Questa storia partecipa alla Corsa delle 48 ore - V Edizione indetta dal forum Torre di Carta.
Prompt 28: A russa forte, B gli dà un pizzicotto
Il riposo del guerriero
Durante una missione dormire era fondamentale.
Anche se il sonno era leggero, inquieto e ben lontano da quello ristoratore di casa, un ninja riposato era un ninja vivo o comunque con maggiori possibilità di successo.
Sakura lo aveva sempre considerato un concetto semplice, lineare, comprensibile da tutti.
Ma, a quanto sembrava, in quel tutti non rientrava Naruto Uzumaki.
Sdraiato sul fianco destro, il compagno di squadra le dava le spalle e dormiva in modo tanto profondo quanto dannoso per i poveri timpani di chi era ancora sveglio.
Esausta ed irritata, la kunoichi sistemò meglio il suo cuscino di fortuna sotto un orecchio, comprendo l’altro con una mano, nella speranza di cedere presto alla stanchezza e di non sentire più i ronfi rumorosi e persistenti dell’amico.
Chiuse gli occhi e raccolse tutta la calma necessaria per ignorare la persona fastidiosa accanto a lei e guadagnarsi l’agognato riposo.
Ci furono due minuti di quasi silenzio, due minuti di serena illusione.
Poi lo stravolgimento improvviso: con un movimento repentino, Naruto si girò e si distese sulla schiena, con il volto e il petto rivolti verso l’alto, diffondendo in modo ancora più nitido il suo sonoro russare per tutta l’area del bosco in cui si erano accampati.
Colta alla sprovvista, Sakura sobbalzò e si tirò su a sedere di scatto, trattenendo a stento un grido e limitandosi ad emettere un mugugno di protesta e di stupore. Per qualche istante, rimase immobile, con i capelli leggermente arruffati e il respiro un po’ irregolare, in attesa che lo sbigottimento sfumasse.
Poi la rabbia prese il sopravvento: la kunoichi strinse i pugni e si voltò verso l’altro, mordendosi il labbro inferiore per il nervosismo e scrutandolo con un cipiglio torvo che le oscurava i lineamenti.
Ignaro di tutto e senza alcun timore, Naruto dormiva placido e tranquillo, con un’espressione completamente rilassata.
Istigata dall’ingiustizia della situazione e dal disperato bisogno di riposare, Sakura si protese verso di lui e gli diede due forti pizzicotti sulla guance.
I ronfi cessarono all’istante e un gemito di dolore si udì nel silenzio della notte.
Quando Kakashi li raggiunse, dopo aver interrotto allarmato il suo turno di guardia, trovò la kunoichi comodamente accovacciata sul suo sacco a pelo e Naruto seduto a massaggiarsi il viso arrossato e dolorante.
Anche se il sonno era leggero, inquieto e ben lontano da quello ristoratore di casa, un ninja riposato era un ninja vivo o comunque con maggiori possibilità di successo.
Sakura lo aveva sempre considerato un concetto semplice, lineare, comprensibile da tutti.
Ma, a quanto sembrava, in quel tutti non rientrava Naruto Uzumaki.
Sdraiato sul fianco destro, il compagno di squadra le dava le spalle e dormiva in modo tanto profondo quanto dannoso per i poveri timpani di chi era ancora sveglio.
Esausta ed irritata, la kunoichi sistemò meglio il suo cuscino di fortuna sotto un orecchio, comprendo l’altro con una mano, nella speranza di cedere presto alla stanchezza e di non sentire più i ronfi rumorosi e persistenti dell’amico.
Chiuse gli occhi e raccolse tutta la calma necessaria per ignorare la persona fastidiosa accanto a lei e guadagnarsi l’agognato riposo.
Ci furono due minuti di quasi silenzio, due minuti di serena illusione.
Poi lo stravolgimento improvviso: con un movimento repentino, Naruto si girò e si distese sulla schiena, con il volto e il petto rivolti verso l’alto, diffondendo in modo ancora più nitido il suo sonoro russare per tutta l’area del bosco in cui si erano accampati.
Colta alla sprovvista, Sakura sobbalzò e si tirò su a sedere di scatto, trattenendo a stento un grido e limitandosi ad emettere un mugugno di protesta e di stupore. Per qualche istante, rimase immobile, con i capelli leggermente arruffati e il respiro un po’ irregolare, in attesa che lo sbigottimento sfumasse.
Poi la rabbia prese il sopravvento: la kunoichi strinse i pugni e si voltò verso l’altro, mordendosi il labbro inferiore per il nervosismo e scrutandolo con un cipiglio torvo che le oscurava i lineamenti.
Ignaro di tutto e senza alcun timore, Naruto dormiva placido e tranquillo, con un’espressione completamente rilassata.
Istigata dall’ingiustizia della situazione e dal disperato bisogno di riposare, Sakura si protese verso di lui e gli diede due forti pizzicotti sulla guance.
I ronfi cessarono all’istante e un gemito di dolore si udì nel silenzio della notte.
Quando Kakashi li raggiunse, dopo aver interrotto allarmato il suo turno di guardia, trovò la kunoichi comodamente accovacciata sul suo sacco a pelo e Naruto seduto a massaggiarsi il viso arrossato e dolorante.