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Autore: momoko89    08/04/2022    0 recensioni
[NAMJIN]
- “Dimentica quello che hai visto” gli disse, "Domani ti porto in un posto.”
Namjoon lo osservò con un misto di perplessità e curiosità. Sollevò l’angolo delle labbra, un procinto di fossetta sul volto, “Ok.” -
Ovvero: breve one shot ambientata alle Hawaii in cui Namjoon è un turista perso e Jin gli fa da guida turistica.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Seokjin/ Jin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Diamond Mind

 

Era una mattina di febbraio quando l’attenzione di Kim Seokjin venne attirata da un cappellino rosso porpora. Spiccava sullo scenario bianco della spiaggia come il movimento sottile di una pinna in un mare silenzioso. Adagiato sulla sua barca modesta al largo, pensò che fosse strano vedere turisti fuori stagione a Maui, ma non gli diede troppo peso: farsi domande che riguardassero la sfera personale di qualcun altro non era nella sua indole. Aveva certamente cose più importanti a cui pensare, tipo pescare qualcosa di grosso affinché Yoongi potesse provare quella nuova ricetta di zuppa di pesce, contare i riflessi della luce sull’acqua, e ho spento la luce della cucina prima di uscire? 

Troppe cose più importanti, appunto. Virò lo sguardo di nuovo sul mare e si lasciò cullare dal movimento dolce della barca sulle onde.

*

Lo rivide il giorno dopo, sempre sulla spiaggia. Cappellino color porpora, camicia hawaiana blu e gialla. Pessimo abbinamento: era chiaro che la moda non fosse uno dei suoi punti forti. Ad una prima occhiata sembrava smarrito. Seokjin ebbe lo scrupolo di avvicinarsi e dargli  una mano, poi lasciò perdere: non aveva voglia di improvvise scocciature. Se non fosse arrivato in tempo al ristorante con il cibo da cucinare, Yoongi lo avrebbe tartassato di noiose considerazioni. Seguì il pensiero che le reazioni quotidiane di Yoongi stavano influenzando un po’ troppo le sue decisioni. Forse doveva licenziarlo. O dargli una settimana di vacanza. Inevitabilmente, rifletté su una possibile conseguenza di entrambi i casi e rinunciò. 

Il sentimento egoista venne subito spazzato via da un’onda di sollievo quando il turista distese il telo da bagno su un punto a caso della spiaggia e si mise a leggere. Il pescatore ne approfittò per prolungare lo sguardo su di lui: spalle larghe, gambe lunghe e toniche. Non male, però

Iniziò a tenere il conto dei punti a suo favore.

*

"Hai bisogno di aiuto?"

Era un mercoledì e Seokjin si trovava al porto. Aveva appena ancorato la sua barchetta da pesca, pronto per fare il punto della situazione sul bottino della giornata e rifornire il ristorante. Poi di nuovo il cappellino porpora, e il padrone che camminava sul porticciolo con un'aria evidentemente disorientata. Stavolta decise di aiutarlo perché, beh...era difficile ignorarlo quando l'unico abitante dell'isola sul porticciolo era lui.

"Sto cercando il Super Tuna."

Il suo ristorante, uno dei più acclamati delle Hawaii.

"Due isolati a destra da qui."

Il ragazzo lo osservò perplesso da dietro gli occhiali da sole, "Google maps mi indirizza verso questa direzione."

"Sì, se vuoi mangiare sull'acqua" rispose Seokjin, indicando la fine del porticciolo, "Puoi provare. Devi stare attento a non sprofondare."

Il turista sorrise, mostrando due incredibili fossette. Qualcosa nello stomaco di Seokjin si smosse. Pensò fosse fame (forse doveva smetterla di mangiare solo una barretta di cereali prima di andare a pescare) ma no, era altro. Era legato al fatto che non riusciva a distogliere lo sguardo dal turista? Forse. Non fece in tempo a trovare una risposta perché il ragazzo lo aveva già ringraziato e gli stava dando le spalle, dirigendosi verso la strada indicata. 

 

Quando Seokjin arrivò al locale, trovò un Yoongi impaziente e indaffarato.

"Era ora che arrivassi!"

"C'era traffico."

"Abiti letteralmente dietro l'angolo, hyung."

"Sembrava molto più lontano."

Yoongi alzò gli occhi al cielo e gli indicò dei foglietti appesi sulla lavagna in legno, "Prendi queste commande, io mi occupo del riso."

Seokjin si mise subito al lavoro. Si abbandonò all’arte soddisfacente e rilassante che era quella culinaria, perdendo completamente la cognizione del tempo. Si lasciò avvolgere solo da odori e sapori, ignorando il resto: un istinto ricamato all'interno delle sue abitudini. Divenne sera prima ancora che se ne potesse accorgere.

