Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: amnisya    02/06/2022    1 recensioni
Durante le riprese di "In The Soop", Yoongi si allontana dal set per concedersi una passeggiata nel bosco facendo così un incontro inaspettato.
Oneshot scritta per il concorso indetto da Consuelo Rogue "Il Concorso di Primavera" e classificata al secondo posto.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quattro Giorni

 

Si era preso una pausa dalle riprese di In The Soop.

Era stufo dei fonici, truccatori e cameramen che lo seguivano passo per passo senza lasciargli uno spiraglio di libertà, già limitata a causa della pandemia.

Sentiva la necessità di stare da solo per almeno un'ora, lontano dal set, soprattutto dai suoi fratelli acquisiti.

Nonostante avesse scelto di dormire dentro il camper per isolarsi dal mondo e comporre musica in santa pace, la sua privacy veniva interrotta da Seokjin che lo invitava a pescare sul lago insieme ogni due secondi.

Si sistemò il berretto nero sul capo e ciondolò con passi pesanti lungo il sentiero sterrato che portava al bosco di Sabuk-myeon.

«Speriamo lo lascino in pace» sospirò Yoongi.

Da giorni Namjoon era profondamente depresso a causa di un blocco creativo. Non riusciva più a scrivere una singola riga o strofa, il nulla cosmico e lo aveva sorpreso nascosto nel retro della palafitta che dava sul fiume a piangere in silenzio.

Fu una scena frustrante. Decise di cedergli il camper per tutto il tempo che riteneva necessario, avrebbe fatto cambio lasciando a lui quell'abitazione mobile, ma Namjoon aveva rifiutato l'offerta chiedendogli di usare l'alloggio di pomeriggio e così Yoongi si ritrovava momentaneamente sfrattato a girovagare nelle ore più calde di quel torrido luglio.

Passeggiò tranquillo per il bosco godendo della frescura e rievocando vecchi ricordi.

Ogni anno, la sua famiglia trascorreva le vacanze estive a Sabuk-myeon affittando una piccola casetta immersa nel verde.

Non amava quel posto, lo vedeva come una prigione, una convivenza forzata con la propria famiglia, una vacanza di cui ora ne sentiva la mancanza.

Il lavoro, il successo e le agende sempre fitte di impegni gli avevano cambiato la vita, a lui e ai suoi cari: niente più viaggi, uscite con gli amici, attività estranee al lavoro.

Continuò a camminare per il sentiero immerso in quei pensieri quando sentì uno strano rumore provenire alla sua sinistra.

Yoongi guardò verso l'origine di quel suono con poca attenzione, ma quando ne udì un secondo, si fermò.

«Tae, vieni fuori! Mi stanno sul cazzo questi scherzi!» urlò, ma il silenzio e il frusciare delle foglie furono l'unica risposta che ottenne.

Scocciato, si avviò verso la fonte di quel rumore per scovare uno della maknae line e prenderlo per l’orecchio. La sua fobia verso i film horror era più che risaputa ed era stufo marcio dei continui scherzi da parte di Jungkook e Taehyung.

Si inoltrò nella fitta vegetazione che, passo dopo passo, divenne sempre più rada lasciando lo spazio ad uno splendido e piccolo lago dove, sopra una grande roccia, sedeva una ragazza che lanciava dei sassolini nell’acqua.

Yoongi rimase fermo ad osservarla e fece un passo indietro per tornare sul sentiero principale e rincasare, ma quando la vide voltarsi verso di lui, si sentì bloccato.

«Ciao, Oppa!» cinguettò la sconosciuta saltando dalla roccia con un abile scatto e lo raggiunse in pochi passi «È da tanto che non ci vediamo. Come stai?»

«Ci conosciamo?» borbottò il rapper con voce incerta.

«Sei sempre il solito, sono Miyoung e alloggiavo nel campeggio Blue Lake. Non ti ricordi?»

Yoongi strizzò gli occhi un paio di volte e stirò le labbra in una linea non trovando le parole per quella strana situazione.

La mente viaggiò a ritroso nel tempo, all’estate di dieci anni addietro quando lui, appena maggiorenne, aveva firmato da qualche mese il primo contratto con la Big Hit.

