della scuola, già abbastanza arduo da affrontare, soprattutto per Brittany, si rivela ancora più problematico, nel momento in cui qualcosa comincia a muoversi dentro ad una parete..
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Santana Lopez
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Primo giorno (Parte 2)


Brittany camminava con rapidità, intenta a non soccombere al ritmo frenetico dei passi di Quinn, la quale, sembrava nel pieno di un immaginario inseguimento: la lezione di Cura delle Creature Magiche avrebbe avuto luogo a momenti e la giovane Corvonero non poteva permettersi di arrivare in ritardo.
Tuttavia, la preoccupazione della ragazza di presentarsi nella classe del Professor Schuster con un giro di orologio in più, non pareva sfiorare nemmeno per un istante la mente di Brittany, ancora occupata a rimuginare sugli eventi di qualche minuto prima.  
La sensazione di paura continuava a sostare nella sua anima, rammentando al suo corpo la freddezza dei brividi che avevano increspato la sua pelle, accompagnata da un senso di impotenza che lacerava di rabbia il cuore della ragazzina: malgrado la naturalezza della sua reazione, Brittany, non riusciva a conferire una totale interpretazione al suo stato di immobilità, dopotutto le sue iridi avevano già avuto modo di scontrarsi con lo sguardo altezzoso e arrogante di Santana.
Era come se quella minima parte di risolutezza presente all’interno del suo carattere emergesse soltanto nei confronti di altre persone e non di sé stessa.
Un debole sospiro si fece strada tra le sue labbra, mentre percepiva un sentore di irritazione crescere dentro di lei, inducendo la sua gratitudine, nei riguardi del gesto di Quinn, a mischiarsi con il principio di nervosismo a cui la sua assenza di replica era legato: avrebbe voluto trovarsi al fianco della sua amica e non rimanere inerte dietro di lei.
Le sue gambe accelerarono la cadenza della loro andatura, in maniera tale da recuperare il metro di distanza che il passo solerte di Quinn aveva creato e raggiungere la medesima frequenza della sua corsa, così da non risultare più un peso a cui badare, ma un sostegno dal quale poter trarre forza.
Senza rendersene conto il movimento dei loro passi assunse una velocità maggiore, portando le due ragazze a percorrere in poco tempo la lunga distesa di pietra che anticipava la porta di ingresso, proprio in fondo al corridoio.
Il sollievo che si fece strada nel corpo di Quinn indusse la bambina a tirare un sospiro di conforto, nel constatare che la presenza del professore non fosse ancora pervenuta nella stanza.
Si prese un paio di secondi di riposo, prima di concedere al suo sguardo il vigore di soffermarsi sui banchi d’innanzi a lei, alla ricerca di due posti liberi: sorrise, mentre la sua attenzione veniva catturata dai suoi compagni di casata che, indicandole la cattedra vuota dietro di loro, invitavano lei e Brittany a prendere posto.
Quinn fece cenno alla giovane Tassorosso di seguirla, rincuorata dal fatto che le risate di Tina e Mike non si fossero accodate al momento di derisione, manifestatosi dopo il gesto di scherno, e che le persone coinvolte non avessero suscitato in loro quel timore che aveva il potere di rendere qualcuno invisibile.
-“Hey ragazzi”- gli angoli della bocca di Quinn non accennarono a ridurre la loro elevazione, mentre, salutando i suoi amici, si accomodava sulla sedia di legno, esattamente dietro alle spalle del giovane Corvonero, il quale, non attese nemmeno un istante, prima di ricambiare la sua accoglienza e rivolgere il suo interesse alla ragazzina dai lunghi capelli biondi.
-“Lei è Brittany”- intervenne Quinn, anticipando la domanda che intravedeva sorgere spontanea nella mente dei due bambini di fronte a lei.
-“Molto piacere..io sono Mike”- il ragazzino distese il braccio in avanti, accentuando l’ampiezza del suo sorriso, nel momento in cui la mano delicata di Brittany si avvolse intorno alla sua.
-“Il piacere è mio”- rispose la giovane Tassorosso, mentre la pelle del suo viso si illuminava di una strana euforia ed il suo cuore colmava il proprio petto di incontrollati battiti, talmente impreparata ad accogliere nuove persone nella sua vita da non essere in grado di contenere la propria emozione.
