Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: White_Moon_Owl    25/05/2022    0 recensioni
Non è tanto la notizia del matrimonio in sé a sconvolgerla: anche se nessuno ci crede, in fin dei conti Kari è romantica e il fatto di avere un marito tutto per sé non le dispiace.
Il problema sta proprio nel soggetto che le hanno affibbiato: Lord Elden Syntrel, un personaggio dal passato (e, secondo molti, anche dal presente) turbolento che di nobiliare ha giusto il titolo. L'idiota la sta guardando come il cacciatore guarda la preda e sta già blaterando di avere ogni intenzione di farle sfornare almeno dodici figli.
Ah! Anche no, grazie. Diventare una specie di fattrice non rientra proprio nei suoi piani.
Peccato che nessuno però abbia chiesto la sua opinione. Oh, poco male. Lei non ha bisogno del permesso di nessuno per fare ciò che desidera, perché lei è una strega.
E se nemmeno a questo fatto nessuno ci crede, be', non è un problema suo.
***
Una storia di ragni, streghe, fuorilegge e Calici della Vita Eterna.
SI SEGNALANO: molteplici menzioni di ragni, serpenti, ratti e insetti vari; linguaggio a tratti discutibile e possibili scene hot (se Kari sarà dell'umore giusto)
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La zia Martha non ce la fa più. Se ne sta stravaccata sul sedile della carrozza, con la sottana sollevata fino a metà stinco e il capo che ciondola mollemente, ricadendo sulla spalla destra e cozzando di tanto in tanto contro il vetro.

Kari non è del tutto certa che sia ancora sveglia. Ha gli occhi aperti, sì, ma non sarebbe la prima volta che la vecchia si addormenta con le palpebre sollevate. Che strano soggetto. Con una certa freddezza clinica, la ragazza osserva come il rossetto color ciclamino con cui la donna si è dipinta le labbra quella mattina è tutto sbavato sul lato destro, lì dove un rivolo di saliva è scivolato dall'angolo della bocca fino al mento rubizzo.

Forse dovrebbe farglielo presente e permetterle di rimettersi in sesto prima che giungano a destinazione, ma non si sente incline a farlo. La vecchia l'ha costretta a indossare un abito giallo, dopotutto, incurante del fatto che il colore strida orrendamente con il rosso dei suoi capelli. 

Il giallo - anzi, lo zafferano - è il colore della casata degli Edensaw, e apparentemente Kari dev'esserne avvolta nel momento in cui incontrerà per la prima volta il suo futuro marito. Non sia mai che a Lord Syntrel venga il dubbio di essere in procinto di fidanzarsi con la ragazza sbagliata.

La tenuta che presto sarà la sua casa dista più di otto ore di viaggio dalla dimora degli zii e il tragitto è estenuante, soprattutto se, come nel suo caso, si è costretti a percorrerlo chiusi in una carrozza che sobbalza e trema a ogni buca centrata dal cocchiere. 

Sarebbe tutta un'altra cosa se avessi potuto viaggiare con la mia ragnatela, pensa Kari, anche se deve ammettere che trasportare la zia Martha, lo zio Lew e tutto il loro seguito all'interno di un bozzolo di seta sarebbe stato piuttosto complicato. Senza contare che i suoi parenti ignorano completamente l'esistenza del suddetto filo di seta, e nemmeno si sognano che la loro unica nipote sia in grado di trasformarsi in un ragno con dei poteri piuttosto speciali.

Quand'era bambina e viveva nella vecchia foresta, Kari non si era mai preoccupata di nascondere i propri poteri, ma quando la società l'aveva trovata, osannata ed esibita come la miracolosa bambina selvaggia perduta e poi ritrovata, aveva presto capito che certe cose era meglio tenersele per sé. Chi non è dotato di magia fatica a comprenderla e tende a fare un gran baccano quando la incontra per sbaglio. La Ghiandaia era stata chiara: comportati come una bambina normale, le aveva detto poco prima che venissero a prenderla, e vedrai che tutto andrà per il meglio.

Kari non può dire che la sua vecchia amica si fosse sbagliata. Per quanto noiosa, la sua vita dai dieci anni in avanti non era stata malaccio. Gli zii, che inizialmente la avevano coperta di coccole e attenzioni, a un certo punto si erano accorti che in lei c'era qualcosa di strano, ma Kari è convinta che la ritengano semplicemente debole di mente.

Oh, be', poco male. Presto non vivrà più sotto il loro tetto e, non avendo ancora conosciuto il suo futuro marito, può permettersi di sperare che sia un po' meno banale dei parenti del suo defunto padre.