Si erano conosciuti per caso tra gli scaffali dell’unico convenience store del paese e per lui fu un vero colpo di fulmine, un amore estivo svanito col tempo e con i vari impegni lavorativi che lo allontanavano sempre di più dai propri affetti.

Come aveva potuto dimenticarla?

Miyoung lo fissò negli occhi e per qualche istante si perse in quello sguardo nero come la notte, nel dolce sorriso che curvavano le labbra carnose e i lunghi capelli che le incorniciavano il viso.

«Mi ricordo» si grattò il capo, in completo imbarazzo. Non avrebbe mai immaginato di incontrare una vecchia conoscenza nel bel mezzo del bosco designato come set per un reality «Sei in vacanza con la tua famiglia?»

La ragazza rispose negativamente con un cenno del capo «Tu invece?»

«Lavoro.»

Rimasero in silenzio per qualche secondo. Yoongi era stanco e si sedette sulla roccia per rimirare il lago.

Ricordava perfettamente quel luogo, un’oasi di pace lontano dal caos cittadino e dai suoi problemi.

In quel periodo soffriva di ansia sociale e la paura di fallire nella sua carriera ancora prima di debuttare lo aveva trascinato nella depressione più profonda così l’agenzia aveva deciso di metterlo a riposo forzato.

Era partito per Sabuk-myeon insieme alla propria famiglia e fu in quell’anno che la conobbe. Era rimasto stregato dal suo sorriso dolce, i grandi occhi scuri da cerbiatto, ma più di tutti amava la sua allegria.

Miyoung era sempre sorridente e luminosa al contrario di lui, triste e ombroso.

La luce frastagliata sulla superficie del lago lo rilassò e chiuse gli occhi per riposarsi, per isolarsi e cercare di calmare un peso che gli opprimeva il petto.

Sentì un leggero fruscìo, con la coda dell’occhio la osservò sedersi al suo fianco e unirsi a lui nella contemplazione dello specchio d’acqua.

Era serena, sorridente e lui annegava per i sensi di colpa.

Dieci anni prima, in quella lontana e soffocante estate, Yoongi e Miyoung avevano trascorso interi pomeriggi a chiacchierare, passeggiare nel bosco e parlare delle proprie passioni.

Lei gli parlava del suo sogno di diventare astronoma, di notte gli indicava le varie costellazioni puntando il dito verso il cielo e lui si perdeva a contemplarla.

Si era innamorato, ma l’amore non poteva esistere nella vita di un ragazzo depresso con istinti suicidi e una futura carriera da idol ancora incerta.

Hoseok, Namjoon, Seokjin e Jimin erano stati costretti a dire addio a quel dolce e tormentato sentimento interrompendo ogni relazione per abbandonarsi a sporadiche avventure, proprio come lui. Quando le vacanze estive giunsero verso la fine, Yoongi dovette mettere una pietra sopra quell’amore nascente nel peggiore dei modi: Miyoung gli aveva chiesto di incontrarsi nel loro posto, ai piedi della grande pietra dove ora sedeva, e lui non si presentò all’appuntamento.

Si era volutamente comportato da stronzo per evitare ad entrambi una relazione difficile.

Un ragazzo di Daegu dedito alla carriera a Seoul non poteva frequentare una giovane studentessa di astronomia di Gunsan. Non avrebbero retto ad un amore a distanza.

«Sei riuscito a realizzare il tuo sogno, Oppa?»

«Sì», rispose a bassa voce. Guardò ancora i riflessi di luce sulla superficie increspata del lago e si abbandonò ad un lungo respiro «Tu? Sei diventata un’astronoma?»

«Purtroppo no, sono stata costretta a interrompere gli studi, però continuo ad osservare le stelle.»

Il rapper si rattristò e sentì un nodo alla gola premergli con forza contro l’esofago. Miyoung amava la volta celeste, gli astri, quel mare cosmico ancora da scoprire e aver saputo del suo fallimento lo portò quasi alle lacrime.

La ragazza sorrise, avvicinò le ginocchia sotto il mento e vi appoggiò il viso «Anche se sei cresciuto, rimani sempre il solito musone.»

