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Autore: mortifero    23/04/2022    2 recensioni
“N-non ti ha voluto più tra i piedi, eh? B-beh, pi-piccolo, questo è quello che succede quando propini di continuo il crudités di carote". Rick appoggia entrambi gomiti sullo schienale del divano, la testa fra le mani. I loro visi sono più vicini.
“Non infierire.” Morty aggrotta le sopracciglia, ancora non abituato a quanto suo nonno ami prenderlo in giro per il fatto che sia single. [...]
“Ne parli in maniera interrotta. Sei asfissiante. Il miglior olio è quello d’oliva, extra vergine, proprio come te, Morty. E poi, che altro dici? Ah sì, l’aceto balsamico dà quel giusto tocco di sapidità al piatto. Ci credo che Planetina non abbia voglia di ascoltarti tutto il giorno, Masterchef dei poveri".
“Jessica". […]
“Un vero peccato che io non riesca a tenere a mente i nomi delle tue fidanzatine del cazzo".
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Morty Smith, Rick Sanchez
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Mutual Pining

Morty ripensa a quando tutto è iniziato; si chiede da quando le parole hanno assunto più del loro vero significato, da quando i gesti sono diventati così incisivi e allo stesso tempo custodi di un segreto di cui entrambi morbosamente gelosi. Troppo grande da rinchiuderlo nel profondo della loro mente, troppo rischioso da liberarlo — e liberarsi. Lo fa mentre sul divano si accoccola tra le braccia di Rick, tre sillabe che gli solleticano i sensi, la TV in sottofondo che illumina i loro volti, nel segreto di una casa vuota, e la mente vaga. Il giorno di San Valentino prede di prepotenza il punto focalizzante dei suoi ricordi. Una serata che si era preannunciata come miserabile e disastrosa era stata risollevata da un gesto casuale e involontariamente gentile da parte di Rick.

Morty doveva già lì capirlo che la sua infatuazione non era univoca.


“Io non accetto consigli su come rimorchiare da chi ha come appuntamento a San Valentino una vaschetta di gelato". È Rick a sbuffare, mentre lancia un’occhiata obliqua a suo nipote. Morty gli ha semplicemente domandato perché non stesse portando dei fiori al suo appuntamento, vedendo subito le sue posizioni venire schiacciate da come in realtà San Valentino sia solo una scusa per validare la società consumistica in cui sono immersi. Il moro affoga la sua espressione imbronciata con una cucchiaiata di gelato, freddo come l’astinenza da un tocco che manca, che crede mai arriverà. Il sapore chimico gli addolcisce il palato, una risposta grossolana e momentanea alla accrescente gelosia che rende pesante il petto.

Morty si sporge appoggiandosi placidamente sul bracciolo, verso Rick, che ha già un piede verso la porta. “Beh, tu potresti essere più romantico a San Valentino con…come si chiamava? Tiffany? Kimberly? Natasha? Masha?1”. Si accoccola nella sua felpa gialla. Nota di essersi macchiato i pantaloni del pigiama a quadretti con del gelato. Non gli importa così tanto, però. Si tira un po’ su la coperta, così eviterà di sporcarsi ancora. La sua attenzione è rivolta completamente verso Rick, che alza gli occhi al cielo.

“Oxana, testa di legno".

“Uh, austoxiana", commenta il moro, concedendosi un altro boccone. Gioca con il gelato nella vaschetta con il cucchiaio, pensieri si intrecciano, creano turbini caotici in cui Morty rimane schiacciato, e nessuno di loro gli piace. Conosce la fama da irresistibili sirene delle austoxiane, con la loro pelle verde menta e liscia, la corporatura antropomorfa, fatta eccezione per le particolari orecchie a punta. Hanno un senso dell’udito super sviluppato, se si ragiona con criteri di catalogazione umani, perché sono un popolo di grandi cacciatrici, e sessualmente molto disinibite. Proprio il genere di bellezza capace di fare invidia ad Afrodite che a Rick piace, e sa che può permettersi. Morty si guarda le gambe scarne e corte, un sospiro stanco lo tradisce. Sa di non essere nemmeno considerabile come bello, non crede di dover prestare allora così tanta attenzione sul proprio aspetto, ma lo fa. Vuole rendersi più appetibile, desidera che l’occhio di Rick cada sempre su di lui appena entra in una stanza. A volte succede, altre no, e quando avviene, non è mai per il suo aspetto.