-“Io invece sono Tina..piacere di conoscerti”- la ragazza dalle accentuate lentiggini rivolse lo sguardo alla bambina seduta nel banco d’innanzi a lei, ricambiando con entusiasmo la sua stretta di mano e la sua presentazione.
-“Anche per me è un piacere”-
Il soave momento di incontro venne spezzato da un cupo rumore di passi, il cui eco si accompagnava al suono inconfondibile di un sommesso sogghigno: Brittany diresse le sue iridi in corrispondenza della soglia, non riuscendo a trattenere la potenza del brivido che si diffuse lungo la sua spina dorsale alla vista di quei ragazzi, la cui azione di sbeffeggio risiedeva ancora vivida nella sua mente.
La sua attenzione rimase concentrata sui loro movimenti, nel tentativo di coglierne le intenzioni: un sospiro di sollievo venne liberato dalla sua bocca, mentre i giovani Serpeverde prendevano posto nelle ultime due cattedre, rivelando la temporanea assenza di Santana.
-“Sono solo un branco di idioti..”- la voce di Mike fece ridestare Brittany dalla sua irrequieta osservazione, conducendo la ragazza a riportare lo sguardo verso di lui -“..non pensarci”- un breve sorriso fece da sfondo al suggerimento del ragazzo, le cui parole, trovarono sostegno nel lieve cenno di negazione di Tina e nel calore della mano sinistra di Quinn che, appoggiandosi alla sua spalla destra, diede alla giovane Tassorosso la solidarietà di cui necessitava. 
Brittany sorrise, mentre sentiva il suo animo abbandonare lo stato di tensione ed entrare in una condizione di pace, la cui origine, dimorava nelle persone attorno a lei.
Non sapeva se fosse stata la situazione di quiete nella quale vigeva, oppure il fatto che la sua concentrazione non si fosse mai rivelata una delle migliori, tuttavia, in quel momento, quando il Professor Schuster fece il suo ingresso nella classe, annunciando l’inizio della lezione, il suo udito non fu in grado di recepire nulla, offuscato da un nuovo calore che aveva il potere di accentuare l’intensità delle sue pulsazioni cardiache.


Le parole del maestro risuonavano tra le mura della stanza, trovando nella penna di Quinn la giusta rapidità per essere trascritte nella successione corretta, in una maniacale dedizione a cui la sua compagna di banco non sembrava nemmeno prestare la sua considerazione: con i gomiti posati sulla cattedra, Brittany, riponeva il suo totale interesse nei riguardi del piccolo rettile che sostava nella mano destra del professore, osservando con sguardo affascinato le verdi striature del suo corpo ed il modo in cui la sua coda si muoveva, alla ricerca di un significato nascosto.
Non era la prima volta che la mente di Brittany si soffermava a ragionare sul celato senso delle lievi movenze degli animali, infatti, essendo cresciuta all’interno di una fattoria, i suoi genitori le avevano insegnato a distinguere i comportamenti delle varie specie e ad interagire con quelle più diffidenti.
Pertanto, le sue iridi non riuscivano a distogliere la loro attenzione dallo strano movimento delle sue zampe che, allungandosi in avanti, parevano cercare una via di fuga, in un gesto a cui il rapido ed irregolare spostamento della sua estremità davano la loro riprova.
La base della sua condotta risiedeva in un crescente stato di paura e nervosismo che avrebbe portato la piccola lucertola a fare qualcosa di avventato, come mordere il dito indice del professore.
Brittany dischiuse la bocca, pronta a rivelare le possibili intenzioni della irrequieta bestiola, tuttavia, il suo proposito non ebbe il tempo di manifestarsi, troncato sul nascere dal fragoroso cigolio della porta di ingresso.
La figura di Santana si stagliava sulla soglia, una espressione di puro tedio a contornare i tratti del suo volto, risultato di una imposizione, alla quale, avrebbe fatto volentieri meno ad adempiere: il suo affetto per le creature animali si limitava ad Ombra, la sua gatta, tutte le altre categorie rientravano nella sua definizione di bestiacce.    
-“Oh..Santana..”- sorrise il Professor Schuster, rincuorato dal fatto che la giovane Serpeverde fosse riuscita a trovare la strada corretta per raggiungere la sua aula -“..per fortuna avete riacquisito il vostro orientamento..stavo per mandare qualcuno a cercarvi”-
Lo sguardo torvo, con il quale la ragazzina stava osservando l’insegnante, non fece altro che accentuarsi, nel momento in cui le sue sopracciglia si aggrottarono, conferendo alla fisionomia del suo viso interdizione e sdegno: la ragione del suo ritardo non era da associare ad una mancanza di conoscenza del luogo, ma ad una totale indifferenza nei confronti della materia.