Yoongi arricciò le labbra in una strana smorfia, provò a sostenere lo sguardo con lei, ma l’imbarazzo per quanto accaduto anni prima lo spinse a distoglierlo verso un punto non definito.

«Per il nostro ultimo appuntamento…» si umettò le labbra «Mi dispiace. Sono stato un egoista.»

«Non avevi altra scelta, le nostre vite erano molto diverse. Avrei preferito che me ne avessi parlato di persona quel giorno che fuggire, ma ormai non possiamo più tornare indietro. Il passato non si può cambiare.»

«Vorrei in qualche modo rimediare» Yoongi si stupì di quanto appena pronunciato. Nonostante Miyoung fosse stata un suo vecchio amore estivo mai dichiarato e svanito col trascorrere del tempo, qualcosa si smosse in lui.

L’averla ritrovata per puro caso in quel bosco, nel luogo del loro mancato appuntamento, era per lui quasi un segno del destino, un modo per espiare le colpe dettate dalla sua codardia.

«Quattro giorni» Miyoung si passò una mano tra i capelli «Ti ho aspettato per quattro giorni sperando di vederti.»

«Scusami» Yoongi ingoiò quel boccone amaro. Non avrebbe mai immaginato che lei si fosse recata sul molo del lago per quattro giorni.

Per un istante la immaginò da sola, seduta sulle assi di legno con le gambe a penzoloni a scrutare il cielo in attesa di vederlo comparire alle spalle.

Si sentì una merda umana, un essere orribile.

«Io» borbottò in imbarazzo «Per quanto possano valere le mie parole… Scusami. Non avrei mai immaginato che-»

«Vieni qui» venne interrotto da Miyoung che lo guardava senza smettere di sorridere «Per quattro giorni di seguito, incontriamoci qui.»

«Come?»

«Non sarà come ai tempi, ma se vuoi davvero scusarti potresti concedermi quattro appuntamenti» la vide alzarsi, scendere dalla roccia e allontanarsi di qualche passo da lui «Mi troverai qui domani, a quest’ora. Ti aspetterò.»

Miyoung se ne andò, lasciando da solo Yoongi seduto sulla fredda e ruvida superficie della pietra. Rimase in silenzio, lo sguardo fisso verso la vegetazione che aveva inghiottito l’esile figura di quella ragazza che, come in quella calda estate, lo aveva stregato.

Il cellulare vibrò nella tasca dei suoi pantaloni, era lo staff che lo stava chiamando: Suga dei BTS doveva rientrare e con l’amaro in bocca si avviò verso la via di casa.

Volse un’ultima occhiata alle sue spalle per osservare il lago e il molo di legno che si allungava tra le acque rese luminose dai raggi del sole.

Non sarebbe più fuggito.

 

------- 🍊​ -------

 

 

Era fuggito nel bosco subito dopo aver salutato Namjoon e Hoseok, giunti al suo camper. Aveva lasciato la cintura dei microfoni e il rilevatore GPS per il drone sul letto portandosi con sé solo il cellulare. Voleva stare da solo, lontano dal lavoro e godere della compagnia di Miyoung.

Raggiunse di corsa la radura, oltre il sentiero costeggiato da felci selvatiche e finalmente la vide: era seduta sulla pietra, elegante come la famosa sirenetta di Copenaghen, i capelli sciolti che ondeggiavano al vento mentre osservava il lago.

«Sei venuto» lo salutò non appena Yoongi la raggiunse sedendosi al suo fianco.

Era sorridente, gli occhi brillavano di gioia e tornò a guardare lo specchio d’acqua di fronte a sé.

«Te l’ho detto ieri, voglio davvero rimediare al mio errore.»

Miyoung giocò con una ciocca di capelli arrotolandola più volte attorno all’indice «Cosa hai fatto in questi dieci anni?»

«Come?»

«Il tuo lavoro, gli amici, i tuoi sogni. Come hai vissuto questi dieci anni?»

Quella domanda, per Yoongi, rasentava il ridicolo. Era uno dei BTS, un idol e produttore musicale noto in tutto il mondo e sicuramente Miyoung conosceva la sua vita anche se filtrata da un televisore o dal web.