“Già, e no, non ho bisogno di quelle stronzate perché, guardami, hai idea di chi sono io? La gente si farebbe uccidere pur di scopare con me. T-tu, piuttosto, non dovresti essere già fuori a cena con quella, sì quell Jessica? Non dovresti ammorbarla con tutte quelle cazzate da galantuomo?”.

Morty non potrebbe mai sospettare che a Rick “quelle cazzate da galantuomo” non darebbero così tanto fastidio se dirette verso la persona giusta. Se rivolte a lui.

“Mi ha scaricato all’ultimo minuto". La delusione nel tono di Morty è viva, tangibile. Quando c’è una bella ragazza dai capelli rossi in giro, è più facile ignorare l’incresciosa cotta che ha per Rick.

“N-non ti ha voluto più tra i piedi, eh? B-beh, pi-piccolo, questo è quello che succede quando propini di continuo il crudités di carote". Rick appoggia entrambi gomiti sullo schienale del divano, la testa fra le mani. I loro visi sono più vicini.

“Non infierire.” Morty aggrotta le sopracciglia, ancora non abituato a quanto suo nonno ami prenderlo in giro per il fatto che sia single. Non che Rick sia impegnato: ha le sue avventure, ma non durano mai più di una settimana al massimo. E non sembra la persona che vuole legarsi tanto presto a qualcuno, probabilmente mai più. È anafettivo, Morty lo sa bene, proprio come è a conoscenza che la vita abbia preso gusto nel smentirlo, e al momento potrebbe sbagliarsi completamente su suo nonno. Forse Rick sta aspettando la persona giusta e chisssà se...no. Meglio di no. Morty non vuole dar testo a una simile domanda, alla beata ingenuità di una possibilità. Rick non è un sognatore come lui, e Morty dovrebbe smetterla di sperare in qualunque futuro avvenimento. È sbagliato, vergognoso. Si odia per questo, non riesce a guardare negli occhi la sua famiglia, dopo essere stato chiuso in camera sua a fare solo Dio sa cosa, per questo. Trova repellente il modo in cui la sua vita sia cambiata, come ogni distrazione porti sempre a Rick. Come può ascoltare il suono ovattato di “Diet Mountain Dew” di Lana Del Rey partire dalla stanza di sua sorella, senza l’incessante ricordo che lo scienziato non sia affatto adatto lui, ma che questo dettaglio non basta a cessare la sua brama?

«You’re no good for me, but, baby, I want you».

Come può prestare attenzione alla propria insegnante di letteratura spiegare i proibiti sentimenti d’amore che John prova per Lenina in Brave New World, e non sentirsi preso in causa?

È un pensiero ossessionante, un ardore infimo e malvagio.

Morty deve solo sperare che a suo nonno non sia sfiorata l’idea che la loro relazione potesse fare molti passi in più. Se fosse un brav’uomo, non lo deriderebbe mai. Ma Rick non è un brav’uomo e, Morty lo sa, che in confronto a lui è solo un bambino — estremamente docile, così facile da manipolare, e indifeso, già troppo a nudo per poter reggere una relazione con una differenza di equilibrio così notevole. E i bambini sono sprezzanti del pericolo finché non lo conoscono da vicino, vogliono sempre ciò che fa male, come i dolciumi, le merendine piene di grassi insaturi.

Morty vuole Rick.

Ah, cosa non farebbe per essere amato almeno per un’ora? Amato dall’uomo più crudele che Morty abbia mai conosciuto, per giunta.

“Ne parli in maniera interrotta. Sei asfissiante. Il miglior olio è quello d’oliva, extra vergine, proprio come te, Morty. E poi, che altro dici? Ah sì, l’aceto balsamico dà quel giusto tocco di sapidità al piatto. Ci credo che Planetina non abbia voglia di stare a sentirti, Masterchef dei poveri.".

“Jessica". Morty lo corregge.

