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Autore: _Morgan    25/06/2022    1 recensioni
Ottobre 2023.
Lily Luna ha sedici anni, un cognome ingombrante di cui farebbe volentieri a meno e la certezza di non avere alcuna prospettiva per il futuro.
Inutile lambiccarsi su ipotetiche carriere e relazioni dopo aver svolto coscientemente un rituale che sembra aver decretato la sua prematura dipartita.
O quantomeno un suo prematuro - decisamente oscuro - cambiamento.
In un Mondo Magico sempre più aperto ed influenzato dai babbani, dove la tecnologia e la razionalità si scontrano prepotentemente con magie perdute da eoni, con fantasmi ed ombre come improbabili 'guardiani' ed uno stuolo di risvegliati ai quali dare la caccia prima che loro caccino lei, inizia il suo viaggio verso l'obbiettivo più arduo da raggiungere: Sopravvivere.
(IN REVISIONE 16-07-23)
Genere: Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Nuova generazione di streghe e maghi, Severus Piton | Coppie: Lily Luna/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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Nekiya - capitolo XI

νέκυια

- Capitolo XI-

Sol Invictus, il volo

[Codice sul volo e sugli uccelli – con illustrazioni di Leonardo da Vinci]



Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto,
Conosco le leggi del mondo,
e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.


Ti salverò da ogni malinconia
perché sei un essere speciale,
ed io avrò cura di te.

[Franco Battiato – La Cura ]



Hogwarts,
Guferia
25 dicembre 2023, ore 06:57

Il cielo è una lastra immutabile onice sulla quale sono rimasti impigliati brandelli di nuvole sottili, color fumo, una sottile e blanda cortina per le infinite lucciole – stelle – che, incastonate come piccoli diamanti ivi sfolgorano, contornando una luna che ha iniziato a perdere rotondità, assumendo lo stesso taglio degli occhi profondi – gialli – di Nagini; oltre il parapetto in pietra il mondo riposa avvolto in una cortina nero blu che ne sbiadisce i contorni, facendo rilucere la neve come fosse preziosa polvere siderea, d'un biancore accecante nel pallido ed argenteo riverbero dei raggi gentili proveniente dall'astro notturno.
Dietro, all'interno dell'ampia sala circolare ove riposano e s'industriano numerosi rapaci d'ogni forma, razza e dimensione, il fuoco prodotto da due torce getta una luce aranciata oltre l'arco a botte della porta d'ingresso, permettendole di continuare a leggere con facilità le pagine del libro che s'è portata dal dormitorio, fra le quali ha infilato un dito per non smarrire il segno, essendosi persa a contemplare quello scorcio di Scozia selvaggio e sconosciuto, rapita dalla bellezza che pare acquisire il paesaggio quando il buio inizia a farsi ricordo, pronto a soccombere sotto l'inclemente fulgore dell'aurora; si riempie i polmoni d'aria fredda, pulita, nella quale il lezzo delle cacche d'uccello e paglia è solo un lieve sottofondo, mentre gelide punture le pizzicano le cosce penetrando sotto il pesante tessuto dei pantaloni della tuta e del mantello che ha poggiato sul parapetto in pietra grigia prima di sedersi, con la schiena ben dritta e le gambe a penzoloni nel vuoto.
Un allocco dal piumaggio castano spruzzato di bianco s'invola verso la torre, atterrando con grazia vicino a dove s'è accomodata per fissarla con tondi occhi ossidiana che rilucono nel bagliore delle fiamme, tenendo ben saldo nel becco adunco quel che pare un topo di campagna dalla coda insolitamente lunga; la ragazza sorride e lo saluta con cortesia, augurandogli una buona colazione e questi inclina appena la testa rotonda, facendo ondeggiare la preda inerte prima di planare all'interno dell'edificio, lasciandola in compagnia dei rumori della notte e di pensieri pesanti – opprimenti – che da giorni le impediscono di dormire come vorrebbe perché nel mondo onirico evocato dal sonno profezie e cadaveri s'inseguono turbandola, spingendola a vedere orrori – immaginari – così reali da farla svegliare di soprassalto in un bagno di sudore.
Forse urla, sicuramente geme e ciò la preoccupa, poiché ora che le altre sono partite per passare le vacanze a casa ed è sola può permettersi anche queste stranezze, ma quando torneranno dovrà trovare un modo per tornare a dormire regolarmente: non deve assolutamente attirare l'attenzione più di quanto non abbia già fatto - specialmente con Milena Trevisan -, continuando a mantenere quella maschera di cinico distacco che le ha permesso d'evitare amicizie per sei anni d'onorata carriera scolastica, senza apparire troppo 'sospetta'; si osserva distrattamente il dorso della mano sinistra ferma sopra le pagine aperte del libro, studiando con curiosità una piccola cicatrice che prima non c'era, il segno lasciato dal tacco dello stivale di Yaxley quando – inclemente – è calato con forza sopra la pelle frantumando le ossa sottostanti, che riluce biancastro come una debole e solitaria stella ricordandole quante cose 'sospette' siano accadute dal trentun ottobre sin ora, sotto gli occhi – ciechi - dell'intera scuola.
Piega le labbra in un sorriso amaro.
Le è bastato guardarsi allo specchio negli ultimi due giorni per scoprire differenze sottili – sostanziali – fra la sé beata ed ignorante d'inizio anno e quella figura magra e sottile dagli occhi castani cupi, spruzzati di buio, che le ha restituito uno sguardo fermo ornato da occhiaie che spiccano vistose sulla pelle pallida del viso, incorniciato da una massa di capelli ancor più selvaggi del consueto.

Chi sei tu?

Ha chiesto allo specchio e le labbra sottili del suo doppio si sono mosse afone, annegando quella risposta che ora inizia a comprendere – accettare – in un silenzio pesante, opprimente, che l'ha spinta ad abbandonare il bagno della camerata per correre verso la Stanza delle Necessità in un impeto di 'distacco' dalla realtà, iniziando ad ammucchiare ciò che restava degli oggetti apparsi per aiutare lei, Piton e Silente nelle ricerche all'interno di una grossa scatola di cartone che poi ha fatto evanescere e ricomparire all'interno della Camera di Salazar su suggerimento di Al che l'ha proposta come nuovo quartier generale, ritenendola più sicura e meno accessibile da parte di qualche ignaro studente o professore sospettoso.
Il fatto che sia sigillata da un incantesimo non ha costituito alcun problema né per Silente, essendo incorporeo, né per Piton, il quale ha sviluppato un certo talento – post mortem – nel fondersi con le ombre ed attraversarle come un muro d'acqua, mentre lei, povera e solida mortale, ha deciso di ricorrere alla tecnologia babbana per sopperire all'incapacità di parlare il perseltongue, lasciando che un messaggio vocale registrato dal fratello sblocchi la porta in sua vece.
Tornando ad osservare la luna ripensa a Nagini, sentendosi un po' in colpa per averla allontanata dalla natura per spedirla nella caotica Londra babbana, chiedendosi se non fosse stato più saggio tenerla nascosta ad Hogwarts all'interno della Camera di Salazar, ma poi rammenta le ingenti quantità di carne e sangue di cui necessita per poter continuare a mantenersi 'integra' e scuote il capo, riflettendo che sarebbe stato impossibile sfamarla; non può certo arrischiarsi nelle cucine a rubare animali morti o carne cruda, poiché è certa che gli Elfi domestici riferirebbero subito alla McGranitt questa assurda bizzarria, così come non può continuare a tagliarsi i polpastrelli per offrirle sangue fresco, inoltre il serpente ha bisogno di parlare con qualcuno che la capisca, non che vada ad intuizione come ha fatto lei all'interno della Testa di Porco.

Sospira pesantemente ed una nuvoletta biancastra fuoriesce dalle labbra dischiuse, perdendosi come fumo di sigaretta nell'aria fredda, mentre lei torna a concentrare l'attenzione sulle pagine stampate correlate sul fondo da note piccole come formiche, tentando di riprendere il filo delle gesta compiute da Ulisse quando un improvviso frullo d'ali la distrae di nuovo ed alza il capo volgendolo alla sua destra, verso una porzione di cielo scuro come una macchia d'inchiostro in cui si distingue appena una grossa ombra dalle lunghe ali spiegate, che plana verso il parapetto su cui è accomodata atterrandovi con grazia, lanciandole poi un occhiata penetrante con piccoli e rotondi occhietti ossidiana.

