Disclaimer: I personaggi non mi appartengono
Ma sono di proprietà dei rispettivi autori.
A Nao Yoshikawa,
Perchè sì.
Nel Cuore Di Chi Ama
Tutti gli Angeli nascono cantando.
Il loro vagito è Armonia e non v'è pianto sulle loro
bocche, ma Osanna e Gloria e Hallelujah che
inghirlandano la Candida Rosa di diamanti e lumini.
Crowley non ha cantato, quando è venuto alla Luce.
I
suoi occhi si sono spalancati all'Incanto della Creazione e da verdi
che erano si sono riempiti di oro e di sole. Con lo sguardo ha
divorato l'intorno, si è nutrito di ogni dettaglio, di ogni
astrazione appesa alla cupola dell'Esistente; ha teso la mano,
immergendo il braccio nell'azzurro della Volta Celeste, s'è
inumidito la bocca con le gocce iridescenti che cadevano dalle ali
dei Serafini e ha contato sulla punta delle dita i passi nudi dei
Cherubini sul profilo delle Stelle Fisse.
Il
cuore degli Angeli ha il peso delle piume e vi scorrono i pensieri
dell'Altissimo, il loro sangue è Idea, il loro respiro Ineffabile.
Il
cuore di Crowley è Materia, è fuoco ed è fiamma, è curiosità che
spinge fino alla corona rossa del Sole, è voce che grida
all'entusiasmo, il suo sangue è battito spinto dentro le tempie e
dietro le orbite, i suoi polsi tremano quando la gioia lo assale e
ama guardare la Terra, perchè il Cielo non è che una distesa tutta
eguale, dove onde e vento si confondono, dove le nuvole vorticano
come spuma ed il sopra ed il sotto annegano nel medesimo mare
illuminato d'immenso.
Non
ha confini e non ha forma, mentre la mente di Crowley è incoronata
del profilo aguzzo delle montagne e tra i suoi capelli ci sono fili
d'erba e granelli di sabbia e le sue ciglia sono ingemmate di
ghiaccio ed i suoi occhi hanno visto il sole e la luna ed i suoi
piedi sono affondati nel limo e nel deserto rovente.
Crowley
non ha cantato, non quando è venuto alla Luce, e per secoli dalla
sua bocca non carole né preghiere, ma nuovi suoni e nuove parole e
nuovi nomi, e lì il fiume e là l'oceano e qui l'Oriente, da cui si
trae l'alba ogni mattina, ed al suo opposto l'Occidente cui tutte le
sere taglia la gola, per osservarne il sangue schizzare d'arancione e
di rosso il filo dell'orizzonte.
E
quando, al finire di un'Era di vagabondaggi, dopo aver bevuto le
lacrime dei ghiacciai ed essersi bagnato il viso con la coda delle
comete, ecco, Crowleyq finalmente si siede, splendido e splendente
nella sua cotta di maglia. Osa alzare lo sguardo e tendere l'orecchio
-Giacché per quanto rumore faccia la Vita, non vi è suono capace di
colmare il silenzio che gli assorda il petto. Lui, che ha dato voce a
cento parole e mille linguaggi, è una creatura priva di Verbo che
ambisce inutilmente al Canto.
Ha
chiesto gli altri Arcangeli, che al contrario suo declamano il Peana
di Jahvè.
Ha
domandato alle Virtù, che più di tutte conoscono la Poesia di
Elhoim.
Nessuno
ha saputo dargli risposta. Nessuno, tranne un Angelo che lo ha
raggiunto su una collina intiepidita di primavera, incuriosito dal
suo continuo questionare.
Il
suo nome è Aziraphale ed è il primo Angelo sulla cui bocca Crowley
abbia mai visto sostare un sorriso.
“Il
Canto è Amore.” gli spiega “Il Canto degli Angeli è l'Amore per
Dio, perché il Canto è nel cuore di chi ama.”