A Kari l'idea di sposarsi non dispiace, tutto sommato. Quando lo zio Lew le aveva comunicato di averle trovato un marito, poco più di un mese prima, l'aveva fatto con il tono di un uomo che si aspetta di dovere combattere una dura battaglia. Kari non è la fanciulla più remissiva che esista al mondo, questo lo deve ammettere: del resto non ci si può permettere di avere un carattere morbido, quando per mangiare si deve competere con volpi, tassi e bisce d'acqua. Però l'idea di un marito le piace: c'è qualcosa, in quella parola, che odora di tana e di fieno caldo, di giornate vissute al riparo dal vento dell'inverno e di piedi che affondano in una pelliccia soffice.

Non sa nulla di Lord Syntrel, se non che è meravigliosamente ricco e che ha trentaquattro anni, tredici più di lei. Una buona differenza di età, a sentire la zia Martha. Kari non ha un'opinione al riguardo: anche se è una donna umana, fatica ancora un po' a misurare il tempo e le stagioni alla maniera degli uomini. 

Però il nome dell'uomo che la attende alla fine del viaggio - Elden Syntrel - è morbido e musicale, e quando lo zio Lew gliel'aveva enunciato per la prima volta Kari aveva deciso di acconsentire alle nozze.

Tanto, aveva pensato, se il suo fidanzato non fosse stato di suo gradimento avrebbe tolto il disturbo prima che qualcuno potesse anche solo pensare di fermarla.

°°°°°

La villa di Lord Syntrel ha un giardino magnifico, il che depone già a suo favore.

Kari schiaccia il naso contro il vetro e osserva gli strani alberi dal tronco pallido e dalle foglie larghe che crescono lungo il viale che conduce all’edificio principale. Non ne ha mai visti di simili, e la parte della sua mente che tesse ragnatele e si nasconde negli angoli umidi e bui si chiede che razza di insetti vivano alla loro ombra. Forse sono gustosi. Forse hanno pance grasse e ali croccanti.

La carrozza ha un sobbalzo e la ragazza si mette a sedere in maniera più composta, aggrottando la fronte davanti al pensiero che le ha appena attraversato la mente. Non deve pensare a quelle cose. Lei è una donna, non un ragno. Una donna umana, con due gambe, due braccia e un paio di occhi azzurri. Il tempo che ha passato appesa a un filo di seta è stato solo un incidente di percorso, una buffa casualità che non può definire la sua natura: avrebbe potuto immedesimarsi con leprotto, un passero, magari anche un lupo, ma per qualche motivo il suo cervello di bambina di pochi anni aveva deciso che il ragno era l’animale perfetto.

Kari non rimpiange veramente quella scelta, dal momento che dall’aracnide ha imparato la pazienza e il distacco, ma ora è tempo di andare avanti. È il tempo di essere una moglie e una padrona di casa. Una madre è meglio di no, almeno per adesso. Non è sicura di cosa sia una mamma e non è sicura di cosa significhi essere figlia. Meglio non avere bambini a cui badare, soprattutto se quei bambini dovessero assomigliare a lei.

Presto il viale finisce e la carrozza si ferma nella piazza ovale antistante alla villa.

La zia Martha sta ancora dormendo, questa volta con gli occhi chiusi e la bocca aperta.

Kari la scuote per una spalla. “Zia, siamo arrivati.”

La vecchia grugnisce e si sveglia di soprassalto, sbattendo più volte le ciglia impiastricciate dal trucco pesante.
“Datti un contegno!” le ordina subito, notando che durante il tragitto Kari ha calciato via le scarpette color avorio, dalla suola liscia e decisamente poco pratica.

Fatto” dichiara lei infilando i piedi nelle calzature ed evitando di far notare alla zia che, se qualcuno ha bisogno di darsi un contegno, quella è lei: la sua acconciatura è rovinata e il suo trucco è colato e, nell’insieme, ha l’aria di una che si è appena rotolata nel fienile in compagnia di un giovane aitante.

Sbirciando fuori dal finestrino, Kari vede che una piccola folla di domestici si è raccolta ai piedi della scalinata che collega il giardino alla porta d’ingresso della villa. Indossano tutti delle uniformi nere e inamidate e la ragazza arriccia il naso, sperando che il suo promesso sposo non pretenda che anche lei indossi degli abiti del genere: un decennio passato a portare corpetti e sottane voluminose non è bastata a cancellare la memoria dei dieci anni precedenti, passati invece a scorrazzare per i boschi completamente nuda.

La porta della carrozza si apre e un valletto in livrea le aiuta a scendere: prima la zia Martha, poi lei.