Buongiorno” saluta la strega sorridendo, togliendo dalla tasca del giubbino in poliestere un segnalibro in legno intagliato per porlo fra le pagine prima di chiudere il libro e posarlo alla sua destra, mentre il grosso corvo balza dal muro verso il pianerottolo ove s'allunga e si scinde in un battito di ciglia, acquisendo forma umana; alto e magro, con il corpo avvolto da un lungo mantello nero pece, l'uomo pare un frammento rubato dal paesaggio notturno che si estende sotto la torre ed il suo viso pallido, spigoloso, è l'unica macchia di colore – bianco – in contrasto con gli abiti, i lunghi capelli neri e gli occhi dal taglio aguzzo profondi come abissi, che ora la scrutano malevoli mentre incurva le labbra in una smorfia.
Stai cercando di morire d'ipotermia, Potter? O preferisci finire i tuoi giorni schiantata al suolo? Scendi da li e rimettiti il mantello, quel giubbino mi pare una misera protezione contro l'inclemente clima scozzese” commenta acido, osservando con sufficienza l'abbigliamento sportivo – sin troppo leggero – indossato dalla ragazza, che consiste in una paio di pantaloni scuri ornati per il lungo da tre bande rosse ed una giacca con zip del medesimo materiale e colore, portata sopra quella che pare essere una maglia dal collo alto a maniche lunghe, della quale s'intravedono le estremità.
Va più che bene, non ho mai patito il freddo. Poi un po' d'aria fresca non ha mai ucciso nessuno e le altezze non mi fanno paura. Ricordo che gioco a Quidditch da quando ero piccola ed adoro volare, stare appollaiata quassù non mi turba di certo” replica tranquillamente la strega gettando la gamba destra oltre la parte interna del parapetto, così da potersi sedere a cavalcioni senza dare la schiena al mago e, mentre compie quel movimento con una naturalezza disarmante, per nulla preoccupata dagli infiniti metri che la separano dal suolo, le sembra di scorgere una scintilla – piccola, un fantasma – d'apprensione negli occhi immutabili e neri che non si spostano dalla sua figura.
C'è differenza fra volare su una scopa e volare con il proprio corpo, Potter. Non mi sembra che la natura t'abbia fornito ali, quindi scendi da li prima di scivolare. E' pieno di ghiaccio ed il bordo del parapetto è stretto, potresti sbilanciarti e cadere da un momento all'altro, senza nemmeno accorgertene”
Per tutta risposta lei afferra il libro poggiato al suo fianco e lo sposta lontano, lasciandosi lentamente cadere all'indietro finché la schiena non aderisce alla pietra fredda ed umida,poggiando poi la testa così da schiacciare la massa informe di capelli rossi e ribelli, trattenuti a fatica da un molle elastico scuro, che le ricadono attorno formando una sorta di corona di fuoco; inspira a pieni polmoni l'aria frizzante e si bea delle stilettate fredde che le attraversano la pelle sotto i tessuti come corrente elettrica, stringendo con forza cosce e ginocchia contro il muretto per mantenersi ben salda e stabile.
Piton la guarda sgranando appena gli occhi a mandorla, sbuffando contrito e congiungendo le braccia contro al torace magro per cercare di contenere l'impulso d'afferrarla malamente, gettandola poi sul pavimento del ballatoio come si farebbe con un cucciolo molesto prima che – davvero – cada di sotto, costringendolo a gettarsi per recuperarla al volo prima che impatti contro al tetto della sala sottostante.; appoggia la schiena contro la parete fredda ed irregolare della guferia, mantenendosi ben lontano da quel disastro ambulante e sconsiderato - folle – che è la figlia adolescente di Harry Potter, lasciandola in quell'assurda e scomoda posizione a ridere sola, mentre osserva il cielo stellato con occhi ardenti di gioia.

Non sai cosa darei per poter volare. Non con una scopa, ma come fanno gli uccelli e gli animagus che sanno trasformarsi in essi, tipo te. Dalla mia poca esperienza so che il mondo acquisisce un'altra prospettiva dall'alto ed è meno vincolante, meno oppressivo. Lassù non esistono regole imposte dal Ministero, né morti, né magie proibite. Non esistono uomini malvagi che danno la caccia a povere ragazze adolescenti, né i problemi legati alla terra. Ci sono solo le correnti e l'eternità, il corpo che si piega per adattarsi al vento impetuoso, così da fendere meglio le nuvole e l'aria, a volte calda, a volte fredda. Mi sono sempre domandata se non fosse possibile creare, combinando magia e scienza, ali per gli uomini come quelle progettate da Da Vinci, che però durino per sempre, trasformandoli in terreni e reali angeli. Sai, a nove anni avevo preso una vera e propria cotta per Da Vinci ed i suoi disegni erano divenuti un'ossessione. Specialmente quelli legati agli esperimenti sul volo. Nel capanno di nonno Arthur ricordo d'aver provato a costruire qualcosa di simile con stecche di legno e vecchie lenzuola, ma non potendo incantarle come si deve non hanno funzionato molto bene”
Sei caduta dalla staccionata?” domanda il mago, scrutandola con interesse senza trovare nulla di più intelligente da chiedere, colpito da quell'assurdo scorcio di vita raccontato con allegra noncuranza che la fa apparire ancora più assurda – strana – di quanto già non sia, poiché a nove anni le bambine per bene, o quantomeno 'normali', dovrebbero giocare con le bambole e progettare future e sfavillanti vite coniugali, non innamorarsi di ambigui personaggi storici morti da secoli, cercando di riprodurne le invenzioni; ma gli occhi di lei ardono come stelle mentre da voce ai ricordi e Piton capisce che, ancor prima d'essere 'femmina', quell'assurda creatura è una sognatrice dall'intelligenza non comune, particolari che devono averle regalato un'infanzia assai difficoltosa.
Dal pioppo secolare, in verità. Mi sono arrampicata sul ramo più alto e sono saltata con le ali ben spiegate, sotto gli sguardi attoniti di Al e James che non sapevano se incitarmi o dirmi di lasciar perdere, ritrovandomi poi a galleggiare all'interno del laghetto assieme alle carpe Koi allevate da Jerkins, il vicino dei nonni, che mi hanno guardata terrorizzate guizzando da una sponda all'altra in cerca d'un riparo. Le ali distrutte fradicie e spezzate”
Come Icaro, caduto in mare” sogghigna Piton immaginando una bimba dai ribelli capelli di fuoco, infagottata in una vestitino estivo sin troppo femminile, saltare senza paura con occhi animati da una luce di sfida, invitando la gravità ad annullare il proprio – soverchiante – potere per permetterle di realizzare il suo sogno.

Testarda.

Beh non proprio, Icaro è morto dopo essere riuscito a volare e se non fosse stato così ambizioso da sfidare il Sole si sarebbe salvato. Io invece sono caduta come 'un corpo morto cade', schiava della maligna gravità e dell'ignoranza di non aver fatto bene i calcoli. Le ali si sono spezzate ed inzuppate d'acqua, prima di essere incenerite da mio padre, accorso a seguito degli strilli isterici di James per ripescarmi”
Severus guarda con attenzione il viso illuminato dalla calda ed aranciata luce del fuoco, che incendia al contempo i capelli selvaggi scurendo l'iride, trasfigurandola in una creatura divisa fra il mondo umano e le ombre danzanti che la circondano, scoprendo di provare una punta di compassione per quel Ragazzo Sopravvissuto che ha dovuto fare da genitore ad una bambina così atipica ed assurda, scontrosa e taciturna con tutti tranne che con gli adulti, dotata d'una dose incontenibile di ingegno e follia supportate da una fantasia instancabile, nonché da un'intelligenza rara e preziosa; è curiosa, affascinata dal sapere e proiettata ad imparare quante più cose possibili fin dalla tenerà età, una sfida per qualsiasi genitore, figuriamoci per uno con la volontà d'apprendere d'un vermicolo quale era Potter, la cui figlia vive con la testa nei libri, tanto che a volte lui teme che la ragazza si senta un personaggio da romanzo a sua volta, agendo così in modo assurdo.

