Quattro Giorni
Si era preso una pausa dalle
riprese di In The Soop.
Era stufo dei fonici,
truccatori e cameramen che lo seguivano passo per passo senza lasciargli uno
spiraglio di libertà, già limitata a causa della pandemia.
Sentiva la necessità di stare
da solo per almeno un'ora, lontano dal set, soprattutto dai suoi fratelli
acquisiti.
Nonostante avesse scelto di
dormire dentro il camper per isolarsi dal mondo e comporre musica in santa
pace, la sua privacy veniva interrotta da Seokjin che lo invitava a pescare sul
lago insieme ogni due secondi.
Si sistemò il berretto nero
sul capo e ciondolò con passi pesanti lungo il sentiero sterrato che portava al
bosco di Sabuk-myeon.
«Speriamo lo lascino in pace»
sospirò Yoongi.
Da giorni Namjoon era
profondamente depresso a causa di un blocco creativo. Non riusciva più a
scrivere una singola riga o strofa, il nulla cosmico e lo aveva sorpreso
nascosto nel retro della palafitta che dava sul fiume a piangere in silenzio.
Fu una scena frustrante.
Decise di cedergli il camper per tutto il tempo che riteneva necessario,
avrebbe fatto cambio lasciando a lui quell'abitazione mobile, ma Namjoon aveva rifiutato
l'offerta chiedendogli di usare l'alloggio di pomeriggio e così Yoongi si
ritrovava momentaneamente sfrattato a girovagare nelle ore più calde di quel
torrido luglio.
Passeggiò tranquillo per il
bosco godendo della frescura e rievocando vecchi ricordi.
Ogni anno, la sua famiglia
trascorreva le vacanze estive a Sabuk-myeon affittando una piccola casetta immersa
nel verde.
Non amava quel posto, lo
vedeva come una prigione, una convivenza forzata con la propria famiglia, una
vacanza di cui ora ne sentiva la mancanza.
Il lavoro, il successo e le
agende sempre fitte di impegni gli avevano cambiato la vita, a lui e ai suoi
cari: niente più viaggi, uscite con gli amici, attività estranee al lavoro.
Continuò a camminare per il
sentiero immerso in quei pensieri quando sentì uno strano rumore provenire alla
sua sinistra.
Yoongi guardò verso l'origine
di quel suono con poca attenzione, ma quando ne udì un secondo, si fermò.
«Tae, vieni fuori! Mi stanno
sul cazzo questi scherzi!» urlò, ma il silenzio e il frusciare delle foglie
furono l'unica risposta che ottenne.
Scocciato, si avviò verso la
fonte di quel rumore per scovare uno della maknae line e prenderlo per
l’orecchio. La sua fobia verso i film horror era più che risaputa ed era stufo
marcio dei continui scherzi da parte di Jungkook e Taehyung.
Si inoltrò nella fitta
vegetazione che, passo dopo passo, divenne sempre più rada lasciando lo spazio
ad uno splendido e piccolo lago dove, sopra una grande roccia, sedeva una
ragazza che lanciava dei sassolini nell’acqua.
Yoongi rimase fermo ad
osservarla e fece un passo indietro per tornare sul sentiero principale e
rincasare, ma quando la vide voltarsi verso di lui, si sentì bloccato.
«Ciao, Oppa!» cinguettò la
sconosciuta saltando dalla roccia con un abile scatto e lo raggiunse in pochi
passi «È da tanto che non ci vediamo. Come stai?»
«Ci conosciamo?» borbottò il
rapper con voce incerta.
«Sei sempre il solito, sono Miyoung
e alloggiavo nel campeggio Blue Lake. Non ti ricordi?»
Yoongi strizzò gli occhi un
paio di volte e stirò le labbra in una linea non trovando le parole per quella
strana situazione.
La mente viaggiò a ritroso
nel tempo, all’estate di dieci anni addietro quando lui, appena maggiorenne,
aveva firmato da qualche mese il primo contratto con la Big Hit.
Si erano conosciuti per caso
tra gli scaffali dell’unico convenience store del paese e per lui fu un vero
colpo di fulmine, un amore estivo svanito col tempo e con i vari impegni
lavorativi che lo allontanavano sempre di più dai propri affetti.