-“Non mi sono persa..”- il tono indignato della sua voce lasciava trasparire il senso di irritazione che cresceva inesorabile nella sua anima, rimarcato da un ricordo, la cui somiglianza che faceva emergere, non poteva essere accostata a lei -“..non sono così stupida”- decise di precisare, volgendo le sue iridi in direzione del centro della stanza, proprio verso quelle di Brittany.
Un piccolo sussulto prese forma nel cuore della giovane Tassorosso, inducendo il ritmo delle sue pulsazioni ad omettere un battito: innumerevoli erano state le volte in cui quella parola si era fatta testimone della sua persona, ciò nonostante, le sue palpebre dovettero muoversi con rapidità, in maniera tale da contenere il rossore che si era formato nei suoi occhi, diretta conseguenza della durezza e del disprezzo con cui aveva fatto appello a quel termine.   
Brittany, malgrado la difficoltà di mantenere il contatto visivo, impose al suo sguardo di non cedere terreno, mostrando una forza ed una indifferenza che non le appartenevano, ma che risultavano necessarie per contrastare la cattiveria di Santana.
-“È per via di questa inutile lezione che mi sono presa il permesso di ritardare”- mise in chiaro la ragazzina, mentre dirigeva i suoi passi verso il banco alla sua sinistra, dove Puck e gli altri compagni la attendevano con un sogghigno impresso sul volto.
Il Professor Schuster rimase con la bocca dischiusa, talmente colto alla sprovvista dalle dichiarazioni della sua allieva da non essere in grado di proferire alcuna parola: si limitò a boccheggiare per alcuni istanti, prima di riprendere la spiegazione, come se nulla fosse accaduto, forse consapevole che una discussione non avrebbe portato a nulla.
Dalla visuale della sua ultima fila, Santana, ripose ancora una volta la sua attenzione su Brittany, conscia del fatto che la indegna babbana non avesse avuto la veemenza di opporsi alla veridicità della sua affermazione: un sorrisetto compiaciuto si fece strada sul suo viso, mentre godeva di fronte alla sua fragile volontà di sfidarla e allo sguardo minaccioso della sua amica.
Le sue corde vocali vibrarono, stimolate da un sommesso risolino, il cui eco, sperava sarebbe rimasto per l’intero anno.

 

Da quel momento in avanti la mattinata procedette senza ulteriori contatti: Brittany e Quinn si limitarono a rivolgere la loro attenzione alle parole dei professori, malgrado la costante percezione di uno sguardo che aveva imposto alle due ragazze un rigoroso autocontrollo, mentre Santana, insieme ai suoi compagni, non si era lasciata assuefare dalle spiegazioni degli insegnanti, indirizzando il suo interesse nei riguardi di un paio di chiome bionde.
Tuttavia, il tempo scorreva inesorabile, e ben presto, la leggera brezza mattutina si fece da parte, concedendo ai caldi raggi del primo sole pomeridiano di sfiorare il rigoglioso prato della scuola, dove i novizi si stavano radunando per la lezione di Quidditch con il Professor Tanaka.
-“Forza ragazzi! In fila! Mettetevi in fila!”- la mano destra dell’uomo si muoveva con frenetica impazienza, rispecchiando la smania dei suoi passi, la cui cadenza, cercava di raggiungere un ritmo troppo elevato per la sua corporatura. I muscoli delle sue gambe si contrassero doloranti, mentre tentava di sostenere la velocità di andatura dei suoi studenti, ciò nonostante, una volta che i ragazzi ebbero preso posizione, dividendosi in due file parallele, il professore mise un freno alla sua ansiosa avanzata, raddrizzando la schiena e camminando con sguardo altero tra lo spazio lasciato vuoto dai due schieramenti.
Le sue iridi non si allontanavano mai dalla linearità del percorso, in un vano intento di mostrare una autorità che, nella vita quotidiana, non possedeva, tuttavia, il suo rigido portamento, conferiva al suo aspetto quella patina di timore, sulla quale, avrebbe fatto affidamento per non essere messo in discussione dai suoi alunni.
