Sogno Proibito
Era passato il tramonto e Severus passeggiava vicino al lago,
assorto nei suoi pensieri. Era quasi notte quando la vide: la osservò mentre
usciva dal lago e prendeva un asciugamano.
Era sola.
Severus si avvicinò a Lily lentamente, senza fare rumore, e la
guardò in silenzio sperando di poter scorgere qualche centimetro in più della
candida pelle.
Quando le fu vicino, lei finalmente lo notò.
-Sev! Cosa ci fai qui?- disse con aria di rimprovero.
-Cosa ci fai tu qui, vorrai dire! Tutta sola e indifesa e per
giunta senza niente addosso... Cosa direbbe il tuo amato James se ci vedesse
ora?- rispose lui in tono beffardo.
-Non c'è niente da dire Severus, stavo facendo una nuotata e
tu sai quanto amo nuotare nel lago in serate come questa, quando tutto è
tranquillo e libero da sguardi indiscreti. Anche se, a quanto pare, mi
sbagliavo.
-Mi spiavi,Sev?- chiese infine lei, un’ espressione
indecifrabile in volto.
-Passavo di qui per caso; sai quanto mi piace passeggiare di
sera, quando tutto è tranquillo, e ammirare quello che mi sta intorno senza
essere disturbato- ribatté lui,
fissandola senza pudore con un ghigno sulle labbra.
-Cosa ti piace ammirare, Sev?- domandò lei, avvicinandosi con
estenuante lentezza.
Lui continuò a fissarla, soffermandosi e gustando ogni
particolare: la pelle ancora bagnata, le labbra socchiuse e l'acqua che
gocciolava dai lunghi capelli, accarezzando le curve del suo corpo, avvolto da
quell' unico pezzo di stoffa ormai bagnato fradicio.
- L'acqua… mi piace molto guardare l'acqua.- rispose infine,
senza smettere di fissare il suo corpo e facendo un passo in avanti.
- L'acqua, eh?- chiese lei divertita, scuotendo la chioma e
schizzandolo con tante piccole gocce.
- Mai sentita scusa più banale - continuò Lily avvicinandosi
voluttuosamente - Vedo cosa stai guardando, vedo come mi fissi ogni giorno, lo
so che mi desideri, Sev… ma dimmelo! Voglio sentirlo dalle tue labbra! Dimmi
che mi desideri!- esclamò lei continuando ad avanzare.
-No, mai! Io... te? Ma se tu e quello schifoso bastardo… -
disse Severus accecato dall’orgoglio e dalla gelosia nei confronti dell’odiato
nemico, che non solo poteva ammirare quel corpo, ma sicuramente l’aveva più
volte assaporato.
Lily indietreggiò e con un sorriso di sfida fece per
andarsene.
-No!- urlò lui
all’improvviso. Le afferrò un braccio, bloccando la sua fuga.
-Non andartene. Sì, che
ti voglio, sì che ti desidero! – affermò con veemenza, fremendo di rabbia e di
desiderio.
Poi la tirò a sé, stringendola contro il suo corpo, e rimasero
così, immobili: lui sentiva i suoi vestiti che lentamente si bagnavano al
contatto con l'asciugamano fradicio di lei.
Lily alzò lo sguardo verso il suo, stava piangendo.
-Questo non ci porterà da nessuna parte, Severus, ci faremo
solo del male- sussurrò tra le lacrime.
Lui la zittì e portò le labbra verso le sue guance,
assaporando il gusto salato delle lacrime e asciugandole delicatamente.
Poi si avvicinò lentamente verso le sue labbra rosse. Esitò
per un istante, lasciandola libera di allontanarsi, nonostante ogni fibra del
suo corpo implorasse contatto. Quasi sospirò sollevato quando lei non lo fece,
avvicinando anzi le labbra alle sue. Quelle stesse labbra si sfiorarono e poi
si schiusero, si baciarono delicatamente poi con passione, sempre più crescente
e incontenibile.
Il sapore caldo della sua bocca, il suo respiro, l'odore della
sua pelle lo spinsero a desiderarla sempre di più.
Con delicatezza la trascinò verso il salice alle loro spalle e
le fece poggiare la schiena contro il tronco mentre, continuando a baciarla con
fervore, legava ancora di più il suo corpo a quello di lei. La voleva, doveva
sentire, assaporare ogni parte di lei.
Lasciò le sue labbra con un lieve morso, riversando le sue
attenzioni sul collo, scostando i capelli bagnati e aspirando l'odore della sua
pelle. Iniziò così a baciarla e a leccarla, spinto dai leggeri gemiti che ogni
carezza provocava. La voleva sempre più, mosso ormai da un desiderio
impossibile da placare: voleva toccarla, leccarla, stringerla per sempre,
sempre di più.
Le sue mani si strinsero alla vita di lei e piano salirono
verso il suo seno, sentiva il suo corpo attraverso l’asciugamano, il battito
del suo cuore contro il petto, mentre il suo respiro si faceva sempre più
veloce e sentiva i suoi sospiri profondi.
Con entrambe le mani le afferrò il viso e la baciò con tutta
la passione che aveva in corpo, mentre con una mano continuò ad accarezzarla:
sopra l'asciugamano, poi giù, fino alle cosce, la pelle liscia e delicata,
calda, bollente! Fece scorrere le sue dita
sotto l'asciugamano, sfiorandola dolcemente. Eccitato dal sentire la sua
pelle bagnata e calda e dai suoi gemiti di piacere, spinse le sue dita ancora
più in fondo, dentro di lei. Lei fremette, gemendo forte.
Il piacere di lei lo eccitava, lei lo voleva e lui godeva
immensamente per questo.
Con decisone si tolse il mantello, la camicia, e strappò via
l'asciugamano dal corpo di lei, liberandosi finalmente dell’odiato indumento.
Lily si ritrasse con un gemito
-Severus- , ma lui la strinse di nuovo a sé, e finalmente la sua pelle
contro la sua, il suo seno caldo contro il suo petto. Iniziò ad accarezzare con
passione l’ esile corpo, voleva sentirla sua, voleva possederla completamente,
essere artefice del suo piacere e godere con lei, aveva fame del suo corpo.
Cominciò a baciarla e
a leccarla di nuovo, calando sul collo e poi giù verso il suo petto. Con le
mani stringeva i seni e li baciava, li leccava con passione alimentata dai
gemiti che ogni attenzione provocava. Sempre più affamato
tornò sul collo e lo morse, trattenendo a stento l'istinto di affondare i denti
nella tenera carne.
Sopraffatto dal desiderio la fece sdraiare a terra, si mise
sopra di lei e baciò delicatamente il suo ombelico, facendo scivolare le sue
labbra sempre più giù fino a raggiungere l'incavo bagnato del suo
sesso, caldo,
che pulsava di piacere. Iniziò a leccarla, tormentandola con fervore, godendo
dei sui gemiti, fino a che un urlo di piacere eruppe dalle sue labbra facendo
esplodere il suo desiderio.
Non poteva più aspettare: si portò la mano alla fibbia dei
pantaloni e la sganciò, sfilandoli via.
Ora era lì, sopra di lei, nudo, le sue gambe dischiuse sotto
il suo corpo. Chiuse gli occhi e lentamente calò su di lei.
Ma in quell’istante un rumore acuto lo riscosse.
Riaprì gli occhi,
Era solo, nel suo letto, madido di sudore…
E una civetta gracchiava fuori dalla finestra.