Come aveva potuto
dimenticarla?
Miyoung lo fissò negli occhi
e per qualche istante si perse in quello sguardo nero come la notte, nel dolce
sorriso che curvavano le labbra carnose e i lunghi capelli che le
incorniciavano il viso.
«Mi ricordo» si grattò il
capo, in completo imbarazzo. Non avrebbe mai immaginato di incontrare una
vecchia conoscenza nel bel mezzo del bosco designato come set per un reality «Sei
in vacanza con la tua famiglia?»
La ragazza rispose negativamente
con un cenno del capo «Tu invece?»
«Lavoro.»
Rimasero in silenzio per
qualche secondo. Yoongi era stanco e si sedette sulla roccia per rimirare il
lago.
Ricordava perfettamente quel
luogo, un’oasi di pace lontano dal caos cittadino e dai suoi problemi.
In quel periodo soffriva di
ansia sociale e la paura di fallire nella sua carriera ancora prima di
debuttare lo aveva trascinato nella depressione più profonda così l’agenzia aveva
deciso di metterlo a riposo forzato.
Era partito per Sabuk-myeon insieme
alla propria famiglia e fu in quell’anno che la conobbe. Era rimasto stregato
dal suo sorriso dolce, i grandi occhi scuri da cerbiatto, ma più di tutti amava
la sua allegria.
Miyoung era sempre sorridente
e luminosa al contrario di lui, triste e ombroso.
La luce frastagliata sulla
superficie del lago lo rilassò e chiuse gli occhi per riposarsi, per isolarsi e
cercare di calmare un peso che gli opprimeva il petto.
Sentì un leggero fruscìo, con
la coda dell’occhio la osservò sedersi al suo fianco e unirsi a lui nella
contemplazione dello specchio d’acqua.
Era serena, sorridente e lui annegava
per i sensi di colpa.
Dieci anni prima, in quella
lontana e soffocante estate, Yoongi e Miyoung avevano trascorso interi
pomeriggi a chiacchierare, passeggiare nel bosco e parlare delle proprie
passioni.
Lei gli parlava del suo sogno
di diventare astronoma, di notte gli indicava le varie costellazioni puntando
il dito verso il cielo e lui si perdeva a contemplarla.
Si era innamorato, ma l’amore
non poteva esistere nella vita di un ragazzo depresso con istinti suicidi e una
futura carriera da idol ancora incerta.
Hoseok, Namjoon, Seokjin e
Jimin erano stati costretti a dire addio a quel dolce e tormentato sentimento interrompendo
ogni relazione per abbandonarsi a sporadiche avventure, proprio come lui. Quando
le vacanze estive giunsero verso la fine, Yoongi dovette mettere una pietra
sopra quell’amore nascente nel peggiore dei modi: Miyoung gli aveva chiesto di
incontrarsi nel loro posto, ai piedi della grande pietra dove ora sedeva, e lui
non si presentò all’appuntamento.
Si era volutamente comportato
da stronzo per evitare ad entrambi una relazione difficile.
Un ragazzo di Daegu dedito
alla carriera a Seoul non poteva frequentare una giovane studentessa di
astronomia di Gunsan. Non avrebbero retto ad un amore a distanza.
«Sei riuscito a realizzare il
tuo sogno, Oppa?»
«Sì», rispose a bassa voce.
Guardò ancora i riflessi di luce sulla superficie increspata del lago e si
abbandonò ad un lungo respiro «Tu? Sei diventata un’astronoma?»
«Purtroppo no, sono stata
costretta a interrompere gli studi, però continuo ad osservare le stelle.»
Il rapper si rattristò e
sentì un nodo alla gola premergli con forza contro l’esofago. Miyoung amava la
volta celeste, gli astri, quel mare cosmico ancora da scoprire e aver saputo
del suo fallimento lo portò quasi alle lacrime.
La ragazza sorrise, avvicinò
le ginocchia sotto il mento e vi appoggiò il viso «Anche se sei cresciuto,
rimani sempre il solito musone.»
Yoongi arricciò le labbra in
una strana smorfia, provò a sostenere lo sguardo con lei, ma l’imbarazzo per
quanto accaduto anni prima lo spinse a distoglierlo verso un punto non
definito.