San Potter avrà sicuramente avuto il suo bel tribolare dovendo seguire tre figli, dei quali la minore risulta essere così particolare e poco centrata nei canoni. Ma, toglimi una curiosità, quale nuovo tarlo ti ha spinta a uscire dal dormitorio alle cinque e mezza del venticinque dicembre, considerato che siamo in Scozia, è inverno e non è affatto saggio per te girare sola?”
Insonnia” sussurra lei sospirando pesantemente mentre un'espressione seria e cupa soppianta la maschera di spensieratezza mostrata poc'anzi, affilando ed indurendo i lineamenti così da renderli ancor più alteri ed adulti, quasi appartenessero ad una donna fatta, anziché alla sedicenne che è; gli occhi cerchiati da profonde occhiaie scure si velano d'una stanchezza pesante mentre si passa distrattamente una mano sulla fronte per pettinare indietro i capelli ribelli, rimanendovi impigliata con le dita, raccontando stancamente gli incubi che la tormentano dal ventidue dicembre nei quali cadaveri e proiezioni piroettano in un vortice di follia, truculenza e sangue che la fanno svegliare agitata, in un bagno di sudore.
Non vi ho detto nulla prima perché pensavo fosse una casualità. Ma questa è la terza notte”
Sono proiezioni del subconscio. Quel che stai affrontando ti sta turbando molto più di quanto tu stessa, da sveglia, ammetta. Reprimi le tue paure perché vuoi mostrarti forte ed accondiscendente verso ciò che hai scoperto di essere, nonché nei confronti del ruolo che altri si aspettano che tu ricopra e questo tuo reprimere ansie, paure, inadeguatezze, non fa altro che divenire combustibile per gli incubi. O forse vedi stralci di cose che dovranno accadere, dopotutto Fiorenzo e glia ltri centauri sono convinti che tu sia una Nekyomanteia”
Sto cercando di accettare quel che sono e ci potrei anche riuscire se il mondo non mi crollasse addosso ad ogni nuova profezia. Quel che ha rivelato Nagini mi ha spaventata, lo ammetto, poiché fino ad ora ho sempre creduto che questa missione legata al rito fosse unicamente mia. Mio errore, mio onere il rimettere a posto. Inoltre pensavo che nascesse e morisse tutto qui ad Hogwarts, non certo che i cadaveri prendessero ad espandersi per tutta l'Inghilterra. Poi vi è la questione del 'Signore', dell'uomo che mi ha fatto recapitare il libro contenente il rituale” la voce diviene un sussurro incrinato dall'angoscia mentre cerca di dare ordine ai pensieri, controllando la tachicardia indotta dal panico che le assale il torace, rendendo difficoltoso ogni respiro.
Sa cosa sono. Lo sa da prima che lo scoprissi io e non posso fare a meno di chiedermi, come?”
Probabilmente è una persona che conosci, ma non qui ad Hogwarts. Fuori” replica Severus stringendosi nel mantello scuro e caldo, dando voce a parte delle teorie elaborate con Albus durante le ultime due notti passate a spulciare l'archivio con tutte le cartelle degli studenti ancora frequentanti, scoprendo che quella di Amanda Anderson non contiene alcuna informazione su dove si sia trasferita, nonché sulle motivazioni che hanno spinto i suoi genitori a ritirarla così bruscamente dal sesto anno; sicuramente lei è stata una pedina manovrata da qualcuno posto più in alto, il cui desiderio è far conoscere alla Potter gli improbabili e pericolosi doni ereditati dai Peverell, ma la domanda resta: chi è costui?
Albus suppone si tratti di un amico di famiglia”
Ne dubito, mio padre è famoso e conosce tanta gente ma ha pochi, veri, amici. Non ha mai invitato conoscenti a casa, inoltre nessuno dei miei sa del dono di sangue tramandato da Iolanthe Peverell. Han fatto fatica a scoprire i Doni della Morte durante la Seconda Guerra Magica, figurarsi se si sono soffermati a pensare che all'interno della famiglia Potter qualcuno potesse possedere doti negromantiche. Però terrò in considerazione quest'ipotesi” esclama la strega assottigliando gli occhi castani pizzicati dal gelo, umidi a causa dell'inclemente brezza che ha preso a soffiare da est mentre continua ad osservare distrattamente il cielo, ripetendo a fior di labbra la profezia sibilata dal serpente che, oramai, conosce a memoria.
Più morti spedirai verso il riposo eterno più chiara apparirà questa vicenda. Ora possiamo solo limitarci ad elaborare teorie basandoci sulle informazioni in nostro possesso e, dato che potrebbe davvero divenire un problema se le tue compagne di stanza ti sentissero urlare ogni notte, cercheremo di risolvere la fastidiosa questione degli incubi. Devi trovare equilibrio, Potter. Devi mettere ordine nel caos che hai dentro così da trovare pace ed una certezza che ti permetta di affrontare l'orrore di ciò che stai vivendo senza impazzire. Allora sarai libera. Allora smetterai d'avere incubi” ascoltandolo parlare, Lily Luna avverte una sottile incrinatura nella voce solitamente cupa e monocorde di Piton, ma è così debole da spingerla a credere d'averla immaginata; quando però volta il capo per lanciare un'occhiata distratta a quegli occhi ossidiana così oscuri, convinta di trovarvi il solito – immutabile – mare d'ombra, rimane sbigottita nel scorgere una scintilla di sentimento, un barlume di ricordo incastrato fra iride e pupilla che ne attenua la fermezza e capisce che, indirettamente, gli ha parlato di sé, evocando le sensazioni provate durante gli infiniti anni di spia.
Sarà dura. Ad ogni risvegliato che mando indietro sento più forte in me il cambiamento. E' come se il potere, continuando ad essere utilizzato, si rafforzasse e mutasse permettendomi di ottenere nuove abilità. Difficile è anche trovare una certezza data la precarietà della mia condizione. A proposito, te lo chiedo giusto per capire, quando eri nei Mangiamorte e per il tempo in cui hai protetto mio padre, è stata mia nonna la tua certezza?” domanda cercando di mantenere un tono neutro, sebbene il pensiero – amaro - di come Lily Evans sia perennemente presente – seppur morta e lontana – in ogni rapporto che tanta d'intessere con altre persone la faccia rabbrividire d'una rabbia sorda ed insensata, dato che tutti tendono sempre a paragonarle senza aver capito quanto siano profondamente diverse; inoltre vedere Severus incupirsi al solo sentir nominare la donna che è stata suo cruccio e condanna la esaspera, poiché non riesce a comprendere come un uomo dai mille talenti, abituato sin da ragazzo ad occultare i propri stati d'animo e ad essere indipendente, debba morire – letteralmente – dietro ad un'idiota come sua nonna.
Pensavo che tuo padre avesse già risposto in maniera esaustiva a questa domanda tempo fa, quando ha deciso di raccontare la mia vita come fosse un romanzo ottocentesco. Quindi non intendo parlarne in questa sede, dato che non è argomento pertinente alla discussione che stiamo portando avanti” replica l'ex professore di pozioni con una vena d'astio ad intridere la voce piatta e calma, dalla quale è sparita ogni vena di sentimento e comprensione; l'idea di disquisire di ciò che è stata per lui Lily Evans con questa strana ed assurda ragazza dall'espressione mortalmente seria e funerea lo aborre, inoltre è ormai giunto alla certezza che quell'idiota di Potter le abbia affibiato un nome decisamente sbagliato, poiché è si 'Luna', con la maschera di luminosa perfezione che cela ombre cupe e due volti gemelli, seppur opposti che s'alternano agitando le maree dello spirito, ma di certo non è Lily: non è il Lilium Candidum consacrato come simbolo di nobiltà e purezza in arte ed araldica, né una reincarnazione del suo amore illusorio – perduto -, bensì una creatura giovane ed irrequieta, marchiata, bella e pericolosa come solo le cose perdute possono essere.

O forse un po' giglio lo sei anche tu, con la tua corona di fiamme.
Con quella punta di menefreghismo che anima ogni tua azione.
Lilium bulbiferum, meno nobile e fragile, più incline a crescere da sé senza bisogno dell'aiuto altrui.
Rosso e screziato come la tua anima.
Scuro all'interno, come l'ombra che si annida nei tuoi occhi.