Crowley
rimane istupidito dalla risposta, vi si lambicca, ci rimugina, pensa,
ipotizza, indaga. Aziraphale pare saperne più di lui, quindi presto
comincia a portarselo appresso, per mari e per monti, tra gli astri e
sulle onde, e l'Angelo lo accompagna di buon grado, che sia per
lasciare manciate di perle sulla lingua delle conchiglie o dipingere
cerchi e venature nel ventre degli alberi. Insieme intingono l'aculeo
dell'ape nella pittura e insegnano ai girasoli il percorso del giorno
e disegnano trame e fantasmagorie con le tele dei nidi di ragno.
Nel
lasciar cadere polvere di stelle su ali di farfalla, nell'osservare
di sottecchi Aziraphale mentre soffia cristalli e diamanti negli
occhi delle libellule, Crowley non può che domandarsi: forse
non riesco a cantare perché, in verità, io non amo Dio?
E se così è, cos'è che ama?
E se fosse incapace di Cantare,
perché incapace di provare Amore, ma solo Sete? Una Sete di Essere,
Esistenza e Vita, una Sete inesauribile, infinita, che lo ha reso
assetato, insaziato, insaziabile, incapace di trovare appagamento e
riposo, un tendersi continuo fino e verso lo stremo, che lo ha
condotto lontano dai monti di cui conosce ogni altezza e dalle stelle
cui ha organizzato ogni moto.
Samael, che ha il tono graffiante di
chi si è ferito la gola con il primo grido e l'infantile pianto,
ride del suo affannarsi.
Dio ti dirà che sei sterile
d'Amore, sorride e sogghigna, In
verità ti dico che sei fecondo di Passione.
Passione -No, Maledizione!
La Passione è fiele nella gola, gli
irrancidisce il cuore, un grigio macigno che gli fracassa ossa e
cassa toracica. Crowley non ha più fili d'erba tra i capelli, ma una
corona di spine sulla fronte e gocce di sangue che rotolano sugli
occhi e sulle guance; l'acqua evapora dai palmi, sulla bocca non
Poesia, non Versi, ma Imprecazioni e Bestemmie. Dal fango zampillano
scorpioni e vipere cornute e le sue ali sono nere, sono pece
incrostata sui rami di pruno dei suicidi: quando s'agitano, quando
gemono per sollevarlo dal marcio e dal lordume, scatenano maremoti e
creano correnti di tornado e ruggenti uragani.
Dove la luce del sole e Aziraphale
che canta alle corolle dei fiori e conta e insegue i cervi sui
declivi e incorona di bacche i cespugli e il sottobosco? Dove la sua
risata, tanto lieve da far invidia alla brezza? Dove la sua voce, che
non riesce più a udire, ma non sa dimenticare?
Tutti gli Angeli nascono cantando.
Crowley non ha cantato, quando è
venuto alla Luce.
Crowley canta mentre sta morendo,
mentre le piume cadono una ad una, mentre si accascia, schiacciato
dal livore dell'Inferno, mentre piange e grida e urla e le lacrime
gli liquefano il viso e gli ustionano le guance ed il collo.
Crowley canta di un Canto che si
perde nel silenzio ad imbuto della Giudecca, canta i prati e le
libellule ed il mare e le onde e le comete e le api e l'Oriente e
l'Occidente e i moti delle stelle ed il calcareo tintinnare dei
granelli di sabbia -E Canta il nome di Aziraphale, senza sosta, a più
riprese, vi si aggrappa, vi si appiglia. Canta, Canta, Canta il nome
di Aziraphale e l'Assenza e la Lontananza e Canta, Canta, Canta e non
ha più quiete, non ha più pace.
Perchè il Canto è Amore e il Canto
è nel cuore di chi ama -E non c'è nessunoche Crowley ami più di
quell'Angelo che per primo gli ha sorriso su una collina intiepidita
di primavera.