«Per il nostro ultimo
appuntamento…» si umettò le labbra «Mi dispiace. Sono stato un egoista.»
«Non avevi altra scelta, le
nostre vite erano molto diverse. Avrei preferito che me ne avessi parlato di
persona quel giorno che fuggire, ma ormai non possiamo più tornare indietro. Il
passato non si può cambiare.»
«Vorrei in qualche modo
rimediare» Yoongi si stupì di quanto appena pronunciato. Nonostante Miyoung
fosse stata un suo vecchio amore estivo mai dichiarato e svanito col
trascorrere del tempo, qualcosa si smosse in lui.
L’averla ritrovata per puro
caso in quel bosco, nel luogo del loro mancato appuntamento, era per lui quasi
un segno del destino, un modo per espiare le colpe dettate dalla sua codardia.
«Quattro giorni» Miyoung si
passò una mano tra i capelli «Ti ho aspettato per quattro giorni sperando di
vederti.»
«Scusami» Yoongi ingoiò quel
boccone amaro. Non avrebbe mai immaginato che lei si fosse recata sul molo del
lago per quattro giorni.
Per un istante la immaginò da
sola, seduta sulle assi di legno con le gambe a penzoloni a scrutare il cielo
in attesa di vederlo comparire alle spalle.
Si sentì una merda umana, un
essere orribile.
«Io» borbottò in imbarazzo «Per
quanto possano valere le mie parole… Scusami. Non avrei mai immaginato che-»
«Vieni qui» venne interrotto
da Miyoung che lo guardava senza smettere di sorridere «Per quattro giorni di
seguito, incontriamoci qui.»
«Come?»
«Non sarà come ai tempi, ma
se vuoi davvero scusarti potresti concedermi quattro appuntamenti» la vide
alzarsi, scendere dalla roccia e allontanarsi di qualche passo da lui «Mi
troverai qui domani, a quest’ora. Ti aspetterò.»
Miyoung se ne andò, lasciando
da solo Yoongi seduto sulla fredda e ruvida superficie della pietra. Rimase in
silenzio, lo sguardo fisso verso la vegetazione che aveva inghiottito l’esile
figura di quella ragazza che, come in quella calda estate, lo aveva stregato.
Il cellulare vibrò nella
tasca dei suoi pantaloni, era lo staff che lo stava chiamando: Suga dei BTS
doveva rientrare e con l’amaro in bocca si avviò verso la via di casa.
Volse un’ultima occhiata alle
sue spalle per osservare il lago e il molo di legno che si allungava tra le
acque rese luminose dai raggi del sole.
Non sarebbe più fuggito.
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Era fuggito nel bosco subito
dopo aver salutato Namjoon e Hoseok, giunti al suo camper. Aveva lasciato la
cintura dei microfoni e il rilevatore GPS per il drone sul letto portandosi con
sé solo il cellulare. Voleva stare da solo, lontano dal lavoro e godere della
compagnia di Miyoung.
Raggiunse di corsa la radura,
oltre il sentiero costeggiato da felci selvatiche e finalmente la vide: era
seduta sulla pietra, elegante come la famosa sirenetta di Copenaghen, i capelli
sciolti che ondeggiavano al vento mentre osservava il lago.
«Sei venuto» lo salutò non
appena Yoongi la raggiunse sedendosi al suo fianco.
Era sorridente, gli occhi
brillavano di gioia e tornò a guardare lo specchio d’acqua di fronte a sé.
«Te l’ho detto ieri, voglio
davvero rimediare al mio errore.»
Miyoung giocò con una ciocca
di capelli arrotolandola più volte attorno all’indice «Cosa hai fatto in questi
dieci anni?»
«Come?»
«Il tuo lavoro, gli amici, i
tuoi sogni. Come hai vissuto questi dieci anni?»
Quella domanda, per Yoongi,
rasentava il ridicolo. Era uno dei BTS, un idol e produttore musicale noto in
tutto il mondo e sicuramente Miyoung conosceva la sua vita anche se filtrata da
un televisore o dal web.
«Sono molto famoso, dovresti
già sapere che-»
«Ma io voglio che mi parli di
te, non dell’idol. Come è stata la vita di Min Yoongi in questi dieci anni?»