Curioso come mia nonna non sia mai 'argomento', ma permei in ogni cosa che facciamo”
Silenzio, Potter. Tornando al problema degli incubi, forse sarebbe meglio che iniziassi a studiare Occlumanzia. Tuo padre si è rivelato negato oltre ogni previsione in questa disciplina, data la scarsità d'attenzione e la pigrizia mostrata nell'esercitarsi in dormitorio. Tu invece mi sembri già più predisposta, o quantomeno sei abbastanza intelligente da non accantonare lo studio per perderti dietro a frivolezze” riprende Piton zittendola malamente, ignorando con ostinazione i commenti acidi borbottati a fior di labbra dalla ragazza ancora distesa pancia all'aria, sebbene il freddo contatto con la superficie in pietra grezza l'abbia spinta a rabbrividire vistosamente.
Ricordo che sto frequentando il sesto anno ed ho un mucchio di compiti e cose da fare per scuola. Quando trovo il tempo per esercitarmi in Occlumanzia? Già faccio fatica a venire a lezione di difesa la sera” obbietta Lily Luna sospirando esasperata mentre pensa alla mole di lavoro che la aspetta durante il secondo quadrimestre, unito al tempo da dedicare alle ricerche su risvegliati, oggetti magici ed un ipotetico uomo che sia a conoscenza del suo potere, poi vi sono gli allenamenti con Piton ed il Quidditch; improvvisamente la consapevolezza di non essere divenuta prefetto assume vantaggi che prima non aveva considerato – non che le fosse mai interessato, quella che voleva divenirlo a tutti i costi era Rose – e l'idea d'imparare qualcosa di nuovo, malgrado la mole immane di lavoro, la tenta terribilmente animando un'impazienza che non riesce a controllare.
Quanto mi piacerebbe avere la vecchia giratempo che la preside prestò a zia Hermione durante il suo terzo anni, così da aiutarla a seguire i numerosi corsi a cui si iscrisse. A far tutto senza aiuti sto diventando deficiente”brontola sconsolata, passano una mano sul viso stanco.
Smettila di lagnarti, Potter. Sottinteso che deficiente lo sei già, faccio presente che se vuoi risolvere velocemente il problema degli incubi questo è l'unico modo. All'inizio potrai prendere qualche goccia di Dolcesonno o Pozione della Pace, per essere sicura d'addormentarti senza spiacevoli risvegli notturni, ma ricorda che non puoi abusarne o rischieresti di finire in infermeria intossicata. Inoltre ricordo che, fino al sei gennaio, sei ancora in vacanza. Sfrutteremo questo tempo per portaci avanti con ricerche, duelli e lezioni”
Oh, fantastico!” sbotta alzando le braccia al cielo in un chiaro gesto esasperato, domandandosi cos'abbia fatto di male in un -ipotetica – vita precedente per meritare questi infiniti tormenti e la presenza, a volti irritante, di quel mago arcigno e scorbutico che non perde occasione per insultarla o sommergerla di cose – compiti – da svolgere; lo osserva sottecchi ghignare, divertito dallo sconforto che pare averla colta e, mentalmente, lo manda affanculo sperando che lui – da bravo Legilimens – lo percepisca.
E ti ringrazio per il complimento, sempre graditi. A cosa devo tutta questa cortesia già di prima mattina?”
Venticinque dicembre, Potter. E' sempre stata mia premura rendere questo giorno un inferno per tutti gli sventurati studenti che si arrischiavano a restare al castello per le vacanze invernali, subissandoli di rimproveri e punizioni ad ogni gioioso augurio di: 'felice Natale, professor Piton'” il ghigno beffardo muore sulle labbra di Severus nell'istante in cui la ragazza scatta a sedere d'improvviso, voltandosi poi per guardarlo con la stessa espressione stupita – ed idiota – mostrata dallo zio Ronald ad ogni sua lezione.
Opporcamorgana, me ne stavo dimenticando!” esclama spingendosi giù da muro per atterrare con grazia sul ballatoio in pietra, estraendo poi la bacchetta dalla tasca assieme a quella che pare una borsa in miniatura, delle dimensioni d'un portachiavi; la appoggia delicatamente sul corrimano per poi darle un colpetto e questa s'allarga, riacquisendo le originali dimensioni sotto lo sguardo attento e perplesso dell'ex insegnante che, ancora poggiato contro al muro a braccia conserte, si domanda quale nuovo tarlo abbia preso a rodere il cervello della giovane Potter, scatenando una tal follia; inoltre è stupito dalla quantità di oggetti contenuti – e dalla profondità – nella tracolla in tela grezza dentro la quale la strega scava, immersa con tutta la parte superiore del busto, riconoscendo che l'incantesimo di estensione le sia venuto davvero bene.
Devo decidermi a buttare un po' di cose. Tipo i tramezzini. Saranno dentro da settimane ed iniziano a puzzare in modo sospetto” borbotta distrattamente impilando alla sua destra numerosi saggi e romanzi, passando poi a lanciare distrattamente giù dalla torre mele oramai avvizzite e pezzi di cracker mezzi sbriciolati, seguiti da pezzi di pergamena che s'involano nella brezza e scontrini di qualche locale babbano; dopo aver rimosso un paio di cuffie e delle scarpe da ginnastica finalmente ciò che cercava si palesa e lei afferra l'oggetto esultante, riemergendo dalla borsa come uno speleologo uscirebbe da una nuova caverna, sorridendo.
Eccolo!”

Piton assottiglia lo sguardo fissandolo sul pacchetto quadrangolare fasciato da una pacchianissima carta verde smeraldo ornata da serpenti in rilievo, chiusa da un nastro argenteo con fiocco schiacciato,che la Potter tiene fra le dita intirizzite dal freddo, mentre una terribile certezza congela pensieri e movimenti inchiodandolo a tradimento lì, fra lei e la parete esterna della guferia.

Non può essere.
Non è così tanto matta...

Mi spiace, il fiocco deve essersi schiacciato contro i libri e la carta è piena di briciole. Ma questo è per te, non ti dico 'Buon Natale' perchè non voglio ricevere gli insulti che riservavi ai tuoi studenti, ma...beh...oh, Auguri!” le guance di Lily Luna si tingono d'un leggero color porpora quando ruota per averlo di fronte, allungando con un gesto incerto e frettoloso che tradisce tutta l'ansia e l'imbarazzo provato il pacchetto stropicciato, maledicendosi per aver avuto un'idea così tanto stupida; non è mai stata brava a fare regali, né ha mai sentito il bisogno di comprare cose 'inutili' per persone al di fuori della famiglia, inoltre non sa come gestire quel senso d'inadeguatezza che pare coglierla ogni volta in cui tenta d'instaurare un dialogo – rapporto – civile con Piton che vada oltre le consuete battute di scherno.
Dalla notte del Solstizio, quando l'ha abbracciato per consolarlo e fatto sdraiare sulle sue ginocchia per dormire, si rende conto che molte cose sono 'cambiate'; è cambiata lei, il suo modo di porsi nei confronti del burbero ex insegnante e le sensazioni causate dalla sua vicinanza, che paiono risvegliare sottopelle un fuoco caldo e languido che lei non sa come controllare, né come chiamare, spingendola a chiedersi se oltre all'amicizia – che lui rifiuta con forza – esso non indichi altro ma, negata nel comprendere i sentimenti com'è, teme che questo quesito non troverà risposta per lungo tempo.

Sarebbe?” domanda Severus monocorde, fissando il pacchetto come se fosse una sacca di sterco ancora fumante senza accennare a scomporsi per afferrarlo; fra tutte le follie compiute dalla giovane strega negli ultimi quattro giorni questa è sicuramente la più azzardata – o se la gioca con l'uscire nella tormenta, quantomeno – e per qualche istante l'unico impulso folle e feroce dell'uomo è svanire all'interno delle ombre circostanti piantandola lì, dopo averla ricoperta d'insulti per la sua stupidità, poiché non riesce a comprendere il perché lei si ostini a voler instaurare un legame che vada oltre la semplice collaborazione a fini pratici, abolendo il 'lei' per l'informale seconda persona e spingendolo ad affrontare internamente – a fatica – una miriade d'emozioni che credeva morte assieme alla sua infanzia perduta.

Non capisci il tormento che mi causi, mocciosa?
Non comprendi quanto sei stata folle, la notte del ventuno?
Le bestie feroci non si addomesticano, vanno lasciate libere d'autodistruggersi.

Potter, non voglio regali. Non da te” vi è una nota intransigente nelle parole pronunciate con astio che smorza il sorriso imbarazzato della ragazza, intenta a snocciolare assurdità in preda ad uno dei suoi tipici attacchi d'ansia che la portano a parlare a sproposito, facendole nuovamente assumere quell'espressione adulta e seria che tanto stona con i suoi sedici anni anagrafici e che la rende terribilmente altera; abbassa le braccia sconfitta, piegando appena il capo per nascondere la sottile patina di lacrime che le ha velato gli occhi, prima di voltarsi di nuovo per concentrarsi sul buttare nuovamente tutte le sue cose all'interno della borsa, sentendo fra le scapole lo sguardo tagliente e penetrante del mago.
Il silenzio cala fra loro come una coltre sinistra, rotto appena dallo stridio dei gufi e dal frusciare del vento fra le fronde innevate della foresta proibita, fischiando poi in modo lugubre quando s'insinua negli anfratti fra le pietre rozzamente squadrate della guferia circolare, ottima cassa di risonanza; getta 'l'Odissea' ed il mantello all'interno dell'infinito spazio contenuto dalla tela grezza, recuperando poi la bacchetta per ridurne le dimensioni a quelle d'un portachiavi, lasciando volutamente poggiato sul corrimano coperto di brina il pacchetto stropicciato e malandato.
Abbandonato.

Lo lascio qui. Puoi buttarlo o fare in modo che lo trovi qualcun altro. Non importa. Per me l'importante è il pensiero e farti capire che, nonostante la morte, non sei solo. Che qui ci sono ancora persone che s'interessano di te e vogliono esserti amiche, amiche davvero. Beh, auguri Severus Piton” scandisce piattamente voltando appena il capo per inchiodarlo con occhi castani scuri e tetri, accusatori, velati da una patina troppo luminosa per essere la naturale membrana che riveste il bulbo; Piton trattiene un'imprecazione fra le labbra e s'impone autocontrollo, nonostante la vista di quelle lacrime non versate – rabbiose – lo spinga a trovare una scusa qualsiasi per non farla andar via in quello stato, creando un'ulteriore crepa in quel rapporto fatto di slanci e folli eccessi che li lega indissolubilmente.
Ma davanti a quella giovane strega sedicenne, dai capelli di fiamma e l'animo in tumulto, non può far altro che mantenere la rigida e composta posizione distaccata assunta quando s'è palesato sul ballatoio, evitando accuratamente il contatto che – follemente – desidera, così da lasciarla scendere le scale a balzi nervosi,senza intervenire né afferrarla per un braccio, trascinandola nuovamente indietro per provare a spiegarle quanto sia difficile per lui accettare regali, credere che qualcun altro oltre a Silente – per opportunismo – e a Lily – finché è durata – possa interessarsi alla sua persona, facendole però capire che qualunque rapporto possa nascere tra di loro sarà sempre, profondamente, sbagliato.

