Era una delle solite mattine scolastiche.
E come tante altre volte, per l'albino era diventato quasi divertente fingersi Ryou finchè non arrivavano momenti in cui gli era impossibile negarsi a interazioni sociali più profonde o impegnative che non comprendessero "omicidio", "occultismo" e "furto" nella stessa frase.
Così quando quel giorno aprì l'armadietto delle scarpe, sospirò profondamente sconsolato nel vedersi riversare un mucchio di lettere d'amore tra le risatine dei suoi (molto presunti) amici che con aria goliardica non poterono astenersi dai loro commenti.
Bakura avvertiva così tanta allegria inopportuna intorno a lui da desiderare profondamente che l'omicidio fosse legalizzato finché non arrivò una sensazione peggiore, la gratitudine mista a sollievo nei riguardi di un silenzioso e imbarazzato Yugi.
Nel capirlo quasi biasimò ss stesso con una sana dose di masochismo ma poi sospirando profondamente, scrollò il capo chiudendo per un secondo gli occhi.
Farsi del male è inutile e Non posso uccidere nessuno. Devo solo trovare un rimedio...
Pensò seccato.
Per sua fortuna e forse anche quella degli altri, le attenzioni dei presenti si spostarono su un secondo armadietto che aveva fatto lo stesso suono di lettere schiantate sul pavimento seguito dai medesimi fischi e commenti da stadio.
L'albino rimase in silenzio a fissare quella scena aggrottando la fronte mentre guardava meditabondo un Marik incredulo e imbarazzato.
Aveva ghignato inconsciamente pensando che forse aveva trovato una soluzione finché non si sentì sgomitare dal biondo.
 A quanto pare non sei il solo eh?
Ridacchiò Jono.
Stai attento o ti ruberà tutte le fan! 
Aggiunse Honda dandogli un leggero pugnetto sulla spalla.
Sarebbe tragico considerando che quello che ruba sono io...
Si limitò a pensarlo, sorridendo perplesso e ingenuo.
Mh... avete proprio ragione.
 Ridacchiò con vocina incredula e mogia mentre invece già pensava al modo in cui poteva volgere a suo vantaggio quella situazione.