Bella domanda. Il rapper si
sentiva prigioniero dal successo che aveva ottenuto grazie ad anni di duro
lavoro e sacrifici.
Se da un lato era felice di
aver realizzato il suo sogno, aver guadagnato così tanti soldi da poter
mantenere cinque generazioni future della propria famiglia, dall’altro era
triste per aver sacrificato la propria esistenza, la libertà.
Si ritrovò, senza accorgersi,
a raccontarle quei lunghi dieci anni di attività, dal giorno del suo debutto
insieme ai ragazzi, dei primi successi fino al fenomeno scaturito dal loro
ultimo brano Dynamite e di come il suo lavoro avesse profondamente segnato la
sua vita privata quasi annullandola.
Parlare con Miyoung gli venne
naturale come respirare, si sentì leggero e sereno con sé stesso e mentre
continuava a raccontarle aneddoti divertenti relativi le riprese di qualche Run
BTS, lei lo ascoltava rapita senza smettere mai di sorridere.
Il tempo volò e Yoongi si
accorse di essere stato lontano dalle telecamere per quasi tre ore quando, dopo
aver risposto alla quinta telefonata ricevuta, lesse l’orario sul display.
«Il regista mi ucciderà»
borbottò preoccupato al solo pensiero della lavata di capo che avrebbe ricevuto
una volta rincasato «temo che per i prossimi giorni dovrò impostare la sveglia,
purtroppo sto lavorando e non posso allontanarmi a lungo.»
Miyoung annuì col capo, scese
dalla roccia con un salto e tornò a guardarlo negli occhi «Non è la quantità,
ma la qualità del tempo trascorso insieme. Sono stata davvero bene oggi, grazie
Oppa.»
Fece un lieve inchino col
capo per salutarlo e se ne andò, lasciandolo di nuovo da solo come il giorno
precedente, ma con la consapevolezza di poterla rivedere.
Tornò di corsa a casa e, come
preventivato, fu ripreso dal regista e dalla security per essere scomparso
scatenando il panico generale tra lo staff e gli stessi ragazzi.
Hoseok e Namjoon lo presero
di peso per trascinarlo all’interno del camper accertandosi di aver spento le
telecamere.
«Si può sapere dove cavolo ti
eri cacciato?» tuonò il leader livido in viso.
«Non puoi sparire senza
avvisarci, volevano chiamare la polizia perché temevano che qualche folle ti
avesse rapito!» rincarò la dose Hoseok e Yoongi, di fronte alla preoccupazione
degli amici, al posto di scusarsi e dichiararsi dispiaciuto per averli
spaventati, scoppiò a ridere.
Prese delle birre fresche dal
frigorifero per offrirle ai due rapper e, una volta seduto a tavola, cominciò a
raccontargli di Miyoung.
Parlare di lei era come
aprire il vaso di Pandora, non riusciva più a smettere di condividere con i
ragazzi quelle tre ore trascorse sulle rive lago.
«Hyung, sei ancora innamorato
di lei?» chiese Hoseok, un po' confuso dalle parole di Yoongi che, nonostante
fossero trascorsi dieci anni dall’ultimo incontro con la ragazza senza averne
più notizie, erano pregne di puro affetto.
«Non lo so, Hobi. Rivederla
mi ha destabilizzato, è come se fossi ritornato indietro nel tempo.»
«Si chiamano sensi di colpa e
rimpianti» Namjoon terminò la sua birra e fissò la bottiglia, torturando
l’angolo dell’etichetta di carta «Mi è successa la stessa cosa con Iseul. Ci
amavano tanto, ma sono stato costretto a lasciarla per via del lavoro.»
«L’hai più rivista?» chiese
vedendo l’amico annuire con il capo.
«A volte guardo il suo
profilo Facebook, si è sposata e ha un bambino» strappò del tutto l’etichetta
dalla bottiglia di vetro e la arrotolò con le dita «A volte mi chiedo come
sarebbe stata la mia vita se non l’avessi lasciata. Forse, ora sarei io il
padre di suo figlio e lei mia moglie.»
Hoseok gli accarezzò la
spalla per rincuorarlo «Ci siamo passati tutti, Joonie. Anche la mia ex ha
messo su famiglia.»