Profumi ancora d'incenso e sapone d'Aleppo?
Perché, nonostante l'addestramento e l'autocontrollo, sento ancora quell'abbraccio e mi manca?
'Salazar! Hai solo sedici anni ed io non ho mai provato alcunché per le teste di legno femmine transitate in questa scuola quand'ancora ero insegnante.
Inoltre puoi essere un giglio, ma non sarai mai Lily.

Vigliacco.
Sei un vigliacco.

Serra le palpebre con forza ed il mondo svanisce inghiottito da una coltre nera costellata da bianchi punti mobili, mentre una torma di pensieri gli agita la mente abbattendo raziocinio ed autocontrollo, rammentandogli con insistenza l'ampio stanzone della Testa di Porco e la pietra fredda che fa da rivestimento al grande camino contro la quale l'ha gettata con l'idea di – farle del male – schernirla; poi la memoria si sfalda restituendogli frammenti di ricordi che paiono fantasie strappate ad un sogno: i rossi capelli legati in una treccia a lisca di pesce dalla quale sfuggono alcune ciocche ribelli e le labbra morbide, ferite, tinte di cremisi sotto uno sguardo altero e profondo, da dona più che d'adolescente, mentre lei si alza sulle punte per passargli le braccia attorno al collo e stringerlo a sé; cantava, l'ha vegliato finché il sonno non l'ha vinta anziché lasciarlo solo, abbandonandolo alle sue ombre come aveva fatto Lily Evans decenni prima, mostrandosi assai più saggia e crudele.

Non so provare sentimenti, Potter.
Non so ringraziare né mostrarmi felice per questo stupido, folle gesto.
Però di una cosa sono certo, sebbene sia sbagliata.
Devo sdebitarmi prima di pentirmene.

Potter!”

Lily Luna arresta la corsa – discesa negli inferi – così bruscamente da dover afferrare il corrimano in pietra coperto di brina per non scivolare sugli stretti gradini ghiacciati, voltandosi poi con espressione smarrita ed il cuore in gola verso la curva compiuta dalla scalinata, trovando l'alta e longilinea figura dell'uomo in piedi immobile, ad osservarla con occhi ossidiana muti e profondi come l'abisso
Torniamo alla guferia. C'è una cosa che voglio che tu veda” scandisce piattamente pregando che – per una volta – lei lo segua in silenzio senza porgli assurdi quesiti sul perché l'abbia richiamata in modo così brusco, indagando poi sulla natura di ciò che vuole mostrarle con una pedanteria talmente fastidiosa da rasentare quella mostrata dalla Granger durante i sui anni da studentessa; è figlia dei sui genitori, d'altronde, d'una Weasley troppo combattiva per arrendersi alla sconfitta data dal non contare alcunché per il Salvatore del Mondo Magico, che l'ha spinta a perseverare finché lui non l'ha sposata davvero, in una calda mattinata di giugno, e del ragazzo cocciuto che l'ha odiato per anni senza alcuna – ponderata – motivazione, ma la giovane Potter ancora una volta lo stupisce, seguendolo in silenzio dopo diversi minuti passati a fissarlo con quegli occhi di terra e buio velati di lacrime non versate.

La salita verso il cielo è una sorta di catabasi militare, un viaggio d'espiazione compiuto da entrambi senza emettere fiato poiché – a volte – il silenzio è davvero la miglior soluzione, il miglior spazio in cui lasciar vagare pensieri che altrimenti non troverebbero collocazione, troppo astruisi per prendere forma verbale; ad ogni passo Piton trema, colpito dall'avventatezza con la quale s'è staccato dalla posizione sicura contro al freddo muro per correre dietro alla ragazza, fermandola poco prima che svanisse nel caldo e rassicurante corridoio del castello, animato da un riflesso della folle audacia che lei pare avergli trasmesso per osmosi e che ora gli secca la bocca, rendendo amara la saliva, poiché ciò che sta per accingersi a fare è decisamente folle e fuori dai suoi schemi.
Lily Luna sale lentamente ogni gradino osservando il lungo mantello dell'uomo ondeggiare nella brezza fredda, con occhi ancora umidi e l'espressione contrita ereditata da nonna Molly ad incurvare le labbra, studiandone la schiena con crescente sospetto poiché teme l'ennesima cattiveria, una sequela di parole taglienti alle quali non potrà reagire, poiché sapere – sa, non è stupida - che sua nonna l'ha danneggiato al punto da spingerlo ad essere chiuso e perduto, la getta in uno sconforto torbido.
Quando giungono sul pianerottolo l'alba è ormai una linea sottile all'orizzonte e taglia il velo della notte come una lama, ma le stelle brillano ancora fulgide attorno alla luna non più piena e paiono osservarli divertite, chiedendosi quanto durerà quello stallo silenzioso che li ha colti di nuovo lì, circondati da gufi industriosi intenti ad andare e venire dalla tana, portando in bocca piccole prede; sul corrimano in pietra giace ancora, intonso e spiegazzato, il pacchetto verde dal fiocco schiacciato.
Piton gli lancia un'occhiata fugace e sospira, estraendo la bacchetta dalla manica della casacca con una lentezza che trasuda paura prima d'avvicinarvisi, toccandolo con la punta dimodoché rimpicciolisca e possa comodamente entrare fra le ampie tasche del suo mantello poi, inaspettatamente, ripone il legno al suo posto e si issa sul parapetto in uno svolazzo di capelli e manto neri come l'ala d'un corvo, alzandosi in piedi sullo stretto muro con il viso rivolto verso l'abisso e la schiena alla guferia, sotto lo sguardo attonito d'una Lily Luna il cui cuore ha iniziato a battere frenetico, slanciatasi in avanti per fermarlo.

Sei impazzito?” domanda la strega guardandolo con occhi sgranati ed un'espressione decisamente preoccupata mentre stringe saldamente fra le dita fredde un lembo del suo mantello scuro, tirandolo verso sé; anche se cadesse non morirebbe – non può –, di ciò ne è conscia, ma l'idea che Piton possa prodigarsi in una cosa tanto assurda ed insensata quale saltare dal muro che delimita il ballatoio della guferia la inquieta, specie poi se il motivo è uno stupido regalo di Natale consegnato in modo assai frettoloso ed imbarazzato.
Fino a pochi minuti fa non eri tu quella appollaiata qui sopra, infastidita dal fatto che ti avessi chiesto di scendere? Su Potter, smetti d'importunarmi con le tue inutili apprensioni e sali, non abbiamo tutta la mattina” replica accigliato, scostando con un movimento secco della mano i lunghi capelli neri che il vento gli sospinge contro il viso per donare un'occhiata seria ed intransigente, la stessa che accompagnava le istruzioni scritte alla lavagna per la preparazione della pozione del giorno, cosicché gli studenti non si arrischiassero ad importunarlo; lei scuote il capo, facendo ondeggiare la massa di capelli ribelli e, riluttante, molla la presa sulla stoffa scura senza però accennare ad eseguire la richiesta, reputandola troppo insensata.
Potter...” sibila spazientito l'ex professore tendendole una mano pallida ed affusolata, con dita costellate di cicatrici e calli procurati dai numerosi anni a tagliare e trattare ingredienti che lei studia incerta, con il cuore tachicardico e la mente in subbuglio per l'assurdità di quel gesto così spontaneo, ma poco consono alla natura schiva e conservatrice di Piton.
Quel che sto per dire mi costa fatica, quindi cerca di comprendere: sono ancora convinto che tu non debba farmi regali, poiché la nostra 'situazione' è talmente scomoda da non permetterci alcun approfondimento d'interazione oltre la collaborazione per cacciare i risvegliati e porre fine alla magia che mi ha resuscitato. Però mentirei se ti dicessi che il tuo gesto mi è stato indifferente. E non voglio. Non qui. Quindi fidati di me e sali, Potter, permettimi di mostrarti una cosa” ogni parola pronunciata pesa come granito ed è difficile, carica d'altri mille significati rimasti inespressi, Lily Luna lo capisce osservando gli eterni ed immutabili occhi ossidiana del mago inginocchiato sulla balaustra in pietra e la sua mano tesa, così elegante rispetto alle sue; titubante s'avvicina e l'afferra senza proferir verbo, issandosi sul muretto aiutata da Piton mentre l'aria le sferza il corpo con inclemente ferocia, spingendola a barcollare.
Con un gesti fluidi ed impensati Piton l'aiuta a mantenere l'equilibrio trattenendola per le spalle, appoggiandosi con il petto contro la sua schiena in un modo così – innaturale – repentino che alla strega tremano le ginocchia e deve far ricorso a tutto il suo autocontrollo per non cedere, cadendo nel vento come una foglia avvizzita; il cuore pompa frenetico pulsando con la cadenza d'un tamburo da guerra nelle tempie, annichilendo pensieri e ragione in favore d'un formicolio che si diffonde tiepido e piacevole sulle guance fredde, pallide, originando dal basso ventre; un guizzo nero l'attira, così volta la testa alla sua sinistra, trovandosi pericolosamente vicina il volto pallido e spigoloso dell'uomo, chinatosi per sussurrarle con estrema calma quella citazione tratta dal libro di Sepùlveda che lei stessa aveva pronunciato settimane addietro, al termine della partita di Quidditch contro Tassorosso.