Infatti, le dita di Brittany si stringevano nervosamente attorno al manico della sua scopa, alla ricerca di un appiglio che potesse sostenere il peso del suo tremante corpo, risultato di una paura che non trovava la sua origine solamente nella durezza del suo sguardo o nella sua imponente fisionomia, ma anche nella semplice consapevolezza di essere sul punto di dover allontanare i propri piedi da terra.
La giovane Tassorosso era spaventata, d’innanzi al pensiero di ritrovarsi a centinaia di metri dal suolo, oltre al fatto che il gioco del Quidditch fosse ben lontano dalla sua idea di divertimento.  
Al contrario, Santana fremeva sul posto, desiderosa di mostrare le sue abilità, acquisite con impegno e dedizione durante le innumerevoli sedute di addestramento tenutesi da suo padre.
Nonostante il suo occhio esperto avesse già individuato la mole di inettitudine che affiorava dai suoi compagni non poteva permettere alla sua concentrazione di vacillare, data la rilevanza che quel momento portava con sé: Ken Tanaka non era soltanto l’insegnante di volo e l’arbitro delle partite di Quidditch, ma deteneva anche la carica di responsabile della squadra dei Serpeverde, ovvero, aveva il potere di sostituire i membri del gruppo se qualcuno suscitava il suo interesse.
Ed era esattamente ciò che Santana voleva ottenere.
Dal canto suo, Quinn, si limitava a mantenere attiva la propria attenzione, senza lasciare che lo sguardo altezzoso del professore andasse ad intaccare la sua emotività, nel tentativo di preservare la sua preparazione e puntare a primeggiare nella sua disciplina.
Una volta raggiunta la fine di quella artificiale corsia, il Professor Tanaka, decise di rivolgere il suo interesse in direzione degli studenti: si voltò di scatto, cominciando ad esaminare le espressioni dei ragazzi, alla ricerca di qualcuno che si fosse intimidito di fronte al suo improvviso gesto, tuttavia, nessun allievo sembrava essere rimasto impressionato, così il docente non ebbe alcuna scusa per intrattenersi oltre.
-“Benvenuti alla vostra prima lezione di volo!”- esordì, non riuscendo ad evitare al suo tono di voce di risultare leggermente infastidito, dato lo scarso esito che la sua fiera camminata aveva portato.
-“Per cominciare è necessario prendere confidenza con il mezzo..”- i suoi passi ritornarono sulla strada appena percorsa, mentre comunicava le istruzioni ai suoi studenti -“..perciò..posizionatevi alla sinistra della vostra scopa e tendete la mano destra in avanti..”- attese che ogni alunno avesse eseguito i suoi ordini, prima di continuare con la spiegazione -“..poi..con voce forte e chiara dite..su!”- la sospensione del suo movimento, proprio al centro del corridoio, diede forma ad una sorta di enfatizzazione che indusse i bambini a sostare immobili, come se fossero rimasti affascinati dalla sua esclamazione.
-“Forza! Avanti!”- la voce tuonante del professore condusse le menti dei giovani novizi a risvegliarsi, portandoli a mettere in pratica le sue parole.
Una serie di grida si diffusero per tutto il giardino, accumunate da una medesima articolazione, ma da differenti intenzioni.
Santana diresse lo sguardo sulla sua scopa, mentre irrigidiva i muscoli della sua mano, pronta a pronunciare il comando con fermezza e decisione.
-“Su!”- il pezzo di legno si mosse con rapidità, raggiungendo il suo palmo senza un minimo di esitazione: sorrise compiaciuta, indirizzando la sua attenzione verso la mezzosangue di fronte a lei, curiosa di sapere se il mondo dei cervelloni andasse al di fuori dei libri di testo.
Quinn prese un respiro profondo, consapevole che un paio di occhi scuri la stessero osservando, come un avvoltoio in attesa dell’ultimo alito di vita della sua preda, prima di annunciare la formula.
-“Su!”- una sensazione di sollievo pervase la sua anima, nel momento in cui avvertì il mezzo volante impattare contro al palmo della sua mano, immediatamente sostituita da un senso di appagamento, derivato dalla lieve sfumatura di stupore che le sue verdi iridi scorsero nell’oscurità di Santana.
