Serie TV > Il paradiso delle signore
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Autore: Helen_Rose    14/04/2022    1 recensioni
In questi giorni ho letto tantissimi commenti che sostengono che, nella trama Colombica attuale, ci sia una grande assente: zia Ernesta. Non potrei essere più concorde.
Tuttavia, a parer mio, se si parla di #SanColombo, c'è un'unica grande assente: Roberta Pellegrino. Non potrebbe essere altrimenti: il mio personaggio femminile preferito in assoluto, al Paradiso, se solo non l'avessero fatta sprofondare nel dimenticatoio, avrebbe sicuramente potuto mettere a frutto la propria esperienza per consigliare al meglio Stefania, avendo vissuto uno scenario piuttosto simile; senza contare il fatto che la signorina Pellegrino e la signorina Colombo hanno personalità parecchio affini.
Se vi sembrerà che ci siano molti interventi di Roberta e pochi di Stefania, sappiate che è voluto: la nostra piccola grande donna ha cercato in ogni modo di (auto)giustificare la propria reticenza, ma credo sia arrivato il momento che qualcuno la scuota, con dolcezza e senza mezzi termini al tempo stesso.
Ormai, Roberta sta serenamente con Marcello da due anni, ma non significa che abbia dimenticato cosa significhi soffrire per determinati motivi..
Quindi, spero che questo 'Missing Moment' da me ideato possa essere di vostro gradimento; come sempre, ho cercato di fare del mio meglio. Buona lettura!
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Ciao, ragazze; buona serata a voi.” Stefania si rivolge sorridendo a Irene e Sofia, le ultime a uscire, se si esclude lei. Le sue amiche passeranno la serata al cinema, mentre la sorellina minore del gruppo è stata invitata a cena fuori da Roberta. Detta così, sembra quasi un appuntamento con un ragazzo, ed effettivamente, di solito formano il trio con Irene; è più raro che Stefania e Roberta trascorrano del tempo insieme da sole. Non si tratta di non prendersi troppo a vicenda, anzi; semplicemente, non c’è -ancora- quella confidenza che porti a passare diverse ore in compagnia di qualcuno. Stefania non ha accettato solo per educazione, s’intende, ma per l’affetto e la stima che nutre per l’amica.
Termina di prepararsi e si assicura di aver chiuso bene a chiave la porta dello spogliatoio, dato che la signorina Moreau, ovvero sua madre, è uscita prima per fare una commissione dell’ultimo secondo.
Roberta sta aspettando Stefania fuori dall’uscita laterale, e naturalmente non è sola. Si tratta proprio del fine settimana del mese che trascorre a Milano, che si alterna con quello in cui è Marcello a raggiungerla a Bologna: va da sé, quindi, che rinunciare a Roberta anche solo per qualche ora rappresenti un estremo sacrificio per quel povero ragazzo; tuttavia, altruista com’è, non si sognerebbe mai di essere possessivo nei confronti della fidanzata -a breve, moglie-, che ha anche delle amiche, le quali ora più che mai reclamano la sua presenza, com’è giusto che sia. D’altronde, se lo merita, dopo aver passato quella che teoricamente sarebbe la sua giornata libera ad aiutare lui e Salvo in caffetteria.
Se, ‘dal basso’ della sua vita sentimentale ancora tutta in divenire, Stefania ha sempre guardato le sue amiche e i loro fidanzati con un misto di tenerezza, felicità per loro e un pizzico di sana invidia, in questo periodo vedere una coppia ‘amoreggiante’ le provoca una fitta allo stomaco non indifferente. Come se le avesse letto nel pensiero, Roberta, accorgendosi della sua presenza, si stacca un po’ bruscamente da Marcello e sorride nella sua direzione: “Stefy, eccoti. C’era il pienone anche oggi?”
“Sì, abbastanza.” replica Stefania, accennando un sorriso. “Ciao, ragazzi. Scusa ancora, Marcello, se te la rubo per una sera; ma Roberta mi, anzi CI, manca davvero tanto quando non è qui a Milano.”
Marcello alza le mani. “Non sai quanto ti capisco…” asserisce, facendole l’occhiolino.
“Non faremo tardi; giusto in tempo per augurarle la buonanotte...” Tenta di rimediare poiché, in pieno stile Stefania Colombo, si sente in colpa di essersi immusonita anche se solo per un attimo.
“Non preoccuparti. Divertitevi. Ciao, amore.” saluta Marcello, dando un ultimo bacio a Roberta.