Perché tutto questo?” domanda incerta, con la voce incrinata dalla tachicardia e gli occhi pizzicati dal gelo, studiando le iridi nere in cui, da così vicino, riesce a scorgere l'anello di stacco dalla pupilla lievemente più scura; lui incurva le labbra pallide in un sorriso senz'enfasi e la trascina ancor più contro di sé,coprendola con il lungo mantello pece.
Perché sull'orlo del baratro mi hai fatto capire la cosa più importante, Potter. Vola solo chi osa farlo. Ed in questo lasso di tempo che non è alba né notte voglio mostrarti ciò che non ho mai mostrato ad anima viva, una parte di me che nemmeno tua nonna ha mai conosciuto, poiché la temeva. Non montarti la testa, questa sarà l'unica eccezione che ti concederò e solo, sottolineo solo, perché sei stata tanto folle ed avventata da salvarmi, giorni fa. Poi pregherei che tu mi lasciassi in pace, importunando qualcun altro” ma la voce non suona affatto ammonitrice come dovrebbe, bensì calma e pacata, carica d'una serena consapevolezza che tradisce il vero senso di quanto appena pronunciato, ma Lily Luna non vi bada, persa ad inspirare l'odore di sandalo e pergamene antiche dell'uomo che ora la stringe in una abbraccio così simile a quello immortalato da Klimt nella sua famosa opera, poco prima d'invitarla a trattenere il respiro e prepararsi; la giovane non fa in tempo a chiedere 'per cosa?' poiché le parole le restano incastrate in gola, falciate dalla sferzata del vento che le frusta il viso quando il mago si sbilancia in avanti, gettando entrambi in caduta libera nel vuoto.
Una selva d'imprecazioni le invadono la mente senza però acquisire forma, poiché i polmoni sono improvvisamente svuotati e non riesce a coordinarli sufficientemente bene per riprendere la respirazione, stordita dalla gravità e dalla visione del tetto buio che riveste il corridoio del settimo piano farsi sempre più vicino; strizza gli occhi con forza, chiedendosi come mai Severus si sia deciso ad ucciderla così, quando avrebbe potuto utilizzare metodi meno sospetti e più rapidi, mesi addietro.

Lo vorrà far passare per suicidio, sicuro.

Ma l'impatto contro le tegole scura non giunge e, quando riapre a fatica le palpebre, scopre d'essere divenuta un brandello di fumo ed ombra a cavallo delle correnti ascensionali, avvinghiata come un gatto terrorizzato al corpo di Severus che la sospinge verso l'immensità della volta notturna, prodigandosi in evoluzioni impossibili da compiere a cavallo d'una scopa; la ragazza piange di gioia e ride, ride come pensa di non aver mai fatto durante i suoi sedici anni di vita mentre osserva con occhi rapiti il mondo nero, sull'orlo dell'alba, stagliarsi sotto al suo corpo così lontano e perso, quasi appartenesse ad un'altra realtà; girano attorno alle torri del castello, salendo e scendendo nel vento accompagnati da allocchi e gufi, civette e Thestral, planando poi a pochi centimetri dalle gelide acque del Lago Nero nelle quali lei intinge la punta delle dita fumose, deliziata, prima che il mago s'involi di nuovo, portandola a girovagare sopra le alte cime dei pini innevati.
Da Vinci aveva ragione, l'uomo può davvero volare. Senza bisogno d'ali o aerei però” sussurra Piton nel vento, facendola rabbrividire mentre il petto le si gonfia colmo d'una gioia incontenibile, alimentata dalla certezza che quello – nonostante non fosse premeditato – sia stato il gesto più bello e premuroso che qualcuno le abbia mai rivolto.


A lei, selvaggia e folle kore figlia della Terra,
Severus Piton ha appena donato l'alba e la vastità del cielo.





Stralci d'indagini: Il Nome del Pellegrino

[foglio A4 a quadretti, allegato sopra al Codice sul volo mediante clip]



Ministero della Magia,
24 dicembre 2023, ore 09.17
Dipartimento per la Difesa Magica, Sezione Auror – Celle di detenzione


Un pesante oggetto metallico cozza ritmico contro la parete in pietra spessa, scandendo l'incedere del tempo in quel luogo ove esso pare assente, dato che ogni minuto pare eterno e non v'è distinzione fra giorno e notte, dato che le celle non hanno finestre e le uniche presenti – finte – sono incantate; Harry Potter cammina a passo marziale lungo il buio e stretto corridoio ornato da lampade alogene sfarfallanti, che inondano l'ambiente d'una luce pallida e sinistra come un velo mortifero, calcando bene i tacchi degli stivali sulla pietra squadrata affinché facciano più rumore possibile, così da coprire quel ticchettio così fastidioso, incessante.
Sottobraccio stringe una cartellina blu alla quale sono pinzati diversi fogli stampati e pezzi di pergamena, correlati da un fascicolo fotografico e dalla perizia medica svolta sul detenuto ospitato nella cella 31, l'ultima in fondo, posta nella parte più scura e buia della Sezione Detenzione; tutti gli altri cubicoli – 35 in totale – sono vuoti, poiché generalmente i sospettati restano lì 'ospiti' giusto il tempo di definire l'accusa, venendo poi immediatamente trasferiti ad Azkaban, inoltre ora che è stato ultimato il nuovo distaccamento comprendente l'accademia per Auror e la centrale operativa, nessuno dei suoi colleghi entra più lì da mesi, preferendo utilizzare le nuove e più sicure celle del reparto sito nella East London Tech City.

Toc..
Toc...
Toc...

Quando arriva di fronte ad una grossa e vetusta porta metallica munita di spioncino all'altezza del viso, l'Auror inspira lentamente l'aria fredda e greve – viziata – di quel corridoio buio e dimenticato, mentre gli occhi verdi s'assottigliano studiando le numerose ammaccature nel ferro e lo strato sottile di ruggine che ha preso ad avanzare lungo i bordi; la mano destra trema quando l'alza per aprire la chiusura a ghigliottina, gettando poi uno sguardo all'interno della cella semibuia per studiare la figura accucciata a terra vicino alla finta finestrella a feritoia, con il capo chino ed i biondi – paglierini – capello scarmigliati a ricoprire il volto smunto e cadaverico, intenta a picchiare ritmicamente l'angolo d'una macchina fotografica vintage contro i lastroni in pietra che costituiscono il pavimento.

Toc...
Toc...
Toc...

Buongiorno. I medimaghi che ti hanno visitato la settimana scorsa mi hanno fatto avere i referti completi, uniti alla diagnosi che potrebbe classificare la tua 'condizione'” mormora Harry con voce incrinata da una nota d'angoscia ben udibile, senza distogliere lo sguardo dal giovane basso, sin troppo magro, che pare non ascoltarlo per niente, perso in chissà quale universo – o ricordo – folle, continuando a giocare con la macchina fotografica.
Indossa una divisa scolastica sovrastata da un mantello foderato in rosso, sporca di terriccio risultante provenire dal Cairngorns National Park, più specificatamente dall'area sita fra i grandi laghi ove sorge Hogwarts – ed cimitero dei caduti – , sul quale spicca all'altezza del cuore il logo della casa di Godric; il particolare inquietante però non è il terriccio, bensì la quantità enorme di sangue secco che impregna i tessuti, conferendo al maglioncino scuro una sinistra tonalità cremisi, come 'inquietanti' sono stati i responsi dei guaritori che hanno visitato il ragazzo: ha circa sedici anni, non presenta battito né circolo ed il poco sangue che gli scorre in corpo fra stomaco ed intestini non è suo, bensì d'una mucca, la stessa trovata morta a Blair Atholl.
Inoltre è clinicamente morto da circa venticinque anni.

Lo so, perché io c'ero quand'è successo.
Fra le mura di Hogwarts.

Colin...” mormora Harry addolcendo lo sguardo, osservando con sgomento il viso del ragazzo che, dal suo secondo anno in poi, l'aveva seguito adorante e speranzoso continuando a scattare imbarazzanti fotografie, oltre a subissarlo di futili quesiti ed attenzioni non richieste; quando, la notte del 12 dicembre, Dudley l'aveva chiamato alle dieci di sera con la voce incrinata dal terrore, adducendo ad un'aggressione da parte di un 'essere magico' ai suoi genitori, l'Auror non ci aveva pensato due volte ad abbandonare l'ufficio per correre in Privet Drive numero 4 a controllare cosa fosse accaduto.
Quando aveva scorto l'esile e bassa figura di Colin Canon, immobile sulla soglia di casa Dursley ed intento a terrorizzare i suoi zii con un espressione decisamente folle, cantilenando quella che – all'inizio – aveva scambiato per un'assurda ed infantile filastrocca, il suo cuore aveva perso un battito ed il sangue gli era gelato nelle vene, lasciandolo in stato di shock poiché quello, seppur sporco ed emaciato, non poteva essere altri che il suo vecchio compagno di scuola, perché Colin era rimasto identico a quando l'avevano seppellito nel Cimitero dei Caduti, con la sciarpa giallo- rosso di Grifondoro ben stretta al collo ed i mocassini ai piedi, solo i suoi occhi apparivano diversi: più folli e spiritati, assenti e pallidi come quelli d'un cadavere.

