Ma ad un tratto lei cominciò a gridare.
Gridava così forte che il suo interlocutore, un vecchio mago freddo e indisponente, agrrottò le sopracciglia infastidito dal rumore.
“Per Merlino” sibilò, arricciando le labbra in una smorfia. “Chi è che provoca questo terribile baccano?”
Ariana.
“Io…”
Eppure avrebbe dovuto esserci Aberforth con lei. Possibile che si fosse spaventata per i Curatori che le si affollavano intorno? Eppure si era solamente fatta un taglio, grosso, è vero, ma..
“Io… Non lo so, signore”.
D’improvviso una violenta spallata gli fece perdere l’equilibrio. Si girò e guardò il ragazzo che l’aveva appena volontariamente urtato con aria spaventata.
Questi lo ignorò e fissò i propri occhi scintillanti di rabbia in quelli del vecchio mago.
“E’ mia sorella”.
L’altro si aggiusto gli occhiali sul naso e gli rivolse un’occhiata altezzosa.
“E lei sarebbe…”
Aberforth ignorò la breve occhiata di supplica che il giovane accanto all’uomo gli lanciò. I suoi occhi parevano di pietra.
“Il fratello di Albus Dumbledore”.
Poi piantò gli occhi in quelli di lui, che sentiva di non aver mai odiato tanto come in quel momento.
“Anche se spesso me ne vergogno”.
Senza una parola di più, Albus lo vide voltar loro le spalle e correre verso la porta della camera della sorella, un fascio di bende in mano.