«Sono molto famoso, dovresti già sapere che-»

«Ma io voglio che mi parli di te, non dell’idol. Come è stata la vita di Min Yoongi in questi dieci anni?»

Bella domanda. Il rapper si sentiva prigioniero dal successo che aveva ottenuto grazie ad anni di duro lavoro e sacrifici.

Se da un lato era felice di aver realizzato il suo sogno, aver guadagnato così tanti soldi da poter mantenere cinque generazioni future della propria famiglia, dall’altro era triste per aver sacrificato la propria esistenza, la libertà.

Si ritrovò, senza accorgersi, a raccontarle quei lunghi dieci anni di attività, dal giorno del suo debutto insieme ai ragazzi, dei primi successi fino al fenomeno scaturito dal loro ultimo brano Dynamite e di come il suo lavoro avesse profondamente segnato la sua vita privata quasi annullandola.

Parlare con Miyoung gli venne naturale come respirare, si sentì leggero e sereno con sé stesso e mentre continuava a raccontarle aneddoti divertenti relativi le riprese di qualche Run BTS, lei lo ascoltava rapita senza smettere mai di sorridere.

Il tempo volò e Yoongi si accorse di essere stato lontano dalle telecamere per quasi tre ore quando, dopo aver risposto alla quinta telefonata ricevuta, lesse l’orario sul display.

«Il regista mi ucciderà» borbottò preoccupato al solo pensiero della lavata di capo che avrebbe ricevuto una volta rincasato «temo che per i prossimi giorni dovrò impostare la sveglia, purtroppo sto lavorando e non posso allontanarmi a lungo.»

Miyoung annuì col capo, scese dalla roccia con un salto e tornò a guardarlo negli occhi «Non è la quantità, ma la qualità del tempo trascorso insieme. Sono stata davvero bene oggi, grazie Oppa.»

Fece un lieve inchino col capo per salutarlo e se ne andò, lasciandolo di nuovo da solo come il giorno precedente, ma con la consapevolezza di poterla rivedere.

Tornò di corsa a casa e, come preventivato, fu ripreso dal regista e dalla security per essere scomparso scatenando il panico generale tra lo staff e gli stessi ragazzi.

Hoseok e Namjoon lo presero di peso per trascinarlo all’interno del camper accertandosi di aver spento le telecamere.

«Si può sapere dove cavolo ti eri cacciato?» tuonò il leader livido in viso.

«Non puoi sparire senza avvisarci, volevano chiamare la polizia perché temevano che qualche folle ti avesse rapito!» rincarò la dose Hoseok e Yoongi, di fronte alla preoccupazione degli amici, al posto di scusarsi e dichiararsi dispiaciuto per averli spaventati, scoppiò a ridere.

Prese delle birre fresche dal frigorifero per offrirle ai due rapper e, una volta seduto a tavola, cominciò a raccontargli di Miyoung.

Parlare di lei era come aprire il vaso di Pandora, non riusciva più a smettere di condividere con i ragazzi quelle tre ore trascorse sulle rive lago.

«Hyung, sei ancora innamorato di lei?» chiese Hoseok, un po' confuso dalle parole di Yoongi che, nonostante fossero trascorsi dieci anni dall’ultimo incontro con la ragazza senza averne più notizie, erano pregne di puro affetto.

«Non lo so, Hobi. Rivederla mi ha destabilizzato, è come se fossi ritornato indietro nel tempo.»

«Si chiamano sensi di colpa e rimpianti» Namjoon terminò la sua birra e fissò la bottiglia, torturando l’angolo dell’etichetta di carta «Mi è successa la stessa cosa con Iseul. Ci amavano tanto, ma sono stato costretto a lasciarla per via del lavoro.»

«L’hai più rivista?» chiese vedendo l’amico annuire con il capo.

«A volte guardo il suo profilo Facebook, si è sposata e ha un bambino» strappò del tutto l’etichetta dalla bottiglia di vetro e la arrotolò con le dita «A volte mi chiedo come sarebbe stata la mia vita se non l’avessi lasciata. Forse, ora sarei io il padre di suo figlio e lei mia moglie.»