Devo trovare la fonte.
Ha un cognome così familiare

I medimaghi dicono che non sei affatto vivo. Cammini e parli, sembri umano. Ma non lo sei più. Escludono che tu sia un Inferus, dato che hai dimostrato di possedere una tua volontà ed il tuo corpo non sembra controllato da alcuna magia oscura, ma io ho bisogno di sapere come hai fatto ad arrivare a Londra. Chi ti ha prelevato dal cimitero? Chi ti ha...” la parola 'risvegliato' gli muore in gola prima d'affiorare alle labbra, annichilita da quella certezza che per giorni ha tentato di scacciare con forza e raziocinio, poiché l'idea che vi sia un vero negromante in giro per l'Inghilterra è assai più terribile ed inquietante d'una semplice fuga da una nave cargo di qualche bizzarra e straniera creatura importata illegalmente, oppure del coinvolgimento di qualche freak scozzese in loschi traffici di sangue; sebbene sia conscio che gli americani ed il Ministro della Magia non aspettino altro – un'ottima occasione per presentare l'efficienza della nuova squadra operativa – lui, che ancor prima di divenire un Guardiano già aveva sconfitto il più grande Mago Oscuro del secolo, avverte un sinistro brivido freddo corrergli dalla nuca lungo la spina dorsale, allarme che lo pone ad affrontare la situazione con calma e discrezione poiché potrebbe risultare assai pericolosa: la negromanzia è stata bandita dall'Inghilterra Magica già nel X sec. d.C con una bolla ufficiale ancora in vigore, sottoscritta dai più grandi maghi del tempo e vi è un motivo se gli atti di tutti i processi a stregoni venivano compiuti rapidamente, spedendo i condannati al rogo prima che potessero raccogliere seguaci.
Voldemort possedeva una legione di Inferus ed era ritenuto pericoloso, ma queste creature sono solo corpi rianimati e controllati dalla magia, non esseri senzienti in grado di provare impulsi quale fame, rabbia e desiderio d'uccidere, come invece fanno i cadaveri resuscitati da un negromante comunemente definiti zombie.
Sa che in molti stati d'Europa e nel mondo, Italia compresa – cosa strana, vista la presenza entro i suoi confini della Città del Vaticano - , quest'arte è legale e praticata da numerose persone, per lo più facenti parte di 'agenzie' apposite quando non vengono assunte alle dirette dipendenze dello Stato e sono tutelate, talvolta privilegiate, poiché il loro è un potere estremamente raro; dalle scarne ricerche svolte ha compreso che si tratta di un 'dono di sangue' tramandato con cura ed orgoglio che si manifesta più nelle donne che negli uomini, arrivando alla conclusione – affrettata – che, se davvero la rinascita di Colin è stata opera d'un negromante – esso deve per forza essere giunto dall'estero dato che in Inghliterra non ne esistono.

Colin, ho bisogno di sapere perché la persona che ti ha resuscitato è arrivata fino ad Hogwarts. Cosa cercava nel cimitero dei caduti?”

Tum...
Tum...
Tum...

Le domande poste sono sempre le stesse, da ormai undici giorni, ma Canon pare non udirle chiuso com'è nella sua realtà distorta ed impegnato a battere sempre più violentemente la pesante macchina fotografica contro i lastroni in pietra, scandendo un tempo che per lui non esiste più da decenni; Harry ha provato a parlargli di Hogwarts, delle avventure condivise assieme cercando d'invogliarlo a parlare ininterrottamente come faceva quand'ancora era in vita, scoprendo che il ragazzo ricorda poco o nulla delle esperienze ante-mortem ed il suo unico pensiero fisso è trovare questa fantomatica 'fonte' a cui deve riferire 'cose importanti', avendo come unico riferimento il suo nome senza ben sapere quale sia, solo che è 'così familiare'.

Un rebus.

Non sa nemmeno perché l'istinto – crede che l'amico utilizzi quello per muoversi – l'abbia condotto al numero 4 di Privet Drive, né come abbia fatto ad arrivarvi dalla Scozia o quanto tempo sia durato il suo viaggio, dato che i medimaghi non possono certificare la data del risveglio nel cimitero di Hogwarts; ha chiesto a Minerva McGranitt, sua ex insegnante di Trasigurazione ed ora preside della scuola, di svolgere un discreto sopralluogo nell'area funeraria, chiedendole di contare quanti cadaveri manchino dalle tombe ed è rimasto sgomento nel constatare il loro numero: tanti, troppi.
Probabilmente le creature che hanno creato scompiglio ad Edimburgo sono tutti ex studenti di Hogwarts morti durante l'assedio e resuscitati da questo fantomatico negromante per imprecisate ragioni, poiché non v'è motivo di liberare un'orda di cadaveri senza controllo in giro per l'Inghilterra rimanendo poi in silenzio, senza avanzare alcuna richiesta, quasi quanto accaduto fosse stato un gesto causale, non voluto; o forse sta semplicemente aspettando che la nazione piombi nel caos, poiché non ci vorrà molto prima che qualcuno – anche di sfuggita – riconosca qualcuno dei morti.

Eppure, nonostante la pericolosità del quadro raccolto sin ora – incompleto, frammentato e claudicante – non ha condiviso queste informazioni con nessuno, nemmeno con la sua squadra, nascondendo Colin all'interno di quel reparto di Detenzione oramai in disuso ed obliviando i medimaghi che l'hanno visitato cosicché non ricordassero le informazioni fornitegli; se Green – il suo capo – dovesse scoprirlo finirebbe degradato, a pulire i cessi con spugna e detersivo da qui al giorno della pensione, ma qualcosa – istinto di sopravvivenza – gli ha suggerito che condividere tali informazioni ora sarebbe risultato assai pericoloso, specie dovendo coinvolgere gli americani dei quali sì, si fida, ma non così ciecamente come pretendono i suoi superiori: Marcus Meyer, suo parigrado e comandante della squadra giunta dagli Stati Uniti è capace, competente ed abile nello scovare maghi oscuri, ma possiede anche una crudeltà nel catturarli ed interrogarli brutale, come se dimenticasse che si tratti di esseri umani come lui e che il fatto d'aver abbracciato le Arti Oscure non lo autorizza a compiere atrocità per farli confessare; Anderson poi, il giovane e brillante Ministro degli Esteri americano è brillante, dotato di un'eleganza e padronanza del lessico che incanta – e Marlowe-Finch sogna ardentemente -, ma quando cerca di far notare i comportamenti sin troppo aggressivi del suo collega, glissa sorridendo benevolo.

Harry, chi sceglie la via Oscura è destinato a soffrire.
Marcus glielo sta solo ricordando.

Colin, so che sono sparite altre sal...altri, dal parco di Hogwarts. Durante il tuo viaggio fino a Little Whinging li hai forse incontrati?”

Tum..
Tum..
Tum...

La mano sottile di Minerva McGrantt aveva sicuramente tremato nello scrivere la missiva di risposta, date le numerose sbavature che si diramano dalle lettere scritte in un corsivo tremolante, timoroso, che formano i nomi dei compagni caduti in battaglia le cui bare sono ora tristemente vuote ed i corpi svaniti; Harry inghiotte un grumo amaro di saliva e si schiarisce la gola, continuando a fissare la schiena fasciata dal mantello di Grifondoro di Colin senza però vederla davvero, infilando la mano sinistra in tasca per stringere ancora una volta, quasi volesse essere sicuro della sua presenza, il pezzo di pergamena giunto dalla Scozia con gufo prioritario, sigillato e coperto d'incantesimi anti-rintraccio.

Alban Davies (Corvonero)
Colin Canon
Lavanda Brown
Ninfadora Tonks
Remus Lupin
Fred Weasley
Severus Piton.

E qui la professoressa – ora preside – deve aver pianto, poiché l'acqua ha sbavato l'inchiostro sino a rendere il nome del suo ex insegnante di pozioni solo intuibile, un'accozzaglia indistinta di lettere separate dall'ordinato elenco comprendente circa una decina di nomi, tutti appartenenti a persone importanti per lui, amici e compagni che s'erano sacrificati per permettergli di sconfiggere Voldemort mettendo così fine al suo regno di terrore; più volte negli scorsi giorni e durante le notti passate insonne, ha riflettuto sul perché buona parte dei cadaveri resuscitati appartengano a chi, in vita, gli era stato vicino, giungendo alla conclusione che questo fantomatico negromante deve per forza avere qualche conto in sospeso con lui.
Non si spiegherebbe, altrimenti.

Tum.