“Ehi; grazie ancora dell’invito, mi ha fatto davvero piacere.” Stefania si avvicina, salutando per bene l’amica con un bacio e un abbraccio, benché l’abbia già vista la sera prima, ovvero venerdì.
“Ci mancherebbe, tesoro; mi andava di stare un po’ con te, senza che Irene s’intromettesse con le sue lamentele sulle clienti impossibili, su Rocco che si addormenta presto per via degli allenamenti…” scherza Roberta, prendendola sottobraccio, mentre s’incamminano verso la trattoria designata. Chi la conosce sa che non è il tipo da usare troppi vezzeggiativi, ma con Stefania le viene spontaneo essere più affettuosa: non per la giovane età, anche perché, in fondo, hanno solamente tre anni di differenza; si tratta più di un istinto di protezione che sente nei confronti di colei che, per certi aspetti, le sembra una versione embrionale di sé stessa… È persino più paziente e di buoni sentimenti rispetto a lei.
E ciò di cui ha intenzione di parlarle è strettamente collegato all’istinto di protezione di cui sopra, ma in particolare, alla variante di salvaguardia della felicità e del benessere di Stefania.
Una volta accomodatesi a tavola e fatte le ordinazioni, mentre attendono l’antipasto da dividere a base di mondeghili, il tipo di polpette preferito da Stefania, Roberta inizia a introdurre il discorso.
“Comunque, non invidio per nulla te e le altre; in questo periodo, Irene sembra lamentarsi per qualunque cosa e preoccuparsi per chiunque: parrebbe quasi che l’istinto premuroso di Rocco, che peraltro è innato anche nella sua personalità, spesso si traduca in una combinazione esplosiva che le fa più male che bene… Se penso che, a volte, ha da ridire anche sui mariti tirchi di certe clienti…”
Mai affermazione capitò più a pennello; Stefania è ormai insofferente alle continue insistenze della sua migliore amica sull’argomento Marco di Sant’Erasmo… Soprattutto perché le risulta sempre più difficile scoraggiarle e non assecondarle, lasciandosi trasportare dall’istinto. Ma non ha voglia di aprire il libro con Roberta; dunque, si limita a confermare: “Parole sante, Robi; pensa che, l’altro giorno, l’ho dovuta frenare dal discuterci, con uno dei famigerati mariti. Capisco il senso di giustizia, ma…”
“È proprio diventata un’altra, nell’ultimo periodo: prima, selezionava accuratamente le sue battaglie; ora, si fa coinvolgere fin troppo persino sul lavoro.” Se Irene sapesse che Roberta le sta dando della rammollita con il solo fine di far aprire Stefania, probabilmente le toglierebbe il saluto. “Per quanto… A parer mio, il problema risieda piuttosto in chi non si fa coinvolgere abbastanza, dal lavoro.”
L’animo limpido e innocente che caratterizza Stefania non le dà motivo di sospettare che Roberta sia al corrente delle recenti vicende che la vedono protagonista; tuttavia, l’ipersensibilità verso l’argomento la porta a rizzare le antenne e a sentirsi chiamata in causa ogni qualvolta si accenni alle tematiche amorose o, per l’appunto come in questo caso, di sogni e ambizioni.
Accortasi dell’espressione assunta da Stefania, tipica di chi si sente colto nel vivo, Roberta decide di andare dritta al sodo, risparmiando tempo a entrambe: “Stefy, perché hai lasciato la redazione?”
La commensale solleva di scatto lo sguardo dalla tovaglia che stava fissando con innaturale costanza.
“Non ti arrabbiare con Irene… Mi ha raccontato tutto. Non sapeva più come fare per aiutarti… E così, ha pensato che forse potessi essere io la persona giusta per provare a darti qualche consiglio; di certo non per giudicarti, o tantomeno forzarti a parlare, se non ti va… Ma sappi che sono qui, se lo vorrai.” Roberta ha spiegato la situazione di getto, così da non essere interrotta; ora attende pazientemente la reazione di Stefania, aspettandosi anche che, al limite, si alzi e imbocchi la via d’uscita dalla trattoria.
Invece, l’aspirante giornalista, nonché giovane innamorata in pena, ha proprio un gran bisogno di essere ascoltata e guidata da colei che, con ogni probabilità, è l’unica a poterla capire veramente. Sorride debolmente e replica: “Almeno, posso risparmiarti e risparmiarmi di ripercorrere tutto da zero; quindi, per rispondere alla tua domanda, non volevo creare ulteriori problemi con Gemma.”