Rick sbuffa: “Solo uno stupido innamorato ti ascolterebbe blaterare tutto il giorno”.

Il moro schiocca la lingua con fare stizzito, non dando voce a una protesta, perché conosce Rick, e sa che può andare avanti per le lunghe, se vuole. Ma non sopporta come suo nonno sia spesso incurante della sua vita. È il non essere importante per lui che convince il moro a voler diventarlo, il desiderio di essere l’unico e il solo ad aver fatto breccia nel cuore ammuffito di Sánchez. La realtà detta, però, linee di indifferenza nei suoi confronti, e al massimo gli vengono concessi sbuffi di insofferenza. A volte crede anche di non stargli minimamente simpatico, il che però non spiegherebbe la quantità di tempo che Rick passa insieme a lui, anche quando il moro è pressoché inutile per qualsiasi mansione. Rifletterci troppo lo porterebbe a congetture che non vuole fare, perché illudersi gli farebbe soltanto del male. Sa che l’unico a proteggere il suo cuore deve essere e sarà soltanto lui, perché a tutti gli altri non importa niente.

“Un vero peccato che io non riesca a tenere a mente i nomi delle tue fidanzatine del cazzo". Lo scienziato incrocia lo sguardo di Morty, non più rispettoso da rasentare la devozione come una volta, e vede in lui lo smascheramento di una bugia. Rick non è un dio, non è perfetto, anzi. È anche fin troppo sbagliato, ma Morty, il solito stupido, gli vuole bene lo stesso. È una stregoneria che Rick non riesce a sovrastare con le armi della logica, della scienza, e ne rimane incantato, ammaliato e bisognoso come un’ape al miele. Più tempo passa con il giovane, più le sue difese mancano della loro consueta forza - si allentano, e rendono ogni parola più cruda, più sentita, più importante.
Non lo ammetterà mai, ma Rick è terrorizzato da Morty, da ciò che prova per lui. Le persone importanti fanno sempre questo effetto: la realizzazione del loro ruolo nella diventa l’avvertimento sottopelle di un pericolo da annegare nell’alcol ad alto o basso costo.

“R-rick, adesso basta! Non puoi — non puoi continuare a fare così!”.

“Oh, adesso non posso? Il grande padrone Morty ha ordinato di no, e io ho disobbedito, mi merito una punizione. Non mi resta che -”, l’uomo si abbassa, mettendosi a ginocchio, in una posizione ridicola e supplicante. Morty riderebbe, trovando la scena davvero buffa, se solo non fosse a sue spese. Scherzerebbe chiamando Rick «cretino», e lo fa anche adesso, ma con meno ironia. Suo nonno continua imperterrito: “Nient’altro che- che in-inchinarmi e implorare il suo perdono. Oh, la prego, sire, non mi frusti!”.

“E continui a infierire!”, Morty alza gli occhi al cielo, Rick sogghigna rialzandosi in piedi, ma non dice nulla. Il moro continua: “Scusa se non sono te, se non riesco ad avere chiunque io voglia semplicemente esistendo!”.

Lo sguardo di Rick si fa evasivo, e il suo bisogno di bere dalla fiaschetta diventa urgente. “Avere chiunque io voglia, eh?”. Pensa ad alta voce, dopo un sorso abbondante di whisky. Se c’è dell’amaro nelle sue parole, Rick non lo accentua, e Morty preferisce non notarlo. Non è diretto a lui. Non può esserlo.

“E ora, se non ti dispiace, voglio fare la maratona della nuova stagione Delle Giornate della Signora Pancake appena uscita, mentre festeggio il mio morire triste e solo con il mio gelato al mango. Evviva.” Morty non è mai melodrammatico, preferisce ritenersi una persona positiva, che vede sempre il bicchiere mezzo pieno (perché sicuramente l’altra metà l’ha già bevuta Rick), e quindi agisce come chi riesce a trovare il buono in tutti, il bello in ogni cosa. Alcuni giorni ci riesce, altri ci prova finché non la cocciutaggine non modifica la realtà e la sua mente non accetta altre opzioni. La disperazione e la delusione però mietono vittime, Morty non può rimanerne indenne per sempre.