Yoongi fissò la propria
bottiglia vuota rigirandola tra le mani. Provava sentimenti contrastati tra
loro e il leader aveva pienamente ragione: recarsi ai quattro appuntamenti non
avrebbe mai cancellato il dolore che aveva inflitto a Miyoung né a recuperare quei
dieci anni trascorsi nel silenzio.
«Hyung, a cosa stai pensando?»
la voce preoccupata di Hoseok lo strappò dai suoi pensieri riportandolo con i
piedi a terra. Lo fissò trovando in quelle iridi scure e profonde la medesima
dolcezza che albergava negli occhi della ragazza.
«Non posso comportarmi da
stronzo ancora una volta. Questa volta andrò a tutti gli incontri che mi
chiederà.»
Hoseok e Namjoon si fissarono
preoccupati. Non conoscevano quella vecchia amica di Yoongi e, a causa del loro
lavoro, vivevano con la costante paura di incontrare qualcuno pronto a
intrufolarsi nelle loro vite per poi venderli a qualche testata scandalistica,
ma il maggiore era ormai fermo sulla propria decisione.
Avrebbe espiato la sua colpa
presentandosi alla vecchia roccia del lago.
La mattina successiva aveva
preso accordi con lo staff inventando di sana pianta che aveva bisogno di un
paio d’ore di libertà per allontanarsi dal set di In The Soop in cerca di
ispirazione per scrivere nuovi brani.
Fu così che, puntuale, Yoongi
si recava al lago per incontrare Miyoung e trascorrere con lei le ore più belle
di tutta la giornata.
Parlavano di varie cose, di
musica, di natura, di stelle. Passavano dagli aneddoti di quella vecchia estate
rivivendo ricordi ormai sepolti da anni fino a descrivere la forma delle
nuvole.
Si era ritrovato sdraiato
sull’erba fresca con lo sguardo rivoltò verso il cielo per spostarlo su di lei.
Le osservò la linea del naso,
delle labbra piene, del mento e in lui crebbe la voglia di baciarla, di accarezzarle
quelle guance dalla pelle diafana per sapere se fossero ancora morbide e
vellutate, ma si limitò solo a guardarla.
Era ormai il terzo
appuntamento e lui si rese conto che l’amore che provava per Miyoung era ancora
vivo, intenso, riemerso in tutta la sua forza.
Non era più una cotta
adolescenziale scaturita da un colpo di fulmine, ma qualcosa di più profondo,
maturo.
Voleva sfiorarla, stringerla
tra le braccia e dichiararle i propri sentimenti che, con estrema fatica, aveva
soffocato riversando nei testi che scriveva il dolore che provava nell’averla
abbandonata.
Allungò la mano per
sfiorarla, per intrecciare le dita con le sue e trovare il coraggio di
parlarle, ma Miyoung si era alzata da terra e camminò lentamente verso le rive
del lago.
«Domani è il quarto giorno,
Oppa.»
«Già» rispose Yoongi che la
raggiunse con il cuore in gola «Ancora tre e dovrò tornare a Seoul.»
Il rapper non riusciva a
guardarla in viso. Focalizzò la propria attenzione sulla superficie del lago
increspato da piccole onde che, lente, riflettevano i raggi del sole ancora
alto in cielo.
«Miyoung, cosa succederà
domani?»
«Rivivremo quello che non è
mai accaduto dieci anni fa» mormorò voltandosi verso di lui che, a quelle
parole, si sciolse in un sorriso.
------- 🍊 -------
«Stai frequentando di
nascosto una ragazza?» Jimin lo fissava con la bocca spalancata per la
sorpresa.
Yoongi aveva raccontato loro di
Miyoung, di come si erano conosciuti in giovane età e di averla rincontrata per
caso nel bosco. Non se la sentiva di mentire ai suoi fratelli e non voleva più
rinunciare a lei che, forse per uno scherzo del destino, era ripiombata nella
sua vita.
«Non credevo tu fossi così
romantico» Seokjin lo canzonò punzecchiandogli il braccio con un dito «Fossi in
te non me la farei scappare di nuovo. Forse ora l’agenzia eliminerà il date-ban.»
