C’è una storia che racconta di un castello tra le alte e aspre guglie dei Carpazi, un maniero tetro, all’apparenza senza vita, ma che ogni tanto risuona delle risate dolci e felici di qualcuno che sembra non invecchiare mai. E capita che, guardando in quella direzione alla luce della luna, si riesca vedere qualcosa muoversi sulla sua sagoma rotonda in tante spire, volteggiando a destra e a sinistra, in su e in giù, fino a rientrare nelle torri da una finestra sempre aperta.