Kari non fa nemmeno in tempo a guardarsi attorno che lo zio Lew le cinge le spalle con un braccio, proiettando l’immagine dell’uomo premuroso che desidera sostenere la sua giovane protetta. Dopo qualche istante, la lascia andare e le porge un braccio.

C’è poco a cui aggrapparsi, pensa lei, serrando la mano attorno a un gomito ossuto. Lo zio è piccolo e magro, un po’ curvo e con dei capelli che si fanno sempre più radi, ma è un uomo che sa quello che vuole. Con la coda dell’occhio, Kari vede che lancia un’occhiata alla moglie e inarca le sopracciglia nel vedere il modo in cui è ridotta, ma non dice nulla.

La folla dei domestici si divide a metà e un uomo avanza a passo sicuro tra le due ali. Mediamente alto, suppone Kari, mediamente avvenente. Capelli biondi legati all’altezza della nuca come molti altri gentiluomini del suo calibro, un filo di barba curata, abiti ricamati che parlano di una ricchezza ostentata. Pelle stranamente abbronzata, occhi grigio-azzurri come la pelle di un pesce. Uno sguardo che a Kari sembra di avere già incontrato da qualche parte, un odore amarognolo che le sembra di avere già annusato.

Un uomo civile che nasconde in sé un pezzo di bosco.

Uhm.

La ragazza è incuriosita, intrigata, ma l’istinto che l’ha tenuta in vita per la prima parte della sua esistenza agita le zampette nel retro della sua mente.

Attenzione, attenzione, le dice.

Kari china il capo sulla spalla come una civetta e dimentica di fare la reverenza. Lo zio Lew glielo ricorda assestandole un pizzicotto tra le costole.

Lei afferra tra le dita la stoffa dell’abito e si inchina nella maniera un po’ infantile che le appartiene. L’eleganza non è il suo forte.

Lord Edensaw, benvenuto nella mia casa” dice l’uomo, avvicinandosi allo zio Lew e porgendogli una mano. La sua voce è chiara e priva d’inflessione.

Lo zio gli stringe la mano. “Vi ringrazio, Lord Syntrel. Da quanto ho avuto modo di vedere, la fama di magnificenza che circonda la vostra dimora è pienamente meritata.”

L’uomo sorride. “Sono lieto che vi piaccia. E l’interno non è da meno, ve lo garantisco. Sono dell’idea che un uomo debba vivere in un ambiente che rispecchi appieno la bontà del suo carattere, della sua morale e del suo intelletto.”

Kari inarca le sopracciglia davanti a cotanta pomposità e proprio in quel momento lo sguardo di Lord Syntrel si posa su di lei.

Ops.

Gli occhi argentei dell’uomo si riducono a due fessure. “Suppongo che questa signorina sia…”

Mia nipote, Lady Kari Edensaw, unica figlia del mio defunto fratello” conclude per lui lo zio Lew. “Spero che vorrete perdonarle qualche piccola mancanza formale. Come ben sapete, la sua vita è iniziata in maniera piuttosto sfortunata.”

La ragazza selvaggia, naturalmente” annuisce Lord Syntrel. Non lo dice con compassione o meraviglia come spesso accade, ma con il tono di uno che sta soppesando un acquisto o, forse, un enigma al quale trovare una soluzione.

Kari non è sicura di piacergli. Non è nemmeno sicura che lui piaccia a lei, in effetti. Giusto per mettere le cose in chiaro, quando lui continua a fissarla, lei ricambia il suo sguardo. È consapevole di risultare maleducata e poco femminile, ma probabilmente l’uomo che le sta di fronte non si aspetta nulla di meglio, da lei.

Il volto di Lord Syntrel rimane perfettamente impassibile, ma dopo qualche istante l’uomo distoglie gli occhi da lei e torna a rivolgersi allo zio Lew.

Benissimo” dice in tono acceso, quasi come per fingere che quel bizzarro scambio di sguardi non sia mai avvenuto. “Seguitemi all’interno: sono certo che desideriate riprendervi dal viaggio; e credo anche che la mia futura sposa sia impaziente di prendere confidenza con quello che sarà il suo regno per i prossimi decenni.”

Kari replica con un sorriso indifferente. Non prova alcuna sorta di impazienza e, a dire il vero, le sembra che le premesse non siano delle migliori. Però si impone di essere paziente e di non abbandonarsi a giudizi affrettati: magari, superata la prima impressione, suo marito si rivelerà meno peggio di quanto non le appaia così, a pelle.




   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: White_Moon_Owl