Il principio di tensione che trapelava dal loro contatto visivo venne spezzato dal rumore di un tonfo, seguito da un lamento di dolore: il manico della scopa di Brittany si era alzato troppo rapidamente, cogliendo alla sprovvista la giovane Tassorosso, la quale, si ritrovava con il naso nascosto tra le mani, nel tentativo di alleviare la leggera pulsazione.
Quinn si avvicinò alla sua amica, alla ricerca di qualche danno, mentre la risata di Santana e dei suoi compagni risuonava per l’intero giardino.
Una volta che tutti gli studenti ebbero impugnato il manico della loro scopa il Professor Tanaka diede ulteriori informazioni, guidando i ragazzi a posizionare le proprie gambe a cavalcioni del mezzo, in maniera tale da essere pronti per compiere il passo successivo.
-“Bene..ed ora..spingetevi verso l’alto”-
Le dita di Santana accentuarono la presa attorno alla sua scopa, mentre faceva leva sulle ginocchia, dando al suo slancio la giusta calibrazione per riuscire a mantenere i propri piedi sollevati dal suolo solamente di pochi centimetri.
Il suo corpo si contrasse, alla ricerca di un equilibrio che, non appena venne trovato, sospinse il suo sguardo a ricercare quella condizione di conflitto, indispensabile per incrementare il livello delle sue capacità.
Pertanto, le sue iridi si concentrarono sulla figura d’innanzi a lei, smaniose di scoprire fino a dove potesse spingersi la sua audacia. Il solito sorrisetto compiaciuto prese forma sul suo volto, nel constatare che i piedi della mezzosangue si libravano a qualche centimetro di distanza da terra, proprio alla sua medesima altezza.
Il sopracciglio sinistro di Santana si protese verso l’alto, mentre, rivolgendo i suoi occhi in direzione del viso di Quinn, si rese conto che lo sguardo della giovane Corvonero fosse già orientato verso il suo, in una implicita dichiarazione di sfida a cui rispose con il suo usuale ghigno.
Dal canto suo, Brittany, non si accorse minimamente del dissidio che stava prendendo piede di fianco a lei, troppo occupata a rimanere ancorata al suo manico di scopa per prestare attenzione a ciò che la circondava.
Una patina di freddo sudore rivestiva la pelle delle sue mani, segno di una evidente inquietudine che conduceva il suo stomaco a contrarsi in una timorosa morsa e le sue pulsazioni cardiache ad accelerare la loro cadenza.
Per quel motivo, nel momento in cui il Professor Tanaka decise di porre un freno al secondo esercizio un rumoroso sospiro di sollievo si fece strada tra le labbra di Brittany.
Tuttavia, la lezione di volo era appena iniziata e il docente, data la presa di consapevolezza che la maggior parte dei suoi studenti possedesse buone abilità di equilibrio, si convinse di poter elargire loro la possibilità di partecipare ad un gioco.
La competizione prevedeva la presenza di due squadre, in quel caso composte dalle file parallele di allievi, il cui obbiettivo, si basava sul raggiungimento di un punteggio maggiore rispetto al gruppo avversario. Per ottenere risultati, ogni membro del team, doveva scontrarsi con un componente della formazione opposta, attraverso un inseguimento che vedeva come protagonista un bolide in miniatura.   
Ciascun giocatore aveva lo scopo di catturare la palla prima del suo contendente, ritornando al proprio posto senza esserne privato.
Il fervore per la proposta del professore non si fece attendere, inducendo diversi ragazzi a staccare i propri piedi dal suolo, così da giungere ad almeno una trentina di metri da terra.
Santana fu la prima ad arrivare alla giusta altezza, subito seguita dalla figura di Quinn, oramai decisa ad affrontare la sua stessa provocazione, malgrado fosse a conoscenza delle innumerevoli improbabilità che, una sua eventuale vittoria, potesse portare la giovane Serpeverde a ritrarre la sua ostilità nei suoi confronti e in quelli di Brittany.
Ciò nonostante, Quinn desiderava dimostrare alla piccola Lopez che alla presunzione del suo atteggiamento, lei, fosse in grado di stabilire un limite.
Pertanto, quando il Professor Tanaka estrasse dalla tasca destra dei suoi pantaloni il piccolo bolide, conferendo all’oggetto il risultato di un incanto prodotto dalla sua bacchetta, la mente della ragazzina dai biondi capelli corse a contare i secondi che la separavano dal suo scontro con Santana.