Hoseok gli accarezzò la spalla per rincuorarlo «Ci siamo passati tutti, Joonie. Anche la mia ex ha messo su famiglia.»

Yoongi fissò la propria bottiglia vuota rigirandola tra le mani. Provava sentimenti contrastati tra loro e il leader aveva pienamente ragione: recarsi ai quattro appuntamenti non avrebbe mai cancellato il dolore che aveva inflitto a Miyoung né a recuperare quei dieci anni trascorsi nel silenzio.

«Hyung, a cosa stai pensando?» la voce preoccupata di Hoseok lo strappò dai suoi pensieri riportandolo con i piedi a terra. Lo fissò trovando in quelle iridi scure e profonde la medesima dolcezza che albergava negli occhi della ragazza.

«Non posso comportarmi da stronzo ancora una volta. Questa volta andrò a tutti gli incontri che mi chiederà.»

Hoseok e Namjoon si fissarono preoccupati. Non conoscevano quella vecchia amica di Yoongi e, a causa del loro lavoro, vivevano con la costante paura di incontrare qualcuno pronto a intrufolarsi nelle loro vite per poi venderli a qualche testata scandalistica, ma il maggiore era ormai fermo sulla propria decisione.

Avrebbe espiato la sua colpa presentandosi alla vecchia roccia del lago.

La mattina successiva aveva preso accordi con lo staff inventando di sana pianta che aveva bisogno di un paio d’ore di libertà per allontanarsi dal set di In The Soop in cerca di ispirazione per scrivere nuovi brani.

Fu così che, puntuale, Yoongi si recava al lago per incontrare Miyoung e trascorrere con lei le ore più belle di tutta la giornata.

Parlavano di varie cose, di musica, di natura, di stelle. Passavano dagli aneddoti di quella vecchia estate rivivendo ricordi ormai sepolti da anni fino a descrivere la forma delle nuvole.

Si era ritrovato sdraiato sull’erba fresca con lo sguardo rivoltò verso il cielo per spostarlo su di lei.

Le osservò la linea del naso, delle labbra piene, del mento e in lui crebbe la voglia di baciarla, di accarezzarle quelle guance dalla pelle diafana per sapere se fossero ancora morbide e vellutate, ma si limitò solo a guardarla.

Era ormai il terzo appuntamento e lui si rese conto che l’amore che provava per Miyoung era ancora vivo, intenso, riemerso in tutta la sua forza.

Non era più una cotta adolescenziale scaturita da un colpo di fulmine, ma qualcosa di più profondo, maturo.

Voleva sfiorarla, stringerla tra le braccia e dichiararle i propri sentimenti che, con estrema fatica, aveva soffocato riversando nei testi che scriveva il dolore che provava nell’averla abbandonata.

Allungò la mano per sfiorarla, per intrecciare le dita con le sue e trovare il coraggio di parlarle, ma Miyoung si era alzata da terra e camminò lentamente verso le rive del lago.

«Domani è il quarto giorno, Oppa.»

«Già» rispose Yoongi che la raggiunse con il cuore in gola «Ancora tre e dovrò tornare a Seoul.»

Il rapper non riusciva a guardarla in viso. Focalizzò la propria attenzione sulla superficie del lago increspato da piccole onde che, lente, riflettevano i raggi del sole ancora alto in cielo.

«Miyoung, cosa succederà domani?»

«Rivivremo quello che non è mai accaduto dieci anni fa» mormorò voltandosi verso di lui che, a quelle parole, si sciolse in un sorriso.

 

------- 🍊​ -------

 

«Stai frequentando di nascosto una ragazza?» Jimin lo fissava con la bocca spalancata per la sorpresa.

Yoongi aveva raccontato loro di Miyoung, di come si erano conosciuti in giovane età e di averla rincontrata per caso nel bosco. Non se la sentiva di mentire ai suoi fratelli e non voleva più rinunciare a lei che, forse per uno scherzo del destino, era ripiombata nella sua vita.

«Non credevo tu fossi così romantico» Seokjin lo canzonò punzecchiandogli il braccio con un dito «Fossi in te non me la farei scappare di nuovo. Forse ora l’agenzia eliminerà il date-ban.»

