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Autore: mareggiata    29/05/2022    16 recensioni
Questo è un missing moment appena dopo l'arruolamento di André che risponde a una mia domanda rimasta una curiosità: cosa sarà successo a palazzo dopo la sua "scomparsa"?
Un pezzo, come mio solito, scritto di getto, in un momento in cui mi è balenata l'idea
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Rientro a Palazzo che è ormai tardi, lasciando che il cavallo proceda indolente, quasi trascinandosi.

Dopo tre settimane passate al comando della Guardia Metropolitana posso confessare solo a me stessa che la prova che sto affrontando è ben più ardua di quanto avrei immaginato.

Non si tratta solo dell'ostilità volutamente ostentata da parte dei miei soldati, ma anche la tolleranza quasi beffarda con la quale vengo trattata dagli ufficiali che obbediscono solo, e controvoglia, in quanto consci della mia fama che mi ha preceduta: quella della mia severità estrema e della mia implacabilità.

Queste definizioni non mi trovano d'accordo ma capisco che si tenda ad enfatizzare quando si parla della mia persona, verso cui nessuno è mai stato davvero obiettivo. Io suscito emozioni estreme in tutti.

A parte il rapporto con le persone con cui devo avere a che fare, è la mole di lavoro che mi opprime perchè non riesco a tollerare le condizioni in cui versa quella caserma. Non è possibile accettare che, solo per il fatto che essa sia occupata solo da poveri diavoli, figli del popolo, questa debba essere malsana, inospitale e tetra.

Ma si sa che per cambiare le cose ci vuole tempo e ostinazione. La seconda caratteristica non mi fa difetto, ma la pazienza non è certo un mio pregio.

Così la sera giungo sempre molto tardi a Palazzo Jarjayes e molto stanca.... anche se non lo confesserei a nessuno.

Varcate le possenti cancellate, smonto da cavallo e passo le briglie a Jerome che, con un inchino, le afferra allontanandosi verso le scuderie senza dire una parola in più di un cortese saluto.

A passo spedito salgo la scalinata e sulla soglia vengo accolta da una cameriera che mi saluta con una piccola riverenza, allargando appena le gonne mentre si piega quasi in un passo di danza.

Non ho bisogno di dire nulla.

Appena varco la porta dei miei appartamenti, come ogni volta, poco dopo giunge la mia cameriera personale per aiutarmi a sfilare la divisa ed indossare abiti più comodi dopo una rinfrescata.

Così, mentre raggiungo il tavolo su cui appoggerò la spada che sto sfilandomi dalla cintura, entra Louise, come tutte le sere e, dopo un veloce inchino, mi raggiunge per iniziare la mia svestizione.

E' un'operazione veloce senza scambi di inutili chiacchiere. Il minimo necessario da parte mia solo per indicare un paio di coulottes piuttosto che un altro.

Negli anni, un numero non trascurabile di persone si sono succedute nel compito di mia cameriera personale. Molte di queste non hanno superato la settimana. Non tollero i discorsi inutili, le persone ciarliere o, peggio ancora pettegole. La caratteristica essenziale è la discrezione, quasi il mutismo.

Non solo perchè non mi interessano i discorsi vacui e inutili, ma soprattutto perchè la mia cameriera deve essere dotata di quella caratteristica assai rara che è la discrezione più assoluta.

Nulla di me si deve sapere in giro. Nessuno deve raccontare le mie abitudini.

Sotto la divisa, aihmé, sono una donna. Di questa mia parte della vita, celata a tutti con l'esclusione di Marie e della mia cameriera, nessuno deve conoscere i dettagli, le caratteristiche del mio corpo, né cosa io indossi sotto gli abiti, né, men che meno, come io gestisca la scocciatura legata al fatto di essere donna, con tutte le noiosissime conseguenze che questa cosa comporta.

E' un aspetto della mia vita con cui ho dovuto fare i conti.

L'unico momento in cui entro in contatto con la me stessa donna, è durante il bagno e il mio cambio d'abito. Questo momento deve essere assistito solo da chi abbia le caratteristiche irrinunciabili dell'assoluta riservatezza e discrezione e, forse, anche di sensibilità....

