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Autore: pumpkin_    25/06/2022    0 recensioni
No beta reading we die like men (scritta l'altra sera e ho deciso che non mi va di rileggerla)
Lucius riflette sulla sua carriera da pirata
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lucius, Stede Bonnet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La più grande fortuna di far parte della ciurma della Revenge era che raramente si compivano veri atti di pirateria.

Un pensiero che sicuramente molti altri membri dell’equipaggio, se non quasi tutti, avrebbero ritrovato ripugnante; eppure a Lucius Spriggs, seduto nella cabina del capitano Bonnet, sembrava così ovvio, così giusto. Il caldo sole di mezzodì illuminava i lussuosi mobili d’interno, i manoscritti pregiati che coprivano le pareti, la stoffa preziosa che copriva il sofa dove era sprofondato, mentre Stede Bonnet dettava racconti sapientemente edulcorati delle sue gesta.

«’Il coraggioso Pirata Bonnet balzò’ - anzi no…» Stede continuava a interrompersi, la fronte corrugata dalla concentrazione mentre cercava le parole giuste per dettagliare il resoconto della loro ultima avventura, uno spiaggiamento involontario su un’isola dei caraibi. «’Prode… spavaldo… virile… indomito…’ no, no, no…»

Con un sospiro, Lucius scriveva e cancellava ogni aggettivo, ogni riga più decisa e calcata mentre la frustrazione di fronte alla indecisione del capitano lo travolgeva, e desiderava che quelle parole colpite dal suo pennino fossero colpi di spada inflitti a Stede.

«Feroce, risoluto, prode - no prode l’ho già detto,» con un sospiro, Stede si avvicinò al sofa, poggiandosi con i gomiti sullo schienale, sconfitto. «Cosa ne pensi, Lucius? Tu come mi descriveresti?»

Borioso, egocentrico, delirante, codardo, ridicolo, un povero illuso-

Un respiro profondo, e il suo sorriso più convincente.

«Forse dovremmo tornare su questa storia un altro giorno, quando saremo più ispirati… capitano.»

Stede lo guardò a bocca aperta, un’espressione quasi ebete, e per un momento Lucius pensò di aver detto la cosa sbagliata; ma poi il capitano Bonnet sorrise, e con una sonora - e non richiesta - pacca sulla spalla rispose: «Saggia idea, ragazzo, veramente saggia! Lasciamo che le muse ci ispirino un altro giorno - via, via, strappa la pagina!» E goffamente si chinò in avanti, crollando miseramente su Lucius nel tentativo di togliere lui stesso il foglio dal quaderno.

Eppure, mentre Bonnet si rimetteva in piedi, tirando giù il panciotto e cominciando di nuovo a dettare un’altra delle sue gesta rivedute e corrette, Lucius continuava a pensare che era fortunato a essere sulla Revenge, dove il suo unico compito era quello di scrivere idiozie e spassarsela con i suoi compagni, circondato da un lusso che mai avrebbe potuto vedere di nuovo in vita sua.

Forse questa vita da pirata gli si addiceva.

 

*

 

Una vertigine, il cuore in gola, un colpo alla testa sul fianco della nave e poi un tonfo, e la botta nello scontrarsi con l'Oceano Atlantico, le acque gelide che già gli intorpidivano gli arti.

«Ed!» urlò, agitando le braccia, cercando faticosamente di restare a galla mentre le onde delle correnti oceaniche e quelle smosse dalla Revenge lo sbattevano a destra e manca, quasi travolgendolo. «Edward! Sono caduto, aiuto! Ed!»

L’acqua gli entrava in bocca ad ogni parola che pronunciava, ma lui la sputava subito fuori, agitando ancora più forte le braccia.

«Ed, tirami su, aiuto! Tirami su!»

Finalmente il suo sguardo riuscì a ritrovare il ponte della Revenge. Ma dal ponte, due occhi lucidi, neri e brillanti lo guardavano, meschini, indifferenti, crudeli. Lucius si rese conto che a guardarlo non era Edward, ma Barbanera.

Quelli erano gli occhi del Kraken, che lo spingevano giù in fondo al mare.

«Hey!» urlò di nuovo, provando a saltare fuori dall’acqua, mentre un’onda lo travolgeva buttandolo giù, «Non lasciarmi qui, aiuto! Aiutami!»

Barbanera si voltò, scomparendo sul ponte.

«Aiuto!» La voce di Lucius si faceva roca, tra lo sforzo di urlare e l’acqua salata che gli seccava la gola, «Pete! Aiutami, Pete! Pete!»

Ma ovviamente Pete non lo sentiva - come poteva? Probabilmente era seduto da qualche parte con gli altri, nella stiva, si preparava al piccolo spettacolo che avevano preparato insieme. Ripeteva comunque il suo nome ancora, e ancora, disperato, con un nodo alla gola, chiedendosi se Pete lo stesse aspettando, lo stesse cercando.

In quel momento, Lucius realizzò una cosa, mentre le onde si facevano più alte e lo scuotevano più forte, più velocemente: che la più grande sfortuna di far parte della ciurma della Revenge era che non avevano mai dovuto compiere veri atti di pirateria. Perché se mai si fossero comportati da veri pirati, forse Lucius sarebbe stato più forte, più furbo, forse sarebbe stato in grado di capire cosa voleva fare Barbanera, di lottare, di salvarsi. Forse non sarebbe stato ad annaspare in questo maledetto oceano.

«Mamma!» mormorò pateticamente una, due, tre volte, mentre la corrente finalmente lo tirava giù, i muscoli intirizziti dal freddo, l’acqua scura che lo avvolgeva, gli entrava in gola, nei polmoni. Ma lui comunque non poteva fare a meno di boccheggiare per respirare, di mormorare ancora una volta «Mamma», prima di arrendersi.

Se solo avesse almeno imparato a nuotare.

  
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