«Sei solo un illuso, hyung» Jungkook fissava il suo latte alla banana con poco interesse e i pensieri rivolti a quel ragazzo che, poco prima della partenza per In The Soop, era stato costretto a lasciare: gli Army e la stessa BigHit non avrebbero mai accettato che il golden maknae fosse coinvolto in una relazione sentimentale, per di più omosessuale.

«Oh, ragazzino! Siamo adulti, abbiamo ormai quasi trent’anni e non possiamo sempre rinunciare all’amore per compiacere i fan!» tuonò sbattendo i pugni contro il tavolino facendo cadere la torre di mattoncini Jenga e rivolgendo la propria attenzione a Yoongi «Oggi è il quarto giorno, giusto? Confessa tutto quello che provi per lei. Forse non ti ricambierà più, ma almeno ti sarai tolto un peso dal petto.»

A quelle parole, il rapper si rincuorò e, alzandosi dal divano, salutò i ragazzi per correre al suo appuntamento.

Non sapeva cosa sarebbe accaduto dopo quello che sembrava essere il loro ultimo incontro, ma doveva assolutamente vuotare il sacco, dirle che – nonostante gli anni – l’amava ancora e che sì, forse era un folle per aver rievocato quel sentimento che sembrava ormai sopito e dimenticato da tempo.

Con il fiatone, giunse alla radura e la vide seduta sulla consueta roccia che contemplava, come sempre, lo specchio d’acqua.

«Ciao Miyoung» soffiò con il fiato corto e si preoccupò quando vide un’espressione triste sul suo volto «Stai bene?»

«Sì, Oppa» rispose scendendo dal masso con un saltello e si sforzò di sorridergli.

Yoongi la seguì con lo sguardo, passeggiava nervosa sul prato e si morse il labbro prima di puntare i suoi occhi lucidi dalle lacrime.

«Perché non sei mai venuto? Ti ho aspettato per quattro maledetti giorni illudendomi di vederti spuntare da quei cespugli!»

«Perché sono stato un idiota e un codardo» ringhiò non riuscendo più a frenare la propria frustrazione «Lavoravo da pochi mesi con la BigHit e non potevamo allacciare relazioni. I miei compagni sono stati costretti a lasciare le loro ragazze. Jin hyung stava con JangMi da tre anni.»

«E tu?» Miyoung lo fissava, le labbra tremavano «Chi hai perso?»

«Te, ho perso te» Yoongi si passò le mani tra i capelli e li strinse forte tra le dita cercando di calmarsi «Pensavo che ignorarti, sparire dalla tua vita fosse la soluzione migliore, ma mi mancavi da morire e sono tornato per cercarti giorni dopo, ma te ne eri già andata dal campeggio.»

«Mi hai cercata?»

«Sì, tre giorni dopo averti abbandonata. Mi ero illuso di trovarti qui, al lago, ma non c’eri. Come potevo pensare di trovare una ragazza ad attendermi ancora dopo averla trattata in quel modo?» si appoggiò con la schiena contro la pietra e fissò i propri piedi. Era stanco, esausto e voleva liberarsi di quel macigno che da troppo tempo gli opprimeva il petto.

«Ho passato mesi interi a pensarti, mi sono buttato a capofitto nel lavoro per toglierti dalla mia testa, ma non ci sono riuscito. Alla fine, ho scritto una canzone per te» alzò lentamente il viso per incrociare l'espressione stravolta di Miyoung «L’hanno pubblicata quattro anni dopo. Si chiama 'Just One day'

«Io non-» la ragazza si portò una mano sulla bocca per soffocare un singhiozzo «bastava un solo giorno, Oppa, uno soltanto.»

Yoongi non capì. La vide ferma a distanza di un paio di metri da lui che lo guardava con gli occhi pieni di lacrime.

«Quel pomeriggio litigai con i miei genitori. Volevo trasferirmi a Seoul per studiare astronomia, loro erano contrari così decisi di scappare e partire insieme a te» Miyoung curvò le labbra in un sorriso triste «Ti amavo e volevo dirtelo qui, nel nostro luogo speciale, ma ormai è-»

«Vieni con me a Seoul, partiamo oggi stesso, chi se ne frega del lavoro!» Yoongi fece due passi per raggiungerla, per stringerla tra le braccia, ma lei arretrò mantenendo la distanza fisica tra loro «Ti amo, Miyoung.»