Louise è al mio servizio da circa due anni e devo dire che, nonostante la sua giovane età, fino ad ora ha dimostrato il carattere e, forse, l'intelligenza per soddisfare le mie richieste che le avevo chiaramente spiegato il primo giorno di prova, senza troppi giri di parole.

Così, anche questa sera, con precisione e celerità mi aiuta a sfilare le bende che costringono il mio petto, mi passa la spugna intrisa di essenza di rose per rinfrescare la mia pelle e levare il sudore e poi mi aiuta ad indossare abiti più comodi per scendere a cenare. Tornerà da me prima che io mi corichi.

-Grazie Louise, puoi andare- le dico alla fine, mentre lei ha vestito il manichino con la mia divisa, non prima di averla spazzolata per eliminare la polvere

Lei si inchina con rispetto e poi si incammina verso la porta.

Ma quando ha già la mano sulla maniglia, sembra essere colta da un turbamento e quindi si volta verso di me e fa un passo in mezzo alla stanza, mantenendo lo sguardo basso, imbarazzata.

La osservo con curiosità, non era mai successo prima

-C'è qualcosa che non va Louise?-

Apre la bocca come per parlare, ma si blocca. Sembra combattuta, ma nello stesso tempo non accenna a muoversi

-Dimmi...- chiedo perplessa dal suo comportamento. Deve essere davvero qualcosa di importante se resta lì a cercare di vincere la ritrosia

-Ebbene, io vi chiedo scusa madamigella...- mi dice torcendosi nervosamente le mani -Ho già chiesto a Marie ma mi risponde a monosillabi e si capisce che non ne vuole parlare... Sembra che la domanda la faccia soffrire...-

Sentendo parlare di Marie in questi termini mi allarmo e quindi la incalzo perchè si spieghi

-Suvvia Louise! Parlate chiaro. Cosa volete sapere?-

-Beh... Siamo tutti sconcertati, non sappiamo cosa pensare...-

-Su cosa? Spiegati!- perdo la pazienza

-Su André!- le esce di botto come una cosa trattenuta scappata di bocca all'improvviso, arrossendo visibilmente -André manca da Palazzo da diverse settimane e siamo tutti preoccupati. Se n'è andato senza dare spiegazioni e non è da lui.... Qui tutti gli vogliamo molto bene e lui è sempre tanto educato. Ci stupisce questo comportamento. Non vorremmo gli fosse successo qualcosa-

Rimango a bocca aperta per la sorpresa. Questa graziosa fanciulla, non riuscendo a recuperare informazioni dalla nonna di André, ha preso tutto il suo coraggio e ha chiesto direttamente a me. André deve essere molto importante per lei se si è permessa di rompere quel mutismo a cui noi eravamo abituate.

Possibile che tra loro ci sia qualcosa e che questa ragazza si senta tradita?!

Così la osservo con intensità, senza rispondere, troppo concentrata a cercare di capire cosa io mi sia persa.

La poverina non sa più come comportarsi per il troppo imbarazzo

-André sta bene- le dico per prima cosa, notando che lei sembra abbozzare un sorriso di sollievo -Si è arruolato nella Guardia Metropolitana-

Un urlo strozzato viene soffocato solo quando lei porta le mani alla bocca strabuzzando gli occhi per la sorpresa

-Mio Dio! No.....- è l'unico suo commento con gli occhi che via via diventano sempre più lucidi

-Beh... Lo vedrete quando sarà in licenza...- le dico per consolarla

Lei si limita a scuotere il capo, tristemente.

-Tu gli vuoi bene?- le chiedo istintivamente, prima di pentirmi

-Come tutti qui...-mi risponde e penso proprio che abbia ragione anche se non è tutta la verità, come denunciato dal colore intenso delle sue gote. Forse lei un po' più degli altri.

-La Guardia Metropolitana... Ora capisco...- aggiunge mentre si inchina in una riverenza per prendere congedo

-Capisci cosa?- la richiamo prima che esca

-Capisco molte cose, madamigella, molte cose vedo e osservo. Ma la mia virtù è la discrezione....-

E così mi lascia sola, ammutolita.

Forse è meglio così.

Solo io non ho mai capito nulla, a quanto pare....

  
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