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Autore: Milkyna    29/06/2022    0 recensioni
In questa mia interpretazione, il passaggio tra Gen 4 e Gen 5 è molto più ravvicinato, e le Mane Six sono antenate della Mane Five. Conosciamo Shadow Prism, l'alicorno misterioso, e la sua dama di compagnia, Alabaster Vine. Cosa nascondono? E cosa intendono fare una volta conquistati i Cristalli?
Genere: Angst, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altri
Note: AU, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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L’antico castello era immerso nella più completa oscurità.

Lo stile, imponentemente gotico, si accostava splendidamente con le altissime vetrate e le colonne austere.

Le vetrate viravano dal lilla all’azzurro, ma quei colori chiari non donavano affatto luce e vitalità a quel luogo di tenebra, al contrario, ne accentuavano la sobria eleganza.

Lungo tutto il perimetro del castello crescevano dei rampicanti di cristallo, appuntiti e feroci.

La sala del trono era dotata di una sedia imponente, giallo acido, intrecciata di altri cristalli dalla durezza fiera, quasi metallica.

Sopra quella sedia, c’era seduta una creatura altrettanto imponente.

Era un alicorno, un pony dotato sia di ali che di corno, qualcosa che non si vedeva da svariati secoli.

Il lungo corno magico era leggermente incurvato verso l’alto.

Il pelame era magenta intenso, un colore che faceva contrasto con quello glaciale dei crini acconciati in maniera raffinata, con le treccine raccolte attorno alle orecchie e i boccoli vaporosi a coprire le spalle.

Gli occhi avevano il colore delle fosse marine, ed erano ben accentuati da pennellate di ombretto glitterato di una tinta più chiara.

Agli zoccoli, l’alicorno calzava scarpe d’argento decorate a balze appuntite, le quali conferivano a darle un’aria altera, se non addirittura ostile.

Accanto all’alicorno c’era il suo sgherro, un unicorno azzurro pallido dal pelo finissimo, talmente liscio da sembrare scolpito nel marmo.

Aveva occhi di smeraldo dall’espressione innocente, e folti capelli afro pettinati dal lato destro, in un susseguirsi di tinte acquatiche, dal blu, all’azzurrino, al verde alga.

L’alicorno si chiamava Shadow Prism, mentre l’unicorno Alabaster Vine.

Shadow anelava ai Cristalli dell’Unità.

Il Cristallo dei Pony di Terra assomigliava ad un grosso diamante, ed era ovale, il più grande dei tre, il perno.

Il Cristallo dei Pegasi aveva la forma di un paio di ali turchesi, slanciate, leggiadre.

Il Cristallo degli Unicorni era un rombo blu scuro, intriso di potere, più denso degli altri due.

Shadow li anelava tutti e tre, in quanto alicorno.

Si sentiva superiore a tutte le altre tre razze, anche se quando era unicorno aveva considerato questi ultimi come superiore ai pegasi e ai pony terrestri.

D’altronde, a che servivano le ali se si poteva levitare con la magia?

A che serviva avere una connessione con la natura e gli animali quando la magia era sempre e comunque la risposta?

Shadow Prism concentrò il proiettore magico verso il Faro di Maretime Bay.

Quella costruzione era stata distrutta e poi ricostruita, ed ora esibiva un concentrato di colori e stili diversi tra di loro, che tuttavia coesistevano senza calpestarsi a vicenda.

Shadow si focalizzò sulla bella pony di terra dal manto arancione, i suoi lunghi crini violetti increspati da fili d’arcobaleno, gli occhi turchesi vivaci e innocenti.

Quella pony le faceva rabbia.

Alabaster notò il turbamento della sua padrona:

“Signora, vi sentite bene?”

La bella alicorno si ricompose, assumendo la sua classica aria da ricca snob.

“Ma certo Vine, senza ombra di dubbio…”

Il suo tono era velenoso, era come se ce l’avesse in modo particolare con l’alicorno fittizio che era quella ragazza dall’aria allegra e gentile.

“Signora…” proseguì Alabaster, guadagnandosi un’occhiata sostenuta dalla sua padrona.

“… Lei non crede che quei ragazzi possano costituire i nuovi Guardiani dell’Amicizia?”

Shadow la guardò come se avesse detto chissà quale castroneria.

“Chi? Loro? I pony che sognano in grande sono sempre esistiti, mia cara Vine, ma quelle belle bolle di sapone sono sempre inesorabilmente scoppiate.”

L’unicorno color azzurro polvere non si era lasciata scoraggiare da quelle parole, ma si era focalizzata con tenerezza sul gruppetto di amici, sui loro larghi sorrisi, sul piccolo drago che sembravano aver adottato, sui loro Cutie Mark che brillavano all’unisono.

I suoi occhi verdi si erano indirizzati principalmente su Izzy Moonbow, che saltellava attorno ai suoi amici con la chioma ricciolina a rimbalzarle sulle spalle in una danza ipnotica.

Il pelo era lilla e gli occhi magenta. Era molto carina e Vine avvertì un moto di nostalgia.

Shadow se ne accorse, e prese a stuzzicarla.

“Siamo sentimentali, vedo…”

Alabaster era ormai completamente persa in quella proiezione, e la felicità di quei pony l’assorbiva come una malia della quale non poteva e non voleva sbarazzarsi.

Finché… La proiezione scomparve con un luccichio bianco, risucchiando nell’oblio le voci e la luce calda del sole con sé.

“Alabaster Vine! Basta così.”

Era sempre così quando si mettevano a sbirciare nelle vite di coloro che avevano radunato i Cristalli. Shadow Prism diventava lunatica, ancora più del solito, insofferente e facile ai commenti aspri. Non solo, si aspettava che pure Alabaster la seguisse nella sua giravolta di emozioni contrastanti, ma l’unicorno si lasciava sopraffare dalla dolcezza, e questo l’alicorno non lo poteva a sopportare.

“Signora…”

“Ti devi dimenticare di quella vita, Vine. Noi abbiamo la nostra missione e se dovremo usare quei pony per i nostri scopi noi lo faremo senza tirarci indietro, intesi?”

La pony afro chinò il capo; lo sapeva, lo sapeva molto bene.

C’era stato un tempo in cui anche lei era stata un unicorno gioiosa, al contrario della maggior parte degli abitanti di Bridlewood.

Quel periodo era ormai morto, lei ora viveva nell’oscurità assieme alla sua maestra e signora Shadow Prism, che le aveva insegnato un sacco di nozioni magiche e la storia affascinante di Equestria e dintorni.

Vine conosceva Prism da vent’anni, da quando aveva appena diciotto anni, e per lei era una maestra di vita.

Non sapeva nulla della sua oscura signora, nulla che lei stessa non lasciasse trapelare con le azioni e le parole, ossia che considerava la magia come qualcosa che le spettava e che amava il lusso, anche ostentato.

“Fra poco sarà ora di cena. Farò preparare le aragoste secondo la tua ricetta favorita. Ti do un’ora di tempo per farti un bagno rilassante e presentarti in sala da pranzo. Non tardare.”

Shadow Prism aveva introdotto Alabaster al consumo di carne e pesce, e l’unicorno aveva apprezzato. L’alicorno non vedeva perché privarsi di quei sapori esotici e dai nutrienti consistenti.

A passi sostenuti, la signora e la sua dama di compagnia uscirono dalla sala del trono, e il silenzio avvolse ogni cosa con la sua tetra litania.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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