Rick sgrana gli occhi. Qualcosa nelle parole di Morty lo ha colpito. “Che cosa hai detto?”.

Il moro inclina il capo, confuso. “Che morirò triste e solo?”.

“No, non mi interessa, prima! Prima di quello!”.

“La nuova stagione della Signora Pancake che inizia stasera?”. Morty non fa nemmeno in tempo a finire la domanda, che Rick ha trovato il modo di sedersi affianco a lui sul divano e, soprattutto, di macchiarsi di un crimine imperdonabile. “Il mio gelato! Ma che fai?!”, il moro protesta, guardando la propria vaschetta di gelato al mango venirgli strappata via.

Rick prende la sua prima cucchiaiata. Assapora il gelato e con la mano ancora occupata dal cucchiaio si porta un dito alle labbra, un gesto verso Morty. “Shh, sta iniziando la puntata!”. Il moro è contrariato, ma rivolge lo sguardo verso la televisione.

Dopo vari “no, vabbè”, “Chris si sta interessando alla domestica? Ma ha l’età di sua figlia!”, “Non ho capito questa scena" — “È come il cinema polacco, Morty, è...no, fa cagare e basta", “non ci credo, siamo troppo noi”, “B-beh, Morty, è questo il senso: prendi qualcuno che ami e gli fai fare sempre la figura dell’idiota” – “Ah, allora sei proprio pazzo di me” – “Shh, zitto!”, “La Signora Pancake è la protagonista, non può venire uccisa, vero?”, “NO, SIGNORA. SIGNORAAA”, gli otto episodi da un’ora l’uno finiscono.

“Grazie, Rick". Morty distoglie lo sguardo dalla TV e dà un sorriso soddisfatto all’uomo. Si stiracchia, finché non sente le ossa delle gambe e delle braccia schioccare. Stare ore sul divano lo fa sentire intorpidito. Nell’aria c’è un nuovo strano tipo di tensione, ed è ignaro di non essere l’unico a percepirlo. Rick ha rinunciato a qualcosa per Morty, e non sembra vero per entrambi. Il sotto-testo delle sue azioni è talmente esplicito da venir occultato dalla paura dell’illusione.

“Non — un rutto a spezzare la frase — nessun problema, piccolo".

“No, davvero, l’ho apprezzato tanto. Senza te, probabilmente mi sarei annoiato a morte, e invece no, quindi-quindi grazie. Lo intendo sul serio e — Oddio, Rick!”.

Lo sguardo di Morty è fisso sull’orologio appeso al muro. Per poco non sbianca, e Rick è perplesso, ma non abbastanza da esternarlo con tanta disinvoltura sul viso.

“Che c’è?”.

“Si sono fatte le tre del mattino! Di quanto sei in ritardo per il tuo appuntamento con… Shoshanna?”.

“Oxa- no, non importa. Tanto mi richiamerà, e sai che dico? Posso fare a meno di lei. Non è proprio il mio tipo e non mi va di accontentarmi se…", lo sguardo di Rick indugia su Morty, che pare completamente ignaro dei pensieri che infestano la testa del più anziano. Così lieti e dissacranti al tempo stesso, riprovevoli, unti di malaticcio. “Se so che in giro c’è di meglio”.

Morty è curioso, vuole sapere a chi Rick si stia riferendo. La risposta potrebbe non piacergli, però, e decide di affogare i dispiaceri nel gelato, com’era nei suoi piani originali prima dell’irruzione del vecchio.

Il moro si avvicina di più allo scienziato, che dentro di sé inizia a tremare. Guerre intergalattiche, incursioni spaziali, il fisco, perdono la loro patina di pericolosità. Niente sembra più terribile delle probabili intenzioni del moro. Che cosa farà Rick, se il ragazzo si avvicina sempre di più? Se Morty ricambiasse il malato sentimento, come potrebbe mai più riuscire a controllarsi? Le loro dita si sfiorano, i loro cuori saltano un battito, ed entrambi prendono una scossa. Rick decide di buttarla sulla scienza. I loro corpi hanno accumulato energia elettrostatica, in maniera disuguale, e al contatto alcune cariche elettriche si sono trasferite, equilibrandoli. La fisica diventa molto più interessante se usata per ignorare i sentimenti, e con lo sguardo attonito ma serio osserva il moro portargli via dalle mani la coppa di gelato.