«Sei solo un illuso, hyung» Jungkook
fissava il suo latte alla banana con poco interesse e i pensieri rivolti a quel
ragazzo che, poco prima della partenza per In The Soop, era stato costretto a
lasciare: gli Army e la stessa BigHit non avrebbero mai accettato che il golden
maknae fosse coinvolto in una relazione sentimentale, per di più
omosessuale.
«Oh, ragazzino! Siamo adulti,
abbiamo ormai quasi trent’anni e non possiamo sempre rinunciare all’amore per
compiacere i fan!» tuonò sbattendo i pugni contro il tavolino facendo cadere la
torre di mattoncini Jenga e rivolgendo la propria attenzione a Yoongi «Oggi è
il quarto giorno, giusto? Confessa tutto quello che provi per lei. Forse non ti
ricambierà più, ma almeno ti sarai tolto un peso dal petto.»
A quelle parole, il rapper si
rincuorò e, alzandosi dal divano, salutò i ragazzi per correre al suo
appuntamento.
Non sapeva cosa sarebbe
accaduto dopo quello che sembrava essere il loro ultimo incontro, ma doveva
assolutamente vuotare il sacco, dirle che – nonostante gli anni – l’amava
ancora e che sì, forse era un folle per aver rievocato quel sentimento che
sembrava ormai sopito e dimenticato da tempo.
Con il fiatone, giunse alla
radura e la vide seduta sulla consueta roccia che contemplava, come sempre, lo
specchio d’acqua.
«Ciao Miyoung» soffiò con il
fiato corto e si preoccupò quando vide un’espressione triste sul suo volto «Stai
bene?»
«Sì, Oppa» rispose scendendo
dal masso con un saltello e si sforzò di sorridergli.
Yoongi la seguì con lo
sguardo, passeggiava nervosa sul prato e si morse il labbro prima di puntare i
suoi occhi lucidi dalle lacrime.
«Perché non sei mai venuto?
Ti ho aspettato per quattro maledetti giorni illudendomi di vederti spuntare da
quei cespugli!»
«Perché sono stato un idiota
e un codardo» ringhiò non riuscendo più a frenare la propria frustrazione
«Lavoravo da pochi mesi con la BigHit e non potevamo allacciare relazioni. I
miei compagni sono stati costretti a lasciare le loro ragazze. Jin hyung stava
con JangMi da tre anni.»
«E tu?» Miyoung lo fissava,
le labbra tremavano «Chi hai perso?»
«Te, ho perso te» Yoongi si
passò le mani tra i capelli e li strinse forte tra le dita cercando di calmarsi
«Pensavo che ignorarti, sparire dalla tua vita fosse la soluzione migliore, ma
mi mancavi da morire e sono tornato per cercarti giorni dopo, ma te ne eri già
andata dal campeggio.»
«Mi hai cercata?»
«Sì, tre giorni dopo averti
abbandonata. Mi ero illuso di trovarti qui, al lago, ma non c’eri. Come potevo pensare
di trovare una ragazza ad attendermi ancora dopo averla trattata in quel modo?»
si appoggiò con la schiena contro la pietra e fissò i propri piedi. Era stanco,
esausto e voleva liberarsi di quel macigno che da troppo tempo gli opprimeva il
petto.
«Ho passato mesi interi a
pensarti, mi sono buttato a capofitto nel lavoro per toglierti dalla mia testa,
ma non ci sono riuscito. Alla fine, ho scritto una canzone per te» alzò
lentamente il viso per incrociare l'espressione stravolta di Miyoung «L’hanno
pubblicata quattro anni dopo. Si chiama 'Just One day'.»
«Io non-» la ragazza si portò
una mano sulla bocca per soffocare un singhiozzo «bastava un solo giorno, Oppa,
uno soltanto.»
Yoongi non capì. La vide
ferma a distanza di un paio di metri da lui che lo guardava con gli occhi pieni
di lacrime.
«Quel pomeriggio litigai con
i miei genitori. Volevo trasferirmi a Seoul per studiare astronomia, loro erano
contrari così decisi di scappare e partire insieme a te» Miyoung curvò le
labbra in un sorriso triste «Ti amavo e volevo dirtelo qui, nel nostro luogo
speciale, ma ormai è-»
«Vieni con me a Seoul,
partiamo oggi stesso, chi se ne frega del lavoro!» Yoongi fece due passi per
raggiungerla, per stringerla tra le braccia, ma lei arretrò mantenendo la
distanza fisica tra loro «Ti amo, Miyoung.»