"Faccio io qui" disse Yoongi, pronto a pulire la cucina.

Seokjin scosse la testa, "Non ti preoccupare, vai a casa."

"...se proprio insisti."

Seokjin abbozzò un sorriso. 

*

"Hyung!"

Un’altra alba, un altro giorno di lavoro. Aveva appena superato la soglia del locale e già Taehyung correva verso di lui.

"Io e Kook abbiamo trovato questo portafogli mentre pulivamo, ieri sera."

"Non l'avete consegnato in questura?"

"Noi, ehm..." esitò il ragazzino, chiaramente in imbarazzo. 

Seokjin alzò gli occhi al cielo, "Vi farà male fumare quella roba" commentò. 

"Lo sai che lo facciamo solo ogni tanto, dopo il lavoro. Ci rilassa."

"Non mi troverete mai d'accordo comunque" disse.
Prese l'oggetto smarrito e lo aprì.

"È di un certo Kim Namjoon. Lo conosci?"

Seokjin aggrottò la fronte, "Perché dovrei?"

"Avete lo stesso cognome."

"Anche tu hai lo stesso cognome. Lo conosci?"

"No, ma credevo facesse parte del ramo della tua famiglia."

"Mm, credo che sia solo un turista" disse, tirando fuori la carta d'identità. Quel volto aveva un'aria familiare, ma non riusciva proprio a ricordarsi dove l’avesse già incontrato. Niente male, pensò. Forse aveva notato il suo profilo su Tinder?

“Posso passare in questura dopo aver finito qui, se vuo-”

“Non ti preoccupare” lo interruppe Seokjin, “me ne occupo io.” 

Decise di investigare da solo prima di coinvolgere le autorità. Tra le cartacce all’interno del portafoglio (il turista tendeva a conservare tutti gli scontrini possibili), trovò il biglietto da visita dell’hotel a cinque stelle in centro città. Fu la prima e unica tappa che fece. Quando Seokjin arrivò, trovò un ragazzo palesemente agitato al front desk, pantaloncini beige e maglietta bordeaux. Lo riconobbe dalle spalle: era il turista della spiaggia. Stavolta, l’assenza del cappellino mostrava i suoi capelli corti biondo cenere alquanto sbarazzini. Sì, era decisamente meglio senza.

“Credo di avere io quello che stai cercando.”

Il ragazzo si voltò verso di lui, sorpreso dalla sua presenza (doveva averlo riconosciuto). Poi abbassò gli occhi sul portafogli, e un guizzo di sollievo gli illuminò il viso.

“Devi averlo smarrito ieri al ristorante. Lo hanno trovato i miei dipendenti.”

“Grazie.”

Seokjin fece solo un cenno di cortesia, colpito dall’aspetto del turista. Ora che aveva una visuale completa, libera da accessori, non poté fare a meno di soffermare lo sguardo sui suoi lineamenti orientali: occhi a mandorla, zigomi alti, guance risolute che nascondevano due dolcissime fossette.

 Cavolo.

“Posso offrirti qualcosa?”

Le parole lo disincantarono dall’attimo, “Mh?”

“Per ringraziarti.”

Ah, giusto. Sì.

Diede un’occhiata all’orologio al polso e annuì. 

 

Si chiamava Kim Namjoon e di professione faceva il produttore musicale. Era venuto alle Hawaii in vacanza insieme al suo amico e collega, che sfortunatamente dovette tornare a Seoul per motivi familiari. Voleva ritornare con lui, ma l’amico insistette perché rimanesse e si prendesse del tempo per sé stesso. Namjoon decise di seguire il consiglio: passò una settimana a girovagare per Maui, godersi il paesaggio, fare escursioni. Dai suoi racconti, Seokjin colse che i siti che aveva visitato erano prevalentemente turistici. Popolari, comuni, esaltati dalla prospettiva del guadagno che guidava l’isola. 

“Dimentica quello che hai visto” gli disse, "Domani ti porto in un posto.”

Namjoon lo osservò con un misto di perplessità e curiosità. Sollevò l’angolo delle labbra, un procinto di fossetta sul volto, “Ok.”

*

Lo accompagnò in più di un posto. Il domani si ripetè l’indomani, e l’indomani ancora. I luoghi da vedere si accavallavano uno dietro l’altro di pari passo alle passioni che Seokjin scopriva dell’altro. Lo portò a Nakalele Blowhole - il fenomeno naturale che più si avvicinava ad un geyser - quando, chiacchierando del più e del meno a colazione, scoprì che lo affascinavano i vulcani. 

"È bello qui" disse mentre avevano lo sguardo sull'orizzonte. Erano in alto sulla costa rocciosa. Il promontorio formava una mezza luna sul mare, donando diverse sfumature di blu e verde all'acqua, "Sarebbe bello fare scuba diving."