Erano trascorsi una decina di minuti dall’inizio della gara e lo schieramento in cui sostava Quinn si ritrovava in vantaggio, tuttavia, la sfida successiva avrebbe visto come concorrenti Brittany e Puck, una combinazione che non lasciava alcun dubbio su chi potesse risultare vincitore.
La giovane Corvonero, consapevole della paura che tormentava l’animo della sua amica, si sporse leggermente nella sua direzione, sussurrando al suo orecchio parole di conforto e sostegno.
Il capo di Brittany si mosse, in un lieve accenno di assenso, la cui origine, era determinata da uno stato di catatonia, diretta conseguenza della cosciente situazione a cui stava per andare incontro.  
Per fortuna, il periodo della contesa si protrasse solamente per alcuni minuti, giusto il tempo di consentire a Puck di distaccarsi dalla sua linea, girare attorno alle due file un paio di volte e ritornare nella sua posizione, mentre la giovane Tassorosso si era limitata ad avanzare incerta, stringendo con mani tremanti il manico della scopa e mormorando a denti stretti preghiere di supplica, in un chiaro stato di terrore, d’innanzi al quale, la maggioranza dei suoi compagni non aveva espresso alcun tipo di comprensione, mostrandosi divertita.
Quinn prese un respiro profondo, rafforzando la propria aderenza al legno della sua scopa, intanto che il suo sguardo si spostava da Santana, il cui movimento rifletteva quello della sua avversaria, al professore che, dopo aver afferrato il bolide, lasciato cadere dalle mani di Puck, si apprestava a scagliare la palla verso il cielo, dando così il via all’ultimo round del gioco.
Il mento di Santana accarezzò il duro manico della sua scopa, prima di contrarre il proprio corpo, in un impercettibile movimento che le diede la giusta spinta per compiere un rapido scatto in avanti.
Quinn si allontanò dalla sua postazione solamente un millesimo di secondo più tardi, ritrovandosi ad inseguire la coda della sua rivale.
Il premio torreggiava esattamente sulla linea di tiro della giovane Serpeverde, inducendo la sua contendente ad accostare il proprio petto al manico del suo mezzo, in un necessario piegamento che ebbe la forza di incrementare la velocità della sua andatura, portando la figura di Quinn ad affiancarsi a quella di Santana.  
Lo sguardo della bambina dai capelli corvini si depose sulle verdi iridi di Quinn, accompagnato da un malevolo sogghigno, il cui principio di divertimento, celato dalla svolazzante movenza delle sue ciocche, sembrava inasprirsi ad ogni istante.  
Le dita di Quinn si serrarono attorno all’impugnatura della sua scopa, mentre i suoi occhi si socchiudevano, in un gesto, il cui scopo avrebbe dovuto riscontrare la sua ragione in un intento di infondere un minimo di timore, ma che, in realtà, nascondeva un bisogno di sicurezza al quale era difficile sottrarsi, in particolare d’innanzi alla tenebra del suo sguardo.
Tuttavia, la giovane Corvonero non si scompose, permettendo a quel contatto di prolungarsi, anche nel momento in cui le corde vocali di Santana vibrarono, dando vita ad una beffarda risata che portava con sé il motivo di un significato a cui non era in grado di offrire una spiegazione.
Almeno, fino a quando la parte sinistra del suo viso non venne oscurata da un preludio di ombra, la cui fonte, doveva trovarsi proprio sulla medesima traiettoria della sua direzione. Quinn indusse il suo sguardo a concentrare la propria attenzione nello spazio di fronte a sé, ritrovandosi a contemplare la durezza dei mattoni di pietra che costituivano la struttura della principale torre di Hogwarts.
Le sue iridi si spalancarono, colte alla sprovvista da una situazione che la giovane Corvonero non aveva considerato, a differenza di Santana, la quale, non perse tempo a virare, passando a pochi centimetri di distanza dal fianco della costruzione, in una rapida azione che le permise di raggiungere il bolide, racchiudendolo nella sua mano sinistra.
Quinn strinse i denti, mentre, aggrappandosi al manico della sua scopa, condensava tutta la sua forza nei muscoli delle braccia, in particolare nei polsi, in maniera tale da fornire al suo tentativo di deviazione una possibilità maggiore.
Trattenne il fiato, abbassando le palpebre, nel momento in cui decise di cambiare rotta, spostando totalmente il proprio asse sulla sinistra.