“Questo lo so… Ma penso possa esserti utile guardarti dentro e darmi la vera risposta.” controbatte Roberta, mitigando quello che potrebbe apparire come un invito perentorio con un dolce sorriso.
Stefania è tentata di alzare gli occhi al cielo; forse ha sbagliato a pensare di sfogarsi con Roberta: pare una congiura ai suoi danni. “Te l’ho detto: ho fatto un passo indietro per evitare fraintendimenti.”
A quel punto, all’amica risulta perfettamente chiaro che ricorrere alla sua consueta diplomazia sia nettamente controproducente: ha appena incontrato una più ostinata di lei. “Ma perché, c’è qualcosa da fraintendere? In base a come la questione mi è stata spiegata, a me sembra tutto chiarissimo…”
Il tono e il modo con cui ci esprimiamo fanno la differenza; ma anche la parvenza più accomodante di questo mondo non mitiga certe frasi, che si traducono in uno schiaffo in pieno viso… Di quelli utili e dati con affetto, però. Stefania sgrana istintivamente gli occhi, in quel suo tipico modo fanciullesco. “Dai, Robi, lo sai anche tu... Non posso proprio fare questo torto a Gemma.”
Non sarebbe la signorina Pellegrino, se non anteponesse le questioni pragmatiche e non negoziabili: “Me ne rendo conto, ma mettiamo Gemma da parte per un attimo e, una volta tanto, concentriamoci sul torto che faresti a te stessa; al tuo talento, tanto per cominciare: vuoi sprecare tutto così?”
In quel momento, il cameriere porta loro l’antipasto, dando modo a Stefania di riflettere sulla risposta da dare… In base a quel che sarebbe giusto, ma anche in base a ciò che sente: perché Roberta non è radicale come Irene; ha vissuto certe cose, e con lei ci si può permettere di esplorare più aspetti. A volte, capita che a comprenderci meglio possano essere delle persone con cui si ha meno confidenza.
“Robi, io sono follemente innamorata del giornalismo: dell’informarmi; dello scrivere; del vedere il mio articolo sottoposto al giudizio degli altri, sotto forma di elogi ma anche di critiche costruttive… Della possibilità che mi viene data di scoprire sempre nuove realtà. Penso tu sappia cosa intendo…”
Roberta sorride incoraggiante. “Naturalmente. Non importa quale sia la passione in questione… Ogni volta in cui capisco un nuovo procedimento, mi sento realizzata. Eppure… Sta per arrivare un ‘ma’?”
“Esatto. Ma… In questo momento specifico, non posso permettermi di anteporre le mie ambizioni al rapporto con Gemma; proprio non posso.”
“Stefania,” la incalza col nome intero, poiché l’occasione richiede solennità, “qui non si tratta ‘solo’ della tua carriera, bensì della tua vita; e non si può parlare di momenti giusti o sbagliati per viverla.”
L’altra incrocia le braccia, irremovibile.
La futura ingegnera, futura moglie ed ex Venere attinge al suo bagaglio di esperienze per sfoderare l’artiglieria pesante: “Ascoltami… In passato, sono stata fin troppo accomodante con le mie amiche, fermamente convinta di non dovermi impicciare, poiché erano le uniche responsabili delle proprie scelte, sensate o meno che potessero apparire a me. In realtà, se avessi battagliato un po’ di più per spingerle verso la felicità, la LORO felicità, magari alcune cose sarebbero andate diversamente...”
Stefania si è incuriosita; chissà a chi, delle amiche che non conosce o conosce poco, si starà riferendo.
“È stato solo grazie al fatto che la grande autoconsapevolezza di Irene abbia battuto la sua proverbiale ottusità, quando si tratta di ammettere i propri sentimenti, che tra lei e Rocco si è smosso qualcosa; noialtre avevamo capito poco e nulla, e comunque, li avremmo considerati una scommessa persa in partenza, viste le loro abissali diversità… Invece, guarda come sono stati capaci di smussare gli angoli, venirsi incontro, migliorarsi a vicenda… Tutto grazie all’amore.” conclude, con un senso di tenerezza.
A Stefania scappa da ridere. “È proprio vero… Chi l’avrebbe mai detto; e invece…”
Per addentrarsi di più, sarà il caso di mettersi in gioco in prima persona. “Hai presente Federico?”
La cugina del ragazzo appena menzionato strabuzza gli occhi, rischiando di strozzarsi con la polpetta che stava addentando. “Se ti riferisci a Federico Cattaneo… Rammento vagamente.” scherza, stupita.