Fu così che il giorno dopo organizzò una piccola gita alle spiagge rocciose. Partirono alle sette dal porticciolo con la barca a vela di Yoongi.

"Regola numero uno: non scopare sulla mia proprietà" gli ricordò il collega quando gliela chiese in prestito.

"Tranquillo, non ho alcuna intenzione di mettermi a pulire."

Yoongi ignorò la battuta triste con un gesto indifferente e tornò alla preparazione dell'impasto.

Il mare era limpido quel giorno, complice un cielo senza nuvole. Il vento era forte abbastanza da muovere delicatamente la barca lungo le onde leggere. La fermò di fronte ad un'insenatura che nascondeva una caletta, sabbia bianca e leggera sotto i piedi. Era il posto preferito suo e del nonno. Quando era piccolo, era lì che lo portava per insegnargli tutto sulla vegetazione corallina. Si sentì un po' meravigliato di quella scelta: non era sua abitudine condividere luoghi così personali con una persona conosciuta appena due giorni fa. Di norma non l'avrebbe fatto, ma Namjoon ispirava. Ispirava fiducia, voglia di conoscere, di far conoscere. 

In sole 48 ore aveva già imparato tanto di lui. Namjoon amava l'arte e la natura. Tendenzialmente peccava di distrazione, ma era una lacuna che colmava tranquillamente con l'ingegno e l'intelligenza. Per lui imparare era come bere un bicchier d'acqua. Seokjin non fu molto sorpreso nel notare quanto fosse bravo nello scuba diving. Aveva imparato a Busan durante il periodo dell'università, gli disse. 

“Devo stare attento a non finire l’ossigeno, però. Vedere bellezze mi distrae.”

"Sei già abituato con me" rispose Seokjin, mostrando un sorriso smagliante. Si aspettava una risata dall'altro, ma non arrivò. 

"Già, hai ragione" disse, invece, con una sincerità sconcertante. 

Imbarazzato, Seokjin non disse nulla. Era ben consapevole del suo aspetto etereo, e quando qualcuno lo notava, alle sue orecchie suonava tipo ‘Ehi, sai che l’acqua è bagnata?. Oggettività, pura banalità, insomma. Nulla che lo impressionasse più di tanto.

Namjoon, però, non sembrava banale. Mai. Nemmeno quando constatava l’ovvietà.

Riprese ad armeggiare con l’ancora, ignorando il caos dentro al petto. 

*

Il giorno dopo andarono a Paia, un paesino rustico fatto di meravigliose ma modeste architetture colorate. Avendo capito che al ragazzo piaceva essere circondato dalla bellezza, Seokjin ebbe la spiccata idea di accompagnarlo ad una galleria d'arte. Il fatto che nel portafogli conservasse un mucchio di biglietti di musei e teatri era un indizio poco rilevante.

C’era una mostra fotografica quella settimana. Tema: corpi e piante. Seokjin intuì che doveva essere un elogio al legame allegorico che tiene unito mondo animale e mondo vegetale. Per lui, erano tante foto in bianco e nero sistemate una dietro l’altra, alcune carine, altre discutibili. Era un uomo che subiva una metamorfosi in pianta, quello?

“Non è bellissimo?” mormorò Namjoon, tono ricco di emozioni e sensazioni. 

Inizialmente sorpreso, Seokjin distolse gli occhi dalla fotografia. Fu un attimo, il tempo di inquadrare il suo viso per capire quanto fosse speciale la mente di Namjoon: gli bastava uno sguardo per assorbire dentro di sé tutti i significati dell’opera. 

Seokjin deglutì, colto da una scossa mista da attrazione e timore. I suoi pensieri vennero attratti dal verso di una canzone. Non ne ricordava nemmeno il titolo. Non era importante. 

Can’t stop thinking of your diamond mind.

Quella notte, prese sonno col pensiero degli occhi sognanti di Namjoon su di lui. 

*

L’ultima tappa fu Hana, nella zona est dell’isola. Per Seokjin era uno dei posti più belli della sua terra: una distesa naturale di cascate, pozzi, ruscelli e ponti. La vegetazione di bamboo dava un tocco singolare e affascinante, unico nel suo insieme. Nei giorni liberi era lì che andava a ritrovare sé stesso. Da un lato sperava che Namjoon provasse la stessa cosa. 

Arrivò il tramonto dopo un pomeriggio ricco di profumi e sensazioni. Si erano arrampicati su un albero. Dal tronco su cui erano appollaiati si potevano ammirare entrambi i paesaggi che caratterizzavano l’isola: cascate e vegetazione da una parte, oceano e infinito dall’altra. I colori purpurei davano un riflesso diverso ad entrambi, lasciando la sensazione di essere in mezzo a due mondi diversi. Rimasero lì in silenzio a bearsi della vista. Nessun disagio, nessuna voglia di sentire il tempo scivolargli sulle spalle.