“E-era il mio gelato", Morty pigola, e Rick lo vede intenerirsi sotto il suo sguardo, diventando così dolce e genuino che una parte dello scienziato freme dal prenderlo e farlo suo in un solo istante. Vuole Morty perché lui lo adora, non si permetterebbe mai di fare una cosa del genere per lo stesso motivo.

Il ragazzo gli sorride, e le sue guance rosate e paffute vengono esaltate dalla luce della TV. È così allegro da diventare contagioso. Il volto di Rick lo tradisce, e arriccia le labbra finché non se ne accorge, e torna nella sua classica espressione indifferente. Prima di incontrare il moro non era mai stato così stupido.

“Hey, proposta indecente", fa, ammaliatore, e Morty pende dalle sue labbra. È in questa maniera che Rick vuole proporre che succeda qualcosa in più tra loro? Il moro non capisce, incapace di rispondersi. Con una tale spontaneità da rendere l’evento quasi banale? Come se fosse quotidianità, come se non avesse alcuna minima importanza.

Meglio di niente.

“C-cosa?”, balbetta, timido, in fremito per cosa sta per succedere. Si avvicina di più al l’uomo, i loro ginocchi si sfiorano appena.

“A-andiamo a prendere il gelato in una dimensione dove è già giorno. Che ne dici, eh?”.

L’umore di Morty si sgonfia come un palloncino abbandonato alle feste, ma non può definirsi sorpreso. Doveva aspettarselo, anticiparlo anche. Le sue speranze sono assurde. Rick nota l’espressione stufa di Morty e si ricorda che il ragazzo non ha mai apprezzato fino in fondo le loro avventure. Era riuscito a ingannarlo e costringerlo a passare un pomeriggio con quell’inettitudine incarnata di Jerry, pur di non occupare del tempo con la sua presenza. Piccola merdina infame, fa nella propria mente, si alza in piedi e lancia una breve occhiata a Morty. Si ritrova a sorridere. Perfido e approfittatore, proprio come il nonno. Il pensiero gli fa desiderare ancora di più il fresco dolce italiano, e l’alcol. Prenderà del gelato al rum. Molto gelato al rum.

“Ma ho ancora il mio pigiama addosso!”. Il riccioluto vuole farla sembrare un’osservazione semplice, ma suona alle sue orecchie fastidiosa come un lamento, e capisce che è la stessa cosa anche per Rick, che borbotta e sbuffa. Ha già aperto un portale con la sparaporte. Non accetterà un no come risposta.

“E sei bello lo stesso, quindi andiamo!".

“Sono — sono bello?”.

“Chiudi quella bocca, cazzo”.



NdA

1 – sì, avete capito bene: è la citazione di quell’audio su tik tok che andava qualche mese fa. Così, per farvi capire da quanto tempo ho in cantiere questa OS.

Ogni giorno mi sveglio con la consapevolezza di avere le stesse iniziali delle immunoglobuline M. Ah, chiamatemi anticorpo!

No, non so mai come iniziare le note dell’autore e un “ciao, come va?” mi sembra banale da scrivere. Mi dispiace per chi si aspettava un aggiornamento di Let The Sunshine In (se c’era davvero qualcuno, lmao), ma è stata una settimana tremenda, tra simulazioni d’esame, patente e corsi di orientamento. Ho già pensato di iscrivermi a Scienze dell’Educazione a indirizzo socio-assistenziale, ma fisica e chimica alimentare mi fanno gola (soprattutto per lo stipendio XD). E Rick approverebbe u.u

Btw scusatemi, ma mi fa spaccare il fatto che canonicamente Rick sia appassionato di una telenovela. Buon sangue messicano non mente. Rick il classico nonno che a una certa ora deve guardarsi “la puntata", o sono guai. Plus so che in realtà agli americani non interessa se vanno in giro in pigiama o meno , ma facciamo finta di sì (quando ero in Canada non sapete quanti ne ho beccati, giuro. chissà se si lavavano. Vabbè Stato diverso, ma who knows).






   
 
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