Le sue labbra rilasciarono un prolungato sospiro di sollievo, quando, una volta dischiuse le iridi, il riflesso della parete di mattoni si distaccava solamente di qualche millimetro dal suo volto, donando ai battiti di Quinn la giusta occasione per rallentare la loro folle corsa.
Ripristinato il regolare assetto, la sua attenzione, venne indirizzata al centro del campo, dove una serie di esultanze attendeva il ritorno di Santana.
Un principio di sconforto cominciò a prendere forma nel suo animo, tuttavia, non ebbe il tempo di attecchire completamente, frenato dalla presa di coscienza che la rapidità di avanzamento della giovane Serpeverde avesse subito un notevole calo.
Dopotutto, credeva che la vittoria fosse già sua.
Rincuorata dal fatto che la casata delle serpi peccasse troppo di presunzione, offuscando così la loro astuzia, Quinn aggirò la torre, disponendosi in diagonale rispetto al punto di arrivo di Santana, in maniera tale da coglierla di sorpresa, nonostante confidasse nella ragionevole eventualità che la sua arroganza la portasse a non voltarsi nemmeno.
Prese un respiro profondo, prima di scattare in avanti, diretta verso il bolide.  
Il braccio sinistro di Santana era sollevato, in una dimostrazione di inevitabile trionfo a cui nessuno avrebbe mai potuto aspirare: in fin dei conti lei era una Lopez, una purosangue, e la sua dinastia era nata per primeggiare in qualsiasi materia e disciplina.
Fu esattamente per quella convinzione che, nel preciso istante in cui la pelle del suo viso venne sfiorata dal calore di una brezza, la cui intensità, condusse i suoi capelli a coprire parte del suo volto, rimase immobile, prendendo atto solamente diversi secondi dopo che la vittoria non era più nella sua mano.  
Contrasse la mascella, mentre rivolgeva lo sguardo in direzione di quella lurida mezzosangue, oramai consapevole della sorte che le avrebbe donato.
Invasa dalla rabbia nei confronti di quell’ignobile essere sospinse il suo corpo in avanti, in uno scatto fulmineo che indusse la sua scopa a raggiungere con elevata rapidità il fianco di Quinn.
La giovane Corvonero non parve sorpresa nel trovare la sua avversaria già a pochi centimetri di distanza da lei, tuttavia, la sua espressione si fece disorientata, quasi impaurita, nel momento in cui il corpo di Santana si spinse del tutto contro di lei, portando la ragazzina a perdere per alcuni istanti il suo equilibrio.  
Le sue verdi iridi non attesero neanche un secondo, prima di posarsi su quelle della bambina al suo fianco, alla ricerca di una spiegazione per il suo pericoloso gesto, ciò nonostante, tutto quello che fu in grado di scorgere nella loro oscurità sembrava legato ad un sentimento di odio, un rancore che indusse Quinn a credere che il suo tentativo di inseguimento non avesse più a che fare con la conquista del bolide, ma con la vendetta.
La conferma di quella supposizione giunse qualche attimo dopo, quando il piede di Santana, staccatosi dal suo appoggio, si diresse verso il bacino della sua rivale, in una poderosa spinta che condusse il corpo di Quinn a perdere completamente la propria stabilità.
Tuttavia, le mani della giovane Corvonero rimasero aggrappate al manico della sua scopa, lasciando soltanto alle sue gambe la terribile sensazione di non avvertire nulla sotto di sé. 
D’innanzi a quella situazione la mano destra del Professor Tanaka si distese in avanti, mentre la sua lingua mormorava una formula latina, le cui parole, persuasero i due mezzi volanti a ridurre la propria quota, fino a toccare il suolo.
Il respiro di Quinn era affannato ed il suo corpo non pareva riuscire ad arrestare la serie di spasmi che aveva iniziato a ghermire i suoi muscoli, facendoli tremare.
Nonostante la paura di quello che avrebbe potuto trovare decise di rivolgere il suo sguardo alla ragazzina di fronte a lei, nel tentativo di mostrare ai suoi occhi il terrore che aveva provocato, ma anche la fermezza della sua scelta: malgrado la sua anima stesse annegando in un senso di inquietudine non si sarebbe tirata indietro.
Santana, comprese le sue intenzioni, non poté fare altro che indurire la sua espressione, consapevole che la guerra fosse appena cominciata.
   
 
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