Ho fallito
Mio era il compito, mia la responsabilità di crescere il
prescelto. Qui Gon in persona me li aveva affidati, in punto di morte le sue
ultime parole erano state una preghiera per Anakin
Anakin
Inizialmente l’ho disprezzato … ma ha finito per diventare
più un fratello che non un allievo per me. Questo è stato uno dei miei errori.
Proprio come con un fratello ho chiuso un occhio su molte sue mancanze, su
troppe sue debolezze.
L’ho reso corruttibile
Lui si è lasciato corrompere ma io l’ho messo nelle
condizioni di cedere, io gli ho permesso di mentire al Consiglio impunemente e
di fare sia il Jedi che l’uomo innamorato.
Follia
Un Jedi non ha passioni, ha equilibrio tra di esse. Il
prevalere di una può portare alla sua mitizzazione, al suo ingigantimento fino
a stravolgerla completamente da quella che era per farla diventare qualcosa di
pericoloso per se stessi e gli altri.
Come l’amore di Anakin
Sapevo di lui e Padme, avevo capito che i figli erano
suoi. Avrei dovuto denunciarlo al Consiglio, farlo estromettere dall’ordine
Jedi. Per chiunque altro non avrei esitato a farlo. Ma Anakin era il mio
apprendista, il giovane che io stesso avevo cresciuto, il Prescelto di Qui Gon,
il vero prescelto, Colui che avrebbe portato l’equilibrio nella forza, un mio
amico, probabilmente il mio migliore amico. Gli avevo affidato la mia vita
varie volte e non mi aveva mai tradito. Si era rivelato come un Jedi migliore
di quanto io avrei mai potuto ambire ad essere.
Sciocco
Anche io sono stato deviato. Dal mio affetto per Anakin,
che mi ha reso cieco nei confronti delle sue debolezze e dei suoi errori. Ho
chiamato con altri nomi i suoi difetti. L’arroganza e l’orgoglio erano solo
manifestazioni di un carattere forte, la rabbia un naturale istinto causato
dalle perdite che aveva subito ma soggiogabile, l’irrequietezza come un tratto
giovanile, la sua indisponenza come malumore temporaneo, la sua disobbedienza
un tratto che anche io avevo posseduto e che quindi non potevo criticare, la
sua insubordinazione uno scatto trascurabile perché avvenuto in un momento di
confusione.
Stupido
Tutto era perdonabile perché si trattava di Anakin. Tutto
era capibile e spiegabile perché era mio fratello ed amico. Tutto era
giustificabile con il Consiglio perché era il Prescelto. Come avrei potuto
estromettere dall’ordine Jedi colui che avrebbe riportato equilibrio nella
galassia? Non aveva senso, non era neanche immaginabile.
Ottuso
Dovevo essere il suo Maestro e sono stato invece suo
amico. Dovevo insegnargli le vie della Forza perché ci camminasse da solo ed
invece ce l’ho guidato per mano.
Mia la colpa
Senza saperlo ho consegnato il Prescelto nelle mani del
Signore dei Sith ed ho permesso che il Consiglio ve lo spingesse quasi a forza.
Ogni nostra azione si è rivelata un’insensata follia e la loro somma è costata
la vita all’Ordine Jedi e la libertà ai cittadini della Repubblica. Impotente
ho assistito al crollo della società in cui credevo sapendo che la causa è
stata la mia incapacità di vedere la realtà, di riconoscere i fatti per quelli
che erano, di interpretare i segnali e decifrare il messaggio che mi portavano.
Di nuovo
Solo un’altra volta ho provato questa sensazione. Solo in
un’altra occasione ho assistito alle conseguenze della mia stupidità ed è stato
in quel momento che ho dato l’avvio al meccanismo che ha portato alla completa
distruzione della Repubblica per come la si conosceva.
Occhi di bestia e pelle rossa come il fuoco
Non ho potuto salvare il mio Maestro dal Sith. La sua
perdita è stata la più grave della mia vita e, cosa di gran lunga più
importante, il colpo più duro che potesse subire questa nostra galassia. Lui
avrebbe saputo addestrare Anakin nel modo migliore, avendo già avuto a che fare
con il Lato Oscuro per via del suo primo apprendista, Xanatos. Io non ero
pronto ad essere un Maestro e tantomeno lo sono adesso. Come posso addestrare
qualcuno quando l’unica persona che mi è stata affidata è la stessa che ha
scelto di diventare il Sith che ha permesso la distruzione definitiva della
Repubblica per mano del proprio nuovo Maestro?