“Io e te ancora non ci conoscevamo quando io e lui stavamo insieme; è stata una storia d’amore bellissima, che mi ha insegnato tanto a livello umano, su me stessa, su come affrontare le difficoltà…”
Stefania si lascia scappare una risatina nervosa. “Scusami; ho superato la cotta per Federico e tutto quanto, ma parlare di lui mi imbarazza sempre un po’…”
Roberta sorride, comprensiva. “Lo capisco; si può dire che sia stato il primo amore di entrambe…”
“Che tu hai vissuto pienamente poiché ricambiata, e io no.” precisa l’altra, con una punta d’amarezza.
“Infatti, non mi pare che tu sia follemente innamorata solo del giornalismo; ora avresti finalmente la possibilità di provare pienamente un amore vero, e tu vorresti sprecarla così…?” si lascia sfuggire Roberta. Negli anni, è passata dall’essere eccessivamente accorta al doversi mordere la lingua… Stefania non sembra essersela presa, però ha abbassato lo sguardo, assumendo un’espressione mesta. Roberta sospira, tornando al discorso introdotto poco prima per non perdere il filo: “Immagino sarai a conoscenza del brutto incidente che sembrava aver paralizzato Federico…”
“Sì, ovviamente.”
“Io e Marcello ci eravamo avvicinati… Parecchio,” -arrossisce al solo pensiero, ma sarà normale dopo due anni e mezzo?- “prima del suo ritorno a causa dell’infortunio. Mi convinsi a soffocare quella che, allora, mi sembrava una semplice attrazione per Marcello, in modo da stare accanto a Federico come meritava; anche perché continuavo a sentirmi legata a lui da sentimenti profondi… Che, però, non erano più d’amore; eppure, mi ero inconsciamente nascosta dietro l’alibi di non potergli fare un torto, quando la verità era che non avevo mai provato prima ciò che sentivo per Marcello, e quello scenario ignoto, che mi avrebbe portata a mettere tutto radicalmente in discussione, mi terrorizzava… Lui è la persona che non mi sarei mai aspettata di volere al mio fianco, ma a cui non potevo più rinunciare.”
Stefania è colpita da quanto l’analisi dell’amica, intrisa della lucidità data dal senno di poi, rispecchi pienamente tutto ciò che sta provando in prima persona, ma a cui non riusciva a dare un nome.
Resasi conto dell’effetto benefico che le sue parole stanno sortendo nella sua interlocutrice, Roberta è stimolata a proseguire: “Stefy, se avessi avuto qualcuno che mi dicesse di seguire il cuore, per una volta, molto probabilmente l’agonia che abbiamo provato io, Marcello, Federico, tutti, si sarebbe ridotta di parecchio. Non conosco Marco, se non di sfuggita; e Irene è sicuramente particolare, ma trovo che possieda la rara capacità di inquadrare immediatamente le persone… E stando a quanto mi dice, mi sembra un ragazzo serio, coerente, determinato ad affermare i propri principi e farti felice…”
Stefania non può far altro che annuire, in segno di conferma: Marco è tutte queste cose. I suoi occhi si riempiono di lacrime che iniziano a sgorgare senza controllo, silenziose ed inesorabili; le ferma con un gesto stentato della mano, ma ormai il discorso di Roberta ha sortito il suo effetto.
Dispiaciuta dal turbamento causatole, benché sia finalizzato a scuoterla da questo stallo doloroso, quella che ormai sta diventando l’altra sua sorella maggiore a pieno titolo, insieme a Irene, allunga una mano dall’altra parte del tavolo per stringere la sua, accarezzandogliela delicatamente.
“A costo di sembrarti retorica, tengo a precisare che non ti sto affatto giudicando, né costringendo ad identificarti necessariamente con me, o ad agire come farei io, ora… Ti sembro forse perfetta?”
Stefania sorride debolmente, sfilando la mano da sotto quella di Roberta per recuperare il fazzoletto che tiene nella borsetta. “Non saprei; sei una delle ragazze più determinate e centrate che conosca.”
“Ecco, ti fermo subito: sono ancora molto lontana dall’essere pienamente come mi descrivi, e di certo non è sempre stato così. Oltre al dilemma del ragazzo con cui stare, rischiando di operare una scelta di comodo che avrebbe danneggiato tutti, un anno e mezzo fa stavo per commettere un altro, enorme errore: dare per scontato che, per amore di qualcuno, si debba rinunciare a qualcosa. In realtà, come si suol dire, certe occasioni capitano una sola volta nella vita, e l'amore ti accompagna ovunque tu vada; non nel senso che debba per forza seguirti fisicamente... Sai bene che Marcello è rimasto qui; ma se i sentimenti sono forti, non si spengono per un po' di chilometri che separano due persone.”