“Dopodomani parto” disse poi Namjoon. 

Seokjin ci mise un po’ a comprendere quelle parole. Forse per la distrazione del panorama, forse per via del colpo al petto che venne subito dopo. In una sola settimana si era talmente abituato alla sua presenza che il fatto che fosse temporaneo aveva completamente abbandonato la sua mente. E il suo cuore.

“Dopodomani?”

Namjoon annuì, ora spostando l’attenzione su di lui.

Seokjin deglutì, cercando di nascondere la delusione. Sarebbero finite le gite, così come così i mille modi che Namjoon trovava per ricambiare la sua compagnia. L’hawaiiano aveva preso la strana abitudine di elencarli: un giorno era una busta di caramelle, l’altro una conchiglia raccolta dal fondo della barriera corallina. L’altro ancora era un racconto mitologico della sua terra mentre osservavano l'orizzonte. Seokjin tendenzialmente aveva un animo materialista, ma tornare a casa col ricordo di Namjoon disteso sulla spiaggia con il dito sul cielo a indicare costellazioni lo faceva sentire meglio di qualsiasi cosa che potesse toccare con mano. 

Can’t stop thinking of your diamond mind.  

In mezzo alla paralisi del momento, Seokjin percepì solo quel verso. Ridusse lo spazio fra di loro in un solo movimento e lo baciò. Le labbra di Namjoon sapevano di scoperta, di novità.

Sapevano di voglia di rivederlo ancora.

*

Il giorno dopo lo passarono insieme, un po’ in città e un po’ sulla spiaggia. Il tempo non fu così gentile come lo era stato tutta la settimana. Il sole si nascondeva dietro nuvole grigie, pronte a sfogarsi con la pioggia invernale. Stavano proprio camminando sulla spiaggia desolata quando Seokjin sentì le prime gocce bagnargli i capelli. Stava pensando a un possibile riparo nella zona quando Namjoon gli prese il polso, interrompendo la loro passeggiata. Erano uno di fronte all’altro, con solo lo spazio necessario tra di loro per respirare. Una necessità inutile. 

“Sei l’attrazione più bella di tutte le Hawaii.”

Troppo sdolcinato. Non combaciava con i gusti di Seokjin, eppure il sorriso nacque spontaneo sulle sue labbra. Namjoon se lo poteva permettere, “Dimmi qualcosa che non so.”

“Mi mancherai.”

La gola gli si seccò di colpo. Riuscì solo a scostargli un ciuffo umido sulla fronte. Namjoon gli circondò un fianco e lo baciò.

La pioggia continuò a scendere su di loro, ma lui non la sentì. 

*

Seokjin si risvegliò il giorno dopo nella camera d’albergo. Allungò un braccio sull’altro lato del letto, ma non trovò nessuno. Aprì gli occhi: Namjoon doveva essere già partito. Un peso opprimente gli invase il petto alla realizzazione che non aveva fatto in tempo a salutarlo. Tirò un grosso sospiro cercando la motivazione per alzarsi dal letto, poi lo vide lì sul comodino, il suo cappellino color porpora. Lo prese in mano: sotto nascondeva un cioccolatino con un biglietto.

Il mio numero, nel caso mi smarrissi di nuovo.

Grazie.

Seokjin prese il cellulare, scrisse un messaggio. Il bip di una risposta, e il peso non c’era più.

Sorrise.


Momoko's notes

RAGAAAAAAAA *_______*

Sono tornata, stavolta con una Namjin molto blanda <3 L'idea mi è venuta ascoltando la canzone di Katy Perry, Harleys in Hawaii, ma come vedete il tema ha deviato totalmente dal testo originale. Fondamentalmente, ho preso da lì solo l'ambientazione perché poi ho trovato ispirazione da un'altra canzone per descrivere la mente di Namjoon: Ocean Eyes di Billie Eilish. Insomma, questa fic è diventata un mash up di tante cose xD

Per chi sta seguendo la mia long, Unconventional Love, avverto che lo stato di hiatus sta finalmente terminando e che sto lavorando sul prossimo capitolo. Sono a buon punto ed è possibile che pubblichi a breve *__* 

Ringrazio come sempre la mia beta e amica Julsss_ , che dà retta alle mie idee e mi aiuta a realizzarle <3 Per le amanti della taekook, abbiamo scritto insieme una os, Spring Day, e attualmente stiamo lavorando sul sequel.

Grazie per aver letto questa pazzia <3

Alla prossima,
Momoko
  
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