«Anch'io, Yoongi» il viso le si rigò di lacrime «ma sei arrivato troppo tardi.»

Il rapper non capì quella sua reazione. Le aveva appena dichiarato il suo amore ed era ricambiato, eppure lei si ostinava a rifiutarlo per un errore del passato, un passo falso dettato dalla paura di uno stupido diciottenne.

«Quel giorno, il quarto, ero qui con il mio zainetto pronta per partire con te. Stavo camminando sul molo, ma alcune assi era dissestate e una si ruppe facendomi cadere in acqua» Miyoung era ancora lì che lo fissava con le labbra tremanti dal pianto «Non me ne sono mai andata da qui.»

«Cosa stai dicendo? Quando sono venuto tu non c’eri» Yoongi perse la pazienza e avanzò verso di lei per prenderla dalle spalle, per abbracciarla e per farle capire che i suoi sentimenti erano sinceri, ma quando le strinse le braccia attorno alla vita sentì sulla pelle solo l’aria fredda: le era passato attraverso.

Yoongi si guardò le mani incredulo mentre una strana sensazione di puro terrore si impadronì del suo corpo. Si voltò lentamente per guardare dietro le proprie spalle, Miyoung era lì in lacrime che lo osservava.

«Ma cosa…?» le parole gli morirono in gola. Allungò la mano verso la ragazza per sfiorarle una guancia, ma le dita attraversarono il volto.

Un incubo. Stava vivendo un incubo.

Si pizzicò un braccio per accertarsi di essere nel mondo onirico, svegliarsi e ritrovarsi nel suo letto per poi alzarsi e correre da Miyoung e stringerla al petto, ma il dolore che si irradiò rapido nella carne lo fece tremare.

Alzò lo sguardo verso la ragazza. Il cuore batteva impazzito nel petto e un nodo si formò alla base della gola. Voleva scappare via, gridare aiuto, ma si ritrovò congelato sul posto, incredulo.

«Oppa» la voce era tremula, rotta dal pianto «Quando sono caduta in acqua, rimasi incagliata alla struttura del molo e annegai. Quel pomeriggio non mi hai trovato perché giacevo in fondo al lago.»

A Yoongi si gelò il sangue nelle vene. Fissò quella figura con occhi sgranati e appannati dalle lacrime. Le gambe assunsero la medesima consistenza della gelatina facendolo crollare a terra.

Pensò a quel pomeriggio di dieci anni prima, a lui che la aspettava sul molo e stringeva tra le dita una rosa rossa mentre il corpo di Miyoung si trovava sotto i suoi piedi.

Si portò entrambe le mani al volto e scoppiò a piangere liberando del tutto la tensione accumulata fino a quel momento e addossandosi le colpe di quanto accaduto.

Se lui avesse avuto il coraggio di presentarsi subito all’appuntamento, Miyoung sarebbe ancora viva.

Pianse tutte le sue lacrime ingoiando il dolore di quell’amore che, da stupido e immaturo, aveva gettato via per ritrovarlo un decennio dopo e perderlo per sempre. Sentì di nuovo quel fruscìo ormai famigliare, alzò il viso e si ritrovò la ragazza seduta a terra di fronte a lui.

«Io…perdonami»

«L’ho già fatto, Oppa» mormorò mostrandogli quel sorriso triste «grazie a te, sono finalmente libera.»

Yoongi non comprese, ancora sconvolto da quanto accaduto. Si asciugò le guance col dorso della mano e tornò a fissarla.

«Sono morta con il rimpianto di non averti mai confessato il mio amore» Miyoung si strinse le spalle e guardò per un attimo il molo prima di tornare su Yoongi «anche se il mio corpo è stato ritrovato a valle e poi sepolto, la mia anima è rimasta prigioniera di questo luogo. Sono dieci anni che ti aspetto seduta su quella roccia e ora sei qui, di fronte a me...»