Concentrato su infausti pensieri e possibili teorie, Harry non s'accorge dell'improvviso e tombale silenzio disceso nell'area di detenzione, né nota che Colin ha finalmente voltato il capo nella sua direzione, accantonando la macchina fotografica per squadralo con occhi pallidi e lattiginosi come burro chiarificato, storcendo le labbra incrostate di sangue secco in un sorriso decisamente inquietante, simile alla bocca sbavante d'un mastino pronto ad azzannare al collo la preda; è l'impatto violento d'un corpo contro la spessa e fredda porta della cella a spingerlo – riflesso condizionato – a balzare indietro con foga, gettando la cartellina a terra ed estraendo la lunga bacchetta ornata da palline intarsiate per puntarla contro lo spioncino ancora aperto, dal quale s'intravede, nell'intermittente luce prodotta dalle lampade alogene, una porzione del viso cadaverico del ragazzo, che lo fissa in silenzio, serio e terribile.

La fonte...” gracchia sommessamente, grattando con le corte unghie il metallo venato di ruggine.
Prima che la trovi lui...io devo trovare la fonte. Ha un nome così familiare e deve sapere, sapere la sua storia. Sapere della reliquia”

Colin...non posso aiutarti se non mi spieghi. Chi è la fonte? Di che oggetto parli?” domanda l'Auror avvicinandosi cautamente, mantenendo la bacchetta ben salda davanti a sé, ma l'ex compagno di scuola ignora le domande, continuando a biascicare nozioni sconnesse legate alla via che conduce alla 'reliquia', di cui solo la 'fonte' può conoscere l'esatta ubicazione poiché è l'unica in grado di ascoltare ed interpretare quanto ha da riferire; una goccia di sudore freddo scivola lungo la tempia del ragazzo sopravvissuto, perdendosi all'interno dell'alto colletto del giaccone.
Chi è la fonte? Dove sono gli altri? Colin...sono Harry. Puoi fidarti di me” mormora dolcemente, osservando la porzione pallida e smunta di viso del ragazzo con occhi colmi di tristezza per la condizione misera in cui versa, intrappolato in un mondo fatto di follia, sangue ed ombre che gl'impedisce di ricordare cos'è stato in vita; gli occhi pallidi – morti – si fissano nel verde liquido dei suoi, seri e solenni come una condanna mentre il ragazzo, a fatica, sibila.


E la fonte...potrà fidarsi...di te?
Quando saprai cos'è...
Quando capirai.
Tu la...proteggerai?”






Lettere I

[Corrispondenza epistolare archiviata assieme all'A4 a quadretti, pinzata]




Alla cortese attenzione

del Sig. Harry James Potter,

Ministero della Magia – Dipartimento per la Difesa Magica

Sez. Auror


Buonasera Potter,
Domando perdono per il ritardo con il quale giunge questa mia risposta, purtroppo impegni inderogabili mi hanno tenuta lontana da Hogwarts in data odierna; non mi dilungherò in ulteriori chiacchiere, vista la gravità della situazione e della richiesta che mi hai fatto pervenire con urgenza.
Ho eseguito, recandomi all'interno del Cimitero dei Caduti.
Sebbene la terra delle tombe non risulti smossa e le lapidi siano ancora intatte, sono bastati pochi incantesimi per capire che qualcosa, lì, è successa davvero.
Diversi corpi sono stati strappati al loro riposo eterno ed è con sgomento crescente che allego, qui, sotto, una lista dei loro nomi:


  • Brown Lavanda

  • Canon Colin

  • Davies Alban

  • Lupin Remus

  • Tonks Ninfadora

  • Weasley Fred

ed in ultimo, Sev....s P...t.n.

Non negherò che il colpo è stato violento e mi ha costretta ad appoggiarmi alla tomba di Albus per non cadere a terra, mia unica certezza dato che, fortunatamente, lui sembra tutt'ora riposare in pace.
Ti informo che ho già provveduto a controllare tutti gli incantesimi difensivi posti attorno al parco e sul castello, notando che nessuno è stato manomesso o ha riscontrato elevate quantità d'energia magica negli ultimi trenta giorni; chiunque si sia intrufolato qui per spostare i corpi deve essere davvero abile; confido in te e nelle tua capacità, certa che saprai identificarlo e che restituirai i nostri cari compagni al loro giusto e meritato riposo.

Restando a disposizione per ogni necessità porgo
i miei più sinceri auguri d'un felice Natale a te e al resto della tua famiglia.


Cordialmente,


Minerva McGranitt

Preside di Hogwarts


P.S: Come da tua richiesta ti informo che Lily Luna sta bene, è molto presa dello studio e dagli allenamenti di Quidditch; so che ha in programma di restare ad Hogwarts per le vacanze di Natale e prometto che farò del mio meglio per tenerla d'occhio. Ora alleva un corvo, dice d'averlo salvato vicino all'orto delle zucche di Hagrid e, nonostante sia un volatile assai cocciuto, sembra essersi affezionato molto a tua figlia.
Non preoccuparti eccessivamente per lei, è una ragazza molto giudiziosa ed assai matura per la giovane età che possiede, inoltre è dotata d'un intelligenza rara, che la spinge ad essere sempre posata e riflessiva, mai irruenta; sarà in grado di tenersi lontana dai guai come non sei mai riuscito a fare tu, durante i tuoi anni al castello.




A Minerva McGranitt

Presso Castello di Hogwarts

Ufficio del Preside,


Buongiorno professoressa,

Le chiedo scusa se questa risposta giunge dopo diversi giorni ma, come immaginerà, sono nel bel mezzo di un indagine decisamente spinosa; le chiedo nuovamente di mantenere il massimo riserbo e di non divulgare ciò che ha scoperto all'interno del Cimitero dei Caduti, pur sapendo che ha già rispettato questo mio desiderio.
La ringrazio per le informazioni su Lils, da quando è iniziata questa faccenda sono molto preoccupato per lei, specie ora che le vacanze sono iniziate e lei ha manifestato la ferma intenzione di non voler tornare a casa, come invece ha fatto la cugina Rose, chiedendo a Ron ed Hermione di venirla a prendere.
Ma questo lei già lo sa.
Rose non ha commentato la scelta di mia figlia, fatto assai strano, limitandosi ad un ' E' impegnata con compiti extra' che mi ha insospettito, quindi le chiedo di indagare, se possibile, su quali attività stia svolgendo Lils che le impediscano di passare il Natale con la famiglia, anche se sono sicuro che non si tratti di nulla di preoccupante; ha ragione, Lily è una ragazza intelligente e coscienziosa, forse le mie sono solo ansie d'un genitore troppo apprensivo (e Auror!).
Il fatto che abbia salvato un corvo e lo stia allevando non mi stupisce, ha sempre adorato gli animali, affezionandosi a quelli più soli e bisognosi di cure; le cosiddette cause perse.
Prometto che farò del mio meglio per trovare il colpevole e riconsegnare le salme dei nostri amici al meritato riposo eterno, abbia fiducia.

Ricambiando gli auguri d'un Buon e Sereno Natale porgo,

Cordiali Saluti.


Londra, 23/12/2022                                                                                                                             Harry J. Potter






NDA: Eccoci giunti al quattordicesimo – undicesimo – capitolo.

@AutumnWind ho deciso di accontentarti e mostrare il momento in cui Lily Luna consegna il regalo di Natale a Severus, dopo averlo ritrovato all'interno della sua stanza, consegnato da Ernest (il gufo di Rose).
L'atmosfera non è affatto natalizia, bensì cupa e selvaggia, tanto che potrebbe tranquillamente essere un giorno d'inverno qualsiasi e non la cadenza del Sol Invictus, che da tradizione antica viene festeggiata la notte fra il 24 ed il 25 dicembre; in modo molto sottile e velato questa è una sorta di 'rinascita', un atto di fede mascherato da casuale follia che fungerà da altro piccolo nodino, legando Lily Luna e Severus un poco più strettamente.
La fissa della ragazza per i modelli di Da Vinci è la mia.

Questo secondo stralcio d'indagine si ricollega al primo (Capitolo IX) ed in esso trovano contesto alcuni altri elementi seminati fra i capitoli II (Scopriamo l'identità del famoso 'Pellegrino) ed 'Interludio: II' (iniziamo ad avere qualche dettaglio in più sugli americani): Harry Potter, nonostante sia cresciuto divenendo un Auror famoso e brillante, mantiene il brutto vizio di fare di testa sua, segregando il cadavere per trovare da sé una possibile soluzione alla sua presenza; ha già collegato molti punti della vicenda, ma tanti rimangono ancora oscuri, mentre altri indizi sono stati seminati con cura.

Siamo circa alla metà di questa storia, giusto per tirare un po' le somme e, più si va avanti, più la trama si fa matassa.

Ringrazio tutti coloro che sono giunti fin qui, che hanno aggiunto questa storia alle preferiteseguitericordate e chi ha trovato un briciolo di tempo per recensire e lasciarmi un parere.
Grazie davvero!



Alla prossima!



_Morgan

  
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