«Anch'io, Yoongi» il viso le
si rigò di lacrime «ma sei arrivato troppo tardi.»
Il rapper non capì quella sua
reazione. Le aveva appena dichiarato il suo amore ed era ricambiato, eppure lei
si ostinava a rifiutarlo per un errore del passato, un passo falso dettato
dalla paura di uno stupido diciottenne.
«Quel giorno, il quarto, ero
qui con il mio zainetto pronta per partire con te. Stavo camminando sul molo,
ma alcune assi era dissestate e una si ruppe facendomi cadere in acqua» Miyoung
era ancora lì che lo fissava con le labbra tremanti dal pianto «Non me ne sono
mai andata da qui.»
«Cosa stai dicendo? Quando
sono venuto tu non c’eri» Yoongi perse la pazienza e avanzò verso di lei per
prenderla dalle spalle, per abbracciarla e per farle capire che i suoi
sentimenti erano sinceri, ma quando le strinse le braccia attorno alla vita
sentì sulla pelle solo l’aria fredda: le era passato attraverso.
Yoongi si guardò le mani
incredulo mentre una strana sensazione di puro terrore si impadronì del suo
corpo. Si voltò lentamente per guardare dietro le proprie spalle, Miyoung era
lì in lacrime che lo osservava.
«Ma cosa…?» le parole gli
morirono in gola. Allungò la mano verso la ragazza per sfiorarle una guancia,
ma le dita attraversarono il volto.
Un incubo. Stava vivendo un
incubo.
Si pizzicò un braccio per
accertarsi di essere nel mondo onirico, svegliarsi e ritrovarsi nel suo letto
per poi alzarsi e correre da Miyoung e stringerla al petto, ma il dolore che si
irradiò rapido nella carne lo fece tremare.
Alzò lo sguardo verso la
ragazza. Il cuore batteva impazzito nel petto e un nodo si formò alla base
della gola. Voleva scappare via, gridare aiuto, ma si ritrovò congelato sul
posto, incredulo.
«Oppa» la voce era tremula,
rotta dal pianto «Quando sono caduta in acqua, rimasi incagliata alla struttura
del molo e annegai. Quel pomeriggio non mi hai trovato perché giacevo in fondo
al lago.»
A Yoongi si gelò il sangue
nelle vene. Fissò quella figura con occhi sgranati e appannati dalle lacrime.
Le gambe assunsero la medesima consistenza della gelatina facendolo crollare a
terra.
Pensò a quel pomeriggio di
dieci anni prima, a lui che la aspettava sul molo e stringeva tra le dita una
rosa rossa mentre il corpo di Miyoung si trovava sotto i suoi piedi.
Si portò entrambe le mani al
volto e scoppiò a piangere liberando del tutto la tensione accumulata fino a
quel momento e addossandosi le colpe di quanto accaduto.
Se lui avesse avuto il
coraggio di presentarsi subito all’appuntamento, Miyoung sarebbe ancora viva.
Pianse tutte le sue lacrime
ingoiando il dolore di quell’amore che, da stupido e immaturo, aveva gettato
via per ritrovarlo un decennio dopo e perderlo per sempre. Sentì di nuovo quel
fruscìo ormai famigliare, alzò il viso e si ritrovò la ragazza seduta a terra
di fronte a lui.
«Io…perdonami»
«L’ho già fatto, Oppa»
mormorò mostrandogli quel sorriso triste «grazie a te, sono finalmente libera.»
Yoongi non comprese, ancora
sconvolto da quanto accaduto. Si asciugò le guance col dorso della mano e tornò
a fissarla.
«Sono morta con il rimpianto
di non averti mai confessato il mio amore» Miyoung si strinse le spalle e
guardò per un attimo il molo prima di tornare su Yoongi «anche se il mio corpo
è stato ritrovato a valle e poi sepolto, la mia anima è rimasta prigioniera di
questo luogo. Sono dieci anni che ti aspetto seduta su quella roccia e ora sei
qui, di fronte a me...»
