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Autore: DanzaNelFuoco    12/06/2022    1 recensioni
[Devilman Crybaby] Ryo!centric
COW-T #12
--- Lo specchio è rotto, lo hai rotto tu.
Lo hai
sempre rotto tu.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Cow-T #12, w2, m3: Specchio rotto

 

- Figments - 

 

Lo specchio rotto ti rimanda l’immagine frantumata del tuo viso, una crepa che ti attraversa l’occhio sinistro moltiplicandolo in frammenti troppo piccoli perché un occhio umano possa contarli. 

Ti osservi il dorso della mano, le schegge piantate nella carne bianca, ma non c’è sangue. Non può esserci adesso che sai chi sei. 

Si cristallizza tutto in quell’istante, nel momento in cui, quando riapri gli occhi, hai di nuovo i tuoi ricordi. 

Non esiste più il passato, quello non ti appartiene. Tutto quello che è successo dalla Caduta ad oggi non è successo davvero a te, ma all’involucro di carne nel quale ora ti ritrovi. 

Eppure non è vero, non deve essere vero, perché non ti spieghi la tua ossessione per Akira quando quel mortale era solo un amico - ah, amico che strano concetto, ora che non sei più umano - di Ryo. E tu non sei più Ryo. 

Provi a dirti che è fascinazione, che ci deve essere qualcosa in lui, per ritrovartelo sempre tra i piedi in questa dannata eternità di nulla in cui ti ritrovi imprigionato, costretto a ripetere ancora e ancora le stesse stupide azioni nella speranza di ottenerne qualcosa di diverso - ma non ha più speranza chi non è nelle grazie di Dio. 

Lo specchio è rotto, lo hai rotto tu. 

Lo hai sempre rotto tu. 

Scuoti la testa, scuoti un migliaio di teste nei caleidoscopio di vetri che era lo specchio pre-arredato di un bagno cubicolo in un appartamento loculo di una città del Giappone di cui non ricorderesti nemmeno il nome se non fosse per Akira. 

Per Amon? 

No, per Akira, per quell’umano debole e fragile, fatto di carne e sangue. Quell’umano che non si piega e non si spezza e non si fa possedere. Non si è rotto Akira, non si è fatto mangiare e consumare e dilaniare dal demone che hai portato in questo piano dimensionale, ma nemmeno lo ha scacciato, con la rettitudine di un santo. (Perché non è un santo, Akira, non è un santo e nemmeno un peccatore e tu non lo sai cosa sia, non ti viene in mente che magari sia solo umano, soltanto e fondamentalmente umano). 

Lo specchio è rotto e, Ryo, sei caduto, di nuovo e di nuovo, non sei in grado di lasciare le cose come stanno. Avresti potuto vivere un’esistenza umana, lo sai, una seconda opportunità che tuo Padre ti aveva dato. Crudele, quando era stato Lui a crearti così, il Portatore di Luce, colui che rischiara la strada verso la conoscenza. E poi condannati, per vivere, per non continuare a cadere e cadere ancora, a rimanere nell’oscurità. A sapere che un segreto esisteva, che dietro quello specchio che ti rimandava il tuo stesso viso, così perfetto, così candido, così umano, si celava qualcosa. 

Avresti dovuto rompere lo specchio per sapere. Avresti dovuto rinunciare alla tua intera esistenza, a Ryo e Akira, al padre che ti aveva generato in carne ma non in spirito, all’illusione di un’umanità che non ti apparteneva. 
Lo specchio è rotto. 

Lo hai rotto tu e ci sono cocci piantati sul dorso della tua mano. Non fanno male. 

E perché dovrebbero, quando fa male tutto il resto? 

Lo specchio lo hai rotto. 

Non avresti potuto fare altrimenti. 

  
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