Incapace
Tutto l’equilibrio che avevo creato tra le angosce
presenti nel mio animo, tutta la consapevolezza che avevo dei miei limiti e
tutti i progressi che avevo fatto nel comprendere perché provassi tanta
angoscia nel confrontarmi con il mio passato sono scomparsi improvvisamente,
spazzati via dalla realtà dei fatti.
Ho fallito
Per orgoglio, mancanza di forza di carattere, rifiuto di
riconoscere la realtà, eccessiva fiducia in me stesso ed in Anakin,
ostinazione. Ho mentito, per omissione, agli altri Maestri Jedi. Non ho detto
loro dei miei sospetti su Padme ed Anakin. Quante vite sono morte? Quei bambini
padawan sarebbero vissuti più a lungo, fino a diventare Jedi, se io avessi
fatto ciò che era mio dovere?
Bugiardo e codardo
Non ho avuto il coraggio necessario ad affrontare la
realtà, a rendermi conto di ciò che Anakin era e cosa stava diventando. La mia
negligenza, il mio permissivismo, la mia mancanza di polso ed esperienza, la
mia incapacità di essere il padre che Anakin non ha mai avuto e che Qui Gon è
stato invece per me. Tutto questo ha portato all’Impero ed alla supremazia dei
Sith. Come potrò mai affrontare Qui Gon ora che so la verità? Come potrò
entrare in contatto con il suo spirito come Yoda mi ha insegnato ed affrontare
la sua collera per questo incredibile fallimento? Mai in vita mia ho fatto
qualcosa di così grave e tremo al pensiero della collera del mio Maestro.
Vile
Sì. Io sono vile. Per questo ancora non mi sono messo in
contatto con lo spirito del mio Maestro, nonostante io avverta quasi in ogni
momento la sua presenza. Perché sono soltanto un vile che ha paura di
sentirselo dire dalla persona che più rispetta e verso la quale prova il più
forte legame della sua vita.
Innamorato
Sì sono anche questo. Innamorato di Qui Gon, da tempo
immemore. Sempre e soltanto di lui, nonostante non gliel’abbia mai detto. Ma
come avrei potuto? L’amore è destabilizzante. I Jedi non si innamorano. Essi
sono equilibrati e pacifici, tutt’uno con
Qui Gon Jinn
Il mio maestro, il centro di me stesso come universo,
l’uomo a cui ho donato il mio cuore e la mia anima. Solo lui ne era degno e
solo lui ha continuato ad esserne veramente degno. Nessun’altro in tutto il
mondo potrebbe ricoprire quel posto per me. Non posso sfuggirgli, ho bisogno di
lui come ne ho sempre avuto. Ignorarlo non porterà a nulla e riflettere ancora
sui miei errori non sarà di alcuna utilità a Luke ed al suo futuro.
Abituati
Un Jedi non vive nel passato o nel futuro ma
solo nel momento presente.
Pur prestando attenzione agli eventi che avverrano
o sono già avvenuti tutta il nostro interesse deve essere focalizzato nel
momento attuale perché è l’unico che veramente esiste.
I sentimenti conducono alla paura, la paura
conduce all’odio, l’odio conduce al Lato Oscuro.
Non siamo santi ma solo cercatori.
Prima di diventare un Jedi bisogna imparare
ad essere dei buoni esseri umani.
Queste sono massime, detti, formule dell’ordine Jedi che
ho imparato a memoria. Non sono le uniche, ve ne sono molte altre … ma sono le
più importanti. L’ultima è un concetto che ho estrapolato da uno dei primi
discorsi che mi fece il mio Maestro.
Necessità
Ho bisogno di Qui Gon. Mi sono indispensabili i suoi
insegnamenti, il suo amore per quanto paterno possa essere perché è pur sempre
amore ed è pur sempre Lui a darmelo ed anche la sola vista del suo viso. Non
importa quanto possa essere arrabbiato con me. Me lo merito e lo accetterò,
così come imparerò ad accettare il mio fardello. Con l’aiuto di Qui Gon
riparerò agli errori che ho commesso in passato evitando di ripeterli o di
farne di nuovi.
Non fallirò ancora, ora sono pronto a capire
“Maestro … è un piacere rivederti”
“Anche per me rivedere te, Padawan, nonostante il nostro
incontro avvenga in quest’epoca così oscura”
“Vi chiedo perdono per aver …”
“Sssh, padawan. Non c’è bisogno che tu dica nulla. Solo sorridimi.
Il resto verrà dopo, perché non ha alcuna importanza in confronto alla realtà
del momento presente: sei qui davanti a me ed io posso dirti quanto ti amo”