Si udirono alcune voci in lontananza. Namjoon e Jungkook lo stavano cercando, ma a lui non importava.

«Per tutto questo tempo volevo solo liberarmi da questa prigionia» riprese a parlare Miyoung «ma in realtà speravo solo di rivederti un’ultima volta.»

Alzò lentamente una mano mostrandogli il palmo e Yoongi, ancora scioccato, la imitò. Era triste, devastato da quella situazione e fissò le dita della ragazza intrecciarsi con le proprie sentendo uno strano calore.

«Ti amo, Oppa»

«Ti amo anch’io» mormorò il ragazzo e Miyoung gli dedicò un ultimo sorriso prima di svanire in un piccolo vortice di migliaia di luci splendenti come stelle, le stesse che lei ammirava.

Yoongi guardò il cielo e sentì gli occhi bruciare e nuove lacrime rigargli il viso. Si sentiva smarrito, in balia di sentimenti contrastanti tra loro ed era così sconvolto da non accorgersi che Namjoon lo aveva raggiunto da dietro insieme a Jungkook.

«Hyung, che succede? Ti sei ferito?» chiese il leader preoccupato a morte nel vedere l’amico in quello stato che, in tutta risposta, annuì lentamente con il capo.

Volse un ultimo sguardo al lago, quello specchio d’acqua in cui Miyoung trovò la morte e ingoiò le lacrime che, pronte, stavano per rotolargli lungo le guance.

Il lavoro, le stupide imposizioni dell’agenzia e il lato tossico del fandom erano i veri colpevoli di quella tragedia.

Dopo di lei aveva conosciuto altre donne, nuove relazioni interrotte bruscamente per salvaguardare la propria carriera e per la prima volta si chiese se quelle ragazze avessero trovato la felicità e realizzato i propri sogni oppure giacevano prive di vita da qualche parte, dimenticate come un vecchio oggetto rotto e inutile.

Dimenticate come Miyoung.

Tornò a guardare Namjoon e poi Jungkook, entrambi feriti dai loro fallimenti sentimentali a causa del date-ban.

Tutti loro stavano soffrendo per quel divieto assurdo, una vera violazione dei diritti umani.

Si alzò lentamente con l’aiuto dei ragazzi che lo fissavano, preoccupati. Era debole, svuotato, privato di ogni energia vitale nonostante fosse rabbioso.

Odiava sé stesso, l’industria musicale e il fandom malato che reclamava dei veri e propri diritti sulle loro vite.

E lui non voleva più sottostare a quelle assurde pretese.

«Kookie» mormorò con un filo di voce «Chiama Hyunsu e riappacificati con lui. Vi amate, non dovete lasciarvi a causa del lavoro e tu, Joonie, fatti avanti con Haewon

«Che stai dicendo, hyung?»

Yoongi si morse il labbro. Voleva vivere a pieno la propria esistenza in libertà come ogni essere umano.

«Al nostro rientro parlerò con PDnim, farò annullare il date-ban. Gli Army se ne faranno una ragione.»

I due ragazzi rimasero senza parole.

Yoongi si allontanò da loro per camminare lungo il molo, ancora dissestato come dieci anni prima e si sedette sul bordo, al fianco dell’unica asse spezzata a metà, la stessa che aveva ceduto sotto il peso di Miyoung facendola cadere in acqua.

La accarezzò con due dita e sentì uno strano calore, come se qualcuno fosse al suo fianco ad abbracciarlo.

Chiuse gli occhi trovando dentro di sé un senso di pace interiore mescolato alla nostalgia di un amore breve, ma vissuto intensamente.

Decise che non sarebbe più scappato da quel sentimento che l’industria del kpop vietava ai propri artisti dando finalmente priorità all’amore e non più alla carriera.

 

E in quel momento Yoongi cominciò a vivere.

 

 

Angolo Autrice

 

So che è una storia triste, inizialmente volevo solo rendere Yoongi consapevole di aver perso un'opportunità con Miyoung, realizzata e felice con un altro uomo, ma non so per quale motivo il gattino mi ispira solo storie tristi.

 

Spero non mi odiate!

 

A presto!

Borahae 😊 💜

 

 

 

 

   
 
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