Si udirono alcune voci in
lontananza. Namjoon e Jungkook lo stavano cercando, ma a lui non importava.
«Per tutto questo tempo
volevo solo liberarmi da questa prigionia» riprese a parlare Miyoung «ma in
realtà speravo solo di rivederti un’ultima volta.»
Alzò lentamente una mano mostrandogli
il palmo e Yoongi, ancora scioccato, la imitò. Era triste, devastato da quella
situazione e fissò le dita della ragazza intrecciarsi con le proprie sentendo
uno strano calore.
«Ti amo, Oppa»
«Ti amo anch’io» mormorò il
ragazzo e Miyoung gli dedicò un ultimo sorriso prima di svanire in un piccolo
vortice di migliaia di luci splendenti come stelle, le stesse che lei ammirava.
Yoongi guardò il cielo e
sentì gli occhi bruciare e nuove lacrime rigargli il viso. Si sentiva smarrito,
in balia di sentimenti contrastanti tra loro ed era così sconvolto da non
accorgersi che Namjoon lo aveva raggiunto da dietro insieme a Jungkook.
«Hyung, che succede? Ti sei
ferito?» chiese il leader preoccupato a morte nel vedere l’amico in quello
stato che, in tutta risposta, annuì lentamente con il capo.
Volse un ultimo sguardo al
lago, quello specchio d’acqua in cui Miyoung trovò la morte e ingoiò le lacrime
che, pronte, stavano per rotolargli lungo le guance.
Il lavoro, le stupide
imposizioni dell’agenzia e il lato tossico del fandom erano i veri colpevoli di
quella tragedia.
Dopo
di lei aveva conosciuto altre donne, nuove relazioni interrotte bruscamente per
salvaguardare la propria carriera e per la prima volta si chiese se quelle
ragazze avessero trovato la felicità e realizzato i propri sogni oppure
giacevano prive di vita da qualche parte, dimenticate come un vecchio oggetto
rotto e inutile.
Dimenticate
come Miyoung.
Tornò
a guardare Namjoon e poi Jungkook, entrambi feriti dai loro fallimenti
sentimentali a causa del date-ban.
Tutti
loro stavano soffrendo per quel divieto assurdo, una vera violazione dei
diritti umani.
Si
alzò lentamente con l’aiuto dei ragazzi che lo fissavano, preoccupati. Era
debole, svuotato, privato di ogni energia vitale nonostante fosse rabbioso.
Odiava
sé stesso, l’industria musicale e il fandom malato che reclamava dei veri e
propri diritti sulle loro vite.
E
lui non voleva più sottostare a quelle assurde pretese.
«Kookie» mormorò con un filo
di voce «Chiama Hyunsu e riappacificati con lui. Vi amate, non dovete lasciarvi
a causa del lavoro e tu, Joonie, fatti avanti con Haewon.»
«Che stai dicendo, hyung?»
Yoongi si morse il labbro.
Voleva vivere a pieno la propria esistenza in libertà come ogni essere umano.
«Al nostro rientro parlerò
con PDnim, farò annullare il date-ban. Gli Army se ne faranno una ragione.»
I due ragazzi rimasero senza
parole.
Yoongi si allontanò da loro
per camminare lungo il molo, ancora dissestato come dieci anni prima e si
sedette sul bordo, al fianco dell’unica asse spezzata a metà, la stessa che aveva
ceduto sotto il peso di Miyoung facendola cadere in acqua.
La accarezzò con due dita e
sentì uno strano calore, come se qualcuno fosse al suo fianco ad abbracciarlo.
Chiuse gli occhi trovando
dentro di sé un senso di pace interiore mescolato alla nostalgia di un amore
breve, ma vissuto intensamente.
Decise che non sarebbe più
scappato da quel sentimento che l’industria del kpop vietava ai propri artisti
dando finalmente priorità all’amore e non più alla carriera.
E in quel momento Yoongi cominciò
a vivere.
Angolo
Autrice
So
che è una storia triste, inizialmente volevo solo rendere Yoongi consapevole di
aver perso un'opportunità con Miyoung, realizzata e felice con un altro
uomo, ma non so per quale motivo il gattino mi ispira solo storie tristi.
Spero
non mi odiate!
A presto!
Borahae 😊 💜