Era tutto vero: se non fosse stato per l’altruismo di Marcello, per la sincera ammirazione che nutriva nei confronti delle capacità della fidanzata, probabilmente lei avrebbe rinunciato a quell’avanzamento di carriera, finendo per rimpiangerlo, benché si fosse trattato di una scelta scevra da condizionamenti.
Sembra arrivato il momento di sdrammatizzare un po’: “Ora, tu hai esattamente il problema opposto; ma permettimi di dirti, in totale onestà, che il tuo piano fa acqua da tutte le parti: tu e Marco non siete separati da chilometri, ma da una rampa di scale tra gli uffici e la galleria… Il principio: ‘Lontano dagli occhi, lontano dal cuore’ non ha quasi mai funzionato, ma così non ci stai neppure provando, Stefy!”
La beneficiaria di quell’arringa tanto canzonatoria quanto veritiera scoppia istantaneamente a ridere.
“Vuoi forse che sia lui a rinunciare alla rivista, per agevolarti? Perché scommetto che sarebbe disposto a farlo. Io non mi sarei mai perdonata se Marcello avesse rinunciato alla caffetteria, alle sue amicizie, alla sua quotidianità qui a Milano, per me… Nonostante lui giurasse che non avesse senso viverla, se non gli stavo accanto io. Marco non chiede altro che di semplificarvi un po’ la vita…”
Il cerchio delle argomentazioni di Roberta sta iniziando a chiudersi, e tutto sta acquisendo un senso. “Stefy, spero davvero di non averti confusa… Io stessa non sono di certo abituata ad affrontare questo tipo di questioni in maniera tanto estesa, men che meno trovandomi nella posizione di colei che deve dare consigli utili; non mi sentirò mai ‘arrivata’ in ambito professionale, figurarsi in quello personale… Ma una cosa penso di averla imparata: tutti abbiamo diritto di essere felici; e molto spesso, i sacrifici che ci autoimponiamo risultano più dannosi che altro. Per cui… Ti chiedo di riflettere, se vorrai, sui ragionamenti che abbiamo fatto; non devi prendere una decisione nell’immediato, ma… Mi pare che lo scenario abbia comunque preso una svolta determinante, no? Marco ha lasciato Gemma.”
Stefania annuisce, in segno di conferma. “Quindi questo significa che…”
“Tutte quelle paure di cui sopra, in queste ventiquattr’ore, si sono ingigantite a dismisura. Lo so.” Roberta si allunga per stringerle nuovamente la mano, in segno di sostegno e vicinanza; gesto che Stefania apprezza enormemente. Ed è sempre Roberta a esortare entrambe: “E ora, sarà meglio fiondarci almeno sull’antipasto, prima che queste polpette si trasformino in cubetti di ghiaccio!”
Il resto della cena trascorre piacevolmente, tra aggiornamenti sulle rispettive vite, battute; aneddoti di ogni sorta, come quel martedì in Villa in cui Marco, mentre le portava il pranzo in dépendance, si ostinò a servirsi comunque del segnale concordato, e per poco il vassoio non finiva sul pavimento, con buona pace di Italo e di Brigitte, la cameriera, che avrebbero dovuto ripulire il disastro.
Quando Irene le raggiunge, dopo cena, per un gelato, le trova ancora a ridere e scherzare senza freni e, per un attimo, teme che l’argomento spinoso non sia stato affatto affrontato; ma Roberta le fa cenno di aggiornarla più tardi. Concludono la serata con una splendida passeggiata in centro, favorita dalla temperatura fortunatamente tiepida, pur essendo ancora aprile, e dal cielo completamente terso.
Dopo aver accompagnato le amiche alla loro porta, prima di unirsi a loro per la notte, nonostante l’ora tarda, Roberta si sforza di affrontare un’ulteriore rampa di scale di quel condominio popolare che conosce come le proprie tasche e che tanto le manca: una promessa è pur sempre una promessa. Casomai servisse precisarlo, la gratitudine del destinatario della suddetta dimostrazione d’amore si conferma pienamente all'altezza non solo del sacrificio, ma dell’entusiasta esaltazione che lo ha reso co-protagonista a pieno titolo di una serata ragazze che, decisamente, non è stata come tante altre. Roberta non può saperlo, ma il suo contributo è stato il riflesso di una massima proferita due giorni prima dalla madre di Stefania: ‘Con il tempo, piano piano, si impara a dar senso anche al dolore.’
   
 
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